Aiuto Biblico

Il cuore di Dio

Isaia 1

sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 16 giugno 2024, – cmd –

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Tante persone seguono una religione. Ci sono musulmani, induisti ed altri. Ci sono anche tante forme di cristiani. Però, l’essere un vero cristiano, avere veramente Cristo nella tua vita, non è una religione che si segue ma essere in un rapporto diretto e personale con Dio per mezzo di Gesù Cristo.

Un rapporto vero con Dio vuol dire un rapporto con DIO, il vero Dio, non una nostra idea di Dio.

Quindi, è fondamentale che conosciamo Dio, come è realmente. Troppo spesso, abbiamo un’idea molto vaga di Dio e questo ci porta ad avere un rapporto non stretto, o perfino non vero, con Dio.

Dio ci dà la Bibbia per conoscerLo veramente. Oggi, voglio considerare insieme il primo capitolo di Isaia, uno dei libri della Bibbia più utile per farci conoscere veramente il cuore di Dio. Vedremo molto di più della santità di Dio, la severità della disciplina di Dio, e vedremo il cuore di Dio.

Dio scelse come profeta Isaia che profetizzò durante il regno di quattro dei re di Giuda, gli ultimi anni di Uzziah, poi di Jotham, poi Achaz, e poi Ezechia. Profetizzò maggiormente a Giuda, il regno del sud, che aveva il Tempio e seguiva esteriormente le pratiche religiose che Dio aveva comandato.

In quel periodo, i giudei erano molto attenti a praticare la religione. Celebravano le feste religiose che Dio aveva stabilito. Facevano i sacrifici che Dio aveva ordinato. Portavano l’incenso che Dio aveva stabilito. Quindi, praticavano la religione molto attentamente.

Nonostante fossero molto religiosi esteriormente, in realtà, lasciavano il peccato nelle loro vite.

Trovate con me Isaia 1, che ci mostra molto del cuore di Dio verso il suo popolo in questa situazione. Questo è il cuore di Dio verso di noi quando siamo impegnati per Dio esteriormente. Ma ignoriamo il peccato nelle nostre vite.

Isaia 1

Seguite mentre leggo Isaia 1:1.

1 La visione d’Isaia, figlio di Amots, che egli ebbe riguardo a Giuda e a Gerusalemme ai giorni di Uzziah, di Jotham, di Achaz e di Ezechia, re di Giuda.

La visione: viene direttamente da Dio. Non pensieri di Isaia, ma un messaggio da Dio stesso.

Isaia, guidato da Dio, chiama come testimoni i cieli e la terra. Leggo v.2.

2 Udite, o cieli, e ascolta, o terra, perché l’Eterno ha parlato:

Dio è il giudice di tutto e di tutti. Quello che Dio dichiara è l’unico vero metro. Dio stava giudicando il suo popolo allora e Dio giudica noi adesso. Ascoltiamo attentamente il metro di Dio, con il quale condanna il suo popolo.

“Ho allevato dei figli e li ho fatti crescere, ma essi si sono ribellati contro di me. 3 Il bue riconosce il suo proprietario e l’asino la mangiatoia del suo padrone, ma Israele non ha conoscenza e il mio popolo non ha intendimento”.

Dio mette in evidenza la gravità il peccato del suo popolo. Questo mostra la gravidanza anche dei nostri peccati. Come è che Dio vede i nostri peccati?

Dio aveva allevato e fatto crescere. Dio aveva salvato e curato il suo popolo, ma il suo popolo non viveva mettendo Dio al primo posto. Non avevano conoscenza o intendimento. Stavano agendo con stoltezza. Queste persone rispecchiano anche noi quando abbiamo peccati non confessati nelle nostre vite.

Animali hanno buon senno più delle persone. Un animale è fedele, sa da dove viene il suo cibo. Noi invece, spesso, ci induriamo, nonostante che è DIO che ci provvede tutto. Ci induriamo contro Dio. Notiamo come Dio vede questo nel v.4.

4 Guai, nazione peccatrice, popolo carico di iniquità, razza di malfattori, figli che operano perversamente! Hanno abbandonato l’Eterno, hanno disprezzato il Santo d’Israele, si sono sviati e voltati indietro.

Guai: forte avvertimento. Dobbiamo capire che indurirci può provocare la forte disciplina da parte di Dio.

Nazione peccatrice: popolo carico di iniquità: stavano praticando la religione. Ma avevano tanti peccati. Esteriormente stavano seguendo Dio. Ma in realtà, avevano abbandonato Dio. Avevano disprezzato Dio con i loro peccati.

Confrontiamo con oggi: Pensiamo ad esempi dove diciamo di seguire Dio, ma lasciamo il peccati nelle nostre vite. Per esempio, si dice di seguire Dio, ma si guarda film pieno di peccato, mentre Dio ci comanda a non avere nulla a che fare con le opere delle tenebre.

A volte, siamo pieni di orgoglio e superbia, ma non ci umiliamo per confessare e abbandonare questo peccato.

A volte, nel nostro orgoglio, facciamo il muso. Che cosa Dio ci comanda? Mansuetudine. Umiltà. Abbondare nel ringraziamento. Onorare gli uni gli altri.

Ci lamentiamo, che è una forma di orgoglio e criticare Dio.

Diventiamo stressati e parliamo bruscamente con gli altri, soprattutto in casa, quando dovremmo essere umili e gentili.

Un marito che non cura sua moglie teneramente. Una moglie che non vuole essere sottomessa al suo marito.

Se io focalizzo su me stesso, se porto il muso, se mi lamento, se mi indurisco: sto seguendo Dio, oppure sto vivendo l’esatto opposto di come Dio mi comanda di vivere?

Se vivo così, sono in grande ribellione contro Dio, come il popolo con cui parla in Isaia 1. Questo capitolo è per noi.

Allora, quello che leggiamo di come Dio parla al suo popolo , vale anche per noi. Rileggo il v.4.

4 Guai, nazione peccatrice, popolo carico di iniquità, razza di malfattori, figli che operano perversamente! Hanno abbandonato l’Eterno, hanno disprezzato il Santo d’Israele, si sono sviati e voltati indietro. (Isaia 1:4)

, Se io vivo egoisticamente, o con il muso, o pieno di orgoglio, io ho disprezzato il Santo di Israele. Allora io sono sviato e guardo dietro, lasciando la via giusta. E allora, GUAI a me. Ho abbandonato l’Eterno. Non sto veramente camminando nella sua via.

Nel v.5 Dio ci avverte, fortemente, a non continuare in questa via.

Perché volete essere ulteriormente colpiti? Vi ribellereste ancor di più? (Isaia 1:5)

Mi colpisce il cuore di Dio. Anziché abbandonare il suo popolo, spinge loro a valutare la loro condizione. Conviene veramente continuare nei loro peccati? Dio vuole farli ragione. Non vuole arrivare alla dura disciplina. Vuole farli fermare per tornare a Lui, per essere grandemente benedetti con comunione con Lui. Dio ama stare in comunione con il suo popolo. Dio ama stare in comunione con noi. Però, dobbiamo noi abbandonare i nostri peccati.

Che cuore, anche verso di noi. Allora, quanto è grave quando rifiutiamo la voce di Dio, che ci parla, tramite la coscienza, tramite altri, tramite un sermone, tramite la lettura. Non ignoriamo la voce di Dio. Umiliamoci e ascoltiamo quello che Dio ci dichiara.

Dio gli parla della loro condizione, visto che non lo stavano veramente seguendo di cuore. Ascoltate dal 5 – 8 mentre Dio descrive la loro condizione, sotto la disciplina di Dio.

5 Tutto il capo è malato, tutto il cuore langue. 6 Dalla pianta del piede fino alla testa non vi è nulla di sano: solo ferite, lividure e piaghe aperte, che non sono state pulite né fasciate né lenite con olio. 7 Il vostro paese è desolato, le vostre città arse dal fuoco, il vostro suolo lo divorano gli stranieri sotto i vostri occhi; è una desolazione, come se fosse distrutto da stranieri. 8 Così la figlia di Sion è rimasta come un capanno in una vigna, come una capanna in un campo di cocomeri, come una città assediata. (Isaia 5:5-8)

Considerate questo, che descrive simbolicamente quanto era dura la disciplina di Dio a causa dei loro peccati.

Considerate: la loro condizione era terribile. Estremamente pesante. Fratelli e sorelle, la disciplina di Dio può arrivare ad essere estremamente dolorosa.

Dio non ama disciplinare. Ci avverte tante volte ad abbandonare i nostri peccati. Però, se noi continuiamo nei nostri peccati, allora, arriva la dura disciplina. E quando arriva, è dolorosa, molto, molto dolorosa.

Paragonando ad un corpo fisico: malato e soffrente dalla testa ai piedi. Se Dio toglie la sua benedizione, tutta la vita diventa pesante.

Terribilmente pesante. Insopportabile. Finché restiamo nel peccato, finché non ci umiliamo, Dio toglie la nostra pace. Se restiamo nel peccato, non possiamo avere vera pace. Possiamo fingere di stare bene, ma dentro di noi, non avremo la pace di Dio.

Notate come Dio descrive il corpo, che rappresenta la vita: “solo ferite, lividure e piaghe aperte”. Pensate a questa descrizione.

Poi, descrive il loro paese. Ricordate, in questo brano, Dio sta parlando con la nazione. Questo è anche valido per ciascuno di noi individualmente. Leggo ancora il v.7.

Il vostro paese è desolato, le vostre città arse dal fuoco, il vostro suolo lo divorano gli stranieri sotto i vostri occhi; è una desolazione, come se fosse distrutto da stranieri. (Isaia 1:7)

Come nazione: una volta era la nazione più potente in tutta quella zona. Ora, era schiacciata dai nemici, il popolo era in grande sofferenza.

Descrivere: Dio aveva permesso questo, nella Bibbia leggiamo che è Dio che innalza e abbassa, Dio innalza i nemici quando vuole disciplinare il suo popolo.

Se noi scegliamo di continuare nei nostri peccati, primo o poi arriverà la disciplina di Dio. La disciplina di Dio è dura, può arrivare ad essere estremamente dolorosa. Dio vuole farci capire che non conviene rimanere nel peccato.

Il v.8 descrive come la figlia di Sion, che è un nome per il popolo di Dio, era rimasta in terribile condizione.

Che possiamo comprendere quanto è assurdo scegliere di camminare lontani da Dio!

Finora, abbiamo visto che la disciplina di Dio era estremamente pesante. Però, nel v.9, vediamo che non serviva per distruggere il suo popolo, ma per purificarlo. Notate che l’Eterno non aveva distrutto loro interamente. Leggo il v.9.

Se l’Eterno degli eserciti non ci avesse lasciato un piccolo residuo, saremmo come Sodoma, assomiglieremmo a Gomorra. (Isaia 1:9)

Quando pecchiamo contro Dio, non una caduta che confessiamo subito, ma quando continuiamo a camminare nel peccato, nella ribellione, quando il nostro cuore si indurisce, Dio dovrebbe distruggerci. Dovrebbe allontanarci da Lui per l’eternità, dovrebbe scacciarci per sempre dalla sua presenza, nel tormento eterno.

Dio dovrebbe toglierci ogni benedizione di ogni tipo. Questo sarebbe giusto.

Invece, Dio lascia un residuo, Dio NON distrugge totalmente il suo popolo. Disciplina duramente, ma non distrugge totalmente.

Il cuore di Dio non è di distruggere il suo popolo. La nostra ribellione merita quello. Ma il cuore di Dio è di purificarci e farci abbandonare il nostro peccato e tornare a Dio.

Nei v.10, Dio inizia una forte riprensione. Ricordate che Sodoma e Gomorra erano città così malvagie che Dio le aveva distrutto interamente. Rappresentavano il peggio del peccato. Chiamare qualcuno Sodoma e Gomorra era il disprezzo più terribile possibile. Eppure, Dio chiama il suo popolo così.

10 Ascoltate la parola dell’Eterno, o capi di Sodoma, prestate orecchio alla legge del nostro DIO, o popolo di Gomorra!

Per Dio dire questo, era il modo più forte e più terribile possibile di parlare con il suo popolo. Non c’era offesa più grande.

Dio ODIA i nostri peccati. Quanto è importante per noi di capire questo.

Se continuiamo nei nostri peccati, Dio parlerà DURAMENTE con noi. E manderà una disciplina terribile.

Dio è misericordioso. Ma, se andiamo avanti nel peccato, Dio userà dura disciplina.

La vita religiosa non piace a Dio

Iniziando nel v.11, Dio parla. Questo brano è importante: ci spiega come Dio vede tutte le nostre buone opere e sacrifici e preghiere, se lasciamo il peccato nelle nostre vite.

Mentre leggo questi versetti, tenete in mente che tutti gli atti religiosi che Dio menziona qua, glieli aveva ordinato loro di fare. Seguite mentre leggo dal v.11.

11 "Che m’importa la moltitudine dei vostri sacrifici", dice l’Eterno. "Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di bestie ingrassate; il sangue dei tori, degli agnelli e dei capri non lo gradisco. 12 Quando venite a presentarvi davanti a me, chi ha richiesto questo da voi, che calpestiate i miei cortili? 13 Smettete di portare offerte vane; l’incenso è per me un abominio; e quanto ai noviluni, ai sabati e al convocare riunioni, io non posso sopportare l’iniquità assieme all’assemblea solenne. 14 Io odio i vostri noviluni e le vostre feste solenni; sono un peso per me, sono stanco di sopportarle.

Che forte sono questi versetti. Tutto quello che Dio menziona qua, che loro facevano per adorare Dio, DIO stesso aveva comandato a loro. Dio aveva comandato loro di portare sacrificio, di fare olocausti, di sacrificare tori e agnelli. Dio aveva ordinato loro di venire nei suoi cortili. Dio aveva comandato di bruciare l’incenso. Dio aveva comandato di osservare i noviluni e i sabati e a convocare riunioni e celebrare le feste solenni.

Eppure, Dio ODIAVA tutto questo.

Come è possibile che Dio odiava le pratiche che Dio stesso aveva comandato?

Se un uomo aiuta la moglie in casa, e le compra regali belli e giusti, la porta a fare belle camminate , se prende tempo di parlare insieme e ascoltare il cuore della moglie, è una buona cosa?

Certamente, in sé, tutte queste cose sono belle.

Però, se quel uomo sta vivendo nell’adulterio, e continua a fare tutte quelle cose belle per sua moglie, lei sarà contenta di tutte quelle cose?

No. Quello che potrebbe essere molto bello, se lui vive peccando contro la moglie, tutto quello diventa bruttissimo per lei.

Il peccato di quel marito macchia tutto quello che lui potrebbe fare per la moglie. Nulla sarebbe gradito da lei, tutto sarebbe un’abominazione per lei.

Similmente, quando noi lasciamo il peccato nella nostra vita, ma poi, adoriamo Dio, o cantiamo canti di lodi e adorazione, o predichiamo, o evangelizziamo, o preghiamo, tutto quello che sarebbe stato gradito da Dio, diventa abominevole.

Quanto è importante che comprendiamo questo. Se noi lasciamo peccato nelle nostre vite, che non confessiamo, allora, tutto quello che potremmo fare per Dio diventa un abominazione per Dio. Dio odia tutto quello che facciamo per Lui, quando è macchiato con il nostro peccato.

Dio continua nel v.15, e spiega ancora di più che Egli rifiuta tutto quello che fanno per lui, se sono macchiati con il peccato. Leggo v.15.

15 Quando stendete le vostre mani, io nascondo i miei occhi da voi; anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolto; le vostre mani sono piene di sangue. (Isaia 1:15)

La frase “mani piene di sangue” è un modo simbolico di descrivere che una persona è macchiata dal suo peccato, peccato che non è stato confessato e abbandonato.

Se abbiamo del peccato non confessato, allora, Dio non ascolta le nostre preghiere.

Andando avanti, mi colpisce di nuovo il CUORE di Dio.

Dio avrebbe ogni diritto di distruggere queste persone, e Dio avrebbe ogni diritto di distruggere noi quando continuiamo nel nostro peccato senza abbandonarlo e senza confessarlo.

Ma il cuore di Dio non è di distruggere, il cuore di Dio è di salvare. Quindi, nel v.16, vediamo il cuore di Dio. Anziché solo distruggere questi credenti che stavano nel peccato, Dio comanda loro di abbandonare il loro peccato per tornare a Lui. Che cuore. Leggo il v.16.

16 Lavatevi, purificatevi, togliete dalla mia presenza la malvagità delle vostre azioni, cessate di fare il male.

Quanto grande e misericordioso è il cuore di Dio. Dio ama benedire. Dio ama stare in stretta comunione con il suo popolo. Dio sa che il nostro peccato crea una terribile barriera. Dio sa che se continuiamo nel nostro peccato, deve mandare la sua durissima disciplina. Ma Dio non ama disciplinare. Dio ama una stretta comunione con noi. Perciò qua, vediamo il cuore di Dio, che esorta questo popolo, e esorta noi oggi, quando siamo nel peccato, ci esorta ad abbandonare il nostro peccato e tornare a Dio.

Cari fratelli e sorelle: se tu sei nel peccato, che sia il peccato di lamentarti, e di diventare nervoso e scattare, che sia di essere brusco, che sia di guardare programmi o film sbagliati, se è di dare spazio alla carne, se è di non amare la moglie come Cristo comanda, sia qualsiasi peccato, se tu stai camminando nel peccato, umiliati, lascia il tuo peccato, e torna a Cristo.

Dio continua nel v.17, esortandoci non solo a lasciare il male, ma di iniziare a camminare nel bene. Leggo il v.17.

Imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova. (Isaia 1:17)

Non basta togliere il male, per tornare a Dio, dobbiamo anche camminare nel bene. Di seguito farò degli esempi di quello che è una vita che piace a Dio.

Notate che sono opere che non ci mettono in mostra. Sono opere che aiutano altri a vedere maggiormente la cura di Dio, tramite noi.

Non sono semplice atti, è proprio un modo da vivere.

La grandezza del perdono

Finora, abbiamo visto che i peccati di questo popolo erano terribili agli occhi di Dio.

I NOSTRI peccati sono terribili agli occhi di Dio.

Ma per mezzo di Gesù Cristo, Dio è pronto a perdonarci completamente, e non solo a perdonarci, ma a lavarci, a togliere TUTTA la nostra colpa.

Questo è incredibile. Leggiamo del perdono completo che Dio ci offre, nel v.18.

Venite quindi e discutiamo assieme”, dice l’Eterno. “Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana. (Isaia 1:18)

Prego che possiamo essere totalmente meravigliati da questo.

Considerando la gravità dei nostri peccati, dovrebbe essere impossibile tornare a Dio.

Invece il cuore di Dio è così grande che Dio ci offre pieno perdono. Offre di lavarci totalmente.

Che possiamo umiliarci e abbandonare i nostri peccati, per avere questo meraviglioso dono del perdono!

Nel v.19, Dio dichiara quello che sarà la benedizione per l’ubbidienza. E quello che succederà se rifiutano ad ubbidire. Lo leggo.

19 Se siete disposti a ubbidire, mangerete le cose migliori del paese; 20 ma se rifiutate e vi ribellate, sarete divorati dalla spada”, perché la bocca dell’Eterno ha parlato.

Al popolo di Giuda, Dio parlava in termini terreni. Per noi, si tratta di godere la meravigliose benedizioni spirituali.

Se continuiamo nei nostri peccati, allora, avremo davanti a noi terribile disciplina. Qua, Dio parla di essere divorati dalla spada.

Infatti, il popolo di Giuda NON si è ravveduto, e Dio ha mandato Babilonia a distruggere la nazione e a portare gli abitanti, questi giudei, in cattività.

Che possiamo scegliere l’ubbidienza!

Dio chiude questo capitolo descrivendo il suo popolo quando hanno rifiutato di abbandonare i loro peccati. Dio descrive la disciplina terribile che è arrivata su di loro. Leggiamo i vv. 21-23.

21 Come mai la città fedele è divenuta una prostituta? Era piena di rettitudine, la giustizia vi dimorava, ma ora vi abitano gli assassini. 22 Il tuo argento è diventato scorie, il tuo vino è stato diluito con acqua. 23 I tuoi principi sono ribelli e compagni di ladri; tutti amano regali e corrono dietro alle ricompense. Non fanno giustizia all’orfano, e la causa della vedova non giunge davanti a loro. (Isaia 1:21-23 LND)

Dio parla di quello che il suo popolo stava per fare. La città, la nazione che era santa, è diventata una prostituta.

Che triste. Erano così vicini a Dio, e sono diventati così lontani.

Conclusione: applicazione

Come stai vivendo?

Forse la tua vita cristiana è bella all’esterno: ti dedichi a Dio, predichi, servi, evangelizzi, leggi la Bibbia e vieni in chiesa, ma hai peccati che non vuoi riconoscere. Ormai c’è un andazzo in casa che non è amore e pace. Spesso ci sono tensioni e scatti, e poi, si copre tutto, senza vera confessione.

Confessare il peccato vuol dire nominare i peccati, dichiararli. Il metro di chi siamo non è che pratichiamo la religione correttamente. Possiamo essere bravi ad alzare le mani e cantare. Non è quello che gradisce Dio. Dio gradisce un cuore rotto. Rotto per che cosa? Non per le circostanze pesanti della vita, rotto per il proprio peccato. Poi, quella persona vede in Gesù Cristo quel perdono di cui ha tanto bisogno. Il peccato abbonda, ma la grazia sovrabbonda.

Allora, un discorso è un peccato in cui cado, ma è un altro quando è un peccato che fa parte del mio carattere. I peccati di carattere sono quelli che ci macchiano di più. Sei concupiscente e attirato alle cose belle e materiali? Ti lamenti? Sei brusco e non sei gentile? Sei una persona che critica? I peccati che ci macchiano sono quelli di abitudine e stile di vita. Ma c’è perdono in Gesù Cristo se vediamo.

Abbiamo letto della gravità del peccato e quanto Dio odia il peccato. Dio dichiara che la nostra religione è un abominio per Lui, ma piuttosto che distruggerci, ci comanda e chiama a ravvedimento. Chiama ad accettare il perdono per essere lavati. Che cuore. Non rifiutiamo un cuore così.

Il versetto dice: “il sole non tramonti sul vostro cruccio”, ma io voglio esortarvi: “il sole non tramonti sul vostro peccato.” Quando Dio ci parla, cosa bisogna fare? Ascoltare oggi. Non andare a letto dicendo, “sì, è vero, dovrei.” No! Non chiudere la giornata senza umiliarti e andare a Dio e alle persone contro i quali hai peccato chiedendo perdono, perché in Gesù Cristo c’è perdono. I nostri peccati sono molto peggio di quanto immaginiamo, ma il perdono è ancora più grande.

Quando pensiamo a Dio, non dobbiamo solo pensare che Dio è amore. Certo Lo è, ma è un amore che ha punito, con tutta la Sua ira, il Suo Figlio per tutti i nostri peccati. Non disprezziamo l’amore di Dio, umiliamoci e aggrappiamoci al Salvatore e Signore Gesù Cristo.

Se confessiamo i nostri peccati, Dio è fedele e giusto da perdonarci e purificarci dalla nostra iniquità.

Camminiamo così.