Aiuto Biblico

Gesù e la donna sirofenicia

Marco 7:24-30 e Matteo 15:21-28

Sermone di Marco de Felice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 14 aprile 2024– -- cmd dp --
Descrizione: La donna sirofenicia ci mostra la vera fede, l'umiltà e la perseveranza.
Parole chiavi: fede, umiltà, perseveranza, donna cananea, donna sirofenicia

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Di solito, quando preghi, Dio ti risponde subito? Come sappiamo tutti, la risposta è no.

A volte, anzi, spesso, Dio non ci risponde come e quando vorremmo noi. Però, il modo in cui Dio ci risponde è sempre giusto, ed è sempre al momento perfetto. Quando, secondo il nostro metro, Dio ritarda la sua risposta, non è per mancanza di amore, è perché usa quell’attesa per continuare la sua opera in noi. Quando Dio risponde diversamente da quello che abbiamo chiesto, è perché Egli sta facendo la cosa migliore.

Voglio considerare insieme un avvenimento che troviamo sia nell'Evangelo di Marco 7 che in Matteo 15. In questo avvenimento, Dio ci dà un esempio da seguire quando noi preghiamo. Il racconto di una donna greca, sirofenicia che chiede aiuto a Gesù, ci mostra il cuore che dobbiamo avere quando preghiamo. Ci insegna il cuore che dobbiamo avere per avvicinarci a Gesù Cristo, e ci insegna cosa vuol dire perseverare nella fede. Questa donna Cananea è per noi un ottimo esempio da seguire. Grazie a Dio per l’esempio di questa donna che Egli ci dà.

Quindi, trovate con me Matteo 15:21, e anche Marco 7:24.

La situazione

Iniziamo con Marco 7:24. Seguite mentre leggo quello che è successo quando questa donna andò da Gesù. Leggo Marco 7:24-26

“24 Poi partì di là e andò nel territorio di Tiro e di Sidone, entrò in una casa e non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. 25 Infatti una donna, la cui figlia aveva uno spirito immondo, avendo sentito parlare di Gesù, venne e gli si gettò ai piedi. 26 Or quella donna era greca, sirofenicia di origine, e lo pregava di scacciare il demone da sua figlia;” (Marco 7:24-26)

Vi dico qualche parola sulla situazione in quel momento. Gesù aveva predicato molto, e ormai, l’opposizione dei farisei e degli scribi era diventata pericolosa. Gesù sapeva che non doveva morire prima del momento scelto da Dio, cioè la Pasqua, ed in più, doveva ancora insegnare altre cose ai suoi discepoli. Perciò, lasciò la Giudea e la Galilea, cioè, ha lasciato la terra dei Giudei, per andare nella zona dei gentili, dove era meno conosciuto, per avere del tempo da solo con i suoi discepoli. Se ricordate, prima di compiere il miracolo dei pani e dei pesci, stava cercando un tempo di riposo con i suoi discepoli.

Leggo ancora Marco 7:24, che ci descrive la scena.

“24 Poi partì di là e andò nel territorio di Tiro e di Sidone, entrò in una casa e non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.” (Marco 7:24)

Gesù cercava un posto tranquillo, senza la folla. Nonostante che erano fuori da Israele, in una zona di persone che non erano giudei, comunque la fama di Gesù era arrivata anche là. E perciò, anche qua, le persone venivano da Gesù per ricevere aiuto. Marco 7:25,26 parla di una donna in particolare. Ve lo leggo.

25 Infatti una donna, la cui figlia aveva uno spirito immondo, avendo sentito parlare di Gesù, venne e gli si gettò ai piedi. 26 Or quella donna era greca, sirofenicia di origine, e lo pregava di scacciare il demone da sua figlia; (Marco 7:25,26)

C’erano tante persone, ma questa donna è arrivata proprio vicino a Gesù, e lo pregava di liberare sua figlia da un demone.

Notate che questa donna era greca, in Matteo leggiamo che era cananea. Se ricordate, storicamente, i cananei erano nemici di Israele, un popolo pagano che adorava falsi dèi.

Però, leggendo in Matteo 15, comprendiamo che anche se era greca e cananea, aveva sentito di Gesù, e lei era convinta che Egli è il Cristo. Leggo Matteo 15:21,22.

“21 Poi Gesù, partito di là, si diresse verso le parti di Tiro e di Sidone. 22 Ed ecco una donna Cananea, venuta da quei dintorni, si mise a gridare, dicendogli: "Abbi pietà di me, Signore, Figlio di Davide! Mia figlia è terribilmente tormentata da un demone!"” (Matteo 15:21-22).

Consideriamo questa donna, e come si presenta a Gesù. Dio ci dà l'esempio di questa donna per insegnarci come andare a Gesù.

Lei viene a Gesù e si getta ai suoi piedi. Questo dimostra grande umiltà. Esiste solo un modo di avvicinarci a Dio, ed è con umiltà. Finché abbiamo orgoglio, finché crediamo di meritare qualcosa da Dio, non saremo accolti. Dio è vicino agli umili, Dio resta lontano dai superbi. Questa donna viene a Gesù con grande umiltà. E tu, come vai a Dio?

Si mise a gridare. Il suo dolore era profondo. Guardava a Gesù per avere aiuto. Chi si avvicina a Cristo solo per curiosità non troverà Cristo. Si arriva a Cristo con umiltà e riconoscendo il grande bisogno di Cristo.

Notate che lei gridava. “Abbi pietà di me.” Volere solo pietà è riconoscere di non meritare l’aiuto che si chiede. Lei sapeva di non meritare nulla da Gesù. Inoltre, dire “abbi pietà di me” dimostra FEDE. Lei era pienamente convinta che Gesù poteva operare potentemente.

È importante notare che lei non offriva nulla a Gesù. Se crediamo di poter fare qualcosa per poi meritare in qualche modo una risposta da Dio, vuol dire che non abbiamo capito che riceviamo da Dio solo per grazia, mai per merito.

Notate poi che lei lo chiama “Signore”, un titolo di grande rispetto e onore. Però poi, dice una cosa incredibile. Ricordate che questa era una donna Cananea. Lei dice:

"Abbi pietà di me, Signore, Figlio di Davide!”

Questa donna riconosce Gesù come “Figlio di Davide “ che è un titolo per il Cristo, il Messia promesso. Questa donna riconosceva che Gesù è il Cristo, il Figlio di Davide. Quasi nessun giudeo lo aveva riconosciuto come il Messia. È solo dopo questo avvenimento che i suoi Apostoli Lo riconoscono come il Cristo. Più avanti, quando Gesù stava andando a Gerusalemme, e passava da Gerico, i due ciechi hanno riconosciuto che Gesù è il Figlio di Davide, ovvero, il Messia. Alla sua entrata a Gerusalemme poco prima della croce, la folla l’avrebbe gridato. Ma fino a questo punto, nemmeno i suoi apostoli lo avevano capito. Però, questa donna Cananea, con grande umiltà, e grande fede, aveva capito che Gesù è il Cristo, il Figlio di Davide.

Noi: quando cerchiamo Gesù?

Facciamo un confronto come questa donna si presenta a Gesù, e come noi ci presentiamo a Gesù. Con quale cuore ti presenti a Gesù? Tu vai a Gesù con fede? Tu hai grande umiltà? Questa donna è un esempio da seguire. Andiamo avanti, per vedere come si svolge la situazione.

la risposta di Gesù (Matteo 15:23-25)

Notiamo la risposta iniziale di Gesù. Matteo aggiunge dettagli che non troviamo in Marco. Leggo Matteo 15:23-25.

“23 Ma egli non le rispondeva una parola. E i suoi discepoli, accostatisi, lo pregavano dicendo: "Licenziala, perché ci grida dietro". 24 Ma egli, rispondendo, disse: "Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele". 25 Ella però venne e l’adorò, dicendo: "Signore, aiutami!".” (Matteo 15:23-25)

La donna viene con grande umiltà e con grande fede. Eppure, a quel punto, Gesù non le risponde nulla.

Come mai? Spesso nella vita, quando preghiamo, Dio non ci risponde subito. Perché? Dio ha sempre i suoi motivi perfetti. Spesso, Dio non risponde appena chiediamo perché vuole fortificare la nostra fede. Aspettando, dobbiamo concentrarci ancora di più su Dio. Aspettare ci fa abbandonare altre speranze, e vedere solo Cristo. Quindi, Gesù non risponde nulla alla prima richiesta della donna. Ricordate che lei stava gridando, era molto aggravata.

la risposta dei discepoli (v.23b)

Gesù non risponde subito alla donna. Però i discepoli reagiscono subito, con lo stesso peccato che abbiamo già visto altre volte. Questa donna a loro dava fastidio. Volevano mandarla via.

Leggo di nuovo il v.23

“23 Ma egli non le rispondeva una parola. E i suoi discepoli, accostatisi, lo pregavano dicendo: "Licenziala, perché ci grida dietro".” (Matteo 15:23)

I discepoli vedevano questa donna come un disturbo, come un problema per loro, un problema che non volevano affrontare. I discepoli sapevano che solo Gesù aveva il potere di esaudire la donna. Sapevano che nessuno tranne Gesù poteva aiutarla, eppure, a loro non importava, non avevano un cuore per lei. Volevano solo liberarsi dal disturbo. Che terribile mancanza di amore.

E noi? È facile condannare l’egoismo dei discepoli, ma, prima di condannare loro, sarebbe buono esaminare noi stessi, per vedere se ci sono volte in cui noi non abbiamo un peso per gli altri che si presentano con bisogni. Oh che possiamo capire quanto è grave questa mancanza di amore.

Gesù spiega la sua missione (v.24)

Notate, è importante notare che Gesù non manda via la donna. Piuttosto, dichiara quello che leggiamo in Matteo 15:24:

“Ma egli, rispondendo, disse: "Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele".” (Matteo 15:24)

Prima della croce e la risurrezione, Gesù si rivolgeva solo ai Giudei, che conoscevano le Scritture. Invece dopo la croce e la risurrezione, Gesù avrebbe mandato i suoi seguaci a proclamare la salvezza in Lui a tutto il mondo

Un esempio di questo è in Matteo 28, che è dopo la risurrezione, appena prima che Gesù tornasse in cielo, quando dichiara ai suoi discepoli:

“Andate dunque e fate discepoli di tutti le nazioni...” (Matteo 28:19)

Quindi, il piano di Dio era di raggiungere persone di tutte le nazioni. Però, a questo punto del suo ministero, Gesù ricorda ai suoi discepoli che era stato mandato solo ai giudei.

la Perseveranza della donna (v.25)

Nonostante il silenzio iniziale di Gesù, e poi, questa risposta apparentemente negativa, la donna non si scoraggiò. Lei ha perseverato nel cercare aiuto da Gesù, essendo convinta che solo Gesù poteva aiutarla.

La donna, sentendo questa risposta negativa, non smette di chiedere aiuto. Anzi, va oltre, come leggiamo in Matteo 15:25:

“Ella però venne e l’adorò, dicendo: "Signore, aiutami!".” (Matteo 15:25)

Che immensa perseveranza. Anziché essere offesa, anziché tornare in dietro, questa donna adora Gesù, e continua a chiedere il suo aiuto.

Cosa vediamo in questa perseveranza? Vediamo che nonostante che Gesù non le risponde, lei Lo adora, e continua a chiedere.

Quanto grande è la sua fede, fede nella potenza di Gesù, e anche fede nel cuore di Gesù. Lei continua a credere in Gesù, anche se non c’è risposta da Gesù. Che esempio per noi.

Dio vuole che anche noi abbiamo questa fede, fede che ci spinge a perseverare nella preghiera.

discorso dei cagnolini (v.26,27)

A questo punto, Gesù parla con la donna, e le dice qualcosa che potrebbe sembrare estremamente negativa. Ma in realtà, Gesù sta mettendo alla prova il suo cuore. Leggo prima Marco 7:27, e poi Matteo 15:26.

“27 ma Gesù le disse: "Lascia che si sazino prima i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini".” (Marco 7:27)
“26 Ma egli le rispose, dicendo: "Non è cosa buona prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini".” (Matteo 15:26)

Cosa vuol dire Gesù? Perché chiama questa donna, e il suo popolo, cagnolini?

Prima di tutto, è importante sapere che nel Nuovo Testamento, c’è una distinzione tra la parola tradotta come “cane”, e la parola usata qui, tradotta “cagnolino”. La parola tradotta come cane era usata per indicare i cani che correvano per strada, che incutevano timore, che mangiavano i rifiuti, e che erano considerati estremamente schifosi ed impuri. Infatti, in Greco in genere, e anche nella Bibbia, le persone impure venivano chiamate cani.

Invece, i cagnolini erano i cani addomesticati che abitavano in casa, e mangiavano il cibo rimasto dal tavolo del padrone. Erano amati e curati dai loro padroni. Ma certamente non erano figli.

Ricordate che il piano di Dio era di salvare persone di tutte le nazioni, però, finché Gesù non completava la sua opera, andando alla croce e risuscitando, si rivolgeva solo ai Giudei.

Quindi, al momento di questo avvenimento, come popolo, i Giudei erano figli, ma non i gentili. Quindi, usando l’esempio del cibo, Gesù dichiara che i giudei dovevano mangiare prima. Ovvero, Egli doveva rivelarsi prima di tutto ai Giudei. Poi, dopo la risurrezione, il messaggio sarebbe stato annunziato a tutti.

Quindi, quando Gesù chiama questa donna un “cagnolino”, implica che poteva entrare nella casa di Dio, ma che doveva aspettare il suo turno. In quel momento, prima della croce, i giudei avevano la precedenza.

la risposta della donna

Se la donna avesse avuto orgoglio, sarebbe rimasta molto offesa da questo commento da parte di Gesù. Ma era totalmente umile, e perciò, non era minimamente offesa, piuttosto, continuava ad avere fede. Leggo la sua risposta, prima in Marco 7:28, e poi in Matteo 15:27.

“Ma ella rispose e gli disse: "Sì Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli". (Marco 7:28)
“Ma ella disse: "Sì, Signore; però anche i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni".” (Matteo 15:27)

Che immensa umiltà, che esempio per noi. Lei ci mostra cosa vuol dire avere un cuore umile, e accettare quello che Dio ci dà, continuando ad avere fede.

Dio è Dio, e può scegliere di trattare ogni persona diversamente. Dio non ha alcun obbligo di trattare noi come tratta gli altri. Se nella saggezza di Dio, vuole dare buona salute ad uno, e tanti problemi di salute ad un altro, non abbiamo da lamentarci. Se Dio ci dà una vita con tanti o con pochi problemi, dovremmo rispondere con umiltà. Questa donna è per noi un esempio da seguire. Non si offende. Continua ad avere fede, e a far conoscere la sua richiesta a Cristo. Continuava a pregare.

Infatti, con il suo cuore umile, questa donna prendeva le parole di Gesù come motivo di speranza. In Marco 7:27 Gesù aveva detto:

“ma Gesù le disse: "Lascia che si sazino prima i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”

Lei capiva che Dio aveva riservato benedizioni anche per i cagnolini, solo che i Giudei dovevano riceverle per primi. Perciò, con grande fede, e umiltà, la donna, accetta di essere un cagnolino, e chiede di poter mangiare le briciole. Con questo, sta dichiarando che sa che Gesù dà in abbondanza, e quindi, sa che ci saranno briciole.

Nonostante tutto, la sua fede in Gesù non vacilla. Ha una grande fede nella potenza di Gesù, e nel cuore di Gesù. Adora Gesù. Oh che possiamo noi avere la fede e l’umiltà di questa donna.

La fede premiata (v.28 e Marco 7:29,30)

Capiamo da quello che succede, che Gesù aveva agito per mettere alla prova la sua fede, e per fortificarla. Ora, vedendo la sua fede, Gesù risponde alla donna con grazia. Leggo Matteo 15:28, e anche Marco 7:29,30.

28 Allora Gesù le rispose, dicendo: "O donna, grande è la tua fede! Ti sia fatto come tu vuoi". E in quel momento sua figlia fu guarita.” (Matteo 15:28 LND)
29 Allora egli le disse: "Per questa tua parola, va’; il demone è uscito da tua figlia". 30 Ed ella, tornata a casa sua, trovò che il demone era uscito e la figlia era coricata sul letto. (Marco 7:29-30 LND)

Gesù risponde alla sua fede, perseveranza ed umiltà, guarendo a distanza, con la sola parola, sua figlia. In quel momento, nonostante che la figlia non era fisicamente presente, fu guarita. Il potere di Gesù è assoluto. Questa donna aveva fede che Gesù poteva farlo. E Gesù premiò la sua fede.

Perché l’attesa di Gesù

Una delle lezioni più importanti di questo brano è il fatto che spesso, Dio, nella sua sapienza, sceglie di non rispondere subito alle nostre richieste, anche quando la volontà di Dio è di rispondere in un secondo tempo. Spesso, Dio non risponde per insegnarci a perseverare.

Perché spesso, Dio vuole che preghiamo molto tempo, anche anni, prima di rispondere? Perché a volte, abbiamo risposte che sembrano negative, come le risposte che Gesù dava alla donna?

Dio usa l’attesa per aumentare la nostra fede. Ci sono tanti esempi nella Bibbia in cui Dio non risponde subito.

Abramo ha dovuto aspettare anni prima di avere suo figlio Isacco. Però, era proprio l’attesa che mostrava la fede di Abramo, che gli fu messa in conto come giustizia, e che è un esempio per noi. Leggo Romani 4:18-22.

“18 Egli, sperando contro ogni speranza, credette per diventare padre di molte nazioni secondo ciò che gli era stato detto: "Così sarà la tua progenie". 19 E, non essendo affatto debole nella fede, non riguardò al suo corpo già come morto (avendo egli quasi cent’anni), né al grembo già morto di Sara. 20 Neppure dubitò per incredulità riguardo alla promessa di Dio, ma fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio, 21 pienamente convinto che ciò che egli aveva promesso era anche potente da farlo. 22 Perciò anche questo gli fu imputato a giustizia.” (Romani 4:18-22 LND)

Avete capito? Aspettare per la risposta serve per avere una fede più forte.

Nel Salmo 22:1,2, Davide scrive quella che è una profezia di Cristo sulla croce, e grida a Dio, chiedendo perché non risponde alla sua preghiera. Anche qua, Dio stava fortificando la sua fede in Dio. Leggo quei versetti.

“1 Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Perché sei così lontano e non vieni a liberarmi, dando ascolto alle parole del mio gemito? 2 O DIO mio, io grido di giorno, ma tu non rispondi, e anche di notte non sto in silenzio. 3 Eppure tu sei il Santo, che dimori nelle lodi d’Israele.” (Salmo 22:1-3 LND)

Notate che nonostante che Davide non capiva perché Dio non aveva risposto, Davide continuava a lodare Dio, perché aveva fede. Questa è una profezia di Cristo.

Dio ha sempre i suoi motivi saggi quando non risponde subito, o quando non risponde come vorremmo noi.

La cosa importante è che continuiamo ad avere fede in Dio, ed a perseverare a guardare a Dio, umilmente, confidando nei tempi e nelle risposte di Dio. Spesso, Dio ha un piano diverso dal nostro, ma è sempre il piano perfetto.

Per esempio, nel Nuovo Testamento, le sorelle di Lazzaro avevano chiesto a Gesù di recarsi da loro per guarire Lazzaro. Invece, Gesù scelse di aspettare due giorni. Dopo, impariamo che era perché voleva che Lazzaro morisse, in modo che poteva mostrare la sua potenza, risuscitando Lazzaro dalla morte. Però, era impossibile per le sorelle di capire questo prima.

Similmente, in Marco 5, leggiamo di Iairo, il capo della sinagoga con la figlia gravemente ammalata. Gesù si è fermato per parlare con la donna con il flusso di sangue che era stata guarita, e nel frattempo, la figlia di Iairo morì. Però, anche qua, questo permetteva a Gesù di mostrare la sua gloria, risuscitandola.

Spesso, Dio non ci risponde subito, perché Dio vuole aumentare la nostra fede.

Se io penso ai nostri cuori, se Dio dovesse rispondere subito ad ogni preghiera, avremmo poca fede. Dio sa curarci nel modo perfetto, perciò, Egli ci insegna ad avere più fede, e ad essere perseveranti.

In più, l’attesa ci insegna a riconoscere la grandezza della risposta. Cioè, prima di rispondere alla richiesta della donna, Gesù le insegnò che Lui era mandato per prima ai Giudei, e che le benedizioni per i gentili erano per un secondo tempo. Perciò, quando Egli ha guarito sua figlia, la donna poteva capire quanto era una benedizione enorme. Cioè, l’attesa di Gesù aiutava la donna ad avere più fede, ed a riconoscere ancora di più la grandezza della benedizione.

E con noi

Nella nostra vita, non è la stessa cosa? Cioè, chiaramente, Dio è potente da poter rispondere subito ad ogni nostra preghiera. Dio è pienamente capace di poter risolvere ogni nostro problema prima che diventi un problema. Però, il bene che Dio sta portando avanti nelle nostre vite è molto più grande di quello che noi chiediamo. Il bene che Dio ci dà non è una vita facile, con pochi problemi.

Piuttosto, il bene che Dio sta compiendo nelle nostre vite è di conformarci nell’immagine di Cristo. Dio vuole accrescere la nostra fede, e Dio vuole farci conoscere la sua potenza nella nostra debolezza. Dio ci sta preparando per l’eternità.

L’opera di Dio in noi non è quella di darci una vita più facile qua, piuttosto è di prepararci per l’eternità. Dio sta facendo un’opera eterna in noi. Troppo spesso, le nostre richieste sono richieste di cose terrene. Dio sta facendo qualcosa di molto più grande. Grazie a Dio per questo.

Prego che possiamo avere sempre più fede in Dio, e grande umiltà, seguendo l’esempio di questa donna Cananea. Lo Spirito Santo ci ha dato questo racconto per darci questa donna come esempio. Ricordiamo quello che abbiamo visto in lei. Vediamo il cuore di Gesù per chiunque si rivolge a Lui con fede e umilmente.

Il carattere di questa donna

Questa donna è un esempio da imitare. Per esempio, questa donna era umile, assolutamente umile. Questo è l’unico modo di avvicinarci a Dio. Seguiamo il suo esempio, confessiamo il peccato del nostro orgoglio, e camminiamo umilmente, accettando quello che Dio, nella sua saggezza, sceglie di darci.

Riverenza

Questa donna aveva grande riverenza. Si prostrava davanti a Gesù, Lo chiamava Signore, e Figlio di Davide. Riconosceva in Lui la sovranità e la gloria. Quanto è importante che noi abbiamo riverenza verso Dio.

Fede in Cristo

Chiaramente, questa donna è un esempio di camminare per fede. Prega Gesù con fede. Imitiamo la sua fede. È quello che Dio vuole in noi.

Perseveranza

Questa donna è anche un esempio di perseveranza. La fede è fondamentale, ma anche la perseveranza. Non stanchiamoci. Continuiamo a chiedere a Dio di operare, ma chiediamolo con umiltà, accettando la risposta che Dio vuole darci. Quando viviamo così, Dio opererà, potentemente in noi, Dio sarà glorificato, ed il nostro cuore sarà soddisfatto.

Questa donna è andata da Gesù, ed è stata accolta da Gesù. Gesù continua ad accogliere chiunque va da lui con umiltà, con perseveranza, e con fede. Grazie a Dio per un Signore e Salvatore così.

Prego che ciascuno di noi si esaminerà. Che cuore hai tu? Sei veramente umile? Tu sei veramente umile? Le persone intorno a te vedono la tua umiltà?

Sai di non meritare nulla, e guardi a Dio con grande umiltà?

Adori Dio, anche quando non c’è risposta?

Perseveri nella preghiera?

Esaminiamoci. Ringraziamo Dio per il suo cuore verso gli umili.