Aiuto Biblico

Il vostro sì sia sì

Matteo 5:33-37 ed altri brani

Sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per mercoledì, 2017, – cmd es –
Descrizione: Dio ci comanda a parlare sempre con verità, mantenendo ogni nostra parola.
Parole chiavi: mentire, parlare con verità, sì sì, no, no.

Audio:

Voglio leggervi una storia della Bibbia, una storia con un aspetto che oggi sarebbe molto strano, ma che nel tempo della Bibbia, era normale. Ditemi se riconoscete quello che è ormai molto raro. Seguite mentre leggo di quando Abrahamo compra un campo per seppellire Sara.

“1 Ora Sara visse centoventisette anni. Questi furono gli anni della vita di Sara. 2 E Sara morì a Kirjath-Arba, (che è Hebron), nel paese di Canaan; e Abrahamo entrò a far lutto per Sara e a piangerla. 3 Poi Abrahamo si alzò dalla presenza del suo morto e parlò ai figli di Heth, dicendo: 4 "io sono straniero e avventizio fra voi; datemi la proprietà di un sepolcro fra voi, affinché possa seppellire il mio morto e togliermelo davanti agli occhi". 5 E i figli di Heth risposero ad Abrahamo dicendogli: 6 Ascoltaci, o mio signore! Tu sei fra noi un principe di DIO; seppellisci il tuo morto nel migliore dei nostri sepolcri; nessuno di noi ti rifiuterà il suo sepolcro perché tu vi possa seppellire il tuo morto". 7 Allora Abrahamo si alzò, s’inchinò davanti al popolo del paese, davanti ai figli di Heth, 8 e parlò loro dicendo: "Se piace a voi che io seppellisca il mio morto togliendolo davanti ai miei occhi, ascoltatemi. Intercedete per me presso Efron figlio di Zohar, 9 perché mi ceda la sua caverna di Makpelah, che gli appartiene e che è all’estremità del suo campo; me la ceda in proprietà per l’intero suo prezzo, come luogo di sepoltura fra voi". 10 Ora Efron si trovava in mezzo ai figli di Heth; ed Efron, lo Hitteo, rispose ad Abrahamo in presenza dei figli di Heth, di tutti quelli che entravano per la porta della sua città, dicendo: 11 "No, mio signore, ascoltami! Io ti dono il campo e ti dono la spelonca che vi si trova; te la dono in presenza dei figli del mio popolo; te ne faccio un dono. Seppellisci il tuo morto". 12 Allora Abrahamo s’inchinò davanti al popolo del paese, 13 e parlò a Efron in presenza del popolo del paese dicendo: "Ascoltami, ti prego! Io ti darò il prezzo del campo; accettalo da me, così io vi potrò seppellire il mio morto". 14 Efron rispose ad Abrahamo, dicendogli: 15 "Signor mio, ascoltami! Il terreno vale quattrocento sicli d’argento. Che cos’è questo fra me e te? Seppellisci dunque il tuo morto". 16 Allora Abrahamo diede ascolto a Efron; e Abrahamo pesò a Efron il prezzo che egli aveva detto in presenza dei figli di Heth: quattrocento sicli d’argento, moneta corrente tra i mercanti. 17 Così il campo di Efron che si trovava a Makpelah di fronte a Mamre, il campo con la caverna che vi era e tutti gli alberi che erano nel campo e in tutti i confini all’intorno, 18 passarono in proprietà di Abrahamo, alla presenza dei figli di Heth e di tutti quelli che entravano per la porta della città di Efron.” (Genesi 23:1-18 LND)

Vediamo altri situazione fatte come questo in altri brani.

Avete visto quello che è molto strano, quasi non esiste?

Allora, si concludeva un contratto, anche la vendita di una terra, con la semplice parola. Non servivano documenti o altro, bastava la parola.

Era considerato estremamente importante mantenere la parola.

Mi ricordo quando ero giovane, in America, che bastava la parola per concludere un affare. Era considerato fondamentale che un uomo fosse di parola. Se uno ti vendeva la macchina, ti diceva la verità per quanto riguarda la condizione della macchina. Se uno diceva di fare qualcosa, la sua parola era sicura.

Quando tu hai a che fare con persone che vivono così, è una cosa bellissima, che rende la vita molto meno stressante. Anzi, rende la vita molto più bella.

Nell'insegnamento che riguarda i genitori, c'è il comandamento ai padri:

“E voi, padri, non provocate ad ira i vostri figli...” (Efesini 6:4 LND)

Quando abbiamo studiato quel brano, abbiamo visto che uno dei modi più frequenti che un genitore provoca ad ira suo figlio è non mantenendo la parola. Se un genitore dice di fare una cosa, e poi non la fa, questo irrita molto il figlio. Similmente, se un genitore minaccia una cosa ma non mantiene la parola, il figlio non sa mai quando può fidarsi del genitore. Anche questo irrita il figlio. Quindi, abbiamo visto che non mantenere la parola è estremamente frustrante per un figlio, e perciò, come in ogni altro rapporto, è fondamentale per un genitore di mantenere la parola con i suoi figli.

Ma non solo provoca ad ira un figlio. È estremamente frustrante in qualunque rapporto se non si mantiene la parola.

Allora, nel tempo della Bibbia, era estremamente normale mantenere la parola. In certi momenti nella storia, e tuttora in certi luoghi, la parola vale tantissimo. Invece, noi viviamo in un periodo in cui la parola vale pochissimo. Infatti, c'è più la tendenza di non poter fidarsi che di fidarsi. E questo crea grande stress e peso per quasi tutti.

Cosa dice la Bibbia per quanto riguarda l'importanza di sempre mantenere la nostra parola?

Ci sono tanti esempi. Inizia con un avvenimento che è successo nel tempo di Giosuè, quando il popolo d'Israele era appena entrato nella terra promessa. Il popolo di Dio stava combattendo e vincendo contro tutti i popoli della terra promessa. Dio dava loro la vittoria. Un popolo ha capito che Dio dava la vittoria agli israeliti, e perciò, quel popolo, di Gabaoniti, ingannavano il popolo di Dio, in modo che dessero la parola ai Gabaoniti che non li distruggerebbero.

Per Dio, il fatto che avevano dato la parola vuol dire che dovevano mantenere quella parola. Però, vari secoli più tardi, quando Saul era re di Israele, egli non mantenne quella parola, e ha sterminato tanti di loro. Non ha mantenuto la parola data a questo popolo da Giosuè.

Dopo vari anni, Davide era re. Dio mandò una carestia per tre anni su Israele. Davide capiva che questo era dalla mano di Dio, e Davide cercò la faccia di Dio per capire il motivo per questa disciplina. L'eterno spiegò a Davide che era perché Saul non aveva mantenuto la parola. Per Dio, mantenere la parola è estremamente importante. Leggo di questo versamento in 2Samuele 21:1-14.

“1 Al tempo di Davide ci fu una carestia per tre anni continui, Davide cercò la faccia dell’Eterno e l’Eterno gli disse: "Questo avviene a motivo di Saul e della sua casa sanguinaria, perché egli ha fatto morire i Gabaoniti". 2 Allora il re chiamò i Gabaoniti, e parlò loro. (Ora i Gabaoniti non appartenevano ai figli d’Israele, ma a un residuo degli Amorei; i figli d’Israele avevano loro giurato di risparmiarli, ma Saul, nel suo zelo per i figli d’Israele e di Giuda, aveva cercato di sterminarli). 3 Davide perciò disse ai Gabaoniti "Che devo fare per voi e in che modo potrò riparare, perché voi benediciate l’eredità dell’Eterno?". 4 I Gabaoniti gli risposero: "A noi non interessa avere oro o argento da Saul e dalla sua casa, né voi dovete uccidere per noi alcun uomo in Israele". Il re disse: "Quello che voi chiedete io lo farò per voi". 5 Essi risposero al re: "Per l’uomo che ci ha consumati e che aveva ideato di sterminarci per farci sparire da tutto il territorio d’Israele, 6 ci siano consegnati sette uomini tra i suoi discendenti e noi li impiccheremo davanti all’Eterno a Ghibeah di Saul, l’eletto dell’Eterno". Il re disse: "Ve li consegnerò". 7 Il re risparmiò Mefibosceth figlio di Gionathan, figlio di Saul a causa del giuramento dell’Eterno che c’era fra di loro tra Davide e Gionathan, figlio di Saul. 8 Ma il re prese i due figli, che Ritspah figlia di Aiah aveva partorito a Saul, Armoni e Mefibosceth, e i cinque figli, che Mikal, figlia di Saul, aveva partorito ad Adriel di Mehola, figlio di Barzillai, 9 e li consegnò ai Gabaoniti, che li impiccarono sul monte, davanti all’Eterno. Così furono messi a morte nei primi giorni della mietitura, quando si iniziava a mietere l’orzo.

Salto al versetto 13.

13 Egli riportò di là le ossa di Saul e quelle di Gionathan suo figlio e furono anche raccolte le ossa di quelli che erano stati impiccati. 14 Le ossa di Saul e di Gionathan suo figlio furono sepolte nel paese di Beniamino, a Tselah, nel sepolcro di Kish, padre di Saul. Così fecero tutto ciò che il re aveva ordinato. Dopo questo DIO diede ascolto alla preghiera fatta per il paese.” (2Samuele 21:1-14 LND).

Prego che sia chiaro per voi quanto è importante per Dio che manteniamo la parola. Il fatto che il popolo di Dio non ha mantenuto la parola ai Gabaoniti era così grave agli occhi di Dio che Dio mandò una carestia su Israele per tre anni. Dovevano perfino mettere alla morte uomini dalla famiglia di Saul per liberare Israele dalla loro colpa di non aver mantenuto la parola. Per Dio, la parola è estremamente importante, perché Dio è verità.

C'è un insegnamento nell'antico testamento che ci mostra quanto è importante agli occhi di Dio per noi di mantenere la nostra parola, anche se ci costa caro. Trovate con me Salmo 15. In questo salmo, vediamo chi può dimorare nella presenza di Dio. Quindi, è estremamente importante quello che leggiamo qui. Dicevo da chi resterà vicino a Dio, e chi sarà allontanato da Dio. Leggo salmo 15.

“1 O Eterno, chi dimorerà nella tua tenda? Chi abiterà sul tuo santo monte? 2 Colui che cammina in modo irreprensibile e fa ciò che è giusto, e dice la verità come l’ha nel cuore, 3 che non calunnia con la sua lingua, non fa alcun male al suo compagno, non lancia alcun insulto contro il suo prossimo. 4 Ai suoi occhi è disprezzata la persona spregevole, ma egli onora quelli che temono l’Eterno; anche se ha giurato a suo danno, egli non ritratta; 5 non dà il suo denaro ad usura e non accetta doni contro l’innocente. Chi fa queste cose non sarà mai smosso.” (Salmo 15:1-5 LND).

Quello che voglio notare specificamente è quello che leggiamo nella seconda parte del versetto quattro. Questo uomo, che Dio gradisce, che può stare nella presenza di Dio, è un uomo che mantiene sempre la sua parola, anche quando gli costa tanto. Leggo di nuovo la seconda parte del versetto quattro.

anche se ha giurato a suo danno, egli non ritratta; (Salmo 15:4).

Capite cosa vuol dire anche se ha girato a suo danno? Vuol dire che lui ha dato la parola di fare qualcosa ma la parola non era ben pensata. Infatti, adempiere quella parola gli porterà a dei danni. Gli causerà dei problemi, anche problemi grossi. Ma nonostante che gli porterà problemi, egli non si ritira. Va avanti ad adempiere pienamente quello che ha detto di fare.

Questo è l'uomo che può stare nella presenza di Dio. Questo è l'uomo che viene benedetto da Dio.

Tu vuoi essere in stretta comunione con Dio? Tu vuoi questa immensa benedizione? Allora, tu devi mantenere ogni volta che tu dai la tua parola, anche se ti costa caro.

Infatti, il punto principale di questo versetto è che anche se mantiene la parola ti porta del danno, Dio vuole che tu mantiene la parola.

Certamente, questo vuol dire che dovremo stare attenti a dare la parola. Cioè, non dovremmo dare la parola con leggerezza. Dovevano essere persone ben ponderate. Ma allo stesso tempo, non vuol dire che non dobbiamo mai dare la parola. È importante dare la parola. È importante prendere impegni. Dobbiamo valutare se è un impegno e una cosa buona e giusta, e se lo è, è giusto dare la parola. Ma poi, dobbiamo mantenere quella parola.

Nel Nuovo Testamento

Uno potrebbe dire che quel brano parla di un giuramento, e quindi la parola in sé non è così importante. Gesù Cristo rende molto chiaro che questo non è così. Qualsiasi parola che diamo è da mantenere a tutti i costi. Leggo quello che Gesù dice per quanto riguarda i giuramenti in Matteo 5:33-37.

“33 Avete inoltre udito che fu detto agli antichi: "Non giurare il falso; ma adempi le cose promesse con giuramento al Signore". 34 Ma io vi dico: Non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio. 35 né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. 36 Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di fare bianco o nero un solo capello; 37 ma il vostro parlare sia: Sì, sì, no, no; tutto ciò che va oltre questo, viene dal maligno.” (Matteo 5:33-37 LND)

Il punto di Gesù qui è chiaro. Dare una semplice parola è come dare un giuramento. Ogni parola che diamo dev'essere quella. Quando diciamo sì, dev'essere sì. Quando diciamo no, dev'essere no. Questo è il comandamento di Dio.

Non mantenere la parola è un peccato gravissimo. Perché è così grave?

È grave perché Dio è la verità. E perciò, Dio mantiene sempre la sua parola. Qualunque volta che noi non manteniamo la parola disprezziamo la persona di Dio.

Gesù Cristo dichiara:

“io sono la via, la verità e la vita.” (Giovanni 14.6).

Gesù Cristo è la verità. Quindi, qualunque volta che noi non parliamo con verità, disprezziamo la persona di Gesù Cristo.

Ed è importante capire che se io dico sì, e non mantengo quel sì, ho mentito. Non dobbiamo scusarci. Dobbiamo riconoscere che è fondamentale che manteniamo ogni parola che diamo. Dobbiamo essere un popolo dalla nostra parola. In un mondo di tenebre, questo diventa un cammino di luce.

In 2Corinzi 1, l'apostolo Paolo descrive se stesso, e spiega che se non avesse sempre mantenuto la parola, sarebbe stato carnale. Poi, mostra che la parola di Dio è sempre un sì, in altre parole, tutto quello che Dio dice egli fa. E noi dobbiamo vivere nello stesso modo. Vi leggo questo brano, 2Corinzi 1:17-20.

“17 Facendo dunque questa decisione, ho io agito con leggerezza? O le cose che io decido, le decido io secondo la carne, di modo che vi sia in me allo stesso tempo il sì, sì, e il no, no? 18 Ora, come è vero che Dio è fedele, la nostra parola verso di voi non è stata sì e no. 19 Perché il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che è stato fra voi predicato da noi cioè da me, da Silvano e da Timoteo non è stato "sì" e "no," ma è stato "sì" in lui. 20 Poiché tutte le promesse di Dio hanno in lui il "sì" e "l’amen," alla gloria di Dio per mezzo di noi.” (2Corinzi 1:17-20 LND)

Mettiamo in pratica

Carissimi, viviamo in un'epoca in cui la parola vale pochissimo. Oggi, è normale che una persona non mantiene la parola, e non si vergogni nemmeno. Genitori dicono cose ai figli che poi non fanno. Figli dicono ai genitori quello che non portano a compimento. Fra amici spesso si dà una parola che poi non si mantiene.

Questo è normale nel mondo in cui viviamo, è un'abominazione a Dio. Ma la cosa ancora più triste è che purtroppo, spesso anche noi siamo stati contaminati. Spesso, anche noi non manteniamo la parola. Abbiamo perso quel senso di timore di Dio in cui sappiamo che ogni parola che diciamo è da mantenere pienamente, costa quello che costa.

Assolutamente non valgono scuse, come per esempio: non ho avuto tempo, o non sono riuscito, o ho dimenticato. Se diciamo di fare una cosa, dobbiamo farlo, anche al nostro danno. Così ci insegna la Parola di Dio.

Certamente, tutto questo ci fa riconoscere quanto è importante valutare bene prima di dare una parola. Non dovremmo mai dare una parola con leggerezza.

NON dovremmo avere timore di dare la parola. Però, dovremmo valutare bene prima di dare, sapendo che una volta data, abbiamo preso un impegno davanti a Dio di portarla a compimento, anche se è al nostro danno.

Abbiamo letto in Salmo 15 che l'uomo che può stare vicino a Dio e quell'uomo che mantiene la sua parola anche al suo danno.

Io prego che noi possiamo essere quel tipo di popolo. Prego che possiamo rispecchiare Gesù Cristo, che mantenne sua parola anche al suo danno. Solamente così possiamo essere ripieni dello spirito Santo. Solamente così possiamo rispecchiare Cristo. Solamente così possiamo essere uniti di una mente ed un cuore per essere usati da Dio per la sua gloria.

Quindi, vorrei chiedere a ciascuno di voi di valutare onestamente se tu mantieni finalmente e con serietà ogni tua parola. È un peccato grave non mantenere la parola. Questo vuol dire che se dovessimo mancare, dobbiamo riconoscere questo come grave peccato, il quale dobbiamo confessare. O che possiamo essere una parola che cammina nella verità, in tutto quello che diciamo. O che possiamo ubbidire a Gesù Cristo quando dice che il nostro sì dev'essere sì, è un nostro no dev'essere no.