Introduzione
Nell’ultimo sermone abbiamo iniziato a studiare insieme il libro di Malachia. Nel primo capitolo abbiamo visto varie verità che voglio ricordare brevemente, perché ci aiuteranno a riprendere il filo del discorso.
In Malachia 1 abbiamo visto prima di tutto, e soprattutto, l’amore di Dio per il suo popolo. Malachia, in generale, è un libro in cui si vede molto del cuore di Dio per il suo popolo. Tramite Malachia, Dio riprende severamente il suo popolo, a causa dei loro peccati. Ma dietro la durissima riprensione vediamo il cuore di Dio per Israele, un cuore pieno di grazia, che vuole il vero bene del suo popolo, e perciò, mostra loro il loro peccato affinché potessero ravvedersi. Questo è lo stesso cuore che Dio ha verso di noi. Dio amava Israele, e Dio ama noi. Dio vuole che siamo benedetti e vuole che abbiamo un rapporto benedetto e stretto con Lui. Perciò, quando cadiamo nel peccato e ci allontaniamo da Lui, Lui ci riprende affinché ci ravvediamo e torniamo a Lui. Quando, tristemente, non ci ravvediamo subito, ma piuttosto scegliamo di rimanere nel nostro peccato, Dio ci riprende anche molto duramente, ma è sempre per il nostro bene. In Malachia vediamo proprio questo cuore pieno di amore che Dio ha verso il suo popolo.
Poi, parlando nello specifico del peccato di Israele, abbiamo visto che i peccati principali per cui Dio riprende loro erano la mancanza di timore di Dio e il non onorare Dio come avrebbero dovuto. Questa era la radice dei loro peccati, che poi si sono manifestati in vari modi.
Per esempio, se ricordate, in Malachia 1 Dio riprende severamente il suo popolo perché non gli stavano portando il meglio delle loro offerte, ma solo gli scarti, che nemmeno un governatore umano avrebbe accettato. Stavano offrendo a Dio le briciole, dopo aver tenuto per sé stessi il meglio. E poi, stavano anche peccando vivendo la vita cristiana come dovere, cioè servendo Dio meccanicamente, per dovere, e non di cuore.
E tu, come stai vivendo? Hai timore di Dio, e onori Dio come Lui merita? Stai dando a Dio il meglio che hai? E poi, lo stai servendo di vero cuore, avendo una passione per il Suo Regno? Oppure, ti arriva spesso il pensiero che non hai tempo di cogliere le opportunità che Dio ti dà di usare i tuoi doni spirituali?
Israele non aveva questo cuore, e perciò Dio, in Malachia, li riprende severamente, per farli ritornare sulla buona via, che Lui aveva preparato per loro.
Con questa base di quello che abbiamo visto nello scorso sermone, oggi, con l’aiuto di Dio, guarderemo insieme Malachia 2. Anche in questo capitolo Dio continua a riprendere severamente il suo popolo.
Il peccato dei sacerdoti
Nella prima parte del capitolo 2, Dio si rivolge in modo specifico ai sacerdoti e condanna duramente i loro peccati.
Per capire quanto era grave il peccato dei sacerdoti dobbiamo ricordare quale ruolo avevano. I sacerdoti erano le guide spirituali del popolo. I sacerdoti erano quelli che Dio aveva istituito per guidare e curare le anime del suo gregge. Perciò, alla luce del ruolo che Dio aveva loro dato, i sacerdoti avevano una grandissima responsabilità davanti a Dio.
Oggi noi, nel piano di Dio, non abbiamo più sacerdoti, perché Cristo è il nostro Sommo Sacerdote che intercede per noi. Però, abbiamo comunque ruoli di responsabilità davanti a Dio. Un uomo sposato è un marito e capofamiglia, quindi è responsabile davanti a Dio per la cura dell’anima di sua moglie. Se hanno figli, marito e moglie sono entrambi responsabili davanti a Dio per le vite dei loro figli. Una donna che è moglie e mamma è responsabile per i figli e per l’andazzo della casa. Un anziano di chiesa è responsabile per la cura delle pecore di Dio. E così via, Dio ci dà ruoli di responsabilità.
Quello che stiamo per leggere si applicava ai sacerdoti giudei, ma si applica anche a noi, perché anche noi abbiamo ruoli di responsabilità che non sempre viviamo come Dio ci comanda.
Fatta questa premessa, tenete in mente che Dio si sta rivolgendo ai sacerdoti, che erano guide del popolo, e notate cosa dice loro. Seguite mentre leggo Malachia 2, dal versetto 1.
“1 "E ora questo comandamento è per voi, o sacerdoti. 2 Se non date ascolto, se non vi mettete in cuore di dar gloria al mio nome", dice l’Eterno degli eserciti, "manderò su di voi la maledizione e maledirò le vostre benedizioni; sì, le ho già maledette, perché non vi mettete questo in cuore. 3 Ecco, io sgriderò il vostro seme, e spargerò escrementi sulle vostre facce, gli escrementi delle vostre feste solenni, e voi sarete portati via con questi. 4 Allora riconoscerete che io vi ho mandato questo comandamento, affinché il mio patto con Levi possa sussistere", dice l’Eterno degli eserciti.” (Malachia 2:1-4 LND)
Dio annuncia cose terribili, promette una maledizione terribile. Dio dichiara che se non si fossero ravveduti dai loro peccati, avrebbe maledetto le loro benedizioni, avrebbe sgridato il loro seme, che vuol dire che non avrebbe dato loro figli, e dichiara anche che le loto feste solenni, che facevano per onorare Dio, erano come escrementi ai suoi occhi. Dio era profondamente adirato, con un’ira santa, contro il suo popolo.
Ma perché? Perché Dio era adirato contro il suo popolo? Perché ha promesso conseguenze così terribili al suo popolo?
Notate quello che Dio dice nel versetto 2:
“2 Se non date ascolto, se non vi mettete in cuore di dar gloria al mio nome", dice l’Eterno degli eserciti, ...” (Malachia 2:2a LND)
Il motivo per cui Dio parlava così duramente contro i sacerdoti, promettendo cose così terribili, è che non davano ascolto alla sua voce, e non si mettevano in cuore di dare gloria a Dio. Dio è geloso della sua gloria.
Ma in che modo stavano peccando non ascoltando Dio e rubandogli la gloria?
Nei prossimi versetti Dio spiega quali dovevano essere le caratteristiche dei sacerdoti, e poi riprende duramente i sacerdoti di Israele perché non avevano queste caratteristiche. Non stavano camminando in santità davanti a Dio, e molto peggio, a causa del loro peccato facevano inciampare molti nella legge. Seguite mentre leggo dal versetto 4.
“4 Allora riconoscerete che io vi ho mandato questo comandamento, affinché il mio patto con Levi possa sussistere", dice l’Eterno degli eserciti. 5 "Il mio patto con lui era un patto di vita e di pace, le quali io gli diedi perché mi temesse; ed egli mi temette ed era terrorizzato davanti al mio nome. 6 La legge di verità era nella sua bocca, e non si trovava alcuna perversità sulle sue labbra; camminava con me nella pace e nella rettitudine e ne ritrasse molti dall’iniquità. 7 Poiché le labbra del sacerdote dovrebbero custodire la conoscenza e dalla sua bocca uno dovrebbe cercare la legge, perché egli è il messaggero dell’Eterno degli eserciti. 8 Voi invece vi siete allontanati dalla via, avete fatto inciampare molti nella legge, avete violato il patto di Levi", dice l’Eterno degli eserciti. 9 "Perciò anch’io vi ho reso spregevoli e abietti davanti a tutto il popolo, perché non avete osservato le mie vie e avete usato parzialità nell’applicazione della legge".” (Malachia 2:4-8 LND)
Allora, notate qual è il motivo per cui Dio stava parlando ai sacerdoti. Il motivo per cui Dio stava riprendendo duramente i sacerdoti per il loro peccato era affinché il suo patto con Levi potesse sussistere. Levi rappresenta la discendenza dei Leviti, cioè coloro che erano consacrati al servizio di Dio. I sacerdoti facevano parte dei Leviti. Perciò, quando Dio parla di Levi, e del suo cuore, in realtà sta parlando di come doveva essere il cuore dei Leviti, e quindi anche dei sacerdoti. Dio elenca le qualità del cuore di Levi per dare un metro di come dovevano camminare anche i sacerdoti. E poi, sulla base di quel metro, che è il metro giusto di Dio, Dio condanna i sacerdoti di Israele perché non stavano camminando come dovevano.
Dio elenca una serie di caratteristiche del cuore che i sacerdoti dovevano avere. Però, mentre passiamo in rassegna queste caratteristiche, notate che sono valide anche per noi, oggi, anche se non siamo sacerdoti come loro. Però ricordate che in base a 1Pietro 2:9, siamo un sacerdozio regale. Siamo chiamati ad essere la luce nel mondo. Quindi, in quel senso anche noi siamo sacerdoti, e perciò queste caratteristiche sono le caratteristiche che ogni vero credente dovrebbe avere.
Timore di Dio
Per primo menziona il timore di Dio, che sta alla base di tutte le altre caratteristiche. Dio dice che Levi lo temeva ed era terrorizzato davanti al Suo nome. Levi viveva tenendo Dio davanti ai suoi occhi, era consapevole della presenza di Dio nella sua vita, e che Dio vedeva tutto quello che lui faceva e pensava. E questa consapevolezza lo guidava nelle scelte di tutti i giorni, e lo spingeva a camminare in santità e a non cadere nel peccato. Questo è quello che fa il timore di Dio.
Fratelli e sorelle, avere un vero e santo timore di Dio è fondamentale nella vita cristiana, non lo era solo per i sacerdoti, lo è anche per noi oggi. Avere vero timore di Dio è la base della vita cristiana. Senza il timore di Dio non possiamo camminare in santità, non possiamo piacere a Dio, non possiamo portare frutto per il Regno di Dio. Senza il timore di Dio la vita è sprecata.
Tu hai vero timore di Dio? Vivi essendo cosciente che Dio è presente nella tua vita e ti vede, in tutto quello che fai e che pensi? E perciò, hai un profondo desiderio di vivere in santità in tutto quello che fai? Hai il timore di Dio che ti ostacola dal vivere lamentandoti quando le cose sono difficili? Fai il muso se le cose non vanno come volevi? Parli con grazia? Sei paziente con gli altri, sapendo che Dio è paziente con te? Questi sono frutti di avere timore di Dio.
I Leviti dovevano avere questo cuore per poter servire Dio.
Verità nella bocca
La seconda caratteristica che Dio menziona di Levi è che che egli aveva la legge di verità nella sua bocca, e non si trovava alcuna perversità sulle sue labbra. In altre parole, era ripieno della Parola di Dio, e dalla sua bocca non usciva alcuna perversità o malvagità, ma solo la verità di Dio. Questo descrive una vita di totale integrità nel parlare, e anche un cuore che è ripieno delle verità di Dio.
Se tu sei un vero figlio di Dio, dalla tua bocca deve uscire solo e soltanto verità, e mai malvagità. Puoi dire questo di te stesso, onestamente?
Per esempio, quando hai una discussione con qualcuno, fai presto a lanciare false accuse contro l’altro, per avere ragione, per screditare l’altra persona e vincere?
Quando qualcuno ti parla del tuo peccato, e sai di essere colpevole, come reagisci? Cerchi di coprire il tuo peccato? Diventi cattivo contro l’altra persona?
Questi sono solo due esempi, tristemente molto comuni, di come possiamo peccare avendo menzogna e malvagità sulla nostra bocca, piuttosto che verità. Oh, fratelli, non viviamo così! Piuttosto, viviamo avendo sempre e solo verità che esce dalla nostra bocca, e parliamo con bontà, amore e grazia, e non con malvagità.
Camminare nella pace e rettitudine
La terza caratteristica che Dio menziona è che Levi camminava con Dio nella pace e nella rettitudine. Pensiamo un attimo a questo.
Levi camminava CON DIO, nella pace e nella rettitudine. Cosa significa camminare “con Dio”?
Dio è tre volte santo, e odia il peccato. Nessuno può avvicinarsi a Lui se è macchiato con il proprio peccato. Perciò, l’unica via per poter camminare “con Dio” è la via della santità. Camminare “con Dio” significa camminare seguendo le vie di Dio, in ubbidienza a Lui, fuggendo il peccato.
Dio menziona specificamente che Levi camminava con Lui “nella pace e nella rettitudine”. Questo descrive un cammino vicino a Dio, avendo pace con Dio, e nella rettitudine, cioè, nella via retta che Dio aveva preparato per lui.
Fratelli e sorelle, questa è l’unica vita benedetta. E questa vita non era solo per Levi, piuttosto, anche noi possiamo camminare con Dio, nella pace e nella rettitudine, ogni giorno. Possiamo avere anche noi lo stesso livello di rapporto intimo con Dio.
Tristemente, però, spesso NON viviamo così. Questo succede quando ascoltiamo le menzogne del peccato. Il peccato, in modo subdolo, ci promette di benedirci se ci allontaniamo da Dio. Ma, in realtà, non possiamo MAI essere benedetti se ci allontaniamo da Dio. Solo camminando CON Dio, nella pace e nella rettitudine possiamo avere una vita benedetta e un cuore soddisfatto. Però, per la grazia di Dio abbiamo Cristo, e per mezzo suo il perdono, per cui, ogni volta che cadiamo nel credere le menzogne del peccato, e ci allontaniamo da Dio, possiamo ritornare a Lui, confessando il nostro peccato, e Lui ci accoglie ancora.
Ritrarre molti dall’iniquità
Un’altra caratteristica che Dio menziona è che Levi ritrasse molti dall’iniquità. Visto che Levi camminava con Dio, in santità e nella verità, poteva incoraggiare, stimolare, spronare chi si trovava lontano da Dio a tornare a Dio. Levi era uno strumento di Dio per ritrarre, togliere, molti dall’iniquità, da una vita di peccato, e riportarli a Dio.
Tu hai un cuore di voler ritrarre dall’iniquità chi intorno a te sta camminando nel peccato? Questo comprende sia non credenti che sono ancora schiavi del peccato, sia credenti che sono caduti. Hai il cuore che aveva Levi, un cuore pieno di vero amore per Dio e per il tuo prossimo?
Labbra che custodiscono la conoscenza e la legge
L’ultima caratteristica che Dio menziona è che:
“… le labbra del sacerdote dovrebbero custodire la conoscenza e dalla sua bocca uno dovrebbe cercare la legge, perché egli è il messaggero dell’Eterno degli eserciti.” (Malachia 2:7 LND)
Il sacerdote doveva avere dentro di sé la conoscenza di Dio, che è la vera sapienza, e dalla sua bocca doveva uscire la legge di Dio. Il sacerdote aveva un ruolo importantissimo e di grande responsabilità: era il messaggero di Dio. Il sacerdote doveva proferire quello che Dio diceva.
Il sacerdote non doveva dire del suo, piuttosto, doveva essere ripieno di conoscenza e ripieno della legge dell’Eterno, perché era il mezzo tramite il quale Dio parlava al suo popolo. Dio aveva stabilito i sacerdoti come coloro tramite i quali il suo popolo poteva conoscerLo e ricevere conoscenza e intendimento.
Fratelli e sorelle, in realtà, anche noi dovremmo vivere così, come i sacerdoti. Anche noi dovremmo avere labbra che custodiscono la conoscenza, non dicendo del nostro, ma solo quello che Dio dice. E anche noi dovremmo essere ripieni della legge di Dio, ciascuno in base al punto in cui è, in modo da poterci istruire gli uni gli altri e anche incoraggiare e ammonire.
Il sacerdote era il messaggero dell’Eterno degli eserciti. Che ruolo di grandissimo onore, e che responsabilità gigantesca! Il sacerdote aveva il compito di proclamare al popolo quello che Dio aveva detto. E, perciò, visto quanto grande e importante è il messaggio di Dio, doveva stare ben in guardia per riportare fedelmente la Parola di Dio, senza aggiungerne o toglierne nulla. Era un ruolo di grande onore, ma anche un ruolo di grande responsabilità e peso, da non prendere con leggerezza, ma con assoluto timore di Dio.
Anche noi, fratelli, se ci pensate, abbiamo lo stesso ruolo. Per esempio, pensate a Colossesi 3:16, quando dice:
“16 La parola di Cristo abiti in voi copiosamente, in ogni sapienza, istruendovi ed esortandovi gli uni gli altri con salmi, inni e cantici spirituali, cantando con grazia nei vostri cuori al Signore.” (Colossesi 3:16 LND)
Oppure anche in Filippesi 2:14-15, davanti al mondo. Ve lo leggo.
“14 Fate ogni cosa senza mormorare e senza dispute, 15 affinché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo ad una generazione ingiusta e perversa, fra la quale risplendete come luminari nel mondo,” (Filippesi 2:14-15 LND)
I sacerdoti avevano il ruolo di messaggeri di Dio al popolo. Noi, in un certo senso, abbiamo lo stesso compito gli uni con gli altri. Stiamo adempiendo questo compito? Ma, soprattutto, la parola di Cristo abita in noi copiosamente? Se la parola di Cristo NON abita in noi copiosamente, allora con cosa ci stiamo istruendo ed esortando gli uni gli altri?
I sacerdoti dovevano essere ripieni della Parola di Dio, per poter essere messaggeri fedeli per Dio.
Gesù, il Sommo Sacerdote
Fratelli e sorelle, i sacerdoti dovevano avere tutte queste caratteristiche che abbiamo visto. Ma abbiamo visto come le stesse caratteristiche dovremmo averle anche noi.
Però, ciascuno di noi sa che non camminiamo sempre come dovremmo. I sacerdoti d’Israele peccavano non camminando come dovevano, ed è per questo che Dio li riprende severamente. Ma, se siamo onesti, anche io e te non camminiamo sempre come dovremmo. Cadiamo. Ancora pecchiamo non vivendo appieno i ruoli che Dio ci ha dato.
C’è solo uno che adempie appieno i propri ruoli, e questo è Gesù Cristo. Gesù Cristo è il nostro Sommo Sacerdote, ed è il nostro esempio perfetto. Gesù Cristo è l’adempimento perfetto di tutto quello che i sacerdoti dovevano essere.
Gesù Cristo è l’esempio perfetto di avere vero e santo timore di Dio.
Gesù Cristo è l’esempio perfetto di cosa vuol dire avere solo e soltanto la legge di verità nella sua bocca. Sulle sue labbra non si è trovata MAI alcuna perversità.
Gesù Cristo cammina con il Padre, nella pace e nella rettitudine, in quanto non ha mai peccato, e il suo rapporto con il Padre è un rapporto di comunione intima e perfetta.
Gesù Cristo ha ritratto molti dall’iniquità, me e te compresi, se tu sei un figlio di Dio.
Le labbra di Gesù Cristo custodiscono la conoscenza, e dalla sua bocca possiamo cercare e trovare la legge di Dio, perché le sue labbra proferiscono solo la verità di Dio. Ed Egli stesso è la Parola.
Fratelli e sorelle, Gesù Cristo è il nostro perfetto Sommo Sacerdote, il pastore delle nostre anime, colui che ci guida e ci conduce in questa vita, nel cammino verso il cielo. Egli è colui che ci ha comprato a carissimo prezzo, e che non ci lascerà andare, ma porterà a compimento la sua buona opera che ha iniziato in noi.
Fratelli e sorelle, prendiamo il tempo, durante la settimana, per meditare su chi è Gesù Cristo per noi. E gioiamo ricordando le sue qualità e il suo cuore per noi!
Il peccato dei sacerdoti di Israele
Tornando al filo del brano, abbiamo visto tutte queste caratteristiche che i sacerdoti dovevano avere. Elencando tutte le varie caratteristiche, Dio sta mostrando come dovevano essere i sacerdoti, per mettere in mostra il peccato dei sacerdoti d’Israele, che non vivevano così.
Notate cosa dice il versetto 8: qual era il peccato dei sacerdoti?
“8 Voi invece vi siete allontanati dalla via, avete fatto inciampare molti nella legge, avete violato il patto di Levi", dice l’Eterno degli eserciti. 9 "Perciò anch’io vi ho reso spregevoli e abietti davanti a tutto il popolo, perché non avete osservato le mie vie e avete usato parzialità nell’applicazione della legge".” (Malachia 2:8-9 LND)
Si erano allontanati dalla via di Dio e, per il ruolo che avevano, a causa del loro peccato avevano fatto inciampare molti nella legge. Questo è gravissimo, fratelli. Era gravissimo perché si erano allontanati dalla via di Dio, che è una terribile offesa contro Dio e contro la sua grazia di averli scelti per essere il suo popolo. Ma, ancora molto più grave era il peccato di aver fatto inciampare altri nella legge. Non solo loro si erano allontanati dalla via di Dio, ma a causa del loro peccato hanno fatto allontanare anche altri dalla via di Dio. Fratelli e sorelle questo è gravissimo.
Gesù stesso condanna duramente questo peccato, in Matteo 18:4-7. Ricordate che il significato di “scandalo” in questo brano è “far inciampare” qualcuno. Leggo.
“4 Chi dunque si umilierà come questo piccolo fanciullo, sarà lui il più grande nel regno dei cieli. 5 E chiunque riceve un piccolo fanciullo come questo in nome mio, riceve me. 6 Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse legata una macina d’asino al collo e che fosse sommerso nel fondo del mare. 7 Guai al mondo per gli scandali! Perché è necessario che avvengano gli scandali, ma guai a quell’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!” (Matteo 18:4-7 LND)
È gravissimo il peccato di allontanarci dalla via di Dio, ed è ancora più grave il peccato di far inciampare altri, così che chi camminava nella via di Dio, adesso non cammina più nella via di Dio. Fratelli e sorelle, stiamo in guardia per non peccare anche noi come i sacerdoti.
L’amore di Dio
In questa prima parte di Malachia 2, Dio condanna duramente il peccato dei sacerdoti. Il loro peccato era molto grave, era terribile. Dio li aveva messi in quel ruolo come messaggeri da parte sua, e come guide e pastori del popolo. Ma loro, invece di camminare fedelmente nel ruolo che Dio aveva dato loro, si sono sviati e hanno sviato anche le pecore di Dio.
Però, anche qua, nonostante vediamo la severità di Dio, se siamo attenti vediamo anche il cuore e l’amore di Dio.
Infatti, ricordate qual è il motivo per cui Dio parla così duramente riprendendo i sacerdoti? Rileggo il versetto 4 di Malachia 2. Appena dopo aver annunciato terribile disciplina, Dio dice:
“4 Allora riconoscerete che io vi ho mandato questo comandamento, affinché il mio patto con Levi possa sussistere", dice l’Eterno degli eserciti.” (Malachia 2:4 LND)
Dio ha dato loro questo comandamento, cioè, questa parola, promettendo durissima disciplina, affinché il suo patto con Levi potesse sussistere. Ma cos’era questo patto con Levi?
Vediamo la risposta nel versetto 5.
“5 "Il mio patto con lui era un patto di vita e di pace, le quali io gli diedi perché mi temesse; ...” (Malachia 2:5a LND)
Dio stava riprendendo duramente i sacerdoti perché voleva che il suo patto con Levi potesse sussistere. E poi, spiega che il suo patto con Levi era un patto di vita e di pace.
Vedete il cuore di Dio in questo?
Dio stava riprendendo duramente i sacerdoti, perché il loro peccato era gravissimo. Ma non lo stava facendo con un cuore di cattiveria, ma piuttosto con un cuore pieno di amore, per loro e per il suo popolo. Dio voleva che potessero tornare a sperimentare la vita e la pace che Lui aveva dato a Levi perché lo temesse.
La via di Dio è l’unica via di benedizione, e l’unica via che porta alla vita e alla pace. Sviandosi, i sacerdoti erano usciti da quella via per mettersi nella via del peccato, che toglie la pace dal cuore e porta alla morte.
Dio riprende loro severamente, e parla di mandare loro disciplina durissima, ma non lo faceva per bastonarli, ma piuttosto per farli ritornare sulla sua via, la buona e giusta via che porta alla vita e alla pace. Dio voleva dare cose buone ai sacerdoti e al suo popolo, una vita benedetta e un cuore con vera pace.
Fratelli e sorelle, vedete il cuore di Dio in questo? Vedete quanto amore Dio aveva verso di loro?
Dio ha lo stesso amore anche verso ciascuno di noi che siamo suoi figli. Egli ci ha salvati dalle tenebre e ci ha fatti diventare parte del suo popolo. Prima eravamo schiavi del peccato, ma ora siamo schiavi di Cristo, apparteniamo a Dio. Perciò, quando nella nostra stoltezza scegliamo di peccare, di allontanarci da Dio e tornare nei peccati di prima, Dio non ci lascia solo andare, piuttosto, ci riprende, ci corregge, ci disciplina, affinché ritorniamo sulla sua buona e giusta via.
Leggiamo di questo nel Salmo 85:8. Ve lo leggo.
“Ascolterò ciò che DIO, l’Eterno, dirà; certo egli parlerà di pace al suo popolo e ai suoi santi, ma non permetterà che essi ritornino alla follia.” (Salmo 85:8 LND)
Dio ha un cuore pieno di amore verso i suoi, un amore che non possiamo veramente afferrare appieno. E Dio parla di pace al suo popolo, cioè, vuole che siamo in pace con Lui, che abbiamo un rapporto di intima comunione. Ma, allo stesso tempo, Dio non permette che ritorniamo alla follia, cioè ai nostri peccati. Infatti, quando ci allontaniamo da Dio e pecchiamo, Lui ci riprende per riportarci a sé. Quando, tristemente, ci ostiniamo a rimanere nel nostro peccato, come i sacerdoti d’Israele, Dio ci manda anche durissima disciplina, per spezzare il nostro cuore duro, e farci ritornare a sé.
Se ci pensate, fratelli, il fatto che Dio abbia questo cuore verso i suoi figli, verso di NOI, è incredibile, è qualcosa di inspiegabile.
Cosa aveva fatto Israele per meritare tutto questo amore da parte di Dio? Dio doveva solo distruggerli per tutti i loro peccati terribili che avevano commesso.
E, fratelli, cosa abbiamo fatto NOI per meritare tutto questo amore che Dio ha verso di NOI? Nulla, Dio doveva solo distruggerci per tutti i tantissimi peccati terribili che abbiamo commesso.
Oh prego che saremo meravigliati per l’amore che Dio ha verso di noi.
Conclusione
Fratelli e sorelle, in questa prima parte di Malachia 2 abbiamo visto Dio riprendere duramente i sacerdoti di Israele. I sacerdoti stavano peccando, perché non stavano dando ascolto a Dio, e non davano gloria a Dio.
Dio elenca le varie caratteristiche che il sacerdote doveva avere. I sacerdoti di Israele non avevano queste caratteristiche, e per questo stavano peccando davanti a Dio. Però, non dobbiamo correre a puntare il dito ai sacerdoti, sentendoci migliori di loro. Infatti, le qualità che dovevano avere loro, sono qualità che dobbiamo avere anche noi.
Alla luce di questo elenco, che Dio ci ha dato, come stai camminando? Vedi queste qualità nel tuo cuore e nella tua vita?
Hai vero timore di Dio, che condiziona il modo in cui vivi?
Hai la legge della verità nella tua bocca? E cosa esce dalla tua bocca? Esce solo bontà e verità, o anche perversità?
E poi, stai camminando con Dio, nella pace e nella rettitudine, in OGNI campo della vita?
Hai vero amore verso il tuo prossimo, che ti spinge a voler ritrarre dal male chi si trova nel peccato?
E per ultimo, le tue labbra custodiscono la conoscenza? E gli altri possono cercare la legge di Dio dalla tua bocca? Sei ripieno della Parola e dei principi di Dio? Gli altri vedono che non dici del tuo, ma piuttosto parli solo secondo quello che Dio dice?
Oh, fratelli e sorelle, viviamo così, perché questa è la via benedetta che Dio ci ha dato affinché camminiamo in essa.
Il patto di Dio con Levi era un patto di vita e di pace. Dio vuole che abbiamo vita e pace. Viviamo camminando nella via che Egli ha preparato per noi, e potremmo godere della vita abbondante e della pace che Dio ci offre.
E, soprattutto, ricordiamo l’amore di Dio. Dio riprendeva duramente i sacerdoti, a causa dei loro peccati. Ma lo faceva per amore, affinché potessero tornare a camminare nelle Sue vie, e a godere la sua pace.
Grazie a Dio per il suo cuore pieno di amore, che aveva verso i sacerdoti, e che continua ad avere verso di noi, anche oggi.