Introduzione
La salvezza è la cosa più importante. Senza la salvezza, tutto il resto non ha vero valore, ed è solo un’illusione, perché verrà perso e poi c’è il giudizio e la condanna eterna.
La salvezza è quello che importa più di tutto. Ma c’è una sola salvezza, c’è una sola via per scampare al giudizio e all’ira di Dio, e per essere riconciliati con Dio. L’UNICA, VERA salvezza, è la salvezza per fede in Gesù Cristo. Non c’è altra salvezza.
Nei secoli, e ancora oggi, tanti cercano di aggiungere le proprie opere al sacrificio di Cristo, per cercare di ottenere la salvezza con le proprie opere. Questo, fra l’altro, è il motivo per cui nel mondo esistono così tante religioni cosiddette “cristiane”.
Gesù Cristo, la fede in Lui, nel suo sacrificio, è l’UNICA via per la salvezza. Tutte le nostre opere, messe insieme, non possono MAI comprarci la salvezza, e non possono MAI aggiungere qualcosa al sacrificio di Cristo. Il sacrificio di Cristo è completo in sé stesso, ed è stato pienamente accettato da Dio come pagamento per i nostri peccati. Perciò, è solo per la fede in Cristo e nel suo sacrificio che possiamo essere salvati.
Nell’ultimo sermone abbiamo iniziato a studiare l’epistola dell’apostolo Paolo ai Galati. I Galati erano giovani credenti, gentili (non Giudei), a cui Paolo aveva predicato il vero Evangelo, e loro avevano creduto in Cristo per la salvezza.
Poi, dopo la partenza di Paolo, alcuni Giudei di Gerusalemme arrivarono dai Galati e cominciarono a predicare loro un falso evangelo. Questi uomini predicavano che i Galati, per essere veramente salvati, oltre a credere in Gesù Cristo, dovevano anche praticare quello che era scritto nella legge giudaica. Questi uomini parlavano di Cristo ma, se ci pensate, in modo subdolo stavano disprezzando Cristo. Infatti, effettivamente, stavano dichiarando che il sacrificio di Cristo non era sufficiente a salvare, e per questo serviva anche fare le opere della legge. Questo è un falso evangelo.
C’è un solo vero evangelo, che è l’evangelo della salvezza solo per fede, tramite il sacrificio di Cristo. Non c’è altro evangelo e non c’è altra salvezza.
Chi cade nel credere ad un altro evangelo, che è un falso evangelo, si allontana da Dio e sta disprezzando il sacrificio di Cristo. I Galati avevano creduto a questo falso evangelo, e si erano allontanati da Dio. Perciò, Paolo scrive loro questa epistola per scuoterli per riportarli in sé, per togliere di mezzo a loro questa falsa dottrina a cui avevano creduto, e che li stava portando lontano da Dio.
Dio ha guidato Paolo a scrivere questa epistola, che poi è diventata parte della Parola di Dio. E questo ci dà un’idea di quanto questo discorso è importante per i credenti di ogni epoca, e anche per noi. Il pericolo di credere ad un falso evangelo è appena dietro l’angolo, e anche noi possiamo caderci. Perciò, ascoltate con attenzione il messaggio da Dio per noi in questa epistola.
Cominciare nello Spirito e finire nella carne
I Galati avevano tolto gli occhi da Cristo e avevano creduto a questo falso evangelo. E da quello che leggiamo, dal tono di Paolo mentre li riprende, possiamo intuire che non era solo una piccola caduta, ma avevano proprio abbracciato questo falso evangelo.
Erano caduti profondamente. Si erano allontanati da Dio. Notate come Paolo inizia il capitolo 3 spronandoli a riconoscere che l’opera che Dio aveva iniziato in loro era l’opera dello Spirito, e non mediante le loro opere.
Seguite mentre leggo dal versetto 1 del capitolo 3.
“1 O Galati insensati! Chi vi ha ammaliati per non ubbidire alla verità, voi, davanti ai cui occhi Gesù Cristo è stato ritratto crocifisso fra voi?
2 Questo solo desidero sapere da voi: avete ricevuto lo Spirito mediante le opere della legge o attraverso la predicazione della fede? 3 Siete così insensati che, avendo cominciato nello Spirito, ora vorreste finire nella carne?
4 Avete sofferto tante cose invano, se pur è stato veramente invano? 5 Colui dunque che vi dispensa lo Spirito e opera tra voi opere potenti, lo fa mediante le opere della legge o mediante la predicazione della fede?” (Galati 3:1-5 LND)
Paolo parla in modo molto forte con i Galati, perché si erano sviati dalla verità credendo ad un falso evangelo. Li chiama “insensati”. Ma non lo fa con rabbia o disprezzo. Paolo amava profondamente questi credenti, che lui stesso aveva portato a Cristo. Era stato lui stesso a predicare loro l’evangelo della salvezza per la fede in Gesù Cristo. Erano i suoi figli spirituali. Perciò, vedendo che erano stati sviati, e che loro erano caduti nel credere questo falso evangelo, Paolo era profondamente scosso. E, per amore, volendo il vero, eterno bene di questi giovani credenti, li riprende duramente, per aprire loro gli occhi a vedere la falsità di quello che stavano credendo, affinché tornassero alla verità.
Notate che nel v1 Paolo dice che erano stati “ammaliati” per non ubbidire alla verità. “Ammaliare”, in questo contesto, significa affascinare o sedurre qualcuno in modo che creda qualcosa, ma avendo dato una rappresentazione falsa della cosa. Ammaliare è una forma di ingannare in modo subdolo e suadente.
In questo caso, questi uomini Giudei che avevano predicato ai Galati un falso evangelo, avevano “ammaliato” i Galati nel senso che li avevano sedotti a credere ad un falso evangelo, presentando loro in modo convincente una dottrina falsa, e cioè che servivano anche le opere della legge per ottenere la salvezza. Non parlavano apertamente contro il sacrificio di Cristo. Piuttosto, pur parlando di Cristo, aggiungevano le opere della legge dicendo che erano necessarie per essere salvati, anche per i gentili.
Quindi, notate che questi credenti erano stati ammaliati, ma avevano colpa anche loro, non erano povere vittime. Avevano colpa perché avevano creduto al falso evangelo, invece di rimanere saldi nella verità, credendo solo al vero evangelo che Paolo aveva loro predicato. E perciò, avendo creduto ad una menzogna, non stavano ubbidendo alla verità. Piuttosto, si erano allontanati dalla verità e stavano credendo una menzogna, che poi li aveva portati a vivere in base a quella menzogna.
Rileggo il v3, notate cosa dice Paolo di come stavano vivendo.
“3 Siete così insensati che, avendo cominciato nello Spirito, ora vorreste finire nella carne?” (Galati 3:3 LND)
Fratelli e sorelle, è insensato, è stolto, avendo cominciato nello Spirito, cercare di finire nella carne, che vuol dire, cercare di finire per opere.
Cosa vuol dire cominciare nello Spirito, e finire nella carne?
Cominciare nello Spirito vuol dire riconoscere di cuore che solo in Cristo c’è salvezza, e che la salvezza è solo e totalmente per la fede in Lui, e, di conseguenza, aggrapparsi a Cristo per la salvezza.
Finire nella carne, invece, vuol dire, dopo aver ricevuto la salvezza per la fede, cercare di rimanere salvato facendo abbastanza buone opere davanti a Dio, o ubbidendo abbastanza alla legge di Dio. In altre parole, significa iniziare aggrappandosi a Cristo e voler finire aggrappandosi alle proprie opere, ai propri meriti.
Quanto è insensato vivere così!
Nessun può mai ubbidire abbastanza alla legge di Dio da essere salvato, e nessuno può MAI ubbidire abbastanza da RIMANERE salvato. La salvezza è al 100%, dall’inizio alla fine, solo per la fede in Cristo. Non è un po’ per fede e un po’ per opere. La salvezza è SOLO per fede.
Paolo, in questi versetti fa tutte queste domande per fare riflettere i Galati, e per farli tornare in loro stessi. Li stava spingendo a riconoscendo la falsità di quello che avevano creduto, per abbandonare questo falso evangelo.
Applichiamo a noi
Quando leggiamo un brano di questo tipo dobbiamo stare in guardia per non cadere nell’orgoglio. È facile vedere la caduta dei Galati e criticarli e sentirci superiori a loro, magari anche solo in modo subdolo, come se noi non crederemmo mai ad un falso evangelo.
Ma non corriamo troppo presto a criticarli, perché in quello per cui potremmo criticarli, ci troveremmo anche noi ad essere colpevoli. Anche noi, a volte, cadiamo nello stesso peccato dei Galati.
Come?
Loro si stavano aggrappando alle loro opere per essere sicuri di ottenere la salvezza, o di non perderla. E a volte anche noi facciamo la stessa cosa. A volte anche noi non ci aggrappiamo solo a Cristo e solo al suo sacrificio per essere accettati da Dio, ma piuttosto, cerchiamo di “guadagnare” l’approvazione di Dio, cercando di “farcela” noi.
A volte, anche in modo subdolo, cerchiamo di comportarci “abbastanza bene” per essere accettati da Dio.
A volte Dio ci mostra un nostro peccato, o un campo della vita in cui stiamo peccando e in cui abbiamo bisogno di crescere. Ma quante volte, invece di umiliarci e confessare il nostro peccato a Dio e poi aggrapparci a Cristo per crescere, cerchiamo piuttosto di migliorare noi, con le nostre forze. Quante volte, magari chiediamo anche aiuto a Dio, ma cerchiamo di farcela noi, cerchiamo di impegnarci di più, di provare con più costanza.
Fratelli, quando viviamo così stiamo escludendo Cristo, proprio come i Galati stavano escludendo Cristo.
Fratelli e sorelle, non viviamo così! Cercare di “farcela” non ci porta nulla di buono, ma piuttosto ci danneggia tanto e ci allontana da Dio. Piuttosto, corriamo a Cristo, confessiamo i nostri peccati, e poi riprendiamo il cammino con il Suo aiuto, con la Sua potenza che opera nella nostra debolezza, e soprattutto, riprendiamo il cammino in comunione con Cristo.
Patto con Abrahamo per fede – la legge maledice
Nei prossimi versetti, Paolo va avanti spiegando la dottrina fondamentale della salvezza per fede. Questo brano è fondamentale, ed è importantissimo che lo comprendiamo bene.
Qui, iniziando con il versetto 6, Paolo ci spiega come avviene la salvezza. Ci parla della differenza che c’è tra la fede e le opere. Ci dà l’esempio di Abrahamo, che ebbe fede nella promessa di Dio, e ci spiega che anche noi che siamo in Cristo siamo figli di Abrahamo ed eredi della promessa.
Insomma, in questi versetti Paolo ci spiega della salvezza e delle opere. Seguite mentre leggo dal versetto 6, e poi consideriamo le verità in questo brano.
“6 Così Abrahamo "credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto di giustizia"; 7 sappiate pure che coloro che sono dalla fede sono figli di Abrahamo. 8 E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato le nazioni per fede, diede prima ad Abrahamo una buona notizia: "Tutte le nazioni saranno benedette in te". 9 Perciò coloro che si fondano sulla fede sono benedetti col fedele Abrahamo. 10 Infatti tutti coloro che si fondano sulle opere della legge sono sotto la maledizione, perché sta scritto: "Maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel libro della legge per praticarle". 11 Ora è manifesto che nessuno è giustificato mediante la legge davanti a Dio, perché: "Il giusto vivrà per fede". 12 Ora la legge non proviene dalla fede, ma "l’uomo che farà queste cose vivrà per mezzo di esse".” (Galati 3:6-12 LND)
Già con Abrahamo Dio salvava per fede, già prima che venisse la legge al tempo di Mosè.
Dio ha fatto un patto con Abrahamo, promettendo di dargli una discendenza. Abrahamo aveva fede in Dio, e perciò ha aspettato con pazienza l’adempimento della promessa. E Dio ha adempiuto la sua promessa dandogli un figlio, Isacco, da cui è venuto il popolo di Israele. Ma, in realtà, Dio ha adempiuto la sua promessa dando ad Abrahamo una discendenza molto più vasta che solo i suoi discendenti di sangue.
Infatti, in questo brano Dio ci dichiara che tutti coloro che sono dalla fede sono figli di Abrahamo, perché anche loro, come Abrahamo, hanno fede in Dio. E, in quanto figli, sono anche eredi della promessa e benedetti con il fedele Abrahamo.
Se tu sei in Cristo, se ti sei aggrappato a Lui per fede, per ottenere la salvezza, anche tu sei un figlio di Abrahamo e sei erede della promessa di Dio, che è la promessa della vera salvezza.
Tutti coloro che credono in Cristo, per fede, sono benedetti da Dio. Al contrario, chi non si fonda sulla fede soltanto, ma si fonda sulle opere della legge, è maledetto, perché non c’è salvezza per chi cerca la salvezza per le proprie opere, perché nessuno riesce a seguire la legge perfettamente. Notate questo punto mentre rileggo il v10, che è un versetto molto importante, e centrale, in questo brano.
“10 Infatti tutti coloro che si fondano sulle opere della legge sono sotto la maledizione, perché sta scritto: "Maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel libro della legge per praticarle".” (Galati 3:10 LND)
Questo versetto è estremamente importante, ed è centrale in questo brano.
Chi si fonda sulle opere della legge, cioè, chi cerca di ottenere la salvezza cercando di praticare la legge di Dio, è maledetto.
Questo è perché per ottenere la salvezza, uno deve praticare, ovvero, ubbidire, a TUTTE le cose scritte nella legge di Dio, e anche PERSEVERARE in tutte le cose. In altre parole, la salvezza per le opere richiede un’ubbidienza perfetta e costante.
Ma nessuno riesce ad ubbidire perfettamente. E perciò, chiunque si fonda sulle opere della legge, ovvero, chiunque cerca di ottenere la salvezza per mezzo dell’ubbidienza, visto che non riesce ad ubbidire perfettamente, è maledetto. Rimane condannato al tormento eterno.
Fratelli, ottenere la salvezza per ubbidienza alla legge di Dio è impossibile. Chi crede di poter vivere così si auto-inganna. NESSUNO può mai vivere in questo modo. NESSUNO può mai essere giustificato per le opere della legge.
Ricordate cosa dice Giacomo 2:10-11? Ve lo leggo.
“10 Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma viene meno in un sol punto, è colpevole su tutti i punti. 11 Infatti colui che ha detto: "Non commettere adulterio", ha anche detto: "Non uccidere". Per cui se tu non commetti adulterio ma uccidi, sei trasgressore della legge. ” (Giacomo 2:10-11 LND)
La legge è un tutt’uno. Non si può ubbidire a una parte della legge, e ad un’altra parte no. Perciò, se anche uno dovesse osservare tutta la legge, ma venisse meno in un solo punto, sarebbe come se avesse trasgredito tutta la legge. Ed è giusto che sia così.
Ma chi ubbidisce sempre e totalmente alla legge, senza mai trasgredire alcun punto? Chi vive così, veramente?
Certamente NESSUNO vive così, e nessuno può vivere così. Per questo motivo Dio dice che chi si fonda sulle opere della legge è sotto maledizione: perché è impossibile osservare la legge al punto da essere giustificati per le opere della legge.
Perciò, Paolo, nel v11 dice:
“11 Ora è manifesto che nessuno è giustificato mediante la legge davanti a Dio, perché: "Il giusto vivrà per fede".” (Galati 3:11 LND)
L’unica via per essere giustificati, cioè per ottenere la salvezza, è la FEDE.
Cristo ci ha riscattati dalla maledizione
Ma in che senso possiamo essere giustificati per fede? Fede in chi? E come è possibile?
Paolo va avanti e ci spiega quello che Cristo ha fatto per noi, e come la sua opera ha reso possibile la nostra giustificazione.
Seguite mentre leggo i versetti 13-14, e notate quello che ha fatto Cristo per noi.
“13 Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo diventato maledizione per noi (poiché sta scritto: "Maledetto chiunque è appeso al legno"), 14 affinché la benedizione di Abrahamo pervenisse ai gentili in Cristo Gesù, perché noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede.” (Galati 3:13-14 LND)
Avete visto quello che Cristo ha fatto per noi?
Eravamo NOI sotto la maledizione della legge, ma Cristo è diventato maledizione per noi andando alla croce, e ha subito Lui l’ira e la punizione per i nostri peccati. E così, visto che si è offerto Lui come sacrificio e ha pagato al posto nostro, ci ha riscattati dalla maledizione della legge sotto cui eravamo.
In questo modo, essendo stati riscattati dalla maledizione della legge, adesso non siamo più sotto maledizione ma sotto la benedizione di Abrahamo, e abbiamo ricevuto la promessa dello Spirito per mezzo della fede in Gesù Cristo, e NON mediante le opere.
Per mezzo del sacrificio di Cristo possiamo entrare a far parte del popolo di Dio per la fede, e possiamo godere della benedizione che Dio diede ad Abrahamo.
La sicurezza della salvezza
Se da un lato chi si fonda sulle opere non può ottenere la salvezza, chi invece si fonda sulla fede ha la vera salvezza, solida e sicura.
La vera salvezza è sicura, e solida, perché dipende dal patto che Dio stesso ha stabilito. Le promesse che Dio fece ad Abrahamo indicano chiaramente Gesù Cristo, e il patto della salvezza si fonda in Gesù Cristo e nel suo sacrificio. Per questo la salvezza è sicura, perché si fonda in Cristo e non in qualche cosa che noi dobbiamo fare. È un patto, fatto da Dio stesso.
Con questa base, seguite mentre leggo i versetti 15-18.
“15 Fratelli, io parlo alla maniera degli uomini: se un patto è ratificato, benché sia patto d’uomo, nessuno l’annulla o vi aggiunge qualche cosa. 16 Ora le promesse furono fatte ad Abrahamo e alla sua discendenza; non dice: "E alle discendenze" come se si trattasse di molte, ma come di una sola: "E alla tua discendenza", cioè Cristo. 17 Or io dico questo: la legge, venuta dopo quattrocentotrent’anni, non annulla il patto ratificato prima da Dio in Cristo, in modo da annullare la promessa. 18 Infatti, se l’eredità derivasse dalla legge, non verrebbe più dalla promessa. Ma Dio la donò ad Abrahamo mediante la promessa.” (Galati 3:15-18 LND)
Che meravigliose verità!
Oggi, tristemente, viviamo in un’epoca in cui la parola data non vale nulla. C’è sempre bisogno di garanzie, di contratti, di modi per essere più o meno sicuri che quello che uno dice lo manterrà. E comunque non si è sicuri. E anche se una persona è affidabile, essendo mortale, la sua parola può venire meno. Ma non è così per Dio.
Quando Dio dichiara qualcosa, quella cosa è sicura. Quanto di più quando Dio fa un patto. Un patto ratificato da Dio non può essere annullato. “Ratificato” vuol dire “reso valido, convalidato, confermato”. Un patto che è stato convalidato, non può essere annullato. NULLA per annullare un patto fatto da Dio.
Dio ha fatto un patto con Abrahamo di benedirlo dandogli una discendenza, e benedicendo anche quella discendenza.
Ora, la discendenza di Abrahamo non comprende solo la sua discendenza di sangue, ma comprende anche noi che siamo in Cristo. Infatti, il versetto 16 dice:
“16 Ora le promesse furono fatte ad Abrahamo e alla sua discendenza; non dice: "E alle discendenze" come se si trattasse di molte, ma come di una sola: "E alla tua discendenza", cioè Cristo.” (Galati 3:16 LND)
Tutti quelli che sono in Cristo sono discendenti di Abrahamo ed eredi della promessa di Dio, secondo il patto che Dio ha fatto ad Abrahamo.
E questo patto che Dio ha fatto con Abrahamo è stato ratificato, convalidato, sigillato, in Gesù Cristo. Per questo motivo, il patto di Dio non può essere annullato. Niente e nessuno può annullarlo.
La legge di Dio è venuta quattrocento anni dopo che Dio ha fatto il suo patto con Abrahamo. Perciò, neanche la legge annulla il patto con Abrahamo. In altre parole, Dio non ha stabilito la legge per sostituire il vecchio patto. Il patto che Dio ha fatto con Abrahamo resta valido. Dio ha promesso ad Abrahamo un’eredità, che è l’eredità di Dio, e questa eredità viene dalla promessa di Dio, tramite la fede in Cristo. Se venisse dalla legge, per l’ubbidienza alla legge, non verrebbe più dalla promessa.
Lo Scopo della Legge: portarci a Cristo
Allora, perché Dio ci ha dato la sua legge? Quale scopo ha la legge?
Paolo ce lo spiega nei prossimi versetti, dal v19 al v26. Seguite mentre leggo.
“19 Perché dunque fu data la legge? Essa fu aggiunta a causa delle trasgressioni, finché fosse venuta la discendenza a cui era stata fatta la promessa; essa fu promulgata dagli angeli per mano di un mediatore. 20 Or il mediatore non è mediatore di uno solo, ma Dio è uno. 21 La legge è dunque contraria alle promesse di Dio? Così non sia; perché se fosse stata data una legge capace di dare la vita, allora veramente la giustizia sarebbe venuta dalla legge. 22 Ma la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, affinché fosse data ai credenti la promessa per la fede di Gesù Cristo. 23 Ora, prima che venisse la fede noi eravamo custoditi sotto la legge, come rinchiusi, in attesadella fede che doveva essere rivelata. 24 Così la legge è stata nostro precettore per portarci a Cristo, affinché fossimo giustificati per fede. 25 Ma, venuta la fede, non siamo più sotto un precettore, 26 perché voi tutti siete figli di Dio per mezzo della fede in Cristo Gesù.” (Galati 3:19-26 LND)
Dio ci ha dato la legge per uno scopo ben preciso. Dio ci ha dato la legge, non come via per la salvezza in sé, ma per portarci a Cristo, per avere la salvezza in Lui. Infatti, la legge RIVELA il peccato che è in noi, mostrandoci così il nostro bisogno di Cristo.
In Romani 7:7 Paolo dice:
“7 Che diremo dunque? Che la legge è peccato? Così non sia; anzi io non avrei conosciuto il peccato, se non mediante la legge; infatti io non avrei conosciuta la concupiscenza, se la legge non avesse detto: "Non concupire".” (Romani 7:7 LND)
La legge serve per mettere in mostra, in modo chiaro, il peccato che c’è nel nostro cuore.
In questo senso, la legge è stata il nostro precettore.
Il precettore è una figura che oggi, nella nostra società, non esiste quasi più. I precettori erano uomini a cui le famiglie più ricche affidavano l’incarico di insegnare ai loro figli e sorvegliarli, preparandoli per quando sarebbero diventati adulti.
La legge è stata il nostro precettore in quanto ci ha preparati per Cristo. La legge ha messo in evidenza, bianco su nero, la nostra condizione spirituale, la nostra natura peccaminosa e il nostro cuore macchiato dal peccato. E così, avendoci messo davanti i nostri tanti peccati, ci ha preparati per Cristo, per aggrapparci a Lui per la salvezza.
Fratelli, senza la legge non possiamo veramente riconoscere quanto siamo colpevoli davanti a Dio. La legge non ha creato la nostra colpa, la colpa era già in noi. Piuttosto, la legge ci ha reso visibile la nostra colpa, così che potessimo aggrapparci al Salvatore, Gesù Cristo, per toglierci la nostra colpa.
Quindi, Dio non ci ha dato la legge per insegnarci come dobbiamo vivere per essere salvati. Piuttosto, Dio ci ha dato la legge come nostro precettore “affinché fossimo giustificati per fede”. La legge ci ha indirizzati verso Cristo, in modo che corressimo a Lui per il perdono.
Mentre eravamo ancora nel peccato, eravamo custoditi, come rinchiusi, sotto la legge. Ma quando ci siamo aggrappati a Cristo, per fede, siamo stati giustificati e liberati dalla legge.
I veri salvati sono tutti in Cristo ugualmente
Eravamo sotto la legge, ma adesso non siamo più sotto la legge. Adesso che siamo nella fede siamo figli di Dio, salvati solo per fede in Cristo.
E la salvezza, è unica, uguale per tutti. Ora che siamo in Cristo, siamo tutti ugualmente figli di Dio.
Seguite mentre leggo dal versetto 25.
“25 Ma, venuta la fede, non siamo più sotto un precettore, 26 perché voi tutti siete figli di Dio per mezzo della fede in Cristo Gesù. 27 Poiché voi tutti che siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. 28 Non c’è né Giudeo né Greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è né maschio né femmina, perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. 29 Ora, se siete di Cristo, siete dunque progenie d’Abrahamo ed eredi secondo la promessa.” (Galati 3:25-29 LND)
Fratelli e sorelle, noi tutti che siamo stati battezzati in Cristo, cioè, noi tutti che siamo salvati, ora siamo rivestiti di Cristo. Ora siamo salvati, a prescindere da se siamo Giudeo o gentile, o schiavo o libero, o maschio o femmina. La salvezza è uguale per tutti coloro che vengono salvati. Ora siamo di Cristo, RIVESTITI di Cristo, FIGLI di Dio, PROGENIE di Abrahamo, EREDI della promessa. Per la grazia di Dio abbiamo ricevuto la salvezza, che è uguale per ciascuno che veramente ha fede in Cristo.
Con la salvezza abbiamo ricevuto anche tutte le meravigliose benedizioni spirituali, che hanno un valore immenso.
Ora che siamo salvati, ora che siamo di Cristo, come dice Paolo nel v29, ora siamo uno in Cristo, e siamo progenie di Abrahamo ed eredi secondo la promessa. Cioè, essendo stati salvati per la fede in Cristo, adesso abbiamo il privilegio di essere diventati progenie di Abrahamo, e quindi anche eredi della promessa che Dio ha fatto ad Abrahamo. In altre parole, ora abbiamo il privilegio immenso, l’onore, il dono, di far parte del popolo di Dio, scelto da Dio, e messo da parte da Dio per l’eternità a venire.
Conclusione
Fratelli e sorelle, la salvezza è la cosa più importante, in assoluto. E il piano di Dio per la salvezza è perfetto.
Dio ha stabilito la salvezza per la fede in Cristo, e non per le opere della legge. Infatti, Dio non ci ha dato la legge per spiegarci come dobbiamo vivere per essere salvati.
Nessuno può essere salvato per le opere della legge. Piuttosto, Dio ci ha dato la legge per mostrarci il nostro peccato e per indirizzarci a Cristo, l’unico Salvatore, che ha dato sé stesso per riscattarci dalla legge, affinché potessimo ricevere la benedizione di Dio per la fede.
Fratello, sorella, tu che sei in Cristo, hai ricevuto, per fede, una salvezza sicura, di valore inestimabile, e insieme alla salvezza hai ricevuto anche tutte le benedizioni spirituali.
Perciò, avendo cominciato nello Spirito, non cercare di finire nella carne. Non cercare di mantenere la tua salvezza con le opere della legge. Non cercare di “farcela” per conto tuo. Non cercare di “migliorare” quando pecchi. Piuttosto, aggrappati a Cristo, giorno per giorno, con fede, perché è Lui che, non solo ci ha salvati, ma ci porterà anche fino alla fine.
Grazie a Dio per Gesù Cristo, il nostro Salvatore, la nostra speranza, e la nostra sicurezza!