Quando si cerca di convincere qualcuno di qualcosa, si parla di più degli aspetti positivi, o degli aspetti negativi?
Si parla di più di quanto sarà difficile, e quanto porterà sofferenza, oppure si parla di più di quanto sarà un'esperienza bella, con tanti vantaggi?
Certamente, nel mondo, quasi sempre si parla dei vantaggi, e si parla il meno possibile dei lati negativi.
Non è così con Gesù Cristo. Quando Gesù Cristo andava in giro, predicando, offrendo la salvezza, esortando le persone a diventare i suoi discepoli, parlava molto del costo e parlava delle difficoltà.
Per esempio, ricordate come Gesù ha parlato con il giovane ricco, quando quell'uomo è venuto da lui chiedendoGli come poteva ereditare la vita eterna? Gesù non ha reso facile per lui di credere, piuttosto, gli ha messo davanti un muro altissimo. Leggiamo di quell'avvenimento, che troviamo in Matteo 19:16-21.
“16 Ed ecco, un tale si avvicinò e gli disse: "Maestro buono, che devo fare di buono per avere la vita eterna?". 17 Ed egli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non uno solo, cioè: Dio. Ora, se tu vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti". 18 Egli gli disse: "Quali?". Gesù allora disse: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, 19 onora tuo Padre e tua madre e ama il tuo prossimo come te stesso". 20 Quel giovane gli disse: "Tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza, che mi manca ancora?". 21 Gesù gli disse: "Se vuoi essere perfetto, va vendi ciò che hai, dallo ai poveri e tu avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi".” (Matteo 19:16-21 LND)
Umanamente parlando, sembra che Gesù stesse cercando di convincere questo giovane ad allontanarsi. Cioè, noi siamo talmente abituati che quando vuoi attirare qualcuno, devi parlare di tutti i lati belli della cosa. Invece, Gesù parla del costo, mostrando questo giovane che deve desiderare la vita eterna, ovvero la salvezza, così tanto che riesce a disfarsi di tutto quello che era il suo tesoro. Il fatto che Gesù non dice mai a nessun altro di vendere tutto quello che ha dimostra che la qualifica per avere la salvezza non è un sacrificio economico, ma è piuttosto il desiderare la salvezza così tanto che si è disposti ad abbandonare quello che era il Tesoro fino a quel punto.
Vediamo la cosa simile quando Gesù parlò con la donna samaritana vicino al pozzo, in Giovanni 4. Nel caso di quella donna, il suo Tesoro non erano i soldi, ma piuttosto i rapporti che aveva avuto con vari uomini. E perciò, quando Gesù parla con lei, e offre la salvezza a lei, e lei dichiara che desidera quel dono, Gesù subito mette davanti a lei il suo peccato, che era un modo per mostrare a lei la necessità di ravvedersi per poter avere la salvezza.
Leggo Giovanni 4:6-26. Notate che appena la donna dichiara che desidera quest'acqua, Gesù la mette davanti il suo peccato, quello che fino a quel punto era stato il suo tesoro.
“6 Or qui c’era il pozzo di Giacobbe. E Gesù, affaticato dal cammino, sedeva così presso il pozzo; era circa l’ora sesta. 7 Una donna di Samaria venne per attingere l’acqua. E Gesù le disse: "Dammi da bere," 8 perché i suoi discepoli erano andati in città a comperare del cibo. 9 Ma la donna samaritana gli disse: "Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?" (Infatti i Giudei non hanno rapporti con i Samaritani). 10 Gesù rispose e le disse: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell’acqua viva" 11 La donna gli disse: "Signore, tu non hai neppure un secchio per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? 12 Sei tu forse più grande di Giacobbe nostro Padre, che ci diede questo pozzo e ne bevve egli stesso, i suoi figli e il suo bestiame?". 13 Gesù rispose e le disse: "Chiunque beve di quest’acqua, avrà ancora sete, 14 ma chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete in eterno; ma l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che zampilla in vita eterna". 15 La donna gli disse: "Signore, dammi quest’acqua, affinché io non abbia più sete e non venga più qui ad attingere". 16 Gesù le disse: "Va’ a chiamare tuo marito e torna qui". 17 La donna rispose e gli disse: "Io non ho marito". Gesù le disse: "Hai detto bene: "Non ho marito," 18 perché tu hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto la verità". 19 La donna gli disse: "Signore, vedo che tu sei un profeta. 20 I nostri padri hanno adorato su questo monte, e voi dite che è a Gerusalemme il luogo dove si deve adorare". 21 Gesù le disse: "Donna, credimi: l’ora viene che né su questo monte, né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22 Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo; perché la salvezza viene dai Giudei. 23 Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché tali sono gli adoratori che il Padre richiede. 24 Dio è Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità". 25 La donna gli disse: "lo so che il Messia, che è chiamato Cristo, deve venire quando sarà venuto lui ci annunzierà ogni cosa". 26 Gesù le disse: "Io sono, colui che ti parla".” (Giovanni 4:6-26 LND)
Vediamo la stessa cosa quando Nicodemo viene da Gesù, e vuole sapere come avere la vita eterna. In quel caso, si parla di un uomo molto importante, e Gesù mette davanti al lui la necessità di umiliarsi e diventare come un neonato. Quello che vediamo in tutti questi esempi, e anche altri, è che quando la salvezza viene offerta, la persona deve desiderare la salvezza più di qualsiasi altra cosa.
Per esempio, in Matteo 13, Gesù ci racconta la parabola dell'uomo che trova un tesoro, che rappresenta la salvezza. Notate che per quell'uomo, valeva così tanto che era disposto a vendere tutto per averla. Troviamo la stessa cosa con l'uomo che trova una perla di grande valore. Leggo Matteo 13:44-46.
“44 "Di nuovo, il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo, che un uomo, avendolo trovato. nasconde; e, per la gioia che ne ha, va, vende tutto ciò che ha e compera quel campo. 45 Ancora, il regno dei cieli è simile ad un mercante che va in cerca di belle perle. 46 E, trovata una perla di grande valore, va, vende tutto ciò che ha, e la compera.” (Matteo 13:44-46 LND)
La cosa da notare in questi due esempi è che questi uomini consideravano la salvezza di tale valore che valeva più di tutto il resto di quello che avevano. La vedevano come più importante di qualsiasi altra cosa nella vita.
Quando Gesù iniziò a predicare il regno di Dio, subito parlava del ravvedimento. Non è un messaggio attraente. Non è un messaggio bello, piuttosto, è un messaggio difficile da accettare. Però, questo era il messaggio di Gesù. Leggo Matteo 4:17, e poi Marco 1:14,15.
“Da quel tempo Gesù cominciò a predicare e a dire: "Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino!".” (Matteo 4:17 LND)
“14 Ora, dopo che Giovanni fu messo in prigione, Gesù venne in Galilea predicando l’evangelo del regno di Dio 15 e dicendo: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. Ravvedetevi e credete all’evangelo".” (Marco 1:14-15 LND)
Come mai Gesù predicava un messaggio così duro, così difficile da accettare?
Troviamo questo ripetutamente. Per esempio, in Marco 8, iniziando con il versetto 34, Gesù chiama le persone a seguirlo, ovvero a diventare i suoi discepoli, ricevere la salvezza. Ma voglio notare quanto la presente in modo duro, che avrebbe spaventato chiunque non era assolutamente affamato ad avere la giustizia che esiste solo in Cristo Gesù. Leggiamo Marco 8:34-38.
“34 Poi chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: "Chiunque vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua 35 perché chiunque vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e dell’evangelo, la salverà. 36 Che gioverà infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde l’anima sua? 37 O che cosa potrebbe dare l’uomo in cambio dell’anima sua? 38 Perché chi si vergognerà di me e delle mie parole, in mezzo a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo, con i santi angeli".” (Marco 8:34-38 LND)
Che salvezza è quella che Dio offre in Gesù, che è così meraviglioso che uno deve essere disposto a perdere la vita per averla? Deve essere qualcosa di così meraviglioso che vale più della vita stessa. Infatti, la salvezza è così.
Abbiamo letto da poco in Atti 14, quando l'apostolo Paolo aveva girato per fondare nuove chiese, che dopo ripassava le stesse chiese per fortificarle. E voglio notare quello che diceva a questi giovani credenti. Leggo Atti 14:21,22.
“21 E, dopo aver evangelizzato quella città e fatto molti discepoli, se ne ritornarono a Listra, a Iconio e ad Antiochia, 22 confermando gli animi dei discepoli e esortandoli a perseverare nella fede, e dicendo che attraverso molte afflizioni dobbiamo entrare nel regno di Dio.” (Atti 14:21-22 LND)
Ai Filippesi, Paolo parlava della grazia di poter soffrire per Cristo. Cioè, è un immenso privilegio poter soffrire per Cristo. Leggo le sue parole a loro in Filippesi 1:29.
“29 Poiché a voi è stata data la grazia per amore di Cristo, non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui, 30 avendo lo stesso combattimento che avete visto in me, e ora udite essere in me.” (Filippesi 1:29-30 LND)
Dovremmo a questo punto essere abbastanza meravigliati. Cioè, che cos'è questa salvezza? Come può essere così grande, così immensa, che la salvezza vale più di qualsiasi cosa nella vita, più della vita stessa, più di tutto quello che ci è stato un tesoro finora?
Che in tutti questi esempi che abbiamo visto, comprendiamo che la salvezza è così meravigliosa, così immensa, così preziosa, che vale più di tutto quello che è preziosa della vita. Questa è la chiara dichiarazione l'apostolo Paolo nel brano ben conosciuto in Filippesi 3:7-14.
“7 Ma le cose che mi erano guadagno, le ho ritenute una perdita per Cristo. 8 Anzi, ritengo anche tutte queste cose essere una perdita di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù mio Signore, per il quale ho perso tutte queste cose e le ritengo come tanta spazzatura per guadagnare Cristo, 9 e per essere trovato in lui, avendo non già la mia giustizia che deriva dalla legge, ma quella che deriva dalla fede di Cristo: giustizia che proviene da Dio mediante la fede, 10 per conoscere lui, Cristo la potenza della sua risurrezione e la comunione delle sue sofferenze, essendo reso conforme alla sua morte, 11 se in qualche modo possa giungere alla risurrezione dai morti. 12 Non che io abbia già ottenuto il premio, o sia già arrivato al compimento, ma proseguo per poter afferrare il premio, poiché anch’io sono stato afferrato da Gesù Cristo. 13 Fratelli, non ritengo di avere già ottenuto il premio, ma faccio una cosa: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso le cose che stanno davanti, 14 proseguo il corso verso la méta verso il premio della suprema vocazione di Dio in Cristo Gesù.” (Filippesi 3:7-14 LND)
La salvezza è una cosa così meravigliosa, che in confronto con essa tutto quello che sembrava un tesoro prima ora dovrebbe sembrarci spazzatura. L'apostolo Paolo aveva sofferto moltissimo per l'evangelo. Eppure, anziché rinunciare, anziché tornare indietro, lui era contento a soffrire per il privilegio di appartenere a Gesù Cristo.
Tornando a quello che diceva Gesù Cristo, in Matteo 10 Gesù insegna che la salvezza è così preziosa che uno deve amare Cristo e quindi la salvezza più di quanto ama qualsiasi cosa, o qualsiasi persona, perfino la propria vita. Leggiamo come Gesù proclama la salvezza in Matteo 10:32-39.
“32 Chiunque perciò mi riconoscerà, davanti agli uomini, io pure lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli. 33 Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, io pure lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli". 34 "Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a mettervi la pace, ma la spada. 35 Perché io sono venuto a mettere disaccordo tra figlio e Padre tra figlia e madre, tra nuora e suocera, 36 e i nemici dell’uomo saranno quelli di casa sua. 37 Chi ama Padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. 38 E chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me. 39 Chi avrà trovato la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la ritroverà.” (Matteo 10:32-39 LND)
Seguire Gesù Cristo è prendere la propria croce, che è un simbolo di sofferenza e morte. Questo è il costo della salvezza, ed è un piccolo prezzo, in confronto con quello che è il valore della salvezza. Infatti, abbiamo visto ripetutamente in questi brani che coloro che ricevevano la salvezza avevano grande gioia. Non hanno accettato la salvezza come peso, avendo perso, ma come la gioia più grande della vita.
Quando Non Abbiamo la Gioia
Finora, abbiamo visto vari brani che ci aiutano a capire che la salvezza vale più di qualsiasi altra cosa della vita. Infatti, è di così grande valore, che uno dovrebbe essere gioioso nell'abbandonare tutto per avere la salvezza. Una volta che uno ha la salvezza, dovrebbe avere immensa gioia nel averla, ogni giorno!
Invece, la realtà è che a volte, non abbiamo la gioia. A volte, se siamo onesti, il costo della salvezza, le sofferenze della salvezza, i sacrifici della salvezza, il fatto di dover portare la nostra croce, e il fatto di dover rinnegare a noi stessi, in realtà a volte tutto questo sembra un peso molto grande, al punto che la salvezza non sembra molto attraente. A volte, ci sentiamo schiacciati sotto il peso di tutti questi sacrifici.
Quando questo succede, e succede per ogni credente, cosa dobbiamo fare? Come possiamo riacquistare la gioia che di solito si ha all'inizio della salvezza! Come si può mantenere gioia in mezzo alle grande difficoltà e prove, alle afflizioni, alle ingiustizie, e a altri pesi?
Certamente, è evidente che le prove e le difficoltà sono proprio davanti gli occhi, mentre molti dei benefici della salvezza sono invisibili, e si vedono solamente per fede. Tanti altri benefici non sono nemmeno per questa vita, ma per dopo, e anche se dureranno per l'eternità, non cambia le sofferenze che ci sono durante questi anni sulla terra.
Allora, come possiamo avere gioia nella nostra salvezza, giorno per giorno in questo pellegrinaggio?
La Soluzione
La soluzione sta nel riconoscere il motivo per cui non abbiamo la gioia. Cioè, se noi abbiamo Gesù Cristo, abbiamo tutto quello che serve per avere immensa gioia. Ma il fatto è che spesso non abbiamo questa gioia. Quindi, perché non abbiamo la gioia? Perché è così difficile avere gioia quando siamo stancati?
Perché così spesso, ci sentiamo aggravati, e anche abbattuti? Perché ci sentiamo così stanchi spiritualmente! Effettivamente, la domanda è perché così spesso manchiamo la gioia?
Onestamente, la risposta è molto semplice. Noi manchiamo la gioia quando noi non guardiamo a Gesù Cristo. Noi manchiamo la gioia quando non consideriamo l'immensità della nostra salvezza. Noi manchiamo la gioia quando non riconosciamo quanto è grande il perdono che abbiamo per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo. Noi manchiamo la gioia quando non riconosciamo l'immensità di quel sacrificio. Noi manchiamo la gioia quando non teniamo in mente le meravigliose e preziose promesse di Dio. Potrei andare avanti, ma credo che abbiate già cominciato a capire la nostra situazione.
Fratelli e sorelle, quanto io ho mancato di avere gioia, inutilmente, e posso immaginare che sia lo stesso per ciascuno di voi. Visto che siamo molto più simili di quanto immaginiamo, posso dire che immagino che sia così per tutti voi. Quanto noi abbiamo mancato la gioia, quando avremmo potuto abbondare di gioia, perché non guardavamo all'immensità delle benedizioni che abbiamo in Gesù Cristo.
Serve Anche Essere Mansueti
Dobbiamo guardare alle benedizione che abbiamo in Cristo per avere la gioia. Ma non basta solo guardare alle benedizione. Dobbiamo anche essere mansueti, che vuol dire accettare la croce. Gesù dice che chi vuole seguire Lui devi portare la propria croce. Non possiamo seguire Gesù se non siamo pronti a portare la nostra croce. Gesù dichiara che non tutti coloro che dicono Signore Signore entreranno nel regno del cielo. Invece, solamente coloro che fanno la volontà del Padre. Se noi rifiutiamo la croce, non siamo veramente seguaci di Gesù Cristo. È non spetta a noi scegliere quale croce portare. È Dio che stabilisce qual è la croce nostra.
Quindi, spesso pensiamo al fatto di quanto è importante guardare alle benedizione della salvezza. Ed è estremamente importante. Ma è altrettanto importante umilmente accettare la croce che Dio ci dà da portare. Dio è Dio, noi siamo i suoi sudditi. La salvezza è una salvezza per fede, dobbiamo credere in Dio, e crede in quello che Dio ha stabilito per la nostra vita sulla terra. Dio ci indica come abbiamo già visto che la vita cristiana è una vita in cui dobbiamo portare la propria croce, e anche rinunciare a noi stessi.
E quindi, se tu ti dichiari credente, se tu dichiari che Gesù Cristo è il tuo Signore e Salvatore, e che quindi tu ti dichiari di essere salvato, ti chiedo: tu sei veramente pronto giorno per giorno ad accettare la croce che Dio ti ha dato?
Fratelli e sorelle, quello che noi dobbiamo fare è giorno per giorno, e spesso ora per ora è presentarci a Dio per accettare quello che la sua provenienza ci sta dando in quel momento. Cioè, questo non è qualcosa che possiamo fare una volta per sempre. Non basta avere la posizione di accettare la volontà di Dio per tutta la vita. Quando Gesù iniziò il suo ministero, subito dopo il suo battesimo e il tempo nel deserto essendo tentato, non è che una volta per sempre presentò a Dio se stesso dicendo che sarebbe sempre pronto a fare la volontà di Dio. Invece, Lo vediamo alla fine del suo ministero, la notte che fu arrestato, la nel giardino, pregando a rendendo la sua volontà a quello del Padre. Se Gesù Cristo doveva umiliarsi davanti al Padre per accettare la volontà del Padre, quanto di più noi abbiamo bisogno di fare questo.
E quindi, il fatto di coscientemente e specificamente accettare la volontà di Dio giorno per giorno e prova per prova deve essere una parte centrale della nostra vita spirituale in Gesù Cristo. Dobbiamo riconoscere in modo cosciente ogni situazione che ci arriva. Dobbiamo fermarci per riconoscere che quella situazione che stiamo affrontando in quel momento è da Dio. E dobbiamo fermarci per veramente e specificamente accettare quello che Dio ci ha mandato.
Per me, è un immenso conforto, in conforto infinito, sapere che Dio è veramente in controllo di ogni dettaglio della mia vita. Sto leggendo in Genesi al momento, ed è incredibile vedere che Dio gestiva tutto. Dio si serviva anche degli uomini pieni di peccato per portare avanti il suo piano. Certamente gestisce perfettamente in ogni dettaglio la natura, ma Dio è pienamente in controllo anche degli uomini. E quindi, riconoscere questo nella Bibbia mi dà immensa pace sapere che Dio rimane pienamente in controllo di tutto, e perciò è in controllo di quello che succede nella mia vita.
Quindi, ci servono due cose. Da un lato, dobbiamo riconoscere che Dio è in controllo delle nostre circostanze. Poi, dobbiamo meditare sull'immensità della salvezza.
Esempi pratici
Come esempio pratico di questo, consideriamo alcuni situazioni della vita.
Genitori: questo vuol dire che Dio vi ha dato i vostri figli come strumenti nelle sue mani per conformarvi sempre più dall'immagine di Gesù Cristo. Tutte le difficoltà, tutto quello che crea frustrazione, è tutto sotto il controllo di Dio, e serve per la vostra crescita.
Per ognuno di voi che è sposato, il vostro matrimonio comprende sia motivi di gioia che certi pesi. E tutto questo è gestito da Dio per la vostra crescita.
E per voi che non siete sposati, ma magari nel cuore vorresti essere sposati, anche la vostra situazione è sotto il controllo di Dio e serve per conformarvi sempre più all'immagine di Cristo.
E potremo andare avanti e parlare di ogni altra situazione della vita. Potremmo parlare della situazione al tuo lavoro, potremmo parlare della tua situazione economica, e problemi che potresti avere, potremmo parlare della tua salute, potevo parlare dei tuoi rapporti con altri parenti e persone nella tua vita. Cioè, potremmo parlare di tante cose. E infatti, in ognuno di questi campi, e ogni altro campo della vita, è importante ed è necessario per noi di prendere una chiara posizione, coscientemente, di accettare quello che la provvidenza di Dio ci sta dando. Questo è necessario. Solo così avremmo la gioia della salvezza.
E poi, dobbiamo guardare alla grandezza della salvezza, e alle benedizioni. Se tuoi vuoi la vera gioia, diventa un'esperta a vedere le benedizioni della salvezza. Impari a memoria le promesse di Dio.
Siamo benedetti. Guardiamo alle benedizione, e poi, umiliamoci sotto la potente mando di Dio, presentando ogni situazione a Lui, accettandola con mansuetudine, perché teniamo in mente chi è Dio.
Preghiamo.