Riassunto della parte precedente
In questa vita piena di difficoltà, siamo bisognosi, e perciò, la preghiera è importante, importantissima, perché abbiamo bisogno di Dio ogni giorno, quando ce ne rendiamo conto, e quando non ce ne rendiamo conto. Quindi, sapere pregare è estremamente importante.
Per capire meglio come pregare, stiamo studiando la preghiera del Padre Nostro, in cui Gesù ci aiuta a conoscere il modo per poter pregare meglio.
Nel primo sermone di questa serie, abbiamo visto che non è una preghiera da recitare meccanicamente, ma piuttosto è un modello per guidare le nostre preghiere. In quel primo sermone, abbiamo considerato le parole “Padre Nostro”, e abbiamo riconosciuto il fatto che Dio non è il Padre di tutti, ma solamente di coloro che hanno ricevuto la salvezza per mezzo del ravvedimento e della fede in Gesù Cristo.
Chiamare Dio “Padre” può ricordarci varie verità, come:
1) abbiamo una somiglianza con Dio, perciò, possiamo avvicinarci a Lui.
2) Egli ha una bontà paterna verso di noi.
3) Egli merita la nostra fede, essendo nostro Padre.
4) come Padre, ci conosce a fondo, compresi tutti i nostri peccati, perciò, è essenziale ravvederci.
5) è necessario che ci conformiamo alle sue vie e ai suoi comandamenti.
6) abbiamo una responsabilità verso gli altri figli di Dio, perché sono i nostri fratelli.
7) come Padre, Egli ci guida e protegge.
8) abbiamo libertà in Cristo di avvicinarci a Lui in qualsiasi momento.
9) avendo Dio come Padre ci conferma della certezza della nostra salvezza.
Che sei nei cieli
Oggi, vogliamo continuare nel nostro studio di questa preghiera, considerando la frase “che sei nei cieli”.
Il concetto di Padre mostra il fatto che Dio è vicino ai suoi figli, e che il rapporto con Lui è un rapporto intimo. La frase “che sei nei cieli” ci ricorda del fatto che Dio è il sovrano Dio sopra tutto, e che quindi chi viene a Dio, deve venire con riverenza e umiltà.
Oggi, tristemente, c’è la tendenza di avere un concetto di Dio molto superficiale. Nella società, si scherza di Dio, parlando di Lui in modo informale. Purtroppo, anche fra credenti, c'è una tendenza di parlare di Dio e di pensare a Dio in modo superficiale, come se Lui fosse simile a noi.
Invece, la Bibbia insegna in tanti brani che l'unico modo di avvicinarci a Dio è avendo grande riverenza e umiltà.
Vi leggo quello che Dio disse quando Mosè si avvicinò al pruno ardente.
“Dio disse: "Non avvicinarti qui; togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo santo.” (Eso 3:5 LND)
Vi leggo di quando Isaia ebbe una visione di Dio in cielo.
“1 Nell’anno della morte del re Uzziah, io vidi il Signore assiso sopra un trono alto ed elevato, e i lembi del suo manto riempivano il tempio. 2 Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno di essi aveva sei ali: con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. 3 L’uno gridava all’altro e diceva: "Santo, santo, santo è l’Eterno degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria". 4 Gli stipiti della porta furono scossi dalla voce di colui che gridava, mentre il tempio si riempì di fumo. 5 Allora io dissi: "Ahimé! Io sono perduto, perché sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo a un popolo dalle labbra impure; eppure i miei occhi hanno visto il Re, l’Eterno degli eserciti".” (Isa 6:1-5 LND)
Dio è santo, e l'uomo deve stare umile nella sua presenza.
Nel libro degli Atti, in Atti 4, agli inizi della Chiesa, notate con quale atteggiamento i credenti di Dio pregarono Dio:
“All’udire ciò, alzarono all’unanimità la voce a Dio e dissero: "Signore, tu sei il Dio che hai fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi,” (Atti 4:24 LND)
Perciò, tornando alla preghiera “il Padre Nostro”, le parole “Padre nostro” ci indicano la prontezza di Dio ad ascoltare le nostre preghiere. Invece, le parole “che sei nei cieli” ci dimostrano che nostro Padre è onnipotente, onnisciente, e onnipresente. E quindi, ci ricordano anche che Egli è capace di rispondere alle nostre preghiere.
Le parole “che sei nei cieli” ci ricordano anche che per il momento, mentre siamo in cammino qui sulla terra, in un certo senso c'è una separazione fra noi e Dio. Per ora, noi stiamo sulla terra, Dio è in cielo. Perciò, è giusto che desideriamo di essere con Dio, perché se siamo salvati, la nostra cittadinanza è in cielo con Lui.
Alcuni aspetti della frase “che sei nei cieli”.
Consideriamo alcuni aspetti delle parole “che sei nei cieli”.
Troppo spesso, ripetiamo queste parole senza pensare al loro vero significato. Queste parole non sono una spiegazione del luogo geografico in cui si trova Dio, perché Dio è ovunque. Piuttosto, dire che Dio è nei cieli descrive qualcosa della sovranità e della maestà di Dio. Meditare su questa verità, può aiutarci a riconoscere in senso più profondo la gloria di Dio, che può stimolarci a nuovo zelo.
Oggi, voglio parlare di sei verità legate alle parole che Dio è “nei cieli”. Ce ne possono essere anche altre, ma queste sono solo un inizio per aiutarci a meditare sul nostro grande Dio.
1. L’immensità di Dio e il potere di Dio
Per primo, la frase: “che sei nei cieli” ci ricorda dell'immensità di Dio, cioè, che Dio è grande oltre a quello che possiamo concepire. Per descrivere Dio, dobbiamo iniziare dicendo che Egli è Colui che dimora nei cieli dei cieli. Chiaramente, Dio è ovunque, ma in modo specifico dobbiamo vederLo come Colui che dimora nei cieli. Questo ci aiuta a capirLo meglio, ci aiuta a pensare in modo più grande, cioè, ci aiuta a non limitarci a pensare a Dio solo in relazione ai nostri piccoli problemi.
Dio esisteva nei cieli dei cieli prima di aver creato l'universo. Perciò, l'intero universo per Dio è piccolo, è un nulla. Per l’uomo l’universo è immenso, troppo grande da concepire, invece per Dio è piccolo, è solo qualcosa che Egli ha creato. Egli è il grande Creatore di tutto. Quanto è immenso Dio!
Vediamo tanti esempi di questo nella Bibbia. Guardiamone uno. In Atti 4:24-30. Pietro e Giovanni erano stati arrestati, poi erano stati ordinati dalle autorità di smettere di predicare Gesù. Quando furono rilasciati, tornarono dagli altri credenti a raccontare il tutto. I credenti pregarono. Notiamo in che modo descrissero Dio nelle loro preghiera.
“24 All’udire ciò, alzarono all’unanimità la voce a Dio e dissero: "Signore, tu sei il Dio che hai fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi, 25 e che mediante lo Spirito Santo hai detto, per bocca di Davide tuo servo: "Perché si sono adirate le genti e i popoli hanno macchinato cose vane? 26 I re della terra si sono sollevati e i principi si sono radunati insieme contro il Signore e contro il suo Cristo 27 Poiché proprio contro il tuo santo Figlio Gesù, che tu hai unto, si sono radunati Erode e Ponzio Pilato con i gentili e il popolo d’Israele, 28 per fare tutte le cose che la tua mano e il tuo consiglio avevano prestabilito che avvenissero. 29 Ed ora, Signore, considera le loro minacce e concedi ai tuoi servi di annunziare la tua parola con ogni franchezza, 30 stendendo la tua mano per guarire e perché si compiano segni e prodigi nel nome del tuo santo Figlio Gesù".” (Atti 4:24-30 LND)
Questi credenti riconoscevano Dio come l’immenso e sovrano Creatore. Anche in tanti altri brani della Bibbia, vediamo preghiere che iniziano con la dichiarazione che Dio è il sovrano Creatore, proprio quello che Gesù ci insegna quando dice: “Padre nostro che sei nei cieli”.
Allora, pregare “Padre nostro, che sei nei cieli” ci ricorda dell'immensità e del potere del grande Creatore di tutto. Quando pensiamo a questo, i nostri pensieri non saranno più legati solo alle cose della terra, ma penseremo anche alle cose del cielo. Questo ci aiuterà ad avere riverenza, e ci aiuterà a combattere il nostro orgoglio.
Riflettere di più sull’immensità di Dio e sulla sua maestà e potere, ci fa capire di più quanto è immenso il privilegio di avere Dio come Padre. Riflettere sul fatto che Colui che è il nostro Padre è il Sovrano Creatore di tutto fortifica la nostra fede. Ci aiuta a capire quanto noi siamo piccoli, e quanto Dio è grande. Ci aiuta a presentarci a Lui nella preghiera con riverenza e timore, come Dio ci comanda.
Tristemente, tante persone offendono Dio con le loro preghiere, perché non hanno alcuna riverenza. Tante persone pregano con superficialità e in modo informale, dimenticando che Dio è il Re dei re e il Signore dei signori.
Considerare che il nostro Padre è “nei cieli”, ci aiuta a capire che noi siamo meno della polvere, eppure, Dio ha riguardo per noi! Che meravigliosa verità! Che immenso incoraggiamento!
Ricordare che Dio è “nei cieli”, e che quindi è grande e maestoso, ci aiuta anche a non pregare solamente per le piccole cose. Invece, ricordare la grandezza di Dio ci aiuta a pregare per le cose grandi, che possono glorificare Dio. Allora, pensare al fatto che il nostro Padre è nei cieli ci aiuta a ricordare la sua immensità e il suo potere, e questo ci aiuta a fare richieste per grandi cose, che possono glorificare Dio grandemente.
2. Dio è Spirito
Una seconda verità è che quando preghiamo a Dio, dicendo “Padre nostro, che sei nei cieli”, ci aiuta a ricordare che Dio è Spirito. Non appartiene alla terra, non è come noi. Sì, siamo stati creati nella sua immagine, ma questo riguarda alcuni suoi attributi, non un'immagine fisica. Dio è un essere infinitamente al di sopra di noi e diverso da noi per la sua assoluta maestà e gloria. Egli è infinitamente superiore a noi. Egli è spirito, noi siamo nella carne. Egli non ha alcuna debolezza, e non può sbagliare. Noi siamo deboli e sbagliamo spesso. Egli non è mortale. Non si può toccarLo fisicamente, perché Dio è spirito. Non possiamo vederlo fisicamente, non possiamo fisicamente sentire la sua voce. Egli è il misterioso, incomprensibile, invisibile Dio, l’unico essere che ha vita in sé.
La frase “che sei nei cieli” ci ricorda che Dio non è della terra. Egli è nei cieli. Allora, le nostre preghiere arrivano a Dio per mezzo della fede. Quando preghiamo, bisogna credere che Egli ci ascolta per mezzo di Gesù Cristo.
Non possiamo sentire o toccare Dio, desiderare di farlo sarebbe fantasia, o misticismo, e emozione. È vero che quando preghiamo per fede, a volte Dio conferma qualcosa nei nostri cuori, e ci consola. Spesso, le nostre emozioni possono essere toccate. Però, quello non è una parte essenziale della preghiera, e non è da ricercare o desiderare.
Invece, quando preghiamo, la cosa importante è credere per fede che le nostre preghiere arriveranno alla presenza di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo. Lo Spirito Santo porta le nostre preghiere e Dio, ed è l’opera di Gesù Cristo che ci apre la porta a Dio.
Gesù ci dichiara che quando preghiamo al Padre nel suo nome, il Padre ci ascolterà. Perciò, confidiamo nella dichiarazione di Dio, e non nei nostri sentimenti o in qualche sensazione. Quando preghiamo come Dio ci comanda, per mezzo di Gesù Cristo, Dio ci ascolta, perché Egli è fedele alla sua parola.
3. Sovrano, e sopra il tempo
Una terza verità che possiamo comprendere dal fatto che Dio è nei cieli è che Egli non è legato al tempo come lo siamo noi. Quando ha creato l’universo, lo ha creato soggetto al tempo.
Ma Dio non è soggetto a nulla. Egli è al di sopra del tempo. Egli è sempre lo stesso, non cambia nel tempo come noi. Egli vede tutto. Per Lui, il passato è come il presente, ed Egli vede anche il futuro come vede oggi.
Dio è il Creatore del tempo, ed è il Signore del tempo, non è limitato da quello che Egli stesso ha creato. Egli regna dalla sua dimora eterna.
Perciò, quando preghiamo, dobbiamo avvicinarci a Dio ricordando che Egli è Colui che dirige tutto, ogni avvenimento della storia, e ogni avvenimento della nostra vita. Egli dirige tutto, nei più piccoli dettagli.
Qui sulla terra, vediamo spesso quanto siamo legati dal tempo. Siamo stressati quando il tempo ci manca. Abbiamo preoccupazioni e paura per il futuro, che a noi è ancora sconosciuto. Non sappiamo quello che succederà, non sappiamo come tutto succederà e non sappiamo quando tutto succederà.
Pregare ricordando che Dio è nei cieli, ci aiuta a ricordare che Egli è in controllo di tutto, che Egli sta portando a termine il suo piano perfetto, nel più piccolo dettaglio, e come ha fatto nel passato, sta facendo nel presente, e farà nel futuro.
Quando ci troviamo in mezzo alle prove, pregare che il nostro Padre è il Sovrano Creatore in cielo, ci ricorda che Egli è pienamente in controllo della nostra situazione. Egli ha già stabilito come finirà la nostra prova. Egli sa quando una prova ci serve per fortificare la nostra fede, e quando ci serve come disciplina.
Nessun avvenimento può mai ostacolare Dio dal compiere ogni dettaglio del suo piano perfetto. Egli è infallibile. Egli stabilisce la durata della nostra vita, come leggiamo nel Salmo 139
“15 Le mie ossa non ti erano nascoste quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo, e nel tuo libro erano già scritti tutti i giorni che erano stati fissati per me anche se nessuno di essi esisteva ancora.” (Sal 139:15-16 LND)
Ricordare queste verità, pregando al nostro Padre che è nei cieli, ci aiuterà a ricordare che il nostro Dio è il Sovrano Dio che controlla tutto l’universo, compreso il tempo. Ricordare questo ci aiuta ad avere fede e pace. Così dobbiamo pregare al nostro Padre celeste!
4. Pronto ad accondiscendere
Una quarta verità è che quando consideriamo che Dio è nei cieli, e tutto quello che è implicato da quello, c'è da meravigliarsi che Dio acconsente ad avere a che fare con noi. Pensiamo a quanto Dio è in alto, sopra tutta la creazione. Pensiamo alla sua gloria eterna. Che cos’è l’uomo, che Dio ne abbia cura? Perché Dio vuole occuparsi di questo mondo pieno di uomini ribelli e ingrati?
Perché Dio vuole degnarsi di ascoltare i ribelli, che sono sotto la maledizione di Dio a causa della loro ribellione? Il nostro mondo, pieno di peccato, dovrebbe essere totalmente repulsivo a Dio!
Invece, il maestoso Creatore, il nostro Padre, si degna di avere a che fare con gli uomini per aiutare un popolo peccaminoso e ripugnante. Nonostante che Egli è nei cieli, ha riguardo per noi, e non ha solo riguardo, ma anche amore. Nonostante che le moltitudini in cielo Lo adorino in purezza e perfezione, e che Dio non ha alcun bisogno di noi, il suo amore Lo ha spinto a mandare suo Figlio per diventare uomo per soffrire e morire, per poter salvare degli uomini come noi.
Il suo degnarsi è incomprensibile, quando consideriamo quanto Egli è puro e alto, e quanto noi siamo peccatori e bassi.
Allora, pregare “Padre nostro che sei nei cieli”, ci dovrebbe ricordare quanto Dio si abbassa per ascoltarci. Dovremmo essere sempre meravigliati quando consideriamo che questo grande Dio nei cieli ha riguardo e amore per noi. Questo dovrebbe darci grande gioia, considerando l'immenso privilegio che abbiamo che Dio stesso ci ascolta.
Come leggiamo in 1Corinzi 2:9 “Ma come sta scritto: "Le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d’uomo, sono quelle che Dio ha preparato per quelli che lo amano".” (1Co 2:9 LND)Che incredibile, che Dio stesso ci ascolta quando preghiamo per mezzo di Gesù Cristo!
5. La santità di Dio
Una quinta verità che la frase “che sei nei cieli” ci aiuta a capire è la santità di Dio, cioè, quanto Egli è al di sopra del peccato, e totalmente santo. La dimora di Dio non è in questo mondo di peccato. Egli abita, per modo di dire, molto al di sopra di tutta questa malvagità. Egli dimora nei cieli, un luogo puro e senza macchia, un luogo dove il peccato non può esistere. Gesù ci insegna ad onorare Dio per questo suo attributo quando preghiamo, riconoscendo la dimora di Dio al di sopra del peccato.
Considerare che Dio dimora in assoluta santità, ci ricorda del fatto che, per avvicinarci a Dio, dobbiamo ravvederci dai nostri peccati. Cioè, ricordare che Dio è prima di tutto Santo, nei cieli, lontano dal peccato, ci ricorda che l'unico modo possibile di avvicinarci a Dio è di confessare i nostri peccati.
Perciò, qualsiasi sia la nostra richiesta come preghiera, dobbiamo prima fermarci, esaminarci, e ravvederci da qualsiasi peccato, perché Dio abita in assoluta purezza e santità, e non dobbiamo pensare che ascolterà le nostre preghiere se abbiamo del peccato nascosto nel nostro cuore.
Ricordiamo per esempio la verità in Isaia 59:1,2
“1 Ecco, la mano dell’Eterno non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire. 2 Ma le vostre iniquità hanno prodotto una separazione fra voi e il vostro DIO e i vostri peccati hanno fatto nascondere la sua faccia da voi, per non darvi ascolto.” (Isa 59:1-2 LND)
Dio è santo, e non possiamo avvicinarci a Lui se continuiamo a tenere i nostri peccati.
Perciò, se non ci stiamo impegnando a vivere in santità, se non stiamo cercando di diventare di più come Cristo, come possiamo pretendere che Dio ci ascolti? Una persona che non sta crescendo nella santità e non si impegna in essa non dovrebbe sperare di ricevere qualcosa dal Signore.
Allora, quando preghiamo, ricordiamoci che il nostro Padre nei cieli è santo e puro, separato dal peccato. Perciò, non dobbiamo mai pregare senza serietà e riverenza, ma lo dobbiamo fare prima di tutto confessando i nostri peccati a Lui.
6. Da dove viene il nostro aiuto
L'ultima verità che voglio menzionare che troviamo meditando le parole “Padre nostro che sei nei cieli”, è che esse ci aiutano a ricordare da dove viene il nostro aiuto.
Riconoscere che Dio è nei cieli, ci aiuta a ricordare che l'aiuto che ci serve non verrà da questo mondo. È inutile cercare vero aiuto, o vera gioia, o vera pace, e vera benedizione da questo mondo.
L'unico vero aiuto e benedizione verrà da Dio, in cielo, non da qualcosa o qualcuno sulla terra.
Ricordate i primi versetti del Salmo 121, che ci ricordano da dove viene il nostro aiuto?
“1 Io alzo gli occhi ai monti: da dove mi verrà l’aiuto? 2 Il mio aiuto viene dall’Eterno, che ha fatto i cieli e la terra,” (Sal 121:1-2 LND)
Di natura, guardiamo alle cose del mondo per trovare aiuto. Quando Gesù ci insegna a pregare, ci insegna a guardare a Dio in cielo, e a non porre le nostre speranze sulle cose di questo mondo.
Tutto quello che appartiene al mondo è fallibile, Dio invece è assolutamente infallibile. Gli uomini più potenti del mondo sono soggetti alla morte e alle circostanze, come lo sono anche gli uomini più deboli. Dio invece è eterno, e non è soggetto ad alcuna cosa, perché è sovrano su tutto.
Quello che viene fatto in questo mondo passerà, tranne la salvezza compiuta da Gesù Cristo sulla croce. Egli è venuto dal cielo, ed è ritornato in cielo. Quindi, speriamo nel nostro Padre nei cieli, e così, non saremo delusi!
Chi spera nelle cose di questo mondo sarà deluso, chi invece non spera nelle cose di questo mondo, ma spera invece in Dio, non sarà mai deluso. Quindi, quando speriamo in Dio, e le cose nella nostra vita che riguardano questo mondo falliscono, non saremo delusi. Quando speriamo nel Dio nei cieli, e teniamo i nostri occhi su Lui, saremo anche meno tentati dalle cose del mondo, ricordando che sono tutte cose che saranno distrutte.
Conclusione
A questo punto, abbiamo visto alcune delle verità principali legate alle parole “che sei nei cieli”. Queste verità dovrebbero essere presenti nella nostra mente e dovrebbero guidarci nelle nostre preghiere.
Per concludere, voglio solo brevemente menzionare le verità che abbiamo visto oggi, pregando che ci resteranno in mente.
Ricordare che il nostro Padre è nei cieli quando preghiamo può guidare le nostre preghiere. Ci aiuta ad avvicinarci a Dio con l'umiltà dovuta, quando consideriamo quanto Dio è immenso e sovrano. Questo ci aiuta ad avere la riverenza che è necessaria nel nostro rapporto con Dio.
Ricordare che Dio è nei cieli ci aiuta a ricordare che Dio non è un essere fisico, come noi, e che quindi dobbiamo avvicinarci a Lui per la fede.
Il fatto che Dio è nei cieli, al di sopra dell'universo, ci ricorda che Egli è pienamente sovrano su tutto, e questo ci aiuta ad avere più fede in Lui, in quanto non stiamo chiedendo ad un'altra creatura con dei limiti come abbiamo noi, bensì all'onnipotente e sovrano Creatore di tutto, che sta nei cieli.
Ricordare che Dio è nei cieli, e quindi, pieno di gloria e maestà, ci aiuta a capire meglio quanto è incredibile che Dio si abbassa ad ascoltarci e curarci. Che immenso incoraggiamento, riflettere sulla grandezza di Dio, e poi considerare che è proprio Lui, il Creatore e Sovrano Signore che sta nei cieli, che ci sta ascoltando, e che ci cura con tenerezza e benignità!!
Questo ci aiuta a capire meglio la grandezza dell'amore di Dio, e la grandezza del privilegio di pregare direttamente a Dio Padre per mezzo di Gesù Cristo.
Riflettere sul fatto che Dio è in cielo ci aiuta anche a capire meglio la santità di Dio, che è assolutamente al di sopra di ogni peccato. Capire meglio la sua santità ci fa capire la necessità di riconoscere e confessare i nostri peccati davanti a Lui. Ci aiuta a capire la necessità di avvicinarci a Dio con riverenza, anziché con superficialità.
Infine, riflettere sul fatto che Dio è nei cieli ci aiuta a ricordare che ora che siamo in Cristo, non apparteniamo più a questo mondo, e la nostra speranza non è quaggiù. Questo mondo non è casa nostra, siamo pellegrini, in cammino per arrivare nella presenza di Dio nei cieli. Quindi, la nostra speranza quando preghiamo, e sempre, dovrebbe essere in Dio nei cieli, e non nelle cose di questo mondo.
Oh che possiamo pregare come Gesù ci insegna, pregando con la riverenza e l’onore e la fede dovuti al nostro Padre che è nei cieli!