Aiuto Biblico

l'Amore più grande

Giovanni 3:12-16

sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 24 aprile 2022, – cmd dp –
Descrizione: l’amore di Dio Lo ha spinto di dare suo unigenito Figlio per comprarci la salvezza.
parole chiavi: unigenito Figlio, amore di Dio, perdono, perdizione, vita eterna,salvezza,

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Qual è la forza più potente del mondo? Più potente di una bomba nucleare. Più potente di qualsiasi altra cosa.

È stato detto, e in base al brano che vogliamo vedere oggi, è chiaro che è vero, che la cosa più potente nel mondo è l'amore. L'amore è la forza che c'è dietro le azioni più grandi che vengono compiute. E oggi, vogliamo parlare dell'atto più grande mai compiuto, che è stato il risultato dell'amore più grande mai esistito.

In sé, questo sarebbe già qualcosa di molto importante. Ma è ancora più importante, perché questo amore non è solamente un amore storico, di cui leggiamo. Piuttosto questo è un amore vivente, un amore per noi, un amore che riguarda le nostre vite. Questo è un amore che per tanti di noi, ha completamente trasformato la vita ed anche l'eternità. Stiamo parlando dell'amore di Dio per noi che Lo ha spinto a mandare il suo unigenito Figlio alla croce per poterci salvare.

Stiamo studiando l'Evangelo di Giovanni. Nell'ultimo sermone, abbiamo iniziato a considerare il capitolo 3, in cui Gesù spiega a Nicodemo che per poter entrare nel regno di Dio uno deve nascere di nuovo. Nicodemo aveva difficoltà a comprendere il senso di questo nascere di nuovo. Andando avanti nel brano oggi, Gesù spiega a Nicodemo che quello che dirà riguarda verità celesti. Abbiamo concluso l'ultimo sermone con il versetto 11, che rileggo come introduzione dei versetti che vogliamo considerare oggi. Quindi, seguite mentre leggo Giovanni 3:11-13.

11 In verità, in verità ti dico che noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo visto, ma voi non accettate la nostra testimonianza. 12 Se vi ho parlato di cose terrene e non credete, come crederete se vi parlo di cose celesti? 13 Or nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo, cioè il Figlio dell’uomo che è nel cielo. (Giovanni 3:11-13)

Ricordate dall’ultimo sermone che quando Gesù dichiara “voi non accettate la nostra testimonianza”, si riferisce non tanto a Nicodemo, ma a tutti i Giudei, in modo particolare ai capi dei Giudei. Spiega che la sua testimonianza è verace, ma che loro non accettavano la sua testimonianza. Tutto quello che Gesù dichiara è vero. Ma non tutti accettano la verità di Gesù.

Abbiamo visto che Giovanni rende chiaro che Nicodemo accettava la testimonianza di Gesù. Lo vediamo quando Nicodemo aiuta Giuseppe di Arimatea a seppellire il corpo di Gesù. Quindi, Nicodemo accettava la testimonianza di Gesù Cristo.

Ora, consideriamo il senso dei versetti 12 e 13. Li rileggo.

12 Se vi ho parlato di cose terrene e non credete, come crederete se vi parlo di cose celesti? 13 Or nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo, cioè il Figlio dell’uomo che è nel cielo. (Giovanni 3:12-13)

Ci sono verità che riguardano la nostra vita sulla terra, e ci sono verità che riguardano le cose eterne. Se uno non è aperto di cuore a credere alle verità di Dio delle cose che Dio compie in terra, non può comprendere e credere alle cose che riguardano il cielo. Oggi, vogliamo considerare la salvezza che Gesù ha compiuto sulla terra, e vogliamo considerare che cosa ha spinto Dio a mandare Gesù per compiere la salvezza. Questo avvenimento fa parte delle cose del cielo.

I capi dei Giudei erano uomini estremamente religiosi, ma tanti di loro non credevano a quello che Gesù diceva e faceva sulla terra. Tu credi a tutto quello che Dio dichiara?

Per aiutare Nicodemo, e anche noi, a capire che tutto quello che Gesù diceva era da Dio, perché Gesù è Dio, Gesù fa la dichiarazione nel versetto 13. Ricordate che il titolo “il Figlio dell'uomo” è il titolo che Gesù usava per se stesso. Veniva dall'Antico Testamento. Leggo di nuovo il versetto 13, che dichiara la divinità di Gesù Cristo.

13 Or nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo, cioè il Figlio dell’uomo che è nel cielo. (Giovanni 3:13)

Gesù qua descrive se stesso come colui che è disceso dal cielo, e poi è salito in cielo. E poi, dichiara di essere nel cielo. Gesù Cristo è venuto in terra dal cielo. È disceso dal cielo. Gli uomini iniziano la loro esistenza sulla terra, come uomini. Gesù, il Figlio di Dio, ha sempre vissuto in cielo con il Padre. Poi, al momento stabilito, è disceso dal cielo, per prendere la forma umana.

Nicodemo ha capito che Gesù stava presentandosi come Dio, perché un uomo non discende dal cielo. Il fatto che Gesù dichiara poi che è nel cielo, dimostra ancora di più la sua natura divina, in quanto, essendo Dio, è in cielo, ma allo stesso tempo è anche sulla terra. Cioè, Cristo è Dio, ha preso l'umanità, ma è rimasto sempre Dio. Quindi, in questo versetto Gesù si presenta come Dio incarnato. Avendo stabilito questo, Gesù arriva al versetto 14, in cui inizia un discorso mostrando che Egli è il Salvatore, che può dare la vita eterna tramite la sua morte. Ricordate che Nicodemo era un giudeo, e quindi, capiva che Dio è il giudice del mondo, e che ci sarà il giudizio, e che siamo peccatori. Questo contesto rende chiaro il senso dei versetti 14 e 15.

La salvezza compiuta da Cristo

I versetti 14 e 15 spiegano la salvezza, e come uno la riceve. Seguite mentre leggo questi versetti.

14 E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, 15 affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna. (Giovanni 3:14,15)

Per capire questo brano, vi spiego cos'era questo serpente nel deserto che Mosè innalzò. Dopo l’esodo dall’Egitto, quando il popolo d'Israele si trovava nel deserto, ad un certo punto, peccarono contro Dio. Dio aveva curato loro perfettamente, spesso in modo miracoloso. Però, quando si trovarono, in Numeri 21, con delle difficoltà, cominciarono a lamentarsi. Cominciarono a dire che sarebbe stato meglio restare in Egitto. Per questo grave peccato di lamentarsi della cura di Dio, Dio mandò in mezzo a loro dei serpenti che mordevano le persone, uccidendo parecchi di loro.

Ad un certo punto, il popolo capì di aver peccato contro Dio. Andarono a Mosè confessando il loro peccato, e chiedendo a Mosè di pregare per loro che l'Eterno togliesse i serpenti. E Mosè pregò per loro. Leggo quello che poi Dio risponde a Mosè. Leggo Numeri 21:8,9.

“8 L’Eterno disse quindi a Mosè: "Fa’ un serpente ardente e mettilo sopra un’asta; e avverrà che chiunque sarà morso e lo guarderà, vivrà". 9 Mosè fece allora un serpente di bronzo e lo mise sopra un’asta; e avveniva che, quando un serpente mordeva qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, viveva.” (Numeri 21:8-9 LND)

Il serpente rappresentava il peccato. Un israelita, guardando al serpente di bronzo, innalzato in mezzo all'accampamento, stava riconoscendo la propria colpa. Stava riconoscendo che aveva peccato, e che quel serpente rappresentava il suo peccato. E perciò, aveva fede che Dio lo avrebbe perdonato, riconoscendo il proprio peccato, e che il perdono veniva da Dio.

Dio è sempre fedele alla sua parola, perciò, coloro che guardarono al serpente con fede in Dio furono guariti. Dio aveva provveduto una via per il perdono.

Allora, alla luce di questo, Gesù dichiara, nel versetto 14:

come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato,...

Gesù sta dichiarando che era necessario per Lui essere innalzato sulla croce. Là, appeso alla croce, Gesù era coperto con il peccato di tutti coloro che avrebbe salvato. Quella persona che guarda o pensa a Gesù sulla croce, vede Gesù coperto con il proprio peccato. Infatti, leggiamo più volte che Gesù è stato fatto peccato, che ha portato i nostri peccati, che l'Eterno ha fatto cadere su di lui le nostre iniquità. Per esempio, leggo Isaia 53:4 - 6.

“4 Eppure egli portava le nostre malattie e si era caricato dei nostri dolori; noi però lo ritenevamo colpito, percosso da DIO ed umiliato. 5 Ma egli è stato trafitto per le nostre trasgressioni, schiacciato per le nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo la pace è caduto su di lui, e per le sue lividure noi siamo stati guariti. 6 Noi tutti come pecore eravamo erranti, ognuno di noi seguiva la propria via, e l’Eterno ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.” (Isaia 53:4-6 LND)

Quando Gesù era sulla croce, era coperto con i peccati di coloro che Dio avrebbe salvato. In 2Corinzi 5:21, leggiamo che Dio ha fatto essere, o diventare, peccato Colui che non aveva peccato, ovvero, Gesù Cristo. Leggo quel versetto.

“Poiché egli ha fatto essere peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi potessimo diventare giustizia di Dio in lui.” (2Corinzi 5:21 LND)

Gesù Cristo è colui che non ha conosciuto peccato, cioè, che non aveva mai peccato in alcun modo. Il termine “Egli” qui si riferisce a Dio Padre. Dio ha fatto essere peccato per noi Gesù Cristo. Gesù Cristo si è caricato del mio peccato, Gesù Cristo si è caricato del tuo peccato. Così, quando Egli è stato innalzato, essendo coperto con il nostro peccato, Dio Padre lo ha punito. Credere in Gesù Cristo vuol dire credere che Gesù è stato innalzato, ovvero che è stato appeso alla croce, per portare i nostri peccati. Come era necessario per gli israeliti guardare al serpente, così noi dobbiamo guardare a Gesù Cristo con fede, vedendolo come colui che ha subito la punizione per il nostro peccato.

Quando Gesù dice: “bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato”, vuole dire che era necessario per poter comprare la salvezza, non esisteva alcun altra via per la quale l'uomo poteva essere perdonato e salvato. L'unica via possibile è la morte e la risurrezione di Gesù Cristo.

Un commento qua. Quando Gesù diceva che il Figlio dell'uomo dev’essere innalzato, i Giudei capivano che parlava della sua morte. Loro aspettavano un Cristo che non sarebbe mai morto. Ascoltate mentre vi leggo Giovanni 12:32-34, dove Gesù parla con i Giudei.

32 Ed io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me". 33 Or egli diceva questo, per indicare di qual morte egli doveva morire. 34 La folla gli rispose: "Noi abbiamo appreso dalla legge che il Cristo rimane in eterno; ora come puoi tu dire che il Figlio dell’uomo deve essere innalzato? Chi è questo Figlio dell’uomo?". (Giovanni 12:32-34)

I Giudei capivano che essere innalzato rappresentava la morte. Ma visto che loro credevano che il Cristo doveva rimanere in eterno, ovvero, non doveva morire, volevano capire chi era questo Figlio dell'uomo. Perciò, i Giudei, e anche Nicodemo, capivano che essere innalzato descriveva la morte.

Quindi, Gesù sta dichiarando a Nicodemo, ed anche a noi, che è necessario per il Cristo essere ucciso sulla croce per poter provvedere il perdono. E il versetto 15 dichiara proprio questo, che la sua morte provvede il perdono per chi crede. Leggo di nuovo i versetti 14 e 15.

14 E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, 15 affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna. (Giovanni 3:14,15)

Come ho detto, il contesto rende molto chiaro che il significato che Gesù intende per “credere nel Figlio dell'uomo” vuol dire credere che è morto sulla croce per portare i miei peccati. E qua, nel versetto 15, Gesù dichiara che chiunque crede in lui non perirà, ma avrà la vita eterna. Sarà perdonato, sarà riconciliato con Dio. Avrà la vita eterna.

Le parole: “chiunque crede in lui” sono estremamente incoraggianti. La salvezza è disponibile per chiunque, anche per il più grande peccatore. Tanti credono che hanno peccato troppo per poter essere salvati. Il problema è che chi crede così sta guardando al proprio peccato, che può essere molto grave, ma non sta guardando alla grandezza del sacrificio di Gesù Cristo. Il sacrificio di Gesù Cristo è così grande che chiunque crede in lui, con vera fede, vedendo che è morto per pagare i peccati dei peccatori, sarà perdonato.

In Matteo 12, Gesù spiega che ogni peccato può essere perdonato, tranne il peccato contro lo Spirito Santo. Seguite mentre leggo Matteo 12:31,32.

“31 Perciò io vi dico: Ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà loro perdonata. 32 E chiunque parla contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma chi parla contro lo Spirito Santo, non gli sarà perdonato, né in questa età né in quella futura".” (Matteo 12:31-32 LND)

Il sacrificio di Gesù Cristo è così grande che è sufficiente per perdonare qualsiasi peccato. L'unico peccato che non può essere perdonato è quello di parlare contro lo Spirito Santo, che, nel contesto di Matteo 12, vuol dire non riconoscere dall'opera dello Spirito Santo che Gesù è il Cristo, cioè rifiutare categoricamente il Cristo come Salvatore. Se uno rifiuta il Cristo, non esiste alcun altro perdono.

Oltre a questo, chiunque crede in Gesù Cristo, che vuol dire credere nel suo sacrificio per il peccato, sarà perdonato e salvato. La persona più malvagia sarà salvata se si ravvede dei suoi peccati per credere nel sacrificio di Gesù Cristo al suo posto.

Allo stesso tempo, la persona più buona, secondo il metro umano, non sarà salvata, se non riconosce se stessa come peccatore perduto e non crede nel bisogno che ha del sacrificio di Gesù Cristo sulla croce per pagare i suoi peccati. La salvezza non dipende da quanto uno è buono, la salvezza arriva se uno riconosce di essere un peccatore e crede di cuore nell'opera di Gesù sulla croce.

Questa è una notizia grandissima. Non dobbiamo mai credere che abbiano troppo peccato per poter essere salvati. Se ci ravvediamo, e crediamo in Gesù Cristo, c'è il perdono. Possiamo offrire il perdono in Cristo a tutti. Non importa quanto uno è un grande peccatore. Il sacrificio di Gesù è ancora più grande.

Chiunque crede in Gesù, in questo senso, riconoscendo il proprio peccato, vedendo il perdono in Gesù Cristo, non perirà, ma avrà la vita eterna.

Nicodemo, essendo giudeo, sapeva del giudizio, e sapeva che ci sarebbe stata la perdizione davanti al peccatore non perdonato. La perdizione è l'essere separato da Dio per sempre. La perdizione rappresenta non avere la vita eterna. La perdizione vuol dire non essere riconciliato con Dio, ma rimanere separato da Dio per tutta l'eternità.

Chiunque crede in Gesù Cristo, e nel suo sacrificio sulla croce, non perirà, ma avrà la vita eterna. Gesù spiega che cos’è la vita eterna nella sua preghiera al Padre in Giovanni 17:3:

“Or questa è la vita eterna, che conoscano te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo che tu hai mandato,” (Giovanni 17:3 LND)

Siamo tutti peccatori, ma se riconosciamo il nostro peccato, se riconosciamo di essere colpevoli davanti a Dio, se crediamo di cuore che Gesù è andato alla croce per portare la nostra condanna, per essere punito al posto nostro, allora, in Gesù Cristo, c'è il pieno perdono dei nostri peccati, c’è la riconciliazione con Dio per avere la vita eterna. La vita eterna è vivere con Dio per tutta l’eternità. Questo è il punto di Gesù Cristo. Questo è il messaggio della salvezza.

Quello che ha fatto Dio: offrire suo Figlio

A questo punto, sembra che sia Giovanni, l'autore di questo Evangelo, a parlare. Spiega più a fondo quello che Gesù stava dicendo a Nicodemo. Gesù aveva appena spiegato che la salvezza arriva a chi crede in quello che Gesù ha fatto morendo. Nel versetto 16, Giovanni spiega quello che sta dietro al sacrificio di Gesù Cristo sulla croce, e poi, ripete la descrizione della salvezza che Gesù aveva dichiarato nel versetto 15. Il versetto 16 è considerato l'evangelo in miniatura. È il versetto della Bibbia più conosciuto. Questo versetto rivela il cuore di Dio, e rivela la salvezza nel suo Figlio, Gesù Cristo.

Conosciamo tutti questo versetto, ma io prego che leggendo questo versetto, fermandoci a considerarlo, possiamo comprendere ancora di più dell’amore di Dio per noi. Chiedendo l'aiuto di Dio, seguite mentre leggo il versetto 16.

16 Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. (Giovanni 3:16)

Gesù aveva detto che parlava di cose celesti. Qua, troviamo una verità celeste, una verità che riguarda quello che succede in cielo. L'unico modo per conoscere il cuore di Dio che ha mandato il suo unigenito Figlio a morire sulla croce è attraverso la rivelazione che viene da Dio, che noi troviamo qui. Questa è una verità celeste. Qua, troviamo una descrizione di un aspetto centrale del cuore di Dio. E che cos’è che ha spinto Dio a mandare Suo Figlio per salvare peccatori?

Dio ha tanto amato il mondo.

Dio ha tanto amato il mondo. Finora, in questo Evangelo troviamo Gesù con altri Giudei. I Giudei erano il popolo di Dio, che Dio aveva scelto. Non erano più bravi di altri popoli, non erano più buoni, non avevano alcun loro merito. Ma erano stati scelti da Dio come Suo popolo.

Ma qua, non leggiamo che Dio ha tanto amato i giudei, suo popolo. Piuttosto, leggiamo che Dio ha tanto amato il mondo. Dio ha tanto amato il mondo, il mondo pieno di peccatori. Certamente, questo comprende i Giudei, ma comprende anche i gentili, comprende persone che il mondo considera buone, e comprende persone che il mondo considera malvagie.

L’amore che ha spinto Dio a dare il suo unigenito Figlio per salvare i peccatori, non era un’amore solo per una certa classe di persone, o una certa razza, o una certa nazionalità. L'amore di Dio è per le persone di tutto il mondo, peccatori in tutto il mondo.

Questo vuol dire che il perdono e la salvezza sono disponibili per tutti gli uomini. Non esiste peccatore troppo lontano da Dio che non può essere salvato per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo.

Quello che ha spinto Dio a dare il suo Unigenito Figlio non è stato perché aveva visto qualcosa di buono in alcune persone, né perché sapeva che c’era chi aveva qualche merito. La salvezza nasce nel cuore di Dio dal suo amore per il mondo. Dio ha dato suo Figlio a causa del suo amore per il mondo, per i peccatori.

Il versetto continua, e spiega quello che l'amore di Dio ha provveduto. Rileggo la prima parte del versetto.

Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio...

L'amore di Dio era ed è così immenso, più di quanto possiamo concepire, che Dio ha dato il suo unigenito Figlio. Voglio capire il significato di unigenito Figlio, poi, voglio capire il significato di dare quel Figlio.

Abbiamo già visto in Giovanni 1 che la parola “unigenito” vuol dire unico, vuol dire che non ne esistono altri, e in questo contesto, vuol dire che Gesù è l'unico Figlio di Dio. Certamente, sappiamo dalla Bibbia che Dio fa diventare figli di Dio coloro che salva. Ma non sono figli come Gesù Cristo è Figlio di Dio. Gesù Cristo è uno con il Padre. Gesù Cristo è pienamente Dio. Coloro che Dio salva diventano figli, ma non sono mai divini, non sono mai uguali al Padre, come lo è Gesù Cristo il Figlio. Gesù è in un rapporto di piena unione e amore con il Padre da tutta l'eternità.

Quindi, quando il brano dichiara che Dio ha dato il suo unigenito Figlio, dobbiamo capire che Dio ha dato quello che Gli era più prezioso. Ha dato il dono più grande in assoluto. Non era possibile dare di più. Quello che ha dato era il dono più grande.

E allora, in che senso ha dato il suo unigenito Figlio?

Il dare in questo versetto vuol dire dare alla morte sulla croce. Vuol dire darlo per essere innalzato come sacrificio per il peccato. Questo dare vuol dire caricarlo del peccato di tutti coloro che Dio avrebbe mai salvato, e poi, punirlo per quel peccato. Il dare in questo versetto è dare in senso più grande possibile, più grande di quanto riusciamo a concepire veramente.

Comprendiamo una piccola parte del significato di quello che il Padre ha fatto donando il suo unigenito Figlio per soffrire al posto di peccatori in Marco 15:34, in cui sentiamo le parole che Gesù gridò a gran voce dopo aver subito la punizione per il peccato da parte del Padre. Leggo le sue parole.

“E all’ora nona, Gesù gridò a gran voce: "Eloì, Eloì, lammà sabactanì?". Che, tradotto vuol dire: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?.".” (Marco 15:34 LND)

Per poter punire i NOSTRI peccati, il Padre ha abbandonato il Figlio, come parte del prezzo della nostra salvezza. Questo fa parte del significato di dare il suo unigenito Figlio.

Quindi, l'amore di Dio per il mondo, il mondo di ribelli peccatori, era così grande che per poter salvare peccatori, Dio ha dato, ha dato alla croce, il suo unigenito Figlio.

Per poter salvare uomini peccatori, Dio ha dato Gesù Cristo come sacrificio, ha dato Gesù Cristo, suo unigenito Figlio, a subire l'ira di Dio contro il peccato degli uomini peccatori che Dio avrebbe salvato. Quindi, questo dare era un dare in senso assoluto. Se tu credi in Gesù Cristo per la tua salvezza, allora, puoi sapere che quell'amore è per te.

Quello che il sacrificio ha comprato

E che cosa è stato comprato con quel sacrificio, quel dono infinito? Quel sacrificio ha provveduto il perdono, l’essere riconciliati con Dio, e la vita eterna, la vita con Dio, al posto della perdizione, la separazione eterna da Dio.

Chi riceve questa salvezza?

Chi riceve questa salvezza, e che cos'è questa salvezza? Tutti vengono salvati?

No, il brano è chiaro: non tutti vengono salvati.

Questa salvezza è per chi crede in Cristo. Abbiamo già visto questo nel versetto 15, e abbiamo visto che credere in Lui vuol dire riconoscersi come un peccatore, condannato da Dio, e riconosce che la morte di Gesù sulla croce era per pagare il proprio peccato. Quindi, credere in Gesù non è semplicemente credere nella sua esistenza. È credere in Gesù come l'unico che può salvare ME. È riconoscere che sono perduto, condannato per il mio peccato, e vedendomi così, credere in Gesù come la mia salvezza.

Quindi, la fede di cui si parla qua non è una semplice fede intellettuale. Abbiamo già visto in Giovanni 2 che tanti credevano in Gesù, avendo visto i suoi miracoli, ma Gesù non si fidava di loro, perché conosceva i loro cuori. Sapeva che la loro fede era solamente intellettuale. Non capivano di essere sotto condanna, e non vedevano in Gesù Cristo l'unica loro salvezza.

Perciò, il versetto 16, come il versetto 15, dichiara che chiunque crede in Cristo, chiunque vede la propria condanna, e crede nel sacrificio di Gesù Cristo, non perirà, ma piuttosto avrà la vita eterna.

Abbiamo già visto il senso di perire, che vuol dire essere senza la vera vita, essere separato da Dio, respinto dalla sua presenza per tutta l'eternità.

Essere respinti dalla presenza di Dio, dalla vera vita, vuol dire essere nel tormento. E infatti, in Apocalisse leggiamo che al giudizio finale, coloro che non vengono salvati verranno mandati al lago di fuoco, dove saranno tormentati giorno e notte nei secoli dei secoli. Questa è la perdizione. Invece, l'amore di Dio ha dato suo Figlio affinché chiunque crede in lui abbia la vita eterna, che vuol dire conoscere veramente Dio, essere riconciliati con Dio, essere con Dio per tutta l’eternità.

Per poter conoscere veramente Dio, bisogna essere perdonati e riconciliati con Dio. Questo è quello che arriva per mezzo della vera fede nell'opera di Gesù Cristo sulla croce.

Chi riconosce il proprio peccato e crede nell'opera di Gesù Cristo viene perdonato, viene riconciliato con Dio, ed entra in un rapporto personale ed eterno con Dio. Questa è la vita eterna.

La salvezza è oltremodo meravigliosa. E per quale motivo Dio ha mandato il suo unigenito Figlio sulla terra, per poi morire sulla croce al posto di peccatori come noi?

È stato l’amore di Dio. Dio ama noi. Dio AMA noi. Non c’è nulla paragonabile all’amore di Dio. E NULLA può separarci dall’amore di Dio per noi in Gesù Cristo.

Conclusione

Prego che possiamo riflettere, molto e profondamente, sull’immensità dell’amore di Dio per noi in Gesù Cristo.

Pensiamo che questo amore non è dovuto ad alcuna cosa buona in noi. Veniva totalmente dal cuore di Dio. E perciò, è sicuro. Pensiamo a quello che Dio ha dato: ha dato quello che era a Lui più prezioso, il suo unigenito Figlio. Pensiamo a quanto era disposto a pagare: la morte di suo Figlio al posto di peccatori. Pensiamo a quello che quell'amore ci ha comprato: il perdono, l’essere riconciliati con Dio, la vita eterna con Dio.

Prego che saremo colpiti di questo amore. Prego che conoscendo di più l’amore di Dio, troveremo pace nelle tempeste della vita. Prego che vedremo l’inganno del peccato. Prego che vedremo il valore di confessare ogni peccato per restare in comunione con Dio. Prego che troveremo la gioia della salvezza, conoscendo e pensando all’amore di Dio per noi in Gesù Cristo, il Figlio di Dio

Grazie a Dio per il suo amore per noi in Cristo.