La vita è fatta di contrasti, o siamo da una parte, o dall'altra. O sei un coniuge fedele, o non lo sei. O sei onesto, o non lo sei. O cammini in santità, o cammini nel peccato. Non esiste una via di mezzo.
Stiamo studiando l'Epistola agli Efesini, e siamo arrivati alla parte finale del libro, in cui Dio ci comanda come dobbiamo vivere, alla luce della salvezza che abbiamo ricevuto in Cristo. Se ricordate, i primi tre capitoli descrivono la salvezza come opera immensa di grazia da parte di Dio, opera che Dio ha iniziato in noi quando eravamo morti nei nostri peccati. Come conseguenza di questa salvezza, dal capitolo 4 in avanti, Dio ci comanda di camminare in santità. Vi leggo Efesini 4:1 e poi 5:1
“Io dunque, il prigioniero per il Signore, vi esorto a camminare nel modo degno della vocazione a cui siete stati chiamati,”... “Siate dunque imitatori di Dio, come figli carissimi,” (Efesini 4:1; 5:1 LND)
Il modo degno in cui dobbiamo camminare è imitando Dio, ovvero, camminando in santità in ogni campo della vita. I capitoli 4, 5 e 6 ci descrivono più in dettaglio che cos'è una vita di santità. Oggi, consideriamo i versetti 11 a 13. Leggo dal v. 8 per avere il contesto dei nostri versetti. Mentre leggo, notate il contrasto fra la luce e le tenebre.
“8 Un tempo infatti eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore; camminate dunque come figli di luce. 9 poiché il frutto dello Spirito consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità, 10 esaminando ciò che è accettevole al Signore. 11 E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto riprovatele, 12 perché è persino vergognoso dire le cose che si fanno da costoro in segreto. 13 Ma tutte le cose, quando sono riprovate dalla luce, divengono manifeste, poiché tutto ciò che è manifestato è luce.” (Efesini 5:8-13 LND)
Chi è in Cristo è un figlio di luce, e perciò non deve più avere a che fare con le tenebre. Non esiste una via di mezzo, o camminiamo nella luce, oppure, camminiamo nelle tenebre.
Nell'ultimo sermone di questa serie, abbiamo considerato i vv.8-10, e cosa significhi camminare come figli di luce, portando buon frutto.
Ora, il v.11 continua questo discorso, esortandoci a non partecipare, ossia, ad evitare, le opere delle tenebre. Leggiamolo, e che Dio ci aiuti a capire molto più a fondo la vita a cui siamo stati chiamati. Leggo di nuovo il versetto 11.
“E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto riprovatele,” (Efesini 5:11 LND)
Evitiamo le opere delle tenebre
Iniziando da questo versetto, tramite Paolo, Dio ci esorta a non partecipare alle opere delle tenebre. Non solo dobbiamo evitarle, ma dobbiamo anche riprovarle, ovvero, condannarle.
Per comprendere questo comandamento, dobbiamo capire che Dio ci chiama, essendo figli della luce, a vivere una vita piena di opere fruttuose. Dio vuole che portiamo buon frutto, cioè, vuole che la nostra vita conti per l'eternità.
Infatti, non possiamo capire quanto sia grave partecipare alle opere infruttuose finché non comprendiamo quanto è importante che la nostra vita sia piena di opere che portano frutto che dura nell'eternità.
Quindi, analizziamo attentamente il v.11 e poi considereremo l'importanza di vivere per portare frutto duraturo. Leggo ancora il v.11
“E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto riprovatele,” (Efesini 5:11 LND)
Per capire il senso pratico di non partecipare alle opere infruttuose delle tenebre, consideriamo prima quali sono le opere infruttuose, e poi, cosa significa non partecipare a queste opere.
Quali sono le opere infruttuose delle tenebre? Sono opere, o attività, o impegni, o scelte, che non portano mai vero frutto che dura. Non è detto che siano sempre peccati in sé, però, queste cose non portano frutto alla gloria di Dio, e non edificano il popolo di Dio.
In Matteo 12:36, Gesù dichiara che saremo giudicati per ogni parola oziosa. Leggo le parole di Gesù.
“Or io dico che nel giorno del giudizio gli uomini renderanno conto di ogni parola oziosa che avranno detto.” (Matteo 12:36)
La parola oziosa vuol dire che non porta frutto, che non rende, che non serve. Perfino ogni singola parola che diciamo dovrebbe servire, e portare qualche bene. Dio intende che ogni aspetto della nostra vita porti frutto alla sua gloria.
E perciò, dobbiamo evitare o non partecipare a tutte le opere infruttuose, per poter seguire la nostra chiamata ad abbondare nel frutto dello Spirito. Leggo ancora i vv.8,9
“8 Un tempo infatti eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore; camminate dunque come figli di luce. 9 poiché il frutto dello Spirito consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità,” (Efesini 5:8-9 LND)
Il contrario delle opere infruttuose sono le opere fruttuose. Le opere fruttuose sono opere che si compiono per mezzo dello Spirito Santo e che promuovono il regno di Dio. Possono essere opere in parole, e anche opere pratiche. Portano altri a conoscere più Dio, ad essere edificati, e ad avere una fede più forte. Queste opere glorificano Dio. Ricordate che Dio ci comanda di fare tutto alla gloria di Dio!
Come dichiara il v.8, opere fruttuose sono opere fatte con bontà, con giustizia, e nella verità. Ogni vero credente dovrebbe camminare come un figlio di luce in ogni campo della vita. La vita di un vero credente non è divisa in vari compartimenti, alcuni dei quali sono dedicati alle cose di Dio, ed altri, che appartengono al credente, nei quali può fare quello che vuole la sua carne.
Piuttosto, noi che siamo veri credenti, noi che siamo stati comprati a caro prezzo, non apparteniamo più a noi stessi. Perciò, nessuna parte della nostra vita appartiene a noi. Grazie a Dio, apparteniamo pienamente a Gesù Cristo, Perciò, in ogni aspetto della vita, dobbiamo vivere alla sua gloria, dobbiamo camminare come figli di luce, portando frutto in ogni opera buona. Questo è il nostro dovere, ma molto di più, questo è il nostro privilegio. Grazie a Dio per questo privilegio!
Lo scopo della vita di un vero credente deve essere quello di portare frutto che dura. O credente, perché Dio ti ha lasciato sulla terra? Qual' è lo scopo della tua vita? Dio ti ha creato in Cristo Gesù per portare frutto, per compiere le buone opere che Egli ha preparato precedentemente per te! Troviamo questa verità ripetutamente nella Bibbia. Leggo solamente alcuni versetti.
Prima di tutto, ascoltate la preghiera che Paolo faceva per i credenti in Colossesi 1:9-11.
“9 Perciò anche noi, dal giorno in cui abbiamo sentito questo, non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che siate ripieni della conoscenza della sua volontà, in ogni sapienza ed intelligenza spirituale, 10 perché camminiate in modo degno del Signore, per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio, 11 fortificati con ogni forza, secondo la sua gloriosa potenza, per ogni perseveranza e pazienza, con gioia,” (Colossesi 1:9-11 LND)
Paolo prega che possiamo essere ripieni della conoscenza della volontà di Dio. Solo se conosciamo la volontà di Dio possiamo farla, e così vivere alla gloria di Dio, e solo così possiamo vivere una vita che ha valore!
Ascoltiamo anche le parole di Gesù Cristo nel suo discorso ai discepoli, discorso che vale per chiunque è salvato, che troviamo in Giovanni 15:8. Notiamo che quello che glorifica Dio è portare molto frutto. Ve lo leggo.
“In questo è glorificato il Padre mio, che portiate molto frutto, e così sarete miei discepoli,” (Giovanni 15:8 LND)
Dio è glorificato in noi quando noi portiamo molto frutto! Leggo anche Giovanni 15:16, in cui Gesù spiega il motivo per cui aveva scelto i suoi discepoli. Egli ha scelto noi per lo stesso motivo.
“Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi; e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto sia duraturo, affinché qualunque cosa chiediate al Padre nel mio nome, egli ve la dia.” (Giovanni 15:16 LND)
Lo scopo della nostra vita è di portare frutto duraturo, frutto che dura in eterno! Qualsiasi altra vita è una vita sprecata!
In Filippesi 1:9-11, Paolo, guidato dallo Spirito Santo, prega per i credenti, e quindi per noi.. Notate quello che prega per noi. Ve lo leggo.
“9 E per questo prego che il vostro amore abbondi sempre di più in conoscenza e in ogni discernimento, 10 affinché discerniate le cose eccellenti e possiate essere puri e senza macchia per il giorno di Cristo 11 ripieni di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, alla gloria e lode di Dio.” (Filippesi 1:9-11 LND)
La vita che vale è una vita piena di frutti di giustizia! Questo è un altro modo di parlare di una vita piena di opere che durano, opere fruttuose. Tu hai una vita così?
Scrivendo a Tito, Paolo lo esorta ad insegnare ai credenti a dedicarsi a compiere buone opere, come per esempio in Tito 3:14
“Or imparino anche i nostri a dedicarsi a buone opere per i bisogni urgenti, affinché non siano senza frutto.” (Tito 3:14 LND)
Il punto di questi versetti e di tanti altri è lo stesso: lo scopo della vita di un vero credente è di compiere opere che portano frutto duraturo. Viviamo così quando coscientemente facciamo ogni cosa alla gloria di Dio. Con il cuore giusto, possiamo fare il lavoro più umile alla gloria di Dio, come possiamo svolgere anche l'incarico più visibile alla sua gloria, se fatto con umiltà. La cosa importante è che facciamo tutto per la gloria di Dio, per portare frutto eterno. La vita in Cristo è fatta per portare frutto duraturo.
Una Vita Sprecata
Capendo questa verità, è chiaro che una vita che non porta buon frutto è una vita sprecata. Un giorno senza portare frutto è un giorno sprecato. Portare frutto, quando camminiamo in santità e abbiamo le cose di Dio nel cuore, è l'unica vita che vale. Ogni vero credente dovrebbe abbondare in buoni frutti, tutto il giorno, tutti i giorni.
Ecco perché quando dobbiamo valutare se è giusto o no fare una certa cosa, la domanda sbagliata è “che cosa c'è di male?”. Non è quello il metro giusto. Piuttosto, dobbiamo chiederci se quella scelta porta veramente frutto per la gloria di Dio. Non basta che una decisione non sia peccato, dobbiamo scegliere quello che porta frutto alla gloria di Dio.
Quindi, opere fruttuose sono azioni e parole che portano bene, edificano altri, e portano gloria a Dio.
Non partecipare
Ora che abbiamo capito un po' meglio cosa sono le opere fruttuose, e che Dio intende che ogni vero credente abbia una vita che abbondi in buone opere, ovvero che abbondi in opere fruttuose, ora possiamo capire che le opere infruttuose sono quelle opere, quelle attività, che non portano gloria a Dio, e non edificano il popolo di Dio. Per opere, intendiamo qualunque cosa facciamo.
Infatti, anche se un'opera non è malvagia in sé, il semplice fatto che non porta gloria a Dio significa che è un'opera infruttuosa, ed è da evitare. È importante che comprendiamo questo principio. Anche se un'opera non è malvagia, se quell'impegno non porta buon frutto, è da evitare! Dobbiamo investire in quello che porta buon frutto per l'eternità, in quello che glorifica Dio ed edifica altri. Il mondo ci offre tantissimi modi in cui passare il nostro tempo che non portano alcun frutto, e Satana vuole questo. Cioè, è facile riempire la vita con quello che non edifica e non porta gloria a Dio. Questo è infruttuoso, e passare del tempo facendo qualcosa di infruttuoso ci ostacola dal fare cose fruttuose.
Tenendo questo in mente, leggo ancora il versetto 11 per capire il senso di non partecipare.
“E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto riprovatele,” (Efesini 5:11 LND)
Non dobbiamo partecipare alle opere infruttuose delle tenebre. La parola greca che è tradotta con “partecipare” (sun-koinoneo), vuol dire, letteralmente “aver comunione con qualcuno o qualcosa”. Non dobbiamo avere comunione con le opere delle tenebre. Per quanto dipende da noi, non dobbiamo stare insieme al peccato, e alle cose che non portano buon frutto.
Per capire meglio questo concetto di partecipare, vi do qualche esempio. Se vai ad un concerto, tu partecipi a quel concerto, essendo presente proprio per ascoltarlo.
Quando i musicisti suonano, tu, ascoltando la musica, sei in comunione con loro mentre essi suonano. Tu stai lì proprio per ascoltarli suonare. Similmente, se guardi un film, tu partecipi, stai là a guardare gli attori. Stai avendo comunione con loro in quello che fanno ed in quello che dicono. Stai partecipando, scegliendo di guardarli.
Al contrario, se mentre cammini per strada tu incroci due persone che stanno parlando, se continui a camminare per la tua strada, non sei in comunione con quelle persone, anche se avrai sentito qualche parola. Invece, se dovessi fermarti e cominciare ad ascoltarli mentre parlano, allora, stai partecipando al loro discorso, sei in comunione con quelle persone mentre parlano.
Similmente, il fatto di incrociare nel tuo cammino delle persone che stanno peccando, visto che non hai scelto di essere presente, e te ne vai subito, quell'incontro non ti fa essere in comunione con loro. Invece, se ti fermi a guardarle, allora, sei in comunione con loro, guardando e ascoltando, stai partecipando ai loro discorsi o alle loro azioni, come quando partecipi ad un concerto.
In questo versetto, e veramente in tutta la Bibbia, Dio ci comanda di non partecipare, ovvero, di non essere in comunione con le opere infruttuose delle tenebre. Non dobbiamo assistere alle opere di peccato. Ci saranno le volte che potrà capitare che il peccato sarà davanti a noi, ma quel peccato ci dovrebbe aggravare. Se ci fermiamo a guardare o ad ascoltare, stiamo peccando. Se scegliamo di essere presenti, o se quando ci troviamo là scegliamo di restarci, allora stiamo partecipando. Questo è peccato. Dio ci comanda di NON partecipare alle opere infruttuose delle tenebre. Ora siamo figli di luce, non dobbiamo più associarci alle opere delle tenebre. Dovrebbero aggravarci.
Lot, quando viveva a Sodoma, era circondato, contro la sua volontà, da tante opere delle tenebre, ed è un esempio per noi di uno che non partecipava ai peccati che erano intorno a lui, ma piuttosto ne era aggravato. Leggo la descrizione di Lot che troviamo in 2Pietro 2. In questo brano, Pietro spiega che Dio sa curare i giusti e punire i peccatori.
“7 e liberò invece il giusto Lot, oppresso dalla condotta immorale di quegli scellerati 8 (quel giusto infatti, per ciò che vedeva e udiva mentre abitava in mezzo a loro, tormentava ogni giorno la sua anima giusta a motivo delle loro opere malvagie), 9 il Signore sa liberare i pii dalla prova e riservare gli ingiusti per essere puniti nel giorno del giudizio,” (2Pietro 2:7-9 LND)
Come Lot, viviamo in una società piena di peccato. Come Lot, dobbiamo evitare di partecipare ai peccati che ormai sono molto normali nella nostra società. Certo, visto che il peccato è così diffuso, questo è difficile, e ci porta ad evitare tante cose che sono normali nella società, ma sono opere infruttuose. Però, pur essendo difficile, evitare totalmente le opere infruttuose delle tenebre, è l'unica vita giusta per un figlio di Dio, ovvero, un figlio della luce. E quindi, con l'aiuto di Dio dobbiamo vivere in santità, come faceva Lot. Quando capita che vediamo il peccato, non per scelta nostra, dovrebbe aggravarci tanto. Dobbiamo evitare le opere peccaminose, e tutte le opere che non portano frutto alla gloria di Dio.
Per fare questo, dobbiamo ricordare che sta per arrivare il giorno in cui staremo tutti davanti al tribunale di Cristo, per essere giudicati per come abbiamo vissuto questa vita. Leggo di questo giudizio in 2Corinzi 5:10
“Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte nel corpo in base a ciò che ha fatto, sia in bene che in male.” (2Corinzi 5:10 LND)
Qualunque opera nostra, ovvero, qualunque impegno, che è stato infruttuoso, sarà rigettato in quel giudizio.
Quanto è terribile vivere una vita che non porta gloria a Dio! Che terribile passare del tempo guardando o ascoltando o partecipando in qualsiasi modo a peccati che sono una terribile offesa alla santità del nostro Padre celeste.
Evitiamo il Peccato, Non i Peccatori
Parlando di questo, vorrei fare una parentesi importante. È importante notare che questo brano non ci comanda di evitare i peccatori, piuttosto, ci comanda di non essere in comunione con le opere delle tenebre che essi commettono.
Infatti, in 1Corinzi 5, l'Apostolo Paolo rende chiaro che possiamo avere contatto con i non credenti. Leggo 1Corinzi 5:9-11.
“Vi ho scritto nella mia epistola di non mescolarvi con i fornicatori, ma non intendevo affatto con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari, o con i ladri, o con gli idolatri, perché altrimenti dovreste uscire dal mondo. Ma ora vi ho scritto di non mescolarvi con chi, facendosi chiamare fratello, sia un fornicatore, o un avaro, o un idolatra, o un oltraggiatore, o un ubriacone, o un ladro; con un tale non dovete neppure mangiare.” (1Corinzi 5:9-11 LND)
Siamo chiamati ad essere la luce del mondo, perciò, possiamo e dobbiamo avere contatto con i non credenti. Quello che dobbiamo evitare totalmente è il contatto con le opere delle tenebre. Ripetutamente la Bibbia ci avverte del pericolo di avere i non credenti come la nostra compagnia. Però, è importante avere un contatto con i non credenti che non sia legato al loro peccato, per essere la luce di Gesù Cristo per coloro che sono ancora nelle tenebre, come eravamo noi.
Infatti, se guardiamo l'esempio di Gesù Cristo, Egli è stato chiamato l'amico dei peccatori, eppure, non stava con loro mentre peccavano. Piuttosto, quando Gesù stava con i peccatori, parlava loro del regno di Dio, e li esortava ad abbandonare il loro peccato, a ravvedersi ed a credere. Seguiamo l'esempio di Gesù, che si teneva puro dal peccato, ma era pronto ad accogliere i peccatori per parlare con loro di Dio.
Piuttosto Riprovatele
Analizzando ancora il nostro brano, notate che non solo dobbiamo non partecipare alle opere infruttuose delle tenebre, ma dobbiamo anche riprovarle, ovvero, condannarle. Una parte dell'essere luce è di condannare il peccato nel mondo, non i peccatori, ma il peccato.
In che modo dobbiamo riprovare le opere delle tenebre? È qualcosa che solo alcuni credenti devono fare, magari coloro che sono più portati a insegnare, oppure è qualcosa che ogni credente deve fare?
La risposta è che non è una cosa solo per chi insegna. Il riprovare descritto in questi versetti non è un riprovare con le nostre parole, anche se serve farlo, ma piuttosto, è condannare le opere infruttuose delle tenebre con una vita vissuta nella luce, una vita che porta frutti di giustizia.
Infatti, leggendo i vv.11-13 insieme, impariamo che il modo di riprovare le opere delle tenebre è di essere luce, perché le opere infruttuose vengono manifestate dalla luce. In altre parole, è quando camminiamo nella luce che la nostra vita manifesta che il peccato intorno a noi è peccato. Vedremo più di questo fra qualche momento.
Quindi, dobbiamo chiederci: abbiamo una vita che condanna il peccato, tramite il nostro impegno di portare frutti di giustizia, in ogni campo della vita? Viviamo così!
Non parlare delle opere delle tenebre (v.12)
Il peccato è qualcosa di così abominevole a Dio, che non solo non dobbiamo partecipare alle opere infruttuose delle tenebre, ma dobbiamo anche evitare di parlare di queste opere. Infatti, è vergognoso perfino il solo parlare di queste cose, come leggiamo nel v.12
“perché è persino vergognoso dire le cose che si fanno da costoro in segreto.” (Efesini 5:12 LND)
La verità in questo versetto è chiara, eppure, siamo talmente abituati al mondo malvagio in cui viviamo, in cui non c'è alcuna vergogna per molti peccati abominevoli a Dio, che a volte, è difficile per noi riuscire a renderci conto di quello che Dio ci dichiara qua, tramite Paolo.
Le opere delle tenebre sono così terribili, agli occhi di Dio, che è perfino vergognoso parlare di queste cose. Sono così sporche, così contaminate, che dobbiamo evitarle completamente, al punto di non parlarne nemmeno.
Infatti, è da notare che nonostante la Bibbia menzioni tanti peccati, non ne parla in modo dettagliato. Piuttosto, menziona molto brevemente il peccato, e poi, parla a fondo delle brutte conseguenze che lo seguono. Vediamo questo in tutta la Bibbia. Per esempio, quando la Bibbia parla del peccato che le figlie di Lot commisero con lui, non ci dà dettagli. Piuttosto, il peccato viene solo menzionato, e poi, è descritto il triste risultato di esso. Quando leggiamo di Davide che commise adulterio, il peccato viene solamente nominato, però poi, ci sono tanti capitoli che ci spiegano le brutte conseguenze che quel peccato portò nella vita di Davide, e nel suo regno.
Fratelli e sorelle, non dobbiamo parlare del peccato! Non dobbiamo descrivere a fondo il peccato, non dobbiamo essere esperti del peccato. Passare il tempo parlando in dettaglio del peccato, forse dei nostri vecchi peccati, o guardandolo nel dettaglio, magari in un film, contamina sia chi parla che chi ascolta.
Dobbiamo evitare ogni contatto con il peccato. E non dobbiamo parlare in dettaglio del peccato.
Oggi, tanti hanno l'idea, che non è assolutamente basata sulla Parola di Dio, che sia necessario capire a fondo il peccato per poter aiutare coloro che sono nel peccato. Similmente, si crede che non sia negativo guardare il peccato con lo scopo di conoscerlo. Chi pensa così inganna se stesso, e non sta seguendo quello che Dio ci comanda.
Il peccato è una cosa abominevole a Dio, e dovrebbe essere abominevole a noi. Come Lot, dovrebbe farci male sapere in dettaglio del peccato. Però, dovremmo odiare di parlare del peccato. Come non dovremmo guardare o partecipare al peccato, non dovremmo parlare del peccato nel dettaglio. Dobbiamo evitare ogni contatto con il peccato, perfino il parlare del peccato.
Ricordate perciò che non è necessario capire un peccato a fondo per poter aiutare qualcuno a lasciare quel peccato. Quello che serve a chi è nel peccato è di sentire di Dio, anziché parlare ancora del suo peccato.
L'idea che si può avere contatto con il peccato senza esserne contaminato è stoltezza. Vi leggo quello che la Bibbia dichiara in modo categorico, in 1Corinzi 15:33
“Non vi ingannate; le cattive compagnie corrompono i buoni costumi.” (1Corinzi 15:33 LND)
Siamo contaminati ogni volta che scegliamo per compagnia persone che stanno commettendo peccati, sia che siano proprio fisicamente con noi, sia che siano in tivù o in Internet o in qualche altra forma.
Ricordate quello che il nostro brano ci insegna: non basta non commettere il peccato, non basta non essere in compagnia del peccato. Non dobbiamo nemmeno parlare del peccato. Per un figlio di Dio, un figlio di luce, parlare delle opere delle tenebre è vergognoso!
Fratelli e sorelle, non dobbiamo avere a che fare con il peccato! Non dobbiamo guardare programmi che contengono il peccato, non dobbiamo guardare foto o visitare i siti, o ascoltare musica, o leggere libri o riviste, che trattano il peccato. Non dobbiamo parlare del peccato.
Ci sono casi, come troviamo nella Bibbia, in cui si può nominare il peccato per condannarlo. Per esempio, la Bibbia menziona l'adulterio e la fornicazione, per condannarli. Notate però che non descrive mai questi peccati nel dettaglio. Menziona il peccato per nome solamente per condannarlo, senza descriverlo nel dettaglio. La Bibbia non parla del peccato, condanna il peccato. Dobbiamo anche noi fare così.
Quando camminiamo come figli di luce, evitando il peccato totalmente, perfino non parlandone né ascoltando chi ne parla, ci porta a vivere molto diversamente dalle persone intorno a noi, e da quella che è stata la nostra abitudine prima della salvezza. Però, vivere così è l'unica vita degna per un vero figlio del Dio santissimo, mentre è in attesa di entrare nella presenza di Dio per tutta l'eternità. Evitiamo totalmente le opere delle tenebre.
Dobbiamo condannare le opere delle tenebre
Come abbiamo già visto, anziché parlare del peccato, dobbiamo riprovare il peccato, ovvero, condannare il peccato, facciamo questo vivendo una vita di santità, in un mondo di tenebre. Rileggo i vv.12,13.
“11 E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto riprovatele, 12 perché è persino vergognoso dire le cose che si fanno da costoro in segreto. 13 Ma tutte le cose, quando sono riprovate dalla luce, divengono manifeste, poiché tutto ciò che è manifestato è luce.” (Efesini 5:11-13 LND)
Il modo di riprovare le opere delle tenebre non è di parlare di quelle opere, ma piuttosto è di camminare nella luce, ovvero, vivendo una vita di santità, lasciando risplendere la luce di Gesù Cristo in noi e tramite le nostre vite! Sarà la luce di Cristo in noi, quando camminiamo in santità, che metterà in evidenza che il peccato è peccato, e che le opere infruttuose delle tenebre sono da condannare.
Vediamo questo principio nella vita di tutti i giorni. Per esempio, al lavoro, se la maggioranza dei dipendenti non lavora bene, e non si impegna, basta che un dipendente si impegni di cuore, e il suo impegno renderà manifesto che gli altri non stanno lavorando bene.
In un gruppo di mariti che non sono buoni mariti, basta un marito che si comporti con integrità e bontà come marito, e questo suo atteggiamento metterà in evidenza che gli altri si comportano in modo peccaminoso. Similmente, una persona che abbonda in ringraziamento anziché lamentarsi, metterà in evidenza il peccato di lamentarsi.
Quando diciamo solo la verità, questo mostra che la menzogna è peccato. Quando siamo puri, questo mostra che l'impurezza è peccato. Quando non amiamo i soldi, si mette in evidenza il peccato di amare le ricchezze. Quando siamo veramente umili, questo è un rimprovero per chi è orgoglioso. Ed è così in tanti altri campi. Quando camminiamo veramente nella luce, la nostra vita di santità rimprovera il peccato intorno a noi.
E perciò, non solo dobbiamo evitare di partecipare alle opere infruttuose, ma dobbiamo camminare nella luce, in modo che la nostra vita condanni le opere delle tenebre. Sarà la presenza di Cristo in noi che metterà in evidenza il peccato intorno a noi. Quanto è importante che camminiamo veramente come figli di luce! Tu, a scuola, al lavoro, in casa, e nella società, cammini in santità al punto che rendi chiaro che il peccato è peccato? Dio ci chiama a vivere così, perché siamo figli di luce!
Applicazione
Allora, alla luce di questo brano, impegniamoci ad abbandonare qualsiasi attività che non porta frutto per la gloria di Dio, e per il bene del suo popolo. Non partecipiamo in alcun modo alle opere infruttuose delle tenebre, anzi, non parliamo nemmeno di quelle cose. Piuttosto, camminiamo in modo che il nostro cammino santo condanni il peccato intorno a noi. Viviamo così, in attesa di vedere Gesù Cristo, che è morto per salvarci dai nostri peccati!
Evitiamo totalmente il peccato, ma allo stesso tempo, impegniamoci ad andare in cerca dei peccatori, per essere luce per loro, affinché possano vedere Gesù Cristo in noi, e possano sentire l'evangelo da noi.
Per grazia, siamo figli di luce, salvati dall'ira di Dio. Che immenso dono di grazia è la nostra salvezza!
Camminiamo nella luce, rendendo chiaro che siamo veramente di Dio. Viviamo per la gloria del nostro Signore e Salvatore, Gesù Cristo. Viviamo per portare molto frutto, alla gloria di Dio. Viviamo in attesa del nostro Signore, Gesù Cristo! Grazie a Dio per questo privilegio immenso ed eterno!