Aiuto Biblico

Giona 2 e 3: Dio perdona chi si ravvede

Descrizione: il nostro peccato è gravissimo, ma in Cristo, c’è perdono. Vediamo il cuore di Dio nell'esempio di Giona e di Ninive.
sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 20 maggio 2018, – cmd si –
parole chiavi: perdono, perdonare, Ninive, Giona, ravvedimento.

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Se siamo onesti, per quanto la vita sia piena di problemi, il nostro problema più grande, quello che ci fa più male, quello che non riusciamo a superare da soli, è il nostro peccato.

Nessun problema esterno può macchiare la nostra anima. Invece, ogni nostro peccato, di qualsiasi tipo, macchia la nostra anima, e ci allontana da Dio. È impossibile per l’uomo liberarsi da solo dal proprio peccato.

Quando siamo macchiati dal nostro peccato, non possiamo avere la vera pace, anche quando tutto va bene. Quando siamo macchiati dal nostro peccato, non possiamo avere la vera gioia, anche se ce sarebbero motivi per gioire. Il peccato è il nostro vero nemico.

Davanti al nostro Dio tre volte santo, ogni nostro peccato è un terribile e grave problema.

Ecco perché il perdono è il dono più grande che esiste. Ricevere perdono per i nostri peccati vale più di tutti i tesori della terra. Ricevere il perdono vuol dire essere liberati da un peso che ci porterebbe sempre più lontano da Dio. Ricevere il perdono ci rende liberi di entrare di nuovo nella presenza di Dio.

Però, quando consideriamo la gravità dei nostri peccati, quando consideriamo quanto ogni nostro peccato sia un’offesa a Dio, e quanto dipendiamo da Dio per tutto, l’unica risposta è quella di essere terribilmente aggravati dai nostri peccati, e desiderare, più di qualsiasi altra cosa nella vita, di essere perdonati.

Senza il perdono, siamo senza speranza. Con il perdono, ritorniamo nella luce.

Allora, è fondamentale sapere: Dio è disposto a perdonarci? Alla luce di quanto sia terribile il nostro peccato, alla luce di quante volte abbiamo peccato contro Dio, ripetutamente, offendendoLo sempre di più, perché continuiamo a peccare? Dio è disposto a perdonarci? Qual è il cuore di Dio? Non possiamo avere pace, senza sapere che Dio è pronto a perdonare quando ci ravvediamo di cuore.

Nell'ultimo sermone, abbiamo iniziato a considerare il libro di Giona. Nel capitolo 1, abbiamo visto che Dio aveva comandato a Giona di andare e predicare a Ninive. Però, visto che Giona non voleva lasciare a Ninive la possibilità di ravvedersi, anziché ubbidire a Dio, Giona prese una nave per andare nella direzione apposta, a Tarshish. Però, non ci si può beffare di Dio. E perciò, visto che il piano di Dio era che Giona vi andasse, Dio mandò una terribile tempesta, che rischiava di affondare la nave. I marinai erano terrorizzati, riconoscendo che sarebbero morti così. Dio guidò gli avvenimenti in modo che i marinai riconobbero che Dio aveva mandato la tempesta a causa di Giona. Scoprendo che il motivo era che Giona stava scappando da Dio, chiesero a Giona quello che dovevano fare. Egli rispose loro che dovevano gettarlo dal mare. Non volevano farlo, ma non potendo salvare la nave, furono costretti a farlo. Perciò, pregando Dio di non punirli per quell'atto, gettarono Giona in mare.

Era Dio che aveva mandato quella tempesta terribile, perché stava operando nella vita di Giona. Ma non è solo in casi così che Dio è in controllo degli avvenimenti. Dio è in controllo in tutto, in ogni tempesta, come in ogni giornata soleggiata. Dio manda il sole, e Dio manda la pioggia, Dio gestisce tutto per portare avanti il Suo piano. Prego che possiamo veramente afferrare questa verità, perché solo così possiamo veramente riposarci in Dio nelle tempeste della vita.

Lo scopo della tempesta non era far morire Giona. Non serviva mica una tempesta per quello. Dio può far morire in qualsiasi momento, ovunque. Piuttosto, lo scopo della tempesta e il fatto che Giona dovesse essere gettato nel mare serviva a cambiare il cuore di Giona, in modo che si sarebbe ravveduto, per ottenere il perdono, e per compiere la missione per cui Dio lo aveva mandato.

E perciò, come leggiamo in Giona 2:1, quando fu gettato nel mare, in mezzo alla tempesta che avrebbe normalmente causato subito la morte di chiunque, anziché morire, Giona fu inghiottito da un grosso pesce. Leggo Giona 2:1.

“1 Ora l’Eterno aveva preparato un grosso pesce perché inghiottisse Giona; e Giona fu nel ventre del pesce tre giorni e tre notti.” (Giona 2:1 LND)

Che miracolo! L'Eterno, Dio, il sovrano sull'universo, aveva preparato un grosso pesce perché inghiottisse Giona proprio quando era vicino alla morte, affondando nel mare.

Dopo, nel trovarsi nel ventre del pesce, è chiaro che Giona capì che era tutto gestito da Dio. Giona capiva che Dio lo aveva gettato nel mare, e che Dio lo aveva salvato tramite il pesce.

Giona Ravveduto

E allora, cambiò il cuore di Giona. Giona si ravvide. Leggiamo il capitolo 2, che ci rivela il cuore ravveduto di Giona, e quello di cui abbiamo bisogno noi: un Dio pronto a perdonare.

“1 Ora l’Eterno aveva preparato un grosso pesce perché inghiottisse Giona; e Giona fu nel ventre del pesce tre giorni e tre notti.” “2 Allora Giona pregò l’Eterno, il suo DIO, dal ventre del pesce e disse: 3 "Nella mia sventura ho gridato all’Eterno ed egli mi ha risposto dal grembo dello Sceol, ho gridato e tu hai udito la mia voce. 4 Mi hai gettato in un luogo profondo, nel cuore dei mari, la corrente mi ha circondato e tutti i tuoi flutti e le tue onde mi sono passati sopra. 5 Allora ho detto: Sono stato scacciato dalla tua presenza. Eppure guarderò ancora verso il tuo santo tempio. 6 Le acque mi hanno circondato fino all’anima, l’abisso mi ha avvolto, le alghe si sono avvolte intorno al mio capo. 7 Sono disceso fino alle fondamenta dei monti, la terra chiuse le sue sbarre dietro a me per sempre, ma tu hai fatto risalire la mia vita dalla fossa, o Eterno, mio DIO. 8 Quando la mia anima veniva meno dentro di me, mi sono ricordato dell’Eterno, e la mia preghiera è giunta fino a te, nel tuo santo tempio. 9 Quelli che riguardano alle vanità bugiarde abbandonano la fonte stessa della loro grazia. 10 Ma io con voci di lode ti offrirò sacrifici a e adempirò i voti che ho fatto. La salvezza, appartiene all’Eterno". 11 Allora l’Eterno parlò al pesce e il pesce vomitò Giona sull’asciutto.” (Giona 2:1-11 LND)

È utile capire l'ordine di quello che Giona dichiara. Nel versetto 4, Giona dichiara:

“4 Mi hai gettato in un luogo profondo, nel cuore dei mari, la corrente mi ha circondato e tutti i tuoi flutti e le tue onde mi sono passati sopra.” (Giona 2:4 LND)

Giona riconosce che è stato Dio a gettarlo nel profondo del mare. Cioè, Giona riconosce che era la disciplina di Dio a mandare la tempesta e costringere i marinai a gettarlo in mare. Questo dimostra un cuore contrito. È molto importante per noi riconoscere quando Dio ci disciplina. Quando il nostro cuore non è ravveduto, cerchiamo di giustificare il nostro comportamento. Cerchiamo di vedere la situazione come se fosse frutto del caso, oppure colpa di qualcun altro. Un frutto del vero ravvedimento è il riconoscere che quando abbiamo un peccato non confessato, spesso il male che ci succede è la disciplina di Dio, dovuta al nostro peccato. Giona riconosceva questo, perché era veramente ravveduto.

Notate che nei versetti da 5 ad 8 Giona dichiara di essere stato scacciato dalla presenza di Dio, e di essere affondato nell'acqua, perdendo ogni speranza. È in quel momento che ha guardato a Dio. Notate che Giona non guardò a Dio finché non perse la speranza. Quanto ci danneggia il nostro peccato! Nel versetto 3 Giona dichiara:

“3 Nella mia sventura ho gridato all’Eterno ed egli mi ha risposto dal grembo dello Sceol, ho gridato e tu hai udito la mia voce.” (Giona 2:3 LND)

E' stato nella sventura che ha gridato a Dio, non prima. Giona dichiara la stessa cosa nel versetto 8. Ve lo leggo.

“8 Quando la mia anima veniva meno dentro di me, mi sono ricordato dell’Eterno, e la mia preghiera è giunta fino a te, nel tuo santo tempio.” (Giona 2:8 LND)

Avete notato a che punto Giona si è ricordato dell'Eterno? Quando la sua anima veniva meno dentro di lui. Cioè, quando era senza speranza, quando ha capito che tutto era perso, quando ha capito che la sua ribellione lo aveva portato alla disperazione, lontano da Dio.

Questo esempio di Giona ci rivela che è una grande stoltezza aspettare finché non si è in condizioni disperate prima di arrenderci a Dio. Cioè, Giona ha subito una disciplina terribile, ma era tutto evitabile. Se Giona avesse semplicemente ubbidito a Dio all'inizio, avrebbe evitato questa esperienza terribile.

E noi, siamo diversi di Giona?

Quante volte ci è successo di andare avanti nel nostro peccato, rifiutandoci di arrenderci a Dio, finché non ci troviamo in condizioni molto dolorose, e difficili, o perfino disperate? Che stoltezza! Quanta sofferenza inutile proviamo, per non voler lasciare un nostro peccato. Il peccato ci promette molto, ma in realtà, ci porta solo a perdere le benedizioni di Dio.

La disciplina di Giona è stata terribile. Si trovava nelle acque profonde del mare, con alghe intorno alla sua testa. E' stata un'esperienza terrorizzante. Ha riconosciuto che questa era la pesante mano dell'Eterno contro di lui, perché si era ribellato contro Dio. Prego che noi possiamo imparare dall'esempio di Giona, e arrenderci a Dio quando ci parla, prima che arrivi la disciplina.

La disciplina di Dio è stata terribile, e ha prodotto in Giona quello che Dio voleva, cioè, ha spinto Giona a ravvedersi. E perciò, Giona si è ricordato di Dio e ha gridato all'Eterno con cuore contrito.

Nonostante la gravità del peccato di Giona, nonostante si fosse ribellato contro Dio, nonostante avesse rifiutato di ubbidire all'ordine di Dio di andare a Ninive, quando si è ravveduto, quando di nuovo si è rivolto a Dio, Dio lo ha perdonato. Dio lo ha ascoltato. Infatti, nel versetto 3 Giona dichiara:

“3 "Nella mia sventura ho gridato all’Eterno ed egli mi ha risposto dal grembo dello Sceol, ho gridato e tu hai udito la mia voce.” (Giona 2:3 LND)

L'Eterno ha udito la sua voce, e l’Eterno gli ha risposto. Nel versetto 7, leggiamo:

“7 Sono disceso fino alle fondamenta dei monti, la terra chiuse le sue sbarre dietro a me per sempre, ma tu hai fatto risalire la mia vita dalla fossa, o Eterno, mio DIO.” (Giona 2:7 LND)

Io prego che possiamo capire che per quanto la disciplina di Dio possa essere dura, (e ricordatevi che essa ci arriva solamente se siamo testardi e restiamo nel peccato) quando ci ravvediamo di cuore, quando ci umiliamo davanti a Dio, Dio ci ascolta, e Dio ci perdona. Questo è il cuore di Dio. Questa è una delle verità più importanti che possiamo imparare dal libro di Giona. Il perdono di Dio è fondato sul sacrificio di Gesù Cristo. È per mezzo di Cristo che possiamo essere perdonati!

Essendo ravveduto, nel versetto 9, Giona dichiara che è stoltezza abbandonare Dio per seguire le menzogne, perché seguire le menzogne del peccato vuol dire abbandonare la fonte della grazia. In altre parole, Giona dichiara che era stoltezza quello che egli stesso aveva fatto. In questo vediamo che era veramente ravveduto, e umile. Leggo di nuovo il versetto 9.

“9 Quelli che riguardano alle vanità bugiarde abbandonano la fonte stessa della loro grazia.” (Giona 2:9 LND)

È terribile stoltezza girare le spalle a Dio, per seguire il peccato. Giona aveva fatto questo, rifiutando di ubbidire a Dio. E perciò, aveva subito una disciplina terribile. Ora si era ravveduto. Ora, poteva dichiarare con certezza quello che leggiamo nel versetto 10, conoscendo il cuore di Dio. Leggo il versetto 10.

“10 Ma io con voci di lode ti offrirò sacrifici a e adempirò i voti che ho fatto. La salvezza, appartiene all’Eterno".” (Giona 2:10 LND)

Quando ci ravvediamo, quando abbandoniamo di cuore il nostro peccato, quando ci umiliamo davanti a Dio, allora, Dio ci perdona, e di nuovo abbiamo libero accesso alla presenza di Dio. Ecco perché Giona poteva dire che avrebbe di nuovo offerto sacrifici, e che la salvezza appartiene all’Eterno. Giona sapeva che nonostante la gravità del suo peccato, quando c’è il vero ravvedimento, Dio perdona.

A quel punto, essendo Giona ravveduto, e pronto ad ubbidire a Dio, dal momento che Dio aveva dato la Sua disciplina a Giona per farlo tornare a Dio, Dio toglie via la disciplina. Leggo il versetto 11.

“11 Allora l’Eterno parlò al pesce e il pesce vomitò Giona sull’asciutto.” (Giona 2:11 LND)

Così come la disciplina inizia, così, ad un tratto, finisce. Giona si trova fuori dal ventre del pesce, sull'asciutto. Adesso, poteva ubbidire al comandamento di Dio.

Il ravvedimento dei Niniviti

Ora che la disciplina era passata, Dio chiamò di nuovo Giona a compiere la missione per cui Dio lo aveva chiamato la prima volta. Leggo Giona 3:1, 2.

“1 La parola dell’Eterno fu rivolta a Giona per la seconda volta, dicendo: 2 "Lèvati, va’ a Ninive, la grande città, e proclama ad essa il messaggio che ti comando"”. (Giona 3:1-2 LND)

È un'immensa grazia da parte di Dio l'aver permesso a Giona di compiere questa missione. Visto che Giona aveva rifiutato di ubbidire a Dio, sarebbe stato giustissimo se Dio avesse dato questo incarico ad un altro. È un privilegio essere usati nel piano di Dio. Invece, con grande misericordia e grazia, Dio permise a Giona di riprendere questa missione, perché serviva anche a Giona. Dio aveva veramente perdonato Giona.

Giona capiva questa grazia, e perciò, ubbidendo pienamente al comandamento di Dio, andò a Ninive e predicò che il giudizio di Dio stava per arrivare su di loro. Leggo i versetti 3-4.

“3 Così Giona si levò e andò a Ninive secondo la parola dell’Eterno. Or Ninive, era una città molto grande davanti a Dio, di tre giornate di cammino. 4 Giona cominciò a inoltrarsi nella città per il cammino di una giornata e predicando diceva: "Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta".” (Giona 3:3-4 LND)

Prego che possiamo capire il privilegio di poter ubbidire a Dio. La via della benedizione è la via dell'ubbidienza a Dio, perché solamente camminando in ubbidienza possiamo camminare in comunione con Dio.

A questo punto, notiamo la reazione dei Niniviti quando sentono la proclamazione del giudizio di Dio per la prima volta. Ricordate che da secoli Dio aveva mandato profeti al Suo popolo d'Israele. Volta dopo volta Dio aveva annunciato ad Israele la Sua disciplina, lo aveva esortato a ravvedersi. E volta dopo volta Israele aveva rifiutato di ravvedersi e tornare di cuore a Dio. Perciò, è importante notare che questa è la prima volta che Dio manda qualcuno a Ninive. La reazione dei Niniviti, un popolo pagano, rappresentava una forte riprensione per il popolo di Dio. Leggo i versetti da 5 a 9, dove vediamo come hanno risposto a questa predicazione di Giona.

“5 Allora i Niniviti a credettero a DIO, proclamarono un digiuno e si vestirono di sacco, dal più grande al più piccolo di loro. 6 Quando la notizia giunse al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere. 7 Per decreto del re e dei suoi grandi fece quindi proclamare e divulgare in Ninive un ordine che diceva: "Uomini e bestie, armenti e greggi non assaggino nulla, non mangino cibo e non bevano acqua; 8 ma uomini e bestie si coprano di sacco e gridino a DIO con forza; ognuno si converta dalla sua via malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. 9 Chi sa che DIO non si volga, non si penta e metta da parte la sua ira ardente e così noi non periamo".” (Giona 3:5-9 LND)

Questo è incredibile se confrontiamo la reazione di questi pagani con quella di Israele! Il popolo di Dio, che aveva ricevuto benedizioni dopo benedizioni da Dio, che aveva la legge di Dio, che aveva le promesse di Dio, che conosceva la cura di Dio da secoli, nonostante questo, Israele aveva ignorato l'esortazione di Dio tramite i profeti. Invece le persone di Ninive, persone che avevano seguito sempre falsi dei, sentendo questo avvertimento da Dio tramite Giona, si ravvidero subito e profondamente. Si ravvidero, dal più grande al più piccolo. Perfino il re della città si umiliò profondamente. Questo era un ravvedimento molto più profondo di quello che era normale in Israele. Questo è il ravvedimento che Dio vuole in ciascuno di noi quando cadiamo nel peccato e Dio ci mostra il nostro peccato.

Il peccato è gravissimo! Il peccato è così grave che deve essere punito con la morte, la separazione da Dio, la condanna eterna, il tormento eterno. È più grave di quanto possiamo comprendere davvero. E perciò, quando Dio ci mostra che siamo nel peccato, il vero ravvedimento non è semplicemente chiedere perdono con leggerezza per poi andare avanti con la vita. Piuttosto, quando siamo veramente ravveduti il nostro cuore sarà consumato per la gravità del nostro peccato, e più di qualsiasi cosa vorremo il perdono.

Vi leggo Salmo 51:1-5, in cui sentiamo il cuore di Davide quando si è veramente ravveduto per il suo peccato. Questo è il cuore che vediamo anche nelle persone di Ninive quando Giona predicò a loro. Leggo da Salmo 51. Ecco il cuore che Dio perdona per mezzo di Cristo.

“1 Abbi pietà di me, o DIO, secondo la tua benignità; per la tua grande compassione cancella i miei misfatti. 2 Lavami completamente dalla mia iniquità e purificami dal mio peccato. 3 Poiché riconosco i miei misfatti e il mio peccato mi sta sempre davanti. 4 Ho peccato contro di te, contro te solo, e ho fatto ciò che è male agli occhi tuoi, affinché tu sia riconosciuto giusto quando parli e puro quando giudichi. 5 Ecco, io sono stato formato nell’iniquità e mia madre mi ha concepito nel peccato.” (Salmo 51:1-5 LND)

Davide era consumato per il peso del suo peccato. E vediamo che le persone di Ninive erano consumate per il peso del loro peccato. E così, si ravvidero profondamente. Questo è quello che Dio desidera anche in noi quando pecchiamo.

Voglio notare quello che dicono le persone di Ninive, in Giona 3:9.

“9 Chi sa che DIO non si volga, non si penta e metta da parte la sua ira ardente e così noi non periamo".” (Giona 3:9 LND)

Si ravvedono, e sperano ardentemente nella misericordia di Dio. Parlando così, riconoscono che non meritano il perdono, ma sperano nel cuore di Dio. Grazie a Dio, anche noi possiamo sperare nel cuore di Dio quando ci ravvediamo veramente. Dio ama perdonare chi si ravvede di cuore.

Il cuore di Dio nei loro confronti è lo stesso cuore che vediamo ripetutamente nella Bibbia. Leggiamo il versetto 10.

“10 Quando DIO vide ciò che facevano e cioè che si convertivano dalla loro via malvagia, DIO si pentì del male che aveva detto di far loro e non lo fece.” (Giona 3:10 LND)

Ripetutamente nella Bibbia, vediamo che Dio si pente del male che aveva detto di fare. Questo è il cuore di Dio, un cuore che è pronto a perdonare. Dio ama perdonare, quando c'è il vero ravvedimento.

Quando c'è il vero ravvedimento, Dio perdona nonostante la gravità del nostro peccato. Questo è perché Gesù Cristo è andato alla croce, e ha preso la condanna, in modo che ci sia il perdono per chiunque si ravvede di cuore e confessa il suo peccato.

Infatti, in Matteo 12, Gesù dichiara, parlando del perdono:

“31 Perciò io vi dico: Ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà loro perdonata. 32 E chiunque parla contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma chi parla contro lo Spirito Santo, non gli sarà perdonato, né in questa età né in quella futura".” (Matteo 12:31-32 LND)

Quando Gesù parla di peccare contro lo Spirito Santo, nel contesto, è chiaro che sta parlando di rifiutare di accettare Gesù come il Cristo che può salvare, dopo che lo Spirito Santo ha rivelato Cristo chiaramente a quella persona. Se uno rifiuta il perdono in Gesù Cristo, non c'è alcun altro perdono. È per questo che il peccato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato.

Ma il punto da notare in questo brano è che qualsiasi peccato può essere perdonato in Gesù Cristo. Nonostante la grandezza della santità di Dio, nonostante la gravità di ogni peccato, il valore del sacrificio di Gesù sulla croce è tale che è sufficiente per ottenere il perdono per qualsiasi peccato, se c'è vero ravvedimento e confessione di quel peccato. Oh grazie a Dio per Gesù Cristo, in cui abbiamo il perdono e siamo riconciliati con Dio!

E così, qui in Giona 3, nonostante le persone di Ninive fossero grandi peccatori, quando si ravvedono, Dio li perdona.

Un breve commento. Quando dice che Dio si pentì del male che aveva detto di fare loro, non vuol dire che Dio avesse cambiato idea come noi possiamo cambiare idea. La Bibbia dichiara ripetutamente che Dio non cambia, Dio non impara nuove informazioni, non deve mai rivalutare. Quindi, non cambia mai idea, in questo senso. Allora, cosa vuol dire quando dice che Dio si pentì?

Spesso, la Bibbia parla di Dio in termini umani per aiutarci a capire. Dio si pentì nel senso che ha stabilito di fare una certa cosa, pur sapendo che in questo caso si sarebbero ravveduti. E perciò, dal punto di vista umano Dio si pentì. Infatti, se non si fossero ravveduti, Dio li avrebbe distrutti come aveva detto. Ma nel piano di Dio, era già previsto il loro ravvedimento. Ma questo non c'entra con noi, perché noi possiamo vedere solamente quello che succede, non quello che Dio ha determinato nel Suo cuore.

Perciò, questo brano ci insegna la necessità assoluta di ravvederci quando pecchiamo. Ma ci dà un immenso incoraggiamento a farlo, perché ci mostra il cuore di Dio che è pronto a perdonare, perché Gesù Cristo ha preso la condanna quando si è sacrificato sulla croce.

Conclusione

Ringrazio Dio per quello che ci mostra in questi due capitoli di Giona.

Prima di tutto, abbiamo visto che nonostante la ribellione di Giona, che si era rifiutato di ubbidire al comandamento di Dio di andare a Ninive, e che lo portò perfino alla terribile disciplina di Dio, quando Giona si ravvide, Dio lo perdonò. Dio lo perdonò pienamente, perché questo è il cuore di Dio.

E poi, quando le persone di Ninive si ravvidero, nonostante da secoli avessero peccato contro Dio, Dio li perdonò.

La lezione per noi è che non conviene mai peccare, ma quando abbiamo peccato, in Gesù Cristo c’è perdono. Perciò, quando ti trovi nel peccato, non restare là. Non pensare che sia impossibile tornare a Dio. In Gesù Cristo c’è il perdono. Il sacrificio di Gesù Cristo ci provvede il pieno perdono. In Cristo, c’è libertà dal peccato. Se tu sei nel peccato, ravvediti, guarda a Cristo, e Dio ti perdonerà! Alleluia.