Aiuto Biblico

Non perdiamoci d'animo

Galati 6:9-18

sermone di Leonardo Bevilacqua, www.AiutoBiblico.org per domenica, 14 gennaio 2024
Descrizione: Nella seconda parte di Galati 6 Paolo conclude il suo discorso e ci sprona a non stancarci di fare il bene, tenendo in mente la raccolta che ci sta davanti.

parole chiave: perderci d’animo, stancarsi, seminare, carne, Spirito, fare del bene, vanto

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Introduzione

Parliamo spesso della vita cristiana. Ma cos’è la vita cristiana?

La vita cristiana è un cammino. Dio ci ha salvati, e ci porterà nella sua presenza per stare con Lui per l’eternità. Ma nel mezzo, per un po’ di tempo, siamo in questa vita. E questa vita, che chiamiamo la “vita cristiana” è un cammino che ci porta verso l’eternità con Dio.

La vita cristiana NON è un cammino per cercare di fare abbastanza bene per meritare la salvezza. E non è neanche un cammino per cercare di “rimediare” per i nostri peccati. La vita cristiana è un cammino di santificazione, in cui diventiamo sempre più simili a Gesù Cristo, e in cui ci stiamo preparando per stare nella presenza di Dio.

La cosa fondamentale è COME camminiamo nella vita cristiana. Se ci guardiamo attorno, nel cosiddetto “mondo cristiano”, possiamo trovare di tutto. E se tu chiedessi a dieci persone diverse, è molto possibile che riceveresti dieci risposte diverse su come bisogna camminare. Ma non importa quello che noi pensiamo, l’unica cosa che importa è cosa dice Dio di come dobbiamo camminare.

Il nostro Buon Padre celeste non ci ha lasciati senza indicazione. Non ci ha lasciati a cercare di indovinare, piuttosto, tramite la sua Parola ci mostra chiaramente come dobbiamo camminare.

Stiamo studiando l’epistola ai Galati, e ormai siamo arrivati alla fine. Nell’ultimo sermone abbiamo iniziato il capitolo 6, e Dio, tramite Paolo, ci ha mostrato come dobbiamo camminare in vari campi della vita cristiana.

Ma ci siamo soffermati a considerare un principio estremamente importante, nei versetti 7-8.

Voglio rileggere questi versetti, perché ci aiutano a riagganciare il discorso che Paolo sta facendo, per poi andare avanti con il resto del capitolo.

Seminare per la carne o per lo Spirito

Nei versetti 7-8 Paolo ha parlato del fatto che raccoglieremo i frutti di quello che seminiamo, e di quali sono i frutti che raccoglieremo in base a come seminiamo.

Ciascuno di noi semina, ogni giorno. Seminiamo con le nostre azioni, con le nostre scelte, grandi o piccole che siano.

E ci sono solo due modi di seminare: o per lo Spirito, o per la carne. E sia che seminiamo per lo Spirito, o che seminiamo per la carne, raccoglieremo i frutti di quello che seminiamo.

Seguite mentre leggo Galati 6:7-8.

“7 Non v’ingannate, Dio non si può beffare; perché ciò che l’uomo semina, quello pure raccoglierà. 8 Perché colui che semina per la sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; ma chi semina per lo Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna.” (Galati 6:7-8 LND)

O seminiamo per la carne o seminiamo per lo Spirito. E raccoglieremo i frutti di quello che seminiamo.

Notate che Paolo ha iniziato il v7 dicendo “Non vi ingannate”, perché facilmente possiamo ingannare noi stessi, credendo la menzogna che, in qualche modo, possiamo raccogliere frutti buoni seminando male. Raccoglieremo quello che seminiamo.

Chi semina per la carne, dalla carne raccoglierà frutti terribili. Seminare per la carne non è solo fare quello che è peccato, ma proprio vivere in base a quello che vuole la carne, in base alla voglia. E più in grande, seminare per la carne è quando facciamo qualsiasi cosa che non è per la gloria di Dio. Chi semina per la carne raccoglierà corruzione.

Invece, seminare per lo Spirito vuol dire camminare secondo lo Spirito, seguendo la guida dello Spirito di Dio. Seminare per lo Spirito vuol dire camminare in base ai chiari principi di Dio, che troviamo nella sua Parola, e in base alla sua chiara guida. Chi semina per lo Spirito, raccoglierà frutti meravigliosi: raccoglierà vita eterna.

Seminare per lo Spirito è l’unica via che porta ad essere veramente benedetti, portando frutto per il nostro Signore. I frutti di seminare per lo Spirito sono meravigliosi. Ma allora, se è così meraviglioso, e lo è, perché siamo attirati a seminare per la carne? Perché a volte ci è così difficile seminare per lo Spirito?

Seminare per lo Spirito è faticoso, richiede grande impegno e sacrificio. È simile ad un agricoltore del passato, che se voleva avere un bel raccolto doveva dedicarsi, giorno per giorno, con grande fatica, arrivando ad essere stanchissimo. Doveva dedicare le sue giornate a curare i campi, dandosi da fare, sudando sotto il sole, solo così poteva sperare di avere un buon raccolto, con la benedizione di Dio. Un agricoltore che non voleva impegnarsi, che non voleva fare fatica, raccoglieva solo erbe infestanti e poco altro.

È simile nella vita cristiana. Seminare per lo Spirito è faticoso, è molto stancante, e richiede fede, perché non vediamo subito i risultati.

E per questo, è facile stancarci e smettere di seminare per lo Spirito.

Nel brano che studieremo oggi, Paolo inizia parlando proprio di questo, e ci incoraggia a non stancarci.

Perseverare nel fare il bene

Dio sa che è facile stancarci di fare il bene. Solitamente, il peccato dà una forma di apparente soddisfazione immediata, in qualche modo. Invece, seminare per lo Spirito spesso NON dà un frutto subito. E perciò, Dio ha guidato Paolo a scrivere i vv9-10, per stimolarci a perseverare nel fare il bene.

Seguite mentre leggo.

“9 Or non perdiamoci d’animo nel fare il bene, perché, se non ci stanchiamo, raccoglieremo a suo tempo. 10 Mentre dunque abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti, ma principalmente a coloro della famiglia della fede.” (Galati 6:9-10 LND)

Non perdiamoci d’animo

Quanto è facile perderci d’animo! Lo sappiamo molto bene. Ma perché ci perdiamo d’animo? E cos’è che ci fa perdere d’animo?

Perdersi d’animo vuol dire essere scoraggiati, perdere la motivazione per andare avanti. Perciò, quando ci perdiamo d’animo stiamo avendo la prospettiva sbagliata sulla vita, e stiamo guardando ad oggi invece di guardare in avanti. Ci perdiamo d’animo quando ci focalizziamo sulla fatica di oggi. Fare veramente del bene è una fatica. E perciò, quando ci concentriamo solo sulla fatica di oggi, perdiamo di vista il traguardo, che è il motivo per cui facciamo quello che facciamo. Solo quando guardiamo in avanti, al frutto che avremo se facciamo il bene, solo allora avremo pace nel cuore, e tranquillità nell’anima, e saremo gioiosi facendo il bene.

Allora, qual è il traguardo da tenere in mente? A cosa dobbiamo pensare quando facciamo del bene, per non perderci d’animo?

Nel v9 Paolo ci spiega la verità che dobbiamo tenere in mente, e cioè che, se non ci stanchiamo, a suo tempo raccoglieremo il frutto di quello che seminiamo.

Fare il bene fa parte di seminare per lo Spirito, e perciò, come per le altre forme di seminare per lo Spirito, ci saranno buoni frutti da raccogliere. Dobbiamo solo avere pazienza, perché i frutti non si vedono subito.

Se non ci stanchiamo, CI SARÀ la raccolta. È una certezza, perché è una promessa di Dio. Dio ci chiama a perseverare nel fare il bene, e ci dà la promessa che, se siamo fedeli nel fare il bene, raccoglieremo a SUO tempo.

Se guardo solo ad oggi, se mi concentro sulla fatica, se guardo solo al costo, mi stanco di fare il bene, e comincio a seminare per la carne. È la cosa più facile. Ma se invece non guardo solo ad oggi, ma piuttosto guardo in avanti, se penso alla raccolta, se tengo in mente quale frutto porterà il bene che sto seminando, allora sarò motivato a seminare per lo Spirito, con costanza, per raccogliere buoni frutti.

C’è anche un altro motivo per cui ci scoraggiamo nel fare il bene. E questo è quando, anche se teniamo in mente il frutto che ci sarà, abbiamo un’aspettativa sbagliata di QUANDO dovremmo vedere quel frutto. Cioè, spesso, abbiamo un’idea nostra di quando dovrebbe essere il momento di vedere il frutto delle nostre fatiche. Ma siccome è un’idea nostra, o una nostra aspettativa, che non rispecchia il piano di Dio, non vediamo quel frutto quando lo vorremmo. E perciò ci scoraggiamo, ci stanchiamo, e arriviamo a credere che le nostre fatiche siano tutte inutili.

Ma questo è perché NOI abbiamo un’aspettativa che non rispecchia il piano e la volontà di Dio, e perciò restiamo delusi perché la nostra aspettativa non si realizza.

Ma anche in questo caso, la cura non è di smettere di fare il bene. Piuttosto, la cura è di riconoscere che noi non siamo Dio, che LUI sa quali sono i tempi giusti, ed è di perseverare nel fare il bene fidandoci dei tempi di Dio.

Facciamo del bene

Perseverare nel fare il bene porta buoni frutti. Allora, alla luce di questa verità, nel v10 Paolo ci sprona a fare del bene. Lo rileggo.

“10 Mentre dunque abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti, ma principalmente a coloro della famiglia della fede.” (Galati 6:10 LND)

OGGI abbiamo l’opportunità di fare del bene. Allora, facciamo del bene a tutti mentre abbiamo questa opportunità, per poterne raccogliere i frutti.

Dobbiamo avere un forte impegno di fare del bene a tutti, ma notate che Paolo fa una precisazione e aggiunge:

ma principalmente a coloro della famiglia della fede.

Dobbiamo avere un forte impegno di fare del bene a tutti, ma PRINCIPALMENTE ai fratelli nella fede. I nostri fratelli e sorelle dovrebbero essere la nostra priorità quando scegliamo a chi dedicarci per fare del bene.

Cosa serve

È importante che facciamo del bene, e che non ci stanchiamo. Ma, in senso pratico, come possiamo fare del bene? Cosa serve?

Affinché possiamo fare del bene ci servono almeno 4 cose.

Conoscenza

Prima di tutto ci serve conoscenza. Ci serve conoscere quali sono i bisogni. Il bene che facciamo è tale perché soddisfa un bisogno. Ma se non so quali sono i bisogni mi è impossibile fare il bene.

Saggezza

Ma la conoscenza da sola non basta. Serve anche saggezza. Ci serve saggezza per capire qual è il vero bene che serve. Spesso, quello che la persona desidera non è quello che porta al suo vero bene. E spesso, anche quello che NOI, a prima vista, pensiamo che sia la cosa giusta, in realtà non è quello che porta al vero bene. Abbiamo bisogno di saggezza da Dio per capire qual è la cosa che serve veramente. Ma non è qualcosa che dobbiamo solo chiedere a Dio in preghiera, in quanto, questa saggezza spesso la otteniamo tramite altri fratelli nella fede che hanno più esperienza di noi.

Impegno

Per fare il bene serve conoscenza, serve saggezza, ma serve anche un’altra cosa. Per poter fare il bene ci serve impegno. Se tu conosci quali sono i bisogni, e hai la saggezza di capire qual è la cura giusta che serve, ma se non hai anche l’impegno di mettere in pratica quella cura, tutta la tua conoscenza e saggezza, non portano frutto.

Per poter fare del bene serve l’impegno di mettersi da fare per dare quella cura che serve. E dobbiamo essere pronti a sacrificarci, perché se vogliamo veramente fare del bene, spesso comprende fatica, richiede grande impegno e grande sacrificio.

Ma non dobbiamo fermarci a guardare alla fatica, piuttosto dobbiamo guardare in avanti, al frutto che porta.

Amore per gli altri

Per fare del bene serve conoscenza, saggezza, impegno. Ma, in realtà, tutte queste cose non bastano. C’è un’altra cosa che bisogna avere per poter veramente fare del bene.

Per fare veramente del bene serve l’amore.

L’amore è fondamentale. Per fare del bene dobbiamo avere amore verso gli altri, perché solo se agiamo per amore la nostra motivazione sarà giusta.

Per esempio, se faccio del bene per ottenerne qualcosa per me, che sia qualche beneficio materiale, oppure per essere notato dagli altri, o anche solo per vedermi bene in me stesso, allora la mia motivazione non è giusta.

L’unica motivazione giusta per fare il bene è per amore, che vuol dire, perché desideriamo, di profondo cuore, il vero eterno bene dell’altra persona, al punto che siamo pronti a sacrificarci per ottenere quel bene.

Il cuore di Paolo, il cuore dei falsi

A questo punto siamo quasi arrivati alla fine del capitolo 6, e qui, Paolo, chiudendo questa epistola, aggiunge alcuni pensieri finali.

Leggo il versetto 11, e notate che qui vediamo un dettaglio che ci mostra il cuore di Paolo per questi credenti.

“11 Guardate con quali lettere grandi vi ho scritto di mia propria mano.” (Galati 6:11 LND)

Paolo ha scritto personalmente questa epistola. Si presume che avesse problemi di vista, e per questo scriveva con grandi lettere per poter vedere quello che scriveva. Questo dimostra l’amore di Paolo per i Galati, che lo ha spinto a scrivere loro un’epistola così importante per loro, e anche per noi.

Poi Paolo prosegue, e per l’ultima volta mostra ancora la falsità e il cuore malvagio di quegli uomini falsi che stavano seminando divisione e turbamento tra i Galati. Seguite mentre leggo dal v12.

“12 Tutti quelli che vogliono far bella figura nella carne, vi costringono a farvi circoncidere unicamente per non essere perseguitati per la croce di Cristo. 13 Infatti, neppure quelli stessi che sono circoncisi osservano la legge, ma vogliono che siate circoncisi per potersi vantare nella vostra carne.” (Galati 6:12-13 LND)

Questi falsi insegnanti spingevano i Galati a farsi circoncidere, ma non perché avevano a cuore i Galati, ma piuttosto per essere loro stessi visti bene dagli altri Giudei, e per non essere loro stessi perseguitati per la croce di Cristo. Conoscevano la verità della salvezza solo per la fede in Cristo, ma avevano timore di quello che gli altri Giudei avrebbero pensato di loro se avessero predicato la salvezza solo per la fede in Cristo.

Questi uomini non avevano a cuore né i Galati né di seguire Dio. Infatti, i circoncisi stessi non seguivano la legge, ma per questi uomini non era un problema. Bastava che fossero circoncisi, in modo che potessero vantarsi di loro, di quanti seguaci avevano, o di quanto i loro seguaci seguivano la legge, in base al LORO metro.

Quello che facevano questi uomini era abominevole. Era un grave peccato davanti a Dio, perché non solo stavano sviando vari credenti, ma anche perché lo stavano facendo non per convinzione, ma per un tornaconto personale. Erano estremamente colpevoli davanti a Dio.

Ma aspetta: non è che anche io e te facciamo la stessa cosa a volte?

Pensa: hai mai fatto qualcosa per un tuo vantaggio personale, senza pensare alle conseguenze che avrebbe portato agli altri?

Per esempio, hai mai cercato di vincere una discussione, al punto che eri pronto a ferire l’altra persona, pur di avere ragione?

Oppure, un altro esempio. Hai mai lasciato ad altri di adempiere le tue responsabilità, perché non avevi voglia di farlo tu? Oppure perché per te era troppo difficile?

Hai mai agito cercando un vantaggio per te, piuttosto di avere a cuore l’anima del tuo prossimo?

Vedete come è facile indignarci leggendo del peccato di questi uomini, quando alla fine anche noi a volte agiamo esattamente come loro, anche se in circostanze e in modi diversi?

Fratelli e sorelle, non seguiamo l’esempio di questi uomini! Piuttosto, amiamo il nostro prossimo, con il vero amore, dedicandoci a fare del vero bene, come abbiamo visto nel v10. Se viviamo così, quella sarà una vera benedizione per noi.

Contrasto con Paolo, la vera pietà

Questi uomini cercavano un vantaggio personale, si vantavano in loro stessi, cercavano l’approvazione degli uomini. Ma Paolo non era così. Paolo era tutto l’opposto. E per questo, Paolo è un esempio per noi, perché lui voleva vantarsi solo in Cristo.

Seguite mentre leggo il v14.

“14 Ma quanto a me, non avvenga mai che io mi vanti all’infuori della croce del Signor nostro Gesù Cristo, per la quale il mondo è crocifisso a me e io al mondo.” (Galati 6:14 LND)

Fratelli e sorelle, l’unico nostro vanto, l’unica cosa in cui dobbiamo gloriarci e a cui dobbiamo aggrapparci, è la croce di Cristo. Infatti, per mezzo della croce di Cristo non apparteniamo più al mondo, e il mondo non ha più spazio in noi. Tutte le cose che questo mondo ci promette: la gloria degli uomini, il potere, le ricchezze... Tutto quello che il mondo promette è falso e non ha vero valore. Promette di soddisfare il nostro cuore, ma in realtà non lo soddisfa mai.

Per mezzo della croce di Cristo abbiamo ricevuto, per grazia, il dono più grande, che ha vero valore, e che non perderemo mai: la salvezza e la comunione con Dio.

Perciò, non vantiamoci in noi stessi, o nelle cose di questo mondo, ma nella croce di Cristo, per mezzo della quale siamo nuove creature e non facciamo più parte di questo mondo.

Il nostro valore non è nelle opere che facciamo, ma in Cristo, che per mezzo del suo sacrificio ci ha salvati e ci ha fatti diventare nuove creature. Infatti, Paolo, nel v15 dice:

“15 In Cristo Gesù, infatti, né la circoncisione né l’incirconcisione hanno alcun valore, ma la nuova creatura.” (Galati 6:15 LND)

Davanti a Dio, per noi che siamo in Cristo, né la circoncisione, né l’incirconcisione hanno alcun valore, MA la NUOVA CREATURA. L’unica cosa che importa è che ci sia nuova vita in noi, cioè la vera salvezza, solo per fede, solo per grazia, solo per mezzo della croce di Cristo.

Questo è come Dio ha stabilito di salvare uomini peccatori. Non per opere buone che dobbiamo noi compiere. Non per qualche merito che dobbiamo avere noi. Ma SOLO per l’opera di Cristo in noi.

E per chi si aggrappa, di cuore, a questa verità, che è l’unica verità, Paolo ci dichiara che ci sarà una benedizione meravigliosa. Notate qual è questa benedizione. Leggo i vv15-16.

“15 In Cristo Gesù, infatti, né la circoncisione né l’incirconcisione hanno alcun valore, ma la nuova creatura. 16 E su tutti quelli che cammineranno secondo questa regola sia pace e misericordia, e così pure sopra l’Israele di Dio.” (Galati 6:15-16 LND)

C’è vera pace e misericordia disponibili in Dio, ma solo per chi si aggrappa totalmente e unicamente a Cristo per la salvezza.

Per chi si aggrappa alla legge, alla circoncisione, alle proprie opere, non c’è pace e non c’è misericordia, perché all’infuori di Cristo non c’è perdono dei peccati. Per questo motivo chi si aggrappa a queste cose per essere salvato, non ha mai la vera certezza della salvezza.

Ma sopra “l’Israele di Dio”, non sopra chi DICE di far parte del popolo di Dio, ma sopra chi ha veramente accolto Gesù Cristo per la salvezza, sopra l’Israele di Dio c’è vera pace e misericordia. Lode a Dio e grazie a Dio per questo!

Autorità di Paolo

Paolo non si vantava e non cercava gloria per se stesso. Il poco che diceva in sua difesa era per promuovere il Regno di Dio, non volendo che, essendo lui stesso screditato falsamente, venisse anche screditato l’Evangelo. Nel versetto 17 troviamo un esempio di Paolo che si difende, ma in modo che onora Dio e non per avere gloria per sé stesso. Seguite mentre leggo.

“17 Del resto nessuno mi dia molestia, perché io porto nel mio corpo i segni del Signore Gesù.” (Galati 6:17 LND)

Paolo portava nel suo corpo i segni di Cristo, cioè i segni della persecuzione a causa di Cristo. Questi segni, queste cicatrici, testimoniavano che Paolo era un fedele ministro di Dio, che predicava fedelmente l’evangelo di Cristo, e non era un falso. Infatti, nessuno avrebbe sofferto tutto quello che ha subito lui per proclamare una dottrina falsa.

Perciò, il fatto che Paolo perseverava nel proclamare l’evangelo, e i segni che portava nel suo corpo, erano conferme che quello che predicava era da Dio e perciò era la verità. Per questo motivo, nessuno doveva dargli molestia, perché stava proclamando la verità di Dio.

Dio non dà a tutti lo stesso livello di persecuzione. Non siamo più spirituali se soffriamo più di altri. La cosa importante è di accettare tutto quello che Dio ci dà, sia che abbiamo tanta o poca persecuzione.

Saluti finali

Paolo conclude l’epistola con una preghiera, breve, ma ricca. Leggo il v18.

“18 Fratelli, la grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito. Amen.” (Galati 6:18 LND)

Questo è quello di cui abbiamo bisogno: che la grazia di Cristo sia con il nostro spirito. Se la grazia di Dio è con il nostro spirito, non abbiamo di che temere.

Notate che Paolo prega: “La grazia …. sia CON il vostro spirito”. Abbiamo bisogno della grazia di Cristo, non solo per la salvezza, ma giorno per giorno, in ogni circostanza, in ogni passo del cammino verso la meta, che è l’eternità con Dio.

Questa grazia è disponibile, per ciascuno di noi, quando camminiamo aggrappati a Cristo, guardando a Lui. Che vita benedetta e meravigliosa quando questa grazia abbonda su di noi, ed è CON il nostro spirito.

Conclusione

E così siamo arrivati alla fine di Galati.

Questa è un’epistola ricca di verità profonde e basilari, della salvezza e della vita cristiana.

Prego che abbiamo assorbito tante verità da questa epistola, e non verità intellettuali, ma piuttosto verità che cambiano il modo in cui viviamo.

Ma se dovessimo solo prendere due insegnamenti da tutta questa epistola, prego che prenderemo questo:

1) La salvezza è solo per la fede in Cristo, non per le opere della legge, non per meriti nostri, non per qualcosa che noi abbiamo fatto o che dobbiamo fare. La salvezza è SOLO, ESCLUSIVAMENTE per la fede in Cristo, che tramite il suo sacrificio ci ha comprato la salvezza, sulla base dei SUOI meriti.

Ma la vera salvezza produce sempre buone opere. Quello è un frutto della vera salvezza.

2) La seconda verità da tenere in mente si lega alla prima, e riguarda il nostro cammino. Ci sono solo due modi di camminare nella vita cristiana. Ci sono solo due modi di seminare. O camminiamo per la carne, e seminiamo per la carne, o camminiamo per lo Spirito e seminiamo per lo Spirito. Non ci sono vie di mezzo. E raccoglieremo i frutti di quello che seminiamo.

Allora ti chiedo: Come stai camminando? Come stai seminando? Quali frutti raccoglierai?

Non stanchiamoci di fare il bene, non stanchiamoci di seminare per lo Spirito, perché se non ci stanchiamo raccoglieremo a suo tempo.

Oh prego che le verità di questa epistola rimarranno con noi, e ci accompagneranno in ogni passo della vita, e nelle piccole e grandi scelte.