Quando tu consideri la vita cristiana, che cosa ti viene in mente prima di tutto? Per troppi credenti, e questo è molto triste, quello che viene in mente il più delle volte è come dobbiamo vivere, i comandamenti. E certamente, è estremamente importante come viviamo, ed è estremamente importante che ubbidiamo ai comandamenti di Dio. Infatti, ripetutamente leggiamo che se non ubbidiamo ai comandamenti di Dio, non c'è alcun frutto che siamo veramente salvati. Inoltre, Gesù dichiara che chi lo ama, ubbidisce ai suoi comandamenti. Non ubbidire ai comandamenti vuol dire non amare Dio. E quindi, l'ubbidienza ai comandamenti di Dio è essenziale per essere un vero credente.
Però, quando consideriamo la vita cristiana, se pensiamo principalmente ai comandamenti di Dio, stiamo guardando nella direzione sbagliata, e la nostra vita cristiana sarà estremamente difficile. Non dobbiamo guardare ai comandamenti come la cosa più importante. Piuttosto, quello che deve essere il nostro primo pensiero, quello a cui dobbiamo pensare di più, è di pensare al perdono che abbiamo in Gesù Cristo, e pensare all'amore di Dio per noi.
È estremamente importante che comprendiamo questo. Se noi focalizziamo principalmente sui nostri doveri, e suoi comandamenti, la vita cristiana sarà pesante, e cadremmo ripetutamente. Se pensiamo soprattutto ai comandamenti e capita che crediamo di camminare bene, avremo orgoglio. Se invece siamo onesti con noi stessi, vedremo quanto manchiamo, e saremo molto scoraggiati.
La chiave per la vita cristiana è di guardare soprattutto a quello che abbiamo in Dio! È fondamentale che siamo colpiti dall'immensità dell'amore di Dio per noi in Gesù Cristo, per mezzo del quale abbiamo il meraviglioso perdono.
Oggi, vorrei guardare insieme Salmo 116, in cui il Salmista vive come noi dovremmo vivere. Questo Salmo ci aiuta a riflettere sull'amore di Dio per noi. Trovate Salmo 116, e insieme, consideriamo le meravigliose verità che Dio ha per noi in esso.
Questo salmo inizia con la dichiarazione che il salmista ama Dio, però poi, spiega il motivo per cui ama Dio. È molto importante focalizzare non sul fatto che dobbiamo noi amare Dio, ma su quello che Dio ha fatto per amare noi. Cioè, il nostro amore per Dio non può essere più profondo di quanto siamo meravigliati dall'amore di Dio per noi. Perciò, seguite mentre leggo Salmo 116:1,2.
“1 Io amo l’Eterno, perché egli ha dato ascolto alla mia voce e alle mie suppliche. 2 Poiché ha teso verso di me il suo orecchio, io lo invocherò tutti i giorni della mia vita.” (Salmo 116:1-2 LND)
La prima cosa da notare, e questa è fondamentale per la vita cristiana, è che egli ama l'Eterno perché l'Eterno ama lui. In questo brano, lui dichiara che ama l'Eterno perché l'Eterno ha dato ascolto alla sua voce e alle sue suppliche. Questo è una manifestazione dell'amore dell'Eterno per coloro che si umiliano e confidano in lui.
L'unica cosa che ci farà veramente amare Dio con un amore che dura, un amore profondo, è quando noi consideriamo a fondo all'amore di Dio per noi. Ricordate la verità che troviamo in 1Giovanni 4:19.
“Noi lo amiamo, perché egli ci ha amati per primo.” (1Giovanni 4:19 LND)
Quello che ci rende capaci ad amare è perché Dio ci ha amato per primo. È solo quando conosciamo l'amore di Dio che possiamo veramente amare, ed è conoscendo sempre di più l’amore di Dio che ci permette di amare di più.
Se tu non senti un profondo amore per Dio, e se non vedi Gesù Cristo come prezioso a te, è quasi certo che tu non stai considerando l'amore di Dio per te. Non stai vedendo la gravità del tuo peccato, e la grandezza del perdono e la cura di Dio per te.
Infatti, in questo Salmo il salmista parla del fatto che era in condizioni terribili, e l'Eterno lo ha ascoltato e lo ha curato. In questi versetti, dice che l'Eterno ha dato ascolto alla sua voce e alle sue suppliche. L'Eterno lo ha ascoltato. Vedendo l'amore di Dio per lui, era naturale per lui di amare l'Eterno.
Notate come il versetto 2 descrive il cuore di Dio nei suoi riguardi:
“poiché ha teso verso di me il suo orecchio, io lo invocherò tutti i giorni della mia vita.” (Salmo 116:2).
Il salmista riconosceva quanto grande era stato il suo bisogno, e quanto grande era l'amore di Dio che ha dato ascolto a lui.
Condizione precedente, vv. 3,4
Nel versetto 3, il Salmista descrive quello che era la suacondizione quando aveva invocato l'Eterno. Seguite mentre lo leggo.
“3 I legami della morte mi avevano circondato e le angosce dello Sceol mi avevano colto; sventura e dolore mi avevano raggiunto.” (Salmo 116:3 LND)
Prima di tutto, notate che la sua condizione era gravissima. Si tratta di una condizione estrema. Dichiara che il legame della morte lo aveva circondato, e le angosce dello Sceol lo avevano colto.
Il modo migliore di capire questo è di capire che il salario del peccato è la morte, non solo la morte fisica, ma molto peggio, la morte spirituale, che ci porta ad essere separati da Dio per l'eternità. E quindi, si parla di Sceol, la dimora dopo la morte per coloro senza Cristo. Quando siamo colpevoli del nostro peccato, la nostra colpa è un legame da cui non possiamo scappare per conto nostro. È impossibile liberarci da soli. I nostri impegni, la nostra forza, tutto il bene che possiamo fare, non possono liberarci da questo legame. E perciò, coperti con il nostro peccato, potremmo veramente dire che il legame della morte ci circonda. Se riconosciamo qual è il salario del peccato, allora, essendo coperti con il nostro peccato possiamo dire che le angosce dello Sceol ci colgono. Sventura e dolore ci raggiungono quando siamo coperti con il nostro peccato, quando siamo lasciati a noi stessi.
Il salmista teneva ben presente nella sua memoria quello che era la sua condizione. Infatti, se tu vuoi la gioia della salvezza, se vuoi amare Dio, se vuoi capire l'amore di Dio per te, anche in mezzo alle prove più profonde, devi ricordare attivamente la gravità della tua condizione quando eri senza Cristo. E devi anche ricordare quanto i tuoi peccati attuali sono gravi.
Il salmista vedeva e ricordava in modo molto chiaro il suo peccato. Tu ti ricordi quello che era la tua condizione senza Cristo? Tu tieni in mente quanto era grave la tua condizione, e quello che era il tuo destino quando eri nei tuoi peccati? Solo ricordando queste verità puoi vivere con gioia la vita cristiana!
Quando ci troviamo sotto il giogo del nostro peccato, colpevoli, siamo allontanati da Dio, e non possiamo fare nulla in noi stessi per liberarci da quel giogo. Allora, che cosa dobbiamo fare? Il versetto 4 ci dichiara quello che ha fatto il salmista. Lo leggo.
“Allora invocai il nome dell'Eterno: o Eterno, ti supplico, libera l'anima mia.” (Salmo 116:4 LND)
Riconoscendo la gravità della sua condizione, il salmista si è umiliato, e si era rivolto all’Eterno. Invocò il nome dell'Eterno. Non guardava altrove, non guardava alle buone opere, non guardava agli altri uomini. Guardava all’Eterno. Invocò il nome dell'Eterno. Supplicava l'Eterno, chiedeva all’Eterno di liberare l'anima sua. Sapeva che la sua anima era prigioniera del proprio peccato. Sapeva di essere condannato, che era colpevole davanti a Dio. E perciò, guardava a Dio per ottenere la liberazione.
Questo è molto importante. Il salmista sapeva di essere colpevole davanti a Dio, eppure, si rivolgeva a Dio per la sua liberazione.
Quando ti trovi schiacciato dal peso del tuo peccato, che cosa fai? Troppo spesso, quando ci troviamo nel peccato, nel nostro orgoglio, vogliamo cercare in qualche modo di liberarci da soli, e perciò, subito cominciamo a pensare a come possiamo migliorare. Pensiamo a quel che facciamo noi, credendo che se riusciamo a migliorare, avremo di che vantarci nella carne.
Ma in realtà, il nostro peccato ci macchia così tanto che è impossibile liberarci da soli. Quando ci troviamo schiacciati dobbiamo piuttosto invocare Dio, confessando il peccato e riconoscendo il nostro bisogno del perdono. Perché anche se potessimo migliorare e non peccare mai più, la colpa rimane. Abbiamo bisogno del perdono in Gesù Cristo.
Chi pecca è schiavo del peccato, e solo il Figlio di Dio, Gesù Cristo, può liberarci dal nostro peccato. Leggo quello che Gesù dice a proposito in Giovanni 8.
“34 Gesù rispose loro: "In verità, in verità vi dico: Chi fa il peccato è schiavo del peccato. 35 Or lo schiavo non rimane per sempre nella casa; il figlio invece vi rimane per sempre. 36 Se dunque il Figlio vi farà liberi sarete veramente liberi".” (Giovanni 8:34-36 LND)
Il salmista era umile, e sapeva che non poteva mai arrivare a Dio per conto suo. E perciò, capendo la sua colpa, invocava il nome dell'Eterno, gridava all'Eterno di liberarlo. Guardava a Dio con fede.
Descrizione dell’Eterno, vv. 5,6
Nei versetti 5 e 6, il salmista descrive il cuore e l'opera di Dio nei suoi confronti, e nei confronti di chiunque si umilia davanti a Dio, vedendo la propria colpa, e invocando l'Eterno. Seguite mentre leggo 5 e 6.
“5 L’Eterno è pietoso e giusto, il nostro DIO è misericordioso. 6 L’Eterno protegge i semplici; io ero ridotto in misero stato, ed egli mi ha salvato.” (Salmo 116:5,6 LND)
Consideriamo come il salmista descrive l'Eterno, perché noi abbiamo bisogno di riconoscere Dio così, per poter porre la nostra fede in Lui, come faceva il salmista.
L'Eterno è pietoso: ha un cuore per quelli che sono afflitti. Il suo cuore desidera grandemente aiutare coloro che soffrono.
L'Eterno è giusto: ha un grande cuore per aiutare coloro che soffrono, ma è anche giusto, e non aiuterà mai in modo che va contro la sua giustizia. Quello che Dio farà, farà con giustizia. Perciò, se c'è il peccato, deve essere punito. Eppure, Dio è pietoso.
L'Eterno è anche misericordioso: vuol dire che Dio provvede un modo di mostrare misericordia pur mantenendo la sua giustizia. Il salmista sapeva questo di Dio, e invocava l'Eterno per fede.
Il versetto 6 contiene una verità molto importante. L'Eterno protegge i semplici. Cosa vuol dire che l'Eterno protegge i semplici? I semplici sono coloro che non sono doppi di mente. Non sembrano una cosa mentre sono realmente un'altra cosa. Non cercano di arrivare a Dio per il proprio merito, e allo stesso tempo di fidarsi di Dio nella sua misericordia. Dipendono totalmente da Dio.
E quando uno ha questo tipo di fede, quando uno è semplice così, l'Eterno lo protegge. Lo protegge dal giudizio, lo protegge dal proprio peccato.
Il salmista poi dichiara quello che Dio aveva fatto per lui. Leggo ancora l'ultimo parte del versetto 6.
“...Io ero ridotto in misero stato, ed egli mi ha salvato.” (Salmo 116:6 LND).
Il salmista riconosce che la sua condizione mentre era nel suo peccato era miserabile, era così colpevole che era in uno stato miserabile. È in quella condizione, invocava l'Eterno, confidando totalmente nell’Eterno, umiliandosi totalmente, e l'Eterno lo ha salvato.
Questo è il cuore di Dio, e questo è quello che Dio fa tuttora per coloro che hanno un cuore come quello del salmista. Tu hai quel cuore? Tu vedi la gravità del tuo peccato? Tu vedi che hai bisogno della misericordia di Dio, perché il tuo peccato è troppo grande per te da poterlo mai togliere da solo?
il vero riposo, vv. 7,8
Andando avanti, vediamo che il salmista sapeva che l’unico riposo per la sua anima era nell'Eterno. Notate che il salmista pensava costantemente a quello che era la sua condizione, e quello che l'Eterno aveva fatto. Leggo i versetti 7 e 8.
“7 Ritorna, anima mia, al tuo riposo, perché l’Eterno ti ha colmata di beni. 8 Sì, perché tu hai liberato la mia vita dalla morte, i miei occhi dalle lacrime e i miei piedi da cadute.” (Salmo 116:7,8 LND)
Ciò che serve alla nostra anima per poter stare bene è il vero riposo. E quello che ci toglie riposo, riposo all'anima, è quando abbiamo peccato non perdonato. Possiamo avere tutto: una bella vita, una bella famiglia, buona salute, ampi soldi, ma se noi non abbiamo pace dell'anima non avremo il riposo, e staremo male. Quanto è importante il riposo. È in questo versetto il salmista chiama la sua anima a tornare al suo riposo. Quel riposo è nell’Eterno, dove c'è perdono.
Ricordate che Gesù Cristo chiamava sempre le persone a Sé, per offrirli il perdono. In Matteo 11 aveva parlato del giudizio finale e quanto sarebbe terribile. Chi considera il giudizio, se non ha il perdono, avrà un cuore agitato, e giustamente. Notate quello che Gesù dichiara per quanto riguarda dove trovare il vero riposo per l'anima. Leggo Matteo 11:28-30.
“28 Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed io vi darò riposo. 29 Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime. 30 Perché il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero!".” (Matteo 11:28-30 LND)
Il vero riposo, il riposo dell'anima, si trova solamente nell'Eterno, in Gesù Cristo. Il salmista chiama la sua anima a ritornare al suo riposo. Si ritorna al riposo quando si confessano i peccati e si crede nel perdono che Dio offre in Gesù Cristo. E, si ricorda come l’Eterno aveva ricolmato di beni, il più grande essendo il perdono per tornare in comunione con Dio.
Quando il tuo cuore è agitato, quando non hai pace, ti ricordi dov’è la vera pace? Oppure, cerchi la pace nei posti sbagliati, cercando la pace in quello che tu puoi fare? Oppure, tu cerchi la pace nell’Eterno? Solo nell’Eterno possiamo trovare la vera pace, la pace dell'anima.
Del versetto 8 il salmista dichiara quello che l'Eterno aveva fatto. Questo è quello che l'Eterno fa per ognuno che si ravvede e crede veramente in Gesù Cristo. Libera la vita dalla morte, libera gli occhi dalle lacrime, e i piedi dalle cadute. Libera dalla morte in quanto chi si umilia e confessa i suoi peccati, guardando a Gesù Cristo viene liberato dalla morte eterna. Chi trova perdono e riposo dell'anima in Cristo viene liberato dalle lacrime di disperazione che hanno coloro che non hanno il perdono. E poi, quando camminiamo per fede in Dio, guardando a Lui, siamo liberati dalle cadute. Da soli non faremmo altro che cadere. Tenendo gli occhi su Cristo Gesù possiamo essere sicuri.
Prego che ognuno di noi possa cercare il vero riposo in Gesù Cristo, e ricordare costantemente quello che ha fatto Dio per noi in Cristo Gesù.
vita di fede, v.9
Nel versetto 9, il salmista dichiara quello che sa di essere il suo futuro, perché lui cammina per fede. Questo è il futuro di chiunque cammina veramente per fede in Gesù Cristo. Leggo il versetto 9.
“9 Io camminerò alla presenza dell’Eterno nella terra dei viventi.” (Salmo 116:9 LND)
Il salmista guardava Dio con fede, e sapeva che per l'opera di Dio era perdonato. Perciò, sapeva che non sarebbe stato sconfitto dalla morte, ma che avrebbe camminato alla presenza dall'Eterno nella terra dei viventi.
Se noi abbiamo il perdono in Gesù Cristo, anche noi abbiamo la certezza di camminare alla presenza dell'Eterno nei nuovi cieli e nella nuova terra. Se abbiamo Gesù Cristo, abbiamo la vita eterna. Questa è un'immensa gioia che supera qualunque gioia che appartiene a questa terra. Che meraviglioso, camminare alla presenza dell'Eterno, ovvero, avere vera comunione con l'Eterno.
Dichiarare l'Eterno ad altri, vv.10,11
Leggo i versetti 10 e 11, in cui il salmista dichiara che parlerà dell'Eterno agli altri. l'Eterno è degno di lode. Leggo queste versetti.
“10 Io ho creduto, perciò ho parlato. Io ero grandemente afflitto, 11 e dicevo nel mio smarrimento: "Ogni uomo è bugiardo".” (Salmo 116:10,11 LND)
Il salmista, avendo ricevuto il perdono, essendo stato liberato dal peso del suo peccato, avendo ora riposo per la sua anima, vedendo la misericordia e la pietà e la giustizia del Eterno, non poteva tacere. Doveva parlare, doveva annunciare questo grande Dio e le sue opere agli altri! Quando Dio salva, salva affinché diventiamo luce del mondo, portavoci che annunciano i suoi attributi e le sue opere. Ascoltate quello che è lo scopo per cui ci lascia sulla terra dopo la salvezza. Leggo 1Pietro 2:9,10.
“9 Ma voi siete una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un popolo acquistato per Dio, affinché proclamiate le meraviglie di colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce; 10 voi, che un tempo non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio; voi, che non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete ottenuto misericordia.” (1Pietro 2:9-10 LND)
Siamo qui su questa terra per proclamare le meraviglie di Dio! Quanto è importante parlare di Dio agli altri. Quanto è importante essere luce in questo mondo di tenebre.
Quando lui dichiara che ogni uomo è bugiardo, sta parlando del fatto che solo Dio è verità, solo Dio può salvarci. Se gli uomini offrono un'altra via di salvezza, qualunque altra via, è falsa. Il perdono e l'aiuto che ci serve è solo in Dio.
Che darò all'Eterno? vv.12-14
Nei versetti 12 a 14, vediamo il cuore riconoscente, che voleva in qualche modo ripagare Dio per questo immenso dono della salvezza. Però, è sorprendente quello che è il vero modo di ripagare Dio. Leggo i versetti 12 a 14.
“12 Che darò all’Eterno in cambio di tutti i benefici che mi ha fatto? 13 Io alzerò il calice della salvezza, e invocherò il nome dell’Eterno. 14 Adempirò i miei voti all’Eterno in presenza di tutto il suo popolo.” (Salmo 116:12-14 LND)
Questi versetti sono estremamente importanti, perché ci aiutano a capire che la nostra salvezza è solo per grazia. Non possiamo meritarla, e non possiamo ripagare Dio per quello che ci dà in Gesù Cristo.
Capendo quanto è immenso la salvezza, il salmista pone la domanda: “che darò all'Eterno in cambio di tutti i benefici che mi ha fatto?”. È una domanda valida. Cioè, ogni buon dono viene da Dio, e il dono più grande in assoluto è la salvezza. E perciò, è naturale chiederci come potremmo ripagare Dio per quello che abbiamo ricevuto.
La sua domanda rivela un cuore estremamente riconoscente a Dio.
Allora, la mia domanda a questo punto è: noi riconosciamo quanto noi abbiamo ricevuto? Tu sei colpito dalla tua salvezza? È difficile credere per quanto è grande?
Dovremmo essere molto colpiti di quello che abbiamo in Cristo. Infatti, un vero credente dovrebbe essere colpito ogni giorno dalla grandezza della salvezza. Se tu non hai la gioia della salvezza, forse uno dei motivi più grande e perché tu non sei veramente riconoscente.
Quando vediamo la grandezza della salvezza, la prima reazione è di voler in qualche modo ripagare Dio. E così, il salmista chiede quello che può dare all'Eterno in cambio per tutti i benefici che aveva ricevuto. Ma la risposta è incredibile.
Quello che Dio vuole da noi è che noi dipendiamo costantemente da Dio. Il Salmista capisce quello che Dio vuole, e lo dichiara nel v.13.
“Io alzerò il calice della salvezza, e invocherò il nome del Eterno.” (Salmo 116:13 LND)
La più grande gloria che noi possiamo dare a Dio non è quello che noi facciamo per Dio, ma è di continuare a riconoscere che noi dipendiamo da Dio per tutto. E perciò, è vivere invocando il nome del Eterno ogni giorno. Siamo salvati per grazia, restiamo salvati per grazia, e possiamo compiere buone opere solo per grazia. Quello che Dio desidera da noi è che dipendiamo da Lui, in modo che Lui riceve tutta la gloria!.
Perciò, cosa possiamo dare a Dio? Innalziamo il calice della salvezza, innalziamo quello che Dio ha fatto per noi in Gesù Cristo. Invochiamo il suo nome, riconoscendo che dipendiamo da lui. E così, Dio è glorificato in noi.
Vivendo così, il salmista dichiara che adempierà i suoi voti all'Eterno nella presenza di tutto il suo popolo. In altre parole, vivrà pienamente e totalmente per Dio. Non si vergognerà, proclamerà Dio davanti a tutti. Questo è la vita di chi riconosce la grandezza del dono della vera salvezza in Gesù Cristo. Questa è la vita dedicata totalmente a Dio.
L’amore di Dio per i suoi, v. 15
Il versetto 15 è una verità preziosa, che dovrebbe darci grande pace, perché dichiara che la morte di ogni vero credente è preziosa a Dio. Seguite mentre lo leggo.
“15 È preziosa agli occhi dell’Eterno la morte dei suoi santi.” (Salmo 116:15 LND)
Davanti a noi, ognuno di noi dovrà affrontare la morte fisica. Senza Cristo, gli uomini hanno timore della morte, anche se a volte cercano di negare che hanno timore. Ma in Gesù Cristo c'è vittoria su quel timore. E quando uno è in Cristo, la sua morte è preziosa all'Eterno. In Ebrei 2:14,15, vediamo come Gesù Cristo ha liberato coloro che hanno fede in Lui dal timore della morte. Ve lo leggo.
“14 Poiché dunque i figli hanno in comune la carne e il sangue, similmente anch’egli ebbe in comune le stesse cose, per distruggere, mediante la sua morte colui che ha l’impero della morte, cioè il diavolo, 15 e liberare tutti quelli che per timore della morte erano tenuti in schiavitù per tutta la loro vita.” (Ebrei 2:14-15 LND)
In Gesù Cristo, non dobbiamo più temere la morte. Non solo, ma per l'Eterno, la morte dei suoi santi è preziosa, perché quando uno muore, passa a stare con Dio. Abbiamo letto da poco come in Filippesi Paolo dichiara che è molto meglio partire dal corpo per essere con il Signore. Dio non abbandona i suoi figli durante la vita, e Dio non li abbandona nel momento della morte, anzi, la morte di ogni vero credente è preziosa a Dio. Possiamo dormire tranquilli, sapendo che Dio sarà con noi quando arriva il nostro giorno di lasciare questo corpo per essere con Cristo.
Conclusione del Salmo, vv.16-19
Il salmista conclude questo Salmo con i versetti 16 a 19. Mentre leggo questi versetti, notate la sua umiltà nei confronti di Dio, notate che e riconoscente della sua salvezza, e notate che vuole vivere pieno di ringraziamento e per la gloria di Dio. Seguite mentre leggo dal v.16.
“16 Io sono veramente il tuo servo, o Eterno, sono il tuo servo, il figlio della tua serva; tu hai sciolto i miei legami. 17 ti offrirò un sacrificio di ringraziamento e invocherò il nome dell’Eterno. 18 Adempirò i miei voti all’Eterno in presenza di tutto il suo popolo, 19 nei cortili della casa dell’Eterno, in mezzo a te, o Gerusalemme. Alleluia.” (Salmo 116:16-19 LND)
Prima di tutto, il salmista dichiara che è il servo dell’Eterno. In altre parole, riconosce che non appartiene a se stesso, ma appartiene interamente a Dio, perché è stato comprato a caro prezzo. E quindi, non vive più per se stesso, ma vive interamente per la gloria di Dio.
Questo è l'unica vita che vale per un vero credente. Se tu sei veramente salvato, allora, tu sei stato comprato al caro prezzo della morte di Gesù Cristo. La tua vita non è tua. Tu sei un servo dell’Eterno.
Poi, vediamo che il salmista continua ad essere riconoscente. Dichiara che l'Eterno aveva sciolto i suoi legami. L’unico modo di avere una vita cristiana vittoriosa, e piena di gioia, è di ricordare giorno dopo giorno quello che Dio ha fatto per noi, e quello che continua a fare per noi nella salvezza.
Per questo, nel versetto 17 il salmista dichiara che offrirà un sacrificio di ringraziamento, e invocherà il nome dell'Eterno. Continuerà a guardare a Dio, per tutta la sua vita, riconoscendo che tutto quello che ha viene da Dio. Ripete che adempierà i suoi voti all'Eterno. In altre parole, vivrà per l'Eterno in ogni campo della sua vita. Quando Dio ci salva, confessiamo Gesù Cristo come il nostro Signore, che è una dichiarazione di seguirLo in tutto. Dichiarare di adempiere i nostri voti vuol dire prendere seriamente la posizione di seguire Gesù Cristo.
Una parte dei suoi voti riguardano vivere per adorare Dio, perché menziona il cortile della casa dell'Eterno. Dio vuole che viviamo una vita piena di ringraziamento e di adorazione.
Conclusione
Dio ci ha dato questo Salmo come esempio da seguire. Se vuoi la vita cristiana con la vittoria sul peccato, se vuoi la gioia della salvezza, se vuoi vivere in modo da portare frutto che dura, allora, segui l’esempio di questo Salmista. Vivi ricordando, giorno per giorno, quello che era la tua condizione prima della salvezza. Pensa al sacrificio di Gesù Cristo per salvarti. Riposati nell’Eterno, fidandoti con mansuetudine nella sua cura perfetta. Abbonda nel ringraziamento, e guarda a Dio con fede in ogni situazione. E poi, proclama Dio agli altri.
Considera, giorno per giorno, l’immensità dell’amore di Dio per te, in Gesù Cristo. E poi, riposati in quell’amore. Vivi per la gloria di Dio.
Se riconosciamo tutto quello che Dio ha fatto per noi in Gesù Cristo, se riconosciamo l’immenso amore di Dio per noi, se riconosciamo che Dio ci ha salvato, dal tormento eterno, per stare nella sua presenza per sempre, avremo gioia, e tutto il resto seguirà.
Grazie, o Padre.