Chi è Gesù Cristo, Colui che ci salva dalla condanna eterna?
Stiamo studiando l’Evangelo di Giovanni, per conoscere di più Gesù Cristo per poter avere più fede in Lui, e per conoscere come vivere in Cristo. Siamo nel capitolo 3, e nei versetti che prenderemo in considerazione oggi, vedremo più di Cristo, e anche un esempio da seguire in Giovanni battista.
Per capire quello che leggeremo oggi, è utile ricordare che Giovanni Battista era un uomo molto importante nel piano di Dio. La sua nascita fu annunciata dall'angelo Gabriele a suo padre Zaccaria. Il suo ministero fu profetizzato da Isaia. Giovanni fu riempito di Spirito Santo mentre era ancora nel grembo di sua madre. Gesù lo descrive così in Giovanni 5:35.
35 Egli era la lampada ardente e lucente; e voi avete voluto gioire per breve tempo alla sua luce. (Giovanni 5:35)
In Matteo 11, Gesù dichiara questo di Giovanni.
“9 Insomma, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, egli è più che un profeta, 10 Perché questi è colui del quale è scritto: "Ecco, io mando il mio messaggero davanti alla tua faccia, egli preparerà la tua strada davanti a te". 11 In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto mai nessuno più grande di Giovanni Battista; ma il minimo nel regno dei cieli è più grande di lui.” (Matteo 11:9-11 LND)
Giovanni battista era un uomo estremamente importante nel piano di Dio. Grandissime folle andavano a lui, al fiume Giordano, per essere battezzate. Gesù stesso è andato a Giovanni per essere battezzato.
Quindi, teniamo in mente che Giovanni Battista aveva un ministero estremamente importante. Fu molto conosciuto.
Come contesto per il nostro brano di oggi, ricordiamo che Gesù era stato battezzato da Giovanni, e in quell’occasione, la voce di Dio venne in modo udibile dal cielo, dichiarando che Gesù era suo Figlio. Lo Spirito Santo scese su di lui in modo visibile. Gesù iniziò a chiamare i suoi primi discepoli.
Poi, Gesù andò a Gerusalemme alla festa della Pasqua, e pubblicamente scacciò i mercanti dal tempio, mostrando così la sua autorità divina. A quel punto, Gesù cominciò ad essere molto conosciuto.
Per un po’ di tempo, forse sei mesi, Giovanni Battista ha svolto il suo ministero contemporaneamente a quello di Gesù. Poi, Giovanni Battista fu messo in prigione, e dopo fu ucciso.
Quindi, gli avvenimenti di questo brano succedono in quel periodo in cui Gesù e Giovanni svolgevano i loro ministeri allo stesso tempo.
Quello che vogliamo vedere, considerando questo brano è: quanta gloria cercava Giovanni per se stesso? Egli era preoccupato del fatto che sempre meno persone andavano da lui? È importante riconoscere questo, perché una tendenza di quasi tutti noi è di volere, in qualche modo, la gloria degli altri. Di natura, tendiamo a voler gloria per noi stessi. Ma questo è un grave peccato. Dio ci dà un ottimo esempio di come vivere in Giovanni battista.
Appena prima del brano che vogliamo considerare, troviamo l’incontro fra Gesù e Nicodemo, in cui Gesù spiega la salvezza. Poi, abbiamo un insegnamento, forse dall’autore Giovanni, che spiega che Gesù è venuto nel mondo, ma che tanti uomini hanno preferito le tenebre.
Subito dopo quell'insegnamento troviamo il nostro brano di oggi. Nei versetti 22 a 24 abbiamo il contesto per l’insegnamento nel nostro brano. Seguite mentre leggo da Giovanni 3:22-24.
22 Dopo queste cose, Gesù venne con i suoi discepoli nel territorio della Giudea, e là rimase con loro e battezzava. 23 Or anche Giovanni battezzava in Enon, vicino a Salim, perché là c’era abbondanza di acqua; e la gente veniva e si faceva battezzare, 24 perché Giovanni non era ancora stato gettato in prigione. (Giovanni 3:22-24)
Prima che Gesù iniziò il suo ministero, era solo Giovanni ad avere un ministero speciale da Dio. E quindi, tutti andavano da lui. Ma ora, Gesù aveva iniziato il suo ministero, Gesù e i suoi discepoli erano al fiume Giordano e battezzavano la gente. Allo stesso tempo, Giovanni e i suoi discepoli erano in un altro posto lungo il fiume, anche loro battezzavano le persone.
Notate che Giovanni non era ancora stato gettato in prigione. Poco dopo questi avvenimenti, Giovanni fu arrestato da Erode e messo in prigione, e dopo un po' di tempo, fu ucciso da Erode. Quindi, l’autore Giovanni chiarisce il fatto che questi avvenimenti si erano verificati nel periodo di tempo compreso da quando Gesù aveva iniziato il suo ministero e prima che Giovanni fosse arrestato.
Un commento qua per il fatto che il brano dice che Giovanni battezzava ad Enon, perché là c'era abbondanza di acqua. La parola greca che viene tradotta battezzare in italiano vuol dire letteralmente immergere. Quindi è mettere qualcosa sotto l'acqua. Questo, più il fatto che Giovanni sceglieva un luogo dove c'era abbondanza di acqua è una chiara indicazione che il significato di battezzare in acqua è di immergere qualcuno completamente. Quando poi riconosciamo che il battesimo simbolizza morire con Cristo, il fatto di immergere sotto l'acqua ne rispecchia perfettamente il significato. Il battesimo insegnato dalla Bibbia è immergere la persona sotto l’acqua.
C'è un altro punto importante da notare in questo brano. Giovanni aveva avuto la chiamata di predicare per preparare le persone per il Cristo. A questo punto del brano, Gesù aveva iniziato il suo ministero. Vediamo che ormai, più persone andavano da Gesù anziché da Giovanni. Eppure, nonostante molte meno persone andavano da lui, Giovanni continuava a svolgere il suo ministero. Non decise per conto suo di smettere. Dio gli aveva dato una missione da compiere, e finché non fu guidato da Dio a smettere, Giovanni rimase fedele alla sua chiamata.
C'è una lezione molto importante per noi. A volte, quello che Dio ci chiama a fare porta molto frutto. In altri momenti, porta molto meno frutto, o addirittura nulla di visibile. Non dobbiamo noi da soli decidere di lasciare quello che Dio ci ha dato da fare. Dobbiamo essere fedele a quello che Dio ci dà da fare.
La gelosia dei discepoli di Giovanni
Nei prossimi versetti, vediamo che i discepoli di Giovanni avevano una certa gelosia per il fatto che ormai il ministero di Gesù attirava più persone rispetto a quello di Giovanni. Seguite mentre leggo i versetti 25,26.
25 Sorse allora una discussione da parte dei discepoli di Giovanni con i Giudei intorno alla purificazione. 26 Così vennero da Giovanni e gli dissero: "Maestro, colui che era con te al di là del Giordano, a cui hai reso testimonianza, ecco che battezza e tutti vanno da lui". (Giovanni 3:25,26)
La parola discussione qua potrebbe essere tradotta come dispute, una forma di scontro. I discepoli di Giovanni parlavano con i Giudei, oppure con un giudeo, intorno alla purificazione, o magari sul valore del battesimo di Giovanni. Poi, vediamo una certa gelosia in loro. Prima della manifestazione di Cristo, tutti andavano a Giovanni. Ma adesso che Gesù aveva iniziato il suo ministero, la maggioranza andava a Gesù. Questo turbava questi discepoli di Giovanni. Lo riferivano a Giovanni come un problema.
Vogliamo considerare questo, perché in loro possiamo vedere molto di noi stessi. Questi discepoli di Giovanni battista si identificavano con lui. La fama di Giovanni diventava motivo per loro di gloriarsi. Cioè, il fatto che seguivano uno che ormai era molto conosciuto era motivo di vanto. Perciò, il fatto che ora meno persone andavano da Giovanni a loro pesava.
Allora, che cosa stavano cercando, in realtà? Una parte di quello che cercavano è chiaramente la propria gloria. Volevano vedere il loro maestro come il più bravo, il più famoso, il più ricercato.
In 1Corinzi, l'apostolo Paolo riprende i credenti perché si identificavano con questo o quell'insegnante, cercando in quel modo di vedersi bravi, perché seguivano l’insegnante che secondo loro era il migliore. C'era chi diceva: io sono di Paolo, altri dicevano io sono di Apollo, altri ancora dicevano io sono di Cefa, ovvero Pietro. Altri ancora dicevano: io sono di Cristo, così cercando gloria. Paolo riprende quei credenti per il loro orgoglio.
Vediamo quell'orgoglio qua in questi discepoli di Giovanni. Non volevano solamente la gloria di Dio. Volevano anche gloria per loro stessi.
E questo ci spinge a chiederci : noi vogliamo solamente la gloria di Dio, oppure, cerchiamo anche gloria per noi stessi? Cerchiamo gloria tramite qualcosa che apparentemente è buona? Questi uomini erano discepoli di Giovanni battista, che stava compiendo la volontà di Dio. Quindi, non cercavano gloria in qualcosa di carnale, piuttosto nell'identificarsi con un uomo grandemente usato da Dio. Ma comunque, in un certo senso volevano gloria per loro stessi. E perciò, quando meno persone andavano a Giovanni, perché la maggioranza andava a Gesù, questo era un peso per loro. Prego che possiamo esaminarci per vedere se noi stiamo cercando gloria per noi stessi in qualsiasi modo.
Il cuore da avere
Cosa dovremmo fare? Quale dovrebbe essere il nostro cuore? Dio non solo ci mostra il peccato dei discepoli di Giovanni, Dio ci dà anche un chiaro esempio del cuore che dovremmo avere noi nella risposta di Giovanni il battista ai suoi discepoli. Leggo di nuovo il versetto 26, e poi i versetti 27-30.
26 Così vennero da Giovanni e gli dissero: "Maestro, colui che era con te al di là del Giordano, a cui hai reso testimonianza, ecco che battezza e tutti vanno da lui". 27 Giovanni rispose e disse: "L’uomo non può ricevere nulla, se non gli è dato dal cielo. 28 Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: "Io non sono il Cristo, ma sono stato mandato davanti a lui". 29 Colui che ha la sposa è lo sposo, ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ode, si rallegra grandemente alla voce dello sposo; perciò questa mia gioia è completa. 30 Bisogna che egli cresca e che io diminuisca. (Giovanni 3:26-30)
Giovanni mostra il cuore che ognuno di noi dovrebbe avere. Giovanni non cercava in alcun modo gloria per se stesso. Giovanni riconosceva che qualunque ruolo che abbiamo, grande o piccolo e se c'è frutto dalla nostra vita, è tutto da Dio. Infatti, Giovanni dichiara che l'uomo non può ricevere nulla, se non gli è dato dal cielo. In altre parole, Giovanni dichiara in modo categorico che non aveva alcuna gloria in se stesso. Non aveva nulla che non avesse ricevuto. Tutto quello che era e che aveva veniva da Dio. Perciò, lui era contento di compiere l'opera di Dio in qualunque modo che Dio gli indicava.
Per Giovanni, il fatto che prima c'erano grandi folle che andavano da lui, e adesso, c'era molta meno gente, non gli importava nulla. Lui non stava cercando successo, o la gloria degli uomini. Giovanni cercava solamente di essere fedele a Dio.
Quello che vediamo qua in Giovanni è la vera umiltà. La vera umiltà non cerca per sé. Cerca solo di camminare fedelmente in quello che Dio gli dà da fare, sapendo che tutto viene da Dio, volendo la gloria di Dio ed il bene degli altri.
Quanto è importante per noi afferrare la verità che noi non abbiamo nulla se non solo quello che Dio ci ha dato. E quindi, non abbiamo nulla di cui possiamo gloriarci. Tutta la gloria va solamente a Dio.
Nessuno di noi è stato minimamente usato da Dio quanto Giovanni battista. Eppure, Giovanni non cercava gloria per se stesso. Quanto di più, noi che siamo molto più piccoli, dovremmo vivere per dare tutta la gloria a Dio.
Giovanni ricorda ai suoi discepoli che aveva detto loro che egli non è il Cristo, ma che era stato mandato davanti al Cristo. Quindi Dio non aveva chiamato Giovanni per attirare le persone a se stesso, ma per preparare le persone ad andare a Cristo.
E Gesù dichiara che noi siamo la luce del mondo, nel senso che dobbiamo anche noi far vedere la luce di Cristo alle persone. Non devono vedere noi, devono vedere Gesù Cristo in noi.
Poi, Giovanni usa un paragone che i Giudei capivano molto bene. Ad un matrimonio, lo sposo aveva un caro amico che gli era testimone. Questo amico faceva di tutto per curare lo sposo. Non cercava nulla per se stesso, si dedicava totalmente a curare lo sposo e di innalzare lo sposo.
Giovanni spiega che la sua gioia non era per quello che egli riceveva, ma perché lo sposo, Gesù Cristo, stava ricevendo la gloria. Questo dava grande e completa gioia a Giovanni. Questo vuol dire che colui che egli doveva annunciare, Gesù Cristo, era arrivato e la gente andava a Gesù. Questo dava gioia a Giovanni.
Quando Dio si serve di te nella vita di qualcuno, e la persona non innalza te minimamente, ma focalizza al 100% su Cristo, fino al punto di non capire che Dio si è servito di te, tu hai grande gioia che la persona vede più di Cristo? Oppure, ti fa male che quella persona non ha riconosciuto nessun merito in te?
Prego che possiamo seguire l'esempio di Giovanni, ed avere un cuore umile come il suo, volendo solo che Cristo sia innalzato in noi.
Il cuore di avere
Poi, il versetto 30 è una dichiarazione che ognuno di noi dovrebbe scrivere sul proprio cuore. Giovanni dichiara:
Bisogna che egli cresca e che io diminuisca. (Giovanni 3:30)
In realtà, viviamo in una delle due direzioni. O viviamo cercando di crescere noi, cerchiamo quello che è a nostro vantaggio, cerchiamo gloria per noi stessi, cerchiamo di avere più per noi; oppure, viviamo nella direzione opposta. Viviamo per la gloria di Gesù Cristo. Viviamo per innalzare Cristo. Viviamo per far conoscere Cristo ad altri, senza cercare di far conoscere noi stessi. In che direzione vivi tu?
Giovanni, questo grande uomo di Dio, questo uomo grandemente benedetto da Dio, viveva totalmente per la gloria di Dio. Non cercava gloria per se stesso. Non era offeso o ferito dal fatto che meno persone venivano da lui. A lui non importava minimamente essere riconosciuto dagli uomini. Lui voleva solo svolgere il suo ministero per la gloria di Dio. Voleva che le persone vedessero più di Gesù Cristo.
Quindi, Giovanni dichiara quello che era il desiderio del suo cuore: bisogna che egli, cioè Gesù Cristo, cresca, e che lui, Giovanni, diminuisca.
Se tu vivi veramente per Gesù Cristo, non sarai innalzato. Non riceverai gloria per te stesso. Questo sarà perché tu spingerai sempre le persone a vedere Gesù Cristo. Non cercherai gloria per te stesso. Nel tuo modo di agire, di vestirti, di parlare, di fare tutto, non cercherai di essere notato. Cercherai solo di fare vedere più di Gesù Cristo.
Se vivi veramente per Cristo, quando fai qualcosa di buono, e nessuno ti nota, non ti farà stare male. Quando il tuo desiderio è solo quello che Gesù Cristo venga innalzato tramite te, il fatto di essere notato o meno dalle persone non ti importerà. Ti importerà che notano Gesù Cristo.
Prego che possiamo seguire l'esempio di Giovanni. Prego che possiamo vivere totalmente per la gloria di Gesù Cristo. Allora avremo la gioia che aveva Giovanni battista.
La gloria di Gesù Cristo
Andando avanti nei versetti 31-33, Giovanni ci aiuta a capire di più la gloria di Gesù Cristo. Gesù Cristo merita tutta la gloria, perché Egli è glorioso. Seguite attentamente mentre leggo dal v.31.
31 Colui che viene dall’alto è sopra tutti; colui che viene dalla terra è della terra e parla della terra; colui che viene dal cielo è sopra tutti. 32 Ed egli attesta ciò che ha visto e udito, ma nessuno riceve la sua testimonianza. 33 Colui che ha ricevuto la sua testimonianza ha solennemente dichiarato che Dio è verace. (Giovanni 3:31-33)
In questi versetti, Giovanni parla della divinità di Gesù Cristo. Fa un confronto fra Gesù, che è Dio incarnato, e gli uomini mortali. Nel versetto 31 dichiara:
31 Colui che viene dall’alto è sopra tutti; colui che viene dalla terra è della terra e parla della terra; colui che viene dal cielo è sopra tutti. (Giovanni 3:31)
Qua, parlando di Gesù, Giovanni lo descrive come: colui che viene dall'alto, colui che è sopra tutti.
Gesù Cristo è venuto dal cielo. Non è nato come un semplice uomo. Era in cielo, perché è Dio, il Figlio. Poi, al tempo stabilito, è venuto dal cielo e si è fatto uomo. Nessun uomo è venuto dall'alto. Questo è solo il Cristo, il Figlio di Dio. Egli è sopra tutti.
Giovanni battista aveva parlato di questo in Giovanni 3:13. Lo leggo.
13 Or nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo, cioè il Figlio dell’uomo che è nel cielo. (Giovanni 3:13)
Qua, Giovanni dichiara che Gesù è disceso dal cielo. Cioè, era già in cielo, ed è venuto sulla terra. Nel nostro versetto leggiamo che viene all'alto, ovvero viene dal cielo, ed è sopra tutti. Gesù è sopra tutti, è Dio incarnato, è sopra ogni essere umano mai vissuto, e ogni altra creatura. Gesù il Cristo è divino, viene dal cielo. Perciò, possiamo fidarci pienamente di Lui per la nostra salvezza.
Ogni uomo viene dalla terra. Colui che viene dalla terra appartiene alla terra, è umano, morirà e il suo corpo ritornerà polvere. In se stesso, ha solo parole terrene. Parla della terra. Certamente, quando Dio salva qualcuno, quella persona diventa un figlio di Dio, e Dio gli dà le sue parole da proclamare. Ma per conto suo ha solo parole terrene.
Gesù Cristo è sopra tutti, è sovrano su tutti. Gesù non è semplicemente un buon uomo, un grande insegnante. Gesù Cristo è Dio incarnato.
Nel versetto 32, Giovanni parla del messaggio che Gesù proclamava. Gesù Cristo, il Figlio di Dio, parla delle cose celesti. Quello che dichiara non è dalla terra. Egli è Dio. Tutto quello che dichiara è verità. Ma nessuno riceve la sua testimonianza. In questo caso, come avviene spesso, “nessuno” non vuol dire letteralmente nessuno. Certamente Gesù aveva discepoli che credevano alla sua predicazione. Ma il senso qua è che poche persone accettavano il messaggio di Gesù Cristo. La grande maggioranza rifiutava la testimonianza di Cristo. Gesù si è presentato come il Cristo, il Figlio di Dio, e la grande maggioranza delle persone non accettavano la sua testimonianza. Ed è la stessa cosa oggi. Allora, le persone erano molto contente di ricevere miracoli da Gesù. Ma non volevano riconoscere Gesù come il Cristo, il Signore della loro vita. Ed è uguale oggi. Le persone di allora, e le persone di oggi, non accettano la testimonianza di Gesù Cristo. Accettare il messaggio di Gesù Cristo vuol dire inginocchiarsi davanti a Lui, per accoglierLo come il proprio Dio e Signore. La grande maggioranza delle persone non ricevono questo messaggio. Non ricevono la sua testimonianza.
Poi, il versetto 33 dichiara:
33 Colui che ha ricevuto la sua testimonianza ha solennemente dichiarato che Dio è verace. (Giovanni 3:31-33)
Chi è colui che ha ricevuto la sua testimonianza? Ogni vero credente ha ricevuto la testimonianza di Gesù Cristo. Ogni vero credente accetta che Gesù è il Figlio di Dio, e Lo riceve come Signore della propria vita. E ogni vero credente perciò dichiara che Dio è verace. In Romani 10 leggiamo che chi è salvato confessa con la bocca che Gesù è il Signore. In questo senso, ogni vero credente crede a quello che Gesù dichiara, e dichiara che è la verità.
Quindi, il mondo si divide fra coloro che ricevono la testimonianza di Gesù, e coloro che rifiutano di accogliere Gesù nella loro vita come il loro Signore.
Gesù ha lo Spirito senza misura
Giovanni continua, e ci aiuta a capire di più della gloria del nostro Signore, Gesù Cristo. Leggo i versetti 34,35.
34 Infatti colui che Dio ha mandato, proferisce le parole di Dio, perché Dio non gli dà lo Spirito con misura. 35 Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. (Giovanni 3:34,35)
Abbiamo già visto prima che Gesù è colui che Dio ha mandato. E qui, Giovanni dichiara che Gesù proferisce le parole di Dio, perché Dio non gli dà lo Spirito con misura. La frase “non dare con misura” vuol dire dare senza limiti”. Gesù Cristo dichiara la piena verità di Dio. Gesù Cristo ci dà la verità di Dio, non solo nei quattro evangeli, ma anche nelle epistole. Quello che troviamo nelle Epistole viene da Gesù tramite gli autori. Paolo dichiara chiaramente che il suo insegnamento veniva direttamente da Cristo. Quindi, Gesù Cristo, sia dalla propria bocca sia tramite gli apostoli, ci dichiara le verità di Dio.
E il Padre non Gli dà lo Spirito con misura. In altre parole, Gesù non era come i profeti, che avevano una misura limitata dello Spirito Santo, giusto per adempiere i vari ministeri che avevano. Invece Gesù ha lo Spirito senza misura, in modo infinito. Gesù è pienamente Dio, e ogni cosa è sua.
Il versetto 35 dichiara che il Padre ama il Figlio, e gli ha dato in mano ogni cosa. In Matteo 28:18, Gesù dichiara che Gli è stata data ogni potestà in cielo e in terra. In Colossesi 2:2,3, impariamo che tutta la sapienza è in Cristo. Vi leggo i versetti da Colossesi 2.
“2 affinché i loro cuori siano consolati, essendo essi uniti insieme nell’amore, ed ottengano tutte le ricchezze della piena certezza d’intelligenza per la conoscenza del mistero di Dio e Padre e di Cristo, 3 in cui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza.” (Colossesi 2:2-3)
In Gesù Cristo sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza. La piena intelligenza di Dio è in Gesù Cristo.
In Colossesi 2:9,10, parlando di Gesù, leggiamo:
“9 poiché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità. 10 E voi avete ricevuto la pienezza in lui, essendo egli il capo di ogni principato e potestà,” (Colossesi 2:9-10 LND)
Gesù Cristo è veramente divino, in Lui c’è la pienezza della Deità. In Lui abbiamo la pienezza. Abbiamo tutto in Gesù Cristo. Tutte le benedizioni di Dio, le abbiamo in Gesù Cristo. La salvezza è in Gesù Cristo. Il perdono è in Gesù Cristo. Il nostro libero accesso a Dio è in Gesù Cristo. Le promesse hanno il loro si, il loro adempimento, in Gesù Cristo. Abbiamo tutto in Gesù Cristo.
La salvezza è in Cristo Gesù
Quindi, in Gesù Cristo c’è il perdono, in Gesù Cristo c’è la vita, in Gesù Cristo possiamo essere riconciliati con Dio. E questo ci porta al versetto 36. Seguite mentre lo leggo.
36 Chi crede nel Figlio ha vita eterna, ma chi non ubbidisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio dimora su di lui". (Giovanni 3:36)
Abbiamo già detto che Gesù è il Cristo. Abbiamo stabilito che è il Figlio di Dio, ed è l'Agnello di Dio che ci provvede il perdono. Nel capitolo 2, abbiamo visto che ci sono due tipi di fede. C'è la fede vera, e poi c'è la fede intellettuale, con la quale si crede intellettualmente in Gesù, ma non ci si ravvede dai peccati, per poi riceverLo nella propria vita per chi è veramente.
Quindi, quando questo versetto dichiara che chi crede nel Figlio ha vita eterna, descrive chi riceve Cristo per chi è. Descrive chi Lo accoglie come il suo Signore, come il suo Salvatore, colui che lo salva dalla condanna.
Chi crede in Gesù Cristo in questo modo ha vita eterna. Ha la vita eterna adesso, non solo nel futuro. La vita eterna non è solo vivere per sempre. La vita eterna è conoscere veramente Dio, ed è essere in rapporto con Dio. Gesù dichiara questo in Giovanni 17, quando, pregando al Padre, Gesù dichiara:
“2 poiché tu gli hai dato potere sopra ogni carne, affinché egli dia vita eterna a tutti coloro che tu gli hai dato. 3 Or questa è la vita eterna, che conoscano te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo che tu hai mandato,” (Giovanni 17:2-3 LND)
Quindi, ricevere la vita eterna, essere perdonati ed entrare in un rapporto con Dio, avviene quando uno crede veramente in Gesù Cristo.
In contrasto con questo, il versetto dichiara:
...chi non ubbidisce al figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio dimora su di lui. (Giovanni 3:36)
Credere nel Figlio vuol dire anche ubbidire al Figlio. L'evangelo è un comandamento, “ravvedetevi e credete”. Chi rifiuta di ubbidire al Figlio, chi rifiuta di riconoscersi peccatore e di aggrapparsi a Gesù Cristo, non sarà salvato. Non c'è altra salvezza, se non solo in Gesù Cristo.
Chi rifiuta Gesù Cristo non ha la vera vita ora, e se rimane in quella condizione non avrà mai la vera vita. Non vedrà mai la vera vita. Rimarrà eternamente separato da Dio.
Chi è separato da Dio è sotto l'ira di Dio. Questa è la cosa più terribile in tutto l'universo. Non c'è nulla di più terribile che l'ira di Dio. L’ira di Dio non è come l’ira degli uomini Spesso, l'ira degli uomini è nata nel peccato. Spesso l’ira degli uomini è ingiusta ed è malvagia. Invece, l'ira di Dio è santa, è sempre giusta e meritata. Non è mai solo uno sfogo, è sempre il giusto giudizio di Dio contro l'uomo peccatore.
Senza Gesù Cristo, siamo sotto condanna, giustamente sotto la condanna per i nostri peccati, giustamente sotto l'ira di Dio. In Gesù Cristo c'è il perdono, e quell'ira viene caricata su Gesù Cristo. C'è pieno perdono, riconciliazione con il Padre, e la vera vita in Gesù Cristo.
Applichiamo tutto questo
Vedendo quello che questo brano ci mostra di Gesù Cristo, e vedendo l’esempio di Giovanni Battista, è importante chiedere: come stai vivendo tu?
Tu sei come i discepoli di Giovanni Battista, e desideri essere riconosciuto dagli uomini? Ti impegni in cose buone, ma dentro di te, speri di essere visto bene? Speri di ricevere approvazione, speri che gli altri ti noteranno?
Se tu sei così, confessa il tuo peccato, e diventa come Giovanni battista. Egli viveva totalmente per la gloria di Dio. Egli non voleva gloria dagli uomini. Voleva solo aiutarli a vedere più di Gesù Cristo. O che possiamo avere a cuore di vivere totalmente per la gloria di Dio in Gesù Cristo, come viveva Giovanni battista.
E poi, ricordiamo chi è Gesù Cristo, il nostro Signore. Egli è Dio incarnato. Tramite Lui vediamo la gloria di Dio, e impariamo le verità di Dio. Egli ha tutto la gloria e tutto il potere.
Credere veramente in Gesù Cristo, che vuol dire riceverLo nella nostra vita come Signore e Salvatore, ci fa avere la vita eterna. Rifiutare di credere veramente in Cristo non ci fa avere la vera vita, ci fa rimanere sotto l’ira di Dio, per tutta l’eternità.
La salvezza, la vera salvezza, la piena salvezza, è tutta e solamente in Gesù Cristo.
O che possiamo vedere più di Cristo. O che possiamo vivere totalmente per la gloria di Dio. O che possiamo confessare ogni volta che cerchiamo gloria per noi stessi.