Aiuto Biblico

La disciplina di Dio: Suo amore per noi

Aggeo 1:1-11

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 17 giugno 2018, – cmd si –
parole chiavi: Aggeo, disciplina, da dove viene il male, esaminarci.

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La benedizione più grande in assoluto nella vita è avere uno stretto rapporto con Dio. Abbiamo quel tipo di rapporto quando viviamo per la Sua gloria. Purtroppo, spesso, non vediamo Dio come la più grande benedizione, e perciò, trascuriamo la Sua gloria. Siamo presi dalle cose terrene, e ci impegniamo e ci affatichiamo per cose terrene. Però, questo è un grave peccato. Tramite la Bibbia, Dio ci insegna che LUI è la vera benedizione. Quando cerchiamo DIO con tutto il nostro cuore, sarà Lui a provvedere per i nostri bisogni terreni.

Nell’ultimo sermone, abbiamo considerato la situazione dei Giudei che erano tornati dall’esilio. Dio aveva gestito tutte le circostanze in modo che l’esilio durasse settant’anni, come aveva dichiarato tramite il profeta Geremia. Alla fine di quel periodo, come aveva annunciato tramite Isaia, Dio diede a Ciro di Persia la vittoria sui babilonesi; così Ciro fece un editto con il quale permise al popolo giudeo di tornare a Gerusalemme per ricostruire il tempio.

Così, all'incirca nel 538 a.C., un primo gruppo di circa 50.000 Giudei tornò in Giuda. Appena si stabilirono, eressero l’altare, per poter iniziare di nuovo ad offrire sacrifici al Signore. Poi, posero le fondamenta del tempio.

Però, ben presto arrivò l'opposizione dei popoli circostanti. Perciò, i Giudei abbandonarono i lavori di ricostruzione del tempio. Il lavoro restò fermo per circa sedici anni. A quel punto, il SIGNORE mandò i profeti Aggeo e Zaccaria, per far capire al popolo giudeo il suo peccato di aver trascurato Dio.

Dio inviò cinque messaggi al Suo popolo tramite Aggeo, in un periodo di quattro mesi. Consideriamo questi messaggi, perché si applicano moltissimo anche a noi.

Messaggio 1: Aggeo 1:1-11

Troviamo il primo messaggio di Aggeo in Aggeo 1:1-11. Leggo il v.1.

“Nel secondo anno del re Dario, il sesto mese, il primo giorno del mese, la parola dell’Eterno fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo, a Zorobabel, figlio di Scealtiel, governatore di Giuda, e a Giosuè, figlio di Jehotsadak sommo sacerdote, dicendo:” (Aggeo 1:1 LND)

Zorobabel era il governatore e Giosuè era il sommo sacerdote. La Parola dell’Eterno fu rivolta loro tramite Aggeo, il profeta. Così, tutti e tre si sarebbero potuti recare dal popolo.

Il governatore, Zorobabel, era un discendente diretto del re Davide. Non gli era permesso di essere re, però rappresentava la linea di Davide. Giosuè, il sommo sacerdote, era un discendente diretto di Eliezar, figlio di Aarone, la linea di sacerdoti che Dio aveva stabilito al tempo di Mosè.

Quindi, questi tre uomini, rappresentavano i ruoli di profeta, re e sacerdote. Questi tre uffici furono adempiuti pienamente in Gesù Cristo: il profeta, il re ed il sacerdote.

Versetto 2: non è ancora il tempo

Ora consideriamo il contenuto di questo primo messaggio che Dio diede ad Aggeo per questi Giudei, e tramite la Bibbia, anche a noi. Leggiamo i vv.2-4:

“2 "Così dice l’Eterno degli eserciti: Questo popolo dice: "Il tempo non è ancora giunto, il tempo in cui la casa dell’Eterno dev’essere ricostruita"". 3 Allora la parola dell’Eterno fu rivolta loro per mezzo del profeta Aggeo, dicendo: 4 "E’ forse questo il tempo per voi di abitare nelle vostre case ricoperte, mentre questo tempio giace in rovina?".” (Aggeo 1:2-4 LND)

Notate prima di tutto come Dio si identifica: “Così dice l’Eterno degli eserciti”. “L’Eterno degli eserciti” è quel nome di Dio che sottolinea la Sua autorità e il Suo potere e, quindi, sottolinea la necessità di prestarGli ubbidienza. Quanto è importante ricordare che Dio è il SOVRANO SIGNORE, che merita la nostra obbedienza. È fondamentale avere un chiaro concetto della persona di Dio.

L’Eterno ripete quello che i Giudei dicevano per giustificare il fatto che non avevano ripreso l’opera di ricostruzione del tempio.

“Questo popolo dice: "Il tempo non è ancora giunto, il tempo in cui la casa dell’Eterno dev’essere ricostruita"". (Aggeo 1:2 LND)

I Giudei non avevano rifiutato di ricostruire il tempio. Anzi, dalle loro parole, si capisce che erano d'accordo sulla necessità di eseguire quell’opera. Però, non si erano impegnati per Dio, e si scusavano dicendo che non era ancora venuto il tempo adatto.

Sicuramente, avevano tante ragioni che potevano sembrare valide. Sappiamo che c’era ancora l’opposizione dei popoli confinanti. Poi c’erano anche altre attività da svolgere per mettere a posto la loro città, le loro case ed i loro campi. Certamente, queste attività erano importanti, e potrebbero sembrare validi motivi per non trovare il tempo per impegnarsi nel grande lavoro della ricostruzione del tempio.

Però, dietro a questi ragionamenti c’era il vero motivo. La vera ragione per la quale essi non avevano ancora trovato il tempo per ricostruire il tempio era che la gloria di Dio non era la loro vera priorità.

Quanto spesso accade anche a noi di non rifiutare in modo diretto di impegnarci per la gloria di Dio, ma troviamo delle scuse per rimandare quell'impegno, perché preferiamo impegnarci nelle nostre cose. Questo è perché Dio non è il nostro tesoro.

Rimandare il vivere pienamente per Dio è la stessa cosa che rifiutare. Se una donna rimanda di accettare di sposare un uomo, finché rimanda, il risultato è uguale al rifiutare.

Se Dio mi comanda qualcosa, e la rimando, è lo stesso risultato come se avessi rifiutato. Non viene fatta.

Se trascuriamo di impegnarci per la gloria di Dio, il risultato è lo stesso come se avessimo rifiutato. Così dimostriamo che Egli è meno importante di altre cose.

Il fatto che ci fosse opposizione da parte dei popoli intorno non era una scusa valida, perché l’ubbidienza a Dio non deve essere condizionata dalle difficoltà e dalle prove. Piuttosto, dovremmo vedere le prove come un’opportunità per crescere nella fede e vedere meglio la potenza di Dio in azione.

Nel v.4, Dio dimostra che il vero problema era che essi avevano le priorità sbagliate. Ascoltiamo il v.4.

“"È forse questo il tempo per voi di abitare nelle vostre case ricoperte, mentre questo tempio giace in rovina?".” (Aggeo 1:4 LND)

Il termine “ricoperte” descrive una finitura bella. Il tempio di Dio era in rovina, mentre le loro case erano messe molto bene. Avevano lavorato tanto per avere belle e comode case, ma non avevano tempo di lavorare al tempio di Dio.

In sé, non è sbagliato avere una casa rivestita, ma questo dimostra che il loro peccato era che la gloria di Dio non era la loro priorità. Dio non era il loro tesoro. La gloria di Dio è il tuo tesoro?

Riflettete bene

A questo punto, il SIGNORE chiede loro di riflettere, per valutare se la loro condotta era veramente giusta. Chiede loro di valutare se stavano ricevendo le benedizioni di Dio. Leggiamo i vv.4-6.

“4 "È forse questo il tempo per voi di abitare nelle vostre case ricoperte, mentre questo tempio giace in rovina?". 5 Perciò ora dice l’Eterno degli eserciti: "Considerate bene il vostro comportamento! 6 Avete seminato molto, ma avete raccolto poco; mangiate, ma non fino a saziarvi; bevete, ma non fino a soddisfare la sete, vi vestite, ma nessuno sta al caldo; chi guadagna un salario, lo guadagna per riporlo in una borsa forata".” (Aggeo 1:4-6 LND)

Ripetutamente, Dio ci chiama a riflettere ed a giudicare se le nostre scelte sono veramente quelle giuste, e se portano ad una vita vissuta per la gloria di Dio, che ci portano ad essere benedetti da Dio.

Vivere per la gloria di Dio vuol dire mettere Dio al primo posto, e fidarci che Dio provvederà ai nostri bisogni. Vuol dire credere che la Sua cura sarà quella giusta, anziché cercare di curare noi stessi al costo di trascurare Dio.

Vuol dire desiderare la gloria di Dio e la comunione con Lui più di qualsiasi altra cosa.

Quando trascuriamo Dio, è quasi sempre perché Dio non è il nostro tesoro e non desideriamo conoscere di più di Lui.

Questi Giudei vivevano come spesso viviamo noi. Dio non era il loro tesoro, perché trascuravano le cose di Dio per pensare ai loro bisogni terreni. Come conseguenza, Dio non li stava più benedicendo, e tramite Aggeo, li invita a valutare l’andazzo della loro vita.

La disciplina di Dio vv.5,6

Dio aveva mandato la Sua disciplina su questi Giudei, ma fino a quel punto, non avevano riconosciuto che era la disciplina di Dio. È molto importante capire questo.

A volte, siamo così abituati ai nostri ragionamenti sbagliati che non riconosciamo i nostri peccati, e non riconosciamo la disciplina di Dio nella nostra vita. Se ignoriamo volta dopo volta le esortazioni che Dio ci manda, possiamo arrivare a non riconoscere la disciplina di Dio.

Questi Giudei non stavano riconoscendo la disciplina di Dio. Perciò, Dio dice a loro di considerare la loro vita, e quello che Egli stava facendo loro. Leggo i vv. 5,6. Notate che essi erano sotto la disciplina di Dio, anche se non avevano riconosciuto questo fino a quel punto.

5 Perciò ora dice l’Eterno degli eserciti: "Considerate bene il vostro comportamento! 6 Avete seminato molto, ma avete raccolto poco; mangiate, ma non fino a saziarvi; bevete, ma non fino a soddisfare la sete, vi vestite, ma nessuno sta al caldo; chi guadagna un salario, lo guadagna per riporlo in una borsa forata".” (Aggeo 1:5-6 LND)

In questi versetti, vediamo alcuni esempi della disciplina di Dio su questi Giudei. Notate che come disciplina, Dio rendeva la loro vita molto pesante e difficile, nonostante si impegnassero tanto. Notiamo alcuni esempi della disciplina di Dio.

Per esempio, Dio dichiara: “Avete seminato molto e avete raccolto poco”; Solo Dio può fare crescere le piante, che servono agli uomini per cibo. Vediamo nel v.10 come Dio li ostacolava nell'avere buoni raccolti.

“Perciò sopra di voi il cielo ha trattenuto la rugiada e la terra ha ritenuto il suo prodotto.” (Aggeo 1:10 LND)

L’uomo può piantare, ma solamente Dio può fare crescere. Questo è vero in ogni campo della vita. Un buon esito dipende sempre da Dio. Dio controlla la pioggia, controlla tutto.

Perciò, trascurare le cose di Dio per cercare di migliore la nostra vita con il nostro impegno è grande stoltezza. Questo ci ricorda il principio che Gesù insegnò in Matteo 6:33, parlando delle cose materiali che ci servono. Egli dichiara:

“Ma cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte.” (Matteo 6:33 LND)

Queste persone NON stavano cercando per primo il regno di Dio, e perciò, Dio non stava concedendo buoni risultati ai loro impegni, piuttosto, faceva andare tutto male. Dio elenca i campi in cui il loro impegno non portava i risultati che essi desideravano. I loro raccolti erano poveri, i loro vestiti non li tenevano caldi, il loro guadagno non rimaneva. La mano di Dio era contro di loro, per far notare i loro peccati e farli tornare a Lui.

La disciplina di Dio

I vv.9-11 parlano ancora dei loro peccati e della disciplina di Dio. Notiamo prima il v.9 in cui, di nuovo, Dio parla della Sua disciplina, e del motivo per cui stavano subendo questa disciplina. Leggo il v.9.

“"Vi aspettavate molto, ma in realtà c’è stato poco; quando poi l’avete portato a casa, io l’ho soffiato via. Perché?" dice l’Eterno degli eserciti, "a motivo del mio tempio che giace in rovina, mentre ognuno di voi corre alla propria casa.” (Aggeo 1:9 LND)

Dio stava disciplinando questi Giudei, perché si impegnavano nelle loro cose, e non nelle cose di Dio. Nel loro contesto, non si erano impegnati a riedificare il tempio di Dio.

È importante riconoscere che il loro peccato non era qualcosa di palese. Non stavano seguendo degli idoli di pietra, come avevano fatto tanti altri Giudei nei secoli precedenti. Non avevano abbandonato i sacrifici stabiliti da Dio, che continuavano ad offrire sull’altare che avevano ricostruito appena tornati dall’esilio.

Il loro peccato era un cuore che non era focalizzato su Dio. Era un peccato di cuore, che, come risultato, li aveva portati a trascurare la ricostruzione del tempio.

Sopra ogni altra cosa, a Dio importa dei nostri cuori. I cuori di questi Giudei non erano focalizzati su Dio. Dio era meno importante per loro di quanto lo fossero i loro impegni terreni. Vediamo questo dal fatto che trascuravano il tempio mentre curavano le loro case.

Carissimi, attenzione, perché è facile per noi cadere in questo peccato, ed è difficile riconoscerlo. È facile notare certi grossi peccati che gli altri commettono e che noi non facciamo, come adulterio, uccidere, mentire, e rubare. Invece, non avere Dio come il nostro tesoro è più difficile da riconoscere, perché anche quando la nostra vita sembra andare bene, nel nostro cuore può nascondersi il grave peccato di non avere vera premura per le cose di Dio.

Visto che questi Giudei commettevano il peccato di avere più premura per le loro faccende che per le questioni riguardanti Dio, Dio li aveva colpiti con la Sua dura disciplina. Leggiamo ancora i vv.10 –11, notando la disciplina di Dio.

“10 Perciò sopra di voi il cielo ha trattenuto la rugiada e la terra ha ritenuto il suo prodotto. 11 E io ho chiamato la siccità sul paese, sui monti, sul grano, sul mosto, sull’olio e su tutto ciò che il suolo produce, sugli uomini, sul bestiame e su tutto il lavoro delle vostre mani".” (Aggeo 1:10-11 LND)

Questi Giudei si impegnavano molto nei loro lavori, però, Dio operava in modo che ricevevano poco. Dio aveva chiuso il cielo, o come spiega, aveva chiamato la siccità sul loro paese, e su tutti i loro lavori, in modo che la loro economia andasse molto male.

Tutto questo male veniva da Dio, per far riconoscere il loro peccato e spingerli a ravvedersi.

Tanti vogliono credere che mentre il bene viene da Dio, il male viene da Satana. Ma in realtà, dietro tutto, è Dio che manda il bene e il male, secondo il Suo sovrano controllo su tutto. Dio manda la pioggia, e manda la siccità. Dio dà in abbondanza, e Dio porta via quello che è stato raccolto. Dio è in controllo di tutto, e si serve di tutto per operare nei nostri cuori. Grazie a Dio che è LUI che controlla sia il bene che il male, perché questo vuol dire che il male che ci arriva, arriva per il nostro bene se siamo figli di Dio. Dio è sovrano, e fa cooperare tutte le cose per il nostro vero bene.

Il nostro vero bene è riconoscere e abbandonare il nostro peccato, e tornare a mettere Dio al primo posto. Perciò spesso, per farci tornare a Lui, Dio ci manda quello che ci fa soffrire molto. Però, se questo ci porta ad abbandonare il nostro peccato, sta cooperando al nostro vero bene, perché ci porta a stare più vicini a Dio.

Questi Giudei dicevano come scusa che non era il momento di ricostruire il tempio. Però, si stavano impegnando molto nelle loro cose. Avevano le priorità sbagliate. Per questo, Dio aveva mandato una dura disciplina su di loro. Però, non avevano riconosciuto che era Dio. Perciò, Dio parla tramite Aggeo per far capire loro che è disciplina.

Considerate: loro trascuravano l’opera di Dio per curare le proprie cose, come le loro case e i loro campi. Perciò, proprio in queste cose Dio portava il male anziché il bene. La disciplina di Dio era pesante, per far riconoscere il loro peccato. Il loro impegno, senza la benedizione di Dio, non poteva portare i risultati che loro volevano. Questa è la verità che troviamo in Salmo 127:1,2.

“1 Se l’Eterno non edifica la casa, invano vi si affaticano gli edificatori; se l’Eterno non custodisce la città, invano vegliano le guardie. 2 E’ vano per voi alzarvi di buon’ora e andare tardi a riposare e mangiare il pane di duro lavoro, perché Egli dà lo stesso ai suoi diletti nel sonno.” (Salmo 127:1-2 LND)

Possiamo impegnarci quanto vogliamo, ma se Dio non opera, sarà tutto invano.

Aggeo fu mandato da Dio per ricordare al Suo popolo, e anche a noi tramite la Bibbia, che è stoltezza trascurare le cose di Dio per impegnarci nelle nostre cose, perché se il SIGNORE non benedice, non possiamo da noi stessi far andare bene le nostre cose.

La vera saggezza è mettere sempre Dio al primo posto, perché Egli ci ha creati per portare gloria a Dio.

Per l’uomo naturale, un uomo che non conosce Dio, questo principio sembra pazzia. Per un uomo senza Dio, l’idea di mettere le proprie cose al secondo posto per cercare prima il regno di Dio sembra assolutamente assurdo, perché quell'uomo non riesce a vedere il valore della comunione con Dio, e anche perché egli pensa che le cose dipendano dal proprio impegno, e magari da un po’ di fortuna.

Invece chi è salvato in Gesù Cristo, sa, anche se qualche volta se ne dimentica, che solamente il SIGNORE può benedire le nostre imprese umane. Quindi, l’uomo spirituale dimostra vera saggezza quando sceglie di camminare per fede, confidando in Dio, anziché in se stesso. In questo caso, egli cercherà prima il regno e la giustizia di Dio. Poi sarà Dio stesso a prendersi cura di lui. Questo è il messaggio di Aggeo, ed è il messaggio di tutta la Bibbia.

La bontà di Dio nella disciplina

Consideriamo la disciplina di Dio su questi Giudei, per capire la disciplina di Dio che arriva anche a noi.

La disciplina che Dio aveva mandato su questi Giudei era veramente dura, però in realtà era un atto di grande bontà e amore. Consideriamo come possiamo vedere la bontà di Dio in questa dura disciplina.

Prima di tutto, vediamo la bontà di Dio nel fatto che questi Giudei meritavano una punizione molto più dura. Dio avrebbe potuto farli andare di nuovo in esilio come schiavi, o avrebbe potuto inviare un nemico ad ucciderli. La disciplina era molto meno di quanto meritassero. In realtà, la disciplina non era punizione. Era solo quello che serviva per attirare la loro attenzione, per farli tornare a Dio.

Vediamo la bontà di Dio nel fatto che inviò loro due profeti, Aggeo e Zaccaria, per aiutarli a riconoscere la disciplina di Dio, in modo da risvegliare i loro cuori. Così potevano godere di nuovo della comunione con Dio e delle Sue benedizioni.

Prego che noi possiamo riconoscere la bontà di Dio quando Egli ci manda la Sua disciplina. La disciplina di Dio è un atto di amore.

Infatti, Dio non disciplina coloro che non sono veramente Suoi figli. I mali che succedono a chi non è un figlio di Dio non portano del bene. Invece, i mali che fanno parte della disciplina di Dio per i Suoi figli portano del vero bene nelle loro vite. Ebrei 12:4-11 ci spiega la disciplina di Dio. Leggo.

“4 Voi non avete ancora resistito fino al sangue, combattendo contro il peccato, 5 e avete dimenticato l’esortazione che si rivolge a voi come a figli: "Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non perderti d’animo quando sei da lui ripreso, 6 perché il Signore corregge chi ama e flagella ogni figlio che gradisce". 7 Se voi sostenete la correzione, Dio vi tratta come figli; qual è infatti il figlio che il padre non corregga? 8 Ma se rimanete senza correzione, di cui tutti hanno avuta la parte loro, allora siete bastardi e non figli. 9 Inoltre ben abbiamo avuto per correttori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo molto di più ora al Padre degli spiriti, per vivere? 10 Costoro infatti ci corressero per pochi giorni, come sembrava loro bene, ma egli ci corregge per il nostro bene, affinché siamo partecipi della sua santità. 11 Ogni correzione infatti, sul momento, non sembra essere motivo di gioia, ma di tristezza; dopo però rende un pacifico frutto di giustizia a quelli che sono stati esercitati per mezzo suo.” (Ebrei 12:4-11 LND)

Quindi, la disciplina di Dio è un atto di amore e di bontà verso di noi, che Dio usa per portarci più vicini a Lui, che è la benedizione più grande possibile. È doloroso al momento, ma porta del vero bene. Il bene arriva quando riconosciamo e abbandoniamo il nostro peccato.

Come cambiare la situazione

Perciò, in Aggeo, dopo che Dio ha mostrato ai Giudei il loro peccato di averLo trascurato, tramite Aggeo Dio spiega loro, nei vv. 7,8, come cambiare per tornare in comunione con Dio. Dovevano cambiare cuore, il che porta ad AGIRE, non solamente a pensare e a pregare. Notiamo i tre verbi di azione che sarebbero il frutto di un cuore cambiato. Ricordate che il cuore giusto avrebbe portato a costruire il tempio.

“7 Così dice l’Eterno degli eserciti: "Considerate bene il vostro comportamento! 8 Salite sui monti, portate legname e costruite il tempio, perché possa compiacermi in esso ed essere così glorificato," dice l’Eterno.” (Aggeo 1:7-8 LND)

Serviva per loro un cambiamento di cuore, che produce sempre un cambiamento di comportamento. Dovevano Salire sulle montagne, Portare del legname, e Ricostruire la Casa di Dio. Dovevano Agire.

Quando stiamo peccando, il primo passo è riconoscere e confessare il nostro peccato a Dio. Però questo è solamente il primo passo. Dobbiamo anche AGIRE, il che vuol dire abbandonare il peccato, e se il peccato consiste nel non aver fatto qualcosa di buono, dobbiamo compiere il bene che finora abbiamo trascurato. Il vero ravvedimento è un cambiamento di cuore che produce un cambiamento di comportamento.

Vediamo questo principio nella predicazione di Giovanni il Battista. Egli predicava il battesimo di ravvedimento, ovvero, chiamava le persone ad essere battezzate come segno del loro ravvedimento. Però, notate che questo avrebbe prodotto in loro un cambiamento di vita.

“5 Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la regione adiacente il Giordano accorrevano a lui, 6 ed erano battezzati da lui nel Giordano, confessando i loro peccati. 7 Ma egli, vedendo molti dei farisei, e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: "Razza di vipere, chi vi ha mostrato a fuggire dall’ira a venire? 8 Fate dunque frutti degni di ravvedimento! 9 E non pensate di dir fra voi stessi: "Noi abbiamo Abrahamo per padre" perché io vi dico che Dio può far sorgere dei figli di Abrahamo anche da queste pietre. 10 E la scure è già posta alla radice degli alberi; ogni albero dunque che non fa buon frutto, sarà tagliato e gettato nel fuoco,” (Matteo 3:5-10 LND)

Il messaggio di Dio non cambia. Quando Dio ci fa vedere i nostri peccati, lo fa affinché possiamo ravvederci, che vuol dire avere un cambiamento di cuore che produce sempre un cambiamento di comportamento. Se non c’è un cambiamento di comportamento, non c’è il vero ravvedimento.

Applicazione

Consideriamo i paralleli fra la situazione di questi Giudei in Aggeo e la nostra situazione.

Questi Giudei erano stati in esilio a causa del loro peccato. Si potrebbe dire che erano lontani da Dio, e lontani da Gerusalemme, dove dovevano adorare Dio. Meritavano di rimanere per sempre in Babilonia. Invece, per grazia, Dio aveva toccato il cuore di Ciro per farli tornare a Gerusalemme.

Lo SCOPO del ritorno era che potessero ricostruire il tempio, per adorare Dio, e per essere una luce della gloria di Dio nel mondo. I Giudei dovevano far vedere la presenza di Dio nel mondo.

Noi, prima della salvezza, a causa dei nostri peccati, eravamo in cattività, lontani da Dio. Per grazia, Dio ci ha liberati, con grande potenza. La SCOPO della nostra salvezza è che lavoriamo per edificare il tempio vivente di Dio, e lo facciamo quando proclamiamo la Sua gloria, e le Sue virtù, come leggiamo in 1Pietro 2:9.

“9 Ma voi siete una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un popolo acquistato per Dio, affinché proclamiate le meraviglie di colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce; 10 voi, che un tempo non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio; voi, che non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete ottenuto misericordia.” (1Pietro 2:9-10 LND)

Dio ci ha salvati affinché edifichiamo il tempio di Dio, la Chiesa, le persone che Dio salva. Dovremmo dedicarci all’opera di Dio con tutto il nostro cuore, per portare gloria a Dio nel nostro mondo. Questo è lo scopo per cui Dio ci ha salvati e lasciati nel mondo.

Invece molto spesso, come i Giudei al tempo di Aggeo, trascuriamo l’opera di Dio per impegnarci nelle nostre cose terrene. Crediamo che non abbiamo ancora tempo per le cose di Dio. E spesso, succede che Dio ritira le sue benedizioni da noi, per rendere la vita pesante, per farci valutare le nostre scelte, come ha fatto con i Giudei tramite Aggeo.

Oh, che possiamo imparare anche noi dal messaggio di Aggeo!

A volte, anche noi crediamo di non aver tempo per Dio. Pensiamo di avere troppo da fare per poterci dedicare alle cose di Dio. In questi casi, il nostro ragionamento è simile a quello di questi Giudei: pensiamo che non sia ancora venuto il tempo in cui dobbiamo adoperarci per il regno di Dio. Oh, che possiamo riflettere bene per capire che tutto il nostro impegno non può portarci il vero bene di cui abbiamo bisogno. Solo Dio può benedirci. Solo Dio può soddisfare il nostro cuore. Riflettiamo bene, per riconoscere se stiamo mettendo Dio al primo posto, oppure trascurandoLo. Il più grande bene è uno stretto rapporto con Dio. Cerchiamo per primo il regno di Dio e la Sua giustizia. Sarà Dio a provvedere per i nostri bisogni terreni.

A ciascuno dico: esaminati. Se riconosci che stai trascurando Dio in qualche modo, allora, ascolta il messaggio di Aggeo. Ravvediti, e poi, cambia modo di vivere. Cambia le tue priorità. Metti Dio veramente al primo posto. Questa è la vita di fede. Questa è la vita che conta.

Grazie a Dio che ci fa vedere i nostri peccati, in modo che possiamo riprendere la via giusta.