Riassunto di Aggeo 1
Quando pecchiamo e continuiamo a peccare, Dio manda la disciplina, per farci abbandonare il peccato e tornare a Lui. La disciplina non è punizione. Cristo ha preso la punizione per il nostro peccato, se siamo salvati. La disciplina, per quanto possa essere dura e dolorosa, non è punizione, ma piuttosto è uno strumento per farci tornare a Dio.
Perciò, quando ci ravvediamo, Dio toglie la disciplina. Dio ama benedirci. Dio è pieno di benignità. Quindi, Dio manda la disciplina solamente se siamo così duri di cuore da continuare a peccare. Però, Dio è pronto a togliere la disciplina.
Dagli esempi che troviamo nella Bibbia, spesso la disciplina è estremamente pesante a dolorosa. Perciò, se siamo sotto la disciplina, a volte arriviamo ad essere scoraggiati. Quando ci ravvediamo, Dio ci incoraggia, con le Sue promesse e la Sua consolazione.
Nel nostro studio del libro di Aggeo, abbiamo letto di come Dio aveva disciplinato duramente i Giudei che erano tornati da Babilonia, perché avevano trascurato Dio per circa sedici anni. Dio aveva fatto andare male quasi tutto quello che facevano, al punto che avevano poco da mangiare e avevano difficoltà a riscaldarsi quando faceva freddo.
Però, si erano ravveduti, e perciò, Dio aveva dichiarato loro la meravigliosa verità che Egli era con loro. Li aveva incoraggiati ad essere forti, ripetendo che era con loro. Aveva dichiarato che la gloria del tempio che stavano costruendo sarebbe stata più grande della gloria del primo tempio.
Il popolo si era ravveduto, ed ebbe timore di Dio. Quindi, tre mesi dopo la prima profezia, e circa due mesi dopo la seconda profezia, Dio diede loro, di nuovo tramite Aggeo, una parola di incoraggiamento.
Oggi vogliamo riprendere il libro di Aggeo, partendo da questo punto. Ci troviamo tre mesi dopo il primo messaggio che Dio aveva dato loro tramite Aggeo. Ormai essi avevano ripreso il lavoro di ricostruzione del tempio. Ora consideriamo il seguente brano, per capire altre verità che erano utili per loro, e che sono utili anche per noi.
Leggiamo Aggeo 2:10-19.
“10 Nel ventiquattresimo giorno del nono mese, il secondo anno di Dario, la parola dell’Eterno fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo, dicendo: 11 "Così dice l’Eterno degli eserciti: interroga i sacerdoti riguardo alla legge, dicendo: 12 "Se uno porta carne consacrata nel lembo della sua veste e con il lembo tocca pane o cibo cotto, vino o olio, o qualunque altro alimento, diventerà questo santificato?. I sacerdoti risposero e dissero: "No!". 13 Aggeo quindi disse loro: "Se uno, che è impuro per il contatto di un cadavere, tocca una di queste cose, diventerà essa impura?". I sacerdoti risposero e dissero: "Sì, diventerà impura". 14 Allora Aggeo rispose e disse: "Così è questo popolo, così è questa nazione davanti a me," dice l’Eterno "e così è ogni lavoro delle loro mani, e ciò che là mi offrono è impuro. 15 Ed ora, deh, considerate bene da questo giorno in avanti, prima che si mettesse pietra su pietra nel tempio dell’Eterno. 16 Durante tutto quel tempo, quando uno veniva a un mucchio di venti misure ce n’erano solo dieci; quando uno veniva al tino per cavare dal tino cinquanta bati, ce n’erano solo venti. 17 Io vi colpii con il carbonchio, con la ruggine e con la grandine in ogni lavoro delle vostre mani, ma voi non tornaste a me," dice l’Eterno. 18 "Ora considerate bene da quest’oggi in avanti, dal ventiquattresimo giorno del nono mese, dal giorno in cui si posero le fondamenta del tempio dell’Eterno. Considerate questo: 19 c’è ancora del grano nel granaio? La vite, il fico, il melograno e l’ulivo non hanno ancora dato frutto. Ma da questo giorno in poi, io vi benedirò".” (Aggeo 2:10-19 LND)
L’importanza della Bibbia
C’è una verità importante nei versetti 10 e 11, che potremmo facilmente mancare di vedere. Ascoltate mentre li leggo di nuovo. Notate quello che Dio dichiara in modo autorevole, come metro per riconoscere quello che è giusto e quello che è sbagliato.
“10 Nel ventiquattresimo giorno del nono mese, il secondo anno di Dario, la parola dell’Eterno fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo, dicendo: 11 "Così dice l’Eterno degli eserciti: interroga i sacerdoti riguardo alla legge, dicendo: (Aggeo 2:10-11 LND)
Aggeo era un profeta, e quindi Dio parlava direttamente con lui per dargli le varie profezie da trasmettere al popolo. Nonostante questo, quando una verità era già nella legge di Dio, ovvero, la Parola di Dio, non serviva una nuova rivelazione. Serviva guardare a quello che era già nella legge di Dio, per capire una verità.
Qui vediamo il principio importante che la Parola di Dio è autorevole. Nel periodo dell'Antico Testamento, i sacerdoti avevano la responsabilità di spiegare la Parola di Dio. Oggi, sono i pastori-anziani di una chiesa. Però, l’autorità non risiede negli uomini, risiede nella Parola di Dio. L’autorità delle guide di chiesa è limitata a quanto sono fedeli alla Parola di Dio.
Aggeo non doveva chiedere ai sacerdoti il loro parere, doveva chiedere loro cosa diceva la Parola di Dio. Quindi, in questo, Dio sta mostrando l’autorità della Parola di Dio. Questa è una verità importante che vediamo in questo brano.
Principio di santificazione e contaminazione Vv.12,13
Ora, avendo visto che dobbiamo conoscere quello che dichiara la Parola di Dio, per poi ubbidire, arriviamo al messaggio centrale di questo brano. Leggiamo i vv.10-13, per considerare la domanda che Aggeo doveva porre ai sacerdoti.
“10 Nel ventiquattresimo giorno del nono mese, il secondo anno di Dario, la parola dell’Eterno fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo, dicendo: 11 "Così dice l’Eterno degli eserciti: interroga i sacerdoti riguardo alla legge, dicendo: 12 "Se uno porta carne consacrata nel lembo della sua veste e con il lembo tocca pane o cibo cotto, vino o olio, o qualunque altro alimento, diventerà questo santificato?. I sacerdoti risposero e dissero: "No!". 13 Aggeo quindi disse loro: "Se uno, che è impuro per il contatto di un cadavere, tocca una di queste cose, diventerà essa impura?". I sacerdoti risposero e dissero: "Sì, diventerà impura". (Aggeo 2:10-13 LND)
La domanda che Aggeo doveva porre ai sacerdoti, per conoscere cosa ne dicesse la legge, ovvero le Scritture, era una duplice domanda:
Per primo doveva chiedere se una cosa consacrata poteva consacrare cose non santificate?
Poi, doveva chiedere se una cosa impura contaminava una cosa pura, o consacrata.
Prima di esaminare la risposta, è necessario fare un po’ di storia per poter capire meglio questa domanda. Ai tempi di Mosè, Dio diede la Legge ad Israele. Questa legge contiene sia i Dieci Comandamenti, sia tante altre norme che gli Israeliti dovevano seguire. Essi, ad esempio, non dovevano mangiare certi cibi, dovevano considerare consacrate alcune cose, dovevano considerarne altre come impure e così via.
Questi comandamenti servivano per insegnare dei principi spirituali molto importanti. La legge data a Mosè è stata adempiuta in Cristo, quindi è stata sostituita con la legge di Cristo. Perciò, di per sé, essa non è più valida oggi. Però, i principi che troviamo nella legge data a Mosè sono uguali a quelli che troviamo nella legge di Cristo, nel Nuovo Testamento. Perciò, è utile per noi capire questi principi, perché sono validi anche per noi.
Ora consideriamo queste due domande.
Può qualcosa che è consacrato a Dio rendere consacrata qualche altra cosa?
Secondo la legge di Dio, la risposta è un chiaro: “NO”.
Al contrario, se qualcosa di impuro tocca qualsiasi cosa, esso rende impura anche quello che tocca.
Questo concetto è estremamente importante da capire, esso era il principio che Dio stava facendo notare a queste persone tramite Aggeo; oggi, per mezzo delle Scritture, Egli lo dichiara anche a noi.
Notiamo qualche versetto dalla Legge data a Mosè in cui questo principio viene specificato. Secondo la legge di Mosè, il corpo di un morto era impuro.
“Chi tocca il corpo morto di qualsiasi persona sarà impuro per sette giorni.” (Numeri 19:11 LND)
“Chiunque tocca il corpo di una persona morta e non si purifica, contamina la dimora dell’Eterno; quella persona sarà sterminata dal mezzo d’Israele. Poiché l’acqua di purificazione non è stata spruzzata su di lui, egli è impuro; la sua impurità è ancora su di lui.” (Numeri 19:13 LND)
“Tutto ciò che la persona impura tocca sarà impuro; e la persona che tocca questo sarà impura fino alla sera"".” (Numeri 19:22 LND)
Prima di Cristo, quando la legge di Mosè era in vigore, c’erano varie cose che erano considerate impure. C’erano anche delle cose consacrate e, infine, la maggioranza delle cose erano neutrali.
Una cosa consacrata non poteva consacrare né una cosa neutrale, né una cosa impura. Al contrario, una cosa impura rendeva impuro tutto quello che toccava. Con questa legge, Dio insegnava un principio importante agli uomini.
L’applicazione di questo principio
Nel v.14, Dio spiega l’applicazione di questo principio che riguardava la loro situazione. Leggiamo il v.14.
14 Allora Aggeo rispose e disse: "Così è questo popolo, così è questa nazione davanti a me," dice l’Eterno "e così è ogni lavoro delle loro mani, e ciò che là mi offrono è impuro. (Aggeo 2:14 LND)
Nei 16 anni trascorsi da quando erano tornati dall’esilio, questi giudei, avevano offerto sacrifici a Dio sull’altare, insieme ad altre offerte.
Però, allo stesso tempo, stavano peccando contro Dio, non mettendoLo al primo posto nelle loro vite.
Potremmo dire che i loro sacrifici e offerte erano cose consacrate a Dio, però, allo stesso tempo, stavano peccando, non mettendo Dio al primo posto. Quindi, avevano sia il puro che l’impuro nella loro vita.
In base ai principi che Dio aveva appena fatto loro notare, le cose consacrate che avevano offerto a Dio non erano accettate da Dio, perché il loro peccato di non mettere Dio al primo posto aveva contaminato tutto quello che facevano, compreso i loro sacrifici e offerte. Anche i loro sacrifici, nonostante fossero fatti secondo la legge di Dio, erano impuri, essendo stati contaminati dai loro peccati.
Secondo la parola di Dio, a causa dei loro peccati non confessati, tutto quello che avevano offerto a Dio fino a quel momento era impuro. Tutte le loro opere per Dio, tutti i loro sacrifici, erano un’offesa a Dio, erano inutili perché erano contaminati a causa dei loro peccati non confessati.
È importantissimo per noi capire questo principio. Se abbiamo uno o più peccati non confessati, tutto quello che facciamo di buono per Dio viene contaminato, e quindi non è gradito a Dio. Tutte le buone opere che facciamo non possono purificarci quando abbiamo un peccato non confessato. Piuttosto il nostro peccato rende impuro il bene che facciamo.
V.15 riflettete bene
Ora che Dio ha reso chiaro questo principio, ci guida a riflettere sulla nostra vita. Passiamo ora al versetto 15 per capire il resto di quello che l'Eterno ci dichiara tramite Aggeo.
“15 Ed ora, deh, considerate bene da questo giorno in avanti, prima che si mettesse pietra su pietra nel tempio dell’Eterno. 16 Durante tutto quel tempo, quando uno veniva a un mucchio di venti misure ce n’erano solo dieci; quando uno veniva al tino per cavare dal tino cinquanta bati, ce n’erano solo venti. 17 Io vi colpii con il carbonchio, con la ruggine e con la grandine in ogni lavoro delle vostre mani, ma voi non tornaste a me," dice l’Eterno. 18 "Ora considerate bene da quest’oggi in avanti, dal ventiquattresimo giorno del nono mese, dal giorno in cui si posero le fondamenta del tempio dell’Eterno. Considerate questo:” (Aggeo 2:15-18 LND)
Riflettere bene
Due volte in questo brano, Dio invita il popolo a riflettere bene. Ripetutamente nella Bibbia ci chiama a riflettere bene, a considerare attentamente, a pensare e valutare con cura. Quanto è importante riflettere bene su ogni aspetto della nostra vita alla luce dell’eternità e delle verità di Dio. Solo così possiamo riconoscere il nostro peccato e camminare in comunione con Dio, per godere della pace e della gioia della vita cristiana. Riflettere bene richiede un grande impegno e tempo, e dev’essere una priorità nella nostra vita. Non succederà mai per caso.
Solo riflettendo bene possiamo camminare in santità, e scegliere bene nelle decisioni giorno per giorno.
Però, ci sono forti ostacoli per noi nel riflettere bene: Satana, e il mondo, e anche la nostra carne ci ostacolano.
Satana fa di tutto per ostacolarci nel riflettere bene, egli vuole impedirci di considerare attentamente le situazioni della nostra vita e le conseguenze delle nostre azioni.
La nostra carne non vuole impegnarsi a riflettere bene. Piuttosto, vuole cercare i piaceri del peccati, proprio quello che riflettere bene ci aiuta a riconoscere e evitare.
Viviamo in un mondo che ci offre tantissime distrazioni che possono ostacolarci dal riflettere bene. Abbiamo tanti impegni e preoccupazioni che riempiono i nostri pensieri. Dobbiamo imparare a non focalizzarci sui pesi e sui problemi, ma piuttosto, riflettere sulle verità di Dio, e su quello che Dio ci sta insegnando.
Chiaramente, il mondo in cui viviamo oggi è pieno di mille distrazioni. Per esempio, c’è la radio, la televisione, e soprattutto, Internet. Queste cose ci ostacolano dal riflettere bene. Ci riempiono la giornata, e peggio ancora, ci riempiono la mente, non lasciandoci spazio per riflettere veramente bene sulle verità di Dio e sulla nostra situazione davanti a Dio.
Per poter riflettere bene, dobbiamo fermarci, dobbiamo staccarci dall’essere attaccati sempre Internet e alla radio, o alla televisione. Dobbiamo avere momenti tranquilli, senza confusione.
Certamente, questo varierà da persona a persona. Una persona che vive da sola può avere molto più tempo per riflettere rispetto a una mamma con uno o più piccoli bambini. Però, è importante per ogni credente impegnarsi a prendersi del tempo, ogni giorno, per riflettere bene sulle sue scelte e sulle sue situazioni. Dobbiamo confrontare tutto con le verità di Dio. Solo così possiamo riconoscere i peccati e camminare in santità davanti a Dio.
Questo richiederà un grande impegno, perché il mondo in cui viviamo fa di tutto per ostacolarci dal riflettere bene. È un grande aiuto quando passiamo del tempo con altri credenti che vogliono riflettere bene, perché ci sostengono, anziché ostacolarci. Questo è un importante aiuto per poter riflettere bene.
In questo brano, Dio esorta il Suo popolo a riflettere bene su tutto quello che era avvenuto prima di quel giorno, prima che essi avessero iniziato a ricostruire il tempio.
Dio ricorda loro che fino a quel giorno i loro affari erano andati male. Per esempio: se durante la mietitura del grano sembrava che un certa raccolto avrebbe dovuto fornire venti misure di frumento, in realtà dopo averlo vagliato e misurato ne conteneva solamente dieci.
Durante la mietitura, se la quantità di uva raccolta era tale da poter produrre cinquanta misure di vino, in realtà se ne producevano soltanto venti. Le uve non avevano succo a sufficienza.
Questi sono esempi di come andavano le cose. Dio li aiutava a riflettere, affinché potessero capire il motivo per cui le cose erano andate così. Nel v.17, Dio stesso spiega loro perché i loro affari erano andati così male in quegli anni.
“17 Io vi colpii con il carbonchio, con la ruggine e con la grandine in ogni lavoro delle vostre mani, ma voi non tornaste a me," dice l’Eterno.” (Aggeo 2:17 LND)
Le cose non accadono mai per caso. Fino a quel giorno, le cose andavano male per loro perché l'Eterno li stava disciplinando, facendo andare male tutto. L’Eterno controlla tutto per promuovere il Suo piano, per farci abbandonare i nostri peccati e per farci avvicinare a Lui.
Quindi, Dio vuole che sappiano che era stato DIO a provocare tutte le loro difficoltà. Egli aveva mandato il carbonchio, che è un caldo vento che brucia tutte le piante. Dio aveva anche mandato la ruggine, cioè una muffa che, evidentemente, rovinava le piante. Inoltre aveva mandato la grandine, che ha una notevole capacità di distruggere la vegetazione. Dio aveva mandato tutte queste cose per rendere molto povero il loro raccolto. Avevano faticato molto, però avevano raccolto poco.
Dio aveva fatto tutto questopoiché essi avevano continuato a peccare, ma, nella stoltezza e nella durezza del loro cuore, fino a poco prima essi non si erano ravveduti, non avevano abbandonato i loro peccati.
Nel v.18, di nuovo l'Eterno li esorta a riflettere bene su come erano andate le cose fino a quel giorno, ovvero, fino a quando si erano ravveduti. Fino a quel giorno le cose erano andate male. Fino a quel giorno i loro campi avevano prodotto pochissimo. Tutto questo a causa del loro peccato. Dovevano riflettere, affinché potessero capire che la loro disubbidienza li aveva privati delle benedizioni di Dio.
Le cose cambiano
Quando Dio mandò loro questa parola, i loro cuori erano cambiati da poco. Come risposta alla prima profezia tramite Aggeo, essi avevano riconosciuto il loro peccato, si erano ravveduti, avevano messo l'Eterno al primo posto nei loro cuori.
Ora avevano iniziato il lavoro di ricostruzione del tempio. Dio voleva che essi ricordassero quel giorno. Le cose stavano per cambiare, ed era importante per loro prendere nota in modo specifico del momento in cui cambiavano, affinché potessero capire il motivo dei cambiamenti.
Notate la dichiarazione di Dio nel v.19.
“19 c’è ancora del grano nel granaio? La vite, il fico, il melograno e l’ulivo non hanno ancora dato frutto. Ma da questo giorno in poi, io vi benedirò".” (Aggeo 2:19 LND)
Questo messaggio fu dato a novembre, e in Israele, si piantava il grano entro l’inizio di tale mese. Quindi, la risposta alla domanda: “C’è forse grano nel granaio?” era “no!”. Il grano era già stato piantato. Era impossibile per loro, quindi, migliorare la loro situazione. Il grano era già piantato. Non potevano far sì che il grano rendesse di più, né la vigna, né il fico né il melograno o l’ulivo. Il raccolto che aspettavano dipendeva totalmente da Dio.
Quel che Dio voleva far notare loro era che da quel giorno Egli li avrebbe benedetti.
Da quel giorno, la terra avrebbe prodotto abbondantemente perché Dio stava per benedirli. Era importante che loro capissero che l’abbondanza che stava per arrivare sarebbe stata un’opera diretta di Dio, come risultato del fatto che si erano ravveduti.
Quindi, tramite Aggeo, Dio annuncia loro che da quel giorno sarebbero stati benedetti. Dove prima la terra produceva poco, ora avrebbe prodotto tanto. Che meravigliosa benedizione.
Tenete conto che da quello che potevano vedere in quel momento, nulla era cambiato. Avevano poco cibo, e poco altro. Però, ora avevano la parola di Dio che le cose sarebbero state diverse, anche se non c’era alcun cambiamento visibile in quel momento.
Per credere che le cose sarebbero state diverse, a loro serviva la FEDE. Dovevano CREDERE alla Parola di Dio, anziché a quello che vedevano. Infatti, fino alla raccolta, per vari mesi, non avrebbero visto grandi cambiamenti. Serviva la fede.
Molto spesso, Dio richiede la fede anche a noi. Dobbiamo fidarci che Dio farà quello che dichiara di fare, anche quando le circostanze sono ancora tutte uguali.
Un brano che parla di una situazione simile, in cui le persone dovevano ubbidire a Dio fidandosi che Egli li avrebbe curati: è Malachia 3:10. Anche in quel brano, Dio aveva disciplinato i Giudei, perché non avevano messo Dio al primo posto. In questo brano uno dei loro peccati era di non pagare le decime su tutto quello che guadagnavano, che era un comandamento per i Giudei, e serviva per sostentare il tempio e i sacerdoti. Pagare la decima, quando mancava la sicurezza di avere abbastanza per tutte le altre spese, era una atto di fede in Dio, fede che Dio avrebbe provveduto per ogni vero bisogno. Infatti, quello che Dio voleva da loro, e quello che vuole da noi, è la fede. La vera fede produce l’ubbidienza. Tramite Malachia, Dio annunciò ai Giudei che se avessero agito per fede, Dio avrebbe riversato grandi benedizioni su di loro. Ascoltiamo le parole di Dio in Malachia 3:10.
“Portate tutte le decime alla casa del tesoro, perché vi sia cibo nella mia casa, e poi mettetemi alla prova in questo". dice l’Eterno degli eserciti, "se io non vi aprirò le cateratte del cielo e non riverserò su di voi tanta benedizione che non avrete spazio sufficiente ove riporla.” (Malachia 3:10 LND)
Quanto è importante capire che ogni benedizione viene da Dio. Quando scegliamo di non ubbidire a Dio, perché crediamo di doverci impegnare nelle nostre cose, siamo stolti. Quando ci ravvediamo, Dio toglie la disciplina, e riprende a benedirci.
Quando scegliamo di fidarci veramente di Dio e di camminare in ubbidienza, anche quando quell’ubbidienza sembra provocare delle difficoltà, allora Dio risponde con grandi benedizioni, benedizioni che non avremmo mai potuto procurarci per conto nostro. Questo è il messaggio che Dio dà tramite Aggeo, questo è il messaggio che Dio dà tramite Malachia, e questo è il messaggio che troviamo in tutta la Bibbia. Dio ci chiama a camminare per fede.
È importante capire che questo NON vuol dire che se ubbidiamo a Dio non avremo problemi economici o di salute. Spesso, Dio usa i problemi per raffinare la nostra fede. Dio non promette mai che ogni credente avrà tanti soldi o buona salute. Però, quando camminiamo per fede, possiamo essere sicuri che Dio toglierà qualsiasi disciplina che aveva messo nella nostra vita. Dio ama benedire.
Applicazioni per noi
Il messaggio principale di Dio in questo brano è che visto che questi giudei si erano ravveduti, Dio aveva tolto la disciplina. Anziché mandare problemi, stava per mandare benedizioni. Dio voleva che vedessero chiaramente che i cambiamenti che stavano per arrivare erano da Dio, e non per caso. Infatti, nulla succede per caso. Dio controlla gli avvenimenti nella nostra vita, per farci camminare con Dio, per la Sua gloria, e per il nostro bene.
Ricordate che la nostra autorità è la Parola di Dio. Quando dobbiamo decidere quello che è giusto e quello che è peccato, il metro è sempre la Parola di Dio. Non importa quello che fanno gli altri. Non importa quello che siamo abituati a fare. Quello che importa è quello che dichiara la Parola di Dio. Perciò, chiaramente, dobbiamo informarci bene, ma quando abbiamo visto quello che dichiara la Parola, dobbiamo vivere così.
Abbiamo visto che qualsiasi peccato non confessato e non abbandonato rende impuro tutto quello che offriamo a Dio. Nessun sacrificio o impegno può nascondere il nostro peccato a Dio. Dio è santo, e il nostro peccato, qualsiasi tipo di peccato, offende Dio gravemente. Quindi, se abbiamo peccato non confessato, quel peccato contamina tutto quello che facciamo per Dio. Dobbiamo ravvederci.
Però, abbiamo anche visto che quando ci ravvediamo, grazie al sacrificio di Gesù Cristo, Dio ci perdona. Il sacrificio di Gesù Cristo è perfetto, e per mezzo di quel sacrificio, c’è pieno perdono. Quando Dio ci perdona, toglie la disciplina. Quando Dio ci perdona, il nostro impegno per Lui diventa accettevole, anzi, se confessiamo il nostro peccato, Dio trova grande piacere nel nostro impegno per Lui. Dove prima c’era la disciplina, quando confessiamo il nostro peccato inizia a benedirci. Con i Giudei, Dio ha iniziato a portare abbondanti raccolti. Con noi, Dio ci benedice soprattutto spiritualmente con la gioia e la pace della salvezza, e portando frutto dal nostro impegno per Lui.
Infine, abbiamo visto l’importanza di riflettere bene. Dobbiamo valutare la nostra vita, le nostre scelte, le nostre parole, i nostri pensieri, tutti con la Parola di Dio. Quanto è importante considerare attentamente il modo in cui viviamo, e non solo fare quello che sembra la cosa migliore al momento o quello che sembra più conveniente. Riflettere bene è fondamentale per poter vivere la vita cristiana vittoriosamente. Prendere tempo per riflettere bene, confrontando i tuoi pensieri e le tue scelte con la Parola di Dio, può trasformare la tua vita. Ti aiuterà a riconoscere pensieri falsi, e scelte sbagliate. Quindi, voglio incoraggiare ciascuno a impegnarsi a prendersi del tempo per riflettere bene. Questo può cambiare la tua vita.
Perciò, cari amici, prendiamo la Parola di Dio come la nostra autorità. Abbandoniamo i nostri peccati, aggrappandoci al sacrificio di Gesù Cristo sulla croce. Riflettiamo bene su ogni aspetto della nostra vita. Camminiamo per fede, in ubbidienza. Abbandoniamo ogni peccato. Confidiamo nel Signore. Non saremo delusi.