Un giovane, che vive una vita di dissolutezze, passando da una ragazza all'altra, che poi ha un cambiamento di cuore e si sposa con una giovane donna preziosa, dovrebbe tornare a vivere la vita di prima?
Chiaramente, la risposta è assolutamente no! Nello stesso modo, un credente, salvato dalle tenebre, non dovrebbe mai tornare a vivere la vita di prima.
Oggi vogliamo continuare il nostro studio della lettera che Paolo scrisse agli Efesini. Finora Dio ha guidato Paolo a spiegarci della salvezza che abbiamo ricevuto e, poi, della cura che Cristo ha della Chiesa e di come cresciamo.
Ora, da Efesini 4:17 in avanti, il libro inizia ad approfondire il discorso di come si deve camminare in modo conforme alla nuova vita di un figlio di Dio, vivificato e riconciliato con Dio. Chi è stato salvato dalle tenebre non deve più vivere come prima. Da questo punto in avanti, l'Epistola agli Efesini ci parla del nuovo modo di vivere.
Il Cammino dei pagani: vv.17-19
Iniziando dal v.17, Paolo parla di quello che era il nostro cammino, prima che Dio ci salvasse. Quanto è importante ricordare quello che eravamo, per non vedere con orgoglio coloro che conducono ancora quel tipo di vita e per ricordare e tenere a mente quanto quella fosse una vita sbagliata e che conduceva alla morte. Leggiamo i vv. 17-19:
“17 Questo dunque attesto nel Signore, che non camminiate più come camminano ancora gli altri gentili, nella vanità della loro mente, 18 ottenebrati nell’intelletto, estranei alla vita di Dio, per l’ignoranza che è in loro e per l’indurimento del loro cuore. 19 Essi, essendo diventati insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza, commettendo ogni impurità con insaziabile bramosia. (Efesini 4:17-19 LND).
Notate che quello che Paolo dichiara qui, lo attesta nell'autorità di Gesù Cristo, il Signore: è una dichiarazione molto importante e solenne. Non ubbidire a questo insegnamento è disubbidire a Gesù Cristo stesso.
Non dobbiamo camminare più come camminano ancora gli altri gentili. Quanto è importante ricordare che la vita che essi hanno tuttora, una vita in cui camminano nelle tenebre, era la nostra vita. Però siamo stati salvati, siamo stati trasportati dalle tenebre alla luce. Quindi, ora non dobbiamo più camminare nelle tenebre, come camminavamo, ma dobbiamo camminare nella luce.
Notate poi la parola “camminare”. Le religioni inventate dagli uomini parlano spesso di quello che uno deve fare o non fare. Dio invece parla del nostro cammino, ovvero di come viviamo tutti i giorni della nostra vita in ogni situazione.
Qui Paolo ci esorta a non camminare più come eravamo soliti fare nella vecchia vita. In altre parole, non dobbiamo vivere più come in passato, non dobbiamo comportarci più come prima, non dobbiamo pensare nel modo che pensavamo prima.
In questi versetti, Paolo descrive il cammino di coloro che sono senza Gesù Cristo. È un cammino di tenebre, una cammino di stoltezza, un cammino di ignoranza delle cose di Dio.
Questi versetti ci dichiarano che, senza Dio, i ragionamenti della mente umana sono vanità. In altre parole, per quanto possano sembrare saggi, per quanto gli uomini possano approvare gli uni gli altri nei loro ragionamenti, senza la luce di Dio, i pensieri più alti della mente dell'uomo sono vanità e non portano alcun vero frutto. Promettono tanto, sembrano grandiosi, ma non danno nulla di vero valore.
Questo avviene perché gli uomini senza Dio sono ottenebrati nell'intelletto. NOI eravamo ottenebrati nell'intelletto prima che Dio ci salvasse. Gli uomini che ancora non sono salvati non vedono la luce, camminano nelle tenebre senza rendersene conto. Dobbiamo capire che, senza Dio, ogni l'uomo è ottenebrato nel suo intelletto. Leggiamo di questo in Romani 1:
“20 Infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, essendo evidenti per mezzo delle sue opere fin dalla creazione del mondo, si vedono chiaramente, affinché siano inescusabili. 21 Poiché, pur avendo conosciuto Dio, non l’hanno però glorificato né l’hanno ringraziato come Dio, anzi sono divenuti insensati nei loro ragionamenti e il loro cuore senza intendimento si è ottenebrato. 22 Dichiarandosi di essere savi, sono diventati stolti,” (Romani 1:20-22 LND).
È importante capire che gli uomini senza Dio sono ottenebrati, sono stolti senza rendersene conto. Vivono pensando di capire tante cose ma, in realtà, sono uomini ciechi, che non vedono la luce della Verità di Dio. Questa era anche la nostra triste condizione prima che Dio ci salvasse.
Il nostro brano continua e dichiara che gli uomini senza Dio sono estranei alla vita di Dio. Sono completamente senza Dio nella loro vita, lontani dalla vera vita che si ha solamente in Dio per mezzo di Gesù Cristo. Sono senza Dio, come eravamo noi prima della salvezza, proprio quello che abbiamo letto in Efesini 2:12:
“eravate in quel tempo senza Cristo, estranei dalla cittadinanza d’Israele e estranei ai patti della promessa, non avendo speranza ed essendo senza Dio nel mondo.” (Efesini 2:12 LND).
Noi pure eravamo senza Dio, proprio come gli uomini ancora nelle tenebre sono estranei alla vita di Dio. Essi sono morti spiritualmente e la loro vita è lontanissima dalla vita di Dio.
Il fatto che essi conducano una vita estranea alla vita di Dio non vuol dire che non possono essere religiosi. Anzi, una persona può pregare tanto e leggere la Bibbia, può avere una vita molto religiosa e comunque avere una vita estranea alla vita di Dio. Vediamo questo spesso nella Bibbia, quando Dio riprende i Giudei perché, pur adorando Dio con le parole, i loro cuori erano lontani da Lui.
Se una persona non si è veramente ravveduta e non ha creduto in Gesù Cristo come Salvatore e Signore, allora, agli occhi di Dio, la religione di quella persona non vale nulla.
Ignoranza e indurimento del cuore
Il versetto 18 dichiara che questa condizione terribile è dovuta all'ignoranza che è in loro e all'indurimento del loro cuore.
Consideriamo prima il fatto dell'ignoranza che è in loro. Ricordate, in Giovanni 17, che Gesù dichiara che la vita eterna è conoscere Dio. Gli uomini senza Dio non conoscono Dio, sono ignoranti di chi è veramente Dio. Possono essere molto religiosi, possono avere tante idee loro riguardo a Dio ma, in realtà, non conoscono Dio. I loro concetti non rispecchiano il vero Dio, santo, glorioso e maestoso. Sono ignoranti di Dio e questa ignoranza riempie i loro cuori.
Questa non è un'ignoranza innocente, piuttosto è un'ignoranza causata dalla loro durezza di cuore, dal loro rifiuto di cercare Dio di cuore e di umiliarsi davanti a Lui.
Ricordate, in Romani 1:20-22, che abbiamo già letto che, pur avendo conosciuto Dio tramite la creazione, non Lo hanno però glorificato né Lo hanno ringraziato come Dio. Per questa ragione, per questo indurimento del loro cuore, sono divenuti insensati nei loro ragionamenti e il loro cuore si è ottenebrato.
Chi rifiuta la luce che Dio dà nella creazione, la rivelazione di Lui attraverso il creato, si trova ancora di più nelle tenebre, ovvero nell'ignoranza spirituale, a causa del suo cuore indurito. L'uomo rifiuta la luce, rifiuta il perdono, rifiuta la vera vita perché il suo cuore è duro, è indurito dal peccato.
Una vita di dissolutezza
Questo indurimento di cuore che produce una vita estranea a Dio porta ad essere insensibili, porta a mancare quella coscienza spirituale che permette di evitare il peccato. Leggo ancora il v.19:
19 Essi, essendo diventati insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza, commettendo ogni impurità con insaziabile bramosia. (Efesini 4:19 LND).
Più passa il tempo che uno rifiuta la luce e più egli diventa insensibile. La parola “insensibile” vuol dire che non sente più dolore o vergogna. Infatti, vediamo nella società in cui viviamo che gli uomini peccano senza sentirsi aggravati da un senso di colpa o di vergogna. Peccano e poi dormono tranquilli. La loro coscienza è addormentata.
Questo porta ad una vita in cui si abbonda in dissolutezze e si commette ogni impurità con insaziabile bramosia. Bisogna tenere in mente che la dissolutezza qui non è secondo il metro degli uomini, ma secondo il metro di Dio, il giudice di tutti.
La parola “dissolutezza” vuol dire peccare senza freni. Non essendo sensibili alla realtà di Dio, non riconoscendo il giudizio, gli uomini si abbandonano alla dissolutezza, peccano come vogliono. Non hanno il freno del timore di Dio, non hanno il freno dello Spirito Santo in loro, non hanno il freno della promessa dell'eternità con Dio e il desiderio di vederLo glorificato durante la loro vita qui su questa terra. I loro traguardi sono qui, in questo mondo, in questa vita e, perciò, il peccato è visto come un modo o un mezzo per trovare qualche soddisfazione qui e adesso. Gli uomini scelgono tanti modi diversi di peccare, chi in una cosa e chi in un'altra. Però, senza Dio, tutti gli uomini scelgono il peccatoe commettono ogni impurità con insaziabile bramosia. Questo non vuol dire che ogni singolo uomo commette ogni impurità, ma significa che l'insieme degli uomini senza Dio commette ogni tipo di impurità, ovvero, peccati di tutti tipi, come vediamo intorno a noi. Infatti vediamo peccati che riguardano la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita. Vediamo falsa religione, occultismo e ogni tipo di malvagità. Agli occhi di Dio, un Dio santo e puro, tutti i peccati sono forme di impurità. Perciò, gli uomini senza Dio, essendo diventati insensibili, non hanno più freni, commettono ogni tipo di peccato, ogni tipo di impurità con insaziabile bramosia, ovvero con grande desiderio. Gli uomini senza Dio vivono per i loro peccati.
Questa è la vita di chi è senza Cristo. È una vita di tenebre, una vita che porta alla morte eterna.
Questo brano ci insegna che siamo stati salvati per non camminare più secondo di canoni di quella vecchia vita. Dio ci ha salvati da quella vita e quindi non dobbiamo più tornare a vivere camminando conformemente ad essa.
Il cammino dei veri credenti: vv. 20-24
Piuttosto, alla luce della salvezza donataci per la fede in Cristo, dobbiamo camminare in novità di vita. Ora, nei vv. 20-24, Paolo descrive la salvezza che abbiamo ricevuto e la nuova vita in cui camminano i veri credenti. Leggiamo questi versetti, notando l'immenso contrasto con quella che era la nostra vita e quella che è invece la vita di un vero credente:
20 Voi però non è così che avete conosciuto Cristo, 21 se pure gli avete dato ascolto e siete stati ammaestrati in lui secondo la verità che è in Gesù 22 per spogliarvi, per quanto riguarda la condotta di prima, dell’uomo vecchio che si corrompe per mezzo delle concupiscenze della seduzione, 23 per essere rinnovati nello spirito della vostra mente, 24 e per essere rivestiti dell’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e santità della verità. (Efesini 4:20-24 LND).
Non è così che avete conosciuto Cristo. Voi non siete più nelle tenebre, voi non siete più ignoranti di Dio, voi non siete più insensibili. Chi ha Cristo Gesù, è una nuova creatura, conosce la Verità, è stato liberato dalla vita di peccato.
Questo è vero per voi, dichiara Paolo, se pure avete dato ascolto a Cristo e siete stati ammaestrati in Lui.
Cioè, se uno è un vero credente, vuol dire che Dio gli ha aperto il cuore per dare vero ascolto a Cristo e costui ha imparato da Cristo. Uno crede, uno vede la Verità perché Dio gli apre il cuore!
Non esiste la vera salvezza senza l'opera di Dio nel cuore. La vera salvezza vuol dire conoscere Gesù Cristo personalmente. Quando Dio salva una persona, Egli apre il cuore di quella persona per ascoltare davvero la Sua Parola e per riconoscerla come Parola di Dio. Per esempio, in Atti 16, quando Paolo stava spiegando il Vangelo ad un gruppo di donne a Filippi, è stato Dio ad aprire il cuore di Lidia. Leggo Atti 16:4:
“E una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiatira, che adorava Dio, stava ad ascoltare. E il Signore aprì il suo cuore per dare ascolto alle cose dette da Paolo.” (Atti 16:14 LND).
Quando Gesù parlava ai due discepoli sulla via per Emmaus, la domenica della risurrezione, aprì loro la mente, affinché potessero comprendere. Leggo Luca 24:45:
“Allora aprì loro la mente, perché comprendessero le Scritture,” (Luca 24:45 LND)
In 2Corinzi 4:6, leggiamo di come Dio illumina gli occhi del cuore, affinché possiamo vedere la gloria di Dio in Cristo Gesù. Ve lo leggo:
“perché il Dio che disse: "Splenda la luce fra le tenebre," è lo stesso che ha fatto brillare il suo splendore nei nostri cuori per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che rifulge sul volto di Gesù Cristo.” (2Corinzi 4:6 LND).
Noi vediamo la gloria di Dio in Cristo, che è una parte della vera salvezza, perché Dio ci ha aperto il cuore, in modo che potevamo dare vero ascolto a Dio in Cristo Gesù.
Come dichiara il v.21, chi dà ascolto a Cristo Gesù viene ammaestrato in Lui; in altre parole, Dio fa sì che la persona venga ammaestrata nella Verità che riguarda Gesù Cristo e la salvezza per mezzo di Lui. Quando non c'è questo, non c'è ancora la vera salvezza.
Spogliarci del vecchio uomo
Già dall'inizio della vera salvezza, Dio insegna al credente a spogliarsi dell'uomo vecchio, cioè ad abbandonare la condotta di prima.
L'uomo vecchio è un termine che descrive quello che era un credente prima della salvezza, a riguardo di cui abbiamo letto una descrizione nei versetti che vanno dal 17 al 19. L'uomo vecchio aveva un comportamento incentrato sul peccato. Chi è in Cristo Gesù, chi è salvato, non deve più vivere così. Deve piuttosto vivere e camminare in novità di vita.
Guardando ai versetti 20-23, notate il contrasto fra il vecchio modo di vivere e la nuova vita per chi è in Gesù Cristo. Leggo ancora questi versetti:
“20 Voi però non è così che avete conosciuto Cristo, 21 se pure gli avete dato ascolto e siete stati ammaestrati in lui secondo la verità che è in Gesù 22 per spogliarvi, per quanto riguarda la condotta di prima, dell’uomo vecchio che si corrompe per mezzo delle concupiscenze della seduzione, 23 per essere rinnovati nello spirito della vostra mente,” (Efesini 4:20-23 LND).
L'uomo vecchio si corrompe per mezzo delle concupiscenze della seduzione. La vita di peccato è una vita in cui uno si autodistrugge, si corrompe, cammina nella via che porta alla perdizione eterna. Un tale uomo segue la sua concupiscenza, che lo seduce, lo inganna. La nostra concupiscenza è così, ci promette tante cose, attirandoci verso il peccato, dicendoci che non ci farà del male ma, piuttosto, del bene. Però tutto ciò è una amara menzogna. Il peccato non ci fa mai alcun vero bene, non può mai veramente soddisfarci, nonostante le sue grandi promesse. Prima che Cristo ci salvasse, tutti noi seguivamo la nostra propria concupiscenza ed essa ci portava verso la rovina eterna.
Consideriamo il termine: la concupiscenza della seduzione. Sarebbe facile pensare che si tratti principalmente dei peccati più visibili, come la fornicazione, l'ubriachezza e altri peccati palesi della carne. E, certamente, questi peccati sono una forma di concupiscenza. Però, ci sono altri peccati che potrebbero sembrare meno gravi e che, in realtà, possono sedurci anche molto di più.
Per esempio, c'è il peccato dell'ambizione, il desiderio di farsi grande, il desiderio del successo, il desiderio di credersi importante o bravo. In fin dei conti, in modo subdolo, questo è un desiderio di voler ricevere gloria anziché darla al solo che ne è degno e a cui appartiene, cioè a Dio. Questa è una forma di concupiscenza che seduce notevolmente. Infatti, tutto quello che riguarda la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, è una concupiscenza che seduce e promette di darci cose buone quando, in realtà, ci porta solo del male.
Per esempio, la concupiscenza degli occhi, il vedere e il volere, è tanto diffusa nella nostra società ed è vista come una cosa normale e buona. Quanto facilmente uno cade nell'inganno di cercare soddisfazione nelle cose! Questo peccato inganna facilmente, diventa idolatria e ci allontana da Dio, l'Unico che può soddisfare il nostro cuore.
Pensate poi alla superbia della vita. Facilmente uno pensa molto a se stesso. Nella propria mente, l'essere umano vuole vedersi grande o bravo o bello o intelligente o furbo o in gamba. Il punto importante di questo discorso è che la persona cerca la sua soddisfazione, almeno parzialmente, in come vede se stessa e, delle volte, in come gli altri la vedono. Questo è quello che spinge certi uomini ad andare in palestra cercando non tanto di stare meglio in salute quanto di modellare il proprio corpo in modo da renderlo più seducente secondo i modelli che la società ed i mass-media propongono costantemente. Questo è, in ugual misura, quello che spinge tantissime donne a voler sembrare più giovani di quello che sono e a dare molta importanza all'apparenza fisica e alla bellezza. Questo è quello che spinge numerosissime persone a volere un certo tipo di macchina o a volersi vestire in un certo modo o a desiderare una certa casa. Queste persone stanno pensando eccessivamente a loro stesse e finiscono così per trascurare la cosa più importante, cioè il loro rapporto con Dio. La superbia della vita spinge l'uomo a vedersi importante o bravo o bello o forte o qualcosa di simile che lo faccia emergere e lo distingua dalla massa. E, in questo modo, anziché avere il cuore interamente fissato sulla gloria di Dio, nella sua mente l'uomo si innalza, delle volte su un piedistallo piccolo, delle volte su un piedistallo grande, ma si innalza, anziché abbassarsi davanti alla gloria di Dio.
Questa è la seduzione, l'inganno della nostra concupiscenza. Ci promette soddisfazioni ma, in realtà, ci allontana da Dio e ci ostacola dal riconoscere che solo Dio può soddisfare il nostro cuore.
Prima della salvezza, l'uomo non può uscire da questo inganno. Senza l'opera di Dio, l'uomo è accecato e non può capire che tutto questo è vanità. Come abbiamo letto nel versetto 17, le persone senza Dio vivono secondo la vanità della loro mente e questo perché sono ottenebrate nell'intelletto, per l'ignoranza che è in loro.
O voi che siete stati salvati: quanto è importante non vivere più così! Quanto è fondamentale che non crediamo più all'inganno che, soddisfacendo la carne, possiamo avere un cuore soddisfatto. Non è possibile, non è così! Tutte queste cose in cui gli uomini senza Cristo cercano la loro soddisfazione, sono un inganno e non possono mai veramente soddisfare il cuore né farlo in maniera duratura nel tempo.
Non dobbiamo vivere come prima! Ora dobbiamo camminare in novità di vita, dobbiamo camminare nella luce!
Infatti, guardando quello che questi versetti dicono a noi che ora siamo in Cristo, noi che ora abbiamo la luce di Cristo che ci illumina, comprendiamo di più la novità di vita in cui dobbiamo camminare. Dobbiamo spogliarci di quella vecchia vita, di quel vecchio uomo, di quel vecchio modo di pensare e di vivere, per essere rinnovati nello spirito della nostra mente.
--- Rinnovati nello spirito della nostra mente
Infatti, il v.23 ci comanda proprio di essere rinnovati nello spirito della nostra mente:
“per essere rinnovati nello spirito della vostra mente,” (Efesini 4:23).
La vita di un vero cristiano è una vita in cui lo spirito della mente viene rinnovato. Viene rinnovato secondo la Verità di Dio, è rinnovato dal vecchio modo di pensare ad un nuovo modo di pensare. È rinnovato sostituendo i ragionamenti ingannevoli e seduttrici con la Verità.
A te e a me serve che il nostro modo di pensare sia rinnovato!
La Bibbia parla spesso di questo rinnovamento della mente. Per esempio, in Romani 12:1-2, leggiamo di come dobbiamo essere trasformati tramite il rinnovamento della mente. Vi leggo questi versi:
“1 Vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi, il che è il vostro ragionevole servizio, quale sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio. 2 E non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio.” (Romani 12:1-2 LND)
Il modo di essere trasformati è mediante il rinnovamento della nostra mente. Dobbiamo sostituire il vecchio modo di pensare con un nuovo modo di pensare, quel modo che Dio ci insegna nella Sua Parola.
In Colossesi 3:10, leggiamo un versetto simile al nostro, che ci parla di come essere rinnovati. Ve lo leggo:
“e vi siete rivestiti dell’uomo nuovo, che si va rinnovando nella conoscenza ad immagine di colui che l’ha creato.” (Colossesi 3:10 LND).
Leggiamo di questo rinnovamento anche in Romani 8:6:
“Infatti la mente controllata dalla carne produce morte, ma la mente controllata dallo Spirito produce vita e pace.” (Romani 8:6 LND).
La mente rinnovata è la mente controllata dallo Spirito, lo Spirito Santo e non è più controllata dal vecchio modo di pensare. Quello che prima era guadagno diventa spazzatura, una perdita alla luce della eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù.
In 1Pietro 1 leggiamo un'esortazione a cingere i lombi della nostra mente, che è un modo figurato per dire di controllare bene i nostri pensieri, i nostri ragionamenti e i nostri desideri, affinché possiamo scartare tutti quelli che non ci fanno desiderare di più Gesù Cristo. Vi leggo 1Pietro 1:13:
“Perciò, avendo cinti i lombi della vostra mente, siate vigilanti, e riponete piena speranza nella grazia che vi sarà conferita nella rivelazione di Gesù Cristo.” (1Pietro 1:13 LND).
Questo versetto ci comanda di riporre piena speranza nella grazia che ci sarà conferita nella rivelazione di Gesù Cristo. In altre parole, non dobbiamo sperare più nelle cose di questa vita. Non dobbiamo sperare, neanche parzialmente, nelle cose che cercano di sedurci, nelle concupiscenze che seducono. Piuttosto, dobbiamo porre piena speranza nella grazia che ci sarà conferita alla rivelazione di Cristo, ovvero, quando Egli ritornerà.
O fratelli, dobbiamo essere rinnovati nella nostra mente, non solo in alcuni aspetti della vita, ma in ogni aspetto, nelle piccole cose come nelle grande cose. Avere una mentre rinnovata non vuol dire solo aggiungere qualcosa di nuovo ma, piuttosto, vuol dire sostituire il vecchio con il nuovo, in ogni angolo della mente.
Questo riguarda il modo in cui vediamo la vita, noi stessi, il divertimento, gli altri, i soldi, il lavoro e ogni altro aspetto della vita. Dobbiamo rinnovare il modo di pensare e di ragionare in ogni campo della vita, secondo le Verità di Dio!
Quando viviamo così, Dio si serve di questo rinnovamento della mente per farci essere rivestiti dell'uomo nuovo, uomo che è creato secondo Dio nella giustizia e nella santità della Verità! Leggo di nuovo i vv.23,24:
“23 per essere rinnovati nello spirito della vostra mente, 24 e per essere rivestiti dell’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e santità della verità.” (Efesini 4:23-24 LND).
È importante comprendere che essere rivestiti dell'uomo nuovo è un frutto dell'essere rinnovati nello spirito della nostra mente. Non c'è altro modo per essere rivestiti dell'uomo nuovo, se non solamente quello di essere rinnovati nella nostra mente.
Quando sottomettiamo ogni pensiero in ogni campo della vita alla Verità di Dio, allora saremo rinnovati e perciò rivestiti dell'uomo nuovo, che è creato secondo Dio nella Giustizia e nella Santità della Verità. In altre parole, essere rivestiti dell'uomo nuovo è un'opera che viene da Dio e che porta ad essere conformi all'immagine di Dio in Cristo, nella Giustizia e nella Santità della Verità. L'opera di Dio di salvarci dalle tenebre è sempre un'opera che porta al compimento finale, quello di essere conformati all'immagine di Cristo. Dio non fa mai un'opera a metà. E, quindi, tutti coloro che sono veramente salvati saranno portati ad essere conformati a Dio nella Giustizia e nella Santità della Verità, in ogni aspetto della vita. Questa è la Verità che abbiamo letto in Efesini 1:4, dove viene descritta la conclusione dell'opera di Dio in noi. Egli ci farà apparire:
“santi e irreprensibili davanti a lui nell’amore,” (Efesini 1:4 LND).
Perciò, quanto è importante che manifestiamo il reale frutto della vera salvezza! Un vero credente non può e non deve vivere più come nella vecchia vita. Non deve vedere più la vita come la vedeva prima. Ora, in Cristo, essendo stato illuminato, un credente deve vedere tutto alla luce della Verità di Dio. E così, essendo rinnovato nello spirito della mente, egli sarà rivestito dell'uomo nuovo.
Applicazione
Chiaramente, per vedere tutto in modo nuovo, abbiamo bisogno di essere saturati con le Verità di Dio. Abbiamo bisogno di leggere e meditare la Bibbia ogni giorno. Abbiamo bisogno di parlare delle cose di Dio gli uni con gli altri. Abbiamo bisogno di un insegnamento chiaro e fedele.
Abbiamo bisogno anche di un cuore tenero, che è pronto ad esaminare i ragionamenti in ogni campo della vita, confrontandoli con le Verità di Dio.
Iniziando con il v.25, Paolo comincia ad elencare i modi specifici in cui dobbiamo spogliarci del vecchio uomo e rivestirci del nuovo. Dio volendo, vedremo questo nel prossimo sermone.
Per ora vogliamo ricordare la grandezza della nostra salvezza. Vogliamo ricordare qual era la nostra condizione prima che Dio ci salvasse. Vogliamo ricordare questo per non camminare secondo il vecchio modo di pensare e di vivere.
Ricordate che la nostra mente era piena di vanità. Eravamo ottenebrati nell'intelletto ed eravamo estranei alla vita di Dio, ovvero, senza Dio e senza vera speranza. Eravamo ignoranti delle cose di Dio perché avevamo un cuore indurito.
Però Dio ci ha salvati, ci ha tolto da questa drammatica condizione che ci avrebbe condotto ad una condanna eterna. Perciò, giustamente, dobbiamo camminare in novità di vita. Dobbiamo riconoscere e rifiutare la concupiscenza della seduzione del nostro peccato. Dobbiamo combatterla con il rinnovamento della nostra mente, non solo in qualche campo della vita, ma in ogni campo della vita. Dobbiamo imparare a pensare in modo nuovo in tutto, riempendo la nostra mente con le Verità di Dio, anziché con i ragionamenti dell'uomo naturale. Solo allora saremo rivestiti dell'uomo nuovo, creato secondo Dio nella Giustizia e nella Santità della Verità. Amen!