Aiuto Biblico

L’amore di Dio ci mostra il peccato

Malachia 1

sermone di Leonardo Bevilacqua, www.aiutobiblico.org, per domenica 19/02/2023
Descrizione: Dio ama il suo popolo e perciò parla loro duramente mostrando il loro peccato. Israele peccava contro Dio non onorandolo e non avendo timore di Dio. Servivano Dio per dovere, senza cuore, dando solo lo scarto.
parole chiave: onore, timore, offerte, peccato, amore di Dio

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Introduzione

Oggi, con l’aiuto di Dio vogliamo iniziare a studiare il libro di Malachia.

Malachia è un libro profetico, l’ultimo libro dell’Antico Testamento, ed è un libro in cui Dio riprende severamente il suo popolo per i loro peccati. Dio, tramite Malachia, si rivolge ad Israele rinfacciando loro i loro tanti peccati e mettendo in mostra il loro cuore.

Israele aveva vari peccati gravi che stava commettendo contro Dio, e si era allontanato da Dio. Per questo Dio li riprende duramente, mettendo davanti ai loro occhi, ripetutamente, i loro peccati, e mostrando loro chiaramente la condizione del loro cuore.

Malachia è un libro duro, non solo contro Israele, ma anche contro di noi. Infatti, se siamo onesti, vedremo che i peccati del popolo di Israele sono spesso anche i nostri peccati. I peccati che Dio rinfaccia a Israele sono gli stessi peccati che anche noi commettiamo, anche se magari in forma diversa.

Perciò, guai a noi puntare il dito a Israele e sentirci superiori, perché in quello che condanniamo loro stiamo condannando noi stessi. Piuttosto, invito ciascuno ad avere un cuore umile e pronto a esaminare la propria vita, per vedere se anche tu, in qualche forma, hai gli stessi peccati che avevano loro. Grazie a Dio, quando riconosciamo e confessiamo i nostri peccati, c’è pieno perdono in Gesù Cristo.

L’amore di Dio per il suo popolo

Malachia è un libro duro, di dura riprensione contro il peccato di Israele. Però, seppure in questo libro Dio parla molto contro il suo popolo, se abbiamo occhi aperti noteremo che questo è un libro pieno dell’amore di Dio. Dio riprende duramente il suo popolo, ma lo fa con un cuore pieno di amore.

Infatti, all’inizio del libro, prima di parlare del loro peccato, Dio riafferma al suo popolo il suo amore per loro. La prima cosa che Dio fa è riaffermare il suo amore per loro. Tristemente, però, se da un lato vediamo il cuore di Dio, pieno di amore per il suo popolo, dall’altro lato vediamo il popolo che ha un cuore indurito contro Dio, come a volte abbiamo anche noi.

Seguite mentre leggo da Malachia 1:1, e notate il cuore di Dio per il suo popolo.

“1 L’oracolo della parola dell’Eterno rivolta a Israele per mezzo di Malachia. 2 "Io vi ho amati", dice l’Eterno. Ma voi dite: "In che cosa ci hai amati?".” (Malachia 1:1-2 LND)

Dio, l’Eterno Dio, Creatore di ogni cosa, Sovrano sopra ogni cosa, Onnipotente, Onnisciente, che è tre volte Santo, Dio ha un cuore pieno di amore per il suo popolo. E questa è la prima cosa che dichiara.

Dio amava Israele. E Dio ama anche noi, che per mezzo di Cristo facciamo parte del suo popolo.

L’amore di Dio è la base su cui è scritto tutto questo libro. Infatti, se Dio non avesse amato il suo popolo profondamente, non avrebbe parlato loro del loro peccato. Piuttosto, li avrebbe lasciati nei loro peccati per poi giudicarli e mandarli al tormento eterno. In questo vediamo il cuore meraviglioso di Dio, per Israele, e anche per noi. Dio ha lo stesso cuore anche verso ciascuno di noi che siamo suoi figli.

L’amore di Dio è un amore che non dipende dall’oggetto dell’amore. Israele non aveva fatto qualcosa per ottenere l’amore di Dio, Dio ha solo SCELTO di amarli profondamente. E anche noi non abbiamo fatto nulla per ottenere l’amore di Dio per noi.

Seguite mentre leggo di nuovo dal versetto 1, e notate cosa aveva fatto Israele per ottenere l’amore di Dio.

“1 L’oracolo della parola dell’Eterno rivolta a Israele per mezzo di Malachia. 2 "Io vi ho amati", dice l’Eterno. Ma voi dite: "In che cosa ci hai amati?". "Esaù non era forse fratello di Giacobbe?", dice l’Eterno. "Tuttavia io ho amato Giacobbe 3 e ho odiato Esaù; ho fatto dei suoi monti una desolazione e ho dato la sua eredità agli sciacalli del deserto. 4 Anche se Edom dicesse: "Noi siamo abbattuti, ma torneremo a ricostruire i luoghi desolati"", così dice l’Eterno degli eserciti. "Essi ricostruiranno, ma io demolirò; e saranno chiamati il Territorio dell’iniquità e il popolo contro il quale l’Eterno sarà per sempre indignato. 5 I vostri occhi vedranno e voi direte: "L’Eterno è magnificato oltre i confini d’Israele"".” (Malachia 1:1-5 LND)

L’amore di Dio per Israele era una sua scelta. Dio aveva scelto di amare il suo popolo, non in base a qualcosa in loro, ma per una scelta che veniva tutta da parte di Dio. Non avevano fatto niente per meritarlo. Anzi, avevano fatto tanto per NON meritare l’amore di Dio, come anche noi.

Qui vediamo il cuore di Dio per noi, fratelli. Dio ci ama con un amore puro, perfetto, profondo, e totalmente incondizionato. Però, spesso, l’amore di Dio per noi non è quello che noi intendiamo come amore. Cioè, a volte abbiamo un concetto falso di cos’è il vero amore, e perciò facciamo fatica a vedere l’amore di Dio. Malachia è un libro pieno dell’amore di Dio, ma a prima vista non sembrerebbe. Infatti, è un libro in cui Dio, volta dopo volta, rinfaccia al suo popolo il loro peccato. Ma questo fa parte del vero amore.

L’amore di Dio per noi, il suo popolo, lo spinge a mostrarci e rinfacciarci i nostri peccati, perché solo così possiamo esserne veramente liberati. I nostri peccati ci ostacolano da Dio, dall’avere un rapporto stretto con Lui, ci separano da Lui. E l’unica via per essere riconciliati con Dio è se veramente riconosciamo, di cuore, i nostri peccati e li confessiamo.

A volte, però, nella nostra carne e nel nostro orgoglio non vogliamo vedere i nostri peccati. Vogliamo vederci bene. Vogliamo vederci bravi, buoni credenti. E allora Dio, con tanto amore, ci aiuta a vedere i nostri peccati, ce li mostra, ce li mette davanti, ci mostra quello che c’è nel nostro cuore, in modo che non possiamo più auto-ingannarci. E così, vedendo i nostri peccati, possiamo umiliarci e correre a Dio per avere il perdono.

Quindi, anche se questo libro può sembrare un libro duro, non è un libro duro. Piuttosto, è una manifestazione chiara e meravigliosa dell’amore di Dio per il suo popolo. Grazie a Dio per questo!

Notiamo, in questi primi versetti, che il popolo dubitava l’amore di Dio, nonostante tutto quello che Dio aveva fatto per loro da secoli. Questo è il primo peccato che Dio dichiara contro di loro.

I peccati del popolo: mancanza di onore e timore

Avendo stabilito questa base, che Dio sta parlando al suo popolo per amore, vediamo quali erano i peccati di Israele, per poi esaminare le nostre vite e vedere se non è che anche noi abbiamo gli stessi peccati.

Seguite mentre leggo dal versetto 6.

“6 "Un figlio onora il padre e un servo il suo signore. Se dunque io sono padre, dov’è il mio onore? E se sono signore, dov’è il timore di me?, dice l’Eterno degli eserciti a voi, sacerdoti, che disprezzate il mio nome, eppure dite: "In che cosa abbiamo disprezzato il tuo nome?".” (Malachia 1:6 LND)

Dio è Padre e Signore per i suoi figli, e perciò, l’onore e il timore gli sono dovuti. La radice dei peccati di Israele era proprio la mancanza di onore e di timore verso Dio.

Onorare Dio significa riconoscere chi è Dio, i suoi attributi, e stimarlo per questo, e considerarlo degno di grandissimo onore.

Avere timore di Dio, invece, significa vivere costantemente, come stile di vita, essendo coscienti della santità di Dio e non volendo offenderlo in alcun modo. Avere timore di Dio significa proprio non voler fare alcuna cosa che potrebbe offendere Dio.

La mancanza di onore e di timore verso Dio era la radice dei peccati di Israele, e spesso è anche la radice dei nostri peccati.

Il cuore di Israele

Poi, notate il cuore del popolo. Rileggo dal versetto 6.

“6 "Un figlio onora il padre e un servo il suo signore. Se dunque io sono padre, dov’è il mio onore? E se sono signore, dov’è il timore di me?, dice l’Eterno degli eserciti a voi, sacerdoti, che disprezzate il mio nome, eppure dite: "In che cosa abbiamo disprezzato il tuo nome?". 7 Voi offrite sul mio altare cibo contaminato, eppure dite: "In che cosa ti abbiamo contaminato?".” (Malachia 1:6-7 LND)

Avete notato il loro cuore quando Dio ha rinfacciato loro i loro peccati? Come hanno reagito?

Quella loro domanda: “In che cosa abbiamo disprezzato il tuo nome?”, era una vera domanda? Volevano veramente capire il loro peccato?

No! Piuttosto, volevano vedersi bene, volevano vedersi come bravi credenti, volevano vedersi a posto davanti a Dio. Dicendo questo, implicavano che quello che Dio diceva non era vero. Ma non erano a posto davanti a Dio, avevano grandi peccati che li ostacolavano da Dio.

Esempi pratici del peccato

Andando avanti Dio spiega più nel dettaglio quali erano alcuni modi pratici in cui stavano peccando non onorando Dio e non avendo timore di Lui. Leggere dei loro peccati, però, non ci giova nulla se poi non guardiamo i nostri cuori e le nostre vite per vedere se anche noi facciamo lo stesso.

Seguite mentre leggo dal versetto 7.

“7 Voi offrite sul mio altare cibo contaminato, eppure dite: "In che cosa ti abbiamo contaminato?". Quando dite: "La mensa dell’Eterno è spregevole". 8 Quando offrite in sacrificio un animale cieco, non è male? Quando offrite un animale zoppo o malato, non è male? Presentalo dunque al tuo governatore. Sarà soddisfatto di te? Ti accetterà con favore?", dice l’Eterno degli eserciti.” (Malachia 1:7-8 LND)

Dare a Dio il minimo

C’erano due peccati che il popolo stava commettendo. Il primo, quello più visibile, è che stavano offrendo a Dio cibo contaminato. Si tratta dei loro sacrifici a Dio. Cioè, invece di offrire a Dio il meglio, animali sani, offrivano a Dio lo scarto, quello che non avrebbero offerto a un governatore.

Un governatore, che è un uomo, e ha potere limitato e non ha vera gloria, non avrebbe accettato un animale zoppo o malato. Quanto di più Dio, che è potente al di sopra di ogni cosa, e glorioso con gloria propria.

Stavano dando a Dio lo scarto. Stavano servendo il Signore con il minimo, anzi, con meno del minimo. Non avevano onore per Dio, e non avevano timore di Dio.

A questo peccato, però, hanno aggiunto anche il peccato di disprezzare Dio dicendo: “la mensa dell’Eterno è spregevole”. Erano loro stessi la causa per cui la mensa dell’Eterno era spregevole. Erano loro che stavano offrendo animali malati e zoppi. Ma poi incolpavano Dio per questo.

Israele stava peccando gravemente contro Dio. Però, attenzione: non puntiamo il dito troppo presto contro di loro.

E tu? Stai dando a Dio il meglio che hai?

Noi non offriamo animali in un tempio terreno. Però, come credenti, come figli di Dio, dovremmo offrire le nostre vite come sacrificio a Dio.

Pensate a Paolo. L’apostolo Paolo è un esempio per noi in questo. In Filippesi 1:21 dice:

“21 Per me infatti il vivere è Cristo, e il morire guadagno.” (Filippesi 1:21 LND)

E in 1Corinzi 10:31 ci spiega come dobbiamo vivere, e dice:

“Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun’altra cosa, fate tutte le cose alla gloria di Dio.” (1Corinzi 10:31 LND)

Fratelli, anche se non offriamo sacrifici di animali, siamo chiamati a vivere per la gloria di Dio e per il Regno di Dio, in ogni cosa. Dio dà a ciascuno di noi dei talenti da investire per il suo Regno: ci dà soldi, beni materiali, capacità, e soprattutto, Dio ci dà il TEMPO.

Gli Israeliti peccavano perché tenevano per sé il meglio, e davano a Dio solo lo scarto, quello che neanche loro volevano. Cioè, pensavano prima a sé stessi, alle loro famiglie, e poi davano a Dio le briciole che rimanevano.

Ma ti faccio una domanda: e tu? Cosa stai dando a Dio? Dai a Dio il meglio che hai? Dai prima a Dio, e poi lasci che sia Lui a benedirti? Sei pronto a dare a Dio, per fede, il tuo tempo, i tuoi soldi, le tue capacità?

Israele non aveva a cuore il Regno di Dio. Infatti, vedremo più avanti che servivano Dio per dovere, ma non di cuore. E tu, hai a cuore il Regno di Dio? Vuoi dal profondo del cuore che il Regno di Dio avanzi? Oppure ti interessa di più, magari, avere una vita comoda, senza troppi problemi?

Israele ha scelto la via di dare a Dio lo scarto, cercando effettivamente di auto-benedirsi. Ma solo Dio può veramente benedire. Era tutto un inganno, non ha portato loro niente di buono, anzi, li ha portati ad avere Dio contro di loro.

Non avere il favore di Dio

Nel riprenderli, Dio aggiunge altri dettagli del loro peccato. Seguite mentre leggo dal versetto 9.

“9 Ora dunque implorate il favore di Dio, perché abbia misericordia di noi. "Sono le vostre mani che hanno fatto ciò! Vi accetterà forse con favore?", dice l’Eterno degli eserciti. 10 "Oh, ci fosse almeno qualcuno tra di voi che chiudesse le porte! Allora non accendereste invano il fuoco sul mio altare. Io non prendo alcun piacere in voi", dice l’Eterno degli eserciti, "né gradisco alcuna offerta dalle vostre mani.” (Malachia 1:9-10 LND)

Questo è un parlare duro, ma è la verità. Dio sta mettendo proprio il loro peccato davanti ai loro occhi, ed è spaventoso sentire quello che dice.

Notate che nel versetto 9 dice: “Ora dunque implorate il favore di Dio, perché abbia misericordia di noi.”.

Fratelli e sorelle, avere il favore di Dio è fondamentale nella vita. Se non hai il favore di Dio, la vita non produce cose buone, e non hai una vita benedetta. Però, quando pecchiamo non possiamo solo implorare il favore di Dio rimanendo nel nostro peccato. Solo implorare Dio non basta. Bisogna vedere il peccato, a fondo, ed essere veramente ravveduti.

Anche in questo vediamo l’amore di Dio, e la misericordia di Dio. Dio parla al suo popolo in modo che possano vedere i loro peccati e umiliarsi davanti a Dio, per avere di nuovo il favore di Dio su di loro. Dio ha misericordia, e non lascia i suoi nel peccato.

Servire Dio senza cuore

Nei versetti che abbiamo appena letto, Dio rinfaccia al popolo il fatto che le loro offerte non gli erano gradite. Stavano offrendo a Dio offerte contaminate, lo scarto, e lo facevano per dovere, senza cuore. Era così grave agli occhi di Dio che Lui stesso dice che sarebbe stato meglio se avessero smesso di fare offerte.

Quello che si fa per Dio in modo “formale”, fatto per dovere, per la “bella figura”, è schifoso agli occhi di Dio. Non ha alcun valore. Dio non lo gradisce. Fratelli, Dio non vuole offerte vuote, non vuole “riti”, Dio vuole il nostro cuore. Vuole che siamo rivolti a Lui, vuole che amiamo Lui, vuole che il nostro cuore desideri onorarLo e stare in comunione con Lui. Se abbiamo questo cuore, se abbiamo un cuore per Dio, allora fare offerte a Dio non sarà un dovere, ma piuttosto un privilegio.

Fratelli e sorelle, quando viviamo la vita cristiana come formalità, per dovere, con poco cuore, non è gradevole a Dio. Dio non prende piacere in noi quando viviamo così. Possiamo anche fare cosiddette “grandi opere” per il Signore, ma se non c’è il cuore, se il cuore non è per Dio, tutte le nostre grandi opere non valgono niente.

Infatti, pensate, qual è il più grande comandamento? Gesù stesso ce lo spiega in Matteo 22:35-38. Ve lo leggo.

“35 E uno di loro, dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova, dicendo: 36 "Maestro, qual è il grande comandamento della legge?". 37 E Gesù gli disse: ""Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". 38 Questo è il primo e il grande comandamento.” (Matteo 22:35-38 LND)

Amare Dio è il più grande comandamento. Ma amare Dio non vuol dire seguire fedelmente una religione. I pagani fanno così. Il vero amore per Dio è amare Dio con tutto il cuore, anima e mente, e perciò vivere per Lui in ogni campo della vita, riconoscendo chi è Dio per noi, e quello che ha fatto per noi. Se tu sei un vero figlio di Dio, salvato per grazia per mezzo di Cristo, se veramente riconosci, di cuore, quello che Dio ha fatto per te in Cristo, allora dovresti avere questo cuore verso Dio.

Tristemente, gli Israeliti, come anche noi a volte, avevano perso questo amore per Dio. Continuavano a fare i sacrifici che Dio aveva comandato loro, ma non li offrivano di cuore, ma per dovere. E le loro offerte non erano gradite a Dio, anzi, erano abominevoli ai suoi occhi, al punto che Dio stesso dice che sarebbe stato meglio se avessero chiuso il tempio e avessero smesso del tutto di fare offerte.

Dovere piuttosto che privilegio

Dio va avanti, e continua a rinfacciare al suo popolo il loro peccato. Leggo dal versetto 11.

“11 Poiché dal sol levante fino al ponente sarà grande il mio nome fra le nazioni e in ogni luogo sarà offerto incenso al mio nome e un’oblazione pura, perché il mio nome sarà grande fra le nazioni", dice l’Eterno degli eserciti. 12 "Ma voi lo profanate quando dite: "La mensa dell’Eterno è contaminata e il suo frutto, cioè il suo cibo, è spregevole". 13 Voi dite pure: "Ah, che fatica!", e la trattate con disprezzo", dice l’Eterno degli eserciti. "Così voi portate animali rubati, zoppi e malati; questa è l’offerta che portate. Potrei io gradirla dalle vostre mani?", dice l’Eterno. 14 "Maledetto il fraudolento che ha nel suo gregge un maschio e fa un voto, ma sacrifica all’Eterno un animale difettoso. Poiché io sono un Re grande", dice l’Eterno degli eserciti, "e il mio nome è tremendo fra le nazioni".” (Malachia 1:11-14 LND)

Gli Israeliti vedevano il servizio a Dio come una fatica, un peso, qualcosa di pesante che dovevano fare ma che era solo un dovere. Ma era così? Era veramente solo un comandamento pesante? No, non era un comandamento pesante.

Tu, hai mai visto i comandamenti di Dio come pesanti, o come una fatica, o un dovere? Li hai visto come gravosi?

Israele offriva sacrifici di animali a Dio. Noi siamo chiamati a presentare noi stessi come sacrifici viventi per Dio, mettendo da parte le “nostre cose” per vivere per Dio giorno per giorno. Questo non vuol dire andare a vivere in un monastero, piuttosto, vuol dire vivere la vita quotidiana avendo come traguardo che il Regno di Dio si espanda, che chi non conosce Cristo possa conoscerlo, che chi è già un figlio di Dio sia edificato, e vivere in modo che tutto quello che facciamo lo facciamo per la gloria di Dio.

Fratelli e sorelle, Dio ci ha comprati a caro prezzo, non apparteniamo più a noi stessi. Adesso siamo schiavi di Cristo, e perciò dobbiamo vivere come schiavi di Cristo.

Ma la schiavitù di Cristo non è pesante, piuttosto, al contrario, è l’unica via che veramente porta alla vera, profonda, gioia nel cuore.

Dio ci ha dato i suoi comandamenti per mostrarci la via in cui dobbiamo vivere. Ma i comandamenti di Dio non sono gravosi. Dio non ci dà comandamenti pesanti. Però, i comandamenti di Dio possono diventare pesanti ai nostri occhi. Questo succede quando ci concentriamo sui comandamenti e non su Dio stesso, e anche quando il nostro cuore è lontano da Dio e i nostri desideri non sono allineati alla volontà di Dio.

Cioè, se tu vivi cercando di ubbidire a Dio in tutto, cercando di essere un buon credente per vederti bravo, e questo è il tuo traguardo nella vita, il peso di seguire i comandamenti di Dio ti schiaccerà. L’unico modo per veramente vivere in santità davanti a Dio, ubbidendo ai suoi comandamenti, è di focalizzare lo sguardo su Dio stesso, e su Cristo, pensando giorno per giorno a quello che Lui ha fatto per noi, e pensando al suo cuore per noi. Allora, non vedremo più l’ubbidire a Dio come una fatica, ma come un privilegio e una gioia, perché ubbidire ai comandamenti di Dio è la via che ci porta ad avere vera gioia nel Signore.

Conclusione

Fratelli e sorelle, per oggi ci fermiamo qua. Già solo nel primo capitolo di Malachia abbiamo già toccato vari aspetti della vita per cui ciascuno di noi ha da pensare e da valutare come sta camminando davanti a Dio.

Stai dando a Dio l’onore che merita? Stai vivendo con il timore di Dio?

E poi, stai servendo Dio con il meglio che hai? Stai dando a Dio il meglio del tuo tempo, soldi, capacità? Oppure stai dando a Dio solo le briciole che rimangono, dopo che hai speso tutto per te, o la tua famiglia?

E infine, stai servendo Dio di cuore, o per dovere? Hai una passione per Dio e il Regno di Dio, oppure stai vivendo la vita cristiana come una religione?

Oh prego che ciascuno di noi valuti la propria vita per vedere come stiamo andando nel cammino cristiano. E se vedi che c’è peccato nel tuo cuore, non lasciarlo lì. Corri a Dio, umiliati, confessa il tuo peccato, e poi riprendi il cammino. Grazie a Dio, in Cristo abbiamo vero e pieno perdono ogni volta che ci umiliamo e confessiamo i nostri peccati. E in Cristo abbiamo anche la forza e la guida per riprendere il cammino.

Ma in tutto questo, fratelli, non dimentichiamoci di vedere il cuore di Dio per noi. Il fatto che Dio ci mette davanti i nostri peccati, e ce li mostra chiaramente, è un GRAZIA. Per grazia, per mezzo di Cristo, facciamo parte del popolo di Dio, e Dio ci ama. E come parte del suo amore per noi, Dio ci mette davanti i nostri peccati, perché vuole che siamo purificati e santificati, e vuole che abbiamo vera gioia e pace nel cuore. Oh che possiamo vedere sempre di più il cuore di Dio per noi!