Oggi, voglio considerare insieme un insegnamento che Gesù fece sia con i farisei, e poi con i suoi discepoli. Le verità che Gesù dichiara in questo brano è molto importante per noi, perché ci aiuta ad avere una prospettiva vera della nostra vita e la nostra eternità. Infatti, in ogni campo della vita, per poter non stancarci ad andare avanti abbiamo bisogno di ricordare dove il nostro impegno ci porterà. Abbiamo bisogno di ricordare quello che ci sta davanti, per avere la fede e la costanza a non stancarci a camminare adesso. Questo brano ci ricorda quello che ci sta davanti.
Trovate con me Luca 17 dal versetto 20. Gesù parla di questi argomenti varie volte negli Evangeli. È fondamentale tenere sempre in mente che tutto qui finirà.
Pensate quanto questo è importante. Per esempio, se ti trovi in mezzo ad un problema, e non tieni in mente che finirà, sarai estremamente scoraggiato e perderai la voglia di andare avanti. Se ti trovi davanti ad una tentazione, e non pensi al fatto che i piaceri che quella tentazione ti offre finiranno, e che arriveranno le brutte conseguenze del peccato, sceglierai il peccato. Se hai un impegno pesante davanti a te, se non pensi al traguardo, non ti sentirai di andare avanti.
Quindi, in ogni campo della vita, è importante vivere pensando a quello che sta arrivando.
Se questo è vero per quanto riguarda le cose terrene, è infinitamente più importante per quanto riguarda le cose eterne. Quindi, guardiamo insieme Luca 17, e consideriamo insieme questo insegnamento importante di Gesù Cristo. Inizio leggendo i versetti 20 e 21. Seguite attentamente mentre leggo.
“20 Ora, interrogato dai farisei sul quando verrebbe il regno di Dio, rispose loro e disse: "Il regno di Dio non viene in maniera che si possa osservare; 21 né si dirà: "Eccolo qui" o: "Eccolo là"; poiché, ecco, il regno di Dio è dentro di voi". (Luca 17:20,21)
Questo brano è molto importante per quello che ci insegna del regno di Dio. Prima di tutto, questo brano avviene verso la fine del ministero di Gesù. Gesù aveva parlato del regno di Dio già dall'inizio del suo ministero. Proprio all'inizio, appena dopo il suo battesimo, cominciava ad annunciare il regno di Dio. Vi leggo quello che Gesù aveva detto all'inizio del suo ministero che troviamo in Matteo 4:17.
“Da quel tempo Gesù cominciò a predicare e a dire: "Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino!".” (Matteo 4:17 LND)
Già dall'inizio del suo ministero, Gesù aveva detto che il regno di Dio è vicino. Adesso, questi Giudei, questi farisei, vogliono sapere dov'è questo regno di Dio. Ricordate che i Giudei aspettavano l'arrivo del regno di Dio, con l’arrivo del Messia, in modo grande e vistoso. I discepoli stessi di Gesù aspettavano un regno visibile, aspettavano qualcosa di visibile e grande, un regno terreno, che avrebbe conquistato i vari regni degli uomini.
Perciò, alla luce di quello che loro intendevano come regno di Dio, la dichiarazione di Gesù Cristo qua è strepitosa. Gesù qui dichiara:
“il regno di Dio non viene in maniera che si possa osservare.” (Luca 17:20)
Questo andava tutto contro quello che questi farisei aspettavano, e anche quello che gli apostoli aspettavano. Questa dichiarazione ci aiuta a capire cosa aspettare quando parliamo del regno di Dio.
Mentre consideriamo quello che Gesù intende qua, tenete conto che subito dopo, parlerà di qualcosa di diverso, parlerà dell'arrivo del Figlio dell'Uomo, ovvero Se stesso, per giudicare il mondo. Prima, parla qua dell'arrivo del regno di Dio, e spiega che quel regno non è qualcosa che si può osservare, e poi, parlerà del giorno del Figlio dell'uomo, che sarà quel giorno che Gesù Cristo ritornerà in gloria per giudicare il mondo. Questi sono due avvenimenti separati. Uno è in atto oggi, mentre il secondo sarà un momento specifico nel futuro.
Allora, in questi due versetti, Gesù sta parlando del regno di Dio che non arriva in modo che si può osservare, e che è già dentro di voi. Consideriamo questo.
Il regno di Dio non è qualcosa che si può osservare con gli occhi, perché non è un regno fisico, come lo è un regno umano. Piuttosto, il regno di Dio è un regno spirituale, è dove Dio regna nei cuori del suo popolo, i salvati. Dio regna dove prima regnava il peccato.
In Romani 6, parlando a coloro che Dio aveva salvato, leggiamo:
“Non regni quindi il peccato nel vostro corpo mortale, per ubbidirgli nelle sue concupiscenze.” (Romani 6:12 LND)
Uno senza Cristo è sotto il dominio del peccato, fa parte del regno delle tenebre. Nella salvezza, Dio ci strappa dal regno delle tenebre, e ci fa entrare nel regno del suo Figlio. Leggo di questo in Colossesi 1:13.
“Poiché egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio” (Colossesi 1:13 LND)
L’atto in cui Dio ci trasporta dal regno delle tenebre al regno di Cristo non è qualcosa visibile con gli occhi. Non è un trasferimento fisico. È qualcosa di spirituale, che gli occhi naturali non possono vedere.
In Romani 14:17, leggiamo che il regno di Dio non è mangiare e bere. Cioè, non è un regno fisico, materiale. Leggo quel versetto.
“poiché il regno di Dio non è mangiare e bere, ma giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo.” (Romani 14:17 LND)
Il regno di Dio non è un regno materiale, che si può toccare con le mani. Piuttosto è un regno spirituale, ripieno della giustizia di Cristo, e la pace e la gioia nello Spirito Santo. I Giudei aspettavano un regno materiale. Gesù ci dichiara che il regno di Dio non è un regno materiale. Non si può osservarlo arrivare. Non si può vederlo con gli occhi.
Gesù dichiara a questi Giudei che il regno non è qualcosa che si può indicare fisicamente, dicendo “eccolo qui”, o “eccolo là”.
Piuttosto, Gesù dichiara:
il regno di Dio è dentro di voi. (Luca 17:21)
La preposizione che viene tradotto "dentro", può essere anche tradotto come "fra di voi". Il regno è dentro una persona, oppure, è dentro un gruppo, quando alcuni di quel gruppo sono salvati in Cristo. Il regno di Dio arriva in una persona quando Dio salva quella persona, e la fa entrare nel regno di Dio. Come abbiamo letto in Colossesi 1:13, è quando Dio strappa una persona dalla potestà delle tenebre e la trasporta nel regno del suo amato figlio. Quel trasportare non è fisico o geografico, è spirituale.
E perciò, mentre i farisei cercavano un regno visibile che si poteva vedere con gli occhi, il regno di Dio era già in mezzo a loro, nella vita di coloro che Gesù aveva già salvato. Ma loro cercavano un altro tipo di regno, ed era per questo che non capivano che il regno già c'era in mezzo a loro, in coloro che Dio aveva salvato.
È importante per noi di capire che la venuta di Dio nel mondo oggi è una venuta che non è visibile al mondo. La salvezza, quando uno entra a far parte del regno di Dio, non è qualcosa che si può osservare con gli occhi. Ma non è per questo meno reale. Anzi, tutto quello che si può osservare con gli occhi finirà. Ma entrare nel regno di Dio è qualcosa che durerà non solo tutta questa vita, ma tutta l'eternità.
In realtà, possiamo lodare Dio e ringraziare Dio che entrare nel regno di Dio non è entrare in un regno terreno, visibile, che si può osservare. Perché se fosse così, finirebbe. Invece, entrare nel regno di Dio, che è quello che Dio ci fa quando ci salva, è entrare in un regno spirituale, che durerà per tutta l'eternità!
Tutt’ora tante persone aspettano un regno visibile, un regno sulla terra. Ma il regno di Dio è già qua, in mezzo a noi, in quanto è in tutti coloro che Dio ha salvato. Se tu sei salvato, allora, tu sei nel regno di Dio. Non è visibile agli altri, ma tu sei un figlio di Dio. Ascoltate le parole che Dio ci dà in 1Giovanni 3:1,2.
“1 Vedete quale amore il Padre ha profuso su di noi, facendoci chiamare figli di Dio. Per questo il mondo non ci conosce, perché non ha conosciuto lui. 2 Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è ancora stato manifestato ciò che saremo; sappiamo però che quando egli sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è.” (1Giovanni 3;1,2)
Siamo figli di Dio, ma non è manifestato al mondo quello che saremo. Sarà manifestato quando Gesù Cristo ritornerà. E infatti, andando avanti in questo brano, Gesù parla del suo ritorno al mondo. Seguite mentre leggo i versetti 22-25. In questi versetti, Gesù cambia discorso. Non parla più con i farisei, ora, parla con i suoi discepoli. E sta parlando non del regno di Dio, ma dal suo ritorno per giudicare il mondo. Seguite mentre leggo queste versetti, dal versetto 22.
“22 Poi disse ai suoi discepoli: "Verranno i giorni in cui desidererete vedere uno dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. 23 E vi si dirà: "Eccolo qui" o: "Eccolo là"; non vi andate e non li seguite. 24 Perché come il lampo che, guizzando da una estremità all’altra del cielo, illumina ogni cosa, così sarà anche il Figlio dell’uomo nel suo giorno. 25 Ma prima è necessario che egli soffra molte cose e sia rigettato da questa generazione. 26 E, come avvenne ai giorni di Noè, così avverrà anche nei giorni del Figlio dell’uomo.” (Luca 17:22-26)
Qua, Gesù sta preparando i suoi discepoli per quando non ci sarà più con loro, prima dell’arrivo dello Spirito Santo. Quando Gesù è stato crocifisso, c'era quel periodo in cui non c'era Gesù sulla terra, ma non era ancora venuto lo Spirito Santo. In quel senso, erano giorni difficili. In questi versetti, Gesù parla di quei giorni in cui i discepoli avrebbero desiderato di vedere uno dei giorni del Figlio dell'uomo. Finché Gesù era sulla terra con loro, li curava, li consolava, e li guidava. Ma in quei giorni dopo la sua morte, erano soli, senza la sua presenza. In quei giorni, avrebbero desiderato tanto la presenza di Gesù. Grazie ad Dio, adesso noi abbiamo la presenza di Gesù tramite lo Spirito Santo che è con noi. Ma c'era quel piccolo periodo fra la morte di Gesù e l'arrivo dello Spirito in cui i discepoli erano senza Cristo.
Gesù parla di quei giorni in brani come Luca 5:35, in cui parla di come egli, lo sposo, sarà tolto. Lo leggo.
“Ma verranno i giorni in cui lo sposo sarà loro tolto e allora, in quei giorni, digiuneranno".” (Luca 5:35 LND)
Nei giorni dopo la morte di Gesù, quando Gesù era risorto e ritornato in cielo, ma lo Spirito non era ancora dato, gli apostoli sentivano la mancanza di Cristo.
Vi leggo anche le parole di Gesù in Giovanni 7:33.
“Allora Gesù disse loro: "Io sono con voi ancora per poco tempo; poi me ne andrò da colui che mi ha mandato.” (Giovanni 7:33 LND)
Aggiungo le parole di Gesù in Giovanni 13:33. Ve lo leggo.
“Figlioli, per poco tempo sono ancora con voi; voi mi cercherete, ma come ho detto ai Giudei: "Dove io vado voi non potete venire". Così adesso lo dico anche a voi.” (Giovanni 13:33 LND).
I discepoli di Gesù non potevano subito seguire Gesù. Dovevano restare senza di lui, e all'inizio, senza il Consolatore, lo Spirito Santo, che Gesù avrebbe mandato. Leggiamo di lui in Giovanni 16:7.
“Tuttavia io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò.” (Giovanni 16:7 LND)
Grazie a Dio, oggi abbiamo il Consolatore. Ma c'erano i giorni appena dopo la croce e la risurrezione in cui non c'era. E lì, i discepoli desideravano la presenza di Cristo. Grazie a Dio che noi non dobbiamo mai passare quella prova.
In quella condizione, i discepoli desideravano grandemente di vedere Cristo. E perciò, sarebbe stato facile essere ingannato, essere trascinato nell'errore, sentendo che c’era Cristo quando non era Cristo. Per evitare questo, Gesù avverte i discepoli a non credere se qualcuno dice che il Cristo è qui o in Cristo e là. Il Cristo non arriverà in un modo che qualcuno dovrà dirti che è arrivato.
Piuttosto, Gesù spiega che quando arriverà il Figlio dell'uomo, il Cristo, non servirà un annuncio. Verrà come un lampo che illumina il cielo da un lato all'altro. Sarà visibile a tutti. Nessuno dovrà dire ad un altro che è arrivato il Cristo. Egli sarà visibile in tutto il mondo.
In Matteo 24, parlando del suo ritorno in terra per giudicare, Gesù dichiara che sarà visibile per tutti. Vi leggo Matteo 24:30.
“E allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e tutte le nazioni della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con potenza e grande gloria.” (Matteo 24:30 LND)
Il ritorno di Cristo sarà visibile in tutto il mondo. Non servirà alcun annuncio, perché sarà visibile a tutti.
Gesù arriverà con grande potenza e gloria, apparirà con gloria. Vincerà il male con solo la parola. Nessuno potrà resisterlo.
Per aiutare i discepoli a capire che quel giorno non sarebbe stato immediato, spiega a loro che prima lui doveva soffrire, che comprendeva anche la croce. Questo e il senso del versetto 25. Ve lo leggo di nuovo.
“25 Ma prima è necessario che egli soffra molte cose e sia rigettato da questa generazione.” (Luca 17:25)
Volta dopo volta Gesù annunciava ai suoi discepoli che serviva la croce. Loro aspettavano il regno di Dio in modo vittorioso. Invece, il regno di Dio inizia con quello che Gesù ha subito sulla croce. O che possiamo anche noi capire che prima che Dio ci glorifica con Cristo, Dio compierà la sua opera in noi, e per questo avremo delle prove e delle afflizioni.
Il Giudizio finale vv. 26-31
Gesù ha spiegato che il giorno del figlio dell'uomo arriverà in modo visibile a tutti. Ha usato l'esempio di un lampo, che arriva senza preavviso, e passa da un lato del cielo all'altro. Adesso, andando avanti nei versetti 26-31, Gesù spiega come sarà quando ritornerà a giudicare il mondo. Infatti, dà due esempi di quando Dio aveva mandato giudizio sulla terra. Il primo è il diluvio di Noè, e il secondo è quando Dio distruggere Sodoma al tempo di Lot. In questi versetti, Gesù ci spiega come sarà, e ci dà delle istruzioni su come fare. Seguite mentre leggo i versetti 26-31.
“26 E, come avvenne ai giorni di Noè, così avverrà anche nei giorni del Figlio dell’uomo. 27 Le persone mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca; e venne il diluvio e li fece perire tutti. 28 Lo stesso avvenne anche ai giorni di Lot: la gente mangiava, beveva, comperava, vendeva, piantava ed edificava; 29 ma nel giorno in cui Lot uscì da Sodoma, piovve dal cielo fuoco e zolfo e li fece perire tutti. 30 Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo sarà manifestato. 31 In quel giorno chi sarà sul tetto della casa, e avrà le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così pure chi sarà nel campo, non torni indietro.” (Luca 17:26-31)
Ricordate che nella Bibbia, ci sono giudizi temporali che Dio manda, come il giudizio del diluvio, e il giudizio di Sodoma e Gomorra, e tanti altri, e poi, c'è il giudizio finale, che non è solo temporale, ma è un giudizio con risultati eterni. Quando Gesù Cristo ritornerà alla terra, giudicherà il mondo, e in quel giudizio, l'esito sarà per tutta l'eternità.
Gesù dà questi due esempi, quello del diluvio, e quello di Sodoma, per farci capire che finché non arriva Cristo per il giudizio, la vita andrà avanti come è normale. Le persone vivranno come sempre, non aspetteranno il giudizio. Arriverà senza preavvisi che possono notare, e sarà disastroso. I giudizi che Gesù menziona, il diluvio e la distruzione di Sodoma, portavano alla morte fisica. Quando Gesù Cristo ritornerà per giudicare il mondo, porterà alla morte eterna, la seconda morte, il tormento eterno.
Il punto di Gesù è che dobbiamo essere pronti. Noi sappiamo del ritorno di Gesù, e per questo, dobbiamo vivere alla luce del suo ritorno. Dobbiamo essere sempre pronti.
C'è un brano meraviglioso che parla di questo, del fatto che anche se quel giorno sarà una sorpresa per gli altri, noi possiamo essere pronti, sapendo che Gesù ritornerà, anche se non sappiamo quando. Seguite mentre leggo 1Tessalonicesi 5:1-11. Ringrazio Dio per le meravigliose verità in questo brano. È anche una forte esortazione di come dobbiamo vivere. Seguite mentre leggo 1Tessalonicesi 5:1-11.
“1 Ora, quanto ai tempi e alle stagioni, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva, 2 poiché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. 3 Quando infatti diranno: "Pace e sicurezza", allora una subitanea rovina cadrà loro addosso, come le doglie di parto alla donna incinta, e non scamperanno affatto. 4 Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno vi sorprenda come un ladro. 5 Voi tutti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre. 6 Perciò non dormiamo come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri. 7 Infatti coloro che dormono, dormono di notte, e coloro che s’inebriano, s’inebriano di notte. 8 Ma noi, poiché siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell’amore, e preso per elmo la speranza della salvezza. 9 Poiché Dio non ci ha destinati all’ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, 10 il quale è morto per noi perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.” (1Tessalonicesi 5:1-11)
Gesù ci avverte del fatto che il suo ritorno arriverà ad un tratto, e per questo dobbiamo essere sobri. Coloro che non hanno Cristo ignorano la realtà del suo ritorno. Sarà terribile per loro. Noi dobbiamo essere sobri, sempre pronti per il suo ritorno.
Quando Gesù ritorna, non ci sarà tempo di fare nulla. Non possiamo prendere cose, non possiamo tornare indietro. Non possiamo salvare gli altri. Non possiamo prepararci di più per incontrare Cristo. Quando Gesù Cristo ritorna, saremo presi come stiamo in quel momento.
Infatti, quando consideriamo questo, diventa un fortissimo stimolo di non peccare. Pensate: se tu scegli di peccare, in qualunque modo, è importante sapere che in quell'attimo, Gesù Cristo può ritornare, e tu sarai trovato in quella condizione, in quel peccato. Infatti, capire questo fa parte di essere sobri. Fa parte di riconoscere che oggi è il giorno della salvezza. Oggi è quando dobbiamo essere pronti.
Vv. 32-33
Nei versetti 32 e 33, Gesù continua ad esortarci ad essere pronti per il suo ritorno. Prima di tutto, ci ricorda di quello che è successo alla moglie di Lot. Poi, ci dichiara che chi cerca di salvare la propria vita la perderà, ma chi perde la sua vita la salverà. Seguite mentre leggo questi due versetti.
“32 Ricordatevi della moglie di Lot. 33 Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la salverà.” (Luca 17:32,33)
Se vi ricordate, in Genesi 19, Dio aveva dichiarato che avrebbe distrutto Sodoma e Gomorra a causa della gravità del loro peccato. Il nipote di Abrahamo, Lot, viveva là con la sua famiglia. Dio mandò due angeli ad andare a portare via Lot e la sua famiglia prima che la città fosse distrutta. Il fatto che vivevano nella città era già grave. Era una città piena di malvagità. Lot avrebbe dovuto portare la sua famiglia fuori da quell'ambiente. È molto possibile e anche probabile che sua moglie e le figlie si trovavano bene là.
Comunque, quando stavano scappando, avendo già ricevuto l'avvertimento che Dio stava per distruggere la città, anziché fuggire come gli angeli avevano ordinato, la moglie di Lot guardò indietro. Dobbiamo capire che guardare indietro rappresenta un desiderio di non lasciare la città. Anche se stava uscendo quasi forzata dagli angeli, evidentemente il suo cuore era ancora nella città. Vi leggo quello che è successo in Genesi 19:24-26.
“24 Allora l’Eterno fece piovere dal cielo su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco, da parte dell’Eterno. 25 Così egli distrusse quelle città, tutta la pianura, tutti gli abitanti della città e quanto cresceva sul suolo. 26 Ma la moglie di Lot si volse a guardare indietro e diventò una statua di sale.” (Genesi 19:24-26 LND)
Lei fu punita perché il suo cuore era ancora nella città. Gesù, esortandoci a ricordarci della moglie di Lot, ci sta esortando a non desiderare le cose che Dio ci chiama a lasciare. Non solo dobbiamo lasciare il peccato, dobbiamo smettere di desiderare il peccato. Dobbiamo lasciare completamente la vecchia vita da cui Dio ci ha liberato.
Infatti, il versetto 33 rende molto chiaro che è assolutamente necessario che lasciamo la vecchia vita. Rileggo quel versetto.
“33 Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la salverà.” (Luca 17:33 LND)
Quando Gesù dice: “chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà”, sta parlando della vita terrena, sta parlando della vita che uno cerca di costruire, la vita terrena a cui uno si aggrappa. Chi è senza Cristo si aggrappa ad una vita sulla terra. Per certi, la vita a cui ci si aggrappa è l'approvazione degli altri. Per altri, può essere le cose materiali. Per altri, può essere il potere, per altri, può essere i piaceri. Per altri, può essere la famiglia oppure un rapporto. Ma è una vita sulla terra. Se uno cerca di salvare la propria vita, se uno desidera la vita terrena che ha, o che vorrebbe avere, come priorità della sua vita, perderà la sua vita. Perderà quello a cui si aggrappa, e perderà anche la vita eterna.
Per capire poi l’altra metà del versetto, quando Gesù dichiara:
“ma chi la perderà, la salverà.”
vi leggo quello che Gesù dichiara in Marco 8:35, dove troviamo un dettaglio importante.
“perché chiunque vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e dell’evangelo, la salverà.” (Marco 8:35 LND)
Chi si aggrappa alla vita terrena perderà la vita, e la vita eterna. Ma chi perderà la vita terrena, nel senso che non la considera più il suo tesoro, chi perda la vita terrena per amore di Cristo e dell'evangelo, salverà la sua vita. Troverà la vera salvezza, la salvezza eterna. La moglie di Lot guardava indietro perché non voleva perdere la sua vita terrena che aveva a Sodoma. Così ha perso la salvezza eterna. Chi segue Cristo non deve guardare indietro. Deve trovare la sua vita in Cristo.
È importante per ciascuno di noi di fermarsi a valutare dov’è il suo cuore. Stiamo cercando il nostro tesoro in Cristo, e la salvezza, oppure, il nostro tesoro è qualcosa di questa vita terrena? Anche se quella cosa è una cosa buona, come per esempio la famiglia, non deve essere il nostro tesoro. Gesù Cristo dev’essere il nostro tesoro. Prego che ognuno si esaminerà anno per anno, per stare in guardia a non avere la vita terrena come tesoro. O che possiamo vedere il valore di Cristo.
Vv. 34-36
Nei versetti 34-36, Gesù ci fa capire che al suo ritorno, sarà troppo tardi per cambiare la nostra condizione. Quella che sarà la condizione di una persona al momento del ritorno di Cristo, sarà così, e non sarà possibile a quel punto cambiare la propria condizione. Seguite mentre leggo i versetti 34-36.
“34 Io vi dico: in quella notte due saranno in un letto; l’uno sarà preso e l’altra lasciato. 35 Due donne macineranno insieme; l’una sarà presa e l’altra lasciata. 36 Due uomini saranno nel campo; l’uno sarà preso e l’altro lasciato".” (Luca 17:34-36 LND)
In questi versetti, Gesù ci dà degli esempi per farci capire che al momento che Gesù ritorna, il destino di ciascuno sarà fissato. Non sarà possibile ravvedersi a quel punto, avendo rifiutato di ravvedersi prima. Non sarà possibile cambiare la vita a quel punto, non avendo cambiato la vita prima. Magari uno avrà sentito di Cristo, avrà saputo del ritorno di Cristo, e del giudizio finale. Ma se non si è ravveduto prima di quel momento, quando Gesù arriverà, sarà troppo tardi. Oggi è il giorno della salvezza. Oggi è il giorno che bisogna ravvedersi e correre a Cristo per la salvezza. Il giorno del ritorno di Cristo sarà troppo tardi. Questo è il messaggio di Cristo a noi in questi versetti.
Visto che si può essere salvato solo adesso, in questa vita, è estremamente importante che cerchiamo, con tutto il nostro cuore, a persuadere le persone a ravvedersi e a credere in Gesù Cristo. Oggi possono essere perdonati e salvati, domani sarà troppo tardi. Non dobbiamo mai presumere che ci sarà più tempo. Non sappiamo quanto tempo ci sarà. Viviamo noi in attesa del ritorno di Cristo, e esortiamo gli altri a ravvedersi finché c'è tempo.
Quanto è importante che esortiamo gli altri ad andare a Cristo affinché si può ricevere il perdono. Quando Gesù arriverà, come un ladro nella notte, senza preavviso, sarà troppo tardi. Oggi è il giorno della salvezza. O che possiamo vivere con grande passione di proclamare Cristo agli altri finché c'è tempo. Che Dio ci aiuti in questo.
Dove sarà?
I discepoli capiscono che Gesù sta parlando di giudizio. Perciò, gli chiedono: dove? Leggiamo la loro domanda, e la sua risposta.
“37 I discepoli allora, rispondendo, gli dissero: "Dove Signore?". Ed egli disse loro: "Dove sarà il corpo, là si raduneranno le aquile".” (Luca 17:37 LND)
Quando Gesù parla di aquile, è un tipo di grande uccello. In questo senso, probabilmente si riferisce agli avvoltoi. Il senso è che al giudizio, ci saranno tanti corpi morti, e gli avvoltoi arriveranno in grande numero per mangiare i corpi morti.
Si può leggere di questo in Apocalisse 19.
Conclusione
Per ora, voglio ricordare i due punti centrale di questo brano.
Il regno di Dio è già qua. È già presente nel mondo. Arriva ogni volta che Dio salva una persona. Perciò, quando Gesù ci insegna a pregare, nel Padre Nostro:
“Venga il tuo regno”
è una preghiera per Dio di salvare altre persone. Il mondo non riconosce quello che Dio sta facendo, ma quando tutto quello che gli uomini hanno fatto sarà crollato, l’opera di Dio andrà avanti, perché è un’opera eterna.
Poi, Gesù ha preso la parte più grande di questo brano per ricordarci che Egli ritornerà al mondo, per giudicare tutti gli uomini. Quando ritornerà, sarà troppo tardi essere salvato. Chi sarà già salvato, sarà salvato. Chi non sarà già salvato al ritorno di Cristo, sarà senza speranza. A quel punto, sarà troppo tardi.
OGGI è il giorno della salvezza. OGGI è il giorno che si può essere perdonato e salvato.
Impegniamoci, senza timore, a proclamare Cristo agli altri. Impegniamoci a esortare tutti a ravvederci e a credere in Cristo come Unico Salvatore. Il tempo sta scappando. Un domani sarà troppo tardi. Oggi è il giorno della salvezza.
Ringraziamo Dio che Egli ha scelto di salvare NOI. Viviamo per portare il messaggio della salvezza ad altri.