Aiuto Biblico

Bisogna morire per portare frutto

Giovanni 12:12-26

Sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 12 maggio 2024, – cmd dp –
Descrizione: Qual è la vita più benedetta, più ricca? È la vita in cui si porta molto frutto, frutto che dura per l'eternità. Solo così la vita non è sprecata. Ma come possiamo portare vero frutto, che dura, che dà senso alla vita, che soddisfa il cuore? Gesù Cristo ci insegna, in questo brano, e poi, con la sua vita, che per portare frutto, bisogna morire a sé, bisogna desiderare il vero tesoro.
parole chiave: Gesù Cristo, frutto eterno, portare frutto, eternità

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Come bisogna vivere per avere una vita più ricca, la vita che produce più frutto che durerà? Oggi, andando avanti nell'Evangelo di Giovanni, vedremo da Gesù, che è perdendo la propria vita che si guadagna.

Stiamo studiando l’Evangelo di Giovanni, che Dio lo guidò a scrivere proprio per farci conoscere Gesù come il Cristo, il Figlio di Dio. Gesù è venuto sulla terra per compiere la salvezza, in modo che possiamo essere perdonati e riconciliati con Dio.

Nell’ultimo sermone, all’ìnizio di Giovanni 12, siamo arrivati al periodo vicino alla Pasqua, in cui Gesù andrà alla croce. Poco prima, Gesù aveva risuscitato Lazzaro dalla morte davanti ad una grande folla. All’inizio del capito 12, Gesù si trova a Betania, vicino a Gerusalemme, ad un pranzo in casa di Simone, un lebbroso che Gesù aveva guarito e dove era presente anche Lazzaro, che era stato risuscitato dalla morte.

Gesù entra a Gerusalemme

A quella cena, Maria, la sorella di Lazzaro, aveva unto Gesù con olio profumato molto costoso. Questo era stato guidato da Dio per essere una preparazione per la sepoltura di Gesù. Poi abbiamo visto che alla luce dei miracoli di Gesù, tante persone stavano credendo in Lui. Per questo, i capi dei Giudei deliberarono di far morire Gesù. Tenendo questo in mente, andiamo avanti in Giovanni 12, iniziando con il versetto 12. Ci troviamo al giorno dopo il convito in cui c’era Lazzaro.

Prima di leggere, ricordiamo che da quando i Giudei avevano deciso di voler uccidere Gesù, Gesù aveva evitato di girare pubblicamente a Gerusalemme, per evitare di morire al momento sbagliato. Ma ora, era arrivato il momento stabilito da Dio per Gesù di andare alla croce. Perciò, Gesù entra pubblicamente a Gerusalemme, come re, adempiendo delle profezie specifiche, così da rivelarsi pubblicamente come il Cristo, e costringere così i capi dei Giudei ad ucciderlo. Leggo di questa entrata a Gerusalemme nei versetti 12,13.

12 Il giorno seguente, una grande folla che era venuta alla festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, 13 prese dei rami di palme e uscì incontro a lui, gridando: "Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!". (Giovanni 12:12,13)

Notiamo qua varie cose. La grande folla che accoglie Gesù in questo modo con onore, non era formata da persone di Gerusalemme, ma erano persone che erano venute alla festa. Ricordate che i Giudei abitavano in Giudea ed in Galilea, e anche in molte altri parti del mondo. Un buon giudeo cercava di andare a Gerusalemme per partecipare alle feste religiose, soprattutto la Pasqua. E perciò, erano questi pellegrini che uscirono ad incontrare Gesù mentre entrava a Gerusalemme.

Notate che gridavano: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d'Israele!” È una dichiarazione che riconoscevano in Gesù il Cristo, il Messia, che Dio aveva promesso da secoli. Chiaramente, visto che Gesù non era ancora andato alla croce, non capivano tutto. Ma adoravano Gesù per quello che avevano capito.

Chiaramente, nessuno di noi comprende tutto di Dio. La nostra conoscenza deve sempre crescere. Ma possiamo adorare Dio per quello che abbiamo già compreso. O che possiamo essere un popolo che adora il Signore Gesù Cristo.

L'Antico Testamento è pieno di profezie di Gesù. Gesù adempiva profezia dopo profezia. Questo per confermare al mondo che Gesù è veramente il Cristo. Perciò, Gesù entra in Gerusalemme nel modo in cui la profezia in Zaccaria 9:9 dichiara del Cristo. Seguite mentre leggo i versetti 14 a 16.

14 E Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: 15 "Non temere, o figlia di Sion; ecco, il tuo re viene, cavalcando un puledro d’asina". 16 Or i suoi discepoli non compresero sul momento queste cose, ma quando Gesù fu glorificato, allora si ricordarono che queste cose erano state scritte di lui, e che avevano fatte queste cose a lui. (Giovanni 12:14-16)

Gesù entrò in Gerusalemme proprio come Dio aveva profetizzato tramite Zaccaria, mostrando così che Egli è il Cristo, il re di Israele, il Salvatore del mondo.

Notate una verità importante qui. I discepoli di Gesù conoscevano molto bene la Bibbia. Eppure, non si rendevano conto in quel momento che quello che stavano osservando era l'adempimento di quella profezia. Dopo, quando Gesù fu glorificato con la risurrezione, si ricordarono della profezia e di come Gesù l'aveva adempiuta.

In questo, vediamo che spesso, sul momento non riconosciamo quello che Dio sta facendo. Quanto è importante che camminiamo per fede, anche quando non comprendiamo tutto, ed è anche importante che camminiamo umilmente, riconoscendo che spesso, non vediamo tutto quello che Dio ci mostra. Quanto è importante essere umili, e mai disprezzare altri, quando comprendiamo qualcosa che loro non hanno ancora capito. Tutto quello che comprendiamo è per grazia.

Tutto quello che Gesù stava facendo, serviva per mostrare al mondo che Egli è il Cristo, profetizzato da quando c'erano Adamo ed Eva. Le profezie, che Gesù stava adempiendo, insieme ai miracoli di Gesù, ci danno una base solida per potere credere veramente in Gesù Cristo. Dio ci ha dato tutte queste testimonianze per permetterci di avere una fede sicura.

È in quei giorni, là a Gerusalemme, Dio dava una testimonianza forte a tutti, tramite le persone che avevano assistito alla risurrezione di Lazzaro. Leggo i versetti 17 e 18.

17 La folla dunque, che era con lui quando aveva chiamato Lazzaro fuori dal sepolcro e l’aveva risuscitato dai morti, gli rendeva testimonianza. 18 Perciò la folla gli andò incontro, perché aveva udito che Egli aveva fatto questo segno. (Giovanni 12:17,18).

Le persone che avevano visto Gesù risuscitare Lazzaro rendevano testimonianza di Gesù alle persone in Gerusalemme. E per questo, la folla andò incontro a Gesù, avendo sentito di quel miracolo che dimostrava la divinità di Gesù.

Gesù fece i suoi miracoli per rendere chiaro che Egli è il Cristo. E sono stati usati da Dio proprio per questo. Le persone credevano in Gesù come il Cristo.

Voglio notare quanto è importante che testimoniamo di Gesù. Le persone della folla, sentendo la testimonianza di coloro che erano con Gesù quando aveva risuscitato Lazzaro, venivano a cercare Gesù. Quando noi testimoniamo dell'opera di Gesù in noi, della potenza di Dio che ci ha fatto nascere di nuovo, dell'opera di Dio in Cristo per perdonare tutti i nostri peccati, la nostra testimonianza diventa uno strumento potente per portare altri a Cristo.

Tempo fa, abbiamo studiato Giovanni 4, quando Gesù parla con la donna samaritana accanto al pozzo. Se ricordate, lei ha creduto che Gesù è il Cristo, ed è corsa in paese per raccontare agli altri. Tramite la sua testimonianza, tante persone sono venute ad ascoltare Gesù. Credevano alla testimonianza di quella donna. Quanto è importante che noi testimoniamo agli altri di Cristo. Questo è lo strumento principale che Dio usa per portare l'Evangelo nel mondo. Ripetutamente nella Bibbia vediamo la potenza della testimonianza. E ripetutamente nella vita vediamo la potenza della testimonianza. Prego che possiamo essere pronti a parlare con chiunque di chi è il nostro Signore, e di quello che ha fatto in noi.

I Farisei vogliono uccidere Gesù

La chiara testimonianza pubblica che Gesù è il Cristo, creava un immenso problema per i capi dei Giudei. Ricordate che questi uomini si presentavano come gli uomini che Dio aveva dato al mondo per guidare il popolo a Dio. Ma in realtà, erano degli ipocriti, erano dei falsi, perché non cercavano la gloria di Dio, ma piuttosto cercavano gloria per loro stessi. Volevano potere sul popolo, potere basato sull'inganno che erano mandati da Dio.

Loro capivano chiaramente che, se le persone avrebbero riconosciuto la verità che Gesù è il Cristo, non avrebbero più creduto in questi capi. Quindi, erano grandemente aggravati dal fatto che le persone stavano riconoscendo la verità di Gesù Cristo, e per questo, credevano sempre meno nei capi.

Leggo il versetto 19, che mostra il cuore di questi capi religiosi.

19 I farisei allora dissero tra di loro: "Vedete che non guadagnate nulla; ecco, il mondo gli va dietro". (Giovanni 12:19)

Fermatevi a pensare con me. Questi capi non dubitavano che Gesù è il Cristo. Erano esperti nelle scritture. Conoscevano le profezie, e sapevano che Gesù aveva adempiuto tutte le profezie finora. Quindi, dalle chiare profezie, dai miracoli, e dall'insegnamento di Gesù, era molto chiaro per loro che Gesù è il Cristo. Il loro problema non era quello di pensare che le persone sbagliavano credendo in Gesù come il Cristo. Il loro problema era che non volevano il Cristo. Non volevano che le persone seguissero il Cristo. Volevano che le persone seguissero loro!

Non è che a volte questo è il nostro cuore? Non è che a volte vogliamo dare spazio alla carne, e perciò, non ci interessa la verità, ma ci interessa avere ragione, ci interessa vincere, ci interessa ottenere quello che vuole la nostra carne?

Non è che a volte noi andiamo contro quella che è la verità, cercando di ottenere qualche vantaggio carnale?

Per esempio, a volte neghiamo un peccato che gli altri vedono, perché vogliamo vederci bene nella carne, o vogliamo essere visti bene.

O che possiamo comprendere quanto questo ci porta lontani da Dio.

Pensate! Il popolo di Israele aveva aspettato il Cristo per secoli. Ora, era chiaro che il Cristo era arrivato. Però questi capi odiavano il Cristo, e volevano farLo morire, per non perdere il loro potere.

Quanto dobbiamo stare in guardia a non dare spazio alla nostra carne, al nostro orgoglio. Quando diamo spazio alla carne, quando diamo spazio al nostro orgoglio, giriamo le spalle all'unico perdono che esiste. Non rifiutiamo il Cristo per innalzare noi stessi.

Alcuni Greci vogliono vedere Gesù

Adesso Giovanni ci racconta un avvenimento che ci aiuta a capire il motivo per cui Gesù è venuto al mondo. Gesù non è venuto per guarire tutti, Gesù non è venuto per soddisfare ogni richiesta di ogni persona. Gesù è venuto per andare alla croce, per compiere la salvezza in modo che persone di tutto il mondo potessero essere salvate.

Perciò, Giovanni ci racconta di alcuni greci che volevano vedere Gesù. Per capire meglio questo brano, teniamo in mente che questi greci non erano Giudei. Erano gentili che però credevano nel vero Dio. Infatti, il brano che stiamo per leggere dichiara che erano venuti ad adorare durante la festa. Quindi, erano gentili che avevano sentito del Dio d'Israele, e capivano che Egli è il vero Dio. E perciò, erano venuti alla festa per adorare Dio. Infatti, nel tempio c'era un cortile per i gentili, per accogliere queste persone.

Questi greci avevano sentito di Gesù, e adesso sapendo che Gesù è a Gerusalemme, chiedono di vedere Gesù. Leggo i versetti 20,21.

20 Or tra quelli che erano saliti ad adorare durante la festa c’erano alcuni Greci. 21 Costoro dunque, accostatisi a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, lo pregarono dicendo: "Signore, vorremmo vedere Gesù". (Giovanni 12:20,21)

Che grande atto di fede da parte di questi greci. Avevano sentito di Gesù. Adesso, vogliono vedere Colui che le folle avevano acclamato come il re, il Cristo. La loro fede è una cosa buona.

Notate che chiedono a Filippo di vedere Gesù. Filippo era di Betsaida, una città greca nella Galilea. Quindi, si rivolgevano a lui. È molto probabile che questi greci venivano proprio da quelle parti.

Quello che voglio notare è che queste persone vanno da una persona che conosceva Gesù per poter arrivare a Gesù. Infatti, Gesù dichiara in Matteo 5 che noi che conosciamo Gesù siamo la luce del mondo. Noi siamo la luce del mondo in quanto noi, che conosciamo Gesù, abbiamo il compito di far conoscere Gesù ad altri. E perciò, questi greci vanno da Filippo, capendo che egli conosceva Gesù, e quindi questo sarebbe stato per loro un modo per conoscere Gesù.

In Giovanni 1:44, impariamo che non solo Filippo era di Betsaida, ma anche Andrea. E perciò, quando questi greci vanno da Filippo, egli va a chiedere aiuto ad Andrea, un suo paesano. Leggo il versetto 22.

Filippo andò a dirlo ad Andrea e, a loro volta, Andrea e Filippo lo dissero a Gesù. (Giovanni 12:22)

Per qualche motivo, Filippo non si sentiva di portare da solo questi greci a Gesù. Ma anziché arrendersi, trova Andrea, che era di Betsaida come lui, e chiede il suo aiuto. Perciò, andarono in due da Gesù per raccontare la richiesta di questi greci.

Fratelli e sorelle, io prego che noi possiamo essere pronti a portare le persone a Gesù. A volte, possiamo trovarci in situazioni in cui non ci sentiamo adeguati per portarle da soli. Per esempio, se una donna conosce un uomo, non è lei che deve passare tanto tempo con lui parlandogli di Cristo. Non sarebbe corretto. Quindi, sarebbe saggio per lei andare a cercare un fratello in fede, che potrebbe aiutare a portare quell'uomo a Gesù. E la stessa cosa dovrebbe fare un uomo che trova una porta aperta con una donna. Egli non è la persona adatta a passare molto tempo con lei. Quindi, potrebbe trovare una sorella in fede per aiutarlo a portarla a Cristo.

Può darsi si tratta di una situazione in cui c'è qualcuno a cui non sai come rispondere alle domande che si pone. Ci possono essere tanti motivi per cui uno potrebbe non sentirsi in grado di portare qualcuno a Cristo da solo. Grazie a Dio, possiamo aiutarci gli uni gli altri. La cosa importante è che noi portiamo le persone a Cristo.

Gesù dichiara che sarà glorificato

Anziché rispondere alla richiesta di questi greci di vederlo, Gesù spiega a Filippo ed Andrea quello che sta per fare. In realtà, era arrivato il tempo per Gesù di andare alla croce, ma dopo di risuscitare ed essere glorificato. Perciò, anziché incontrare quelle persone a questo punto, Gesù stava per compiere un'opera così grande che persone da tutto il mondo avrebbero potuto conoscerlo non solo come Gesù, ma come il Cristo glorificato.

Perciò, per Gesù non era il momento di vedere altre persone, per Gesù era il momento di compiere la salvezza. Gesù doveva essere fedele alla sua missione. Anche noi dobbiamo compiere quello che Dio ci chiama a fare, anche se a volte vuol dire che non possiamo soddisfare le richieste di altri. Certamente, Gesù sapeva esattamente la volontà del Padre. Invece noi dobbiamo sempre stare molto in guardia e comprendere bene qual è la volontà di Dio. Poi, dobbiamo farla.

Gesù spiega a Filippo ed Andrea, e tramite la Bibbia a noi, quello che stava per compiere. Leggo il versetto 23.

Ma Gesù rispose loro, dicendo: "L’ora è venuta, in cui il Figlio dell’uomo deve essere glorificato. (Giovanni 12:23)

Gesù dichiara che l'ora è venuta. Circa tre anni prima, Gesù si è presentato al mondo quando Giovanni lo aveva battezzato, e la voce di Dio aveva parlato dal cielo. In questi tre anni, Gesù aveva dimostrato tramite i suoi miracoli, e il suo insegnamento, che Egli è il Cristo, venuto per compiere la salvezza. Ora, è arrivato il momento. Gesù si trovava a Gerusalemme, ed era quasi la Pasqua. Era arrivato per Gesù il momento di andare alla croce per prendere su di sé i peccati di tutti coloro che Dio avrebbe salvato nella storia del mondo.

Gesù si identifica qua come il Figlio dell'uomo. Gesù stava per andare alla croce come il Figlio di Dio, per poter pagare il prezzo, ma come Figlio dell'uomo per potersi identificare con gli uomini e prendere il loro peccato.

È importante notare che Gesù dichiara che era l'ora per Lui di essere glorificato. Eppure, stava per andare alla croce, che era un'umiliazione. Sì, però Gesù sapeva che dopo la croce, veniva la glorificazione, sapeva che sarebbe risuscitato, e glorificato dal Padre. Un brano che parla di questa umiliazione e glorificazione insieme è Filippesi 2:5-11. Seguite mentre lo leggo. Descrive quello che Gesù stava per fare.

5 Perciò, abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù, 6 il quale, essendo in forma di Dio, non considerò rapina l’essere uguale a Dio, 7 ma annichilì se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini; 8 e, trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce. 9 Perciò anche Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni nome, 10 affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature celesti, terrestri e sotterranee, 11 e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre. (Filippesi 2:5-11).

Gesù si è abbassato per caricarsi dei nostri peccati, per poi essere innalzato dal Padre, in quanto Egli è il Cristo e il Signore. E quindi, per quanto Gesù è stato umiliato, volontariamente, la sua gloria è infinitamente più grande dell'umiliazione. E perciò, parlando con Filippo e Andrea, Gesù dichiara che stava per essere glorificato.

Poi, Gesù spiega quello che stava per fare in un altro modo. Dà un esempio dalla natura per spiegare che doveva morire per poter portare frutto. Sarebbe stato glorificato portando molto frutto. Ma per arrivare a questo, doveva darsi alla morte. Ascoltiamo il principio che Gesù dichiara nel versetto 24.

In verità, in verità vi dico: Se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto. (Giovanni 12:24)

Dio ha creato la natura per insegnarci una verità importantissima, che vediamo nella morte di Gesù Cristo. Gesù usa questa verità della natura per spiegare quello che sta facendo. Se un granello di frumento, un seme di grano, vuole produrre frutto, deve morire. Se non muore, se non viene messo nella terra per venire totalmente disfatto, non produrrà mai frutto. Sarà sprecato. Invece, se muore, se viene messo nella terra, produce una nuova pianta, con molto frutto, al costo della sua vita.

Questa è la verità che vediamo costantemente in natura. Ogni seme che produce una nuova pianta con frutto, deve morire per farlo. E quello che è vero in natura, è vero spiritualmente parlando. Gesù Cristo doveva morire sulla croce per pagare la condanna dei peccatori che Dio avrebbe salvato, per poter portare frutto. Era impossibile compiere la salvezza in alcun altro modo. Era necessaria la sua morte per dare vita a noi.

È quello che è vero per Gesù Cristo, è vero anche per noi. Solo chi perde la sua vita troverà la vera vita eterna. Solo chi perde la vita carnale avrà la vita spirituale. Il versetto 24 è una descrizione di un principio che Gesù stava per vivere. E quel principio vale per tutti, come Gesù spiega nel versetto 25. Seguite mentre leggo il versetto 25.

Chi ama la sua vita la perderà, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. (Giovanni 12:25)

Passando dall'esempio del seme all'esempio della vita, qua Gesù dichiara, parlando a noi, che chi ama la sua vita, e intende in questo mondo, la perderà. Chi cerca la vita in quello che il mondo offre, chi ama il mondo e quello che il mondo offre, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi, e la superbia della vita, chi vuole quello che il mondo offre, perderà la sua vita. Si troverà al giudizio sotto condanna, senza speranza.

Al contrario, chi odia la sua vita in questo mondo, conserverà la sua vera vita per la vita eterna. Quando dice che uno odia la sua vita in questo mondo, non vuol dire che odia la vita in sé, ma desidera così tanto la vita in Cristo, desidera così tanto le benedizioni spirituali, che vede come inganno tutti i tesori che il mondo offre. Odia la vita in cui si vive per i tesori terreni. Odia la vita in cui si vive per l'approvazione degli uomini. Odia tutto quello che il mondo offre perché sa che lo ostacola da Dio.

Un esempio potrebbe essere quello di un uomo che aspetta con grande gioia di sposare la fidanzata. Non vede l'ora, desidera la vita benedetta insieme a lei. Perciò, odia ogni tentazione che si presenta a lui, sapendo che lo ostacolerebbe dalla gioia di vivere insieme alla sua futura moglie.

Il punto non è tanto odiare: è amare così tanto la vita eterna, conoscere veramente Dio, che tutto ciò che è intorno e che ci potrebbe in qualche modo ostacolare, è visto come un nemico.

In Luca 14:26, Gesù dichiara:

“"Se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre, moglie e figli fratelli e sorelle e perfino la sua propria vita, non può essere mio discepolo.” (Luca 14:26 LND).

Questo non vuol dire che dobbiamo letteralmente odiare il padre o la madre o la moglie o i fratelli. Altrove ci insegna ad amare il nostro prossimo. Ma vuol dire che il nostro amore per Cristo è così grande che non c'è alcun paragone. E per quanto riguarda le cose del mondo, la vita in questo mondo, la vita cercando soddisfazione in quello che il mondo offre, significa veramente odiare tutto questo.

Gesù dichiara una cosa simile in Marco 8:34-36.

“34 Poi chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: "Chiunque vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua 35 perché chiunque vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e dell’evangelo, la salverà. 36 Che gioverà infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde l’anima sua?” (Marco 8:34-36 LND).

Il punto di Gesù qua, un punto estremamente importante, è che l'unico modo per avere la salvezza è quello di desiderare la salvezza così tanto che si odia ogni distrazione dalla salvezza.

Alla luce di quello che Gesù dichiara qua, è giusto per noi fermarci e chiederci: per che cosa stiamo vivendo?

Se tu riconosci che non stai vivendo per l'eternità, ma che stai vivendo per quello che il mondo offre, non aspettare, umiliati, corri a Gesù chiedendo perdono, e cerca in Cristo il vero tesoro.

È da notare che chi odia la vita in questo mondo, perché vuole la vita eterna con Dio, conserverà la sua vita per l’eternità. Ovvero, avrà la vita eterna con Dio. Il verbo conservare vuol dire tenere, custodire, o preservare dal pericolo. Quindi, chi vuole Cristo a tal punto che è come se odiasse quello che il mondo offre, avrà la vita eterna.

La salvezza arriva quando uno vede la salvezza in Cristo come il suo vero tesoro.

Gesù continua, mostrando che la vera vita viene desiderando Cristo. Leggo il versetto 26.

Se uno mi serve, mi segua; e là dove sono io, là sarà anche il mio servo; e se uno mi serve, il Padre l’onorerà. (Giovanni 12:26).

Qua, Gesù dichiara che se uno Lo serve, Lo segue. Cioè chi vede in Gesù la vera vita, e si mette a servire Gesù, vedendo in lui il Signore, deve seguire Gesù. La parola segua è un imperativo. È un comandamento. Per avere Gesù, bisogna seguire Gesù, seguire Gesù che ci è di esempio come un granello di frumento che muore. Bisogna seguire Gesù, che odiava la sua vita in questo mondo, e così ha conservato la vita in vita eterna. Seguire Gesù è seguire Gesù nel vivere per l'eternità.

Dopo aver comandato a chi vuole servire Gesù di seguirLo, Gesù parla dei benefici meravigliosi ed eterni che quella persona avrà. Chi serve e segue Gesù sarà con Gesù per l'eternità. Sarà nella presenza di Gesù, in comunione con Gesù, letteralmente con Gesù Cristo, ed anche con il Padre, per tutta l'eternità. E non solo, se uno rinnega se stesso per servire Gesù, se uno dice no alla sua carne e sì a Cristo, quella persona sarà onorata dal Padre!

Questo è inconcepibile. Dio Padre onorerà in cielo, nella sua presenza, per tutta l'eternità, coloro che veramente seguono Gesù. Coloro che non vivono per questo mondo, coloro il cui tesoro è la vita eterna con Dio, saranno con Dio per tutta l'eternità, e saranno onorati da Dio.

Quanto è ingannevole ogni tesoro che il mondo offre. Tutti i tesori del mondo sono un inganno, per allontanarci dal vero tesoro, quello di stare con Gesù Cristo, ed il Padre, ed essere onorati dal Padre.

Applichiamo questo a noi

Certamente, tutto quello che abbiamo visto nei versetti che abbiamo considerato oggi, non è un semplice insegnamento intellettuale. Gesù sta parlando a noi, ed ognuno di noi deve valutare la propria vita. Per che cosa stai vivendo? Qual è il tuo tesoro? Tu ami la tua vita qua sulla terra, ovvero, tu cerchi di soddisfare il tuo cuore con cose della terra? Tu cerchi l'approvazione degli uomini, cerchi di vederti bene, cerchi piacere nelle cose materiali, cerchi una vita comoda o tranquilla?

Oppure, tu odi la tua vita in questo mondo, nel senso che tu vedi quanto è tutto ingannevole, e vuoi la vera vita, vuoi una vita piena di Cristo, tu vuoi stretta comunione con Dio, questo è il tuo cuore?

Tu sei pronto a morire, nel senso di far morire tutto quello che in te è terreno, per produrre vero frutto? Tu cammini come una vera pecora, ascolti veramente la voce di Gesù, e Lo segui?

O che possiamo vedere sempre di più il valore di Gesù Cristo, e l'inganno di ogni forma di peccato. Prego che possiamo vedere la gloria di Gesù Cristo come il Signore. Prego che possiamo leggere la Bibbia per conoscere di più Gesù. Prego che possiamo vivere per l'eternità!

Prego che possiamo essere come Filippo ed Andrea, per essere pronti a portare le persone a Gesù Cristo, l’unico Salvatore.

Grazie a Dio che Gesù Cristo era pronto a morire, a rinnegare Se stesso, per comprarci il perdono e la vita eterna. Grazie a Dio per Gesù Cristo, il nostro Salvatore e Signore.