Fra tutte le responsabilità che Dio dà all’uomo, una delle più importanti, che è anche un immenso privilegio, è quella di allevare i figli. Dio affida al genitore il privilegio di aver cura di un prezioso figlio, che il genitore può amore e curare, e anche guidare.
Un genitore ha ricevuto da Dio la responsabilità di guidare la formazione di una persona, il suo figlio. Il suo lavoro in quel figlio porterà numerose conseguenze per tutta la vita del figlio, e anche per tutta l'eternità. Nessun fattore influisce sul futuro della vita di un figlio quanto il lavoro che fanno i suoi genitori. Quindi, io prego che ogni genitore riconoscerà sempre di più la grandezza e l’importanza di questa responsabilità da parte di Dio. Dobbiamo impegnarci con la massima serietà, con tanta umiltà, e con tanta preghiera. Dobbiamo capire ciò che Dio ci insegna.
Oggi, voglio riprendere il nostro studio dell'Epistola agli Efesini. Ricordate che Efesini ci insegna che la salvezza è un'opera di Dio, un’opera di pura grazia, iniziata nell'eternità passata. Ci parla di come siamo stati eletti prima della fondazione del mondo, di come Dio ci ha vivificati quando eravamo morti nei nostri peccati, e ci parla dell'immensità dell'amore di Dio per noi.
Poi, alla luce di tutto questo, tramite Paolo Dio ci esorta a camminare, ovvero a vivere, in modo degno della nostra salvezza. Ci spiega come vivere nei vari rapporti della vita.
Uno dei più importanti sono i rapporti in famiglia. Negli ultimi sermoni su Efesini, dopo aver considerato i ruoli della moglie e del marito, abbiamo considerato i comandamenti per i figli nei confronti dei loro genitori, cioè, che devono ubbidire ai loro genitori e onorarli, e abbiamo anche parlato di come i genitori possono aiutare i figli a crescere così.
Oggi, arriviamo a quello che Dio comanda ai padri. Sappiamo che questo comandamento riguarda anche le madri, perché appena prima, Dio comanda ai figli di ubbidire sia ai padri che alle madri. I padri hanno una responsabilità maggiore, essendo capo della famiglia.
Leggiamo insieme il nostro brano di oggi, Efesini 6:4. Notate che contiene due comandamenti. Il primo comanda ai genitori ciò che non devono fare. Il secondo comanda ciò che ogni genitore è chiamato a fare. Leggo Efesini 6:4. Voglio leggerlo due volte, per aiutarci a fissare nella mente queste verità.
“E voi, padri, non provocate ad ira i vostri figli, ma allevateli nella disciplina e nell’ammonizione del Signore.” (Efesini 6:4 LND)
La responsabilità dei padri, e per estensione, dei genitori, è di allevare i figli nella disciplina e nell’ammonizione del Signore. I genitori hanno un’immensa autorità sui figli, e usare quell’autorità in modo sbagliato provoca un figlio ad ira. Quando un genitore usa male la sua autorità, rende quasi impossibile allevare il figlio nella disciplina e nell’ammonizione del Signore. Perciò, Dio comanda ai genitori di non provocare i figli ad ira, per non ostacolare ciò che è la sua responsabilità nella vita del figlio.
Consideriamo con molta attenzione il senso di “non provocare ad ira”, e poi in un altro sermone anche quello di “allevare i figli nella disciplina e nell'ammonizione del Signore”. La tua ubbidienza o meno a questi comandamenti sarà ciò che influirà nella vita di tuo figlio più di qualsiasi altra cosa.
Non Provocare ad Ira:
Consideriamo il comandamento di non provare i figli ad ira. Come dicevo, provocare un figlio ad ira rende quasi impossibile allevare il figlio nella disciplina e nell’ammonizione del Signore. Quindi, è estremamente importante non provocare un figlio ad ira.
Il fatto che Dio abbia comandato ai padri di non provocare i figli ad ira ci fa capire che è facile che i genitori provochino i figli ad ira. Provocare ad ira un figlio danneggia molto quel figlio. Danneggia il suo rapporto con il genitore, e lo ostacola dal camminare nella via del Signore.
Quindi, ad ogni genitore dico: Valuta attentamente questo insegnamento, perché nulla influisce nell'andazzo della vita di tuo figlio quanto la tua ubbidienza o meno a questi comandamenti. Provocare ad ira un figlio porta gravissimi danni a quel figlio. Lo porta sulla vita sbagliata. Quindi è da evitare con tutto il cuore.
Che cos'è l'ira?
Non dobbiamo provocare i nostri figli ad ira. Che cos’è l’ira? Quando la Bibbia parla di ira, intende una forte agitazione dell'anima. Quando una persona, o in questo caso un figlio, ha ira, è grandemente turbato dentro.
A volte l'ira si manifesta esternamente, e in altri casi rimane nel cuore, come una bomba a tempo, che può restare nascosta molto tempo, anche anni. Quell'agitazione, sia che si manifesti sia che rimanga dentro, danneggia moltissimo il cuore del figlio. È come un veleno nel cuore che allontana il figlio dai genitori e da Dio.
Che cos’è che provoca l’ira nel cuore del figlio? Ciò che provoca ira nel cuore del figlio è quando il genitore agisce con peccato, che non confessa e abbandona. Questo è un immenso peso per un figlio.
Alla luce di questo, esorto ciascuno di noi che è un genitore a considerare attentamente ciò che Dio ci insegna in questo brano, per poi applicarlo di cuore.
Come dicevo, ciò che provoca ira in un figlio è il peccato del genitore, soprattutto nei confronti del figlio. Quando un genitore agisce in modo ingiusto, quando un genitore esprime egoismo anziché amore, quando un genitore cammina nella carne, provoca ira nel figlio.
Camminare in Cristo
E perciò, in realtà, l’unico modo per non provocare un figlio ad ira è di camminare in Cristo. La cosa più importante di tutto per essere un buon genitore è il proprio cammino con Cristo. Se tu come genitore non stai camminando con Cristo, è impossibile allevare tuo figlio come Dio ti comanda. Nella carne, non possiamo ubbidire ai comandamenti di Dio. Perciò, più di ogni altra cosa, per non provocare il tuo figlio ad ira, hai bisogno di camminare giorno per giorno in Cristo.
Ora, quello che vorrei fare nel resto di questo sermone è di elencare alcuni dei modi comuni in qui provochiamo i nostri figli all’ira. Questo non è un elenco completo, ma spero che possa aiutarci a riconoscere qualsiasi comportamento che può fare del male ai nostri figli, provocandoli ad ira, e così ostacolandoli dal crescere secondo la disciplina e l’ammonimento di Dio.
Incoraggio ogni genitore a valutare attentamente la propria vita alla luce di questi pericoli.
Mancare armonia fra i genitori
Uno dei modo comuni in cui un genitore provoca ira nel cuore del suo figlio è di non vivere in armonia con l'altro genitore.
La Bibbia insegna che il marito e la moglie sono una carne, come leggiamo in Genesi 2:24.
“perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una sola carne.” (Genesi 2:24 LND)
Il marito e la moglie, che per il figlio sono il padre e la madre, sono una carne, e qua in Efesini leggiamo che il marito deve amare sua moglie come Cristo ama la chiesa, e la moglie deve sottomettersi e rispettare suo marito. Quando una coppia vive così, ci sarà grande armonia fra di loro.
Quando c'è vera armonia fra i genitori, e quindi vera pace in casa, darà un grande senso di pace al figlio. Invece, quando c'è tensione, o peggio, amarezza, crea grande agitazione nel cuore del figlio. In questi casi, provoca il figlio ad ira. Quindi, ad ogni genitore dico: il più grande aiuto che puoi dare a tuo figlio è di avere un stretto cammino con il Signore. Il secondo più grande dono che puoi dare a tuo figlio è di avere un stretto rapporto di amore con il tuo coniuge! Se non c’è pace fra i genitori, non ci sarà pace nel cuore del figlio.
Non pensate che si possa ignorare il matrimonio e concentrarsi sul figlio ed avere buoni risultati.
Infatti, tanti genitori commettono questo grave errore. Ignorano i problemi nel matrimonio e si concentrano sui figli. In realtà, questo solo peggiora la situazione con i figli. Se il tuo matrimonio non è forte, la cosa più grande che puoi fare per crescere bene tuo figlio è di impegnarti a migliorare il tuo matrimonio, per quanto dipenda da te.
Genitori Single
Faccio un commento qui per i genitori che non hanno un coniuge in casa, per esempio vedove e vedovi, chi è separato o divorziato, e chi semplicemente non è sposato.
In questo caso, è importante che tuo figlio veda che i rapporti che hai con le persone più strette nella vita, che potrebbero essere i genitori, o un fratello o sorella, o un'amica stretta, siano rapporti buoni, in cui c’è amore e benevolenza, anziché cattiveria. Un figlio ha bisogno di vedere rapporti sani, per crescere bene.
Mancare Amore per il Figlio
Un altro modo che provoca ira nel figlio è di mancare vero amore per il figlio.
Quasi ogni genitore direbbe che ama suo figlio, però spesso il comportamento del genitore rivela che in realtà, lo ama ben poco, e infatti, spesso vede il figlio come un disturbo e un peso da sopportare.
O magari, un genitore si impegna al punto di sacrificarsi per il figlio, ma in realtà, non è per vero amore per quel figlio, ma è per potersi vedere bene, o per sentire la coscienza a posto.
Se io amo veramente qualcuno, desidero profondamente il bene di quella persona, e mi impegno con cuore per quel bene, senza contarne il costo.
Se amo veramente una persona, non considererò quella persona come un fastidio o come un disturbo. Piuttosto, avrò piacere di stare con quella persona.
Quando invece io amo me stesso, quando il mio traguardo non è veramente il bene dell'altra persona, ma è di soddisfare la mia carne, allora, facilmente quella persona mi sarà un peso, perché mi ostacola da quello che voglio compiere.
Il nostro egoismo ci porta facilmente a mancare nel vero amore per i nostri figli. Questa mancanza di amore ci porta a vedere il figlio come un disturbo o un'interruzione. Questa mancanza di vero amore spiega il perché così facilmente un genitore può arrivare a scattare con un figlio ed essere brusco e cattivo con lui.
Quando un figlio riconosce che un genitore manca nell'amore per lui, questa provoca ira nel figlio. Provoca ira perché ogni figlio è sotto l'autorità del genitore. Quando qualcuno ha autorità su di te, e può darti conseguenze brutte, se vedi che non ti ama, ovvero, che non sta cercando il tuo vero bene, se vedi piuttosto che ti dà ordini per il suo bene o per le sue preferenze, questo brutto modo di fare è molto difficile da sopportare, e facilmente provoca ira.
Similmente, visto che il genitore ha grande autorità sul figlio, se il figlio vede che il genitore non lo ama, che non agisce per il vero bene del figlio, questo provocherà il figlio ad ira. Provocherà nel figlio rancore verso quel genitore, e perciò, sarà estremamente difficile per quel genitore riuscire ad allevare bene quel figlio.
Quindi, se tu, o genitore, ti riconosci con questo peccato, ravvediti, e chiedi a Dio di cambiare il tuo cuore. Se no, tu provocherai ira nel cuore di tuo figlio.
Agire in Modo Ingiusto
Un altro modo in cui si può provocare ad ira un figlio è di agire in modo ingiusto nei suoi confronti. L’ingiustizia provoca l’ira.
Ci sono tanti modi di essere ingiusti. Per esempio, se un genitore usa la disciplina come modo per sfogare la propria frustrazione, è molto difficile che il figlio non abbia ira nel cuore.
Un altro modo di agire in modo ingiusto è di usare un doppio metro con il figlio, ovvero, sgridare o punire il figlio per qualcosa che il genitore stesso fa.
Ci sono tanti esempi di questo modo di agire peccaminoso. Per esempio, se un genitore tende a parlare in modo disprezzante di altri, però poi riprende il figlio perché il figlio non parla con rispetto, quel figlio capisce subito che il genitore ha un doppio metro. Questo doppio metro provoca ira nel figlio.
Un altro esempio di un doppio metro sarebbe quando i genitori insistono che il figlio faccia qualcosa che essi stessi non fanno. Per esempio, se un genitore insiste che il figlio chieda perdono, ma raramente il genitore chiede perdono, questo è agire in modo ingiusto, e crea rancore ed ira nel figlio.
Qualsiasi doppio metro è ingiusto. Certamente, un genitore deve stabilire delle regole appropriate per l’età del figlio. Perciò, come esempio, un figlio piccolo deve andare a letto prima del genitore. Quello non è un doppio metro, in quanto ognuno ha bisogno del sonno giusto per la propria età. Inoltre, il figlio deve capire che ci sono dei privilegi che sono legati alle responsibilità adempiute. Poi ci sono dei privilegi che hanno a che fare con il ruolo nella vita. Però, un genitore non deve mai avere un doppio metro su ciò che è giusto. Se è giusto per un figlio, è giusto anche per il genitore. Bisogna assolutamente evitare di avere un doppio metro.
Non Essere Costante
Arriviamo ora ad un’altra forma di grave ingiustizia che è molto comune, e che provoca tanta ira in tanti figli. Sto parlando del peccato di quando un genitore non è costante nell'applicare la disciplina. In altre parole, a volte il genitore disciplina per un certo comportamento, e altre volte, non disciplina per lo stesso comportamento.
Magari per dieci volte, quando il figlio si comporta in un certo modo, lo sgrida solamente senza però disciplinarlo. Quindi, effettivamente, permette al figlio di comportarsi così.
Però poi, l'undicesima volta, lo punisce per la stessa identica cosa che il figlio aveva fatto per altre dieci volte senza essere disciplinato.
In una famiglia così, quel povero figlio non può mai avere la tranquillità di sapere se qualcosa è proibito o no.
Questo è un grave peccato da parte del genitore per vari motivi. Per primo, Dio comanda che il nostro sì sia sì, e il nostro no sia no. Invece, in tante famiglie, i figli non capiscono cosa voglia dire no, perché spesso, un genitore dice no, ma poi, dopo che il figlio insiste, quel no diventa un sì. Invece altre volte, il no rimane un no. Povero figlio, non può mai capire quando quello che il genitore dice è vero o no! Agire così è un grave peccato da parte del genitore, ed è incredibilmente frustrante per il figlio e provoca tanta ira nel suo cuore.
Quindi, per noi che siamo genitori, dobbiamo capire che non dobbiamo dire “no” se non intendiamo dire e mantenere quel “no”. E non dobbiamo dire “sì” se non intendiamo mantenere quel “sì”. È importante che il nostro sì sia sì, e il nostro no sia no, con tutti, ma in modo particolare, con i nostri figli. Voi siete l'autorità nella loro vita. È estremamente frustrante non potere avere una risposta chiara da chi è la tua autorità.
Infatti, quando un genitore non è costante con il suo sì e il suo no, crea molta tensione in famiglia. Questo stimola il figlio a insistere quando il genitore dice no, perché il figlio ha già visto che tante volte, insistendo, il genitore cambia posizione, che effettivamente vuol dire che il figlio viene premiato per aver insistito.
Voglio fermarmi qua e considerare questo punto. È molto importante che riconosciamo quello che succede in questi casi.
Ogni volta che un genitore cambia il suo no in un sì dopo che il figlio ha insistito, sta premiando il figlio per aver insistito. In effetti, il genitore sta insegnando al figlio che conviene non ubbidire, ma piuttosto conviene rifiutare di ubbidire e insistere, perché spesso l'insistenza sarà premiata. Visto che il genitore premia il figlio per aver insistito anziché ubbidire, è un incoraggiamento per il figlio di non ubbidire.
Alla luce di questo, un genitore non deve chiedersi perché i suoi figli insistono così tanto. Piuttosto, deve riconoscere che non essendo costante, il genitore sta insegnando ai figli ad insistere anziché ad ubbidire.
Chiaramente, quando un genitore insegna al figlio ad insistere anziché ad ubbidire, questo crea tanta tensione in famiglia, perché il figlio insiste finché non riceve ciò che vuole, o finché il genitore non scatta con ira.
Però il problema non è solamente la tensione e il fatto che il figlio impara a non ubbidire.
A volte capita che quel genitore, che solitamente si arrende all’insistenza del figlio, rimane fermo nella sua decisione e quella volta rifiuta di cambiare il suo no in un sì, e non solo, ma punisce il figlio perché insiste.
Genitori, dobbiamo capire che questo è molto ingiusto!
Cioè, facendo così, a volte un genitore premia un figlio perché insiste, dandogli ciò che vuole, e altre volte punisce suo figlio per la stessa insistenza. Certamente questa grande ingiustizia crea grande frustrazione nel cuore del figlio e provoca molta ira.
Effettivamente, è un grave peccato per un genitore il comportarsi così: provoca ira nel figlio e rende molto difficile per il figlio di poter conoscere Dio. Ricordate che il concetto che un figlio avrà di Dio dipende molto da come vede i suoi genitori. Quando un genitore si comporta così, il figlio ha grande difficoltà a capire che i comandamenti di Dio sono stabili, e sono da ubbidire, e sono anche per il nostro bene. Il figlio avrà difficoltà a capire che Dio è giusto, perché il figlio tenderà a presumere che Dio sia ingiusto come lo sono i genitori. Quindi, quando un genitore si comporta così, porta molto male nella vita di famiglia, e danneggia molto il cuore del figlio.
Oh voi padri e voi madri, prego che possiate capire che non essere costante è veramente un grave peccato. Crea tanta frustrazione nel figlio, e tensione nel rapporto. Dobbiamo riconoscere, confessare e abbandonare questo peccato.
Perché un genitore non è costante?
Visto che è chiaro che non essere costante è un grave peccato che porta tanto male nel rapporto, come mai così tanti genitori mancano così tanto nella costanza?
Per una cosa, un genitore manca nella costanza perché manca nel vero amore per suo figlio.
Quando un genitore non è costante, quando dice no, e poi, si arrende all’insistenza del figlio, non ha al cuore il vero bene del figlio. Non sta pensando al vero bene del figlio. Quando cambia il suo no in un sì, raramente sta pensando al bene del figlio.
Piuttosto, sta cambiando posizione per far tacere il figlio. Non vuole essere più disturbato, e così, anziché restare fermo su quello che promuove il bene del figlio, fa la cosa più facile al momento, che è di lasciare al figlio ciò che vuole, e così, il figlio smette di insistere.
In questi momenti, il genitore preferisce fare la cosa più facile anziché fare quello che porta il vero bene al figlio. Non riconosce che è proprio la sua mancanza di costanza che crea la tensione.
E facendo così, il genitore non sta amando il figlio. Anziché impegnarsi per il bene del figlio, fa quello è più comodo per se stesso. Anziché indirizzare il figlio nella via delle benedizioni di Dio, spinge il figlio nella via che porta ad una vita di maledizione.
Voglio invitare ogni genitore che manca nella costanza a riconoscere questo come un grave peccato, che provoca tuo figlio ad ira, e danneggia molto il tuo rapporto con lui. E peggio di tutto, allontana tuo figlio ancora di più da Dio. Riconosci il tuo egoismo, e confessalo!
E a livello pratico, esorto ogni genitore a valutare bene prima di dire sì o no, e poi, una volta che hai detto sì o no, mantieni ciò che hai detto. Solo se pervengono fattori particolari e importanti si dovrebbe cambiare idea, e in quei casi, si dovrebbe spiegare al figlio che il cambiamento è dovuto a questi nuovi fattori. Il figlio deve capire che la parola del genitore è stabile. Questo lo aiuterà ad essere ubbidiente e a capire che il genitore è giusto nei suoi confronti.
Un Aiuto ad Essere Costante
Vi do un consiglio pratico molto importante su come essere più costanti. Spero che abbiate visto quanto sia importante essere costante, che il vostro sì sia sì, e il vostro no sia no.
Oltre al nostro egoismo e mancanza di amore profondo per nostri figli, un altro motivo per cui spesso non siamo costanti è perché rispondiamo con leggerezza, senza aver prima valutato bene la nostra risposta. E perciò, non siamo pienamente convinti della nostra posizione, perché non abbiamo valutato la decisione con cura.
In realtà, questo vale non solo nel rapporto genitori-figli, ma anche in tutti i nostri rapporti. Tante persone, purtroppo anche tanti credenti, dicono di sì, ma poi, non mantengono la parola. Infatti, è triste, ma spesso, ci sono credenti da cui ci si aspetta questo modo di agire peccaminoso, perché è normale per loro. È terribile che questo grave peccato esista nella chiesa.
Una parte di quello che serve per evitare questo peccato è di valutare più attentamente prima di rispondere. Cioè, dobbiamo imparare a pesare bene le nostre parole, per essere sicuri che stiamo dando la risposta giusta davanti a Dio, e che, per quanto dipenda da noi, abbiamo in mente di mantenere quella parola.
Per tutti, e in modo particolare per i genitori, ciò che aiuta in tanti casi è di non dare una risposta immediata, senza averci pensato. Dobbiamo imparare a fermarci per valutare bene, prima di rispondere.
In Giacomo 1, leggiamo:
“Perciò, fratelli miei carissimi, sia ogni uomo pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira,” (Giacomo 1:19 LND)
Spesso, parliamo troppo velocemente, senza prendere il tempo di valutare attentamente. Rispondiamo senza aver valutato bene. E perciò, non siamo sicuri se la nostra risposta sia quella migliore.
Questo modo di agire non dà gloria a Dio, e non promuove il bene dell’altro. Oppure, forse capita che è la riposta giusta, ma non perché abbiamo valutato bene, è solo per caso. E in quei casi, non avendo valutato bene, è difficile mantenere una posizione, perché non sappiamo bene i motivi per cui abbiamo scelto quella posizione.
Questo vale in ogni nostro rapporto, ma in questo sermone, consideriamo come possiamo migliorare con i nostri figli, per non provocarli ad ira. Faccio un esempio.
Un figlio chiede al genitore di poter fare una cosa. “Posso avere un biscotto? Posso andare fuori a giocare? Posso fare questo o quell'altro?”
Una brutta abitudine di tanti genitori è di sentirsi obbligato a rispondere subito. Così facendo, senza aver valutato bene, si risponde “sì” o “no”.
Se si risponde “no”, e il figlio inizia ad insistere, il genitore non è pienamente convinto della propria risposta, e cede davanti all’insistenza del figlio.
Grazie a Dio, c’è un altro modo di fare, un modo drasticamente migliore.
Ciò che cambia tutto è quando il genitore impara a NON rispondere subito. Piuttosto, quando il figlio fa una richiesta, se non è qualcosa che è già chiaro per il genitore, il genitore prende come abitudine di rispondere “ti farò sapere”.
A quel punto, il figlio deve sapere che se dovesse insistere, anche ripetendo la richiesta una sola volta, la risposta sarà automaticamente un “no”, e in più, ci sarà una punizione per aver insistito.
Facendo così, il genitore riesce a prendere tempo per valutare la cosa con calma. Quando poi chiama il figlio per spiegare la risposta, avrà ben chiaro in mente quello che vuole dire al figlio, e anche il motivo. Così, il figlio impara che il genitore ha preso una decisione con serietà, e capirà i motivi per la decisione del genitore.
Inoltre, usando questo metodo con costanza, il figlio impara che non è permesso insistere. Impara che il genitore lo ama, perché prende il tempo di valutare attentamente le sue richieste. Impara ad onorare il genitore, e ad ubbidire.
Fare le cose in questo modo può trasformare l’atmosfera in casa. Riduce moltissimo la tensione, e aiuta il figlio ad avere molto più rispetto per il genitore, anziché ira.
Quindi, voglio incoraggiare ogni genitore ad imparare a non rispondere subito, ma piuttosto, a prendere il tempo necessario per valutare attentamente prima di rispondere. Poi, una volta che hai risposto, è fondamentale mantenere quella risposta.
Poche cose possono trasformare l’atmosfera in casa quanto questa semplice pratica.
Conclusione
Oggi, abbiamo iniziato a considerare il comandamento di non provocare i figli ad ira. Abbiamo visto che è il nostro peccato che provoca un figlio ad ira. Quindi, la cosa più importante è il nostro cammino con Dio. Poi, il rapporto fra padre e madre è fondamentale. Abbiamo visto che è importante non avere un doppio metro. Il genitore dovrebbe sottomettersi ai principi che pretende dal figlio. Poi, abbiamo visto l’importanza di essere costanti. Se un comportamento è sbagliato, deve essere punito, ogni volta. Non serve sgridare. Bisogna punire. Quando questo modo di agire diventa la pratica, il figlio avrà molta più pace, e ci sarà pace in casa. Impariamo a mantenere la nostra parola, con i figli, e con tutti!
Grazie a Dio per il privilegio di essere genitori! Preghiamo che possiamo rispecchiare Dio con i nostri figli.