Nel mondo dell’atletica, per ogni atleta che arriva ad ottenere il premio, ce ne sono tanti che non ci arrivano mai.
Ormai, non è solo perché non sono bravi. Più volte leggiamo di atleti che vengono squalificati perché avevano usato qualche sostanza vieta per aumentare le loro capacità. Immaginate la delusione di qualcuno che, dopo anni di grandissimi sacrifici nella speranza di ottenere una medaglia d’oro, perde tutto in un attimo perché non ha seguito le regole.
Poi, ci sono coloro che vorrebbero ottenere un premio, ma non hanno la disciplina di perseverare. Iniziano bene, ma poi, anziché tenere gli occhi fissi sul premio, vengono distratti da altre cose, spesso cose di poca importanza, e alla fine, non ottengono il premio. Anni di duri allenamenti ma, senza la perseveranza, sono tutti sprecati. Tanta fatica, senza ricevere il premio.
La Bibbia spiega che anche noi credenti siamo in una gara, stiamo correndo verso il premio. Però, il nostro premio è qualcosa del tutto differente del premio che il mondo offre. Leggiamo 1Corinzi 9:24-25, in cui Paolo spiega che noi siamo in una gara, e dobbiamo correre in modo da conquistare il premio. Seguite mentre leggo.
“24 Non sapete voi che quelli che corrono nello stadio, corrono bensì tutti, ma uno solo ne conquista il premio? Correte in modo da conquistarlo. 25 Ora, chiunque compete nelle gare si auto-controlla in ogni cosa; e quei tali fanno ciò per ricevere una corona corruttibile, ma noi una incorruttibile.” (1Corinzi 9:24-25 LND)
Il mondo offre tantissimi tipi di premio. Ci offre piaceri, ci offre cose materiali, ci offre l’approvazione degli uomini, e tante altre cose. Però, sono tutti premi corruttibili. Tutti perdono il loro valore.
I premi più grandi del mondo perderanno tutto il loro valore.
Quanto diverso è il premio che Dio offre ai credenti quando arriveremo al giudizio finale. Quel premio durerà per tutta l’eternità, e avrà un immenso valore per sempre. La Bibbia descrive il premio che riceveremo da Dio come una corona. In Apocalisse 4, notate quello che gli anziani intorno al trono fanno con le loro corone. Leggiamo da Apocalisse 4:2-4 e 8-11.
“2 E subito fui rapito in spirito; ed ecco, un trono era posto nel cielo e sul trono stava uno seduto. 3 E colui che sedeva era nell’aspetto simile a una pietra di diaspro e di sardio; e intorno al trono c’era un arcobaleno che rassomigliava a uno smeraldo. 4 E intorno al trono c’erano ventiquattro troni, e sui troni vidi seduti ventiquattro anziani vestiti di bianche vesti; e sul loro capo avevano delle corone d’oro.” (Apocalisse 4:2-4 LND)
“8 E i quattro esseri viventi avevano ognuno sei ali e intorno e dentro erano pieni di occhi; e non cessano mai né giorno né notte, di dire: "Santo, santo, santo e il Signore Dio, l’Onnipotente, che era, che è e che ha da venire!". 9 E ogni volta che gli esseri viventi rendono gloria, onore e grazie a colui che siede sul trono, a colui che vive nei secoli dei secoli, 10 i ventiquattro anziani si prostrano davanti a colui che siede sul trono e adorano colui che vive nei secoli dei secoli, e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo: 11 "Degno sei, o Signore, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà esistono e sono state create".” (Apocalisse 4:8-11 LND)
Avete notato che gli esseri viventi rendono gloria a Dio giorno e notte, e ogni volta, gli anziani gettano le loro corone davanti al trono di Dio. Quando vedremo Dio nella sua gloria, allora, la nostra gioia più grande sarà di glorificare Dio per tutta l’eternità, offrendo i nostri premi a Lui. Che gioia sarà avere un premio grande da offrire a Dio!
Nessun premio sulla terra è minimamente paragonabile al premio eterno che possiamo ottenere se viviamo guardando avanti.
Cercare un tesoro terreno vuol dire correre nella direzione contraria a quella in cui si corre per ottenere un tesoro celeste.
Dobbiamo capire che non si può cercare sia un premio terreno che un premio celeste. Si cerca o l’uno o l’altro. Allora, quanto è importante che corriamo, ovvero che viviamo, impegnandoci con tutto il nostro cuore per ottenere il premio celeste, anziché un premio terreno!
Tornando all’esempio dell' atleta, ricordate che un atleta può essere squalificato. Può correre veloce, però, se non segue le regole, viene squalificato e non ottiene il premio. Fratelli miei, dobbiamo riconoscere che anche noi, nella vita cristiana, possiamo correre in modo da non ricevere il premio. Il nostro peccato ci squalifica, perciò dobbiamo essere sempre pronti a confessare i nostri peccati.
Voglio evidenziare una grande differenza tra la gara cristiana e una gara atletica. A differenza delle gare atletiche, nella gara per un premio celeste, non c’è concorrenza fra credenti. Ognuno ha la possibilità di vincere il proprio premio dal Signore. Infatti, chi corre bene aiuta anche gli altri a vincere i loro premi.
Come non essere squalificati
Oggi, voglio considerare un brano che ci parla di come correre in modo da conquistare il premio celeste. Leggiamo attentamente questo brano, ed esaminiamoci per vedere in quale modo possiamo correre meglio.
Leggete con me 1Corinzi 9:24-27.
“24 Non sapete voi che quelli che corrono nello stadio, corrono bensì tutti, ma uno solo ne conquista il premio? Correte in modo da conquistarlo. 25 Ora, chiunque compete nelle gare si auto-controlla in ogni cosa; e quei tali fanno ciò per ricevere una corona corruttibile, ma noi, una incorruttibile. 26 Io dunque corro, ma non in modo incerto; così combatto, ma non come battendo l’aria; 27 anzi disciplino il mio corpo e lo riduco in schiavitù perché, dopo aver predicato agli altri, non sia io stesso riprovato.” (1Corinzi 9:24-27 LND)
In questo brano, Dio ci elenca quattro qualità che sono necessarie per potere ottenere un premio eterno. Consideriamo queste cose, e esaminiamoci, per vedere se stiamo correndo bene.
Queste qualità sono:
1) Correre in modo da vincere il premio 2) avere autocontrollo in ogni cosa 3) combattere in modo che ogni pugno colpisca il bersaglio 4) trattare duramente il nostro corpo, che è la carne.
Consideriamo queste qualità.
Correre in modo da vincere il premio
La prima cosa che serve per poter conquistare il premio è di correre in modo da vincere il premio. Che cosa vuol dire?
Pensate ad uno che corre in atletica leggera. Potrebbe vincere se iniziasse a correre, ma poi, lasciasse la pista per parlare con i suoi amici, durante la gara? Potrebbe vincere un premio se si sedesse durante la gara per mangiare un gelato? Assolutamente no.
Un atleta che vuole vincere il premio rimane nella sua pista, e corre con gli occhi fissi al traguardo. In altre parole, ogni atleta corre concentrato sul premio che vuole vincere. Non si lascia distrarre. Corre in modo certo, sa esattamente quale premio vuole vincere.
Come credenti, il nostro premio eterno dipenderà da come corriamo in questa gara. Perciò, anche noi dobbiamo correre in modo certo, deciso, tenendo i nostri occhi sul premio ogni giorno. Altrimenti, perderemo il premio eterno che Dio ha preparato per noi.
Voglio chiedere a ciascuno di voi: come stai vivendo la tua vita? Vivi ogni giorno pensando ai traguardi terreni, pensando alle cose che il mondo offre e che ci sono da fare, oppure guardi alle cose eterne, anche quando devi compiere una lavoro terreno?
Per conquistare il premio celeste, dobbiamo guardare avanti ogni giorno. Fra l’altro, questo vuol dire essere costante nella lettura e nello studio della Parola di Dio, e anche nella preghiera. Vuol dire non trascurare la comunione fraterna, che è importante per ricevere l’insegnamento, l’incoraggiamento, l’edificazione e l’esortazione che ci serve.
Poi, c’è qualcos’altro che serve per correre in modo da vincere il premio, forse la cosa più importante di tutte.
Per capire che cos'è, ricordate quello che squalifica un credente dalla gara: il peccato. Il peccato non confessato ci squalifica.
Perciò, per vincere il premio e non essere squalificati, dobbiamo essere pronti a riconoscere umilmente i nostri peccati, e a confessarli, sia a Dio che gli uni agli altri.
In 1Giovanni 1:8,9 leggiamo:
“8 Se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. 9 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto, da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.” (1Giovanni 1:8-9 LND)
Poi, in Giacomo 5:16, leggiamo:
“Confessate i vostri falli gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri, affinché siate guariti; molto può la preghiera del giusto, fatta con efficacia.” (Giacomo 5:16 LND)
Il nostro peccato non confessato ci squalifica. Dobbiamo confessare ogni peccato a Dio, e dobbiamo confessare i peccati commessi davanti agli altri a loro.
Quindi, dobbiamo correre in modo da vincere il premio. Dobbiamo tenere il premio sempre davanti ai nostri occhi, in modo da correre per conquistarlo.
Ricordate che la vita cristiana è una vita di FEDE, ovvero tenere gli occhi su quello che ci sta davanti. Come leggiamo in Romani 1:17
“Perché la giustizia di Dio è rivelata in esso di fede in fede, come sta scritto: "Il giusto vivrà per fede".” (Romani 1:17 LND)
Solo quando guardiamo avanti, al nostro premio celeste, possiamo scegliere bene, giorno per giorno, e correre in modo da conquistare il premio eterno.
Correre bene comprende, soprattutto, riconoscere e confessare umilmente il peccato. Comprende essere fedeli nell'usare i nostri doni spirituali, e ricevere dagli altri. Vuol dire essere assidui nel cibare le nostre anime con la Parola di Dio. Vuol dire prendere ogni giorno la decisione , non solo di evitare il peccato, ma anche di scegliere le cose eccellenti che ci porteranno più vicini a Dio. Dobbiamo mirare a dare la gloria a Dio in ogni decisione che prendiamo.
Questo è l’unico modo di correre in modo da conquistare il premio.
Avere autocontrollo in ogni cosa
Il secondo principio che Dio ci insegna in questo brano è che per ottenere il premio, dobbiamo avere autocontrollo in ogni cosa, in ogni campo della vita. Un ciclista in sovrappeso di 30 chili potrebbe sperare di vincere una gara? Che assurdo sarebbe per un atleta fare le ore piccole la notte prima di una gara guardando la TV!
Chiaramente, non riusciamo ad immaginare un atleta così, perché un atleta che veramente vuole vincere il premio si autocontrolla in ogni cosa.
Anche noi, che abbiamo davanti a noi un premio eterno, dobbiamo avere autocontrollo in ogni cosa.
Che cosa vuol dire avere autocontrollo in ogni cosa? Ricordate che il metro di Dio non è il metro del mondo, e neppure è il metro degli altri credenti intorno a noi.
Avere autocontrollo vuol dire non lasciarci guidare dalla nostra carne in alcun campo della vita. Quando l’orgoglio non vuole umiliarsi per confessare il peccato, l'autocontrollo combatte l’orgoglio e si umilia. Quando la carne vuole sfogarsi in un modo che in sé non è peccato, però non dà gloria a Dio, l’autocontrollo dice “no” alla carne, e usa quel tempo in modo da edificare gli altri e glorificare Dio.
Quando la carne vuole un premio terreno, l’autocontrollo spinge la persona a vivere per il premio eterno.
Se tu vivi con autocontrollo in ogni campo della vita, sarai visto come esagerato da molti credenti. Viviamo in un'epoca in cui tanti credenti non vivono per un premio eterno e giudicano esagerato chi vive totalmente per quel premio.
Però, non importa come gli altri ti vedono. Quello che è importante è conquistare il premio più meraviglioso possibile. Tu, tieni i tuoi occhi su Cristo, pensa alle cose celesti, scegli di desiderare quello che dura per l’eternità.
Quindi, per conquistare il premio, dobbiamo correre in modo da vincere il premio e dobbiamo avere autocontrollo in ogni cosa.
Combattiamo in modo che ogni pugno colpisca il bersaglio
Un terzo principio importante che impariamo da questo brano è di combattere in modo che ogni pugno colpisca il bersaglio, anziché l’aria.
Che senso avrebbe per un pugile, in un duro combattimento, battere l’aria, sprecando le sue forze? Sarebbe un modo sicuro per perdere la gara. Che stoltezza sarebbe per un soldato, durante la battaglia, sparare nell’aria, anziché al nemico, mentre l’avversario spara a lui!
Così come le forze di un pugile e i proiettili di un soldato sono limitati e sono da usare bene, anche le nostre risorse sono limitate. Siamo tutti limitati rispetto al tempo che abbiamo. Se investi tempo in una buona cosa, non puoi investire quel tempo in una cosa eccellente. Quindi, la scelta di come investiamo il nostro tempo è estremamente importante. Non dobbiamo dare alcuno spazio alla carne.
Certamente, lo stesso vale per come spendiamo i nostri soldi, per quale compagnia scegliamo, e per ogni altro tipo di scelta.
Abbiamo nemici che cercano di distoglierci dall’eternità. Il nostro nemico peggiore, contro il quale dobbiamo combattere, è la nostra carne, le nostre tendenze naturali. Poi c’è anche l’influenza del mondo e del peccato intorno a noi. Dobbiamo lottare contro queste cose. Dobbiamo lottare contro la nostra tendenza naturale ad essere pigri, a non impegnare bene il nostro tempo per l’eternità, a cercare soddisfazione nelle cose del mondo, e dobbiamo combattere contro il nostro orgoglio.
Affinché ogni cosa che facciamo abbia un valore in termini di eternità, dobbiamo valutare attentamente ogni scelta, considerando se è la più eccellente. Certamente, ci sono tante scelte sbagliate, che ci allontano da Dio. Queste sono da evitare completamente. Però, ci sono anche delle scelte che comprendono aspetti buoni, ma non sono eccellenti. Per conquistare veramente il premio, dobbiamo valutare ogni scelta, e scegliere quella che è eccellente.
È facile vivere ogni giorno così come viene, senza pensare a come agire, in parole e opere, per la gloria di Dio. È facile non avere chiari traguardi eterni per il giorno, per la settimana, e per l’anno. Ma se viviamo così, perderemo il premio che avremo potuto avere. Che immenso spreco, che immensa tristezza quando vedremo Cristo.
Far arrivare ogni colpo al bersaglio vuol dire valutare ogni scelta, non solo in base a ciò che è lecito, ma in base a al frutto eterno che può portare e all'opportunità di essere più santi.
In pratica, questo vuol dire avere una vita molto organizzata, con chiari traguardi tutti i giorni. Se non abbiamo l'obiettivo chiaro di leggere la Bibbia, possiamo trascurare la lettura. Se non abbiamo un piano per aver comunione con gli altri e parlare di Dio, non succederà. Se non ci organizziamo per cercare persone da evangelizzare, il più delle volte, non avremo porte aperte, non perché Dio non le avrà aperte, ma perché non le stavamo cercando.
Sopra ogni altra cosa, dobbiamo mirare bene prima di sferrare un pugno nella lotta contro il nostro peccato. Dobbiamo riconoscere i nostri peccati, e combattere duramente per farli morire in noi. La Bibbia ci insegna questo in Colossesi 3:5
“Fate dunque morire le vostre membra che sono sulla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e avidità, che è idolatria;” (Colossesi 3:5 LND)
Il modo di far morire il nostro peccato è di riconoscerlo, e poi, di confessarlo umilmente a Dio e agli altri. Essere pronti ed umili nel confessare i nostri peccati gli uni agli altri è una chiave per vivere in santità e conquistare il premio eterno.
Per far arrivare ogni colpo al bersaglio, dobbiamo riconoscere situazioni che ci tentano, per stare in guardia, e quando è possibile, per cercare di evitare la tentazione. Per esempio, possiamo scegliere di evitare alcune compagnie, o possiamo scegliere di evitare certi posti.
Quando riconosciamo situazioni in cui sprechiamo tempo, dobbiamo pensare a come cambiare per usare bene il nostro tempo.
È solo quando viviamo per fede, pensando al nostro premio eterno come un atleta pensa al premio, che possiamo avere la motivazione di fare arrivare ogni colpo al bersaglio. Se non guardiamo al traguardo, saremo distratti dalle cose terrene. Quindi, dobbiamo tenere i nostri occhi sul traguardo di stare nella presenza di Cristo.
Un modo di prendere la mira prima di colpire è essere molto sensibile a tutto quello che Dio ci dice. Dio ci parla tramite la Bibbia, tramite l’insegnamento, e tramite altri credenti. Ascoltiamo e accogliamo tutto quello che Dio ci dichiara. Facciamo arrivare ogni colpo al bersaglio. Usiamo bene ogni scelta.
Trattare duramente il nostro corpo
Il quarto principio che questo brano ci insegna è quello di trattare duramente il nostro corpo.
Leggo di nuovo 1 Corinzi 9:27
“anzi disciplino il mio corpo e lo riduco in schiavitù perché, dopo aver predicato agli altri, non sia io stesso riprovato.” (1Corinzi 9:27 LND)
Qui, Paolo parla di trattare duramente il nostro corpo e di ridurlo in schiavitù. Questo è necessario per poter ottenere il vero premio, e non essere riprovato, ovvero, squalificato.
Un atleta fa questo con il suo corpo. Per esempio, quando unatleta che fa maratone sta facendo allenamento, spesso, il suo corpo soffre e vorrebbe fermarsi. Se tu guardi le facce di quelli che arrivano per primi in una gara, spesso, hanno un'espressione di dolore, perché spingono il corpo oltre il punto in cui il corpo vorrebbe fermarsi. Chi fa l’atleta non si limita a quello che è comodo per il suo corpo. Tratta duramente il suo corpo, sia nell’allenamento, sia nelle gare. Perché fa così? Tratta duramente il suo corpo perché soltanto facendo così può vincere il premio. È disposto a trattare duramente il suo corpo, perché ha in mente il premio che desidera così profondamente.
Anche noi credenti dobbiamo avere in mente il nostro premio, e trattare duramente i nostri corpi. Dobbiamo anche noi ridurre il nostro corpo in schiavitù, anziché lasciare che la carne faccia ciò che vuole.
È essenziale comprendere che il “corpo” di cui Paolo parla in questo brano non è il corpo fisico. Piuttosto, rappresenta la nostra carne, l’aspetto peccaminoso di noi, quello che combatte contro lo Spirito. Quindi, Paolo non parla del corpo fisico. È importante capire che trattare il corpo fisico duramente non ci giova. In Colossesi 2, Paolo ci insegna che non c’è alcuno vantaggio spirituale nel trattare duramente il nostro corpo fisico. Leggo Colossesi 3:20-23 20
“20 Se dunque siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché vi sottoponete a dei precetti come se viveste nel mondo, quali: 21 "Non toccare, non assaggiare, non maneggiare," 22 tutte cose che periscono con l’uso, secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini? 23 Queste cose hanno sì qualche apparenza di sapienza nella religiosità volontariamente scelta, nella falsa umiltà e nel trattamento duro del corpo, ma nessun altro valore che soddisfare la carne.” (Colossesi 3:20-23 LND)
Trattare duramente il corpo fisico, nel senso di fare digiuni, privarsi del sonno e cose simili, non è un aiuto spirituale, anzi, tende a soddisfare la carne, ovvero, fa credere che c’è qualche merito.
Quello che dobbiamo trattare duramente è la nostra natura carnale. La parola tradotta “trattare duramente” vuol dire dare un pugno e fare un occhio nero. Quindi, è un termine molto forte. Dobbiamo trattare molto duramente la nostra carne, cioè la nostra tendenza a peccare.
Dobbiamo trattare duramente la nostra natura carnale, e ridurla in schiavitù, assoggettarla allo Spirito Santo che è in noi. Questo è un aspetto essenziale del comandamento di camminare per lo Spirito.
In Marco 8:34, Gesù dichiara:
“Poi chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: "Chiunque vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Marco 8:34 LND)
Il senso di rinnegare se stesso è di dire “no” alla carne. In Colossesi 3:20-23, abbiamo letto che dobbiamo mettere a morte la carne. Qui, leggiamo che dobbiamo trattare duramente la carne.
Finché siamo in questo mondo, la nostra carne combatterà contro di noi. Noi dobbiamo combattere duramente contro la carne. Dobbiamo combattere la carne in ogni campo della vita, nelle cose piccole e nelle cose grandi.
Dare spazio alla carne in qualsiasi campo rende la carne più forte. Quindi, dobbiamo combattere contro la carne in tutto. Per esempio, dobbiamo combattere contro la carne nel modo di mangiare, per non mangiare troppo, e per mangiare in modo sano. Dobbiamo combattere contro la carne per non andare a letto troppo tardi, e soffrire per mancanza di sonno. Dobbiamo combattere contro la carne che vuole l’approvazione degli uomini. Dobbiamo combattere contro la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi, e la superbia della vita. Dobbiamo combattere duramente ogni volta che la carne si innalza in qualsiasi modo. Questa è una battaglia giornaliera. In Cristo, possiamo avere vittoria. Però, dobbiamo continuare a combattere duramente contro la nostra carne.
La nostra carne è un nemico furbo e potente. Se lasciamo andare la carne, se diamo spazio al peccato, anche solo un po’, diventa più difficile combatterla la volta successiva. Dobbiamo lottare sempre. Grazie a Dio, abbiamo lo Spirito Santo in noi, per aiutarci a lottare nella sua forza. Per ottenere il premio, non dobbiamo mai scendere a compromessi con il peccato. Dobbiamo trattare duramente la nostra carne.
Ricordate che ci sono tre categorie principali di peccato, e perciò, tre campi in cui dobbiamo combattere duramente. 1Giovanni 2:15,16 ci parla di queste tre categorie di peccato.
“15 Non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui. 16 perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non è dal Padre, ma è dal mondo.” (1Giovanni 2:15-16 LND)
Per ricevere il meraviglioso premio eterno che Dio ha preparato per noi, dobbiamo lottare duramente contro la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi, e la superbia della vita.
La concupiscenza della carne consiste principalmente nei desideri sessuali al di fuori del matrimonio, nel desiderio di mangiare troppo, e nella pigrizia. Ogni persona ha queste tendenze, e noi che stiamo correndo per un premio eterno dobbiamo lottare duramente contro ogni forma di concupiscenza della carne.
La concupiscenza degli occhi è quel tendenza a guardare e poi desiderare. Basta andare in un concessionario per cominciare a credere che la tua macchina è troppo vecchia e hai bisogno di cambiarla. Basta andare nei negozi per credere che ci sono tante cose nuove che potrebbero servirti. L’economia moderna dipende dalla concupiscenza degli occhi.
Come credenti, Dio ci comanda di essere contenti con il minimo che serve per vivere, come leggiamo in 1Timoteo 6:6-8
“6 Ora la pietà, assieme all’essere contento, è un grande guadagno. 7 Non abbiamo infatti portato nulla nel mondo, ed è chiaro che non possiamo portarne via nulla, 8 ma quando abbiamo di che mangiare e di che coprirci, saremo di questo contenti.” (1Timoteo 6:6-8 LND)
Dio ci chiama ad essere contenti con quello che abbiamo, se abbiamo di che mangiare e di che coprirci. Questo è il contrario della concupiscenza degli occhi. Dobbiamo combattere duramente contro la concupiscenza degli occhi.
Poi, dobbiamo combattere contro la superbia della vita. Questa è il desiderio di ricevere gloria ed essere riconosciuto dagli altri. La superbia della vita ci spinge a non voler riconoscere e confessare i nostri peccati. È quello che sta dietro il desiderio di apparire bello o bravo davanti agli altri. Vogliamo essere visti bene dagli altri. Vogliamo la loro approvazione. La superbia della vita è quello che spinge un bambino a voler essere visto dagli altri come bravo. Spinge la ragazza a voler essere vista come bella. Spinge una donna a desiderare complimenti per la sua cucina. Può spingere un uomo a cercare di apparire bravo o forte, o ad avere successo. Dobbiamo combattere contro i tantissimi modi in cui cerchiamo di innalzarci.
In tutto quello che facciamo, dobbiamo cercare di piacere a Dio, anziché agli uomini, come dichiara l’Apostolo Paolo in 1Tessalonicesi 2:4.
“ma, come siamo stati approvati da Dio da esserci affidato l’evangelo, così parliamo non in modo da piacere agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori.” (1Tessalonicesi 2:4 LND)
Quindi, dobbiamo trattare duramente il nostro corpo, cioè, trattare molto duramente la nostra natura di peccato. Ci troviamo in una guerra, e non dobbiamo mai dare tregue alla nostra carne. C'è in gioco il nostro premio eterno.
Ricordate che il nostro premio eterno sarà basato su come abbiamo costruito sulla fondamenta della nostra salvezza. Vi leggo 1Corinzi 3:11-15.
“11 perché nessuno può porre altro fondamento diverso da quello che è stato posto, cioè Gesù Cristo. 12 Ora, se uno costruisce sopra questo fondamento con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, stoppia, 13 l’opera di ciascuno sarà manifestata, perché il giorno la paleserà; poiché sarà manifestata mediante il fuoco, e il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno. 14 Se l’opera che uno ha edificato sul fondamento resiste, egli ne riceverà una ricompensa, 15 ma se la sua opera è arsa, egli ne subirà la perdita, nondimeno sarà salvato, ma come attraverso il fuoco.” (1Corinzi 3:11-15 LND)
Come investiamo per l’eternità qua determinerà il premio che avremo per tutta l’eternità. Possiamo investire solo adesso.
Applicazioni
Allora, alla luce del fatto che davanti a noi c’è l’eternità, alla luce del fatto che tutto finirà, e che perderemo tutto quello che abbiamo, le cose materiali, i rapporti, l’approvazione degli uomini, alla luce di tutto questo, viviamo per l’eternità.
Ricordate che ci troveremo davanti a Dio per il giudizio. In quel giudizio, in base a come abbiamo vissuto qua, potremo ricevere il premio che avremo per l’eternità.
Corriamo la gara che ci è posta davanti, pensando sempre al desiderio di ricevere il premio più grande, che possiamo poi presentare a Gesù Cristo. Questo è quello che vale per la vita. Questo è quello che rende la vita benedetta. Impegniamoci con tutto il nostro cuore per quello che vale per tutta l’eternità.
Ricordate l’esempio dell’atleta. Egli vuole vincere la medaglia d’oro. Perciò, è disciplinato in tutto. Non si lascia vivere in base a quello che ha voglia di fare o di non fare. Egli vive secondo quello che sa che lo porterà a vincere il premio.
Viviamo anche noi con tanta autodisciplina. Usiamo bene ogni minuto della giornata. Non accettiamo di fare le cose buone, piuttosto cerchiamo di fare le cose eccellenti. Viviamo per quello che porta gloria a Dio, perché così avremo un grande premio, da gettare ai piedi di Gesù Cristo.
Ricordate che chi vive per l’eternità sarà visto come fanatico da chi vive per un tesoro terreno. Chi non ha Cristo non può capire chi vive per l’eternità. Tristemente, anche tanti credenti non capiscono, perché tendono a vivere per i tesori terreni.
Non confrontiamoci con il mondo, né con altri credenti. Confrontiamoci con la Parola di Dio. Corriamo sempre in avanti, per godere della presenza di Cristo ora, e per l'eternità.
Valutiamo come usiamo il nostro tempo, valutiamo qual è la nostra compagnia, valutiamo i nostri pensieri e ragionamenti. Viviamo pronti a confessare ogni peccato. Viviamo in modo moderato ogni cosa, secondo il metro di Dio. Combattiamo duramente contro la nostra carne, il peccato in noi, per non essere squalificati. Viviamo per ottenere il premio eterno.
Ringraziamo Dio per la salvezza, che ci dà il privilegio di correre nella gara, e ringraziamo Dio per il premio che Egli ha riservato per noi.