Il Nostro Peccato
Oggi è la Pasqua, ma per poter gioire nella Pasqua, dobbiamo iniziare con il peccato.
Pensando onestamente, quanto vedi grave il tuo peccato? Quanto ti affligge? Ti affligge di più il tuo peccato, o i tuoi problemi?
Molto spesso, non riconosciamo la gravità del nostro peccato. Sappiamo che non va bene, ma non comprendiamo quanto Dio odia il peccato
Vediamo questo in tanti modi. Per esempio, a volte, scherziamo del peccato. Ci ridiamo sopra. Non comprendiamo quanto è grave!
A volte, sappiamo che qualcosa che facciamo è peccato, ma non ci affligge. Cerchiamo di non farlo, ma se lo facciamo, non ci pesa più di tanto. Chiediamo perdono, ma più come formalità. Il nostro cuore non è come quello di Davide in Salmo 51. Il suo peccato era sempre davanti a lui, era molto aggravato della malvagità del suo cuore, che lo aveva spinto a peccare.
Troppo spesso, siamo abituati ai nostri peccati. Non vogliamo abbandonare certi peccati, perché ci piacciono certi benefici che il peccato offre alla nostra carne. Sì, sappiamo che non va bene. Cerchiamo di non farlo, ma in realtà non certi nostri peccati ci dispiacciano tanto, perché vogliamo i benefici che ci promettono. Cioè da una parte, sappiamo di non dover peccare. Vogliamo crescere in Cristo. Ma dall'altra parte, spesso non odiamo veramente il peccato, e infatti ci piacciono i benefici che il peccato ci offre. E così, abbiamo dei peccati che commettiamo, poi confessiamo, poi commettiamo, ripetutamente per anni.
Ciò che ci serve è di capire veramente la gravità del nostro peccato. Abbiamo bisogno di capire quanto male ci fa, e quanto è un'offesa contro Dio, e quanto Dio odia il nostro peccato, e abbiamo bisogno di capire anche che ogni volta che pecchiamo, stiamo seminando, seminando male, e vi assicuro che non vogliamo il frutto che il peccato produce.
Molto spesso, il frutto del peccato non arriva subito. E perciò, pecchiamo, ci dà una certa soddisfazione, e non vediamo conseguenze, e perciò è facile continuare a commettere quel peccato.
Quello che dobbiamo capire è che anche se non vediamo conseguenze immediatamente, conseguenze ci saranno.
Nel libro di Numeri, Mosè sta spiegando che le tribù che restavano al di là del fiume Giordano dovevano aiutare le altre tribù a combattere. Poi Mosè avverte loro quale sarà la conseguenza se non ubbidiscono, dando un principio che è vero anche per noi. Leggo che Numeri 32:23
“ma se non fate così, allora peccherete contro l’Eterno; e state pur certi che il vostro peccato vi ritroverà.” (Numeri 32:23 LND)
Quando pecchiamo, prima o poi ci saranno le conseguenze. Molto spesso le conseguenze vengono dopo. Si semina oggi, si raccoglie domani. Troviamo questo concetto di seminare e poi raccogliere spesso nella Bibbia. Se pensiamo al libro dei Giudici, in cui volta dopo volta il popolo d'Israele scelse di peccare contro Dio, la dura disciplina di Dio non arrivò subito. Spesso arrivò dopo tanti anni. Ma sempre arrivò! Similmente, troviamo volta dopo volta quando Giuda aveva i suoi re, molto spesso sono arrivati a peccare, anche gravemente contro Dio. A volte perfino i re hanno messo idoli a Gerusalemme. Però, solitamente Dio non mandò subito la dura disciplina. A volte era dopo tanti anni. Più volte Dio dichiarò che avrebbe distrutto Gerusalemme a causa dei loro peccati, ma per anni la città andò avanti. Però, arrivò la distruzione, ed era terribile.
Quello che è importante capire è che quando pecchiamo, stiamo seminando male, e quando seminiamo male ci saranno conseguenze. Però, dobbiamo tenere in mente che le conseguenze non sono sempre immediate. E perciò, non dobbiamo basarci sul fatto che tutto è andato bene questa volta. Dobbiamo riconoscere che Dio tiene conto di tutto.
In Galati 6:7-9 leggiamo:
“7 non v’ingannate, Dio non si può beffare, perché ciò che l’uomo semina quello pure raccoglierà. 8 Perché colui che semina per la sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione, ma chi semina per lo Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. 9 Or non veniamo meno nell’animo facendo il bene; se infatti non ci stanchiamo, raccoglieremo a suo tempo.” (Galati 6:7-9 LND)
L'uomo raccoglierà quello che semina. Perciò, seminate bene. Se seminiamo dalla carne, peccando, raccoglieremo dalla carne corruzione.
Quando leggiamo l'Antico Testamento, sembra quasi impossibile che il popolo di Dio fosse arrivato a peccare così gravemente. Cioè, era il popolo di Dio! Avevano visto Dio operare grandemente per il loro bene. Avevano la legge di Dio dato in modo miracoloso sul monte Sinai. Eppure, volta dopo volta hanno riempito il paese con idoli, imitando le nazioni intorno a loro. Com'è possibile che sono arrivati ad un punto così lontano nel loro cammino con Dio? Come potevano arrivare perfino al punto di adorare idoli? Come potevo sacrificare i loro figli a Molek? Sembrerebbe impossibile!
Però, non finisce là. Pensate a Davide, un uomo che aveva un cammino così intimo con Dio che ha scritto tanti dei Salmi. Eppure, Davide arrivò a commettere adulterio e uccidere il marito di quella donna. Come poteva un uomo con un cammino così intimo con Dio cadere così lontano da Dio?
Quello che dobbiamo capire è che se uomini come Davide potevano peccare in modo così terribile, anche noi siamo tutti capaci a peccare nei modi peggiori. Se noi ci allontaniamo da Dio nei piccoli peccati, non c'è limite a dove possiamo arrivare. Siamo al sicuro solamente quando camminiamo strettamente legati a Dio!
Se pensiamo alla Chiesa dei Corinzi, leggiamo che sono arrivati perfino al punto di accettare in mezzo a loro un uomo con una forma di fornicazione così terribile che non esisteva neanche fra i gentili, cioè aveva la moglie del padre. Andando avanti in Apocalisse, nelle lettere alle sette chiese, leggiamo nella lettera alla Chiesa di Pergamo che erano scesi anche loro in gravi peccati. Leggo Apocalisse 2:14
“ma ho alcune cose contro di te: tu hai colà alcuni che ritengono la dottrina di Balaam, il quale insegnò a Balak a porre un’insidia davanti ai figli d’Israele per farli cadere, inducendoli a mangiare cose sacrificate agli idoli e a fornicare.” (Apocalisse 2:14 LND)
Quello che voglio aiutarci a capire è quanto ogni nostro peccato è grave. Se noi non vediamo la gravità del nostro peccato, ci allontaneremo sempre più da Dio. Non esistono piccoli peccati che non fanno male! Ogni peccato fa male, ogni peccato è seminare male, ed ogni peccato ci allontana da Dio!
Certamente, vediamo certi peccati come gravi. Vediamo la fornicazione e l'omicidio e pregare ad idoli come gravi peccati. Invece, spesso non vediamo tanto grave il nostro orgoglio, o la nostra pigrizia, o il fatto di lamentarci, o per una moglie non vede come grave il fatto che non è sempre sottomessa, o un marito non vede come grave che non guida bene la sua famiglia. Invece, anche questi cose sono terribili peccati che ci allontanano da Dio.
Quindi, alla domanda come vediamo il nostro peccato, troppo spesso la risposta è che non lo vediamo abbastanza grave. Non riconosciamo quanto è grave, e quanto male ci fa! Non vediamo che crea una barriera fra noi e Dio, non vediamo il danno che fa alla nostra anima.
Lo vediamo come un problema, sì, ma non lo vediamo così terribile al punto che ci spinge subito ad implorare Dio con tutto il nostro cuore di perdonarci e di liberarci dal peccato. Fratelli e sorelle, vivere così è vivere male, è seminare male! Non possiamo vedere il vero bisogno di Cristo finché non vediamo quanto il nostro peccato è un grave problema.
L'Ira di Dio contro il Peccato
Per aiutarci a capire quanto il peccato è grave, consideriamo come Dio vede il nostro peccato. Infatti, ciò che importa è come Dio vede il nostro peccato.
Prima di tutto, dobbiamo tenere ben in mente che Dio è santo. Il fatto di essere santo vuol dire che Dio è separato dal peccato. Dio è separato da ogni forma di peccato! Essendo santo e puro, Dio non può avere comunione con il peccato. E perciò, non solo Dio è separato dal peccato, ma il peccato ci separa da Dio. Vediamo ripetutamente nella Bibbia che Dio odia il peccato, e vediamo che il peccato nel popolo di Dio provoca l'ira di Dio.
La Bibbia è piena di brani che descrivano l'ira di Dio, che è dovuto al peccato dell'uomo. Vorrei leggere alcuni brani, tutti dal Nuovo Testamento. Chiaramente, anche l'Antico Testamento contiene tantissimi brani che parlano della terribile ira di Dio. Da questo possiamo comprendere quanto ogni peccato è abominevole a Dio. Mentre leggo, tenete in mente che l’ira di Dio è una cosa terribile. Ira descrive il furore di un Dio giusto che è stato offeso. Non c'è scampo dall'ira di Dio. Quando arriva l'ira di Dio, è così terribile che toglie la gioia, toglie la pace, e rende la vita terribile, più che terribile. Vi leggo, iniziando in Romani 1:18.
“perché l’ira di Dio si rivela dal cielo sopra ogni empietà e ingiustizia degli uomini, che soffocano la verità nell’ingiustizia,” (Romani 1:18 LND)
Qua, notate che l'ira di Dio si rivela contro ogni ingiustizia, ovvero ogni peccato. Non esistono peccati piccoli. Ogni nostro peccato provoca l'ira di Dio. Ogni nostro peccato sarà punito. Ora leggo Romani 2:1-5, in cui troviamo un avvertimento contro chi parla contro il peccato, mentre tiene quel peccato nella propria vita! Chi non si ravvede di cuore accumula un tesoro di ira, per il giorno dell'ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio. Prego che Dio ci farà comprendere quanto è inconcepibilmente terribile un tesoro di ira. Leggo.
“1 Perciò, o uomo, chiunque tu sia che, giudichi, sei inescusabile perché in quel che giudichi l’altro, condanni te stesso, poiché tu che giudichi fai le medesime cose. 2 Or noi sappiamo che il giudizio di Dio è secondo verità su coloro che fanno tali cose. 3 E pensi forse, o uomo che giudichi coloro che fanno tali cose e tu pure le fai, di scampare al giudizio di Dio? 4 Ovvero disprezzi le ricchezze della sua benignità, della sua pazienza e longanimità, non conoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento? 5 ma tu, per la tua durezza ed il cuore impenitente, ti accumuli un tesoro d’ira, per il giorno dell’ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio,” (Romani 2:1-5 LND)
Quanto Dio odia ogni peccato! In Efesini 5, leggiamo di vari peccati, alcuni dei quali a noi potrebbero sembrare non così terribile, per esempio parole sciocche. Eppure, leggiamo che non dobbiamo essere sedotti, perché l'ira di Dio arriva sugli uomini per questi peccati. Vi leggo Efesini 5:3-6.
“3 Ma come si conviene ai santi, né fornicazione, né impurità alcuna, né avarizia siano neppure nominate fra di voi; 4 lo stesso si dica della disonestà, del parlare sciocco e della buffoneria, le quali cose sono sconvenienti, ma piuttosto abbondi il rendimento di grazie. 5 Sappiate infatti questo: nessun fornicatore o immondo o avaro, il quale è un idolatra, ha alcuna eredità nel regno di Cristo e di Dio. 6 Nessuno vi seduca con vani ragionamenti, perché per queste cose viene l’ira di Dio sui figli della disubbidienza.” (Efesini 5:3-6 LND)
Passiamo ad Apocalisse, in cui troviamo più riferimenti e descrizioni dell’ira di Dio, perché è qua che troviamo la descrizione del giudizio di Dio. Il giudizio è quando si raccoglie in pieno quello che si ha seminato oggi. L'Apocalisse descrive il giudizio di Dio. Perciò qua troviamo una descrizione dell'ira di Dio che ci aiuta a comprendere quanto ogni nostro peccato è terribile! Inizio leggendo Apocalisse 6:16-17. Le persone vorrebbero nascondersi dall'ira di Dio.
“16 e dicevano ai monti e alle rocce: "Cadeteci addosso e nascondeteci dalla faccia di colui che siede sul trono e dall’ira dell’agnello, 17 perché è venuto il gran giorno della sua ira; e chi può resistere?".” (Apocalisse 6:16-17 LND)
Quanto è terribile l'ira di Dio, e questo perché i nostri peccati sono terribili. O che possiamo comprendere di più quanto i nostri peccati sono terribili. Vado avanti, e leggo da Apocalisse 16, e poi capitolo 19, che parlano del furente ira di Dio.
“la grande città fu divisa in tre parti e le città delle nazioni caddero, e Dio si ricordò di Babilonia la grande, per darle il calice del vino della sua furente ira.” (Apocalisse 16:19 LND)
“dalla sua bocca usciva una spada acuta per colpire con essa le nazioni; egli governerà con uno scettro di ferro ed egli stesso pigerà il tino del vino della furente ira di Dio onnipotente.” (Apocalisse 19:15 LND)
Infine, in Apocalisse 20, leggiamo che l'ira di Dio durerà per tutta l'eternità, perché il tormento sarà per sempre.
“allora il diavolo, che le ha sedotte sarà gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli.” (Apocalisse 20:10 LND)
“E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.” (Apocalisse 20:15 LND)
Ciò che è importante da capire da questi brani è che ogni nostro peccato è così grave che provoca l'ira di Dio. Ogni ingiustizia, ovvero ogni peccato, provoca la terribile ira di Dio. Quindi, mentre noi abbiamo la tendenza di vedere il peccato come una cosa non troppo grave, in realtà è una cosa terribile! È un'offesa terribile contro un Dio Santissimo.
Conseguenze del Peccato
Qual è la conseguenza per il peccato? Romani 6:23 dichiara:
il salario del peccato è la morte!
La morte non è solo la morte fisica, no, la morte è la separazione per tutta l'eternità da Dio, che è la vita. Chi non sarà con Dio, sarà nel lago di fuoco, in tormento giorno e notte nei secoli dei secoli.
Questo è per ogni peccato. Non esistono piccoli peccati.
E quindi, abbiamo bisogno di un Salvatore.
Gesù Cristo è quel Salvatore. Chi è un credente sa questo. Però, troppo spesso viviamo come se l'evangelo fosse solo per chi non è salvato. Spesso, viviamo come se il peccato dopo la salvezza non importasse più di tanto. Non è che la Bibbia dice che non c'è più alcuna condanna per chi è in Cristo?
Certo lo dice, e grazie a Dio che è vero. Però è anche vero che chi è veramente salvato, chi è in Cristo, quella persona non continua a camminare nel peccato.
Un vero credente continua a guardare a Cristo per la sua salvezza. La salvezza non è un certificato che uno ha, che ti lascia poi vivere più o meno come vuoi tu. La salvezza è un rapporto vivente con Cristo, un rapporto in cui si guarda a Cristo per fede, giorno per giorno. Una vera pecora di Gesù Cristo ascolta la voce di Gesù, e Lo segue.
Allora, ogni peccato è un grave problema, e l'unica soluzione è Cristo. La vera vita cristiana è di vivere per fede in Cristo, giorno per giorno.
Crocifisso con Cristo (Gal 2:20)
Il nostro peccato è un problema così immenso che è impossibile per noi di mai liberarci dal nostro peccato da soli. La cura, la soluzione, l'unica soluzione possibile, è in Gesù Cristo! La vita cristiana è una vita che si vive in Cristo Gesù, guardando a LUI come Salvatore! Voglio guardare insieme in un versetto chiave, un versetto che descrive quello che è la vera vita cristiana. Trovate con me Galati 2:20. In questo versetto, l'apostolo Paolo descrive quello che è la sua vita, ed è la vita di ogni vero credente. Leggo Galati 2:19,20.
“19 perché per mezzo della legge io sono morto alla legge, affinché io viva a Dio. 20 Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.” (Galati 2:19-20 LND)
Senza Cristo, siamo sotto la legge di Dio, e per quello siamo colpevoli, colpevole davanti a Dio, e quindi morti nel peccato. In quella condizione, l'unica cosa che ci aspetta è il giudizio e poi il tormento eterno. In Gesù Cristo c'è perdono. Per mezzo della fede in Gesù, Egli prende la nostra condanna, e noi veniamo liberati dalla condanna della legge. E perciò, nel versetto 19 Paolo dichiara di essere morto alla legge. In altre parole, visto che in Cristo Gesù la condanna che la legge richiede è stata pagata, chi è in Cristo non è più soggetto alla legge. Certamente, è sotto la legge di Cristo, ma la condanna della legge non ha più potere su di lui. Questo è perché la sua condanna è già stata pagata in Cristo Gesù.
Parlando di Gesù Cristo, in Colossesi 2:10-15, leggiamo di come siamo stati liberati dalla condanna dalla legge. Questo è tramite la nostra identificazione con Cristo nella sua morte sulla croce. Leggo Colossesi 2:10-15.
“10 E voi avete ricevuto la pienezza in lui, essendo egli il capo di ogni principato e potestà, 11 nel quale siete anche stati circoncisi di una circoncisione, fatta senza mano d’uomo, ma della circoncisione di Cristo, mediante lo spogliamento del corpo dei peccati della carne: 12 essendo stati sepolti con lui nel battesimo, in lui siete anche stati insieme risuscitati, mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti. 13 E con lui Dio ha vivificato voi, che eravate morti nei peccati e nell’incirconcisione della carne, perdonandovi tutti i peccati. 14 egli ha annientato il documento fatto di ordinamenti, che era contro di noi e che ci era nemico, e l’ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce; 15 avendo quindi spogliato le potestà e i principati, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro in lui.” (Colossesi 2:10-15 LND)
Grazie ad Dio, in Cristo Gesù siamo morti alla legge. Non siamo più sotto la condanna la legge, perché Gesù ha preso la nostra condanna.
Allora, con grande gioia possiamo dichiarare insieme a Paolo, se siamo credenti, “io sono stato crocifisso con Cristo”. La morte di Gesù sulla croce, quello che Gesù ha subito, conta come la mia morte, è come se io avessi subito quello. Agli occhi di Dio, io ho pagato quello che Gesù ha pagato, perché Egli ha pagato per me, e questo è vero per ogni vero credente.
In Romani 6 leggiamo che se siamo salvati, allora, siamo stati crocifissi con Gesù Cristo. Leggo Romani 6:3-8.
“3 Ignorate voi, che noi tutti che siamo stati battezzati in Gesù Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte? 4 noi dunque siamo stati sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte affinché, come Cristo è risuscitato dai morti per la gloria del padre, così anche noi similmente camminiamo in novità di vita. 5 poiché, se siamo stati uniti a Cristo per una morte simile alla sua, saremo anche partecipi della sua risurrezione, 6 sapendo questo: che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui, perché il corpo del peccato possa essere annullato e affinché noi non serviamo più al peccato. 7 infatti colui che è morto è libero dal peccato. 8 ora se siamo morti con Cristo, noi crediamo pure che vivremo con lui,” (Romani 6:3-8 LND)
Questa è buona notizia, ma non per tutti. Questa è buona notizia, per te, vero credente, se puoi dire che riconosci che il tuo peccato è terribile, ed è un peso che ti aggrava. Allora tu puoi rallegrare nella verità che sei stato crocefisso con Cristo. Essere in Cristo è l'unica speranza che ci permette di superare il peccato. Visto che per mezzo del battesimo dello Spirito Santo tu sei stato crocefisso con Gesù Cristo, tu hai vittoria sul tuo peccato! Non deve continuare a peccare. Non sei schiavo del tuo peccato! Adesso, non sei più tu che vivi, ma è Cristo che vive in te, e la vita che tu vivi ora nella carne, la vita che tu hai da vivere qui sulla terra, la vivi nella fede del Figlio di Dio.
Quanto è importante che comprendiamo questa meravigliosa verità. Chi è veramente in Cristo, non solo chi dice di essere così, ma chi è veramente in Cristo, chi è veramente nato di nuovo, quella persona è stata crocefissa con Cristo, e non vive più, in quanto il vecchio uomo è morto. Ora, il vero credente vive per fede, ed è Cristo che vive in lui.
Questa è una verità che dobbiamo ricordare ogni giorno. Dobbiamo capire che siamo morti al peccato, non devi più regnare su di noi.
Quando ti senti abbattuto perché cadi così spesso nel tuo peccato, quasi sicuramente stai guardando moltissimo a te stesso e poco a Cristo. Quando noi cadiamo spesso nel peccato, spesso crediamo che dobbiamo noi superare e vincere il nostro peccato nella nostra forza. Dimentichiamo che Cristo vive in noi. Dimentichiamo che abbiamo lo Spirito Santo. E perciò, guardando a noi stessi, certamente cadiamo. Certamente ci sentiamo scoraggiati. Questo è perché non stiamo guardano a Cristo!
Quindi, quello che Paolo dichiara in questo brano non è vero solo per lui. Grazie ad Dio, questo è vero per ogni vero credente. Ogni credenti può dire con gioia: io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me.
Ti invito a riconoscere questo ogni giorno. Questo è un buon modo di iniziare la giornata. Questo è un buon modo per chiudere la giornata, ringraziando Dio che questo è stato vero per te quel giorno.
Una Vita di Fede
Notate che questo versetto dichiara: “!la vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio.” Oh, cari, la vita cristiana è una vita di fede. Che cos'è la fede? Fra l'altro, la fede vuol dire guardare a Gesù Cristo. Veramente avere fede vuol dire veramente guardare a Cristo. Avere fede in Cristo non è una semplice fede storica. Non basta dire che tu credi in Gesù, ma poi vive la tua vita senza tenere gli occhi su Gesù giorno per giorno. Quella non è una vita di fede. Una vita di fede è una vita in cui guardi a Gesù ogni giorno, in ogni decisione, in tutto quello che fai. Guardi a Gesù anziché al peccato. In una vita di fede, non cerchi i benefici che il peccato ci offre oggi, ma vivi per le benedizioni eterne che hai in Cristo. E come un uomo che è lontano dalla famiglia, e non cerca i piaceri temporanei dove sta, ma vive per le benedizioni che lo aspettano a casa. Questa è la vita di un vero credente. Non vive per quello che il peccato offre oggi, che poi è anche un inganno, ma vive per fede nel Figlio di Dio. Crede veramente che Gesù Cristo è il suo vero tesoro, e desidera comunione con Gesù ogni giorno. Desidera entrare nella presenza di Gesù al giorno di giudizio e sentirLo dire: “ben fatto, servo fedele. Entra nella gioia del tuo Signore!”
E quindi, una vita di fede è una vita in cui si vive con gli occhi su Cristo, gli occhi in avanti, non cercando quello che il mondo chiama tesoro, non cercando soddisfazione in quello che vuole la carne, ma cercando la gioia in Gesù Cristo. Questo è una vita di fede. La vera vita cristiana è una vita di fede nel figli di Dio. Vivere una vita di fede vuol dire odiare il proprio peccato, e vederlo come terribile.
Gesù Cristo Mi Ama
Notate quello che dichiara il versetto. Quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. La fede è la fede in Gesù Cristo che mi ha amato. Gesù Cristo mi ama, e mi ha amato quando è andato alla croce! È stato amore che Lo ha mandato alla croce, amore per me, e per tutti quei peccatori che avrebbe salvato. Egli ha dato Se stesso per me. Ha dato tutto di Sé, non ha solo sofferto qualcosa, ha subito tutto per poter salvarmi! E perciò, quando considero il brano che dichiara che noi siamo stati comprati a caro prezzo, e che non apparteniamo più a noi stessi, per me è una gioia sapere che appartengo a Gesù Cristo, perché mi ha comprato al caro prezzo della sua vita. Egli è andato alla croce per me, è morto per me, è risuscitato per me. Egli vive ora per me, alla destra del Padre, come Mediatore per me, come mio Avvocato.
Questa è la vita di fede. Quindi, è giusto chiederci: abbiamo vera fede in Gesù Cristo? Cioè veramente crediamo in Gesù nel senso di vivere per fede? Meno di quello non è vera fede. Se solo credo nei fatti che riguardano Gesù intellettualmente, ho la stessa fede che hanno i demoni, perché i demone credono tutti i fatti che riguardano Cristo. No, la vera fede è molto di più. La fede è guardare a Cristo giorno per giorno, preferendo comunione con Cristo, anziché i peccato.
E perciò, oggi che celebriamo la risurrezione di Gesù Cristo, oggi che ricordiamo che Gesù è morto e poi è risuscitato per salvarci, è giusto valutare: ma io vivo veramente per Cristo? Io vivo per fede? Cammino guardando a Gesù? Gesù vive in me?
Se noi vediamo il peccato terribile come lo è, se comprendiamo sempre di più quanto Dio odia il peccato, e quanto ira Dio ha nel punire il peccato, allora, possiamo trovare immensa gioia nel fatto che Gesù Cristo è andato alla croce, per noi!
Oggi, essendo la Pasqua, è un giorno di grande ed immensa gioia, per chi vede il peccato come peccato, e Gesù come la sua vita. Grazie a Dio per la verità di Galati 2:20.
“io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.” (Galati 2:20 LND)
Grazie a Dio!