1) l'importanza di portare il Vangelo nel mondo
Quale contatto dovremmo avere come figli di Dio con i non credenti che sono intorno a noi?
È una domanda molto importante, perché potremmo sbagliare andando ai due estremi: se sbagliamo da una parte potremmo isolarci e non essere luce e sale nel mondo; se invece, sbagliando, abbiamo troppo contatto, saremo troppo influenzati dal mondo e cadremo nel peccato.
Come possiamo scoprire qual è il contatto giusto da avere con i non credenti e qual è il modo in cui dobbiamo comportarci con essi?
Come in tanti altri campi della vita, tramite l'esempio di Gesù possiamo capire la strada giusta da intraprendere. Oggi, vogliamo considerare Luca 11:37-54, che ci mostra come Gesù si comportò con non credenti. Qui, come in tutti gli altri aspetti della vita cristiana, Gesù Cristo è l'esempio perfetto da seguire.
Per capire correttamente il brano di oggi, ricordiamoci chi erano i farisei e chi erano i dottori.
I farisei erano una setta appartenente al Giudaismo che praticava una rigida osservanza della Legge di Mosè, ovvero delle Scritture. Erano grandi studiosi della Legge, e ancora di più, erano attaccati e studiosi delle loro tradizioni religiose. Credevano di essere superiori agli altri Giudei. Per esempio, in Luca 18, Gesù parlò di un fariseo che pregava ringraziando Dio che lui non era come gli altri uomini. Anche l'Apostolo Paolo, prima della sua conversione, era un fariseo, e quando raccontò la sua conversione al re Agrippa, gli disse che i farisei erano la più rigida setta dei Giudei. (Atti 26.5)
I farisei si credevano giusti davanti a Dio soprattutto per il loro merito. Chiaramente, chi crede così non è salvato perché nessuno, pur essendo molto religioso,sarà mai buono abbastanza da meritare la salvezza.
La maggioranza dei farisei odiava Gesù, perché la sua predicazione di ravvedimento e fede metteva in evidenza che essi erano guide false, e andava contro le loro tradizioni.
Il secondo gruppo del nostro brano sono i dottori, chiamati anche scribi. Essi erano studiosi delle Scritture. Potevano essere o farisei o sadducei. Anche loro si consideravano superiori alle persone normali. Quindi, come i farisei, erano uomini estremamente religiosi che credevano di meritare la salvezza.
Quindi, per riassumere in termini semplici, le persone che troviamo nel nostro brano di oggi erano non credenti, pur essendo molto religiosi. Credevano di essere bravi davanti a Dio, e perciò, erano ipocriti.
Tenendo questo in mente, leggiamo Luca 11:37-44, che narra la conversazione di Gesù con un fariseo. Vogliamo notare come Gesù si comportò con i non credenti, e vogliamo anche imparare dai suoi insegnamenti.
“37 Ora, mentre egli parlava, un certo fariseo lo invitò a pranzo in casa sua. Ed egli entrò e si mise a tavola. 38 Il fariseo notò questo e si meravigliò che non si fosse lavato prima del pranzo. 39 E il Signore gli disse: "Ora voi farisei pulite l’esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di malvagità. 40 Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha fatto anche l’interno? 41 Ma date in elemosina quel che c’è dentro, e ogni cosa sarà pura per voi. 42 Ma guai a voi farisei! Poiché voi pagate la decima della ruta della menta e di ogni erba, e poi trascurate la giustizia e l’amore di Dio. Dovevate fare queste cose, senza trascurare le altre. 43 Guai a voi farisei! Perché amate il primo posto nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze. 44 Guai a voi scribi e farisei ipocriti! Perché siete come i sepolcri che non si vedono, e gli uomini vi camminano sopra senza accorgersene".” (Lu 11:37-44 LND)
La prima cosa che possiamo riconoscere qua è che Gesù fu pronto ad andare a casa di questo non credente.
Infatti, questa era proprio la pratica di Gesù quando era invitato, al punto che fu accusato dai farisei proprio perché mangiava perfino con i pubblicani e i peccatori, ovvero, con coloro che erano considerati i peggiori della società.
Quindi, Gesù era pronto ad andare in casa dei peccatori per pranzare con loro, sia con coloro che erano visti come peccatori dalla società, sia con coloro che avevano la reputazione di essere uomini religiosi, ma che in realtà erano grandi ipocriti. Gesù non faceva distinzioni. Era pronto a parlare con tutti.
Anche noi dobbiamo essere pronti a parlare con i non credenti. Non dobbiamo isolarci. Dio non ci chiama a isolarci dal mondo, piuttosto, ci chiama ad essere la luce del mondo.
Allo stesso tempo, dobbiamo anche capire qual è il comportamento giusto che dobbiamo avere quando trascorriamo del tempo con non credenti. Dobbiamo imitare il comportamento che vediamo in Gesù sia a questo pranzo, sia in tanti altri contatti che Egli ebbe con non credenti. Gesù è un esempio per noi, sia per la sua prontezza ad andare a casa di questi non credenti, sia nel modo in cui si comportò con loro. Quindi, osserviamoLo attentamente.
In poche parole, quando Gesù si trovava con non credenti, faceva esattamente quello che faceva quando si trovava con credenti: parlava con loro delle cose di Dio, in base alla loro condizione spirituale. Parlava sempre con grande franchezza e schiettezza.
Gesù era sempre impegnato a parlare delle cose di Dio. Non pensava mai che aveva diritto ad avere un certo tempo per se stesso, in cui poteva non pensare alle cose di Dio. Anzi, Gesù si impegnava sempre a promuovere la conoscenza di Dio con tutti.
Questo brano mostra anche che Gesù era sempre pronto a parlare in modo chiaro e diretto dei peccati dei suoi ascoltatori. Solo così, essi potevano capire il loro bisogno di un Salvatore. Non importava che Gesù fosse un ospite in casa di qualcuno, Egli era comunque pronto a parlare del peccato anche del padrone di casa.
Dobbiamo seguire l'esempio di Cristo. Anche noi dobbiamo avere così tanto a cuore la gloria di Dio e la salvezza delle persone che sono intorno a noi. Anche noi dobbiamo essere pronti ad accogliere qualsiasi invito per parlare con gli altri dei loro peccati e dell'unico Salvatore.
Ma se non abbiamo il coraggio di parlare in modo chiaro e diretto come faceva Gesù, allora, dovremmo stare a casa e non mischiarci con i non credenti, perché in questo caso saranno loro ad influenzare noi, non noi loro.
L'ipocrisia dei farisei
Questo brano non solo ci insegna come dobbiamo comportarci con i non credenti, ma ci insegna anche molto del peccato di ipocrisia. Leggiamo ancora i vv.37,38.
“37 Ora, mentre egli parlava, un certo fariseo lo invitò a pranzo in casa sua. Ed egli entrò e si mise a tavola. 38 Il fariseo notò questo e si meravigliò che non si fosse lavato prima del pranzo.” (Lu 11:37-38 LND)
Questo fariseo si meravigliò che Gesù non si fosse lavato prima del pranzo. Questo “lavarsi” non riguardava l'igiene, ma era una purificazione rituale che i farisei praticavano dopo essere stati in pubblico. Secondo le loro tradizioni, i farisei si consideravano molto più santi delle altre persone, e perciò credevano che qualunque contatto fisico con le altre persone, anche un contatto indiretto, li avrebbe contaminati. Perciò, quando tornavano a casa dopo essere stati in pubblico, prima di mangiare si lavavano per togliere questa presunta contaminazione: questo modo di fare era perciò un rito religioso. In altre parole, credevano che la contaminazione spirituale avvenisse per cause esterne.
Chiaramente, questa era un'ipocrisia terribile, perché questo rituale era basato sul pensiero che essi erano puri nel cuore, e che la contaminazione veniva dal di fuori. Vi leggo le parole di Gesù in Marco 7.
“15 Non c’è nulla di esterno all’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono da lui che lo contaminano. 16 Chi ha orecchi da udire, oda!". 17 Quando poi egli fu rientrato in casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. 18 Ed egli disse loro: "Siete anche voi così privi d’intelligenza? Non capite voi che tutto ciò che dal di fuori entra nell’uomo non può contaminarlo, 19 perché non entra nel suo cuore, ma nel ventre, e poi se ne va nella fogna?". Così dicendo, dichiarava puri tutti gli alimenti. 20 Disse ancora: "Ciò che esce dall’uomo, quello lo contamina. 21 Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, procedono pensieri malvagi, adultéri, fornicazioni, omicidi, 22 furti, cupidigie, malizie, frodi, insolenza, invidia, bestemmia, orgoglio, stoltezza. 23 Tutte queste cose malvagie escono dal di dentro dell’uomo e lo contaminano".” (Marco 7:15-23 LND)
La vera contaminazione viene dal cuore, non da fuori. I farisei ignoravano i loro cuori, e perciò erano grandi ipocriti.
La stoltezza dell'ipocrisia
A questo punto, Gesù cominciò a parlare a questo fariseo, e a tutti gli altri che erano presenti, della loro condizione spirituale. Egli iniziò con grande schiettezza, parlando della loro stoltezza. Notate che Gesù non nascose minimamente il fatto dei loro peccati. Leggo dal vv.38
“38 Il fariseo notò questo e si meravigliò che non si fosse lavato prima del pranzo. 39 E il Signore gli disse: "Ora voi farisei pulite l’esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di malvagità. 40 Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha fatto anche l’interno? 41 Ma date in elemosina quel che c’è dentro, e ogni cosa sarà pura per voi. 42 Ma guai a voi farisei! Poiché voi pagate la decima della ruta della menta e di ogni erba, e poi trascurate la giustizia e l’amore di Dio. Dovevate fare queste cose, senza trascurare le altre. 43 Guai a voi farisei! Perché amate il primo posto nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze. 44 Guai a voi scribi e farisei ipocriti! Perché siete come i sepolcri che non si vedono, e gli uomini vi camminano sopra senza accorgersene".” (Luca 11:38-44 LND)
Nel v.39, Gesù arrivò al cuore del problema dell'ipocrisia. Leggo.
“E il Signore gli disse: "Ora voi farisei pulite l’esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di malvagità.” (Luca 11:39 LND)
I farisei si preoccupavano solamente dell'esterno, ma ignoravano il loro cuore, che era malvagio. Questa è l'ipocrisia.
Oh che possiamo sempre ricordare che anche noi dobbiamo guardare il nostro cuore, sopra ogni altra cosa! Tanti atti religiosi, che possono essere anche buoni in sé, non garantiscono che il nostro cuore sia puro. Infatti, anche un uomo non rigenerato può avere un comportamento abbastanza buono e molto religioso. Però, finché il cuore non è lavato e rigenerato dallo Spirito Santo, tutte le nostre buone opere sono stracci sporchi.
Perciò, ognuno deve stare in guardia per quanto riguarda la sua valutazione della propria condizione davanti a Dio. Ricordiamoci della dichiarazione che Dio fece al profeta Samuele:
“l’Eterno non vede come vede l’uomo; l’uomo infatti guarda all’apparenza, ma l’Eterno guarda al cuore".” (1Sam 16:7 LND)
Quindi, quando valutiamo la nostra condizione, non guardiamo alle cose esterne, ma guardiamo al nostro cuore. Dobbiamo esaminare la condizione del nostro cuore. Dobbiamo riconoscere il nostro bisogno di un Salvatore.
Alla luce di questo, è importante capire che è molto sbagliato pensare che possiamo aiutare le persone ancora non salvate ad avere un comportamento più santo. Questo pensiero è un inganno di Satana, e non dobbiamo crederci. Dio non ci ha chiamati ad insegnare la moralità, ma a predicare il perdono dai peccati per mezzo di Cristo Gesù.
Quindi, Gesù parlò in modo molto chiaro dell'ipocrisia dei farisei, perché erano presi con l'esteriorità delle loro opere, ma non con lo stato del loro cuore.
Incoerenze negli ipocriti
Gesù parlò anche dell'incoerenza di quell'uomo. Vi leggo ancora il v.42.
“Ma guai a voi farisei! Poiché voi pagate la decima della ruta della menta e di ogni erba, e poi trascurate la giustizia e l’amore di Dio. Dovevate fare queste cose, senza trascurare le altre.” (Lu 11:42 LND)
La Legge che Dio diede a Mosè comandava ai Giudei di pagare varie decime. Dovevano pagare una decima per il sostegno dei Leviti (Num 18:20-24); un'altra decima per mantenere il tabernacolo (Deut 14:22-24) e ogni terzo anno dovevano dare ancora un'altra decima per curare i poveri. Quindi, in tutto, dovevano pagare dal venti al trenta percento all'anno, e inoltre potevano fare delle offerte volontarie.
I farisei erano estremamente attenti a dare la decima anche delle più piccole cose per il mantenimento del tempio, ma allo stesso tempo, ignoravano le cose fondamentali della legge. Erano attenti a fare più del necessario in qualcosa che poi in realtà non costava loro quasi niente, ma trascuravano i principi fondamentali che devono guidare la vita di ogni vero credente. In tutto ciò che li portava ad essere visti degli uomini, facevano più del necessario. Ma in quello che riguardava il cuore, ignoravano completamente il comandamento di comportarsi con giustizia ed amore.
Ci sono sempre stati uomini religiosi che innalzano i dettagli, trascurando il cuore della vita cristiana. Ci sono tante persone anche oggi che seguono vari atti esterni della religione, ma non arrivano mai a quello che tocca il cuore. Chi vive così conosce ben poco dell'umiltà, dell'amore, della mansuetudine e della pietà. A volte non praticano nemmeno la lettura quotidiana delle Scritture. In tanti casi, non sanno cosa vuol dire separarsi veramente dal mondo.
È ipocrisia impegnarsi tanto in certi aspetti della religione, ma allo stesso tempo ignorare quello che riguarda il cuore.
Anche noi possiamo cadere in questo grave peccato. Possiamo essere molto impegnati in quegli aspetti della fede che ci piacciono, ma allo stesso tempo, disprezzare altri credenti. Possiamo essere molto attenti a non mancare gli incontri di chiesa, ma continuare a serbare un cuore pieno di orgoglio. Possiamo diventare esperti della Bibbia, ma assomigliare ben poco al soggetto della Bibbia, a Gesù Cristo. Oh che possiamo riconoscere il pericolo dell'ipocrisia!
Preghiamo di avere a cuore le cose fondamentali, e poi le cose secondarie avranno il loro posto giusto.
Una religione vuota
Tornando al brano, notiamo le parole di Gesù nel v.44
“Guai a voi scribi e farisei ipocriti! Perché siete come i sepolcri che non si vedono, e gli uomini vi camminano sopra senza accorgersene".” (Lu 11:44 LND)
Chi vive da ipocrita, è come una tomba. Fuori può essere molto elegante e bella, ma dentro non c'è nulla di vivente. Tante persone sono prese con l'apparenza, e non notano che non c'è nulla dentro.
Nella chiesa moderna, ormai c'è poco discernimento. Quindi, tante persone valutano tutto in modo molto superficiale, e in questo modo non fanno altro che incoraggiare l'ipocrisia. Non possiamo evitare che ci sia l'ipocrisia, ma possiamo stare in guardia per non incoraggiarla. E prego che staremo anche in guardia da non diventare ipocriti, nemmeno un po'.
La condanna di Gesù dei dottori vv.45-54
Evidentemente, a questo pranzo erano presenti alcuni scribi, qua chiamati dottori. Ricordiamoci che i dottori erano esperti nelle Scritture, e anche nelle tradizioni. Alcune delle condanne di Gesù contro i farisei avevano toccato anche i dottori. Perciò, uno di questi dottori lo fece notare a Gesù, credendo che Gesù avrebbe smesso di dire quelle cose che potevano offendere. Leggo il v.45
“Allora uno dei dottori della legge, rispondendo, gli disse: "Maestro, dicendo queste cose, tu offendi anche noi".” (Lu 11:45 LND)
Questi uomini, essendo grandi ipocriti, erano abituati a dire le cose in modo da mettere in buona luce gli uni gli altri. Non volevano che Gesù dicesse delle cose che potevano mettere in evidenza la loro ipocrisia. Quindi, questo dottore fece notare a Gesù che quello che stava dicendo contro i farisei poteva mettere in brutta luce anche i dottori. Stava avvertendo Gesù di stare attento a non offenderlo.
Per essere ben educati, secondo il metro della società, Gesù avrebbe dovuto chiedere scusa e dare qualche complimento ai dottori. Ma non è così che fece. Notiamo la riposta di Gesù, dal v. 46.
“46 Ed egli disse: "Guai anche a voi, dottori della legge! Perché caricate gli uomini di pesi difficili da portare, e voi non toccate questi pesi neppure con un dito. 47 Guai a voi! Perché voi edificate i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. 48 Così facendo, voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri, infatti essi uccisero i profeti e voi edificate i loro sepolcri. 49 Per questa ragione anche la sapienza di Dio ha detto: "Io manderò loro dei profeti e degli apostoli, ed essi ne uccideranno alcuni ed altri li perseguiteranno". 50 Affinché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, che è stato sparso fin dalla fondazione del mondo: 51 dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il tempio; sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. 52 Guai a voi dottori della legge! Perché avete sottratto la chiave della scienza voi stessi non siete entrati e ne avete impedito l’accesso a coloro che entravano".” (Lu 11:46-52 LND)
Altro che stare attento a non offendere questi dottori! Come aveva criticato severamente i farisei, Gesù ora iniziò a parlare con schiettezza anche dei peccati di questi dottori della legge.
La loro condanna fu estremamente dura, perché questi uomini erano guide spirituali per il popolo. Avevano le Scritture, e quindi, avevano ricevuto molto da Dio, e perciò, erano grandemente responsabili. Inoltre, si erano stabiliti come maestri. Chi insegna le cose di Dio ad altri sarà giudicato più severamente. Perciò, Gesù condannò questi dottori molto severamente.
Quanto terribile è sentire Gesù Cristo dichiarare “guai a voi”!
La condanna di Gesù mise in evidenza vari peccati nella vita di questi dottori. Leggo il v. 46
“46 Guai anche a voi, dottori della legge! Perché caricate gli uomini di pesi difficili da portare, e voi non toccate questi pesi neppure con un dito.” (Lu 11:46-52 LND)
Gesù condannò i dottori severamente per l'ipocrisia che avevano di voler insegnare agli altri un metro che però essi stessi non seguivano.
La condanna di Gesù dovrebbe far stare in guardia ogni persona che insegna ad altri. Per prima cosa, questo dovrebbe essere un avvertimento per ogni persona che insegna nella chiesa.
Similmente, questo è un forte avvertimento per ogni genitore, perché i genitori insegnano ai propri figli. Ed è anche vero per ogni marito.
Oh che possiamo stare in guardia dal commettere questo terribile peccato! Chi insegna deve praticare quello che insegna!
È chiaro che le parole di Cristo non implicano che qualcuno deve essere perfetto prima di poter insegnare, per il semplice fatto che non esiste credente nel mondo che sia già perfetto. Se dovessimo dire che nessuno può insegnare finché non è perfetto, allora, non ci sarebbero più insegnanti. Sarebbe un disastro! Non è questo ciò che insegna il Signore.
Dall'altra parte, è giusto pretendere che ci sia coerenza fra quello che uno insegna e come egli vive. Ogni insegnante, che sia della chiesa o che sia in casa, dovrebbe vivere in modo tale che è ben visibile che applica il suo insegnamento alla sua vita.
Beata quella persona che può dire come l'apostolo Paolo:
“Quelle cose che avete imparato, ricevuto e udito da me e veduto in me, fatele, e il Dio della pace sarà con voi.” (Fil 4:9 LND)
Quindi, impegniamoci a vivere veramente quello che predichiamo agli altri. Non cadiamo sotto questa condanna di Gesù.
Ammirare coloro che sono lontani
Gesù condannò questi dottori per un altro peccato grave, contro il quale dobbiamo stare in guardia. Notiamo quello che Egli disse per quanto riguarda il modo in cui questi ipocriti onoravano i profeti.
“47 Guai a voi! Perché voi edificate i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. 48 Così facendo, voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri, infatti essi uccisero i profeti e voi edificate i loro sepolcri. 49 Per questa ragione anche la sapienza di Dio ha detto: "Io manderò loro dei profeti e degli apostoli, ed essi ne uccideranno alcuni ed altri li perseguiteranno". 50 Affinché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, che è stato sparso fin dalla fondazione del mondo: 51 dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il tempio; sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.” (Lu 11:47-51 LND)
Questi dottori erano i discendenti, spiritualmente parlando, degli ipocriti delle generazioni passate che avevano ucciso i profeti che Dio aveva mandato. Cioè, durante i secoli, gli ipocriti avevano odiato, e a volte perfino ucciso, i profeti mandati da Dio, perché odiavano la luce di Dio. Anche questi dottori odiavano la luce, e perciò, odiavano Gesù.
Nonostante questo, essendo ipocriti, questi dottori onoravano proprio quei profeti che i loro antenati avevano ucciso. Onoravano i profeti, ma odiavano Gesù, che proclamava lo stesso messaggio che i profeti avevano proclamato.
Qua, vediamo un principio molto importante. È molto più facile onorare qualcuno che è lontano da te, o per distanza o per tempo, di quanto lo è onorare qualcuno vicino a te che può anche ammonirti.
I profeti erano morti, e quindi, non potevano dire niente. Quindi, era facile fingere di onorarli, perché essendo morti, non potevano riprendere questi dottori. Gesù invece era là presente, e il suo insegnamento metteva in mostra i loro peccati. Perciò, Lo odiavano.
Vediamo la stessa cosa anche oggi. Anche oggi ci sono degli ipocriti che parlano tanto bene di un predicatore o di un pastore lontano da loro per distanza o per tempo, perché i suoi insegnamenti non calpestano i loro piedi, ed egli non può ammonirli. Allo stesso tempo, questi ipocriti giudicano male il pastore che è vicino a loro, perché egli parla dei loro peccati. Questo è esattamente quello che fecero questi dottori, e per questo, Gesù dichiarò loro: “guai a voi!”.
Dobbiamo stare in guardia contro questo grave peccato. Se onoriamo di più le persone a distanza di quanto onoriamo coloro che sono vicino a noi, dobbiamo esaminarci, perché molto probabilmente abbiamo una tendenza verso l'ipocrisia.
Infatti, il giudizio che un uomo ha nei confronti dei credenti maturi che sono intorno a lui rivela molto del suo cuore. Egli ama i credenti zelanti che conosce? Cerca la loro comunione? Trova gioia nel stare con loro? Oppure, li critica e trova spesso dei peccati in loro, e li considera come fanatici? Quando qualcuno non trova gioia nell'avere comunione con i santi vicini a lui, ma parla tanto bene di coloro che sono lontani per distanza o per tempo, quel tale è in grave condizione spirituale. Qui in Luca 11, il Signore Gesù condannò un comportamento simile in termini molto pesanti. Oh che possiamo evitare tale ipocrisia nella nostra vita, e che possiamo riconoscerla in altri!
Il giudizio è certo
C'è un'altra verità da notare brevemente in questo brano, nei vv. 50,51
“50 Affinché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, che è stato sparso fin dalla fondazione del mondo: 51 dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il tempio; sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.” (Lu 11:50-51 LND)
Vediamo qui che ci sarà un giorno di giudizio, e in quel giorno ogni ingiustizia sarà punita, se non sarà presa prima da Cristo Gesù.
Quando una persona malvagia maltratta qualcuno, spesso sembra che quella persona ingiusta vinca. Però, Dio tiene conto di tutto. I profeti di Dio furono disprezzati, ed alcuni furono uccisi. Umanamente, sembrò che gli uomini malvagi avessero fatto del male, senza che ci fossero state delle conseguenze. Però, Gesù ci ricorda che Dio tiene conto di tutto, e che al giorno del giudizio gli uomini senza Cristo dovranno rispondere per ogni loro peccato.
Quanto è importante che pensiamo spesso al giorno del giudizio! Ripetutamente, la Bibbia insegna che è importante ricordare il giudizio, per avere pace in mezzo a situazioni che altrimenti ci farebbero stare molto male.
La malvagità di ostacolare altri nella verità
Prima di lasciare questo brano, voglio notare un'ultima condanna che Gesù fece a questi dottori. Notiamo quello che dichiarò nel v.52
“Guai a voi dottori della legge! Perché avete sottratto la chiave della scienza voi stessi non siete entrati e ne avete impedito l’accesso a coloro che entravano".” (Lu 11:52 LND)
Qui, Gesù condannò il terribile peccato di ostacolare qualcuno dal ricevere la verità di Dio.
Questi dottori avevano le Scritture, ma non le usarono per aiutare gli altri a conoscere le verità di Dio. Per questo, Gesù li condannò severamente.
Il peccato di ostacolare gli altri è molto più comune di quanto potremmo pensare. Sicuramente, qualunque religione che spiega che solo i capi possono interpretare correttamente la Bibbia, e in questo modo negano alle persone normali la possibilità di leggerla, è colpevole di questo peccato.
Similmente, è colpevole di questo peccato una chiesa che si chiama evangelica, ma che insegna che la Bibbia non è tutta vera, e che contiene anche degli errori. Chi insegna così sta impedendo l'accesso alle verità di Dio.
Un marito che critica la moglie, dicendo che lei esagera nel suo impegno di seguire Dio, è colpevole di questo peccato. Similmente, un genitore che non vuole che il figlio o la figlia sia così esagerato nella religione al punto da rischiare di non avere una buona scuola o un buon lavoro, è colpevole di questo peccato di ostacolare qualcuno a conoscere le verità di Dio.
Però, c'è anche un altro modo in cui anche noi possiamo essere colpevoli di questo peccato terribile. Se io ho il vangelo, e non lo annuncio ad altri, allora, sto impedendo loro di entrare! Per credere, gli altri devono sentire, ma affinchè loro possano sentire, noi dobbiamo annunciare il Vangelo. Noi abbiamo il Vangelo! Non ostacoliamo le persone che sono intorno a noi a sentirlo! Parliamo con grande franchezza del Vangelo!
Cristo e i non credenti
Ora, avendo considerato questo brano, anche se velocemente, torniamo a considerare la domanda che abbiamo fatto all'inizio. Come si comportò Gesù con i non credenti?
Abbiamo visto che Gesù non esitò ad andare a casa dei non credenti per mangiare con loro. Però, abbiamo anche visto che Gesù non stette in compagnia con loro solo per passare un bel pomeriggio insieme. Piuttosto, Gesù usò ogni opportunità per parlare in modo molto chiaro di Dio, e anche dei loro peccati. Infatti, volta dopo volta nei Vangeli, troviamo Gesù che parlava in modo molto diretto con le persone dei loro peccati. Solamente se una persona riconosce di essere un peccatore può credere in Cristo come unico Salvatore.
Il modo diretto con cui Gesù parlava poteva perfino offendere, come lo fece in questo brano. Se qualcuno non è pronto a ravvedersi, il parlare dei suoi peccati lo offenderà quasi sicuramente. Però, Gesù non cercava di far stare bene le persone, piuttosto, cercava di annunciare il loro peccato e il perdono che era disponibile per chi avesse creduto in Cristo.
Gesù non cercava di essere un amico con cui passare del tempo. Gesù era pronto ad andare ovunque era invitato, non per stare bene insieme, ma per proclamare le verità di Dio. Vediamo questo volta dopo volta.
Quindi, seguendo l'esempio di Gesù, è buono avere contatto con i non credenti. Però, non dobbiamo cercare di essere la loro compagnia, ma piuttosto, come fece Gesù, dobbiamo impegnarci in ogni occasione a proclamare il Vangelo, e in modo specifico, ad aiutare le persone a riconoscere il loro peccato, in modo che possano riconoscere il loro bisogno dell'unico Salvatore, Gesù Cristo.
Quindi, cerchiamo il contatto con i non credenti, con il chiaro scopo di parlare con loro di Dio, aiutandoli a vedere il loro peccato, e Gesù Cristo come Salvatore. Hanno bisogno di sentire, per poter credere.
Ci sarà chi si offenderà. Dobbiamo stare attenti a non offenderli con il nostro comportamento. Ma se si offendono, spero che sia perché è la verità di Dio che offende.
Applicazione
Quindi, oggi, abbiamo visto come dobbiamo comportarci con i non credenti. Dobbiamo essere luce in questo mondo di tenebre. Viviamo così!
Abbiamo anche visto quanto il peccato di ipocrisia sia grave. State in guardia, per evitare l'ipocrisia nella vostra vita. Non mettete l'enfasi sulle cose esterne, ma sulla condizione del cuore, che poi guiderà le cose esterne.
State attenti a non onorare i credenti lontani, o per distanza o nel tempo, ma allo stesso tempo disprezzare i credenti che vi sono vicini, sapendo che quelli vicini possono anche parlarvi dei vostri peccati.
Ed infine, evitate a tutti i costi il peccato di ostacolare qualcuno dal sentire il Vangelo di Dio. Abbiamo la luce, proclamiamo la luce agli altri! Viviamo come luce in un mondo di tenebre, mostrando Gesù Cristo a tutti!
Grazie a Dio che Dio ha mostrato Cristo anche a noi!