Aiuto Biblico

La stoltezza di non credere

Giovanni 12:37-50

Sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 2 giugno 2024, – cmd dmp –

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Non credevano, non potevano credere, in Gesù

La vita è piena di cose belle, e anche di brutte cose. Tutti sperano nelle cose belle, tutti si impegnano in un modo o nell'altro per avere cose belle. Tutti cercano di evitare le cose brutte. Però, che la vita sia piena di cose belle o cose brutte, in realtà, questa vita è solo un vapore, che finirà presto, e poi, ci troveremo davanti all'eternità. Quello che importa è che al giudizio finale, Dio ci accolga con sé, per stare nella sua presenza, nella gioia per tutta l'eternità, anziché essere condannati e allontanati da Dio per tutta l'eternità in un luogo di tormento. Gesù dichiara che non giova a nulla guadagnare il mondo intero se poi si perde l'anima, ovvero, se ci sarà il tormentato giorno e notte nei secoli dei secoli.

Perciò, la cosa più importante in assoluto è ricevere il perdono per essere riconciliati con Dio. Per merito nostro, questo sarebbe impossibile, ma Dio ha provveduto un'unica via, per mezzo della fede nel Figlio di Dio, il Cristo, Gesù, e per quell'unica via uno può ricevere il perdono ed essere salvato. Questa è la buona notizia dell'Evangelo.

Stiamo studiando l'Evangelo di Giovanni, che ci presenta Gesù come il Cristo, il Figlio di Dio, in modo che possiamo credere in lui, per essere perdonati, per avere la vita eterna.

Riprendendo il nostro brano in Giovanni 12, ricordiamo che tre anni prima degli avvenimenti che affrontiamo oggi, Gesù era stato battezzato da Giovanni battista, e Dio ha parlato con voce udibile dal cielo dichiarando che Gesù è di suo amato Figlio. Dopo questo episodio, Gesù aveva passato tre anni insegnando e compiendo miracoli, mostrando di essere il Cristo, insegnando del regno di Dio, e annunciando l'Evangelo. Ora, ci troviamo a Gerusalemme, pochi giorni prima della croce. Gesù era entrato in Gerusalemme seduto su un puledro, per adempiere la profezia di come il re, il Cristo, sarebbe entrato in Gerusalemme. Ormai, Gesù si era mostrato in modo chiaro come il Cristo. Aveva da poco risuscitato Lazzaro, proprio fuori da Gerusalemme, un miracolo che mostrava chiaramente la sua divinità. Tanti credevano in lui, ma, nonostante i suoi tanti miracoli, chiamati segni nella Bibbia, molti rifiutavano di credere. Questo non era dovuto ad una mancanza di prove, ma era dovuto ai cuori duri che non volevano credere.

Nell'Antico Testamento, Dio aveva annunciato la durezza e l'incredulità di Israele. Come punizione per la loro durezza, Dio ha anche accecato i loro occhi e indurito ancora di più i loro cuori.

Con questo ripasso, riprendiamo a considerare Giovanni 12, iniziando con il v.37. Questo brano cita una profezia che troviamo in Isaia 53:1. Seguite mentre leggo. Leggiamo di Gesù a Gerusalemme.

37 Sebbene avesse fatto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui, 38 affinché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia: "Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione? E a chi è stato rivelato il braccio del Signore?". 39 Perciò non potevano credere, perché Isaia disse ancora: 40 "Egli ha accecato i loro occhi e ha indurito il loro cuore, perché non vedano con gli occhi, e non comprendano col cuore, e non si convertano e io non li guarisca". 41 Queste cose disse Isaia, quando vide la sua gloria e parlò di lui. (Giovanni 12:37-41)

Quante verità ci sono in questi versetti. Prima di tutto, vediamo in modo chiaro che il fatto di non credere in Dio non è dovuto ad una mancanza di evidenza. C'era stata chiara evidenza che Gesù è il Cristo, ma piuttosto queste persone non volevano credere. Seguite mentre vi leggo Luca 16:22-31. Notate che l'uomo ricco, che si trovava nel tormento nell'Ades, voleva che Lazzaro tornasse sulla terra per testimoniare ai suoi fratelli, credendo che se avessero visto uno risuscitato dai morti, questo avrebbe fatto sì che loro credessero. Ma Abrahamo spiega che, se non credono alle scritture non crederebbero neppure se vedessero uno tornare dalla morte. Ascoltate mentre leggo quel brano. È Gesù che parla.

19 "Or vi era un uomo ricco, che si vestiva di porpora e bisso, e ogni giorno se la godeva splendidamente. 20 Vi era anche un mendicante chiamato Lazzaro, che giaceva alla sua porta tutto coperto di piaghe ulcerose, 21 e desiderava saziarsi delle briciole che cadevano dalla tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. 22 Or avvenne che il mendicante morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abrahamo; morì anche il ricco e fu sepolto. 23 Ed essendo nei tormenti, nell’Ades, alzò gli occhi e vide da lontano Abrahamo e Lazzaro nel suo seno. 24 Allora egli, gridando, disse: “Padre Abrahamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito per rinfrescarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25 Ma Abrahamo disse: “Figlio, ricordati che tu hai ricevuto i tuoi beni durante la tua vita e Lazzaro similmente i mali; ora invece egli è consolato e tu sei tormentato. 26 Oltre a tutto ciò, fra noi e voi è posto un grande baratro, in modo tale che coloro che vorrebbero da qui passare a voi non possono; così pure nessuno può passare di là a noi 27 Ma quello disse: “Ti prego dunque, o Padre, di mandarlo a casa di mio Padre, 28 perché io ho cinque fratelli, affinché li avverta severamente, e così non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29 Abrahamo rispose: “Hanno Mosè e i profeti, ascoltino quelli”. 30 Quello disse: “No, Padre Abrahamo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno”. 31 Allora egli gli disse: “Se non ascoltano Mosè e i profeti, non crederanno neppure se uno risuscitasse dai morti”". (Luca 16:19-31).

Quello che è importante notare qua è che quest'uomo nel tormento voleva che i suoi fratelli fossero salvati. E perciò, chiede ad Abrahamo di mandare Lazzaro di nuovo sulla terra, come un morto risuscitato. Con la sua logica, pensava che i suoi fratelli, vedendo un chiaro miracolo, avrebbero creduto. Ma Abrahamo, guidato da Dio, dichiara che se non credono alle scritture, non crederanno nemmeno se uno dovesse risuscitare dai morti. In altre parole, se uno ha un cuore duro, non sono i miracoli che fanno credere. E noi vediamo chiaramente nel nostro brano qua in Giovanni, che non mancava l'evidenza che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, ma le persone non credevano a causa dei loro cuori induriti.

Quanto è importante per noi esaminare i nostri cuori. Quanto è pericoloso quando rifiutiamo di credere a causa della durezza dei nostri cuori. Prego che possiamo avere cuori umili per poter credere.

È utile anche capire che questa loro durezza di cuore era un adempimento di una profezia. Volta dopo volta vediamo che tutto quello che riguarda la vita di Gesù fu profetizzato secoli prima. Dio voleva che fosse assolutamente chiaro che Gesù è il Cristo. Per questo, Dio ha dato tante diverse profezie, in modo che Gesù, adempiendo queste profezie, sarebbe stato palesemente riconosciuto come il Cristo. Vedo il cuore di Dio in questo.

Vedo anche quanto Dio è pienamente in controllo di tutto. L'incredulità di questi Giudei non ha ostacolato il piano di Dio. Addirittura, faceva parte del piano di Dio. Gesù è stato tentato in ogni cosa, senza però peccare. In questo caso, Gesù mostrava in modo chiarissimo che è il Cristo, eppure tanti rifiutavano di credere.

Quando leggo la profezia che troviamo qui, che Dio ha indurito i loro cuori ed ha accecato i loro occhi, questo potrebbe sembrare ingiusto. Non riesco a comprendere tutto quello che Dio fa. Cioè, umanamente, tanti dicono che non è giusto che Dio faccia così. Io dico, chi sono io, per dire che quello che Dio fa non è giusto? Io sono un piccolo uomo, un puntino nell'universo, un puntino nel tempo. Dio è il creatore di tutto, Dio è al di sopra del tempo. Dio è sovrano su tutto. Dio stesso è il metro di quello che è giusto. Quello che Dio fa è giusto, e quello che va contro la volontà o il carattere di Dio è ingiusto. Quindi, anche se io non capisco qualcosa, comunque Dio non è mai ingiusto in quello che fa.

Ricordate che ci sono tanti brani che ci spiegano che non siamo capaci di comprendere tutto quello che Dio fa, come per esempio Isaia 55:8-11.

8 "Poiché i miei pensieri non sono i vostri pensieri né le vostre vie sono le mie vie," dice l’Eterno. 9 "Come i cieli sono più alti della terra, così le mie vie sono più alte delle vostre vie e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri. 10 Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, in modo da dare il seme al seminatore e pane da mangiare, 11 così sarà la mia parola, che esce dalla mia bocca: essa non tornerà a me a vuoto, senza avere compiuto ciò che desidero e realizzato pienamente ciò per cui l’ho mandata. (Isaia 55:8-11).

Dio è Dio, il creatore di tutto. Noi siamo piccole creature. Non siamo minimamente in grado di comprendere tutto. Basta che ci umiliamo davanti a Dio e confidiamo in quello che Dio fa ed in quello che Dio dichiara. Dio è sempre giusto, perché Dio stesso è il metro della giustizia.

Romani dal capitolo 9 al capitolo 11 dichiara che Dio ha scelto certe persone da salvare ed altre no. Descrive come Dio ha scelto di indurire Israele, e poi, alla fine, toccherà i loro cuori affinché possono credere in Cristo. Non riusciamo a capire tutto questo. I suoi giudizi sono troppo grandi, come leggiamo alla fine del brano, in Romani 11:33-35, che afferma chiaramente che è impossibile comprendere i giudizi di Dio. Ascoltate mentre lo leggo.

33 O profondità di ricchezze, di sapienza e di conoscenza di Dio! Quanto imperscrutabili sono i suoi giudizi e inesplorabili le sue vie! 34 "Chi infatti ha conosciuto la mente del Signore? O chi è stato suo consigliere? 35 O chi gli ha dato per primo, sì che ne abbia a ricevere la ricompensa?". 36 Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen. (Romani 11:33-36).

Noi siamo troppo piccoli per capire tutto quello che Dio fa. Ma possiamo riposarci nella verità che Dio è Dio, e Dio è giusto. Dio è pieno di misericordia. Dio ama salvare. Quindi, quando leggo che Dio ha indurito il cuore di queste persone, non comprendo tutto, ma so che è giusto. E trovo grande gioia e pace in chi è Dio.

Notate ancora il versetto 41. Lo leggo.

Queste cose disse Isaia, quando vide la sua gloria e parlò di lui. (Giovanni 12:41).

Dio aprì gli occhi di Isaia circa 700 anni prima dell'arrivo di Gesù, e Isaia ha visto la gloria di Gesù Cristo, e scrisse questa profezia su quello che Dio gli fece vedere. Di nuovo, vediamo che Dio dichiara in anticipo quello che farà e come sarà.

Quindi, prima nel capitolo 12 abbiamo letto che tanti dei Giudei a Gerusalemme avevano creduto in Gesù come il Cristo. Ma qua, leggiamo che altri Giudei, che avevano visto gli stessi miracoli, gli stessi segni, indurirono i loro cuori, e rifiutarono di credere in Gesù.

Alcuni capi credono, ma non confessano Gesù

Andando avanti nei prossimi versetti, Giovanni ci racconta una situazione estremamente triste, e purtroppo, estremamente comune anche oggi. Ci parla di uomini a cui Dio aveva fatto capire la verità di Gesù, ma che avevano rifiutato la salvezza per non perdere la gloria degli uomini. Seguite mentre leggo i versetti 42 e 43.

42 Tuttavia anche tra i capi molti credettero in lui; ma a motivo dei farisei non lo confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga, 43 perché amavano la gloria degli uomini più della gloria di Dio. (Giovanni 12:42,43)

Per me, questo è uno dei brani più tristi della Bibbia. Per questi uomini, era estremamente chiaro che Gesù è il Cristo. E perciò, molti tra i capi dei Giudei credettero in lui. Sapevano senza ombra di dubbio che Gesù è il Cristo. Però, per essere salvati, non bisogna solo sapere nel proprio cuore che Gesù è il Cristo, bisogna anche confessarlo come tale, identificarsi in lui, confessare Gesù come il proprio Cristo. Ma questi uomini, questi uomini religiosi, che avevano capito veramente che Gesù è il Cristo, non volevano perdere la gloria che ricevevano dagli altri, e perciò, non confessavano Gesù come il Cristo.

Il versetto dichiara che amavano la gloria degli uomini più della gloria di Dio. Essendo capi, erano innalzati dagli uomini. Avevano un ruolo importante, erano visti bene, erano stimati dagli altri. E loro sapevano che confessando Gesù pubblicamente come il Cristo, avrebbero perso tutto questo. Sapevano che sarebbero stati espulsi dalla sinagoga. Sapevano che sarebbero passati da essere uomini innalzati dagli altri, ad essere uomini disprezzati dagli altri.

Quindi, pur riconoscendo che Gesù è il Cristo, e perciò pur capendo che la salvezza era solo in Gesù Cristo, rifiutavano la salvezza per non perdere la gloria degli uomini.

Riflettete con me: forse hanno continuato a ricevere gloria dagli uomini per altri 20 o 30 o 40 anni. Ma da quel periodo, ormai da circa 2.000 anni, quelle persone sono nel tormento costante. Che stoltezza.

Potremmo vedere tutto questo come la più grande stoltezza possibile nel mondo! Eppure, prima di criticare loro, non è che anche noi, a volte, abbiamo preferito la gloria degli uomini più della gloria di Dio? Non è che noi delle volte abbiamo peccato contro Dio per non essere visti male dagli uomini?

Cari fratelli e sorelle, quanto siamo stolti quando viviamo così. Non c'è stoltezza più grande che preferire la gloria degli uomini più della gloria di Dio. La gloria degli uomini è un inganno, in realtà non vale nulla, si presenta come di grande valore, ma in realtà non ha alcun valore, e ci ruba quello che è il vero valore.

Avendo visto l'esempio di questi uomini che hanno scelto la gloria degli uomini anziché la salvezza eterna, fermiamoci, per vedere se in qualche campo della vita noi siamo ingannati dal peccato.

Gesù esorta ancora tutti

Andando avanti, vediamo che Gesù si presenta a tutti, esortandoli ancora a credere in Lui, dichiarando che credere in Lui è credere in Dio Padre. In quello che Gesù dichiara nei versetti 44,45, Gesù dimostra di nuovo di essere Dio. Seguite mentre leggo questi versetti.

44 Or Gesù gridò e disse: "Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato. 45 E chi vede me, vede colui che mi ha mandato. (Giovanni 12:44,45)

Di nuovo, Gesù si presenta come Dio. Dichiara che credere in Lui è credere in colui che lo ha mandato, che è il Padre. Dichiara che vedere Lui è vedere il Padre. In questa dichiarazione, Gesù sta manifestando la sua divinità, che egli è uno con il Padre. Abbiamo visto più dichiarazioni su questo. Per esempio, Giovanni 1:18 dichiara:

18 Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che l’ha fatto conoscere. (Giovanni 1:18).

Poi, in Giovanni 14:6-11 leggiamo:

6 Gesù gli disse: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7 Se mi aveste conosciuto, avreste conosciuto anche il Padre mio; e fin da ora lo conoscete e l’avete visto". 8 Filippo gli disse: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". 9 Gesù gli disse: "Da tanto tempo io sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai dici: "Mostraci il Padre"? 10 Non credi che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso. Il Padre che dimora in me è colui che fa le opere. 11 Credetemi che io sono nel Padre e che il Padre è in me; se no, credetemi a motivo delle opere stesse. (Giovanni 14:6-11).

Gesù rende chiaro che vedere Lui è vedere il Padre. Poi, in Colossesi 1:17-19, leggiamo che Dio fece abitare in Gesù tutta la pienezza, cioè, la pienezza di Dio. Leggo quel brano.

“17 Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui. 18 Egli stesso è il capo del corpo, cioè della chiesa; egli è il principio, il primogenito dai morti, affinché abbia il primato in ogni cosa, 19 perché è piaciuto al Padre di far abitare in lui tutta la pienezza,” (Colossesi 1:17-19 LND)

In Ebrei 1:1-3, leggiamo che il Figlio è l'impronta dell'essenza di Dio, ed è lo splendore della sua gloria, due descrizioni che manifestano piena divinità. Leggo quel brano.

“1 Dio, dopo aver anticamente parlato molte volte e in svariati modi ai padri per mezzo dei profeti, 2 in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l’universo. 3 Egli, che è lo splendore della sua gloria e l’impronta della sua essenza e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver egli stesso compiuto l’espiazione dei nostri peccati, si è posto a sedere alla destra della Maestà nell’alto dei cieli,” (Ebrei 1:1-3 LND).

Gesù Cristo è pienamente Dio. Credere in Gesù il Figlio è credere nel Padre. Gesù Cristo è pienamente Dio e perciò è solo per mezzo di lui che la salvezza è disponibile in tutto il mondo.

Considerate quante volte Gesù ci esorta a credere in lui. Questo non vuol dire semplicemente credere intellettualmente in lui, questo vuol dire porre tutta la nostra fede in lui. Vuol dire credere in lui come l'unico che può salvarci dai nostri peccati. Chiaramente, credere in Gesù Cristo vuol dire riconoscere il nostro bisogno di un Salvatore.

Avere la luce

Andando avanti, nei versetti 46-48, Gesù spiega quello che succede a chi crede di cuore in lui. Credere in lui vuol dire avere la luce, anziché rimanere nelle tenebre. Credere veramente in Gesù Cristo vuol dire essere salvati, anziché condannati al giudizio finale. In questi versetti, Gesù spiega varie cose che riguardano il credere in Lui, quello che fa la salvezza e quello che succede a chi rifiuta di credere in lui. Leggo i versetti 46-48.

46 Io sono venuto come luce per il mondo, affinché chiunque crede in me non resti nelle tenebre. 47 E se uno ode le mie parole e non crede, io non lo giudico; perché io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo. 48 Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunziata sarà quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno. (Giovanni 12:46-48)

Quale grande verità qui! Gesù Cristo è venuto, è venuto dal cielo, ha lasciato la sua gloria, per venire e salvare peccatori come noi. Il fatto che Gesù è venuto, dovrebbe darci grande gioia, quando consideriamo l'immensità della grazia di Dio che ha mandato suo Figlio dal cielo per salvarci. È venuto dal cielo come luce per il mondo. Eravamo nelle tenebre. Chi non crede in lui rimane nelle tenebre. Eravamo tutti nelle tenebre, eravamo schiavi del peccato, non vedevamo la luce. Gesù Cristo, il Figlio di Dio, l'unica luce, è venuto per salvarci, per darci la vera luce.

Chi rifiuta Gesù rimane nelle tenebre. Al contrario, chi crede in Gesù per la propria salvezza, viene liberato dalle tenebre. Senza Cristo siamo sotto il potere delle tenebre. In Gesù Cristo c'è la liberazione. Leggo Colossesi 1:12-14.

“12 rendendo grazie a Dio e Padre, che ci ha fatti degni di partecipare alla sorte dei santi nella luce. 13 Poiché egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio 14 in cui abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue e il perdono dei peccati.” (Colossesi 1:12-14 LND).

Eravamo sotto la potestà delle tenebre. Non c'è niente di peggio. Ma per noi che abbiamo creduto di cuore in Gesù Cristo, Dio ci ha liberati dalla potestà delle tenebre.

Notate bene che nei versetti 47 e 48 Gesù spiega la scelta che sta davanti ad ogni uomo. Chi ode le parole di Cristo, e non crede, ovvero, rifiuta di umiliarsi per credere in Gesù Cristo per la salvezza, sarà giudicato, sarà giudicato alla fine del mondo dall'Evangelo che ha rifiutato. Le parole “chi ode le parole di Gesù” descrivono chi sente l'Evangelo. Chi sente l'Evangelo e rifiuta di ubbidire all'Evangelo, rifiuta di umiliarsi per ravvedersi e credere. Per questo rifiuto sarà condannato nell'ultimo giorno. Non ci sarà alcuna speranza per chi rifiuta il perdono che Dio ci offre in Gesù Cristo, nell'Evangelo.

Gesù è venuto la prima volta, quello che leggiamo nel Nuovo Testamento, per salvare il mondo, per andare alla croce per comprare la salvezza.

Gesù verrà la seconda volta per giudicare il mondo. La prima volta era per compiere la salvezza. La seconda volta sarà per condannare tutti coloro che non avranno ricevuto la salvezza per mezzo dell'Evangelo.

Quanto è importante che ogni persona consideri la sua condizione davanti a Dio. Solo oggi, in questa vita, si può ricevere il perdono.

Gesù è uno con il Padre

Gesù conclude questo discorso parlando ancora dell'unità fra lui e il Padre. La volontà di Gesù Cristo, il Figlio, è uguale alla volontà del Padre. Non c'è nessuna distinzione. Gesù non ha mai detto alcuna cosa per conto suo, che non era perfettamente allineata con il Padre. Ascoltare il Figlio è ascoltare il Padre. Leggo i versetti 49,50.

49 Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha comandato che cosa devo dire e annunziare. 50 Ed io so che il suo comandamento è vita eterna; le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre mi ha detto". (Giovanni 12:49-50)

Tutto quello che Gesù dichiara viene dal Padre. Come ho detto, ascoltare Gesù è ascoltare il Padre. Vedere Gesù è vedere il Padre. Gesù Cristo è uomo, ma Gesù Cristo e anche pienamente Dio!

Il comandamento di Dio, quello che Gesù predicava, è vita eterna. In altre parole, chi ascolta, crede, ed ubbidisce alla parola di Dio, che è il comandamento di ravvedersi e credere in Gesù Cristo, riceve la vita eterna. Passa dalla morte alla vita. Viene riconciliato con Dio.

Perciò, quanto è importante per noi ricordare che tutto quello che Gesù Cristo dichiara, è pienamente affidabile. Possiamo fondare la nostra vita, e anche la nostra eternità su quello che Gesù dichiara.

Tutte le cose terrene possono cambiare. Le persone cambiano idea, le persone vengono ostacolate da forza maggiore, le persone muoiono. Non abbiamo informazioni, i nostri cuori vacillano.

Invece, tutto quello che Dio dichiara è vero, ed è sicuro. La parola di Dio è stabile, è eterna, non cambia mai. Tutto quello che Gesù Cristo dichiara è parola di Dio. E perciò, ascoltando e credendo alla sua parola, riceviamo la vita eterna.

Conclusione

Quante lezioni importanti per noi in questi versetti di oggi.

Una delle lezioni più grandi è che nonostante la chiara evidenza che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, tanti rifiutarono di credere in Lui. Avevano cuori duri. Quanto è pericoloso, eternamente pericoloso, avere un cuore duro. Chi ha un cuore duro sarà mandato al tormento eterno per tutta l’eternità.

Però, forse ancora peggio, c’erano tanti fra i capi, capi religiosi, che avevano veramente capito la verità di Gesù. Avevano veramente visto che Gesù è il Cristo, in cui c’è la salvezza. Però, pur credendo, rifiutarono di confessarLo pubblicamente, perché non volevano perdere la gloria degli uomini. Non volevano essere visti male dagli uomini. Non volevano perdere la stima degli uomini. Preferivano la gloria degli uomini anziché la gloria di Dio.

Ma, scegliendo così, sono rimasti nelle tenebre. Hanno goduto per qualche breve anno della gloria degli uomini, per avere poi un’eternità di tormento. Che grande stoltezza quando vogliamo aggrapparci alla gloria degli uomini. È un finto tesoro, che in realtà, non vale nulla, e ci ostacola da quello che vale veramente.

O che possiamo vedere che, credere veramente in Gesù Cristo, mettere tutta la nostra fiducia in Lui, ci porta ad essere liberati dalle tenebre, per camminare nella vera luce, ora e per l’eternità.

Gesù Cristo è la luce del mondo. Cerchiamo la luce, crediamo nella luce, camminiamo nella luce. Crediamo in Gesù Cristo, il Figlio di Dio, che è venuto anche come uomo, per comprare la nostra salvezza. Aggrappiamoci a Lui. Quello che succede in questa vita importa ben poco. Quello che importa è che abbiamo l’eternità con Dio, per mezzo di Gesù Cristo. Non vergogniamoci di Lui. Speriamo in Lui.