È terribile quando uno dice di essere perdonato da Dio, per i suoi terribili peccati contro Dio stesso, ma non vuole perdonare gli altri. Chi rifiuta di perdonare gli altri, non ha capito veramente il proprio peccato. Infatti, quando rifiutiamo di perdonare, mettiamo in dubbio l'aver veramente capito la grandezza del nostro peccato, e quindi, mettiamo in dubbio l'essere veramente ravveduti, e perciò, veramente perdonati.
Quando si tratta di vedere i peccati degli altri, di natura tendiamo ad avere la vista molto acuta. Invece, quando dobbiamo riconoscere i nostri peccati, spesso siamo molto miopi. Questo è grave, e dobbiamo pregare di avere occhi per vedere il nostro cuore.
Vogliamo concludere oggi il nostro studio del libro di Giona, non solo per conoscere la storia di Giona, ma, vedendo il cuore di Giona, per poter conoscere meglio il nostro cuore, e soprattutto, per conoscere meglio il cuore di Dio. Se il nostro cuore non è come quello di Dio, vogliamo ravvederci per avere un cuore nuovo. Grazie a Dio che Egli è pronto a perdonarci in Gesù Cristo.
Un esempio dal cuore di Giona.
Quando guardiamo la vita di Giona, impariamo che, a volte, non siamo pienamente ravveduti. Possiamo dire di confessare i nostri peccati, ma poi certe circostanze ci fanno riconoscere che il peccato rimane. Ringraziamo Dio quando vediamo questo, perché ci permette di confessare di cuore il nostro peccato.
Vediamo che Giona, sembrava essersi ravveduto, però poi, nel capitolo 4, scopriamo che non era pienamente ravveduto. Consideriamo quello che impariamo da quest'ultimo capitolo di Giona.
Ricordate che nel capitolo 1, Giona era stato chiamato da Dio a compiere la missione importante di andare a Ninive per predicare loro il giudizio di Dio, per spingerli a ravvedersi. I Niniviti erano pagani, ed erano nemici di Israele, il popolo di Giona. Ricordate che di solito, Dio mandava profeti solo al Suo popolo, i Giudei, non ai pagani. Quindi, questo era un avvenimento molto insolito.
Visto che erano pagani e nemici di Israele, Giona non voleva andare, perché non voleva che i Niniviti fossero perdonati. Non voleva che Dio avesse misericordia di loro. Piuttosto, voleva che i Niniviti fossero puniti da Dio, non perdonati. Perciò, scelse di disubbidire a Dio, e prese una nave per Tarshish, la direzione opposta a quella di Ninive.
Però Dio, che è sovrano su tutto, aveva un’opera da compiere in Giona, e perciò non permise a Giona di andare a Tarshish. Dio mandò una tempesta terribile, e i marinai, capendo che era colpa di Giona, furono costretti a gettarlo nel mare. Che terribile e spaventosa disciplina per Giona! Infatti, nella Bibbia, la disciplina è sempre dolorosa ed è sempre pesante. Quanto è importante per noi capire che non conviene arrivare alla disciplina di Dio! Siamo stolti quando continuiamo nel peccato finché non arriva la disciplina. Ringrazio Dio per gli esempi che ci dà, e per gli avvertimenti. Prego che possiamo camminare in santità.
La Bibbia dichiara, per esempio, in 1Corinzi 11, che a volte la disciplina può essere la malattia, e anche la morte fisica.
Nel caso di Giona, la disciplina non portava alla morte, perché Dio doveva ancora lavorare nel cuore di Giona. Perciò Dio aveva preparato un grosso pesce, che inghiottì Giona. Giona restò nel ventre del pesce per tre giorni e tre notte. In quel periodo, Giona si ravvide, e Dio lo perdonò. Il pesce vomitò Giona sulla riva asciutta.
Dio nuovo, Dio diede a Giona la chiamata di andare a predicare a Ninive. Giona andò, e, come abbiamo letto in capitolo 3, i Niniviti si ravvidero, dal più piccolo al più grande. Il loro ravvedimento era più profondo del ravvedimento che era normale nel popolo di Dio.
Nell'ultimo versetto di Giona 3, leggiamo quello che fece Dio quando i Niniviti si ravvidero. Leggo Giona 3:10. Qua, vediamo il cuore di Dio.
10 Quando DIO vide ciò che facevano e cioè che si convertivano dalla loro via malvagia, DIO si pentì del male che aveva detto di far loro e non lo fece.” (Giona 3:10 LND)
Consideriamo il cuore di Dio. Abbiamo visto in capitolo 2 che Dio aveva usato grande misericordia con Giona, quando si era ravveduto nel ventre del pesce. Ora, Dio mostra grande misericordia verso i Niniviti quando si ravvedono. Questo è il cuore di Dio. Dio ama perdonare, e lo fa, ogni volta che uno si ravvede di cuore. Nonostante questi fossero pagani, quando credettero alla Parola di Dio tramite Giona, e si ravvidero, Dio li perdonò, e non mandò la Sua punizione.
Notate un dettaglio utile. Giona era un profeta, mandato per annunciare il giudizio di Dio. Volta dopo volta, vediamo profeti che annunciavano la Parola di Dio, ma i loro ascoltatori non si erano ravveduti. Invece, a differenza di tanti profeti, il messaggio di Giona fu pienamente accolto, e i suoi ascoltatori, i Niniviti, si ravvidero. Quindi, possiamo dire che Dio benedisse Giona con un grande successo, con un vero frutto nel suo ministero. Questo avrebbe dovuto dare grande gioia a Giona.
C'è un altra cosa da ricordare. Dio gioisce di cuore quando gli uomini peccatori si ravvedono. Quando Gesù parla del fatto che era venuto per cercare quello che era perduto, spiega che c'è grande gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede. Vi leggo Luca 15:7, in cui Gesù descrive la gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede.
“7 Io vi dico che allo stesso modo vi sarà in cielo più gioia per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento.” (Luca 15:7 LND).
C'è grande gioia in cielo quando un solo peccatore si ravvede. Immaginate la gioia quando un'intera città di persone si ravvede. Quello che dà gioia a Dio dovrebbe dare gioia a noi. Quindi, Giona aveva ogni motivo per provare grande gioia vedendo i Niniviti ravveduti.
Un cuore come il cuore di Dio
La vera crescita è avere un cuore sempre più come il cuore di Dio.
È importantissimo capire questo. La vera crescita nel nostro cammino con Dio è quando il nostro cuore assomiglia sempre di più al cuore di Dio. Troviamo brani che ci comandano di imitare Dio in tutta la Bibbia. In Levitico 19:2 troviamo il comandamento:
“"... Siate santi, perché io, l’Eterno, il vostro DIO, sono santo.” (Levitico 19:2 LND).
Nel Nuovo Testamento, più volte siamo chiamati a imitare Dio, ad imitare il Signore. Più volte ci viene comandato di perdonare, perché Dio perdona, e di perdonare come Dio perdona. Vi leggo l’ultima parte di Colossesi 3:13.
“… e come Cristo vi ha perdonato, così fate pure voi.” (Colossesi 3:13 LND)
Il punto importante in tutti questi brani e in tanti altri è che il cuore che Dio richiede da noi è un cuore che rispecchi il cuore di Dio. La crescita spirituale è l’essere trasformati nell'immagine di Gesù Cristo. Perciò, nel caso di Giona, che aveva ricevuto il perdono nonostante la gravità del suo peccato, l'unica reazione giusta sarebbe stata che lui, vedendo i Niniviti ravvedersi, avesse provato grande gioia. Pensateci, questi nemici di Dio credono in Dio e si ravvedono. Questo dovrebbe dare grande gioia a chiunque segua Dio.
La Reazione di Giona
Tristemente, la reazione di Giona non era di gioia, lui non era contento che queste persone avessero creduto in Dio e si fossero ravvedute. Piuttosto, Giona era adirato. Leggo Giona 4:1-2.
“1 Ma questo dispiacque molto a Giona, che si adirò. 2 Così egli pregò l’Eterno, dicendo: "Deh, o Eterno, non era forse questo che dicevo quand’ero ancora nel mio paese? Per questo sono fuggito in precedenza a Tarshish, perché sapevo che sei un Dio misericordioso e pieno di compassione lento all’ira e di gran benignità, e che ti penti del male minacciato.” (Giona 4:1,2)
Che terribile era il cuore di Giona! Eppure, se siamo onesti, dobbiamo riconoscere che a volte anche noi abbiamo questo cuore malvagio.
Dio aveva agito con i Niniviti con misericordia, compassione e con grande benignità, così come aveva agito verso Giona con misericordia, compassione e benignità, perdonandolo. Eppure, Giona si adira per il fatto che Dio perdoni i Niniviti. Questo perché Giona voleva il loro male, non il loro bene. Giona era dispiaciuto che non venissero puniti, perché Giona non era misericordioso, Giona non era pieno di compassione, Giona non era pieno di gran benignità.
Pensate a quanto Dio era stato misericordioso con Giona. Giona, un uomo di Dio, che aveva ricevuto molta luce da Dio, si era ribellato a Dio, cercando di andare a Tarshish. Meritava la morte. Dio aveva mandato la tempesta. Ma anziché farlo morire, Dio aveva mostrato grande compassione, mandando il grosso pesce, e poi perdonandolo. Perciò, Giona avrebbe dovuto assolutamente imitare il cuore di Dio e provare gioia per il fatto che i Niniviti si fossero ravveduti e che Dio avesse scelto di non punirli.
Ma il cuore di Giona era ancora molto duro. Giona conosceva il cuore di Dio, che è misericordioso e pieno di compassione e di gran benignità, e lento all'ira. Sapeva che Dio avrebbe perdonato i Niniviti se si fossero ravveduti. Nonostante questo, così grande era la cattiveria di Giona nei confronti dei Niniviti, che era adirato per il loro perdono.
Notate che nel versetto 3 Giona dichiara a Dio che vuole morire. Leggo il versetto 3.
“3 Or dunque, o Eterno, ti prego, toglimi la vita, perché per me è meglio morire che vivere".” (Giona 4:3)
Giona è così arrabbiato che dice di voler morire. Questo non è un frutto della depressione, come quando uno si scoraggia e non vuole vivere. Piuttosto, questa è un'estrema forma di rabbia. Non avendo i risultati che voleva lui, e cioè che Dio avesse ucciso tutti i Niniviti, Giona si arrabbia al punto di dire che vuole morire.
A questo punto, dopo che Dio aveva mostrato grande misericordia verso Giona, salvandolo in mezzo al mare e permettendogli di riprendere la missione di predicare, con questa reazione peccaminosa di Giona, sarebbe stato giustissimo se Dio avesse fatto morire Giona in qualche modo doloroso. Invece, Dio continua a mostrare misericordia e compassione e benignità a Giona. Non lo distrugge, ma piuttosto, gestisce gli avvenimenti per cambiare il cuore di Giona. Notiamo prima quello che Dio dichiara a Giona, in Giona 4:4.
“4 Ma l’Eterno gli disse: "Ti pare giusto adirarti così?".” (Giona 4:4)
La prima cosa che Dio fa è parlare al cuore di Giona. Dio sta spingendo Giona a riflettere sul suo cuore, affinché possa riconoscere che non va bene, per poi ravvedersi.
Vediamo questo più volte nella Bibbia. Per esempio, in Genesi 4, quando Caino porta un'offerta sbagliata, non quello che Dio aveva comandato, anziché punirlo soltanto, Dio parla al suo cuore. Leggo Genesi 4:4-7.
“4 Ora Abele offerse anch’egli dei primogeniti del suo gregge e il loro grasso. E l’Eterno riguardò Abele e la sua offerta, 5 ma non riguardò Caino e la sua offerta. Così Caino ne fu molto irritato, e il suo viso ne fu abbattuto. 6 Allora l’Eterno disse a Caino: "Perché sei tu irritato e perché è il tuo volto abbattuto? 7 Se fai bene non sarai tu accettato? Ma se fai male, il peccato sta spiandoti alla porta e i suoi desideri sono volti a te; ma tu lo devi dominare".” (Genesi 4:4-7 LND).
Io trovo incredibile il cuore di Dio. Aveva ogni diritto di punire Caino. Invece, fa appello al suo cuore, per incoraggiarlo a ravvedersi e riprendere la via giusta. Dio fa la stessa cosa con Giona. Questo ci rivela che Dio ama perdonare. In Esodo 34, Mosè si trova nella presenza di Dio sul Monte Sinai. L'Eterno si presenta a Mosè, descrivendo Se stesso e rivelando il Suo cuore. Ve lo leggo.
“E l’Eterno passò davanti a lui e gridò: "L’Eterno, l’Eterno Dio, misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in benignità e fedeltà,” (Esodo 34:6 LND).
Dio è misericordioso e pietoso, lento all'ira, ricco in benignità e fedeltà. Se uno continua nel suo peccato, Dio punisce. Però, Dio è lento all'ira, e spinge la persona a ravvedersi. Dio aveva usato misericordia con Giona, e adesso usa misericordia con i Niniviti. Ma Giona non ne era contento.
Perciò, Dio parla al cuore di Giona, spingendo Giona a riconoscere che non era giusto che lui si adirasse così. Dio stava aiutando Giona a riconoscere il suo peccato per portarlo a ravvedersi.
Una piccola pausa per incoraggiare ciascuno di noi a riconoscere che Dio parla anche a noi, tramite la lettura, tramite altri credenti, tramite l'insegnamento, per farci riconoscere e abbandonare il nostro peccato. Prego che non rifiuteremo la voce di Dio.
Giona aspetta per vedere
Proseguiamo ora, per vedere come Giona reagisce. Leggo il versetto 5.
“5 Allora Giona uscì dalla città e si mise a sedere a est della città, là si fece una capanna e vi sedette sotto, all’ombra, per poter vedere ciò che sarebbe successo alla città.” (Giona 4:5)
La prima cosa che noto è che Giona non risponde a Dio. Dio aveva chiesto a Giona se fosse giusto che lui si adirasse così. Chiaramente, non era giusto, e Giona lo sapeva. Perciò, Giona non risponde. La sua coscienza non gli permetteva di dire a Dio che era giusto. Perciò, Giona evita di rispondere.
In questo, vedo una forte lezione per noi. Quante volte noi sappiamo nel nostro cuore che una nostra posizione, dichiarazione o comportamento è sbagliato. Qualcuno ci dice che è sbagliato. Ma non vogliamo arrenderci, e perciò, non rispondiamo. Ignoriamo quello che ci dicono, o cambiamo discorso.
Non è che tu hai fatto proprio questo? Io so che io l'ho fatto. Questa è una reazione peccaminosa della nostra carne, che non vuole ammettere di sbagliare. Cambiamo discorso, accusiamo l’altro di qualcosa, o semplicemente ignoriamo quello che ci è stato detto.
Prego che riconosceremo che questo modo di comportarci è peccato. Prego che desidereremo umiliarci e riconoscere quando sbagliamo. Giona non lo fa. Esce, e si siede per vedere quello che sarebbe successo alla città. Posso immaginare che lui sapeva benissimo quello che Dio avrebbe fatto. Ma probabilmente sperava contro speranza che Dio avrebbe punito Ninive. Così si siede per aspettare il passare dei 40 giorni che Dio aveva stabilito.
Dio parla al cuore di Giona
Nonostante la durezza del cuore di Giona, nonostante Giona pur avendo ricevuto misericordia, non voleva usare misericordia con gli altri, nonostante Giona avesse rifiutato di rispondere a Dio quando gli aveva chiesto se era giusto che lui si adirasse così, Dio continua ad operare per toccare il cuore di Giona. Leggiamo i versetti da 6 a 8, per capire come Dio mostra a Giona che il suo cuore non era giusto.
“6 Allora l’Eterno Dio preparò una pianta che crebbe al di sopra di Giona per fare ombra al suo capo e liberarlo del suo male; e Giona provò una grandissima gioia per quella pianta. 7 Allo spuntar dell’alba del giorno seguente DIO preparò un verme che colpì la pianta, e questa si seccò. 8 Quando si levò il sole DIO procurò un afoso vento orientale, e il sole picchiò sul capo di Giona, che si sentì venir meno e chiese di morire, dicendo: "Per me è meglio morire che vivere".” (Giona 4:6,7)
Nonostante Giona fosse nel peccato, Dio prepara una pianta per lui, come atto di benignità. È evidente che i giorni erano caldi, e il sole picchiava. Quindi, sarebbe stato estremamente scomodo per Giona stare seduto sotto il sole tutto il giorno. Perciò, Dio prepara per lui una pianta che cresce velocemente per coprirlo, e che gli dà ombra. Giona era estremamente gioioso per questa pianta. Era un immenso sollievo per lui.
Riflettete con me. Che cosa sta mostrando Dio a Giona preparando questa pianta per lui? Giona era di nuovo in ribellione contro Dio. Giona avrebbe dovuto provare gioia, invece era adirato per quello che Dio aveva fatto.
Dio aveva mostrato a Giona il suo peccato, chiedendogli se era giusto che lui fosse adirato. Ma Giona rimase nel suo peccato, rifiutandosi di rispondere.
Alla luce di tutto questo, nel migliore dei casi, Giona meritava una dura disciplina. Invece, facendo crescere la pianta, Dio stava mostrando a Giona il Suo cuore di misericordia, compassione, e grande benignità. Cioè, la pianta serviva specificamente per mostrare a Giona il cuore di Dio. Così, il peccato di Giona sarebbe stato ancora più lampante.
Però, come leggiamo nel versetto 7, subito, il giorno dopo, Dio fece seccare la pianta, in modo che non avrebbe più coperto Giona, e non gli avrebbe più dato alcuna ombra. Questo serviva per aiutare Giona a riconoscere che la pianta era un atto della grazia di Dio. Giona non aveva lavorato per la pianta, né l’aveva meritata. Era solo una grazia da parte di Dio. E così, come era arrivata, era anche morta.
La reazione di Giona dimostra il suo peccato. Di nuovo, Giona si adira, al punto di dire che vuole morire. Questo è quello che aveva detto anche nel versetto 3, quando aveva capito che Dio aveva perdonato la città di Ninive. Quanto era duro e stolto il cuore di Giona! Quanto era pieno d'orgoglio! Visto che le cose non andavano come Giona voleva, si adira e di nuovo dichiara che vuole morire. Dichiara che la vita non conviene.
Fratelli e sorelle, questo è un gravissimo peccato. Questo è il contrario della mansuetudine. Avere questo tipo di atteggiamento è un frutto dell'orgoglio.
Mi vergogno a dirlo, ma ci sono state volte nella vita in cui le cose andavano proprio in modo contrario a quello che volevo e che ritenevo giusto. E nella mia carnalità, ho avuto il pensiero di Giona, che sarebbe stato meglio morire che vivere. Mi vergogno profondamente di questo, perché con quel pensiero, stavo innalzando un pugno contro la sovrana provvidenza di Dio, la saggia e giusta provvidenza di Dio nella mia vita. Non volevo quello che Dio mi stava dando, volevo circostanze diverse, e questo era un grave peccato da parte mia. Non ero umile, non ero mansueto, non accettavo la sovranità di Dio nella mia vita.
Ringrazio il nostro grande Dio che Egli non può sbagliare nelle prove che ci manda. Dio è pienamente in controllo degli avvenimenti della nostra vita. Se una prova mi è difficile, o dolorosa, o ingiusta, l'unica risposta giusta è per me quella di umiliarmi davanti a Dio e confidare in quello che Egli sta facendo per me. Voler morire è ribellione contro Dio.
Quindi, Giona pecca gravemente contro Dio arrabbiandosi così. E Dio di nuovo parla al cuore di Giona. Leggo il versetto 9.
“9 DIO disse a Giona: "Ti pare giusto adirarti così per la pianta?". Egli rispose: "Sì, è giusto per me adirarmi fino alla morte".” (Giona 4:9)
So che la Bibbia dichiara che Dio è lento all'ira, ma mi meraviglia quanto Dio continui a parlare al cuore di Giona. Dall'altra parte, se sono onesto, è incredibile quante volte Dio ha grande pazienza con me. Questo non dovrebbe mai spingerci a continuare nel peccato. Infatti, la pazienza di Dio non deve mai spingerci a restare nel peccato, piuttosto, dovrebbe spingerci a ravvederci. Leggo quello che la Bibbia ci dichiara in proposito, in Romani 2:4,5.
“4 Ovvero disprezzi le ricchezze della sua benignità, della sua pazienza e longanimità, non conoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento? 5 Ma tu, per la tua durezza ed il cuore impenitente, ti accumuli un tesoro d’ira, per il giorno dell’ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio,” (Romani 2:4-5 LND).
La pazienza di Dio ci spinge al ravvedimento. Se non ci ravvediamo, ci accumuliamo un tesoro d'ira per il giorno di giudizio.
Quando Dio è paziente con te, nel tuo peccato, non usare questo come scusa per continuare nel peccato. Ravvediti. Umiliati. Torna a Dio.
Tornando a Giona, Dio aveva chiesto prima, nel versetto 4, se era giusto che Giona si adirasse così per il fatto che Dio aveva perdonato la città di Ninive. Adesso, Dio chiede a Giona se è giusto che lui si adiri per la pianta. Notate il parallelo.
La prima volta, Giona non osava rispondere. Questa volta, Giona risponde e, ancora duro di cuore, dichiara:
“..."Sì, è giusto per me adirarmi fino alla morte".” (Giona 4:9)
A questo punto, Dio avrebbe dovuto solo scacciare Giona per sempre dalla sua presenza. Invece, Dio mostra ancora a Giona misericordia. Anziché punire Giona, Dio parla di nuovo al suo cuore. Leggiamo le parole di Dio nei versetti 10, e 11.
“10 Ma l’Eterno disse: "Tu hai avuto compassione per la pianta per cui non hai faticato né hai fatto crescere, e che in una notte è cresciuta e in una notte è perita. 11 E non dovrei io aver compassione di Ninive, la grande città, nella quale ci sono centoventimila persone che non sanno distinguere la loro destra dalla loro sinistra, e una grande quantità di bestiame?".” (Giona 4:10-11 LND)
Cosa sta facendo qui Dio? Dio sta aiutando Giona a vedere la gravità del suo peccato, e la durezza del suo cuore. Il cuore di Dio è di aiutarci a vedere il nostro peccato, affinché possiamo confessarlo, e tornare a stare in comunione con Dio.
Dio aveva fatto crescere miracolosamente quella pianta per fare un paragone per far comprendere qualcosa a Giona. Giona non aveva fatto nulla per meritare la pianta. Non l’aveva progettata, non si era impegnato. Eppure, aveva compassione per la pianta e non voleva che morisse.
Dio paragona Giona e la pianta a Dio e Ninive. Dio aveva creato Ninive, come il resto del mondo. Apparteneva a Dio. Se era giusto avere compassione per una piccola pianta, che era nata in un giorno ed era morta in una notte, quanto di più era giusto per Dio avere compassione di Ninive, una grande città nella quale c'erano 120.000 persone che non sapevano distinguere la loro destra dalla loro sinistra.
Cosa vuol dire questo? La frase “non saper distinguere la destra dalla sinistra” significa piccoli bambini, e forse persone mentalmente limitate. Si calcola che nell'antichità il loro numero fosse circa il 20% della popolazione. Perciò, se c'erano 120.000 bambini piccoli, la città intera sarebbe potuta essere di circa 600.000 persone.
Il punto di Dio con Giona era che se in quella città c'erano così tanti piccoli bambini, che ancora non sapevano distinguere il bene dal male, non doveva Dio avere compassione della città? Certo, perché il cuore di Dio è di perdonare. Quello era il cuore di Dio allora, e quello è il cuore di Dio oggi.
Come è finita?
Il libro di Giona finisce qua. Non c'è scritto se Giona ha cambiato cuore o no. Si è ravveduto? Ha cominciato ad avere compassione? Non lo sappiamo per certo. Però, il fatto stesso che Giona abbia raccontato questi avvenimenti, avvenimenti che solo lui avrebbe potuto sapere, e che mostrano il suo peccato, sembra indicare che Giona abbia capito il suo peccato e si sia ravveduto.
In ogni caso, il messaggio principale di questo libro dall'inizio alla fine è la compassione di Dio. Dio ama perdonare chi si umilia e si ravvede dal proprio peccato. Dio si impegna a portarci al ravvedimento, per poterci perdonare.
E perciò, la domanda che faccio a ciascuno di voi è: qual è la condizione del tuo cuore? Hai un cuore di compassione? Hai un profondo desiderio per il bene degli altri, anche per coloro che sono i tuoi nemici? Questo è il cuore di Dio nei nostri riguardi, ed è il cuore che Dio ci comanda di avere nei riguardi degli altri.
Se NON hai questo cuore verso qualcuno, forse verso qualcuno che ti ha fatto molto male, come Ninive aveva fatto male ad Israele, riconosci che il tuo cuore è nel peccato. Riconosci il tuo peccato. Per mezzo di Gesù Cristo, c’è perdono. Grazie a Dio, in Gesù Cristo, Dio ci perdona, e perciò, anche noi dobbiamo perdonare gli altri.
Prego che saremo un popolo pieno di compassione e benignità, così saremo come Dio.