Aiuto Biblico

La tristezza secondo Dio

2 Corinzi 7:5-11

Sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per mercoledì, 2018, – cmd es –
Parole chiavi: tristezza, ravvedimento, pentimento

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Per esser salvato, e, per avere chiaro frutto che sei salvato, è necessario che nella tua vita, ci sia il vero ravvedimento. Nella Bibbia, più volte, troviamo la parola “ravvedetevi”, o una variazione di essa, per spiegare come essere salvato. Troviamo tanti brani che parlano di credenti che si umiliano, riconoscono i loro peccati e li confessano a Dio. Questa è una forma di ravvedimento.

Consideriamo insieme, dalla Bibbia, com’è il cuore di chi è veramente ravveduto.

È molto possibile DIRE di essere ravveduto, DIRE di essere triste per il peccato, ma non è la tristezza da Dio, che porta al vero ravvedimento.

Trovate 2Corinzi 7. Paolo aveva scritto ai Corinzi in 1Corinzi, riprendendo loro duramente per il loro peccato. Poi, aveva ricevuto notizie che erano veramente ravveduti. In questo brano, Dio guida Paolo a spiegare la differenza fra la tristezza che viene da Dio, e la tristezza del mondo.

Leggiamo 2Corinzi 7:5-11.

“5 Da quando infatti siamo arrivati in Macedonia, la nostra carne non ha avuto requie alcuna, ma siamo stati afflitti in ogni maniera: combattimenti di fuori, paure di dentro. 6 Ma Dio, che consola gli umiliati , ci ha consolati con la venuta di Tito, 7 e non solo con la sua venuta, ma anche con la consolazione da lui ricevuta tra di voi; egli ci ha riferito della vostra bramosia, del vostro pianto e del vostro zelo per me, per cui mi sono ancor più rallegrato, 8 perché, anche se vi ho contristato con quell’epistola, ora non me ne dispiace, anche se mi è dispiaciuto, poiché vedo che quell’epistola, quantunque per breve tempo, vi ha rattristati. 9 Ora mi rallegro, non perché siete stati rattristati, ma perché siete stati rattristati a ravvedimento, poiché siete stati rattristati secondo Dio, affinché in nessuna cosa aveste a ricevere alcun danno da parte nostra. 10 La tristezza secondo Dio infatti produce ravvedimento a salvezza, che non ha rimpianto; ma la tristezza del mondo produce la morte. 11 Infatti, ecco quanta premura ha prodotto in voi l’essere stati rattristati secondo Dio, anzi quale scuse, quale sdegno, quale timore, quale grande affezione, quale zelo, quale punizione! In ogni maniera voi avete dimostrato che siete puri in quest’affare.” (2Corinzi 7:5-11 LND)

Notiamo il punto principale di questo brano.

Notate che ci sono due tipi di tristezza quando pecchiamo. C'è la tristezza secondo Dio, e c'è la tristezza del mondo. Entrambe sono tristezza, entrambe possono esternarsi con vari aspetti di tristezza. Entrambe possono produrre un cuore pesante, entrambe possono produrre lacrime. Ma per quanto possano assomigliarsi esternamente, sono drasticamente diverse, il che lo vediamo dal frutto che ognuna produce.

La tristezza secondo Dio produce ravvedimento, che porta alla vera salvezza. Al contrario, la tristezza del mondo produce la morte.

È estremamente importante che riconosciamo questa realtà. Ci sono due tristezze, ma una porta alla vera salvezza, mentre l'altra porta alla morte spirituale.

Solo la tristezza secondo Dio è quella che ci salva, perché porta, sempre, in ogni caso, al vero ravvedimento. Quel ravvedimento è il frutto che rivela che tipo di tristezza è.

Nel versetto 11, Paolo elenca alcuni dei frutti nelle loro vite che dimostrano che la loro tristezza era la tristezza secondo Dio. Notate le parole che lui usa per descrivere quello che quella tristezza aveva prodotto in loro. Per esempio, dichiara che aveva prodotto tanta premura. Cioè, erano estremamente premurosi a riconoscere e a confessare il loro peccato. Non era qualcosa che facevano con leggerezza, non era qualcosa che facevano velocemente, invece, avevano grande premura nel trattare il loro peccato.

La tristezza secondo Dio ha prodotto in loro anche tante scuse. Questa non è una traduzione molto chiara di questa frase in greco. Sarebbe meglio dire qualcosa come “quanto impegno per rendervi giusti”. In altre parole, la tristezza secondo Dio fa sì che la persona vede chiaramente il suo peccato, e si impegna con tutto il cuore ad abbandonare ogni aspetto del peccato. Perciò, una parte di questo sarebbe che quel credente toglie ogni aspetto di quel peccato dalla sua vita. Non solo chiede perdono per il peccato, ma esamina la propria vita a fondo e toglie dalla vita qualunque aspetto di quel peccato che rimane. Se serve, fa restituzione. Se ha peccato contro qualcuno, chiede perdono in modo molto chiaro a quella persona. Questo termine “quante scuse” vuol dire realmente di fare del tutto per essere puro in quel campo della vita. La tristezza secondo Dio produce questo frutto in un vero credente.

Poi, la tristezza secondo Dio produce grande timore, timore di Dio. Noi pecchiamo perché non abbiamo timore di Dio. Quando ce la tristezza secondo Dio produce un vero timore di Dio, che controlla come viviamo. Vuol dire che non parliamo con leggerezza, non viviamo in modo da scherzare con il peccato, o trattarlo con leggerezza. Se qualcuno ci ammonisce, prendiamo molto seriamente quell'ammonimento, anche se non riconosciamo il peccato in quel momento, per non rischiare di peccare contro Dio.

La tristezza secondo Dio produce anche una grande affezione. Questo descrive un grande affetto per Dio, e perciò un grande desiderio di essere in stretta comunione con lui, proprio quello che il peccato distrugge. Il credente di nuovo vede quanto Cristo è prezioso, e desidera ardentemente di essere di nuovo in stretta comunione con Gesù Cristo. Questo fa odiare il peccato.

La tristezza secondo Dio produce anche grande zelo, un profondo desiderio di vivere per la gloria di Dio, di vivere in modo da portare frutto spirituale, di vivere per godere l'amore di Dio. Questo è un desiderio profondo, che nella Bibbia viene chiamato zelo.

E poi, nel caso dei Corinzi, la tristezza secondo Dio ha prodotto anche tanta punizione. Il senso di questa parola e che dove prima loro avevano lasciato stare il fatto che un uomo della chiesa peccava gravemente, quando si sono ravveduti, allora, hanno agito con la severità e la serietà che Dio richiede per tenere la Chiesa pura. In quel caso, avevano punito quell'uomo, che nel contesto vuol dire che lo avevano cacciato dalla Chiesa a causa del suo peccato.

Quindi, la tristezza secondo Dio non era solo un senso generico di piangere per il peccato, ma era un grandissimo peso, un peso insopportabile, che spingeva loro ad agire, agire in modo da avere una vita trasformata.

La tristezza secondo Dio produce sempre grandi cambiamenti. Non è mai solo un sentimento.

Uno può piangere tanto, per essere molto triste per il suo peccato, ma se non ci sono chiari frutti, la sua tristezza non è la tristezza secondo Dio!

Matteo 5

Vediamo questo cuore in tanti brani. Per esempio, trovate con me Matteo 5. In questo brano, Gesù spiega come uno arriva alla salvezza. Notiamo che anche qua, troviamo questa tristezza secondo Dio.

Seguite mentre leggo Matteo 5:3-6. Questa è la progressione che porta alla salvezza. Nella vita di chi è salvato, porta al perdono e l’essere restaurato con Dio.

“3 "Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli. 4 Beati coloro che fanno cordoglio perché saranno consolati. 5 Beati i mansueti, perché essi erediteranno la terra. 6 Beati coloro che sono affamati e assetati di giustizia, perché essi saranno saziati.” (Matteo 5:3-6 LND)

Seguite i passi.

1) I poveri in spirito, v. 3:Vedono la vera gravità dei loro peccati. C’è perdono, ma per ricevere il perdono, dobbiamo riconoscere la gravità del peccato. Dobbiamo riconoscere che ci rende poveri. Chi vede il peccato come poco grave, non ha ancora la tristezza di Dio. Tutti sono peccatori, ma non tutti vedono la gravità del peccato. Gesù è venuto solo per chi riconosce la gravità del proprio peccato, e quindi, che riconosce di essere un peccatore.

In Marco 2:17, Gesù dichiara:

“E Gesù, udito ciò, disse loro: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a ravvedimento".” (Marco 2:17 LND)

Siamo tutti peccatori, ma tanti non riconoscono la gravità del proprio peccato. Tanti guardano i peccati degli altri anziché i propri peccati. Se stiamo guardando ai peccati degli altri, non possiamo vedere veramente i nostri peccati.

Perciò, il primo passo per essere salvato, e il primo passo per continuare a crescere nella fede è di vedere la gravità del proprio peccato. Ovvero, è di vedere quanto siamo poveri in spirito.

Per poter vedere la gravità del proprio peccato, dobbiamo focalizzare sui NOSTRI peccati, non quelli che gli altri hanno commesso contro di noi.

2) Poi, il passo successivo è di fare cordoglio per la condizione spirituale. Questo descrive proprio la tristezza secondo Dio. Fare cordoglio è avere un dolore profondo, che consuma la persona. Descrive il dolore più profondo che abbiamo. Usiamo questa parola per descrivere il dolore che uno ha quando muore una persona cara a lui. È un dolore che ti consuma, non riesci a godere nulla quando si fa cordoglio.

Allora, in questo brano, Gesù descrive la persona che prima riconosce la gravità del proprio peccato, e poi, è terribilmente aggravato per questo, e non riesce a pensare ad altro. Questa tristezza lo consuma.

3) Poi, Gesù dice che sarà mansueto. In altre parole, sarà umile. Questo è il contrario dell’essere orgoglioso o scontroso. Una persona afflitta per il proprio peccato, che è mansueto, non può agitarsi contro gli altri. Sarà troppo afflitto per il proprio peccato.

Questa è la persona che riceverà il perdono da Dio.

4) Infine, Gesù descrive che la persona sarà affamata e assetata di giustizia. Cioè, vedrà come il peccato la macchia, e vorrà, più di qualsiasi cosa, la giustizia che arriva quando c’è il vero perdono. Essere affamato e assetato descrive chi è consumato con avere cibo e acqua. Descrive un desiderio fortissimo, che toglie ogni altro desiderio. La tristezza secondo Dio produce questo profondo desiderio, che spinge la persona a voler il perdono più di qualsiasi altra cosa.

Come conseguenza, la persona farà tutto il necessario per ottenere il perdono.

Luca 10:13,14

Ci sono tantissimi brani che ci aiutano a capire la tristezza secondo Dio. Per esempio, in Luca 10, Gesù sta parlando alle città dove aveva compiuto molti miracoli e insegnato molto, ma che non si sono veramente ravvedute. Notate come Gesù descrive quello che sarebbe stato il cuore di Tiro e Sidone, se avessero ricevuto una testimonianza così forte. Cristo sta descrivendo la tristezza secondo Dio. Seguite mentre vi leggo Luca 10:13,14.

“13 Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! Perché se in Tiro e in Sidone fossero state fatte le potenti opere compiute in voi, già da tempo si sarebbero ravvedute, vestendosi di sacco e sedendo nella cenere, 14 Perciò nel giorno del giudizio Tiro e Sidone saranno trattate con più tolleranza di voi.” (Luca 10:13-14 LND)

In questa descrizione, Gesù parla di come si sarebbero ravveduti, vestendosi di sacco e sedendo nelle ceneri. Poi, il vero ravvedimento è il frutto della tristezza secondo Dio, una tristezza così profonda che spinge la persona ad essere gravemente afflitta, al punto che non può fare altro che essere aggravato per il proprio peccato. Questo esempio è estremo. Immaginate una persona che si veste di sacco, e si siede per terra nelle ceneri, per quanto profondo è il dolore per il proprio peccato.

Uno in queste condizioni non può pensare a quello che ha subito dagli altri, perché è troppo aggravato per il proprio peccato. Questa è la tristezza secondo Dio.

Salmo 51

Troviamo un altro esempio della tristezza secondo Dio in Salmo 51. In questo Salmo, molto conosciuto, Davide descrive la sua condizione quando vede il suo peccato. Pensate a quanto è aggravato il suo cuore, mentre leggo questo Salmo.

“1 «Al maestro del coro. Salmo di Davide, quando il profeta Nathan venne a lui, dopo che egli aveva peccato con Bathsceba.» Abbi pietà di me, o DIO, secondo la tua benignità; secondo la tua grande compassione cancella i miei misfatti. 2 Lavami completamente dalla mia iniquità e purificami dal mio peccato. 3 Poiché riconosco i miei misfatti, e il mio peccato mi sta sempre davanti. 4 Ho peccato contro di te, contro te solo, e ho fatto ciò che è male agli occhi tuoi, affinché tu sia riconosciuto giusto quando parli e puro quando giudichi. 5 Ecco, io sono stato formato nell’iniquità e mia madre mi ha concepito nel peccato. 6 Ecco, a te piace la verità che risiede nell’intimo, e m’insegni la sapienza nel segreto del cuore. 7 Purificami con issopo, e sarò mondo; lavami, e sarò più bianco della neve. 8 Fammi sentire gioia e allegrezza, fa’ che le ossa che hai spezzato festeggino. 9 Nascondi la tua faccia dai miei peccati e cancella tutte le mie iniquità. 10 O DIO crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito saldo. 11 Non rigettarmi dalla tua presenza e non togliermi il tuo santo Spirito. 12 Rendimi la gioia della tua salvezza, e sostienimi con uno spirito volenteroso.
13 Allora insegnerò le tue vie ai trasgressori, e i peccatori si convertiranno a te. 14 Liberami dal sangue versato, o DIO, DIO della mia salvezza, e la mia lingua celebrerà con giubilo la tua giustizia. 15 O Signore, apri le mie labbra, e la mia bocca proclamerà la tua lode. 16 Tu infatti non prendi piacere nel sacrificio altrimenti te l’offrirei, né gradisci l’olocausto. 17 I sacrifici di DIO sono lo spirito rotto; o DIO tu non disprezzi il cuore rotto e contrito. 18 Fa’ del bene a Sion, per la tua benevolenza, edifica le mura di Gerusalemme. 19 Allora prenderai piacere nei sacrifici di giustizia, negli olocausti e nelle offerte da ardere interamente, allora si offriranno torelli sul tuo altare.” (Salmo 51:1-19 LND)

Dio ci dà questo Salmo per aiutarci a capire qual è il cuore di uno che è veramente ravveduto. E notate, che il cuore di uno che è veramente ravveduto è un cuore rattristato, un cuore gravemente rattristato.

Voglio specificamente notare quello che Davide dichiara nel versetto 3. Ve lo leggo di nuovo.

“3 Poiché riconosco i miei misfatti, e il mio peccato mi sta sempre davanti.” (Salmo 51:3 LND)

Notate che il peccato di Davide era sempre davanti a lui. In altre parole, Davide non riusciva a pensare ad altro. Non pensava ai suoi problemi, non pensava a come era stato trattato ingiustamente, non pensava ai peccati degli altri. Avendo la tristezza secondo Dio, Davide aveva una cosa sola nei suoi pensieri: il suo proprio peccato. Davide pensava costantemente al suo peccato. Questo lo spingeva a desiderare il perdono più di qualsiasi altra cosa. Questo è un chiaro frutto della tristezza secondo Dio.

Allora

Io prego che le verità che Dio ci dà in questi brani possano esserci chiare, e possano colpire i nostri cuori.

Quando pecchiamo, possiamo essere tristi per il peccato senza il vero ravvedimento. Infatti, uno può essere profondamente rattristato, e avere grandi lacrime, ma non avere la tristezza secondo Dio, e perciò, non arrivare al ravvedimento. Vi leggo Ebrei 12:16,17. Questo brano parla di Esaù, che vendette il suo diritto di primogenitura. Dopo, era profondamente rattristato per quello che aveva fatto, ma non era ravveduto. La sua era una tristezza dal mondo. E portava alla morte. Ascoltate mentre leggo.

“16 e non vi sia alcun fornicatore o profano, come Esaù, che per una vivanda vendette il suo diritto di primogenitura. 17 Voi infatti sapete che in seguito, quando egli volle ereditare la benedizione, fu respinto, benché la richiedesse con lacrime, perché non trovò luogo a pentimento.” (Ebrei 12:16-17 LND)

Nel greco, la parola che qui è tradotto come pentimento è la stessa parola che è tradotta altrove come ravvedimento. Esaù aveva una tristezza profonda, ma non era secondo Dio, e perciò, non ha prodotto in lui il vero ravvedimento.

Fratelli e sorelle, e tutti coloro che mi ascoltano, dobbiamo capire che una grande tristezza per il peccato non vuol dire, in sé, che quella tristezza sia secondo Dio. Il fatto che uno è molto aggravato il fatto che uno piange tanto, non vuol dire che quella persona ha la tristezza secondo Dio.

Come si può riconoscere se la propria tristezza è quella secondo Dio? Come si può aiutare altri a riconoscere la loro tristezza, se è secondo Dio o no?

La risposta è semplice, e viene dalla parola di Dio. Quando ci sono le evidenze che abbiamo letto in questo brano, quando la tristezza porta ad essere completamente focalizzato sul proprio peccato, e non su quello che gli altri hanno fatto, quando uno è consumato con il desiderio di essere perdonato e purificato per il proprio peccato, quando questo peso per il proprio peccato vuol dire che non si pensa minimamente a eventuali peccati che gli altri hanno commesso, allora, c’è frutto della tristezza secondo Dio.

Quando, come abbiamo letto in Salmo 51, la tristezza per il peccato spinge ad un'umiliazione totale, e ad un profondo desiderio di essere riconciliato di nuovo con Dio, allora, è un buon segno.

Quando la tristezza per il peccato ci spinge ad essere pronto a fare qualsiasi cosa per mettere a posto la tua vita, per togliere il peccato, per camminare in santità, per fare restituzione, per chiedere perdono agli altri, in modo chiaro, dettagliato, e senza mezzi termini, allora, è un buon frutto.

Molto spesso, la tristezza che uno dice di avere per il peccato è la tristezza del mondo, è la tristezza di Esaù, è una tristezza che porta alla morte.

La tristezza secondo Dio porta al vero ravvedimento. Nel vero ravvedimento, si confessa, in modo specifico e dettagliato, il proprio peccato. E non solo, ma nel vero ravvedimento, si abbandona il peccato. Non si continua a camminare nel peccato.

Perciò, a ciascuno dico: quando tu hai peccato nella tua vita, lascia stare completamente di pensare a quello che gli altri hanno fatto contro di te, almeno secondo i tuoi ragionamenti. Lascia stare completamente pensare a motivazioni o giustificazione per il tuo peccato. Concentrati su quanto è grave la tua condizione davanti ad un Dio tre volte santo. Pensa a quanto è grave il TUO peccato, e a quando il tuo cuore è marcio, a quanto il TUO peccato è un offesa a Dio.

Ricordati che la Bibbia insegna che i peccati degli altri non possono contaminarti, non possono creare una barriera fra te e Dio. Sono solo i TUOI peccati che ti contaminano. Sono solo i TUOI peccati che creano una barriera fra te e Dio.

Quindi, è stoltezza, ed è anche un grave peccato, focalizzare su quello che gli altri hanno fatto a TE.

Chi vive così, mostra di non avere la tristezza secondo Dio. Continuare in quella via porta alla MORTE eterna.

Invece, chi vive guardando a Cristo, e alla santità, e perciò, vede il PROPRIO peccato, ed è aggravato per il proprio peccato, e ha la tristezza secondo Dio, quella persona si ravvederà, sarà perdonata, e sarà purificata. Grazie a Dio, quando noi abbiamo la tristezza secondo Dio, e come parte di quello confessiamo i nostri peccati a Dio, Dio è fedele a giusto a perdonarci, completamente, e a purificarci, per mezzo di Gesù Cristo.

Leggo 1Giovanni 1:8,9.

“8 Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. 9 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.” (1Giovanni 1:8,9)

Grazie a Dio per Gesù Cristo. Per mezzo di Lui, possiamo essere pienamente perdonati per i nostri peccati.

Quando pecchi, prega Dio di convincerti, di aggravarti, in modo che tu puoi vedere la tua povertà spirituale, e tu puoi fare il vero cordoglio, per essere mansueto, per essere affamato e assetato per la giustizia che arriva con il perdono e la purificazione. E allora, avrai la tristezze di Dio, ti ravvederai, e sarai perdonato, e riprenderà è un cammino di santità, e di umiltà davanti a Dio. Allora, avrà il frutto della salvezza.

Grazie a Dio che ci mostra il nostro peccato. Umiliamoci davanti a Lui, per ottenere il perdono che Gesù Cristo ha comprato per noi.