Un pericolo che può manifestarsi mentre leggiamo la Bibbia, soprattutto i racconti storici dell’Antico Testamento, è di leggere il racconto con molto interesse senza però arrivare a riconoscerne i principi che poi dovremmo applicare alla nostra vita.
Possiamo paragonarlo ad un ammalato che legge un articolo che parla di una cura per la sua malattia, e lo legge con molto interesse, ma poi non si impegna ad applicare la cura a se stesso.
Oggi, vogliamo considerare un brano nel libro di Geremia. Questo brano racconta certi avvenimenti che si sono svolti durante il ministero di Geremia. E qui possiamo trarne dei principi importantissimi per noi. Perciò il nostro scopo non è di conoscere semplicemente alcuni fatti della vita di altri ma, tramite le loro esperienze, vogliamo conoscere meglio i principi di Dio, e applicarli alla nostra vita.
fondo storico
Per capire gli avvenimenti di questo brano, ci serve conoscere un po’ lo sfondo storico. Ricordiamo che il figlio di Davide, Salomone, era stato grandemente benedetto da Dio. Però, avendo peccato sposando delle donne pagane, Salomone arrivò perfino al punto di inginocchiarsi davanti agli idoli. Come punizione, Dio tolse dieci delle dodici tribù dal regno di suo figlio, e così il popolo di Dio fu diviso in due paesi, Israele al nord e Giuda al sud. Il paese al nord, Israele, camminava costantemente nel peccato. Dio mandò ai suoi abitanti tanti profeti per avvertirli, ma continuarono a peccare. Perciò Dio mandò la nazione di Assiria contro Israele, e nel 721 A.C. circa, il regno d’Israele fu distrutto, e gli Israeliti furono deportati.
Giuda vacillava e passava da brevi periodi di ubbidienza, a periodi di grande disubbidienza verso Dio. Anche agli abitanti di Giuda Dio mandò tanti profeti, per chiamarli al ravvedimento. Però, essi rifiutarono di ascoltarli. Perciò Dio rese forte la nazione di Babilonia e mandò Babilonia contro Giuda per distruggerla, e portare i Giudei in cattività.
Geremia fu uno dei profeti principali che Dio usò per parlare ai Giudei durante vari anni, sia prima dell’arrivo dei Babilonesi, che durante gli anni di assedio e anche dopo la deportazione. Dio annunciò tramite Geremia che non c’era più possibilità di evitare la deportazione. Comandò ai Giudei, tramite Geremia, di arrendersi al re di Babilonia. I Giudei, non essendo sottomessi a Dio, rifiutarono questo comandamento e considerarono Geremia come un traditore. Infatti egli fu percosso e tenuto prigioniero proprio dai Giudei.
Quando finalmente il re di Babilonia, Nabucodonosor, sconfisse i Giudei e distrusse Gerusalemme, portò in esilio la maggioranza dei Giudei, liberò Geremia e lo lasciò vivere dove voleva. Geremia scelse di rimanere in Israele, per dare aiuto spirituale ai pochi Giudei rimasti nella campagna.
Nabucodonosor lasciò un certo Ghedalia come governatore dei pochi Giudei rimasti. Però poco dopo, venne Ismael, di Ammon, il paese vicino, e uccise Ghedalia. I Giudei rimasti ebbero paura che Nabucodonosor avrebbe pensato che fossero stati loro ad ucciderlo e temettero che il re di Babilonia sarebbe venuto a punirli.
La maggioranza dei Giudei rimasti erano persone povere. Però c’erano anche dei soldati e dei capitani che avevano evitato di essere catturati dai Babilonesi, nascondendosi nella campagna di Giuda. Questi capitani e soldati, essendo armati, comandavano i Giudei poveri.
Avendo paura del re Nabucodonosor, i Giudei rimasti pensarono di scappare da Giuda e andare in Egitto. Egitto era un potente impero al sud di Giuda, e perciò, credevano che sarebbero stati al sicuro dal re di Babilonia, che era al nord.
il testo
Questo piccolo sfondo storico ci aiuterà a capire gli avvenimenti del brano che vogliamo considerare oggi. Perciò, leggiamo insieme Geremia 42:1-4.
1 Tutti i capi degli uomini armati, Iocanan, figlio di Carea, Iezania, figlio di Osaia, e tutto il popolo dal più piccolo al più grande, si avvicinarono 2 e dissero al profeta Geremia: «Ti sia accetta la nostra supplica, e prega il SIGNORE, il tuo Dio per noi, per tutto questo residuo (poiché, di molti che eravamo, siamo rimasti pochi, come lo vedono i tuoi occhi) 3 affinché il SIGNORE Dio tuo, ci mostri la via per la quale dobbiamo camminare, e che cosa dobbiamo fare».” (Ger 42:1-4 NRV)
Questi Giudei si impegnarono ad andare da Geremia, un uomo di Dio, per capire quale fosse la guida di Dio per loro. Beato l’uomo che si impegna a conoscere la volontà di Dio per le decisioni della sua vita.
Dio si prende cura del Suo popolo, e una parte di questa cura é di provvedere ai credenti uomini che possano insegnare loro le verità di Dio, per aiutarli i a conoscere di più Dio e le Sue verità. Perciò, questi Giudei agirono bene rivolgendosi a Geremia, che era conosciuto come un vero uomo di Dio.
Quello che dissero questi Giudei è un ottimo esempio di come una persona dovrebbe presentarsi a Dio. Riconobbero che erano in pochi, mentre prima erano stati in tanti. Perciò riconoscevano che erano stati disciplinati duramente da Dio per i loro peccati. Non comandarono Geremia, ma con umiltà gli chiesero di accettare la loro supplica, e di pregare per loro. Il loro scopo, come dicono nel versetto 3, era “affinché il SIGNORE, Dio tuo, ci mostri la via per la quale dobbiamo camminare, e che cosa dobbiamo fare.”
Che stupendo esempio è per noi questo da seguire. Queste persone avevano una decisione importante da prendere, e si impegnarono a capire quale fosse la volontà di Dio. Oh che possiamo essere anche noi così, e che possiamo anche noi impegnarci a conoscere la volontà di Dio. Come hanno fatto loro, è una bona cosa andare da chi conosce meglio di noi il Signore e la Sua Parola, affinché possa aiutarci a conoscere i principi di Dio da applicare alla nostra situazione, per sapere che cosa dobbiamo fare.
il cuore di Geremia
La risposta di Geremia ci dimostra il cuore di un vero pastore, che desidera il bene delle pecore. Vi leggo la sua risposta alla loro richiesta, dal v.4
Il profeta Geremia disse loro: «Ho inteso; ecco, io pregherò il SIGNORE, il vostro Dio, come avete detto; tutto quello che il SIGNORE vi risponderà ve lo farò conoscere, non vi nasconderò nulla».” (Ger 42:4 NRV)
I Giudei avevano maltrattato moltissimo Geremia. Ora però, vennero da lui per chiedere aiuto. E Geremia non tenne conto dei maltrattamenti, anzi fu pronto ad aiutarli a conoscere la volontà di Dio. Egli promise di far conoscere loro tutto quello che il Signore avrebbe rivelato. Un vero uomo di Dio è pronto a dire tutto l’insegnamento di Dio agli altri, anche quando non è piacevole, e anche quando egli sa che potrebbe farli arrabbiare contro di sè. L’uomo di Dio è pronto a fare ciò per due motivi. Primo, perché ha un amore per le persone, e vuole aiutarle a conoscere la volontà di Dio. Secondo, perché sa che sarà colpevole davanti a Dio se non annuncia a loro tutta la verità.
L’Apostolo Paolo aveva lo stesso cuore di Geremia in questo. Quando si incontrò con gli anziani della chiesa di Efeso per l’ultima volta, Paolo fece loro un resoconto del suo ministero. Vi leggo una parte di quello che egli dichiarò loro, da Atti 20:25-27
25 E ora, ecco, io so che voi tutti fra i quali sono passato predicando il regno, non vedrete più la mia faccia. 26 Perciò io dichiaro quest’oggi di essere puro del sangue di tutti; 27 perché non mi sono tirato indietro dall’annunziarvi tutto il consiglio di Dio.” (At 20:25-27 NRV)
Paolo sapeva che, essendo un uomo di Dio, era responsabile di annunciare tutto il consiglio di Dio alle persone. Se avesse trascurato la sua responsabilità, sarebbe stato colpevole del sangue di coloro ai quali avrebbe mancato di dire tutto il consiglio di Dio. Paolo non voleva questo, perché amava i suoi ascoltatori, e voleva le benedizioni di Dio per loro.
Questo era anche il cuore di Geremia e perciò, era pronto a raccontare tutto la volontà di Dio a questi Giudei, qualsiasi fosse stata.
A questo punto, dobbiamo ricordare che noi abbiamo la verità di Dio per quanto riguarda il giudizio del mondo, la condanna eterna e l’offerta di perdono e salvezza in Cristo Gesù. Siamo pronti ad annunciare tutto il consiglio di Dio che riguarda le persone perdute intorno a noi?
E poi, per quanto riguarda i nostri rapporti gli uni con gli altri, dobbiamo aiutarci a vicenda a conoscere la volontà di Dio. Questo NON significa dare il nostro parere, ma significa investigare le Scritture per conoscere meglio la Parola di Dio.
la risposta delle persone
Arriviamo ora ad un brano che è uno degli esempi più belli nella Bibbia di come dobbiamo rispondere a Dio.
Leggiamo i vv. 5,6. Questa è la dichiarazione di quelle persone prima ancora di sapere quello che Dio avrebbe risposto. Oh che questa possa essere la nostra posizione di cuore.
5 Quelli dissero a Geremia: «Il SIGNORE sia un testimone verace e fedele contro di noi, se non facciamo tutto quello che il SIGNORE, il tuo Dio, ti manderà a dirci. 6 Sia la tua risposta gradevole o sgradevole, noi ubbidiremo alla voce del SIGNORE nostro Dio, al quale ti mandiamo, affinché bene ce ne venga, per aver ubbidito alla voce del SIGNORE nostro Dio».” (Ger 42:5-6 NRV)
Questi Giudei dichiarano, con Dio come loro testimone, che sono pronti ad ubbidire a qualsiasi cosa che il Signore comanda loro di fare. Si dichiarano pronti ad un’ubbidienza assoluta e senza condizione.
Notiamo il motivo per cui si dichiarano così pronti ad ubbidire a Dio. Loro dichiarano:
6 Sia la tua risposta gradevole o sgradevole, noi ubbidiremo alla voce del SIGNORE nostro Dio, al quale ti mandiamo, affinché bene ce ne venga.
Queste persone sanno che Dio benedice chi Gli ubbidisce di cuore. Vogliono le benedizioni di Dio e quindi si dichiarano pronti ad ubbidire a Dio in tutto.
In realtà, il fatto di essere pronti ad ubbidire Dio in qualsiasi cosa è semplicemente la fede in azione. La vera fede porta a vera ubbidienza. Un’ubbidienza parziale è il frutto di una mancanza di fede. Queste persone si dichiararono pronte ad ubbidire Dio in qualsiasi cosa, perché sapevano che solo Dio poteva benedirli.
Oh cari, quanto è importante per noi capire che solo Dio può benedirci, e quindi, quanto è buono essere pronti ad ubbidirGli in ogni cosa, qualsiasi sia il Suo comandamento.
Dio risponde loro
Quando noi cerchiamo guida da Dio, ovvero, quando cerchiamo saggezza e vogliamo conoscere la Sua volontà per la nostra vita, se siamo sinceri, Dio ci risponderà. Questo è il senso di Giacomo 1:5
Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data.” (Giam 1:5 NRV)
Dio è pronto a guidarci e a farci conoscere la Sua volontà. Non c’è dubbio su questo. Quello che dobbiamo considerare è se noi siamo veramente pronti ad ubbidire ai Suoi comandamenti e direttive quando Egli ci guida.
Comunque, questi Giudei avevano chiesto consiglio a Dio, tramite Geremia. Leggiamo la risposta che Dio diede loro, nei vv.7-12.
7 Dopo dieci giorni, la parola del SIGNORE fu rivolta a Geremia. 8 Geremia chiamò Iocanan, figlio di Carea; tutti i capi degli uomini armati, che erano con lui, e tutto il popolo, dal più piccolo al più grande, 9 e disse loro: «Così parla il SIGNORE, Dio d’Israele, al quale m’avete mandato perché io gli presentassi la vostra supplica: 10 “Se continuate ad abitare in questo paese, io vi ci stabilirò e non vi distruggerò; vi pianterò e non vi sradicherò; perché mi pento del male che vi ho fatto. 11 Non temete il re di Babilonia, del quale avete paura; non lo temete, dice il SIGNORE, perché io sono con voi per salvarvi e per liberarvi dalla sua mano; 12 io vi farò trovar compassione davanti a lui; egli avrà compassione di voi e vi farà tornare nel vostro paese”.” (Ger 42:7-12 NRV)
Dio li ha fatti aspettare per dieci giorni. Dio ci guida, ma vuole che abbiamo anche la pazienza di aspettare i Suoi tempi. Infatti, molto spesso, i tempi di Dio non sono i nostri tempi. Il fatto che spesso dobbiamo aspettare la risposta ci è molto utile. Ci aiuta a concentrare di più sul nostro bisogno. Ci spinge a pregare con più costanza. Ci aiuta a riconoscere meglio il valore della risposta.
La risposta di Dio a questi Giudei fu che essi non dovevano lasciare la terra promessa. Dio dichiarò che se fossero rimasti in Giuda, Egli si sarebbe preso cura di loro. Egli promise di operare in modo che il re di Babilonia avesse avuto compassione di loro. Ricordiamo che Dio controlla i cuori degli uomini, e quindi, può farci trovare favore anche da coloro che ci odiano, purchè faccia parte del Suo piano perfetto per noi.
Tutte le benedizioni elencate in questi versetti sono condizionate dal fatto che questi Giudei dovevano ubbidire alla voce di Dio e quindi rimanere là in Giuda. Non dovevano andare via.
Dio, sapendo che i Giudei avevano già deciso di andare via fuggendo in Egitto, continuò a parlare loro tramite Geremia. Dio li avvertì delle conseguenze di una tale disubbidienza.
Andiamo avanti nel brano, leggendo dal v.13-18
13 Ma se dite: “Noi non rimarremo in questo paese”; se non ubbidite alla voce del SIGNORE vostro Dio, 14 e dite: “No, andremo nel paese d’Egitto, dove non vedremo la guerra, non udremo suono di tromba, e dove non avremo più fame di pane, e abiteremo laggiù,” 15 ebbene, ascoltate allora la parola del SIGNORE, o superstiti di Giuda! Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d’Israele: “Se siete decisi a recarvi in Egitto, e se andate ad abitarvi, 16 la spada che temete vi raggiungerà laggiù, nel paese d’Egitto; la fame che vi spaventa vi starà alle calcagna laggiù in Egitto, e là morirete. 17 Tutti quelli che avranno deciso di andare in Egitto per abitarvi, vi moriranno di spada, di fame o di peste; nessuno di loro scamperà, non sfuggirà al male che io farò venire su di loro”. 18 Infatti così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d’Israele: “Come la mia ira e il mio furore si sono riversati sugli abitanti di Gerusalemme, così il mio furore si riverserà su di voi, quando sarete entrati in Egitto; sarete abbandonati all’esecrazione, alla desolazione, alla maledizione e all’infamia; non vedrete mai più questo luogo”.” (Ger 42:13-18 NRV)
Nonostante tutte le belle parole che avevano dichiarato, questi Giudei avevano deciso di andare in Egitto. Ragionando umanamente, per loro questa sembrava la scelta più saggia.
Secondo il loro ragionamento, in Egitto sarebbero stati lontani dal pericolo di guerra, lontani dal re di Babilonia. Credevano che andando in Egitto avrebbero potuto scappare dalla spada di Nabucodonosor e non avere più fame.
Tramite Geremia, Dio avvertì questi Giudei delle severe conseguenze che sarebbero piombate loro addosso se Gli avessero disubbidito andando in Egitto, facendo accadere proprio quelle cose che speravano di evitare. Dio dichiarò che tutti quelli che sarebbero andati in Egitto sarebbero morti di spada, di fame, e di peste, e che nessuno sarebbe scampato. Notiamo che sarà Dio stesso a far venire su di loro il male che temono. Dio non rimane indifferente quando Gli disubbidiamo.
Notiamo il grande contrasto: se questi Giudei Gli avessero ubbidito, Dio aveva promesso di mandare su di loro una grande benedizione. Se invece Gli avessero disubbidito, Dio dichiarò di far cadere su di loro il Suo terribile furore.
il principio di notare
Amici, è estremamente importante che riconosciamo il principio che questo capitolo ci insegna. Molto spesso nella vita, quando noi scegliamo di disubbidire a Dio per evitare qualche problema o difficoltà, Dio ci disciplinerà facendo arrivare nella nostra vita proprio quello che volevamo evitare.
Vediamo questa disciplina tante volte nella Bibbia. Ed io l' ho visto accadere tante volte nella vita. Per esempio, un credente ragionando sul fatto che ha problemi economici, crede di non riuscire ad ubbidire a Dio in un certo campo, supponiamo pagare tutte le tasse, e pensa che l’ubbidienza a Dio lo porterebbe ad avere problemi ancora più grandi. Però in questo modo pecca. E, anziché migliorare, la sua situazione peggiora, perché Dio ritira da quel credente la Sua benedizione. Ho visto questo succedere tante volte.
Ho visto studenti che hanno cominciato a mancare agli studi biblici, perché credevano di non averne il tempo, avendo troppo da studiare. Però, pur avendo qualche ora in più da poter dedicare allo studio, gli esami o le interrogazioni andavano peggio. Perché? Perché Dio aveva ritirato da loro la Sua benedizione.
Ho visto credenti che credevano di essere troppo impegnati per poter dedicare del tempo a Dio. Avevano il desiderio di trovare tempo per leggere la Bibbia, per avere comunione, per servire il Signore, ma credevano che fosse impossibile, a causa di tutte le cose che avevano in programma di fare. Così, trascuravano quello che Dio ci comanda di fare, cercando di compiere di più. Però, nonostante quanto lavoravano, anche al punto di mancare sonno, non riuscivano ad arrivare ad un buon punto. Il problema era che non capivano che non sono le nostre forze che fanno andare bene le cose, ma è la benedizione di Dio.
In realtà, quando abbiamo davanti a noi la scelta di ubbidire a Dio oppure di impegnarci per compiere qualcosa di estremamente importante, la nostra scelta ci mostra qual' è il nostro vero tesoro, e dov’è veramente la nostra fede. Se scegliamo di non ubbidire a Dio, vuol dire che in realtà, non abbiamo fede in Lui. La nostra fede è in noi stessi, o in quello che stiamo cercando di compiere. Il nostro tesoro non è Dio, ma è quello che vogliamo compiere.
In casi così, molto spesso, per aiutarci a capire quanto terribile è il nostro ragionamento, Dio gestisce le cose in modo che perdiamo proprio quello che stavamo cercando di compiere e ci succede proprio quello che volevamo a tutti i costi evitare.
Il Salmo 127:1,2 ci ricorda che non sono le nostre forze e le nostre capacità a far andare bene le cose, ma è la mano di Dio. Se Dio non benedice, tutto il nostro impegno è inutile. Vi leggo questo Salmo.
“1 Se il SIGNORE non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori; se il SIGNORE non protegge la città, invano vegliano le guardie. 2 Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare e mangiate pane tribolato; egli dà altrettanto a quelli che ama, mentre essi dormono.” (Sal 127:1-2 NRV)
Oh amici, quanto è importante per ciascuno di noi capire che disubbidire sia in modo diretto oppure trascurando la via di Dio, che è una disubbidienza di omissione, è peccato. Credere che facendo così possiamo evitare un problema, o che facendo così possiamo compiere qualcosa di importante, è vera stoltezza. Agire in questo modo è credere che possiamo ottenere da soli e con le nostre sole forze le benedizioni. Che pensiero sbagliato! Quando facciamo così, spesso Dio fa succedere proprio quello che non volevamo, per insegnarci a camminare per fede, in ubbidienza, e a cercare le benedizioni in Dio solo.
Tramite Geremia, Dio annunciò a questi Giudei la sua guida per loro. Promise loro grandi benedizioni se avessero camminato per fede, in ubbidienza.Però annunciò anche che avrebbe mandato loro il terribile male che volevano evitare se avessero scelto di disubbidire.
l’avvertimento di Geremia
Dopo che Geremia annunciò ai Giudei quello che Dio gli aveva rivelato, aggiunse una parola da parte sua. Notiamo il grande cuore che Geremia aveva per queste persone, e come voleva evitare che soffrissero la dura disciplina del Signore. Leggiamo Geremia 42:19-22
“19 O superstiti di Giuda! Il SIGNORE parla a voi: “Non andate in Egitto!” Sappiate bene che quest’oggi io vi ho avvertiti. 20 Voi ingannate voi stessi, a rischio della vostra vita; poiché m’avete mandato dal SIGNORE vostro Dio, dicendo: “Prega il SIGNORE, il nostro Dio, per noi; tutto quello che il SIGNORE nostro Dio dirà, faccelo sapere esattamente, e noi lo faremo”. 21 Io ve l’ho fatto sapere quest’oggi; ma voi non ubbidite alla voce del SIGNORE, del vostro Dio, né a nulla di quanto egli mi ha mandato a dirvi. 22 Ora sappiate bene che voi morirete di spada, di fame e di peste, nel luogo dove desiderate andare per abitarvi».” (Ger 42:19-22 NRV)
L’avvertimento era estremamente chiaro. Se questi Giudei avessero cercato di evitare il pericolo andando in Egitto, nonostante il comandamendo di Dio di restare in Giuda, sarebbe caduto su di loro proprio il male che volevano evitare. Geremia li avvertì di non ingannarsi. Non c’era alcuna speranza che le cose sarebbero andate bene, se avessero scelto di disubbidire a Dio.
la loro risposta
Come hanno risposto questi Giudei a Geremia, e quindi anche a Dio, tramite Geremia? Ricordiamo che furono stati loro ad andare da Geremia, proprio per conoscere la volontà di Dio. Si erano impegnati a seguire Dio, qualsiasi fosse stata la Sua guida per loro, dicendo di riconoscere che solo Dio può benedire.
Ora, Dio aveva rivelato loro la sSua guida, ordinando che dovevano rimanere in Giuda. Dio aveva loro annunciato anche le benedizioni che avrebbero avuto se avessero ubbidito, e li aveva inoltre avvertiti del male che sarebbe loro piombato addosso se avessero disubbidito.
Considerando la loro dichiarazione di ubbidire a Dio, qualsiasi fosse stata la Sua risposta, e considerando l’annuncio di Dio di benedizioni per l’ubbidienza e terribile punizione per la disubbidienza, che risposta ci si potrebbe aspettare da questi Giudei?
Leggiamo Geremia 43:1-4.
“1 Quando Geremia ebbe finito di dire al popolo tutte le parole del SIGNORE loro Dio, tutte le parole che il SIGNORE loro Dio, l’aveva incaricato di dir loro, 2 Azaria, figlio di Osaia, e Iocanan, figlio di Carea, e tutti gli uomini superbi dissero a Geremia: «Tu dici il falso; il SIGNORE, il nostro Dio, non ti ha mandato a dire: “Non andate in Egitto per abitarvi,” 3 ma Baruc, figlio di Neria, ti incita contro di noi per darci in mano dei Caldei, per farci morire o per farci deportare a Babilonia». 4 Così Iocanan, figlio di Carea, tutti i capi degli uomini armati e tutto il popolo non ubbidirono alla voce del SIGNORE, che ordinava loro di abitare nel paese di Giuda.” (Gr 43:1-4 NRV)
Ci credete? Questi Giudei, nonostante tutto, scelsero di disubbidire a Dio.
Indovinate quello che è successo a loro!! Accadde loro esattamente quello che Dio aveva annunciato. Dio mise nel cuore di Nabucodonosor di attaccare l’Egitto, e Dio gli diede la vittoria. Tutto il male che questi Giudei volevano evitare, fuggendo in Egitto, cadde loro addosso.
Il principio di Dio è rimasto fermo. Chi cerca benedizioni al di fuori di Dio, perde proprio le benedizioni che voleva trovare.
Conclusioni e lezioni per noi
Cari amici, lasciamo questo brano a questo punto. Abbiamo avuto cuori attenti, per poter imparare le lezioni che Dio ha per noi qui?
Abbiamo visto che è importantissimo impegnarci a conoscere la volontà di Dio per le nostre decisioni. Ricordiamo Efesini 5:17
“Perciò non agite con leggerezza, ma cercate di ben capire quale sia la volontà del Signore.” (Efe 5:17 NRV)
Ogni credente dovrebbe impegnarsi a cercare di ben capire quale sia la volontà del Signore in ogni decisione della vita. In ciò, questi Giudei ci sono d’esempio. Andarono a cercare Geremia, l’uomo di Dio.
Oggi, per conoscere la volontà di Dio, dobbiamo conoscere la Parola di Dio. Dobbiamo studiare la Parola per conto nostro, ed ascoltare coloro che Dio ci dà come insegnanti. Dobbiamo cercare la saggezza, imparando da coloro che hanno più saggezza di noi.
Però, non basta solamente arrivare a conoscere la volontà di Dio. Per essere veramente benedetti da Dio, dobbiamo per fede ubbidire alla Sua volontà. Allora, Dio ci ricolmerà delle Sue benedizioni.
Ricordiamo anche l’importante principio che molto spesso, quando manchiamo di fede e quindi per timore di qualche difficoltà, o perché vogliamo raggiungere con le nostre sole forze qualche benedizione, scegliamo di non ubbidire a Dio, Dio opererà in modo che ci accada proprio il male che volevamo evitare, oppure accadrà che perdiamo proprio quella benedizione che volevamo. Non si può beffarsi di Dio. Non c’è benedizione al di fuori di Dio.
Infine, c’è un' altra lezione per noi qui. Da un lato, le nostre parole sono importanti. È importante e buono dichiarare il nostro amore per Dio e per i fratelli; è importante annunciare che siamo pronti a camminare in ubbidienza a Dio. È buono dichiarare che siamo impegnati a rimanere fedele a Dio in ogni circostanza.
Però, dall'altro lato, tutte quelle belle parole diventano ipocrisia se il nostro cammino non rispecchia il nostro parlare. Addirittura, uno che parla così, come fecero questi Giudei, e poi non ubbidisce a Dio, è più colpevole di uno che non dichiara di ubbidire.
Chiaramente, non bisogna non dire niente per poi disubbidire a Dio. Non c’è benedizione al di fuori di Dio. La soluzione, l’unico modo di godere la presenza di Dio e la Sua benedizione nella nostra vita, è di vivere veramente per fede e quindi di camminare in ubbidienza. Anche se ubbidire a Dio ci potrà sembrare che possa portare alla rovina, sarà Dio a prenderSi cura di noi nel modo perfetto.
Oh che possiamo essere un popolo pronto a capire bene quale sia la volontà di Dio, e poi, che possiamo essere pronti ad ubbidirGli, qualsiasi sia quella volontà, perché sappiamo che solo Dio può benedirci.
Questo principio si applica in ogni campo della vita. Marito, questo vuol dire che è tuo dovere scoprire quello che Dio vuole da te come marito, per esempio, come dovresti parlare con tua moglie, come dovresti curarla e onorarla, e poi significa che è tuo dovere comportarti così, senza scusarti. Moglie, questo vuol dire che devi capire la volontà di Dio per quanto riguarda come devi comportarti con tuo marito, e significa che devi comportarti così. Dipendente, cosa insegna Dio per quanto riguarda come dovresti lavorare? Scopri la volontà di Dio, e poi, falla. Questo principio si applica in ogni campo della vita. E quando ubbidiamo a Dio la nostra fede si manifesta come vera. Non sono le belle parole che dimostrano la vera salvezza, ma la si dimostra con una fede che si manifesta in vera ubbidienza.
Infatti, Gesù dichiara, in Matteo 7
“«Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.” (Mat 7:21 NRV)
Le parole contano poco. È l’ubbidienza che rivela la condizione del nostro cuore.
Oh che possiamo essere un popolo che confida veramente in Dio, e perciò, che cammina in ubbidienza, qualsiasi cosa il Signore ci comanda di fare. Possiamo così sapere che Dio stesso è la vera benedizione,e in questo modo resteremo attaccati a Lui.