Introduzione
Qual è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana, molto più importante del “come dobbiamo vivere”? Conoscere il cuore di Dio.
Spesso ci focalizziamo su quello che noi dobbiamo fare, come noi dobbiamo camminare. Diciamo che la vita cristiana è una vita di fede, e che Dio da noi vuole la fede, ma spesso guardiamo a noi stessi. L’unico modo per avere sempre più fede in Dio, e una fede sempre più forte, è guardando a Dio e conoscendo Dio sempre di più. Più conosciamo Dio e più avremo fede in Lui, anche quando tutto sembra non avere senso e le nostre circostanze sembrano solo negative.
Ti sei mai trovato in mezzo a situazioni in cui tutto sembrava non avere senso? Oppure, in cui tutto sembrava perso? Magari ti è successo qualcosa di brutto, e non vedevi luce sull’orizzonte, ma solo buio. Quando ci troviamo così, la nostra unica luce è Dio stesso. E la nostra unica speranza è la Sua promessa che l’opera che Lui ha iniziato in noi la porterà sicuramente a compimento.
Oggi vogliamo considerare un avvenimento della vita del profeta Geremia in cui lui si trovava proprio in un periodo di buio, in cui sembrava tutto perso, tutto inutile. Ma Geremia aveva fede in Dio, e Dio gli ha mostrato ancora una volta il Suo cuore verso il Suo popolo. Prego che ciascuno di noi oggi vedrà più del cuore di Dio, e che la nostra fede sarà fortificata.
Trovate con me Geremia 32.
Contesto
Dio aveva chiamato Geremia a profetizzare la disciplina che Dio avrebbe mandato sul suo popolo se non si fossero ravveduti dai loro peccati. Tristemente, non si sono ravveduti, anzi, hanno persino messo in prigione Geremia, per quanto odiavano il messaggio da Dio che lui proclamava. Seguite mentre leggo dal v1. Notate quanto è tragica la situazione: il re stesso non voleva sentire Geremia. Il re stesso, che era la guida della nazione, odiava quello che Dio stava dicendo tramite Geremia.
Leggo dal v1.
“1 La parola che fu rivolta a Geremia da parte dell’Eterno nel decimo anno di Sedekia, re di Giuda, che fu l’Anno diciottesimo di Nebukadnetsar. 2 L’Esercito del re di Babilonia assediava allora Gerusalemme, e il profeta Geremia era rinchiuso nel cortile della prigione che era nella casa del re di Giuda. 3 Lo aveva fatto rinchiudere Sedekia, re di Giuda, dicendo: "Perché profetizzi, dicendo: “Così dice l’Eterno: Ecco, io darò questa città in potere del re di Babilonia ed egli la prenderà. 4 Sedekia, re di Giuda, non scamperà dalle mani dei Caldei, ma sarà certamente dato in potere del re di Babilonia, e parlerà con lui faccia a faccia e lo vedrà con i suoi stessi occhi. 5 Poi egli condurrà Sedekia a Babilonia, dove egli resterà finché io lo visiterò, dice l’Eterno. Se combattete contro i Caldei non riuscirete a nulla"!”.” (Geremia 32:1-5 LND)
Dio aveva chiamato Geremia ad un compito estremamente difficile. Parlava da parte di Dio ma per questo veniva odiato. Ma Dio si serviva di Geremia per parlare al suo popolo.
A volte Dio ci chiama a fare cose che, umanamente, possono sembrarci inutili, uno spreco di tempo, o un fallimento. Il ministero di Geremia poteva sembrare un fallimento totale. Ma quando camminiamo fedelmente nelle vie di Dio, in base a quello che Dio ci mostra, non è mai un fallimento o uno spreco di tempo. Dio sa sempre quello che sta facendo.
Dio parla a Geremia
Pensate con me. Geremia stava profetizzando che Dio aveva stabilito che Babilonia avrebbe portato via i Giudei dal loro paese, che era la terra promessa. A quel punto, ognuno di loro avrebbe perso tutto. Sarebbero stati in esilio, portati lontano, in un altro paese. Perciò, in queste circostanze, quanto senso avrebbe avuto se Geremia avesse comprato un campo, un terreno? Non avrebbe avuto senso. Comprare un campo sarebbe stato un totale spreco di soldi, perché lo avrebbe perso molto presto. Questo secondo la nostra logica umana.
Ma Dio voleva rendere molto chiaro a Geremia che l’esilio che aveva annunciato non sarebbe stato permanente. Perciò, Dio comanda a Geremia di fare qualcosa che avrebbe avuto senso solamente se fosse stato certo che, dopo l’esilio, Dio avrebbe riportato il suo popolo nella terra promessa. Seguite mentre leggo il comandamento di Dio a Geremia, nei vv 6-8.
“6 Allora Geremia disse: "La parola dell’Eterno mi è stata rivolta, dicendo: 7 Ecco, Hanameel, figlio di Shallum tuo zio, viene da te per dirti: “Comprati il mio campo che è in Anathoth, perché tu hai il diritto di riscatto per comprarlo"”. 8 Perciò Hanameel, figlio di mio zio, venne da me nel cortile della prigione, secondo la parola dell’Eterno, e mi disse: "Ti prego, compra il mio campo che è in Anathoth, nel territorio di Beniamino, perché tu hai il diritto di eredità e il diritto di riscatto. Compratelo!". Allora riconobbi che questa era la parola dell’Eterno.” (Geremia 32:6-8 LND)
Dio dichiara a Geremia che suo cugino sarebbe venuto da lui, chiedendogli di comprare il suo campo. Capiamo più avanti che era compreso che Geremia doveva comprare il campo di suo cugino.
Poi, come ogni volta in cui Dio dichiara qualcosa, la cosa succede proprio come Dio aveva detto, e questo cugino va da Geremia. Dall’adempimento di quello che Dio aveva detto, Geremia ha riconosciuto che era veramente la Parola dell’Eterno. Notate la fine del v8:
“… Allora riconobbi che questa era la parola dell’Eterno.” (Geremia 32:8b LND)
Dio ha gestito in modo che Geremia avesse una conferma che era proprio Dio che gli aveva parlato.
Non lo sappiamo per sicuro, ma forse Geremia era scoraggiato, o forse aveva dubbi che fosse veramente Dio che gli stava parlando. Qua vediamo il cuore di Dio che viene incontro al suo servo fedele, che poteva scoraggiarsi vedendo tutta l’opposizione che stava ricevendo. Il ministero di Geremia, da un punto di vista umano, poteva sembrare un fallimento totale. Parlava da parte di Dio, ma non lo ascoltavano, anzi, lo odiavano. Che incoraggiamento per Geremia sapere che Dio non lo aveva abbandonato, e sapere che colui che gli stava parlando era proprio l’Eterno, il suo Dio!
Pensiamo a noi, fratelli. Quante volte Dio viene incontro alla nostra debolezza! Facilmente possiamo scoraggiarci, e togliere gli occhi da Dio. Dio ci viene incontro, in modi diversi, e ci ricorda che Lui è con noi. L’hai mai sperimentato? Questo è il cuore del nostro Buon Padre celeste, che ci ama e ci cura.
Ma la cosa più grande di questo avvenimento è che Dio, comandando a Geremia di comprare un campo, stavo affermando che l’esilio non era la fine della storia di Israele, ma ci sarebbe stato un ritorno alla terra promessa.
Geremia compra il campo
Quindi, Dio ha mostrato a Geremia che doveva comprare il campo di questo suo cugino. Gerusalemme era assediata. I Babilonesi stavano per entrare e prendere la città. Umanamente, questo comandamento di Dio poteva sembrare assurdo, senza senso.
Eppure, notate il cuore di Geremia, e come Lui ha agito fedelmente secondo quello che Dio gli ha mostrato, fidandosi di Dio. Seguite mentre leggo dal v9, e notate cos’ha fatto Geremia.
“9 Così comprai da Hanameel, figlio di mio zio, il campo che era in Anathoth e gli pesai il denaro: diciassette sicli d’argento. 10 Firmai l’atto, lo sigillai, chiamai i testimoni e pesai il denaro sulle bilance. 11 Quindi presi l’atto di compra, quello sigillato secondo la legge e gli statuti e quello aperto, 12 e consegnai l’atto di compra a Baruk, figlio di Neriah, figlio di Mahseiah, in presenza di Hanameel mio cugino, in presenza dei testimoni che avevano firmato l’atto di compra, e in presenza di tutti i Giudei che sedevano nel cortile della prigione. 13 Poi davanti a loro diedi quest’ordine a Baruk: 14 "Così dice l’Eterno degli eserciti, il DIO d’Israele: Prendi questi atti, l’atto di compra, tanto quello sigillato quanto quello aperto, e mettili in un vaso di terra, perché si conservino per molti giorni. 15 Poiché così dice l’Eterno degli eserciti, il DIO d’Israele: In questo paese si compreranno ancora case, campi e vigne".” (Geremia 32:9-15 LND)
Avete visto cos’ha fatto Geremia? Si è fidato di Dio e ha fatto quello che Dio gli aveva comandato di fare, anche se sembrava non avere senso.
Tu, cosa fai quando la via che Dio ti mostra, ai tuoi occhi, sembra non avere senso? Ti fidi di Dio e vai avanti, oppure, vuoi prima capire tutto? Oh che possiamo crescere nel fidarci di Dio, perché Dio sa sempre quello che fa.
Qui Dio ha rivelato brevemente il motivo per cui aveva detto a Geremia di comprare il campo, ma lo vedremo molto più a fondo alla fine del capitolo. Dio stava dando a Geremia un simbolo per mostrare quello che avrebbe fatto per il suo popolo, come ho già spiegato prima, e cioè che ci sarebbe stata ristorazione dopo l’esilio.
Qui vediamo la misericordia di Dio. Dio stava mandando terribile disciplina contro Israele, a causa del loro peccato. Ma preannuncia già che la disciplina non sarebbe durata per sempre. Quando il popolo di Dio è stato deportato sembrava che avrebbero perso per sempre le loro case e i loro campi. Ma Dio qua preannuncia che sarebbe venuto un tempo in cui sarebbero tornati a comprare, che significava che il paese sarebbe stato restaurato. Dio avrebbe riportato il suo popolo al loro paese.
Fratelli, Dio avrebbe dovuto rigettare il suo popolo. Sarebbe stato giusto, perché dopo tutta la grazia che aveva avuto con loro, si erano ribellati a Lui e non volevano ravvedersi. Ma Dio non ha rigettato il suo popolo. Piuttosto, li ha disciplinati per purificarli dal loro peccato e riportarli a sé. E poi, ha promesso di riportarli di nuovo nel loro paese, e l’ha anche fatto.
La preghiera di Geremia
Dio ha chiesto a Geremia di fare una cosa che umanamente non aveva senso. Ma aveva molto senso nel piano di Dio. Geremia non capiva. Così, prega a Dio. Notiamo la sua preghiera, perché è un forte esempio per noi, di come pregare quando non capiamo il “perché” di quello che Dio ci comanda. Seguite mentre leggo dal v16.
“16 Dopo che ebbi consegnato l’atto di compra a Baruk, figlio di Neriah, pregai l’Eterno, dicendo: 17 "Ah, Signore, ETERNO! Ecco, tu hai fatto i cieli e la terra con la tua grande potenza e con il tuo braccio disteso. Non c’è nulla troppo difficile per te. 18 Tu usi benignità verso mille e ripaghi l’iniquità dei padri in seno ai loro figli dopo di essi, Dio grande e potente, il cui nome è l’Eterno degli eserciti. 19 Tu sei grande in consiglio e potente in opere e hai gli occhi aperti su tutte le vie dei figli degli uomini, per dare a ciascuno secondo le sue vie e secondo il frutto delle sue azioni. 20 Tu hai operato fino al giorno d’oggi segni e prodigi nel paese d’Egitto, in Israele e in mezzo ad altri uomini, e ti sei fatto un nome come è quest’oggi. 21 Tu facesti uscire il tuo popolo dal paese d’Egitto con segni e prodigi, con mano potente e braccio disteso e con grande terrore. 22 Tu desti loro questo paese che avevi giurato ai loro padri di dare loro, un paese ove scorre latte e miele. 23 Ed essi entrarono e ne presero possesso, ma non hanno ubbidito alla tua voce e non hanno camminato nella tua legge; non hanno fatto tutto ciò che avevi comandato loro di fare; perciò tu hai fatto venire su di loro tutta questa calamità. 24 Ecco, i terrapieni giungono fino alla città per prenderla; e la città è data in mano dei Caldei che combattono contro di essa con la spada, la fame e la peste. Ciò che tu hai detto è avvenuto; ecco, tu lo vedi. 25 Eppure, o Signore, o ETERNO, tu mi hai detto: “Comprati con denaro il campo e chiama i testimoni, mentre la città è data in mano dei Caldei””.” (Geremia 32:16-25 LND)
Geremia prega all’Eterno. Dio gli aveva comandato di comprare un campo quando c’era il nemico alle porte, che stava per prendere la città, e sarebbero andati in cattività. Geremia conosceva bene quello che Dio avrebbe fatto a breve, e come avrebbe mandato il suo popolo in cattività per molti anni.
Allora, alla luce di questo, quello che Dio gli aveva comandato poteva non avere senso ai suoi occhi. E, infatti, Geremia prega a Dio. Ma notate che non ha chiesto a Dio: “Perché mi hai comandato di fare questo?”. Non pretendeva una risposta da Dio, come se Dio dovesse giustificarsi davanti a lui per quello che gli aveva comandato.
Piuttosto, per la maggior parte della sua preghiera, Geremia loda Dio, e da gloria a Dio, per la sua potenza, per la sua bontà, per la sua giustizia, per la sua sapienza, per il fatto che Lui è sovrano sopra ogni cosa e conosce il cuore degli uomini. Notate quanto della sua preghiera è per lodare Dio e parlare di Dio.
E nella sua preghiera Geremia riconosce che Dio è lo stesso, oggi come nel passato. E che la stessa saggezza, potenza, e sovranità che ha avuto nel passato, ce l’ha anche oggi. Poi, dichiara anche che la disciplina di Dio sul suo popolo era giusta, perché si erano ribellati contro Lui. Ma Geremia non capiva come tutto questo andasse insieme a quel comandamento che Dio gli aveva dato di comprare il campo.
Come preghi tu?
Allora, fermiamoci un attimo per pensare a noi.
Come preghi tu quando non capisci perché Dio fa quello che fa? Oppure, come preghi quando Dio ti mostra chiaramente cosa devi fare, o quale decisione devi prendere, ma a te sembra senza senso? Chiedi a Dio: “perché fai così”?
Geremia è un forte esempio per noi, perché aveva un cuore umile, che guardava a Dio, alla sua sapienza, e sovranità, e al fatto che niente è troppo difficile per Lui. Non capiva, ma si fidava di Dio. Sapeva che Dio dà un senso anche a quello che per noi non ha senso. Conosceva Dio, e perciò poteva fidarsi di Lui.
Seguiamo l’esempio di Geremia, seguiamo la guida di Dio, umiliamoci e fidiamoci di Dio, non di noi stessi. Dio sa perché fa quello che fa. Così avremo pace anche quando non capiamo.
La risposta dell’Eterno
A questo punto, Dio risponde alla preghiera di Geremia, e gli mostra cosa stava per fare. Prima conferma quale dura disciplina stava per mandare sul suo popolo. Seguite dal v26.
“26 Allora la parola dell’Eterno fu rivolta a Geremia, dicendo: 27 "Ecco, io sono l’Eterno, il DIO di ogni carne; c’è forse qualcosa troppo difficile per me?”. 28 Perciò così dice l’Eterno: "Ecco, io darò questa città in mano dei Caldei, in mano di Nebukadnetsar, re di Babilonia, il quale la prenderà. 29 I Caldei che combattono contro questa città entreranno, appiccheranno il fuoco a questa città e la bruceranno insieme alle case sui cui tetti hanno bruciato incenso a Baal e fatto libazioni ad altri dèi per provocarmi ad ira. 30 Poiché i figli d’Israele e i figli di Giuda hanno fatto soltanto ciò che è male ai miei occhi fin dalla loro fanciullezza. I figli d’Israele infatti non hanno fatto che provocarmi ad ira con l’opera delle loro mani, dice l’Eterno. 31 Poiché questa città, dal giorno che fu edificata fino ad oggi, è stata per me una provocazione della mia ira e del mio furore; perciò la farò scomparire dalla mia presenza, 32 a motivo di tutto il male che i figli d’Israele e i figli di Giuda hanno fatto per provocarmi ad ira, essi, i loro re, i loro principi, i loro sacerdoti, i loro profeti, gli uomini di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme. 33 Mi hanno voltato non la faccia, ma le spalle; e sebbene io li abbia ammaestrati con urgenza ed insistenza, essi non hanno ascoltato per ricevere correzione. 34 Ma hanno messo le loro abominazioni nella casa sulla quale è invocato il mio nome per contaminarla. 35 Hanno anche costruito gli alti luoghi di Baal, che sono nella valle dei figli di Hinnom, per far passare attraverso il fuoco i loro figli e le loro figlie in onore di Molek, ciò che non avevo comandato loro, e non mi era mai venuto in mente che dovessero commettere una tale abominazione, facendo peccare Giuda".” (Geremia 32:26-35 LND)
Dio qui mostra ancora quanto era malvagio il suo popolo. Si erano sviati servendo altri falsi dèi. Dio, mostrando tanta pazienza e grazia, li aveva ripresi volta dopo volta. Ma loro non volevano ascoltare.
Notate cosa dichiara Dio nel v33:
“33 Mi hanno voltato non la faccia, ma le spalle; e sebbene io li abbia ammaestrati con urgenza ed insistenza, essi non hanno ascoltato per ricevere correzione.” (Geremia 32:33 LND)
Si erano ribellati completamente a Dio. Avevano voltato le spalle a Dio, per rivolgersi ad altri dèi e adorare altri dèi.
Dio aveva parlato loro, più volte, con urgenza e insistenza. Qui vediamo il cuore di Dio per il suo popolo. Dio ci tiene al suo popolo, non lascia andare il suo popolo, ma vuole raggiungere il cuore del suo popolo per riportarlo a sé.
Tristemente, Israele non ha ascoltato, anzi, si è indurito contro Dio. Dio era stato molto paziente con il suo popolo, ma era arrivato il punto in cui non c’era più pazienza, ma la dura disciplina di Dio. Fratelli e sorelle, che lezione per noi! Quando Dio ci parla, ascoltiamo! Non induriamo il nostro cuore! Non disprezziamo la grazia di Dio che ci mostra il nostro peccato! Dio è paziente, ma non per sempre.
La grazia di Dio per il suo popolo
Poi, Dio va avanti con la sua risposta a Geremia, e dichiara qualcosa di incredibile. Nonostante quanto avevano peccato contro di Lui, Dio dichiara, dal v36:
“36 Perciò ora così dice l’Eterno, il DIO d’Israele, riguardo a questa città, di cui voi dite: "Essa sarà data in mano del re di Babilonia, per mezzo della spada, della fame e della peste". 37 "Ecco, li radunerò da tutti i paesi dove li ho cacciati nella mia ira, nel mio furore, nella mia grande indignazione; li farò tornare in questo luogo e li farò abitare al sicuro. 38 Essi saranno per me il mio popolo e io sarò per loro il loro DIO. 39 Darò loro un solo cuore e una sola via, perché mi temano per sempre per il bene loro e dei loro figli dopo di loro. 40 Farò con loro un patto eterno: non mi ritirerò più da loro, facendo loro del bene, e metterò il mio timore nel loro cuore, perché non si allontanino da me. 41 E mi rallegrerò di loro, facendo loro del bene, e li pianterò stabilmente in questo paese con tutto il mio cuore e con tutta la mia anima". 42 Poiché così dice l’Eterno: "Come ho fatto venire su questo popolo tutta questa grande calamità, così farò venire su di loro tutto il bene che ho loro promesso. 43 Si compreranno ancora campi in questo paese, di cui voi dite: “È una desolazione, senza più uomo o bestia; è stato dato in mano dei Caldei". 44 Si compreranno campi con denaro, si firmeranno gli atti, si sigilleranno, si chiameranno testimoni nel paese di Beniamino e nei dintorni di Gerusalemme nelle città di Giuda, nelle città della regione montuosa, nelle città della pianura, nelle città del Neghev, perché io farò tornare quelli che sono in cattività", dice l’Eterno.” (Geremia 32:36-44 LND)
Fratelli e sorelle, Dio qua parla di fare qualcosa di incredibile con il suo popolo. Quello che Dio dichiara dovrebbe lasciarci a bocca aperta.
Nonostante quanto Israele aveva peccato contro Dio, e avevano peccato tantissimo, e nonostante quanto si erano ribellati, e quanto avevano disprezzato il privilegio di essere il popolo di Dio, nonostante tutto questo, Dio ancora aveva un cuore per loro. Dio avrebbe dovuto solo distruggere completamente Israele. Ma non l’ha fatto. Piuttosto, Dio qua parla di radunare il suo popolo dai paesi dove li aveva mandati, e di farli ritornare alla terra promessa, e di farli abitare al sicuro. E poi, più grande di tutto, Dio parla di cambiare il loro cuore, dando loro un cuore per Lui.
Che cuore ha Dio verso il suo popolo, pieno di grazia e misericordia, e pronto a fare del bene! Fratelli, questo è lo stesso cuore che Dio ha verso ciascuno di noi!
Poi, notate che tutto quello che Dio dichiara è tutto dalla prospettiva di Dio. Quanto ha parlato di quello che il popolo doveva fare per guadagnare di nuovo il suo amore? Non ne ha parlato per niente! Piuttosto, Dio dichiara che LUI avrebbe toccato, cambiato e rinnovato il loro cuore, e LUI avrebbe dato loro nuovi desideri. Addirittura, nel v41, Dio dichiara che si sarebbe rallegrato di loro, facendo loro del bene.
Che cuore! Che grazia immensa! Che opera di Dio!
La spiegazione del simbolo
Poi, Dio dà a Geremia la spiegazione del simbolo di prima, del comprare il campo. Dio aveva comandato a Geremia di comprare quel campo perché era un simbolo del fatto che, dopo la deportazione, Israele sarebbe ritornato al proprio paese e avrebbero ancora comprato e venduto. Era un simbolo della restaurazione che Dio avrebbe fatto, dopo molti anni, alla fine dell’esilio. Dio avrebbe fatto ritornare il suo popolo, e loro sarebbero tornati ad avere pace nel paese che Dio aveva dato loro.
Anche qua vediamo il cuore di Dio. Quando ci induriamo e non vogliamo ravvederci, Dio ci disciplina, per amore, per purificarci e riportarci a sé. Noi dobbiamo umiliarci e ravvederci, e tornare a Dio. E Dio, dall’altro lato, cambia il nostro cuore, dandoci nuovi desideri e un cuore per Lui. Per conto nostro noi non torneremmo a Dio, ma Dio interviene e cambia i desideri del nostro cuore.
Dio ha iniziato un’opera in noi, un’opera eterna, e Lui porterà a compimento questa opera. A volte ci sono stagioni di buio, in cui sembra tutto perso, ma Dio non lascia la sua opera a metà. Lui porterà a compimento la sua opera in ciascuno di noi.
Che grande Dio abbiamo! Che cuore! Che amore! Che pazienza ha verso di noi, che non meritiamo tutto questo!
Conclusione
Quindi, fratelli, che capitolo potente, che ci mostra, ancora una volta com’è il cuore di Dio verso il suo popolo, e verso di noi.
Israele aveva peccato tanto contro Dio, e si era indurito contro Dio. Come anche noi pecchiamo e ci induriamo E Dio ci riprende, con urgenza e insistenza, per farci ritornare a Lui. Quanta pazienza ha Dio con noi!
Ma quando non ascoltiamo, come ha fatto Israele, Dio manda la sua disciplina durissima, per spingerci a ravvederci e a tornare a Lui. Che grazia! Potrebbe solo abbandonarci. Eppure, Dio non ci abbandona mai. Piuttosto, continua ad operare nei nostri cuori, finché avrà portato a compimento la sua opera in noi.
Fratelli e sorelle, il cuore di Dio per Israele è lo stesso cuore che Dio ha con noi. Se nella tua vita ci sono stagioni in cui tutto sembra perso, non disperarti, Dio è fedele. Lui porterà a compimento l’opera che ha iniziato in te. E la sua opera, che è iniziata come opera di grazia, finirà anche come opera di grazia, affinché alla fine possiamo solo dare lode e gloria a Lui per la SUA opera in noi.
E che forte esempio abbiamo in Geremia, un servo fedele di Dio. Geremia serviva fedelmente l’Eterno, essendo il Suo portavoce in mezzo ad un popolo che non voleva sentire. E Geremia si è fidato di Dio anche in questo avvenimento, nonostante che quello che Dio gli aveva comandato di fare, umanamente, poteva non avere senso.
Tu cosa fai quando Dio ti mostra la via in cui camminare, ma quello che Lui ti mostra non ha senso per te? Discuti con Dio? Vuoi capire “perché”? Oppure ti fidi di Dio?
Oh prego che ciascuno di noi conoscerà Dio sempre di più, per avere una fede sempre più solida, e per poter essere un servo utile e fedele per il nostro Signore.