Chi di voi ha mai fatto un trasloco che lo ha portato a lasciare la casa e andare in un'altra città, o un altro paese?
Finché si vive in un posto, e non è previsto un trasloco, è facile che la vita dove si trova riempia i pensieri. Invece, quando si sa di dover lasciare una casa, e andare in un posto nuovo, cambia come si vede la vita nella vecchia casa.
Finché la mia casa è dove vivo, e non ho in mente di traslocare, sento il pieno peso di ogni problema della mia casa e la mia vita in quel posto. I miei pensieri sono presi con tutti gli avvenimenti e le situazioni che mi circondano tutti i giorni.
Invece, quando so che sono qua per un tempo limitato, e che ho una nuova dimora, e tengo questo in mente, tutti i problemi mi pesano molto meno.
Pensando ad un trasloco, prima del giorno del trasloco, quando si sa che si sta per lasciare la casa, pur avendo del tempo ancora là, non si vive nello stesso modo di prima. Sapendo di andare via, non si vede la casa più come la propria casa, ma, piuttosto, come una dimora temporanea, un posto che vedi e tratti tutto un altro modo rispetto a prima. Se ci sono problemi o cose che non vanno bene, esse non ti pesano perché sai che sei in partenza.
In una tale condizione non ti vedi più come un abitante di quella casa, ma come uno in soggiorno, un viaggiatore, un individuo che per il momento sta ancora in quel posto ma che presto lo lascerà.
Per noi che abbiamo Gesù Cristo, questo mondo non è la nostra vera casa. Siamo cittadini del cielo, pellegrini in questo mondo, che non è più casa nostra. Vi leggo Filippesi 3:20,21
“20 la nostra cittadinanza infatti è nei cieli, da dove aspettiamo pure il Salvatore, il Signor Gesù Cristo, 21 il quale trasformerà il nostro umile corpo, affinché sia reso conforme al suo corpo glorioso, secondo la sua potenza che lo mette in grado di sottoporre a sé tutte le cose.” (Filippesi 3:20-21 LND)
Visto che in Cristo siamo cittadini del cielo, più riusciamo a capire che il nostro corpo è solo una dimora temporanea, più riusciremo a vivere senza essere troppo attaccati a questa vita terrena. Se viviamo così, le cose che succedono in essa ci peseranno molto di meno perché capiremo sempre di più che questo mondo non è casa nostra. Siamo solo pellegrini, viandanti in attesa di arrivare alla vera casa nostra celeste.
Quando comprendiamo che questo mondo non è casa nostra, e quando teniamo questa verità in mente, cambia come viviamo. I problemi e le difficoltà di questa vita ci pesano molto di meno, perché sappiamo che lasceremo i problemi per sempre.
Questo non vuol dire che non si affronta i problemi, e non si utilizza le cose di questo mondo, e non vuol dire che non si può godere le benedizioni terrene. Però, la vera vita cristiana è una vita in cui si guarda in avanti, alla nostra eredità eterna, sapendo di essere pellegrini qua.
La vera gioia di un credente non è una vita terrena che ha pochi problemi. Piuttosto, la vera gioia di un credente è di sapere che il suo nome è scritto nel libro della vita, e che ha l'eternità con Dio.
Se noi non abbiamo ben salda questa speranza, i problemi della vita ci peseranno al punto di farci perdere la nostra gioia. Poi quando arriveremo agli ultimi anni della nostra vita terrena, saremo un disastro e il nostro cuore sarà turbato e agitato.
Certamente è giusto apprezzare il corpo e la vita che Dio ci ha dato mentre stiamo su questa terra. Apprezzare queste cose fa parte dell'essere riconoscenti per quello che abbiamo. Inoltre, come leggiamo in 1Timoteo 6, Dio ci ha dato le cose che abbiamo in questa vita da godere e da apprezzare:
Ordina ai ricchi di questo mondo di non essere orgogliosi, di non riporre la loro speranza nell'incertezza delle ricchezze, ma nel Dio vivente, il quale ci offre abbondantemente ogni cosa per goderne, (1 Timoteo 6:17 LND).
Quindi, in un senso limitato è buono apprezzare le benedizioni di questo mondo. Però, vogliamo soprattutto godere le benedizioni spirituali che abbiamo, che non dipendono dalle circostanze della vita.
La vera vita cristiana è una vita di fede, in cui si guarda sempre in avanti, alle benedizioni eterne con Dio in Gesù Cristo.
Vivendo così, i problemi di questa vita sono molto meno gravi, e non ci tolgono la gioia. Inoltre, vivendo così, non avremo paura quando arriviamo alla morte fisica. Piuttosto, avremo la gioia, finalmente, di entrare nella presenza di Dio.
Solo un commento per quanto riguarda la morte fisica. Quando un credente vive guardando in avanti giorno per giorno, e anno per anno, quando si arriva alla morte fisica, non avrà paura. Piuttosto, avrà gioia che ormai vedrà il Signore. Abbiamo avuto il privilegio di vedere vari credenti morire con grande gioia. Avevano vissuto guardando in avanti da anni, e quando è arrivato il loro momento, non vedevano l'ora di vedere Gesù Cristo faccia a faccia.
E per gli anni sulla terra, il fatto di vivere per fede, che vuol dire pensare attivamente del fatto di passare l'eternità con Dio, trasforma come si vive qua. Vuol dire vedere le difficoltà con tutta un'altra prospettiva.
Perciò, o tu che sei credente, tenendo questo in mente, fissa gli occhi del tuo cuore sul cielo, medita sul tuo incontro con Gesù Cristo. In Efesini impariamo che siamo già seduti con Cristo nei luoghi celesti. Vi leggo Efesini 2:4-6:
“4 Ma Dio, che è ricco in misericordia per il suo grande amore con il quale ci ha amati, 5 anche quando eravamo morti nei falli, ci ha vivificati con Cristo (voi siete salvati per grazia), 6 e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù,” (Efesini 2:4-6 LND).
Visto che già siamo spiritualmente seduti con Cristo in cielo, è giusto pensare molto e spesso alla nostra dimora eterna.
Dobbiamo pensare alla nostra dimora terrena non solo quando sapiamo di affrontare la morte fisica, ma durante tutta la vita sulla terra.
Infatti, la gioia della vita cristiana dipende molto dal fatto di tenere in mente la verità della nostra eternità. Leggo 1Pietro 1:3-9. Notate che la gioia viene sapendo dell'eredità che è conservata per noi, che diventerà realtà al ritorno di Cristo. Quindi, la gioia arriva guardando in avanti. Vi leggo 1Pietro 1:3-9.
“3 Benedetto sia il Dio e padre del Signor nostro Gesù Cristo, il quale nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, a una viva speranza per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti, 4 per un’eredità incorruttibile, incontaminata e immarcescibile, conservata nei cieli per voi 5 che dalla potenza di Dio mediante la fede siete custoditi, per la salvezza che sarà prontamente rivelata negli ultimi tempi. 6 A motivo di questo voi gioite anche se al presente, per un po' di tempo, dovete essere afflitti da varie prove, 7 affinché la prova della vostra fede, che è molto più preziosa dell’oro che perisce anche se vien provato col fuoco, risulti a lode, onore e gloria nella rivelazione di Gesù Cristo, 8 che, pur non avendolo visto, voi amate e, credendo in lui anche se ora non lo vedete, voi esultate di una gioia ineffabile e gloriosa, 9 ottenendo il compimento della vostra fede, la salvezza delle anime.” (1Pietro 1:3-9 LND)
La gioia più grande della vita cristiana è di gioire in quello che ci aspetta. Questo è un principio che Dio ci insegna nella natura. L'agricoltore trova gioia pensando alla raccolta. La madre nelle doglie trova gioia pensando al figlio che deve nascere. Il marinaio trova gioia pensando a come sarà bello essere riunito con sua famiglia.
La gioia della salvezza è molto legata al fatto di vivere tenendo gli occhi sull'eternità con Dio. Quindi, una chiave fondamentale della vita cristiana è per il credente di imparare a tenere in mente l'eternità con Dio ogni giorno. Vivere così trasforma come viviamo.
Quando fissiamo gli occhi sui problemi di oggi, viviamo male. Quando fissiamo gli occhi sulle cose del mondo che ci tentano, viviamo male. Per vivere bene, dobbiamo tenere gli occhi sull'eternità con Dio!
Brani che parlano di questo argomento
Per capire meglio questo discorso, consideriamo alcuni dei tanti brani biblici che si insegnano di guardare in avanti, alla nostra eternità con Dio. Questi brani ci aiuteranno a capire meglio questo discorso.
1Corinizi 7
Guardiamo insieme 1Corinzi 7:29-31. Questo brano parla del fatto che, alla luce dell'eternità, il nostro tempo sulla terra è molto breve. Dobbiamo vivere ricordando che le cose di questo mondo sono solo temporanee. Leggo 1Corinzi 7:29-31:
“29 Ma questo vi dico, fratelli, che il tempo è ormai abbreviato; così d’ora in avanti anche quelli che hanno moglie, siano come se non l’avessero; 30 e quelli che piangono, come se non piangessero; e quelli che si rallegrano, come se non si rallegrassero; e quelli che comprano, come se non possedessero; 31 e quelli che usano di questo mondo, come se non ne usassero, perché la forma attuale di questo mondo passa.” (1Corinzi 7:29-31 LND).
Certamente dobbiamo vivere in questo mondo, ma dobbiamo vivere pure ricordando che questo mondo non è casa nostra, che siamo solamente pellegrini in viaggio, viandanti in attesa di arrivare nella nostra vera casa. Quindi dobbiamo usare quello che possediamo in questa vita senza mai aggrapparci ad esso. Dobbiamo, per esempio, godere e curare i rapporti con gli altri, ricordando però che finiranno. È giusto piangere quando accadono cose tristi come, per esempio, la morte di una persona cara, ma allo stesso tempo dobbiamo ricordare che queste cose passeranno.
Cioè, è giusto apprezzare le cose preziose che Dio ci dà in questa vita, però non dobbiamo aggrapparci a queste cose perché sono solo temporanee. E non dobbiamo lasciarci aggravare dai problemi, sapendo che passeranno. Dobbiamo vivere in attesa di quello che ci aspetta in Cristo, che durerà per tutta l'eternità.
Galati 2:22 e Filippesi 1:21-24
Passiamo ora a Galati 2:20. L'apostolo Paolo ci insegna come vivere mentre siamo qui su questa terra:
“Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.” (Galati 2:20 LND).
Paolo trova la sua vita totalmente in Cristo Gesù. La vita che egli vive nella carne, ovvero la vita che riguarda questa terra, egli la vive nella fede del Figlio di Dio. Cioè, egli vive guardando in avanti, all'eternità con Cristo. La sua gioia sta nel fatto che sa che sarà sempre con Cristo. Il suo cuore non è per nulla attaccato alle cose di questa terra. Questo è il senso del vivere veramente in Cristo Gesù.
Un altro brano simile è quello che Paolo scrive in Filippesi 1:21-24. Mentre vi leggo questo brano, notate che Paolo era ben pronto ad impegnarsi per il bene degli altri mentre era qui sulla terra, ma aveva anche e sempre un grande desiderio di partire e stare col Signore:
“21 Per me infatti il vivere è Cristo, e il morire guadagno. 22 Ma non so se il vivere nella carne sia per me un lavoro fruttuoso, né posso dire che cosa dovrei scegliere, 23 perché sono stretto da due lati: avendo il desiderio di partire da questa tenda e di essere con Cristo, il che mi sarebbe di gran lunga migliore, 24 ma il rimanere nella carne è più necessario per voi.” (Filippesi 1:21-24 LND).
Paolo sapeva che, quando avrebbe lasciato il suo corpo, quello che lo aspettava in cielo era molto migliore di ciò che lasciava qui su questa terra. Perciò, per quanto egli amasse le persone ed era appassionato nello svolgere il suo ministero, Paolo sapeva che era di gran lunga meglio per lui lasciare questo mondo per andare con Cristo.
Fratelli, capire veramente questa verità è fondamentale per poter sopportare con gioia i dolori che fanno parte di questa vita. Comprendere appieno questa verità ci permette di gioire nel Signore, in qualunque circostanza nella quale ci troviamo.
2 Corinzi 5:1-10
Passiamo ora a 2Corinzi 5:1-10, un brano in cui Paolo ci ricorda che lasceremo questo corpo per apparire davanti al Signore. Questa verità dovrebbe guidarci in ogni momento di ogni giorno.
Leggo 2Corinzi 5:1-10, in cui Paolo descrive il corpo come una tenda:
1 Sappiamo infatti che se questa tenda, che è la nostra abitazione terrena, viene disfatta, noi abbiamo da parte di Dio un edificio, un’abitazione non fatta da mano d’uomo eterna nei cieli. 2 Poiché in questa tenda noi gemiamo, desiderando di essere rivestiti della nostra abitazione celeste 3 se pure saremo trovati vestiti e non nudi. 4 Noi infatti che siamo in questa tenda gemiamo, essendo aggravati, e perciò non desideriamo già di essere spogliati ma rivestiti, affinché ciò che è mortale sia assorbito dalla vita. 5 Or colui che ci ha formati proprio per questo è Dio, il quale ci ha anche dato la caparra dello Spirito. 6 Noi dunque abbiamo sempre fiducia e sappiamo che mentre dimoriamo nel corpo, siamo lontani dal Signore. 7 Camminiamo infatti per fede, e non per visione. 8 Ma siamo fiduciosi e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e andare ad abitare con il Signore. 9 Perciò ci studiamo di essergli graditi, sia che abitiamo nel corpo, sia che partiamo da esso. 10 Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte nel corpo in base a ciò che ha fatto, sia in bene che in male.” (2Corinzi 5:1-10 LND).
In questo brano, Paolo usa il termine tenda per descrivere il nostro corpo perché, per quanto la vita possa sembrare lunga dal nostro punto di vista attuale, in realtà essa è solo un vapore che passa velocemente. Il nostro corpo è solamente un'abitazione temporanea e pertanto è importante non essere troppo attaccati a questa vita, né al nostro corpo, né alle cose di questo mondo perché tutte queste cose passeranno. Quello che ci aspetta non è un'altra tenda, bensì la nostra abitazione celeste, quella dimora che Gesù Cristo sta preparando per noi!
Quando una persona che veramente ha Gesù Cristo nella sua vita muore, ovvero lascia questo corpo, si troverà proprio nella presenza di Gesù Cristo con una gioia ineffabile e dimorerà con Lui per l'eternità.
Tenere questa realtà sempre in mente modifica radicalmente il modo in cui viviamo e produce in noi un cambiamento che ci porta del bene.
Pensate ad un agricoltore. Se dovesse pensare poco alla raccolta, e principalmente ai problemi e le fatiche di oggi, il suo lavoro sarebbe molto difficile da sopportare. Egli lavora mesi senza alcuna entrata e risultato. Ciò che lo permette di andare avanti senza scoraggiarsi è il pensiero che alla fine della stagione, ci sarà la raccolta.
Similmente, noi dobbiamo ricordare che siamo in attesa dell'eternità con Dio.
Quindi, non basta solo sapere, dobbiamo anche tenere in mente, giorno per giorno, che qui siamo solamente in viaggio verso la nostra casa celeste e che lasceremo tutto ciò che riguarda questa vita. Vivendo in questo modo possiamo godere quello che abbiamo su questa terra senza attaccarci ad esso e così, quando arriverà il giorno del nostro trasloco, oppure quando Dio ci toglierà alcune di quelle cose di cui stiamo godendo, ciò non ci farà tanto male come ce ne farebbe se il nostro cuore fosse attaccato morbosamente ad esse. Inoltre, vivere con gli occhi in avanti, al vero tesoro che non ci sarà mai tolto, rende molto più facile sopportare le difficoltà e i pesi di questa vita.
Ebrei 11
La Bibbia ci dà tanti esempi di persone che vivevano così e sono esempi che possono esserci di grande aiuto. Una di queste persone è Abrahamo. Mentre viveva su questa terra, egli non aveva mai una dimora che fosse veramente sua. Però egli non viveva per quello che aveva su questa terra, ma aspettava la sua dimora eterna, la città celeste, lo stare nella presenza del Signore Gesù Cristo!
Leggo Ebrei 11:9-10:
“9 Per fede Abrahamo dimorò nella terra promessa, come in paese straniero, abitando in tende con Isacco e Giacobbe, eredi con lui della stessa promessa, 10 perché aspettava la città che ha i fondamenti, il cui architetto e costruttore è Dio.” (Ebrei 11:9-10 LND).
Abrahamo, che ha vissuto circa 175 anni, viveva con gli occhi protesi in avanti, aspettando la città celeste. Egli aveva momenti di gravi problemi, e aveva anche tanti beni materiali, aveva un figlio che amava tantissimo, però il suo cuore era focalizzato sulla sua eredità eterna, la sua dimora in cielo. Impariamo dal suo esempio!
Ebrei capitolo 11 elenca tanti altri uomini e donne di fede dell'Antico Testamento. Questi credenti sono un esempio per noi di cosa vuol dire vivere per fede. Esaminando Ebrei 11:12-16, notate come queste persone vivevano guardando in avanti verso quella che era la loro dimora eterna, quella dimora che avrebbe consentito loro di poter stare nella presenza di Dio. Leggo Ebrei 11:12-16, che parla del fatto che il popolo di Dio fosse la discendenza di Abrahamo:
“12 Perciò da un sol uomo, e questi come fosse morto, sono nati discendenti numerosi come le stelle del cielo e come la sabbia lungo la riva del mare, che non si può contare. 13 Tutti costoro sono morti nella fede, senza aver ricevuto le cose promesse ma, vedutele da lontano, essi ne furono persuasi e le accolsero con gioia, confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra. 14 Coloro infatti che dicono tali cose dimostrano che cercano una patria. 15 E se avessero veramente avuto in mente quella da cui erano usciti, avrebbero avuto il tempo per ritornarvi. 16 Ma ora ne desiderano una migliore, cioè quella celeste; perciò Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio, perché ha preparato loro una città.” (Ebrei 11:12-16 LND).
Avete notato che queste persone vivevano riconoscendo di essere forestiere e pellegrine sulla terra? Esse non cercavano la soddisfazione dei loro cuori in cose di questa terra, perché cercavano una patria, ovvero, cercavano la loro dimora celeste! Vivevano guardando in avanti. Non cercavano la loro gioia nelle cose di questo mondo. Piuttosto, trovavano la loro gioia in quello che era davanti a loro, la loro dimora eterna nella presenza di Dio.
Vivendo così, potevano superare i grandi dolori e le immense difficoltà, perché sapevano che erano passeggeri, alla luce della gioia eterna.
Questa è la chiave della vita per ogni vero credente, questo è come si può avere una vita vittoriosa e gioiosa! Tu stai vivendo così? Se no, allora, stai soffrendo inutilmente, e stai mancando la gioia della salvezza.
Applicando questo a noi
Infatti, tutti questi brani e tanti, tanti altri sono nella Bibbia per ricordarci di vivere fissando i nostri cuori sulla nostra dimora celeste, nella presenza di Dio! Questa è il senso di vivere per fede.
Come possiamo vivere con gli occhi in avanti, quando viviamo circondati da questo mondo e quasi tutto quello che è intorno a noi ci spinge a pensare a questo mondo?
Prima di tutto dobbiamo riconoscere che vivere con gli occhi in avanti non è automatico né naturale e che, per farlo, dovremmo sempre condurre una dura battaglia contro la nostra carne. Però questa è una battaglia che possiamo vincere con l'aiuto di Dio, seguendo le vie di Dio. Ed è una battaglia importante, uno delle battaglie più importante della vita. Allora, in pratica, come possiamo vivere con i nostri occhi e cuori fissati in avanti, giorno per giorno?
Prima di tutto, per vivere con i nostri cuori fissati verso il cielo dobbiamo riconoscere e pensare al fatto che avere comunione diretta con Dio vale più di qualsiasi benedizione che potremmo mai avere sulla terra. In altre parole, dobbiamo avere chiaro nella nostra mente il valore di Dio nella nostra vita! Dobbiamo vedere sempre di più il valore di Cristo, dobbiamo vederLo come il nostro Tesoro più grande e dobbiamo ricordarci della verità di chi siamo in Cristo.
Per fare questo, dobbiamo prendere tempo di meditare su Cristo. Non basta la nostra lettura giornaliera, per quanto è importante. Dobbiamo anche scegliere di meditare sulle verità di Cristo durante il giorno.
Dobbiamo imparare a meditare sulle verità di Cristo, anziché sui problemi della vita, e sulle cose che il mondo ci offre. Per poter vivere per fede, dobbiamo imparare a meditare di più sulle verità di Dio. Dobbiamo imparare a scegliere di pensare più di Cristo, e più delle benedizioni spirituali che abbiamo in Lui.
Il fatto di avere un grande tesoro non vuol dire che pensiamo automaticamente al quel tesoro. Come paragone, pensate per un momento ai nostri rapporti terreni. Spesso, non guardiamo alle benedizioni dei nostri rapporti in famiglia. E quando facciamo così, focalizzando sui problemi e sui difetti degli altri, non vedremo le benedizioni che abbiamo, e ci può perfino essere difficile sopportare la famiglia. Possiamo arrivare a vedere la famiglia come un peso, e vedere i rapporti al di fuori della famiglia come preferibili. Questo è dovuto alla scelta di non riempire la mente con le benedizioni che abbiamo nei rapporti di casa.
Similmente, se non scegliamo di riempire la nostra mente con le benedizioni che abbiamo in Cristo, non avremo la gioia della salvezza. I problemi della vita saranno estremamente pesanti e difficili da sopportare.
Per tenere i nostri cuori sulla nostra dimora eterna dobbiamo cercare la compagnia giusta e dobbiamo pensare alle cose giuste e buone.
Per fare tutto questo dobbiamo far sì che la Parola di Cristo dimori copiosamente in noi e dobbiamo anche riconoscere e confessare i nostri peccati. Infatti, è impossibile godere comunione con Cristo e avere la gioia della nostra eredità eterna se abbiamo peccati non confessati.
Visto che è facile pensare a quello che vediamo, e più difficile pensare a quello che non vediamo, è fondamentale stabilire abitudini buoni che ci aiutano a tenere i nostri pensieri su Cristo.
Ci servono delle pratiche giorno per giorno che possono aiutarci a tenere gli occhi sulle nostre benedizioni spirituali in Gesù Cristo. Fra l'altro, questo può essere la lettura, versetti a memoria, stabilire di parlare delle verità di Dio ad ogni pasto, e di pregare insieme.
Infine, dobbiamo pure abbondare nel ringraziamento, soprattutto per le benedizioni spirituali che riceviamo. Ringraziare è una chiave per poter avere la gioia della salvezza.
Risultati nella vita
Quando viviamo così, quali saranno alcuni dei risultati che conseguiremo nella nostra vita?
Chi vive tenendo in mente la sua dimora celeste vedrà la vita terrena da un'altra prospettiva, una prospettiva totalmente differente da quella che si ha naturalmente. Infatti, chi vive con gli occhi sulle benedizioni spirituali vedrà i problemi molto meno gravi perché saprà che passeranno e che saranno dimenticati per sempre.
Tenendo i nostri occhi sulla nostra eredità eterna, vedremo le cose di questo mondo che ci tentano e anche le situazioni che ci fanno stare male in una luce completamente diversa. Se pensiamo all'esempio del marinaio che si trova lontano da casa, se egli dimentica la moglie, le donne che incontrerà gli sembreranno attraenti e desiderabili. Se invece costui pensa sempre a sua moglie e, per esempio, ne guarda spesso una sua foto per tenerne ancora più vivo il ricordo, egli non sarà attirato da quello che attira gli altri e che non ha valore alcuno.
Guardare in avanti produce tanta gioia perché si può gioire nella verità di vedere Gesù ed essere accolto da Lui. Questa gioia supera le prove e le difficoltà di questa vita e supera qualsiasi cosa che questo mondo potrebbe offrirci. Perciò, se tu sei in Cristo, ti esorto: vivi così!
Sei sicuro della tua salvezza?
Alla luce di tutto questo, è giusto chiedere a ciascuno di voi: tu sei proprio sicuro di essere veramente salvato? Sei sicuro che, quando dovrai lasciare il tuo corpo, andrai in cielo e non nel tormento eterno?
Ricordatevi che tutti noi siamo solamente inquilini nei nostri corpi. Il nostro Padrone, Dio, può annunciare lo sfratto in qualsiasi momento, può decretare in qualunque istante che il nostro tempo in questo corpo terreno è concluso. I suoi pensieri su qual è il momento giusto non sono i nostri pensieri. Egli vede sempre infinitamente di più e meglio di noi. Quindi il mio tempo nel mio corpo finirà e il tuo tempo nel tuo corpo finirà. La domanda che devi necessariamente porti è dunque la seguente: dove passerai l'eternità?
Se non hai la certezza di avere una dimora in cielo, allora oggi è il giorno di riconoscere la gravità della tua condizione, di ravvederti e di credere veramente in Cristo Gesù come il tuo Salvatore e Signore! Viviamo per l'eternità! Viviamo in Cristo!