Perché leggiamo la Bibbia? Cioè, sappiamo che è importante leggere e studiare la Bibbia. Ma la domanda è: perché leggiamo la Bibbia? In realtà, ci sono tante persone che leggono la Bibbia ma che comunque sono lontane da Dio. Nel Nuovo Testamento, il gruppo di persone che Gesù criticava più di tutti era formato dagli uomini religiosi fra i Giudei, uomini che erano esperti nella conoscenza delle Scritture. Anche oggi, ci sono tante sette che usano molto la Bibbia per promuovere i loro falsi insegnamenti. Anche nelle chiese vere, ci sono uomini e donne che leggono molto la Bibbia, ma non conoscono il Dio della Bibbia.
In 2Timoteo Paolo avverte Timoteo di un tipo di uomo come ne vediamo tanti oggi. Questi uomini insegnano la Bibbia, studiano sempre, ma non arrivano mai alla conoscenza della verità. Inoltre, trascinano altri nell’errore. Seguite mentre leggo 2Timoteo 3:4-7, che parla di questi uomini.
4 traditori, temerari, orgogliosi, amanti dei piaceri invece che amanti di Dio, 5 aventi l’apparenza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza; da costoro allontanati. 6 Nel numero di questi infatti vi sono quelli che s’introducono nelle case e seducono donnicciole cariche di peccati, dominate da varie passioni, 7 le quali imparano sempre, ma senza mai pervenire alla conoscenza della verità. (2Timoteo 3:4-7)
Il solo leggere la Bibbia non ti fa conoscere Dio. Dio condannava gli uomini religiosi, che parlavano molto bene di Dio con le parole, ma il loro cuore era lontano da Lui. Leggo le parole di Dio in Isaia 29:13.
“Perciò il Signore dice: "Poiché questo popolo Si avvicina a me solo con la bocca e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me, e il loro timore di me è solo un comandamento insegnato da uomini,” (Isaia 29:13 LND)
In Romani 2, leggiamo di uomini che si gloriano nella legge, ovvero nella parola di Dio, ma trasgrediscono la legge. In altre parole, queste persone innalzano la Bibbia, ne parlano molto bene, ma in realtà non seguono quello che Dio ci insegna della Bibbia. Leggo questa condanna in Romani 2:23.
“Tu che ti glori nella legge, disonori Dio trasgredendo la legge?” (Romani 2:23 LND)
Il punto importante da notare è che possiamo leggere la Bibbia senza arrivare a conoscere Dio. Per quanto leggere la Bibbia è importantissimo, è anche importante con quale cuore e per quale scopo leggiamo la Bibbia.
Oggi, con l'aiuto di Dio, un aiuto essenziale, vogliamo iniziare uno studio dell'Evangelo secondo Giovanni. Ma prima di iniziare questo studio, prima di arrivare al contenuto di quello che Giovanni ha scritto, voglio avere bene in mente quale sia la ragione per la quale leggiamo e studiamo questo Evangelo. Lo scopo giusto è quello che Dio stesso ha stabilito, che Giovanni dichiara con chiarezza verso la fine di questo Evangelo. Ascoltate attentamente quello che Giovanni scrive in Giovanni 20:30,31. Notate qual è lo scopo per leggere questo Evangelo.
30 Or Gesù fece ancora molti altri segni in presenza dei suoi discepoli, che non sono scritti in questo libro. 31 Ma queste cose sono state scritte, affinché voi crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome.” (Giovanni 20:30,31)
Lo scopo di questo Evangelo è per farci conoscere che Gesù, l'uomo, è il Cristo, Dio stesso. E questa conoscenza, quando è vera conoscenza, e non solo conoscenza intellettuale, ci farà avere la vita, la vera vita.
È molto facile per noi avere la tendenza, pur conoscendo intellettualmente che Gesù è Dio e non solo un uomo, di vedere Gesù come uomo. Certamente, uomo di Dio, certamente, con attributi che altri uomini non hanno. Ma naturalmente non vediamo veramente la piena divinità di Gesù Cristo. E se noi non vediamo veramente che Gesù è il Cristo, capendo che cos'è il Cristo, non possiamo avere la vera fede in lui. Cioè, per confidare veramente in Gesù come Cristo, pienamente Dio, dobbiamo vederlo come Cristo.
Un'altra cosa importante che notiamo dello scopo di Giovanni nello scrivere questo Evangelo è che solo credendo veramente che Gesù è il Cristo possiamo avere la vita.
Allora, questo Evangelo è scritto ad esseri umani come noi, che abbiamo tutti una vita fisica. Una persona fisicamente morta non potrebbe leggere un Evangelo. Quindi, quando Giovanni dichiara che scrive questo affinché credendo possiamo avere la vita nel nome di Cristo, è una chiara deduzione che senza questa fede, non avremo la vita di cui parla Giovanni. E infatti, studiando questo Evangelo, leggiamo ripetutamente di questa vita che non è la vita fisica che abbiamo già tutti. È una vita spirituale, è quella che viene anche chiamata la vita eterna. Quindi, Giovanni dichiara che scrive questo Evangelo affinché possiamo conoscere veramente Gesù, come il Cristo, in modo da avere la vera vita per mezzo di Lui.
Quindi, lo scopo per cui dobbiamo leggere questo Evangelo è quello di conoscere di più Gesù, il Cristo. Cioè, quanto è importante che ci sia chiaro che il termine “Gesù Cristo” non è un nome, piuttosto è la realtà di chi è il nostro Signore e Salvatore. Tante persone lo vedono quasi come fosse un nome ed un cognome, invece di vedere quello che rappresenta veramente Cristo.
Quindi, iniziamo questo studio, e questo vale ogni volta che leggiamo l'Evangelo, cercando di conoscere veramente Gesù, il Cristo. Leggiamo e studiamo questo Evangelo per conoscere di più Gesù Cristo, non per conoscere dottrine, per quanto sia importante. Non per essere bravi studenti della Bibbia, per quanto sia necessario. Leggiamo per conoscere Colui che è la nostra salvezza, che è la nostra giustizia, che ci salva dall'ira di Dio.
Perciò, io prego affinché vedendo più di Gesù, il nostro Cristo, i nostri cuori siano colpiti. Prego affinché i nostri cuori siano riempiti d'amore per Colui che è venuto dal cielo per salvarci e per essere il nostro buon Pastore, Colui che ci dà la vera vita.
La mia preghiera è che leggendo e studiando di più questo Evangelo, possiamo conoscere di più Gesù il Cristo, per amarlo di più, per trovare rifugio in Lui in tutte le tempeste, e per avere in lui la nostra speranza, la speranza dell'eternità con Dio.
L’autore del Evangelo
L’autore di questo Evangelo è l’Apostolo Giovanni, uno dei dodici apostoli, e in particolare uno dei tre apostoli della cerchia intima di Gesù, che erano Giovanni, suo fratello Giacomo, e Simone Pietro. Nell'Evangelo, ben sei volte Giovanni si riferisce a se stesso definendosi “il discepolo che Gesù amava”. Giovanni 13:23; 19:26; 20:2; 21:7; 21:20-24. Confrontando Giovanni con gli altri Evangeli, è chiarissimo che questo è l'Apostolo Giovanni.
Un altro brano che ci aiuta a capire chi è Giovanni, e lo scopo per cui ha scritto, in questo caso la sua prima Epistola, è 1Giovanni 1:1-7. Leggo questo, e notate chi è Giovanni, e perché scrive.
1 Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della Parola della vita 2 (e la vita è stata manifestata e noi l'abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunziamo la vita eterna che era presso il Padre e che è stata manifestata a noi), 3 quello che abbiamo visto e udito, noi ve lo annunziamo, affinché anche voi abbiate comunione con noi; e la nostra comunione è col Padre e col suo Figlio, Gesù Cristo. 4 E vi scriviamo queste cose affinché la vostra gioia sia completa. 5 Or questo è il messaggio che abbiamo udito da lui, e che vi annunziamo: Dio è luce e in lui non vi è tenebra alcuna. 6 Se diciamo di avere comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità; 7 ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, abbiamo comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. (1Giovanni 1:1-7)
Giovanni scrive come testimone oculare di Gesù, il Cristo. Aveva udito, visto, toccato e contemplato Gesù, vedendo chiaramente che Gesù è il Cristo. E annunzia questa verità affinché possiamo avere comunione con il Padre e con il Figlio, Gesù Cristo. Avere questa comunione vuol dire avere la vita. Vuol dire avere la luce. Vuol dire essere in rapporto con Dio.
Nostro Bisogno
Quindi, iniziamo questo studio capendo che noi abbiamo grandissimo bisogno del Salvatore, del Cristo, di Gesù. Davanti a noi c'è il giudizio, c'è l'ira di Dio. Solo in Gesù Cristo siamo salvi. In questa vita, ci sono prove intense e difficoltà, e solo Gesù Cristo, il buon pastore, può curarci e sostenerci e farci arrivare sani e salvi davanti a Dio. Abbiamo prove e tentazioni che da soli non riusciamo a superare. Solo essendo fortificati in Cristo possiamo superare le prove e le tentazioni. Abbiamo bisogno di Gesù Cristo per tutto. E perciò, leggiamo Questo Evangelo di Giovanni, leggiamolo con il cuore, per capire di più del Signore Gesù, il Cristo. Che Dio ci aiuti mentre leggiamo questo libro che Dio ci ha dato tramite Giovanni.
Giovanni 1:1-5 Presenta la Parola
Con questo, iniziamo leggendo Giovanni 1:1-5. Seguite attentamente mentre leggo.
1 Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio. 2 Egli (la Parola) era nel principio con Dio. 3 Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui (la Parola), e senza di lui nessuna delle cose fatte è stata fatta. 4 In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini. 5 E la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno compresa. (Giovanni 1:1-5)
La divinità della Parola v.1
Questi versetti ci spiegano chi è la Parola. Consideriamo attentamente questo brano, iniziando con il versetto 1, che ci mostra l’identità della Parola. Lo leggo ancora.
1 Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio. (Giovanni 1:1)
Consideriamo attentamente quello che Dio guidò Giovanni a scrivere in questo versetto. Ricordate che gli altri Evangeli iniziano parlando dell’umanità di Gesù. Giovanni invece, ci presenta la Parola, il Figlio di Dio, come Dio.
Giovanni inizia con le parole “Nel Principio”. Queste parole indicano l’inizio del tempo. Il fatto che c’è un principio, ovvero, un inizio, indica tempo. C’è un punto quando iniziò il tempo, l’inizio di tutto quello che noi conosciamo, il principio.
E' logico che ci sia un inizio, il principio. Quello che viene dopo è strano, dal nostro punto di vista, che viviamo nel tempo. Leggo ancora la prima frase del versetto.
“Nel principio era la Parola...”
Nel principio, all’inizio di tutto, ERA la Parola.
Consideriamo la parola “ERA”. Era è un verbo all'imperfetto, che descrive uno stato continuo. In altre parole, nel principio, all’inizio, che è un punto nel tempo, prima del quale non c’era nulla, la Parola ERA. Già esisteva. Quando è iniziato il tempo, la Parola già c’era. Già esisteva. Non è iniziata, c'era già. Esisteva prima del tempo, prima dell’inizio del tempo, prima che tutto iniziasse. Esisteva prima della creazione, esisteva dall’eternità.
Quindi, già con queste parole, ancora prima di spiegare chi è la Parola, Giovanni ci fa capire che la Parola è eterna, che non esiste solo dentro il tempo, come noi, ma che c’era già quando iniziò il tempo. Quindi, non può essere una creatura.
Poi, consideriamo il senso del termine “la Parola”.
Pensiamo al termine “la Parola”. Una parola è l’espressione di qualcosa o di qualcuno. Se dico: “libro”, indica, nella nostra mente, non solo cinque lettere, ma proprio l’oggetto stesso, fatto di pagine di carta, ognuna piena di parole, con una copertina, che comunica qualcosa.
Se dico la parola “Serena”, qua, pensiamo tutti a mia moglie, ad una persona specifica. Il nome rappresenta quella persona.
Quindi, Giovanni dichiara che nel principio, ERA la Parola, qualcuno che è l’espressione. Adesso, ci rivela la sua identità. Leggo ancora tutto il versetto Notate che Giovanni dà due indicazioni di chi è la Parola. Leggo.
1 Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio. (Giovanni 1:1)
Notate che Giovanni dichiara che la Parola era: 1) presso Dio e poi dichiara che la Parola 2) era Dio.
La Parola era presso Dio
Cosa possiamo capire con l'affermazione che la Parola era presso Dio?
La preposizione qui usata, tradotta in italiano come “presso” indica una realtà in cui esistono due persone distinte. Per esempio, si può dire che un figlio era presso suo padre, quindi, c’era un figlio, e c’era suo padre. Si potrebbe dire che il medico era presso la paziente. Sono due: il medico e la paziente.
La preposizione greca usata qua, spesso viene tradotta anche con la preposizione “da”, come vediamo all'inizio di Marco 1:40.
“E venne da lui un lebbroso …..” (Marco 1:40 LND)
Venne DA lui un lebbroso. Qua, chiaramente, ci sono due persone, il lebbroso, e Lui, che è Gesù. Leggo anche Marco 6.25.
“Ed ella, ritornata subito dal re....” (Marco 6:25 LND)
Qua, vediamo due persone, la donna, e il re.
Questa preposizione, che viene tradotta come “presso”, o come “da”, indica, chiaramente, che ci sono DUE persone distinte.
Quando Giovanni spiega che la Parola già c’era al principio, ci rivela che è eterna. Poi, ci dichiara che era PRESSO Dio, ci mostra che è distinta da Dio. È eterna, che è un attributo solo di Dio. Però, è distinta da Dio.
La Parola è Dio
Però, poi Giovanni dichiara: “la Parola era Dio.”.
Qua, in modo categorico, Giovanni dichiara che la Parola era Dio. Siamo all’inizio di questo Evangelo, e Giovanni già dichiara, in modo assoluto, che la Parola è Dio.
Giovanni ci dichiara che già nel principio la Parola era Dio, pienamente Dio. Non esiste un Dio parziale. Dio è Dio. La Parola è Dio. Quindi, la Parola è eterna, ERA nel principio, ed è Dio.
La Parola era presso Dio
Però, abbiamo letto prima che la Parola era presso Dio, quindi, distinta da Dio.
Con la nostra logica limitata, potremmo pensare che in questo ci sia una contraddizione. Prima Giovanni dichiara che la Parola era presso Dio, quindi, che è distinta da Dio. Poi dice che ERA Dio, quindi, è Dio. Come può essere questo? Come possono essere vere entrambe le dichiarazioni?
Con la nostra logica, sembra impossibile. Umanamente, È impossibile. È impossibile per noi, creature. Uno di noi non può essere presso qualcun altro, ed allo stesso tempo, essere quell’altra persona. Non è possibile per noi.
Però, stiamo parlando di Dio. Dio non ha i limiti che abbiamo noi. Dio non è come noi. Nel principio, la Parola era, la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio. Questo è troppo profondo per la nostra logica limitata. Ma, possiamo accettarlo, perché è scritto in modo chiaro.
La verità ripetuta v.2
Andiamo avanti, e leggo il versetto 2.
2 Egli (la Parola) era nel principio con Dio. (Giovanni 1:2)
Giovanni ripete che nel principio, la Parola era con Dio. La preposizione tradotta come “con” è uguale a quella nel versetto 1 tradotta come “presso”. Quindi, la Parola è eterna, ed era già con Dio nel principio. Giovanni vuole che comprendiamo che la Parola è eterna, che dimostra la sua divinità, ma in qualche modo, è anche distinta da Dio, pur essendo Dio.
La Parola è il Creatore (v.3)
Andiamo avanti, perché i prossimi versetti ci aiutano a capire di più chi è la Parola, e chi è per noi. Seguite mentre leggo il versetto 3, che ci aiuta a capire la piena divinità della Parola. Leggo.
3 Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui (la Parola), e senza di lui nessuna delle cose fatte è stata fatta. (Giovanni 1:3)
In questo versetto, Giovanni dichiara che TUTTO, letteralmente tutto, è stato creato per mezzo della Parola. Non esiste nulla che è stato creato senza di Lui. Egli è il Creatore di tutto.
Per capire il significato di questo, mettiamo insieme questa verità con quello che impariamo nel resto della Bibbia.
Nell’Antico Testamento, volta dopo volta, impariamo che DIO ha creato tutto. Per esempio, leggo Genesi 1:1.
“Nel principio DIO creò i cieli e la terra.” (Genesi 1:1 LND)
Dio è il Creatore, come leggiamo anche nel Salmo 33:6-9, nel Salmo 89:11, e nel Salmo 146:5,6.
“6 I cieli furono fatti per mezzo della parola dell’Eterno, e tutto il loro esercito mediante il soffio della sua bocca. 7 Egli radunò le acque del mare come in un mucchio e ripose gli abissi in serbatoi. 8 Tutta la terra tema l’Eterno, e tremino davanti a lui tutti gli abitanti del mondo. 9 Poiché egli parlò e la cosa fu; egli comandò e la cosa sorse.” (Salmo 33:6-9 LND)
“I cieli sono tuoi, anche la terra è tua; tu hai fondato il mondo e tutto ciò che è in esso.” (Salmo 89:11 LND)
“5 Beato colui che ha il DIO di Giacobbe per suo aiuto, la cui speranza è nell’Eterno, il suo DIO, 6 che ha fatto i cieli e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, che serba la fedeltà in eterno,” (Salmo 146:5-6 LND)
In questi brani, e tanti, tanti altri, vediamo che Dio ha creato tutto.
Anche nel Nuovo Testamento leggiamo che Dio ha creato tutto. Per esempio, in Atti 17, Paolo ad Atene dichiara:
“24 Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi fatti da mani d’uomo, 25 e non è servito dalle mani di uomini come se avesse bisogno di qualcosa, essendo lui che dà a tutti la vita, il fiato e ogni cosa;” (Atti 17:24-25 LND)
In questo brano, impariamo che Dio è il creatore di tutto, che dà la vita a tutti, e quindi, è il Signore di tutto e di tutti.
È importante capire che essendo Dio il creatore di tutto, chiaramente, tutto appartiene a Dio. Un artista che fa un quadro, per conto suo, è padrone di quel quadro. È suo, può farne quello che vuole. È totalmente suo.
E similmente, ma in modo assoluto, essendo Dio letteralmente il Creatore di tutto, tutto appartiene a Dio. NOI apparteniamo a Dio, il nostro Creatore.
Tornando al nostro versetto in Giovanni, impariamo che tutto è stato creato per mezzo della Parola, di cui stiamo leggendo.
Altrove nel Nuovo Testamento, leggiamo ripetutamente che Gesù Cristo ha creato tutto. Per esempio, leggo Colossesi 1:15-17, che parla di Gesù Cristo.
15 Egli è l’immagine dell’invisibile Dio, il primogenito di ogni creatura, 16 poiché in lui sono state create tutte le cose, quelle che sono nei cieli e quelle che sono sulla terra, le cose visibili e quelle invisibili: sia troni o signorie o principati e potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. 17 Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui. (Colossesi 1:15-17)
Cristo ha creato tutto, e tutto esiste per Lui, e tutte le cose sussistono in Lui. Questo vuol dire non solo che ha creato tutto, ma che le cose continuano ad esistere per mezzo di Lui. Sussistono in Lui. Tutto l’universo dipende totalmente da Lui.
In Ebrei 1:1,2, leggiamo:
“1 Dio, dopo aver anticamente parlato molte volte e in svariati modi ai padri per mezzo dei profeti, 2 in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l’universo.” (Ebrei 1:1-2 LND)
Tutto è stato creato per mezzo del Figlio di Dio. Tutto.
Allora, mettendo insieme tutto questo, in Giovanni 1:3, impariamo che la Parola, che abbiamo già visto è eterna ed è Dio, ma allo stesso tempo distinta da Dio, ha creato tutto. Questo vuol dire che Egli è sovrano su tutto. Tutto appartiene a Lui, compreso noi. Noi, come creature sue, dobbiamo rispondere a Lui.
La Vita è in Lui, Egli è la luce
Andiamo avanti a considerare quello che Giovanni ci rivela di Lui nel versetto 4. Ci aiuta a capire più di chi è la Parola. Leggo.
4 In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini. (Giovanni 1:4)
In Lui era la vita. Abbiamo già visto che la Parola ha creato tutto. Inoltre, in lui era la vita, e chiaramente, la vita è in Lui tuttora.
La vita viene dalla vita. La fonte di tutta la vita nel mondo è la Parola. Dipendiamo totalmente dalla Parola per la nostra vita.
All’inizio di questo studio, abbiamo letto in Giovanni 20:30,31, il motivo per cui Giovanni scrisse questo Evangelo. Leggo ancora il versetto 31.
Ma queste cose sono state scritte, affinché voi crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome.” (Giovanni 20:31)
Giovanni ha scritto questo Evangelo affinché credendo in Gesù come Cristo, possiamo avere la vita in Lui, nel suo nome. Attenzione: in questo caso, è ovvio che Giovanni non intende la vita fisica. Solo una persona fisicamente viva potrebbe leggere e capire questo Evangelo. Quindi, Giovanni non sta parlando di ottenere la vita fisica, quando parla di avere la vita nel Suo nome.
Piuttosto, Giovanni sta parlando della vita spirituale. L’unico modo per avere la vita vera, la vita spirituale, è nella Parola, che negli altri brani impariamo è in Gesù Cristo. Solo in Gesù Cristo, la Parola, c’è vera vita.
Quella vita è anche la LUCE degli uomini. In altre parole, non c’è vera luce, se non SOLO in Cristo. Egli è la luce degli uomini, la luce del mondo.
Infatti, nel Nuovo Testamento, leggiamo ripetutamente che Cristo è la luce del mondo. Per esempio, leggo Giovanni 8:12; 12:35, e 12:46.
12 E Gesù di nuovo parlò loro, dicendo: "Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita". (Giovanni 8:12)
35 Gesù allora disse loro: "La luce è con voi ancora per un po’; camminate mentre avete la luce, affinché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va". (Giovanni 12:35)
46 Io sono venuto come luce per il mondo, affinché chiunque crede in me non resti nelle tenebre. (Giovanni 12:46)
Cari, Gesù Cristo è la luce. Senza di Lui, camminiamo nelle tenebre. È terribile camminare nelle tenebre. Camminare nelle tenebre è camminare nella morte, è camminare in tutto quello che ci fa male, è camminare lontani da Dio. Tutto quello che è male è tenebre, la luce è quello che è buono, puro ed eccellente. Ma la luce è solo in Gesù Cristo, la Parola, l’eterno Dio, che ha creato tutto, e dà la vera vita.
Versetto 5
Giovanni continua, e ci spiega dove la luce risplende. Leggo i versetti 4 e 5 insieme.
4 In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini. 5 E la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno compresa. (Giovanni 1:4,5)
Qua, leggiamo che la Parola è la luce degli uomini, e che risplende nelle tenebre.
Fermatevi a considerare: che cosa sono le tenebre, nel mondo fisico? Le tenebre sono dove c’è mancanza di luce. In una stanza di notte, spegni la luce, e ci sono le tenebre. Accendi la luce, e non ci sono più le tenebre. Tenebre è l'assenza di luce.
Similmente, a livello spirituale, le tenebre sono l’assenza della Parola, ovvero l’assenza di Dio.
Gli uomini, di natura, sono senza Dio. Di natura, siamo nelle tenebre. Questa è la condizione naturale degli uomini, di ognuno di noi.
Però, questo versetto dichiara:
“e la luce rispende nelle tenebre...” (Giovanni 1:5)
La luce, che è la Parola, l’eterno Dio, risplende nelle tenebre, risplende negli uomini che sono senza la luce, che sono senza Dio.
Qua, vediamo un aspetto importante di Dio. Non è che gli uomini vanno in cerca di Dio, piuttosto è DIO che risplende in mezzo agli uomini che sono senza Dio.
NOI eravamo nelle tenebre, e Cristo risplendeva in noi, quando eravamo senza la luce, senza Dio.
O grazie a Dio per questo. Noi eravamo nelle tenebre, senza speranza, senza Dio, quando Cristo risplendeva in noi, illuminandoci con la vera luce.
Però, il versetto dichiara che gli uomini non hanno compreso la luce. Leggo di nuovo il versetto 5.
5 E la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno compresa. (Giovanni 1:5)
La luce risplende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno compresa. Ovvero, gli uomini nelle tenebre non hanno compreso la luce.
La parola greca tradotta come “comprendere” è una parola che ha diversi significati. Vuol dire “afferrare”, vuol dire “ottenere, rendere tuo”, vuol dire “comprendere”, e vuol dire “afferrare” nel senso di prendere il controllo di qualcuno o qualcosa.
Quindi, il senso qua potrebbe essere che le tenebre, gli uomini nelle tenebre, non hanno compreso chi era Cristo. Cioè, i loro cuori duri e chiusi rendevano impossibile capire la divinità di Cristo. L’aspetto umano di Cristo era visibile a tutti, ma tanti non hanno visto la sua divinità. E tuttora, la grande maggioranza delle persone, pur capendo intellettualmente, non comprende di cuore che Gesù è il Cristo, e quindi, è l’eterno Dio, il Signore di tutto.
Oppure, il senso potrebbe essere che non hanno preso il controllo della luce, di Cristo, in quanto nessun uomo può vincere Cristo. Cristo è Dio, Cristo è sovrano, Cristo è la fonte della vita.
In ogni modo, il versetto vuol dire che Cristo è venuto, come luce del mondo, ma gli uomini, in genere, non hanno compreso la luce. Rimanevano nelle tenebre. Restavano senza la luce, e quindi, senza Dio, e senza la vera vita.
Riassunto
Fermiamoci qua, e ripassiamo quello che abbiamo visto finora. Che cosa ci ha mostrato Dio in questo brano?
Prima di tutto, ricordiamo, che lo scopo di tutto questo Evangelo, è di mostrarci che Gesù è il Cristo, in modo che possiamo veramente credere in Lui per avere la vera vita.
Quindi, leggiamo questo Evangelo, per conoscere di più Gesù Cristo, per riconoscere chi è, e che la vita è solo in Lui. Ricordate che la vera vita, la vita eterna, è conoscere Dio e conoscere il Figlio, Gesù Cristo. Quindi, leggiamo questo Evangelo, e il resto della Bibbia, per conoscere Cristo.
In questo brano, abbiamo visto che Giovanni ci presenta la Parola. Ci presente la Parola come Dio, come Eterno, come Creatore di tutto, e quindi, sovrano su tutto. Ci presenta la Parola come la fonte di vita, e la vera luce del mondo. Senza la Parola, ci sono solo tenebre, e non c’è la vera vita.
Giovanni ci presenta la Parola come Dio, ma allo stesso tempo, come separata da Dio. La Parola è Dio, è eterna, è il Creatore. Eppure, c’è una distinzione. Andando avanti, vedremo che si tratta del Padre e del Figlio, entrambi Dio, un Dio, eppure, distinti. Questo è già molto chiaro in questo brano, ma sarà ancora più chiaro andando avanti.
E quindi, quello che vogliamo ricordare, lasciando per ora questo brano, è che la Parola, che vedremo fra poco è Cristo, è diventato anche umano, Gesù. La Parola è Dio. Il nostro Salvatore è Dio, il nostro Salvatore è il Signore, Egli è il Creatore, Egli è sovrano su tutto.
Oh che Dio ci conceda, tramite lo studio di questo Evangelo, di conoscere sempre di più Gesù, il Cristo, il nostro Dio incarnato. Solo in Lui c’è la vita, e la luce.