Che cosa cercano le persone, che cosa cerchiamo noi per natura? Le persone corrono dietro alle ricchezze ed alle cose materiali, le persone corrono dietro al piacere, le persone corrono dietro la gloria degli uomini, cercando di essere visti bene e di vedersi bene. Ma nessuna di queste cose può mai soddisfare veramente il cuore. La cosa “più meravigliosa” del mondo, l’unica cosa che può soddisfare veramente il cuore, è l’amore. Quello che è veramente bello e meraviglioso è il vero amore. Non quello che il mondo chiama amore, che dipende dai sentimenti che si hanno in quel momento. I sentimenti possono essere forti oggi, e sparire domani. No, il vero amore è qualcosa di profondo, che viene da Dio che opera in te, e dà una gioia che nulla del mondo potrebbe mai darti.
Il vero amore non viene dal cuore umano, perché per natura il nostro cuore è marcio. Il nostro amore è debole e sempre mancante. Il vero amore viene da Dio, e possiamo amare veramente solamente in base a quanto dimoriamo in Cristo e conosciamo la profondità dell'amore di Dio.
Per comprendere il vero amore, Dio ci aiuta a comprendere di più l'amore di Gesù Cristo per noi. Conoscendo il suo amore, possiamo noi iniziare ad amare veramente.
Nel nostro studio dell'Evangelo di Giovanni, siamo arrivati al capitolo 13, ni cui abbiamo visto che il Signore Gesù, il Figlio di Dio, il Cristo, come atto d'amore si umilia lavando i piedi dei discepoli, mostrandogli che il vero amore è servire. Poi, abbiamo visto che Gesù sapeva che sarebbe stato tradito, ma nonostante questo, non si è tirato indietro. Abbiamo anche visto che Gesù voleva andare alla croce per provvedere la nostra salvezza. Che immenso amore! Adesso, siamo arrivati a Giovanni 13:31. Gesù aveva appena mandato Giuda a tradirlo, perché era il momento giusto. In questo, abbiamo visto che Gesù ha il controllo di tutto. Controllava anche a che ora sarebbe stato tradito ed arrestato. Dio è pienamente in controllo delle nostre prove, fino ai più piccoli dettagli.
Gesù sapeva che dopo la cena, sarebbe stato arrestato e nella mattina crocifisso. Sapeva che dopo il terzo giorno, sarebbe stato glorificato nella risurrezione. Perciò, sapendo che ormai tutto il tempo di preparazione era completato, e che era arrivato il momento della croce e la risurrezione, Gesù dà degli ultimi insegnamenti ai suoi discepoli, per prepararli per quello che stava per accadere. Anche in questo momento, Gesù pensa ai suoi discepoli, volendo prepararli per le prove che stavano per arrivare .Tenendo tutto questo in mente, trovate con me Giovanni 13, e seguite mentre leggo Giovanni 13:31,32.
31 Quando fu uscito, Gesù disse: "Ora il Figlio dell’uomo è glorificato, e Dio è glorificato in lui. 32 Se Dio è glorificato in lui, Dio lo glorificherà pure in se stesso e lo glorificherà subito. (Giovanni 13:31,32)
Ora che Giuda è uscito per portare i capi dei Giudei ad arrestare Gesù, Gesù inizia i suoi ultimi discorsi con i suoi veri discepoli prima che venga loro tolto e crocefisso.
La dichiarazione di Gesù è molto importante. Vogliamo analizzare tutte le sue parti. Guardiamo quello che dice Gesù.
Prima di tutto, in questo brano, Gesù dichiara: ora il Figlio dell'uomo è glorificato. Gesù era già glorificato come Figlio di Dio. Era pieno di gloria per tutta l'eternità passata in cielo. Ma ora, stava per essere glorificato come Figlio dell'uomo. Cioè, Gesù come il Figlio di Dio era con il Padre in gloria da tutta l'eternità. Poi, ha preso forma umana per vivere sulla terra, per compiere la salvezza. Fino a questo punto, Gesù, come uomo, il Figlio dell'uomo, aveva vissuto come servo, e pur vedendo la gloria di Dio in Lui nei miracoli, non era ancora stato pienamente glorificato. Ma ora, erano iniziati gli avvenimenti che comprendono la croce e poi la risurrezione. Perciò, in tutto questo che era già iniziato, il Figlio dell'uomo è glorificato. Essendo il Figlio dell'uomo glorificato in questo, Dio è glorificato in Lui.
Consideriamo in che modo il Figlio dell'uomo viene glorificato per mezzo della croce e la risurrezione. E poi, come Dio è glorificato in lui. Questa è la base della nostra salvezza.
Iniziamo considerando gli attributi di Dio. Dio è assolutamente santo, totalmente separato dal peccato! Non solo non c'è alcun peccato in Dio, ma Dio non può tollerare il peccato. Dio è santo e glorioso, e per questo, si tiene totalmente separato dal peccato. Essendo assolutamente santo, Dio odia il peccato. Poi, Dio è giusto, assolutamente e costantemente giusto. Dio fa sempre quello che è giusto. Allora, visto che il peccato, ogni peccato, sia quello che noi chiamiamo un piccolo peccato, che quello che noi chiamiamo grande peccato, visto che ogni peccato va assolutamente contro la santità di Dio, nella sua giustizia, Dio ha stabilito di punire ogni peccato con la separazione totale da Dio. Questo è giusto, ed è quello che Dio farà.
Allo stesso tempo, Dio è amore, e Dio è misericordia. È il cuore di Dio amare gli uomini, è il cuore di Dio essere misericordioso verso gli uomini. Però, logicamente, sarebbe impossibile mettere insieme la santità e la giustizia di Dio da una parte, e l'amore e la misericordia di Dio dall'altra parte. Logicamente, sono in piena opposizione l'una all'altra. Non sarebbe possibile metterle insieme.
Ma quello che sarebbe impossibile, Dio lo ha fatto.
Nella croce di Gesù Cristo, insieme alla sua risurrezione, Dio mette insieme la santità e la giustizia con l'amore e la misericordia. Nella croce di Cristo, Dio punisce pienamente il peccato di tutti coloro che Dio salverà. Il loro peccato viene tolto essendo stato punito fino in fondo, e così il debito è stato pienamente pagato! E perciò, nella croce di Cristo la giustizia di Dio viene pienamente soddisfatta. Tramite la croce di Gesù Cristo, Dio sfoga tutta la sua ira contro il peccato. Gesù è colui che subì quell'ira mentre era sulla croce. E così, la giustizia di Dio viene soddisfatta.
Ma allo stesso tempo, pagando in Gesù quel debito, Dio riesce anche a mostrare il suo amore e la sua misericordia, senza compromettere la sua santità e la sua giustizia. Cioè, avendo Dio pagato il debito del peccato in Gesù Cristo, anziché negli uomini peccatori che Dio salverà, Dio può manifestare il suo infinito amore e misericordia verso questi uomini, senza compromettere la sua santità e la sua giustizia.
Nella croce di Gesù Cristo, Dio ha fatto l'impossibile. Ha soddisfatto la sua giustizia, ma allo stesso tempo ha mostrato il suo amore e la sua misericordia. Perciò, facendo quello che nessun altro avrebbe mai potuto fare, Dio si è glorificato nella croce di Gesù Cristo. Dio è glorificato, e il Figlio dell'uomo è glorificato, mettendo insieme quello che sarebbe stato impossibile mettere insieme.
Questo mettere insieme la santità e la giustizia di Dio insieme all'amore e alla misericordia è un'opera gloriosa. Gesù, come il Figlio dell'uomo, viene glorificato in quell'opera. E in Gesù, anche Dio Padre è glorificato. Gesù Cristo sarà glorificato per tutta l'eternità. In Apocalisse, Gesù Cristo viene presentato come l'agnello immolato, ovvero, si vedranno per tutta l'eternità in Cristo i segni della croce, per tenere sempre presente chi è Gesù Cristo.
Sulla croce, Gesù Cristo, Figlio di Dio che aveva preso forma umana per diventare anche il Figlio dell'uomo, facendo questo per potersi identificare con noi, ha preso il nostro peccato, per subire l'ira di Dio, e così soddisfare la giustizia di Dio. E questo grande sacrificio da parte di Gesù, ha permesso a Dio di versare il suo amore su di noi, con la sua misericordia!
Perciò, a questa cena con i discepoli, ora che Giuda era uscito, erano iniziati gli avvenimenti che ben presto avrebbero compreso la croce, e poi la risurrezione, e quindi, in questi avvenimenti, il Figlio dell'uomo è glorificato, e Dio in Lui.
Pensate, lavando i piedi dei discepoli Gesù aveva mostrato la falsa gloria che gli uomini cercano, volendo sentirsi grandi. Gesù, che è pieno di vera gloria, mostrava con quell'atto che la gloria che i discepoli volevano era una falsa gloria. La vera gloria è la gloria che Dio dà. Nella vera gloria, Dio è glorificato in noi. . Quando cerchiamo gloria per noi stessi, Dio non è glorificato.
E come leggiamo nel versetto 32, quando Dio viene glorificato in Gesù, Dio glorificherà Gesù, e lo farà subito. Ormai erano iniziati gli avvenimenti che avrebbero portato alla totale glorificazione di Gesù Cristo. Tutto questo per la nostra salvezza. Grazie a Dio per il nostro Signore che si è umiliato fino alla morte, per essere glorificato, per poi portarci con sé in cielo.
La vera gloria arriva tramite l'umiliazione e l'ubbidienza alla volontà di Dio. Tu cerchi la vera gloria, umiliandoti?
Gesù prepara loro per la sua partenza
Nel versetto 33, vediamo ancor di più il cuore di Gesù per i suoi discepoli. Ringrazio Dio per il cuore che Gesù Cristo ha per noi che siamo i suoi discepoli. Seguite mentre rileggo Giovanni 13:33.
Figlioli, per poco tempo sono ancora con voi; voi mi cercherete, ma come ho detto ai Giudei: "Dove io vado voi non potete venire". Così adesso lo dico anche a voi. (Giovanni 13:33)
Ci aiuta a capire il cuore di Gesù sapere che la parola qui tradotta come "figlioli", è una parola che viene usata solamente qui nei quattro evangeli, e poi solo una volta in Galati, e sette volte in 1 Giovanni. È una parola che si usa per un bambino piccolo, e racchiude tanta tenerezza. È un termine molto affettuoso, che solitamente viene usato dai genitori con tenerezza verso i figli più piccoli. Questa è l'unica volta che troviamo questa parola pronunciata da Gesù.
Fermiamoci a comprendere cosa ci mostra tutto questo del cuore di Gesù Cristo. Gesù sapeva che i suoi discepoli stavano per entrare in una prova profonda. Sapeva che egli sarebbe stato tolto da loro, e che per un certo tempo, sarebbero rimasti senza Lui ed anche senza lo Spirito Santo che Gesù avrebbe mandato il giorno di Pentecoste. Gesù ha un cuore come un Padre che ama teneramente i suoi figli piccoli. Questo è il cuore di Gesù per i suoi discepoli, e grazie a Dio, questo è il cuore di Cristo verso di noi.
In questo versetto, Gesù sta preparando i discepoli per la prova che sta per arrivare. Sta rendendo chiaro che aveva ancora poco tempo per stare con loro, e poi sarebbe stato tolto da loro. Gesù doveva andare alla croce, e poi, dopo la risurrezione, salire in cielo. Perciò, ormai, aveva pochissimo tempo da trascorrere ancora con loro.
Il fatto che Gesù parla così con loro, mostra il cuore di Gesù per curare i suoi. Grazie a Dio che questo è tuttora il cuore del nostro buon pastore nei nostri confronti.
Gesù dice loro che dove stava per andare, non potevano venire. Aveva detto questo anche ai Giudei. Ma c'è una grande differenza. I Giudei che non credevano in lui non sarebbero potuti mai andare dove andava Gesù, in quanto Gesù andava in cielo. Ma i discepoli non potevano andarci solo per un certo tempo. Poi, più avanti, come Gesù spiegherà a Pietro nel versetto 36, avrebbero seguito Gesù.
Quanto è importante comprendere che quando Dio ci salva, Egli ci lascerà sulla terra per il tempo stabilito da Lui, il tempo perfetto. Ci lascia sulla terra per compiere in noi la Sua opera di santificazione. Ci lascia sulla terra per accrescere la nostra fede, tramite le prove, e per purificarci, affinché diventiamo santi e irreprensibili. Poi, al tempo stabilito da Dio, allora, potremo seguire Gesù, e stare sempre con lui. Infatti, vedremo nel prossimo capitolo, Giovanni 14, che Gesù afferma in modo chiaro che stava per andare, ma che sarebbe tornato per portare loro, e quindi anche noi, con sé.
Quindi, in questo versetto vediamo qualcosa di più della tenerezza e dell'amore che Gesù ha per noi che siamo i suoi discepoli. Per ora, viviamo sulla terra, per il tempo stabilito da Dio. O che possiamo ricordare chi siamo per Gesù, e che possiamo ricordare che la nostra vita è tutta gestita perfettamente da Dio.
il nuovo comandamento: amare gli uni gli altri
Ricordiamo che Gesù stava per lasciare i suoi discepoli. Sì, sarebbe apparso brevemente a loro dopo la risurrezione, ma il suo tempo così a stretto contatto con loro, stava per finire. Perciò, Gesù dà ai suoi discepoli, e tramite questo brano anche a noi, un nuovo comandamento, un comandamento che rende i veri credenti diversi da tutte le altre persone. Quella che stiamo per legge nei versetti 34 e 35 è una grandissima verità. Seguite mentre leggo questi versetti.
34 Vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, anche voi amatevi gli uni gli altri. 35 Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri". (Giovanni 13:34,35)
A prima vista, potremmo chiederci perché Gesù dice che il comandamento di amare gli altri è un nuovo comandamento. Ascoltate il comandamento in Levitico 19:18, che è molto simile.
“Non farai vendetta e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono l’Eterno.” (Levitico 19:18 LND).
Già nell'Antico Testamento, Dio aveva comandato al suo popolo di amare il tuo prossimo come te stesso. Allora, in che senso il comandamento che Gesù dà in questi versetti è un nuovo comandamento?
Notate che nel versetto 34, Gesù non comanda solo di amare gli uni gli altri, ma comanda di amare gli uni gli altri come egli ci ha amato. Cioè, nell'Antico Testamento, il comandamento era quello di amare il prossimo come te stesso. Ma ora Gesù ci comanda di amare gli uni gli altri con quell'amore che Gesù ha per noi. Quell'amore è infinitamente più grande dell'amore che abbiamo per noi stessi.
Quanto è importante comprendere che la base di un cammino con Dio in Gesù Cristo, è un profondo amore gli uni per gli altri. Questo non è un amore umano, questo è un amore che ha come modello l'amore che Gesù Cristo ha manifestato per i suoi discepoli, e ha tuttora per noi.
L'amore di Gesù Cristo per i suoi discepoli era ed è un amore di sacrificio, un sacrificio totale. Questo è l'amore che Gesù ci comanda di avere gli uni per gli altri. Che vita radicalmente diversa da quella che è la vita normale degli uomini! Per natura, ognuno vive per se stesso, e magari per la sua famiglia. In Gesù Cristo, viviamo per il vero bene degli altri figli di Dio. Il vero amore è vivere totalmente per il bene degli altri. Questo è l'amore di Gesù Cristo per noi, e questo è l'amore che Gesù ci comanda di avere gli uni per gli altri.
Umanamente, potremmo leggere questo e pensare che questa sarebbe una vita pesantissima. Nella carne, potremmo pensare che se io penso sempre agli altri, chi penserà a me. Questo pensiero falso esclude Dio.
Piuttosto, dovremmo leggere questi versetti, e riconoscere quanto è meravigliosa la vita a cui Gesù ci chiama. Quando camminiamo sempre di più in ubbidienza a questo comandamento, che vuol dire che non solo noi amiamo gli altri, ma, in una chiesa sana, anche gli altri credenti intorno a noi stanno amando sempre più con questo amore, allora, diventa il più vicino al cielo che sia possibile sulla terra.
Forse mi diresti che nessuno ti ama così. Non preoccuparti di quello che fanno gli altri. Tu, cresci nell'amare come Gesù ci comanda, ed avrai la gioia di Dio. Dio ti ama infinitamente, e ti curerà.
Quanto è importante valutare la nostra vita considerando se stiamo amando come Cristo ci comanda. Non importa quanto facciamo, non importa quanto siamo bravi. Importa se stiamo amando sempre di più come Cristo ama.
Il versetto 35 è una verità estremamente importante. Spiega in quale modo saremo veramente la luce del mondo. Lo rileggo di nuovo.
35 Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri". (Giovanni 13:35)
Qua, Gesù ci dichiara quello che distingue i veri credenti da tutti gli altri. Questo è quello che permetterà al mondo di riconoscere che siamo veramente discepoli di Gesù Cristo, ovvero, che abbiamo veramente Gesù Cristo.
Quello che renderà visibile al mondo che siamo veri discepoli di Cristo non sono le grandi opere che facciamo. Non sono le nostre grandi capacità intellettuali. Non è il fatto di essere grandi studiosi. Non è il fatto di essere eloquenti nel parlare. No.
Piuttosto, quello che rivela al mondo che siamo veramente figli di Dio, veri discepoli di Gesù Cristo, è se abbiamo vero amore gli uni per gli altri, un amore visibile.
Il vero amore, amare come Cristo ama noi, è un amore di azione, e di sacrificio. Perciò, è un amore che si vede. Per esempio, quando Paolo scrive ai Tessalonicesi, parla di aver sentito della fatica del loro amore. Leggo di questo in 1 Tessalonicesi 1:2,3.
“2 Noi rendiamo del continuo grazie a Dio per tutti voi, facendo di voi menzione nelle nostre preghiere, 3 ricordando continuamente la vostra opera di fede, la fatica del vostro amore e la costanza della speranza che voi avete nel Signore nostro Gesù Cristo davanti a Dio, nostro Padre,” (1Tessalonicesi 1:2,3).
Il vero amore è pieno di sacrifici e fatica, e perciò, è visibile agli altri. Quanto è importante che noi riconosciamo e ricordiamo che per essere veramente la luce di Cristo nel mondo, dobbiamo amare gli uni gli altri come Cristo ci ama. Dobbiamo amarci con sacrificio. Questo sarà la luce che vedranno i non credenti intorno a noi e che farà loro capire che siamo veramente veri discepoli di Gesù Cristo.
Certamente, alla luce di questo, è giusto per ognuno di noi, che è un figlio di Dio, chiedersi se sta veramente amando sempre di più come Cristo ci ama, in modo che le persone intorno a noi possano vedere che siamo veramente i discepoli di Cristo. Prego che possiamo tutti crescere nell'amare veramente. Questo sarà il modo di mostrare Cristo agli altri. Non sarà perché siamo bravi a parlare, non sarà per la nostra grande conoscenza, non sarà per altre cose, ma sarà per il vero amore, un amore di sacrificio, che abbiamo gli uni per gli altri. Che Dio ci aiuti a crescere in questo.
Pietro vuole capire di più
Abbiamo già visto più volte che Pietro era l'apostolo che era il primo a fare le domande che gli altri non facevano. Se ricordate, Gesù aveva detto che stava per andare via. Perciò qua, nel versetto 36, Pietro gli chiede dove sarebbe andato. Per avere un contesto, leggo prima il versetto 33, e poi il versetto 36.
33 Figlioli, per poco tempo sono ancora con voi; voi mi cercherete, ma come ho detto ai Giudei: "Dove io vado voi non potete venire". Così adesso lo dico anche a voi. (Giovanni 13:33)
36 Simon Pietro gli disse: "Signore, dove vai?". Gesù gli rispose: "Là dove io vado, tu non puoi seguirmi ora; ma mi seguirai più tardi". (Giovanni 13:36)
Chiaramente, i discepoli volevano capire dove Gesù stava per andare. In realtà, Gesù aveva detto tante volte che ritornava al Padre, ma non lo capivano. Ma Gesù aveva detto che non potevano seguirlo. E perciò, Pietro, colui che spesso parlava per primo, chiede a Gesù dove va. E Gesù gli dà una risposta, aggiungendo informazioni importanti che non aveva detto prima. Gesù spiega a Pietro che non poteva seguire Gesù a quel posto, ma che Lo avrebbe seguito più tardi.
Quello che Gesù sta dicendo è che egli stava lasciando la sua vita sulla terra. Sarebbe morto il giorno dopo, ma poi sarebbe risuscitato e tornato in cielo. Gesù stava lasciando gli apostoli sulla terra per compiere la sua volontà. Stava lasciando gli apostoli come testimoni in modo che potevano proclamare Gesù Cristo come il Salvatore ed il Cristo al mondo. Perciò, non era per loro ancora arrivato il momento di andare in cielo con Gesù. Avevano ancora da fare sulla terra. Ma dopo, più tardi, quando sarebbe arrivato il giorno che Dio aveva stabilito per ciascuno di loro di completare i propri giorni sulla terra, avrebbero seguito Gesù.
Questa è la verità che dobbiamo tutti tenere in mente. Quando Dio ci salva, non ci porta subito in cielo. Ci lascia sulla terra sia per santificarci, come ho detto prima, sia per portare avanti la sua opera. Quindi, non seguiamo Gesù subito. Ma grazie a Dio, chi ha il perdono in Gesù Cristo lo seguirà più tardi, lo seguirà per stare sempre con lui. Come ha detto prima, Gesù spiegherà più di questo nel capitolo 14.
Quanto è importante non capire questo solo a livello di verità intellettuale, ma riconoscere che questa è una meravigliosa e viva speranza che abbiamo in Cristo. Questo è quello che chiamiamo una viva speranza, è una speranza sicura, una speranza assolutamente certa, perché è stabilita da Dio, ed è garantita per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo. Nella vita, tantissime cose non sono sicure. Ma è sicuro che saremo con Gesù Cristo per l'eternità in cielo. Dio ci ha comprato questo destino con il sacrificio di Cristo. E perciò, è una verità certa.
Pietro agisce con orgoglio
Questo capito si conclude con un avvenimento triste, che ci ricorda del nostro peccato di orgoglio. Abbiamo già visto in questo Evangelo, come anche negli altri, che gli apostoli avevano ancora tanto orgoglio. Abbiamo visto in un altro sermone che a questa cena, gli apostoli stavano discutendo fra di loro su chi era il più grande. Per questo il fatto che Gesù ha lavato i loro piedi, è stato un avvenimento così grande, che ha messo in evidenza il loro orgoglio. Quindi, sappiamo che tutti erano pieni di orgoglio.
Però, nei versetti 37,38, vediamo l'orgoglio di Pietro. Gesù aveva appena detto che i discepoli non potevano seguirlo subito. Gesù aveva parlato di dare la sua vita, aveva spiegato loro più volte che sarebbe stato arrestato ed ucciso. Quindi, è molto probabile che Pietro pensava che quando Gesù parlava di seguirlo, parlava anche di seguirlo fino alla morte. Comunque, Gesù aveva appena detto a Pietro che Pietro non poteva seguirlo. Notiamo l'orgoglio in Pietro nella sua risposta. Leggo il versetto 37.
Pietro gli disse: "Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te". (Giovanni 13:37)
Che cosa vedete qua in Pietro? Purtroppo, vedo quello che è spesso presente in noi. Pietro era sicuro di sé. Si vedeva forte in se stesso.
Sappiamo da questo stesso avvenimento in Matteo che Gesù aveva spiegato agli apostoli che erano deboli, che sarebbero stati scandalizzati a causa sua. Ma Pietro non accetta questo, e si vede forte. Qua in Giovanni, Pietro dichiara che avrebbe dato la sua vita per Cristo. Vi leggo di queste conversazioni con altri dettagli da Matteo 26:31-35. Notate quanto Pietro era sicuro di sé anche se Gesù lo stava avvertendo. Quanto tutto questo lo ritroviamo in noi! Leggo quel brano in Matteo.
31 Allora Gesù disse loro: "Voi tutti questa notte sarete scandalizzati per causa mia, perché sta scritto: "Percuoterò il pastore e le pecore del gregge saranno disperse". 32 Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea". 33 Allora Pietro, rispondendo, gli disse: "Quand’anche tutti si scandalizzassero per causa tua, io non mi scandalizzerò mai!". 34 Gesù gli disse: "In verità ti dico che questa stessa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte". 35 Pietro gli disse: "Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò". Lo stesso dissero anche tutti i discepoli. (Matteo 26:31-35).
In un certo senso, potremmo dire che questo è molto triste. Ed è triste, molto triste. Ma in un altro senso, possiamo dire che possiamo vedere molto di noi stessi in Pietro. Quanto spesso guardiamo a noi stessi, e crediamo di essere forti, quando in realtà siamo molto capaci a cadere. Quanto spesso noi, come Pietro, ci vediamo in qualche modo superiori agli altri. Gesù aveva detto che tutti sarebbero stati scandalizzati a causa Sua. Ma Pietro si vedeva più forte degli altri. A volte possiamo vederci più forti o più spirituali con il coniuge, o con un altro credente in chiesa. Che terribile autoinganno.
In un certo senso, Pietro era un neo convertito. Non capiva ancora quanto era capace a cadere. Finora, era sempre stato con Gesù. Adesso, doveva iniziare la vita cristiana senza avere Gesù fisicamente con lui, per guidarlo in modo diretto. E perciò, ben presto Pietro sarebbe caduto gravemente.
E anche noi dobbiamo capire quanto siamo capaci a cadere gravemente. Se noi crediamo di essere forti in noi stessi, siamo pronti a cadere.
Come Gesù aveva detto a Pietro in Matteo, lo dice anche qui in Giovanni. Leggo Giovanni 13:37,38.
37 Pietro gli disse: "Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te". 38 Gesù gli rispose: "Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: il gallo non canterà, prima che tu non mi abbia rinnegato tre volte".(Giovanni 13:37,38)
Certamente è triste vedere Pietro, ma prego che da questo riconosceremo quanto siamo capaci a cadere, per tenerci umili e attaccati a Gesù Cristo.
Ripassiamo
Così, arriviamo alla fine di questo capitolo, ed alla fine della cena. Abbiamo visto il cuore tenero che Gesù ha per noi. Grazie a Dio per come Dio ci ama con questo cuore tenero.
Abbiamo visto che Dio ci comanda ad amare gli uni gli altri con l’amore che Cristo ha per noi. Questo sarebbe impossibile con le nostre capacità. Possiamo amare così solo dimorando in Cristo.
Grazie a Dio, quando ci amiamo gli uni gli altri così, il mondo vedrà che siamo veramente discepoli di Gesù.
Abbiamo visto in Pietro quanto è pericoloso il nostro orgoglio. Non siamo forti in noi stessi. Abbiamo sempre bisogno di Dio.
E abbiamo visto che in Gesù Cristo, abbiamo la viva, certa speranza di seguire Gesù, ovvero, di passare l’eternità con Lui in cielo. O che possiamo gioire in questa viva speranza. Le prove di oggi passeranno, e ci troveremo con Cristo.