Introduzione
Qual è il cuore, il centro della vita cristiana? Gesù Cristo stesso. Per crescere in santità, per avere sempre più fede, per essere riempiti dello Spirito Santo in modo da essere zelanti nelle opere buone, per avere il frutto dello Spirito, per piacere a Dio, dobbiamo avere Gesù Cristo al centro dei nostri pensieri e del nostro cuore.
Nello studio dell'altra settimana, abbiamo considerato insieme il brano in Matteo 15 in cui Gesù guarisce la figlia della donna cananea. Oggi, vorrei continuare in Matteo 15, per conoscere un po' di più il nostro Signore e Salvatore, Gesù Cristo. Trovate con me Matteo 15:29. All'inizio di questo brano, Gesù si trovava ancora nel territorio di Sidone e Tiro.
“29 Poi partito di là, Gesù venne presso il mare di Galilea e, salito sul monte, là egli si pose a sedere. 30 E grandi folle si accostarono a lui, recando con sé zoppi, ciechi, muti, storpi e molti altri; li deposero ai piedi di Gesù ed egli li guarì. 31 Tanto che le folle si meravigliavano, nel vedere che i muti parlavano, gli storpi erano guariti, gli zoppi camminavano e i ciechi vedevano; e glorificavano il Dio d’Israele. 32 E Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse: "Io ho pietà della folla, perché sono già tre giorni che sta con me e non ha niente da mangiare; eppure non voglio licenziarli digiuni, affinché non vengano meno lungo la strada". 33 E i suoi discepoli gli dissero: "Dove potremmo procurarci, in un luogo deserto, abbastanza pane per sfamare una folla così grande?". 34 E Gesù disse loro: "Quanti pani avete?". Essi dissero: "Sette e pochi pesciolini". 35 Egli comandò allora alle folle che si mettessero a sedere per terra. 36 Poi prese i sette pani e i pesci e, dopo aver reso grazie, li spezzò e li diede ai suoi discepoli, e i discepoli alla folla. 37 E tutti mangiarono e furono saziati e dei pezzi avanzati ne raccolsero sette panieri pieni. 38 Ora coloro che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini. 39 Poi, licenziate le folle, egli salì in barca e si diresse nella regione di Magdala.” (Mt 15:29-39 LND)
29-31 il contesto
Ricordiamo il contesto di questo brano. Gesù e i suoi discepoli erano appena tornati dal territorio di Sidone e Tiro, dove aveva guarito la figlia della donna cananea. In quell'occasione, Gesù aveva detto alla donna che Lui era stato mandato ai Giudei, non ai cagnolini. Lei aveva chiesto solamente una briciola che cadeva dal tavolo.
A motivo della fede della donna, Gesù le diede quello che aveva chiesto. Però, quello fu l'unico miracolo che Gesù fece in quella zona. Era una briciola.
Ora, tornato nella zona del mare di Galilei, Gesù stava per offrire non briciole, ma un banchetto.
Notiamo le parole: “partito di là”. Gesù era sempre in movimento, passando da una missione ad un'altra. Appena finiva un'opera, si metteva in viaggio per compiere la prossima. Egli è sempre all'opera nella nostra vita, per portare avanti la sua opera di santificazione in noi.
Il brano dice che, salito sulla monte, Gesù si sedette. Gesù si mise in posizione per essere pronto ad insegnare e ad accogliere la gente. Gesù è sempre pronto ad insegnare a noi, se però noi siamo pronti ad ascoltarLo di cuore!
v. 30 Le persone si impegnano per benedizioni terrene
Tante persone vennero a Gesù. Leggo ancora il v.30, e notiamo il motivo che tanti di loro vennero da Lui.
“E grandi folle si accostarono a lui, recando con sé zoppi, ciechi, muti, storpi e molti altri; li deposero ai piedi di Gesù ed egli li guarì.” (Mat 15:30 LND)
Nonostante che Gesù si trovasse lontano da paesi e città, si radunò una grande folla intorno a Lui. Che cosa volevano tutte quelle persone? Perché ebbero questo grande impegno di raggiungere Gesù, anche a costo di camminare per lunghe distanze?
Sicuramente tante di queste persone volevano la guarigione fisica. A quell'epoca, era usuale spostarsi da un posto ad un altro a piedi, quindi, portare i propri malati per grandi distanze era estremamente difficile e faticoso. Però, quegli uomini erano disposti ad affaticarsi e ad impegnarsi pur di ottenere una guarigione fisica.
Probabilmente, queste persone erano convinte che la salute fisica fosse la benedizione più grande. Per loro, dolore e sofferenza era la prova più dura. Perciò, avendo sentito di questo Gesù che poteva guarire, erano pronti a superare qualsiasi difficoltà pur di raggiungerLo, nella speranza di una guarigione fisica.
Carissimi, quanto è importante capire che la malattia più grave di tutto non è la malattia del corpo, ma la malattia dell'anima. Le nostre anime sono infettate dal peccato, ed è un una malattia infinitamente peggiore di qualsiasi malattia del corpo. Senza la cura spirituale, soffriremmo la morte eterna.
Queste persone erano pronte a camminare per lunghe distanze pur di ottenere una guarigione fisica. E noi siamo pronti a qualsiasi sacrificio ed impegno per raggiungere Gesù, il grande Medico dell'anima nostra, pur di ottenere una guarigione spirituale?
Tristemente, tante persone non si preoccupano della condizione delle loro anime. Mentre farebbero qualsiasi cosa possibile per trovare la cura per le loro malattie fisiche, non si sentono di impegnarsi per la cura spirituale dell'anima.
Beato quell'uomo che riconosce la sua malattia spirituale e cerca la cura in Gesù! Egli riceverà la guarigione completa in Cristo!
v.30: la grandezza delle guarigioni
Il brano dichiara che Gesù guarì tutti coloro che furono portati da Lui. Fermiamoci a considerare quanto immensa fu quest'opera miracolosa di curare quelle persone. Spesso, leggiamo di miracoli che dovrebbero stupirci ma, non fermandoci a considerare a fondo quello che stiamo leggendo, ci sembrano dei semplici racconti.
Fratelli, non facciamo così! Per avere più fede in Gesù Cristo, dobbiamo conoscerLo sempre di più! Quindi, consideriamo la grandezza dei miracoli che Egli compì in quell'occasione.
Leggo ancora il v.30 “E grandi folle si accostarono a lui, recando con sé zoppi, ciechi, muti, storpi e molti altri; li deposero ai piedi di Gesù ed egli li guarì.”
C'erano tante, tante persone, perché il testo dice: “grandi folle”. Considerando quante persone erano rimaste ancora lì dopo tre giorni, possiamo presumere che c'erano migliaia e migliaia di persone.
La parola Greca che viene tradotta con “deposero” è una parola che significa “mettere giù in fretta”. Questa è una forma della stessa parola che troviamo in 1Pietro 5:7, dove viene tradotta con “gettando”.
“gettando su di lui ogni vostra sollecitudine, perché egli ha cura di voi.” (1Pi 5:7 LND)
Evidentemente, c'erano così tante persone da guarire che furono portate di fretta.
Il fatto che Gesù guarì così tante persone è incredibile. Una sola guarigione sarebbe già un grande miracolo. Ma in questo brano, leggiamo di tantissime guarigioni. Oh che possiamo meditare di più sulla potenza di Cristo! Non esistono situazioni o problemi troppo grandi per Lui! Nonostante quanti bisogni ci possano essere, Egli è capace a pensare a ciascuno di essi.
Però, oltre al grande numero di persone, consideriamo anche la gravità dei problemi che Gesù guarì. Il brano dice che la folla portò zoppi, ciechi, muti, storpi, e molti altri. C'erano troppo tipi di malattie e problemi da elencare.
Consideriamo le parole “zoppi” e “storpi”. La parola Greca tradotta con “zoppi” indicava uno che mancava di un piede. La parola tradotta con “storpi” indicava uno che mancava di una mano. Troviamo queste stesse parole usate in questo modo in Matteo 18.8, in cui Gesù parla dell'importanza di fare qualsiasi cosa pur di evitare di peccare. Monco è sinonimo di storpio.
“Ora, se la tua mano, o il tuo piede, ti è occasione di peccato, mozzalo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, che avere due mani e due piedi ed essere gettato nel fuoco eterno.” (Mat 18:8 LND)
Anche in questo brano, monco e zoppo indica uno che è senza un piede o senza una mano. Quindi, fra i miracoli che Gesù compì quel giorno, non solo sanò un piede o una mano, ma creò dal nulla una mano o un piede che mancava!
Questo era un miracolo di creazione! Qui, vediamo la divinità di Gesù. Gesù non ha alcun limite nel suo potere. Può fare qualsiasi cosa. Meditiamo su questo, in modo da aumentare la nostra fede in Lui.
La guarigione oggi
Gesù guarì tutte le persone che Gli furono portate. Spesso, le persone vorrebbero che anche oggi ci fossero delle guarigioni. Però, in realtà, quelle guarigioni non sono grandi quanto le guarigioni che succedono tuttora!
La guarigione più grande non è quella fisica, ma quella spirituale. Le persone di allora che furono guarite, comunque persero la salute quando morirono fisicamente. Quindi, la loro guarigione fu una guarigione limitata e temporanea.
Invece, la guarigione più grande, che Gesù compie tuttora, è la guarigione spirituale. Questa guarigione inizia con la rigenerazione. Per mezzo di Cristo, Dio vivifica una persona morta nei suoi peccati. Non solo, ma Gesù compie la guarigione spirituale della santificazione, trasformando quella persona nell'immagine di Cristo. I risultati di questa guarigione durano per tutta l'eternità.
Quindi, quando consideriamo i miracoli di Gesù, non dimentichiamo che Egli fa miracoli ancora oggi, e sono più grandi di quelli che fece quando era sulla terra.
v.31 Le folle si meravigliarono
Notiamo il risultato dei miracoli di Gesù nel v.31. Inizio con il v.30
“30 E grandi folle si accostarono a lui, recando con sé zoppi, ciechi, muti, storpi e molti altri; li deposero ai piedi di Gesù ed egli li guarì. 31 Tanto che le folle si meravigliavano, nel vedere che i muti parlavano, gli storpi erano guariti, gli zoppi camminavano e i ciechi vedevano; e glorificavano il Dio d’Israele.” (Mt 15:30-31 LND)
Le persone si meravigliarono, e glorificarono il Dio d'Israele. Ricordiamoci che avevano già sentito che Gesù poteva guarire miracolosamente. Avevano portato i loro malati, zoppi e ciechi, a Lui proprio per quello! Però, nonostante che si aspettavano delle guarigioni miracolose, quei miracoli furono così immensi e maestosi che essi restarono meravigliati, e glorificarono Dio.
Gesù fece quei miracoli per mostrare la sua gloria. I suoi miracoli servivano per mostrare che Egli è Dio diventato uomo, il Cristo, il Signore e Salvatore.
L'unico modo possibile di avere la vera fede in Gesù è di riconocerLo per chi è. Quindi, quello che Gesù fece, mentre era sulla terra, e che i Vangeli raccontano per noi, serve per farci rimanere meravigliati di Lui, in modo che possiamo glorificare Dio.
Dio vuole che restiamo meravigliati di Cristo. Per essere così, dobbiamo contemplare la sua persona e le sue opere. Questo è proprio quello che sto cercando di fare in questo sermone. Prego che possiamo tutti avere un cuore pronto a cercare di vedere di più Cristo ogni volta che leggiamo la Bibbia, e durante il giorno mentre meditiamo su quello che abbiamo letto.
v.32 il cuore di Gesù
Per avere sempre più fede in Cristo, dobbiamo conoscere di più il suo cuore. Più conosciamo il suo cuore, più fede possiamo avere in Lui, quella fede che ci serve per camminare vittoriosamente e con gioia nella guerra spirituale in cui ci troviamo. Andiamo avanti a considerare il brano, per capire di più il cuore di Cristo.
Tenendo in mente che Gesù aveva appena guarito ed insegnato molto su un monte vicino al lago di Galilea, leggiamo il v.32.
“E Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse: "Io ho pietà della folla, perché sono già tre giorni che sta con me e non ha niente da mangiare; eppure non voglio licenziarli digiuni, affinché non vengano meno lungo la strada".” (Mat 15:32 LND)
Possiamo notare varie cose in questo versetto. Prima di tutto, notiamo che Gesù era sempre impegnato ad insegnare ai suoi discepoli. In ogni occasione, Gesù li aiutava a conoscerLo di più. Egli aveva mostrato ai discepoli il suo potere assoluto di guarire, ed ora voleva fissare la loro attenzione sulla sua compassione per le persone, e anche sul suo potere di provvedere a qualsiasi bisogno.
Mentre leggo ancora le parole di Gesù nel v.32, notate il suo cuore.
“E Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse: "Io ho pietà della folla, perché sono già tre giorni che sta con me e non ha niente da mangiare; eppure non voglio licenziarli digiuni, affinché non vengano meno lungo la strada".” (Mt 15:32 LND)
“Io ho pietà della folla.” La parola Greca tradotta qua con “pietà” è una parola che deriva dalla parola Greca per “viscere o intestini”. Se ricordate, questa parola descrive una fortissima compassione, talmente forte che commuove le viscere della persona. Potremmo tradurla con “viscere commosse”. Vedendo il bisogno di queste persone, Gesù aveva una fortissima compassione di loro. Il loro bisogno era sul cuore di Gesù.
In questa occasione, Gesù aveva compassione per un loro bisogno fisico. Aveva già dimostrato compassione per i malati e zoppi e ciechi. Ora, dimostra compassione per il loro bisogno di cibo.
Se Cristo Gesù ha una compassione così grande per quanto riguarda un bisogno fisico, quanto di più ha una compassione per quanto riguarda i bisogni spirituali!
Notiamo in questo brano che è la compassione, la pietà di Gesù, che lo spinge ad agire in loro favore! Similmente, è la sua compassione oggi che Lo spinge ad agire nei nostri riguardi! Quello che Gesù fa per noi, lo fa perché è pieno di compassione!
Applicazione:
Carissimi, quanto è importante che teniamo sempre in mente la grande compassione di Gesù Cristo! Solo così potremo pregare con la fede che serve! Solo se ci ricordiamo della compassione che Cristo ha per noi potremo avere la pace che Dio ci risponderà nel modo giusto al momento giusto! Inoltre, solamente se sappiamo che Dio ha un cuore di compassione verso di noi potremo fidarci che le sue risposte saranno le migliori!
v.33 la stoltezza dei discepoli
Tornando al brano, Gesù aveva appena detto ai discepoli che non voleva mandare la gente a casa senza cibo. I discepoli Gli risposero con grande stoltezza, quella stoltezza che è peccato, perché è mancanza di fiducia di Dio.
Poco tempo prima, in una situazione simile a questa, i discepoli avevano visto Gesù provvedere il cibo per 5000 uomini, più donne e bambini. Quindi, avevano visto in prima persona il suo potere.
Nonostante questo, essi considerarono quella situazione e il bisogno di cibo come se dipendesse tutto da loro. Infatti, notiamo le loro parole:
“E i suoi discepoli gli dissero: "Dove potremmo procurarci, in un luogo deserto, abbastanza pane per sfamare una folla così grande?".” (Mat 15:33 LND)
Guardavano alle loro capacità e ai loro pochi mezzi, e riconoscevano che era impossibile soddisfare quel bisogno.
Notiamo, quindi, che stavano fissando i loro occhi sui grandi bisogni, anziché sul grandissimo Signore Gesù Cristo.
Troppo spesso, anche noi facciamo la stessa cosa. Anche noi fissiamo i nostri pensieri sui problemi, e non su Cristo, che può provvedere la risposta giusta in ogni situazione. Oh che possiamo imparare ad avere fede, ricordando le opere e la fedeltà di Dio nel passato! Oh che possiamo imparare a guardare a Cristo!
v.34 Gesù rende partecipi i discepoli
Nel v.34 troviamo un principio molto importante, che potremmo mancare, se non fossimo attenti. Quindi, leggiamo il v.34 con cura.
“E Gesù disse loro: "Quanti pani avete?". Essi dissero: "Sette e pochi pesciolini".” (Mat 15:34 LND)
Prima di tutto, qui, possiamo notare la pazienza di Gesù. Considerando la stoltezza dei discepoli, Gesù avrebbe avuto ogni ragione di riprenderli per la loro mancanza di fede e per aver dimenticato il miracolo di prima. Invece, continua la sua opera in loro. Quanto Dio è paziente con noi! Quanto spesso, anziché riprenderci e disciplinarci, Dio dimostra la sua grande pazienza! Questo è il nostro Signore, che vediamo in Cristo!
Ricordatevi che Gesù non aveva alcun bisogno dei discepoli. Avrebbe potuto fare questo miracolo senza di loro, e senza il loro cibo. Però, volta dopo volta, vediamo che Dio permette al suo popolo il privilegio di partecipare alle sue grandi opere.
La quantità di cibo che avevano era veramente poca. I pani erano piccoli pani piatti. La parola tradotta con “pesci” è un diminutivo, quindi, è giusto tradurla con “pesciolini”. Questa quantità di cibo non sarebbe minimamente bastata per i discepoli stessi, per non parlare di una folla! Eppure, Gesù permise loro di dare il loro poco a Lui, in modo che avessero il privilegio di partecipare a quello che Gesù stava per fare.
Cristo opera oggi nello stesso modo con noi! Egli potrebbe compiere tutta la sua opera senza di noi. Non ha alcun bisogno di noi. Però, nel suo grande amore, ci dà il privilegio di partecipare alla sua opera nel mondo.
Non abbiamo nulla che non abbiamo ricevuto da Dio, eppure, Dio ci permette di usare quello che abbiamo per la sua gloria! Che immenso privilegio! In questo, vediamo un altro aspetto del grande cuore di Gesù per noi. Anche noi abbiamo il privilegio di partecipare alla grande opera di Cristo oggi.
vv.35-37 il miracolo del cibo
A questo punto, abbiamo visto il cuore di Gesù che era pronto a guarire le tantissime persone che erano state portate a Lui. Abbiamo visto che Egli operava in modo da suscitare adorazione dalle persone, perché solamente adorando Dio il nostro cuore sarà soddisfatto. Abbiamo visto la sua grande compassione, che Lo spingeva ad agire. Abbiamo poi visto il suo cuore verso i discepoli, e la grande pazienza che aveva con loro, e inoltre, il suo desiderio di renderli partecipi alla sua opera.
Ora, iniziamo a considerare il miracolo della moltiplicazione dei cibi. Leggo dal v.34.
“34 E Gesù disse loro: "Quanti pani avete?". Essi dissero: "Sette e pochi pesciolini". 35 Egli comandò allora alle folle che si mettessero a sedere per terra. 36 Poi prese i sette pani e i pesci e, dopo aver reso grazie, li spezzò e li diede ai suoi discepoli, e i discepoli alla folla. 37 E tutti mangiarono e furono saziati e dei pezzi avanzati ne raccolsero sette panieri pieni. 38 Ora coloro che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini.” (Mat 15:34-38 LND)
Seguiamo i vari aspetti di questo miracolo. Prima di tutto, Gesù comandò alla folla di mettersi a sedere.
Per ricevere le benedizioni da Dio, dobbiamo ubbidire ai suoi comandamenti. Infatti, solamente quando abbiamo cuori umili possiamo godere le benedizioni di Dio.
Leggo il v.36 per notare alcuni altri aspetti di questo miracolo. “Poi prese i sette pani e i pesci e, dopo aver reso grazie, li spezzò e li diede ai suoi discepoli, e i discepoli alla folla.” (Mat 15:36 LND)
Notiamo che Gesù prese tutto il cibo che i discepoli avevano a disposizione. Essi dovevano dare dare tutto a Gesù. Non potevano tenere qualcosa per sè. Tante volte, questo principio vale anche per noi. Per poter dare a Cristo ed avere il privilegio di partecipare alle sue opere grandi, dobbiamo darGli tutto quello che abbiamo, e fidarci di Lui che sarà in grado di provvedere quello che ci serve.
A quel punto, Gesù rese grazie per il cibo. La Bibbia ci comanda di abbondare nel ringraziamento perchè ci ricorda che tutto arriva da Dio. Visto che il cibo è un bisogno quotidiano, è importante ringraziare Dio ogni volta che mangiamo, perché ci aiuta a ricordare che tutto quello che abbiamo è un dono di Dio.
Notiamo poi che Gesù spezzò il cibo. Spesso, Egli deve spezzare quello che Gli diamo affinchè possa essere utile come desidera Lui.
Notiamo anche che Gesù diede il cibo ormai moltiplicato ai discepoli, e furono i discepoli a distribuirlo alle persone. In questo modo, Gesù permise loro di partecipare ancora di più a questo miracolo. Fu Gesù a compiere il miracolo, eppure, Egli permise ai discepoli di partecipare a questa grande opera.
Non era necessario che Gesù facesse così, ma volta dopo volta, vediamo che Egli sceglieva di fare così, in modo che i suoi discepoli potessero avere la gioia di fare parte della sua opera.
Non c'è privilegio nel mondo più grande di quello di partecipare alle opere di Dio nella vita delle persone. E Cristo dà questo privilegio anche a noi, se siamo pronti a vivere per fede, a ubbidire, e a dare a Lui tutta la gloria!
Tutti erano saziati
Quando Cristo opera, compie tutto quello che intende fare. In questo caso, voleva provvedere il cibo per tutte queste persone, in modo che non dovessero tornare a casa con la fame. Facendo così, voleva mostrare la sua divinità e la sua gloria.
E così ha fatto. Leggo i vv.37,38.
“37 E tutti mangiarono e furono saziati e dei pezzi avanzati ne raccolsero sette panieri pieni. 38 Ora coloro che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini.” (Mat 15:37-38 LND)
Tutti quanti mangiarono e furono saziati. Tutti! Visto che c'erano quattromila uomini, più donne e bambini, probabilmente c'erano almeno diecimila persone. Da una piccolissima quantità di cibo, Gesù creò una quantità di cibo tale da saziare migliaia di persone che non avevano mangiato per tre giorni!
Dio può provvedere ad ogni bisogno, e provvede, in base però alla sua perfetta volontà e al suo potere infinito e non in base al poco che abbiamo da darGli. Ascoltate come l'Apostolo Paolo descrive Dio in Filippesi 4:19
“Ora il mio Dio supplirà ad ogni vostro bisogno secondo le sue ricchezze in gloria, in Cristo Gesù.” (Fil 4:19 LND)
Dio provvede ai nostri bisogni secondo la sua ricchezza. Non è difficile per Dio riuscire a provvedere ad ogni nostro bisogno. Non solo, ma quando Dio ha provveduto a tutto quello che ci serve, ha ancora quanto aveva prima di averci dato dalle sue ricchezze.
Così Gesù, che è Dio in carne, provvide per tutte queste persone, e tutte furono saziate!
Che miracolo incredibile! Conosciamo questo miracolo da quando siamo bambini, e perciò spesso non ci colpisce come dovrebbe. Migliaia di persone ebbero da mangiare da una manciata di cibo. Se presumiamo diecimila persone, e 200 grammi di pane a testa, e 100 grammi di pesciolini, ciò significherebbe 2.000 chilogrammi di pane e 1.000 chilogrammi di pesciolini. È una quantità immensa. Eppure, questo fu il miracolo compiuto quel giorno da Gesù!
Voglio notare un ultimo dettaglio di questo miracolo. Nonostante che Cristo ha un potere infinito, insegnò ai suoi discepoli di non sprecare. Quindi, come aveva già fatto dopo aver moltiplicato il cibo per 5.000 uomini, anche questa volta fece sì che i suoi discepoli raccolsero tutto il cibo avanzato. Avevano iniziato con sette pani, ora raccolgono sette panieri pieni!
Quanto è importante che anche noi non sprechiamo quello che Dio ci dà! Egli è capace a produrre dal nulla. Però, Egli ci insegna ad usare bene quello che ci provvede.
Avete visto che i discepoli ebbero molto di più dopo aver dato tutto a Cristo di quanto avevano avuto prima.
Quello che avevano in più era proporzionale a quello che avevano dato, solo che si era moltiplicato. Spesso, quando abbiamo un cuore pronto a dare, Dio ci dà di più, in modo che possiamo dare ancora di più. Notiamo in questo caso che il motivo per cui uno dà NON è per poter ricevere, ma per poter glorificare Dio!
Invece, quando non usiamo quello che abbiamo per il Signore, spesso, il Signore non ci dà altro, o perfino, ci toglie quello che abbiamo.
Gesù spiega questo principio in Matteo 25:29, alla fine della parabola dei talenti.
“Poiché a chiunque ha, sarà dato e sovrabbonderà, ma a chi non ha gli sarà tolto anche quello che ha.” (Mat 25:29 LND)
Quando usiamo quello che abbiamo per il Signore, spesso, Egli ci dà ancora di più, in modo che possiamo fare ancora di più per Lui. Non sempre ci darà come pensiamo noi, non sempre ci darà quello che abbiamo dato noi, ma il Signore darà, in qualche modo, a chi usa quello che ha per la gloria di Dio.
v.39 Gesù continua la sua missione
Per concludere questo brano, leggo il v. 39
“Poi, licenziate le folle, egli salì in barca e si diresse nella regione di Magdala.” (Mat 15:39 LND)
Appena finito la sua missione con queste persone, Gesù partì per raggiungere il suo prossimo appuntamento divino.
Gesù era sempre in missione. Ogni giorno, aveva i suoi appuntamenti divini, che doveva mantenere. Quindi, avendo compiuto quello che Dio Gli aveva dato da fare in quel luogo, partì subito per raggiungere il prossimo in cui aveva un appuntamento.
Gesù era sempre nel punto giusto al momento giusto. Egli pensava sempre al suo scopo di glorificare il Padre. Che esempio per noi! Nel mondo si cerca lo svago, si cerca di non dover pensare. Invece, con il suo esempio, Gesù ci insegna che cosa vuol dire essere sobri e vigilanti. Egli pensava sempre alle cose eterne. E così dobbiamo fare anche noi, se vogliamo vivere alla gloria di Dio.
Applicazioni
Oggi abbiamo considerato un semplice brano, ma se abbiamo cuori aperti, possiamo conoscere meglio il nostro Signore Gesù Cristo tramite lo studio di brani simili.
Ricordiamoci che Gesù è onnipotente. Egli può risolvere qualsiasi problema. Quindi, come queste persone si rivolsero a Gesù, anche noi dobbiamo rivolgerci a Lui. Andiamo da Lui, sapendo che Egli è onnipotente, e può fare qualsiasi cosa. Non esiste situazione o problema difficile per Lui! Andiamo a Lui con fede.
Mentre le persone nel brano cercavano la guarigione fisica, Gesù offre a noi qualcosa di molto più grande, la guarigione spirituale. Quindi, cerchiamo le benedizioni più grandi. Chiediamo a Cristo di santificarci!
Ricordate che Gesù Gesù è pieno di compassione. Egli non è un Dio lontano, che bisogna convincere. Egli ha viscere commosse nei nostri confronti. Quanto grande è il suo amore per noi!
Quello che Cristo fa, lo fa per ricevere gloria! Il suo scopo non è di darci una vita più facile e con meno problemi. Perciò, non sempre risponderà ai nostri bisogni nel modo che vorremmo. Però, risponderà nel modo migliore, con un grande cuore per noi.
Ricordatevi anche che quello che Gesù fa, lo fa per essere conosciuto meglio, e per portare gloria a Dio. Quindi, impariamo a glorificare Dio in tutto quello che facciamo!
Come i discepoli, a volte anche noi fissiamo lo sguardo sui grandi problemi e non sul grandissimo Signore.
Come loro anche noi a volte, nonostante che abbiamo già visto Dio provvedere in precedenza a casi simili alla situazione che stiamo affrontando al momento, ci dimentichiamo di quella provvisione e fissiamo i nostri occhi sui problemi e non su Dio.
Perciò, non possiamo criticare i discepoli, perché noi facciamo la stessa cosa. Invece, come loro, abbiamo bisogno di ricordare le opere passate di Cristo, per poter avere più fede per le prove attuali.
Per essere usati da Dio, dobbiamo essere pronti a dare tutto quello che abbiamo a Cristo. Sarà Egli a decidere come usare quello che Gli diamo.
Non dimenticate che Cristo è capace a tutto! Non è limitato da quelli che sembrano i nostri limiti umani.
Ricordiamoci poi il grande privilegio di essere partecipi con Cristo nella sua opera di oggi. Non meritiamo questo privilegio, Egli non ha bisogno di noi, eppure, Egli ci permette di essere usati così. Impegniamoci a vivere per la gloria di Dio, in tutto quello che facciamo!
Soprattutto, consideriamo Cristo, per avere sempre più fede in Lui. Chi spera in Cristo, non sarà deluso!