Guardando il mondo intorno a noi, sembra che il male stia vincendo. Il male abbonda ovunque si guardi. Però, grazie a Dio, nonostante l'apparenza, il male non sta vincendo. In realtà, Dio è pienamente in controllo, e tutto sta andando secondo il suo piano. Anche il male fa parte del piano di Dio.
Come possiamo avere fede che sia così, quando quello che vediamo sembra così diverso? Grazie a Dio, tramite la Bibbia, possiamo capire che Dio è pienamente in controllo, anche quando sembra che tutto vada male. Vediamo questo in tutto l'Antico Testamento. Nel Nuovo Testamento, il libro che ci mostra questo più di qualsiasi altro libro è il libro degli Atti, come libro storico, e poi Apocalisse, come profezia.
Nel nostro studio degli Atti, abbiamo visto che volta dopo volta, Dio usò il male per portare avanti il suo piano. Abbiamo visto che nulla è successo che non fosse secondo il piano di Dio. Abbiamo visto che nonostante quanti pochi credenti c'erano il giorno di Pentecoste, il Signore portò sempre avanti la sua opera.
Nella seconda metà del libro degli Atti, racconta la storia di come Dio fece crescere la Chiesa tramite l'Apostolo Paolo. Dio trasformò Paolo, dal più grande nemico della Chiesa, al più grande missionario. Dio scelse di far soffrire Paolo per fare crescere la chiesa. Infatti, quando Dio salvò Paolo, dichiarò ad Anania, riguarda a Paolo:
“15 Ma il Signore gli disse: "Va perché costui è uno strumento da me scelto per portare il mio nome davanti alle genti, ai re e ai figli d’Israele. 16 Poiché io gli mostrerò quante cose egli deve soffrire per il mio nome".” (Atti 9:15-16 LND)
Quando noi pensiamo ad una vita benedetta, tendiamo a pensare ad una vita bella con pochi problemi. Invece, Paolo, uno degli uomini più benedetti nella storia, ebbe una vita piena di terribili persecuzioni e sofferenze. La grandezza delle benedizioni di Dio non sta in quello che il mondo cerca, sta in quello che veramente vale, ed è eterno. È in quello, Paolo era grandemente benedetto.
Nei capitoli 22 a 26, Paolo fu arrestato a Gerusalemme, e poi, tenuto in prigione a Cesarea per due anni, nonostante fosse riconosciuto innocente. Per non essere rimandato a Gerusalemme, fece appello a Cesare. E perciò, nonostante che il re Agrippa aveva deciso che poteva essere liberato, doveva essere mandato a Roma.
Atti 27 racconta dell'inizio del viaggio di Paolo a Roma, custodito da un centurione di nome Giulio. Racconta della tempesta così terribile che perfino i marinai avevano perso ogni speranza di salvezza. Però, non era il momento stabilito per Paolo di morire, e perciò Dio salvò non solo Paolo, ma gli concesse la vita di tutti quelli che viaggiavano con lui. E così, la nave arrivò vicina ad un'isola, e tutti riuscirono ad arrivare a terra salvi. Riprendiamo gli avvenimenti a quel punto, per capire come Dio operò per far arrivare Paolo a Roma, e poi quello che Dio ha fatto tramite Paolo quando era là. Leggo Atti 28:1-10. Tutti quelli che erano sulla nave sono appena arrivati a terra.
Sull'Isola di Malta
“1 Dopo essere giunti in salvo a terra, seppero allora che quell’isola si chiamava Malta. 2 Gli abitanti del luogo usarono verso di noi una gentilezza non comune, perché accesero un gran fuoco e accolsero tutti per la pioggia che cadeva e per il freddo. 3 Ora mentre Paolo raccoglieva un gran fascio di rami secchi e li posava sul fuoco, a motivo del calore ne uscì una vipera e gli si attaccò alla mano. 4 Quando gli indigeni videro la serpe che gli pendeva dalla mano, dissero l’un l’altro: "Quest’uomo è certamente un omicida perché, pur essendo scampato dal mare, la giustizia divina non gli permette di sopravvivere". 5 Ma Paolo, scossa la serpe nel fuoco non ne risentì alcun male. 6 Or essi si aspettavano di vederlo gonfiare o cadere morto all’istante; ma dopo aver lungamente aspettato e vedendo che non gli avveniva nulla di insolito, mutarono parere e cominciarono a dire che egli era un dio. 7 In quei dintorni aveva i suoi poderi il capo dell’isola di nome Publio, egli ci accolse e ci ospitò amichevolmente per tre giorni. 8 Or avvenne che il padre di Publio giaceva a letto, malato di febbre e di dissenteria; Paolo andò a trovarlo e, dopo aver pregato, gli impose le mani e lo guarì. 9 Dopo questo fatto, anche gli altri isolani che avevano delle malattie venivano ed erano guariti; 10 e questi ci colmarono di grandi onori e, quando salpammo, ci fornirono delle cose necessarie.
Si trovarono sull'isola di Malta. Nella provvidenza di Dio, gli abitanti erano molto gentili, e fecero un grande fuoco per riscaldare le persone della nave che erano bagnati dalla pioggia. Paolo, sempre pensando al bene degli altri, raccolse un gran fascio di rami secchi. Una vipera velenosa uscì e si attaccò alla mano di Paolo.
Per capire perché gli abitanti presumevano che fosse un omicida, considerate che si vedeva che Paolo era un prigioniero dai romani. Allora, vedendo che Paolo era un prigioniero, e vedendo che la nave sulla quale aveva viaggiato era stata distrutta, e adesso vedono Paolo morso da questa vipera, queste persone erano convinte che Paolo fosse un uomo malvagio, e che la giustizia divina avesse deciso di farlo morire tramite la vipera, visto che non era morto nel naufragio.
In questo, vediamo la stessa mentalità errata che vediamo nei tre amici di Giobbe, che credevano che le cose brutte succedessero solo a chi fa il male. Vediamo lo stesso pensiero quando le persone andarono a Gesù per chiederGli delle persone uccise quando Pilato faceva mescolare il loro sangue con i loro sacrifici. Credevano che quelle persone fossero più malvagie degli altri, ma Gesù fa capire che non era così, che tutti saranno giudicati se non si ravvedono.
Comunque, quando le persone videro che Paolo non subì alcun male dal morso dalla vipera, cambiarono idea. Cominciarono a dire che egli era un dio. Quanto facilmente il parere delle persone può cambiare. Per esempio anni prima a Listra, prima le persone credessero che Paolo fosse un dio, e poco dopo, istigati dai giudei, quella stessa folla cercava di uccidere Paolo.
E così, visto che Dio era all'opera tramite Paolo, e aveva compiuto il miracolo di proteggere Paolo, nonostante che fosse morso dal serpente, le persone capivano che Dio era all'opera. Ma non finì là. Dio continuò a mostrarsi con Paolo, usandolo per guarire i malati.
Il capo dell'isola, un uomo di nome Publio, ospitò loro per tre giorni. L'autore, Luca, dice “ci ospitò”. Probabilmente, questo “ci” si riferisce a Paolo, Luca e Aristarco, e probabilmente anche Giulio, il centurione. Si presume che dopo i tre giorni, avevano trovato una sistemazione per il resto del tempo sull’isola.
Il padre di Publio era molto malato. Così, di nuovo, come Dio aveva fatto anni prima nei viaggi missionari di Paolo, Dio operò tramite Paolo per guarire quel’ uomo miracolosamente.
Sentendo di questo, gli altri isolani che avevano qualche malattia venivano a Paolo, ed egli guarì tutti.
In queste guarigioni, insieme al fatto della vipera, vediamo l'adempimento della profezia che Gesù aveva annunciato in Marco 16:15-18. Leggo quel brano.
“15 Poi disse loro: "Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo a ogni creatura; 16 chi ha creduto ed è stato battezzato, sarà salvato; ma chi non ha creduto, sarà condannato. 17 E questi sono i segni che accompagneranno quelli che hanno creduto: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno nuove lingue; 18 prenderanno in mano dei serpenti anche se berranno qualcosa di mortifero, non farà loro alcun male; imporranno le mani agli infermi, e questi guariranno".” (Marco 16:15-18 LND)
Il versetto 18 viene adempiuto pienamente in Paolo. Dio mandò quei segni per confermare la predicazione degli apostoli.
È importante riconoscere che questi segni non sono normali oggi. Ci sono persone che dicono di avere il dono di guarire, ma non è mai come il dono che troviamo nella Bibbia. Nella Bibbia, il dono di guarire svolto da Gesù, e poi dagli Apostoli, non era usato in modo teatrale. La guarigione era fatta in modo semplice, senza grandi scene. È importante notare che salvo questo caso su Malta, il libro degli Atti ci racconta di guarigioni tramite gli apostoli solo nei primi anni della chiesa.
Le guarigioni di allora erano palesemente da Dio. Per esempio, quando Paolo era ad Efeso, bastava che i malati toccassero la stoffa che fosse stata a contatto con il corpo di Paolo, e venivano guariti. Leggiamo di questo in Atti 19:10-12.
“10 E questo durò per due anni di modo che tutti gli abitanti dell’Asia, Giudei e Greci, udirono la parola del Signore Gesù. 11 E Dio faceva prodigi straordinari per le mani di Paolo, 12 al punto che si portavano sui malati degli asciugatoi e dei grembiuli che erano stati sul suo corpo, e le malattie si allontanavano da loro e gli spiriti maligni uscivano da loro.” (Atti 19:10-12 LND)
Chi aveva il dono di guarire nella Bibbia, aveva il potere di guarire chiunque, senza alcuna cerimonia.
Abbiamo già letto in altri sermoni che la Bibbia dichiara che i doni miracolosi, i segni e i prodigi, furono dati da Dio per confermare la testimonianza di coloro che avevano ascoltato Gesù Cristo, ovvero, gli apostoli. Vi leggo questo da Ebrei 2:3,4, che dichiara che per primo il Signore, Gesù Cristo, annunciava l'evangelo, e poi, gli apostoli, ovvero, coloro che avevano ascoltato Lui. Dio diede segni e prodigi per confermare la loro testimonianza. Leggo Ebrei 2:3,4.
“3 come scamperemo noi, se trascuriamo una così grande salvezza? Questa, dopo essere stata inizialmente annunziata dal Signore, è stata confermata a noi da coloro che l’avevano udita, 4 mentre Dio ne rendeva testimonianza con segni e prodigi, con diverse potenti operazioni e con doni dello Spirito Santo distribuiti secondo la sua volontà.” (Ebrei 2:3-4 LND)
In 2Corinzi 12:12, Paolo sta dimostrando che è un vero apostolo, in confronto con i falsi apostoli che cercavano di ingannare i credenti. Notate che Paolo parla dei segni e prodigi che egli aveva compiuto in mezzo a loro come prova che era un apostolo, in quanto, erano i segni che Dio aveva dato ai veri apostoli. Ve lo leggo.
“Ora i segni dell’apostolo sono stati messi in opera fra voi con grande pazienza, con segni e prodigi e con potenti operazioni.” (2Corinzi 12:12 LND)
Quindi, è importante che comprendiamo che i miracoli non erano normali, tranne all'inizio della chiesa. Infatti, questo caso sull'isola di Malta era insolito per quel periodo nella vita di Paolo. Però, essendo questa isola isolata, e probabilmente non c'erano nemmeno giudei sull'isola, Dio scelse di operare ancora miracoli tramite Paolo, per rendere chiaro che il suo messaggio era da Dio. E in questo caso, Dio adempì quello che Gesù aveva dichiarato in Marco 16:18!
Dio Porta Paolo a Roma
Paolo e gli altri passarono tre mesi sull'isola, finché non finì l'inverno. Quando partirono, Paolo e i suoi compagni furono colmati di grandi onori e curato da queste persone. Leggiamo di come Dio provvide per Paolo di arrivare a Roma. Leggiamo i versetti 11 a 16.
11 Tre mesi dopo, partimmo su una nave di Alessandria, che aveva svernato nell’isola, avente per insegna Castore e Polluce. 12 Arrivati a Siracusa, vi restammo tre giorni. 13 E di là, costeggiando, arrivammo a Reggio. Il giorno dopo si levò lo scirocco, e in due giorni arrivammo a Pozzuoli. 14 Avendo trovato qui dei fratelli, fummo pregati di rimanere presso di loro sette giorni. E così giungemmo a Roma. 15 Or i fratelli di là, avute nostre notizie, ci vennero incontro fino al Foro Appio e alle Tre Taverne; e Paolo, quando li vide, rese grazie a Dio e prese coraggio. 16 Quando giungemmo a Roma, il centurione consegnò i prigionieri al capitano della guardia, ma a Paolo fu concesso di abitare per conto suo con un soldato di guardia.
In questi versetti, vediamo la fedeltà di Dio, che fa arrivare Paolo e i suoi compagni a Roma. Il viaggio era stato difficile, umanamente parlando avevano rischiato la vita. Però, sono arrivati, come Dio aveva detto. Dio mantiene sempre la sua parola!
Alcuni dettagli mi colpiscono. Per esempio, quando arrivano a Pozzuoli, nonostante che Paolo era un prigioniero, il centurione permise a Paolo di restare lì sette giorni con i credenti. Paolo aveva una grande libertà nonostante che fosse prigioniero. Si potrebbe quasi dire che Dio aveva provveduto a Paolo un viaggio gratuito a Roma, per poi dargli l'opportunità di testimoniare ai soldati della guardia di Cesare.
Vari credenti di Roma venivano ad incontrare Paolo, alcuni fino al Foro Appio e altri fino alle Tre Taverne. Questo era un grande incoraggiamento a Paolo, infatti il brano dice che prese coraggio.
Il fatto di essere accolto e accompagnato da questi credenti fu usato da Dio per incoraggiare Paolo. Egli prese coraggio. La sua anima fu fortificata.
Anche noi possiamo Essere d'Incoraggiamento
Questi credenti camminarono tanti chilometri per poter incoraggiare Paolo. Anche noi possiamo essere usati da Dio per incoraggiare altri, se siamo pronti ad impegnarci. Quando ci impegniamo, Dio si servirà di noi per incoraggiare gli altri nella loro fede.
È una grande benedizione essere usati da Dio per incoraggiare gli altri. Prego che anche noi avremmo il cuore che avevano questi credenti che facevano tanti chilometri per incontrare Paolo.
Dio Porta Paolo a Roma
E così, finalmente, la parola che il Signore aveva detto a Paolo quando egli era a Gerusalemme fu adempiuta. Paolo arrivò a Roma, per testimoniare di Gesù. Leggo di nuovo le parole del Signore a Paolo mentre era a Gerusalemme, da Atti 23:11.
“La notte seguente, il Signore si presentò a lui e disse: "Paolo, coraggio, perché come tu hai reso testimonianza di me in Gerusalemme, così bisogna che tu la renda anche a Roma".” (Atti 23:11 LND)
Il piano di Dio per Paolo si adempì perfettamente. I due anni a Cesarea, un lungo e pericoloso viaggio, e tre mesi sull'isola di Malta, tutto portò Paolo a Roma. Dio adempia sempre il suo piano in noi.
Da anni Paolo aveva desiderato di andare a Roma. Per esempio, in Atti 19, quando Paolo era in Asia, leggiamo:
“Dopo questi avvenimenti, Paolo si mise nell’animo di andare a Gerusalemme, passando per la Macedonia e per l’Acaia, e diceva: "Dopo essere stato lì, bisogna che io veda anche Roma".” (Atti 19:21 LND)
Questo profondo desiderio di Paolo fu adempiuto, ma non come aveva immaginato. Ricordate che i tempi e le vie del Signore spesso non sono quello che immaginiamo. Però, sono sempre perfetti! Confidiamo in Dio, perché Egli è sovrano sulla provvidenza.
Paolo Testimonia ai Soldati
Notate nel versetto 16 che quando giunsero a Roma, a Paolo gli fu concesso di abitare per conto suo con un soldato di guardia. Sicuramente c'erano vari soldati che facevano turni. Questi soldati facevano parte della guardia di Cesare. E perciò, Paolo poteva avere ore ogni giorno per parlare con questi soldati di Cristo. Da quello che leggiamo in Filippesi, Dio scelse di salvare vari dalla casa di Cesare, quasi sicuramente alcuni di questi soldati, e forse altri che poi loro evangelizzavano.
Leggo Filippesi 1:12-14, e poi 4:22. Notate che il fatto che Paolo era in catene portava all'avanzamento dell'evangelo.
“12 Ora, fratelli, voglio che sappiate che le cose che mi sono accadute sono risultate ad un più grande avanzamento dell’evangelo, 13 tanto che è noto a tutto il pretorio e a tutti gli altri che io sono in catene per Cristo; 14 e la maggior parte dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, hanno preso maggiore ardire nel proclamare la parola di Dio senza paura.” (Filippesi 1:12-14 LND)
“I fratelli che sono con me vi salutano, tutti i santi vi salutano, e soprattutto quelli della casa di Cesare.” (Filippesi 4:22 LND)
Quanto incredibile sono le vie del Signore. Umanamente, si potrebbe pensare che essere un prigioniero avrebbe potuto ostacolare l'opera di Dio. Invece, Dio onnipotente usava questa situazione per portare al progresso dell'evangelo. Quello che a noi sembra un male, Dio lo usa per il bene! Lodiamo il nostro Dio sovrano!
Paolo Proclama Cristo ai Giudei
Andando avanti nel brano, scopriamo che Paolo proclamò Cristo ai Giudei a Roma. Leggiamo i versetti 17 a 22.
17 Tre giorni dopo, Paolo chiamò i capi dei Giudei. Quando furono radunati, disse loro: "Fratelli, senza aver fatto nulla contro il popolo né contro le usanze dei padri, sono stato arrestato a Gerusalemme e consegnato nelle mani dei Romani. 18 Dopo aver esaminato il mio caso, essi volevano liberarmi, perché non vi era in me alcuna colpa degna di morte. 19 Ma poiché i Giudei si opponevano, fui costretto ad appellarmi a Cesare; non che io avessi alcuna accusa da fare contro la mia nazione. 20 Per questa ragione dunque vi ho fatti chiamare per vedervi e per parlarvi, poiché è a motivo della speranza d’Israele che io porto questa catena". 21 Ma essi gli dissero: "Noi non abbiamo ricevuto alcuna lettera a tuo riguardo dalla Giudea, né è venuto alcuno dei fratelli a riferire o a dire alcun male di te. 22 Ma desideriamo sapere da te ciò che pensi perché, quanto a questa setta, ci è noto che ne parlano male ovunque".
Quasi subito dopo che fu arrivato a Roma, Paolo chiamò i capi dei Giudei per parlare con loro. Notate che non parla contro i Giudei di Gerusalemme, nonostante il male che gli avevano procurato e le loro false accuse contro di lui. Paolo lasciava la vendetta a Dio. Paolo voleva solo mostrare a questi Giudei che Gesù è il Cristo annunciato nella Bibbia.
Nella provvidenza di Dio, questi Giudei non avevano sentito nulla dai Giudei di Gerusalemme che avrebbe creato pregiudizi in loro. Perciò, erano aperti ad ascoltare Paolo. Infatti, erano curiosi di sentire quello che Paolo diceva per quanto riguarda i seguaci di Gesù Cristo. Dio stava dando a Paolo una porta aperta per proclamare le verità di Gesù Cristo. Leggo nel versetto 23.
23 Avendogli fissato un giorno, vennero in gran numero da lui nel suo alloggio; ed egli, da mattina a sera, esponeva e testimoniava loro del regno di Dio e, tramite la legge di Mosé e i profeti, cercava di persuaderli sulle cose che riguardano Gesù.
Notate il cuore di Paolo. Egli usa questo tempo per mostrare a loro dalle scritture che Gesù è il Cristo. I Giudei credevano nelle Scritture, quello che noi chiamiamo l'Antico Testamento, perciò Paolo mostrava dalle Scritture che Gesù è il Cristo.
Nonostante che questi Giudei credevano nelle Scritture, e nonostante che fosse chiaro che Gesù è il Cristo, non tutti accettarono la verità. Paolo rimproverò duramente coloro che rifiutarono la verità di Dio. Leggo dal versetto 24 a 29.
24 Alcuni si lasciarono convincere dalle cose dette, ma gli altri rimasero increduli. 25 Or essendo in disaccordo gli uni con gli altri, se ne andarono, ma non prima che Paolo avesse detto quest'unica parola: "Lo Spirito Santo ben parlò ai nostri padri per mezzo del profeta Isaia, 26 dicendo: "Va’ da questo popolo e digli: Voi udrete ma non intenderete, guarderete ma non vedrete; 27 infatti il cuore di questo popolo si è indurito, e sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, affinché non vedano con gli occhi e non odano con gli orecchi, e non intendano col cuore e non si convertano, ed io non li guarisca". 28 Sappiate dunque che questa salvezza di Dio è mandata ai gentili, ed essi l’ascolteranno!". 29 Quando ebbe dette queste cose, i Giudei se ne andarono avendo tra di loro un’accesa discussione.
Il fatto che tanti dei Giudei rifiutarono di credere in Gesù Cristo portò Paolo a proclamare contro di loro la profezia che troviamo in Isaia. Annunciò che il loro rifiuto di credere all'evangelo portava Dio a mandare l'evangelo ai gentili. Paolo aveva già dichiarato questo ad altri Giudei in Atti 13 ad Antiochia, e poi in Atti 18 ai Giudei di Corinto. Non c'è peccato più grave di quello di rifiutare Gesù come il Cristo. Se uno rifiuta Gesù Cristo, pur avendo riconosciuto la verità che Gesù è il Cristo, rimane senza speranza, perché non esiste altra salvezza.
Visto che la maggioranza dei Giudei rifiutò Gesù Cristo, Dio spalancò la porta della salvezza ai gentili, ovvero, Dio spalancò la porta della salvezza a NOI che siamo gentili. Allora, Atti non è solamente un avvenimento storico. Riguarda la nostra salvezza. Racconta l'opera che Dio sta portando avanti tutt'ora.
Gesù Cristo aveva dichiarato di edificare la sua Chiesa. Il libro degli Atti racconta i primi anni dell'opera del Signore nel fondare la Chiesa. Noi siamo i beneficiari di questa opera di Dio.
Paolo Rimane a Roma
Concludiamo questo libro leggendo i versetti 30 e 31.
30 E Paolo rimase due anni interi nella casa che aveva presa in affitto e accoglieva tutti coloro che venivano da lui, 31 predicando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo con tutta franchezza senza alcun impedimento.”
Nel piano di Dio, Paolo rimase due anni a Roma, un prigioniero, eppure, pienamente libero di predicare a tutti coloro che venivano a trovarlo nella casa che aveva preso in affitto. Quindi, Paolo era in catene, ma la Parola di Dio non era in catene. Infatti, da quello che si capisce, Paolo fu liberato, ed ebbe altri anni di ministero. Poi, fu arrestato di nuovo, messo in prigione, e infine, messo alla morte per la sua fede. Da quello che comprendiamo, nella seconda lettera a Timoteo fu scritto per la seconda volta che Paolo era in prigione per la fede. Leggo la stupenda verità che Paolo dichiara in 2Timoteo 2:8,9
“8 Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risorto dai morti secondo il mio evangelo, 9 per il quale io soffro fino a portare le catene come un malfattore, ma la parola di Dio non è incatenata.” (2Timoteo 2:8-9 LND)
Nulla e nessuno può incatenare la Parola di Dio! Dio permette che i suoi servi vengono perseguitati, permette le sofferenze. Però, la Parola di Dio procede sempre avanti.
E così, Paolo passò due anni a Roma,prigioniero, ma libero di predicare Cristo. Dio porta sempre avanti il suo piano.
Pensieri e Lezioni
Atti, è specificamente la vita di Paolo, ci ricorda che Dio è pienamente in controllo, e fa cooperare tutto al vero bene di coloro che amano Dio. Dio aveva permesso a Paolo tante sofferenze come servitore di Dio, ma Dio aveva curato Paolo sempre perfettamente. Dio operò in modo che tutto portasse al progresso dell’evangelo.
Non importa quanto sofferenze o situazioni ingiuste abbiamo, Dio è sempre in controllo. Nulla ostacola Dio a curarci perfettamente, e di portare avanti il suo piano perfetto in noi.
Conclusione
Fratelli e sorelle, quando consideriamo la vita di Paolo, ci aiuta a capire che nel piano di Dio, ci possono essere problemi e difficoltà, anche gravi, però, Dio ci farà arrivare al traguardo finale. La benedizione della vita cristiana non è di avere una vita facile, piuttosto, la benedizione più grande è il privilegio di far parte del piano di Dio di salvarsi un popolo, che passerà tutta l'eternità con Lui in cielo.
Pensando alle lezioni che abbiamo imparato nel libro degli Atti, volta dopo volta abbiamo visto che gli avvenimenti in un dato momento possono essere gravi, però, in realtà, Dio è sempre all'opera. Dio è sovrano su tutto quello che succede.
Negli Atti, abbiamo visto come Dio, iniziando con un piccolo gruppo di credenti a Gerusalemme, fece crescere la chiesa al punto che dopo pochi anni, c'erano credenti in tantissimi posti. Abbiamo letto che mentre Paolo era ad Efeso per circa tre anni, l'evangelo fu proclamato a tutti in Asia. C'era tanta opposizione, ma non poteva mai fermare l'opera di Dio. Solo un Dio onnipotente potrebbe fare questo.
E quel Dio è all'opera oggi, nelle nostre vite, portando avanti il suo piano perfetto in noi, e tramite noi, nel mondo.
Quindi, quando sembra che tutto va male nella vostra vita, quando arrivano situazioni ingiuste, quando ci sono grandi sofferenze, ricordatevi che tutto quello che vi succede è sotto il controllo di Dio, e porterà al bene eterno.
L'opera che Dio iniziò il giorno di Pentecoste a Gerusalemme, e portò avanti in tutto il libro degli Atti, Dio continua a portare avanti. Noi che siamo in Cristo facciamo parte di questa opera divina, e nulla può ostacolare quello che Dio sta facendo in noi, e nel mondo.
Quindi, possiamo rallegrarci, qualsiasi siano le circostanze di oggi. Il nostro Signore sta sul trono, e il suo piano sarà vittorioso. Noi saremo vittoriosi con Lui, in Gesù Cristo. Alleluia.
Quindi, ricordate sempre le lezioni nel libro degli Atti. Dio è sovrano, Dio è in controllo, Dio ci cura perfettamente!
Alleluia!