Oggi, vogliamo considerare un brano che può aiutarci ad avere una vita drasticamente diversa, in meglio.
Prima una domanda per voi: perché quando si toglie un giocattolo che non vale niente ad un bambino piccolo piange così tanto? Qual è il suo problema?
Il suo problema è che manca di una prospettiva giusta. Se lui potesse capire le cose in prospettiva, allora, capirebbe che quel giocattolo non ha vero valore, e quindi, la sua perdita non sarebbe un problema per lui. I bambini piccoli hanno una prospettiva sbagliata.
Però non sono solamente i bambini piccoli che hanno una prospettiva sbagliata. Infatti, uno dei nostri problemi più grandi nella vita è che spesso, abbiamo una prospettiva sbagliata. Spesso, ci vediamo più importanti di quello che siamo, vediamo il peccato meno grave di quello che è, e non vediamo la grandezza di Dio.
Avere una prospettiva giusta trasforma la vita.
Quanto è facile essere presi con la situazione attuale, con le circostanze, e dimenticare la prospettiva eterna. Dimentichiamo quanto siamo deboli. Dimentichiamo la santità di Dio, e la gravità del nostro peccato.
Per aiutarci ad avere una prospettiva giusta, vogliamo guardare un Salmo scritto da Mosè. Fra tutti gli uomini della Bibbia, forse, Mosè è stato quello con la prospettiva più giusta di tutti. Conosceva bene l'ira di Dio, perché aveva visto l'ira di Dio scatenata contro gli Egiziani, e poi contro gli Ebrei. Aveva visto la gloria di Dio, aveva visto la fragilità dell'uomo, avendo visto che i più grandi uomini sono fatti di polvere.
Questo Salmo, il numero 90, può aiutarci ad avere una prospettiva giusta, e a vivere meglio il nostro breve pellegrinaggio su questa terra, in attesa di Gesù Cristo.
Possiamo dividere questo Salmo in tre parti:
--- vv. 1-6 il contrasto fra Dio e l'uomo.
--- vv. 7-11 l'ira di Dio contro il peccato.
--- vv. 12-17 una preghiera alla luce delle verità precedenti
Confronto fra Dio e gli uomini. vv.1-6
Inizio leggendo i vv.1-6. Mosè inizia questo Salmo mostrando il grande contrasto fra l'eternità di Dio e la fragilità dell'uomo. Dio è eterno, non cambia mai. Invece l'uomo appare sulla scena, e poi, svanisce. Questo è il punto principale dei primi versetti.
“1 «Preghiera di Mosè, uomo di Dio.» O Signore, tu sei stato per noi una dimora di generazione in generazione. 2 Prima che i monti fossero nati e che tu avessi formato la terra e il mondo, anzi da sempre e per sempre tu sei DIO. 3 Tu fai ritornare l’uomo in polvere e dici: "Ritornate, o figli degli uomini". 4 Poiché mille anni ai tuoi occhi sono come il giorno di ieri quando è passato, o come una vigilia, nella notte. 5 Tu li porti via come un’inondazione. Essi sono come un sogno, sono come l’erba che verdeggia la mattina. 6 La mattina essa fiorisce e verdeggia, la sera è falciata e dissecca.
una dimora
Mosè inizia dichiarando che Dio è la nostra dimora, ed è stato la nostra dimora di generazione in generazione.
Dio è l'unica vera dimora che abbiamo, di generazione in generazione, ovvero, da sempre e per sempre. Gli uomini nascono, vivono pochi anni, e poi, un'altra generazione prende il loro posto. Anche gli uomini più forti durano poco.
Invece Dio è sempre lo stesso, di generazione in generazione.
Il fatto che Dio è la nostra dimora, ci ricorda della nostra debolezza, che abbiamo bisogno di una dimora, un rifugio, perché non possiamo affrontare da soli le prove della vita e della morte da soli.
Dio è la nostra dimora di generazione in generazione perché Dio è eterno, e non cambia mai. Se cercassimo una dimora in qualunque uomo, o in una istituzione, o in qualsiasi altra cosa, certamente non durerebbe nei secoli. Le cose che potrebbero sembrare una dimora oggi, domani saranno polvere. Solo Dio non cambia mai.
Infatti, nel v.2, Mosè dichiara a Dio: “prima che molti fossero nati e che tu avessi formato la terra e il mondo, anzi da sempre e per sempre tu sei Dio.”
Dio è eterno! Dio è sempre Dio. Prima che i monti fossero nati e che Dio avesse formato la terra, e per sempre, Egli è Dio. Quando pensiamo a Dio, è importante iniziare ricordando che Dio è il Creatore di tutto, ed Egli è eterno. Così, comprendiamo meglio che Egli è al di sopra di tutto. Questo ci permette una prospettiva più giusta.
Vediamo tanti esempi nella Bibbia di rivolgersi a Dio, ricordando che Egli è il Creatore di tutto. Per esempio, in Atti 4, quando la prima chiesa si trova in pericolo, inizia la loro preghiera così. Vi leggo:
“23 Quando furono rilasciati, ritornarono dai loro e riferirono tutte le cose che i capi dei sacerdoti e gli anziani avevano loro detto. 24 All’udire ciò, alzarono all’unanimità la voce a Dio e dissero: "Signore, tu sei il Dio che hai fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi, 25 e che mediante lo Spirito Santo hai detto, per bocca di Davide tuo servo: "Perché si sono adirate le genti e i popoli hanno macchinato cose vane?... ” (At 4:23-25 LND) e la preghiera continua.
Quando l'apostolo Paolo parla agli Ateniesi, inizia con il fatto che Dio è il Creatore di tutto. Leggo da Atti 17:
“22 Allora Paolo, stando in piedi in mezzo all’Areopago, disse: "Ateniesi, io vi trovo in ogni cosa fin troppo religiosi. 23 Poiché, passando in rassegna e osservando gli oggetti del vostro culto, ho trovato anche un altare sul quale era scritto: AL DIO SCONOSCIUTO. Quello dunque che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annunzio. 24 Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi fatti da mani d’uomo, 25 e non è servito dalle mani di uomini come se avesse bisogno di qualcosa, essendo lui che dà a tutti la vita, il fiato e ogni cosa; 26 or egli ha tratto da uno solo tutte le stirpi degli uomini, perché abitassero sopra tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche prestabilite e i confini della loro abitazione, 27 affinché cercassero il Signore, se mai riuscissero a trovarlo come a tastoni, benché egli non sia lontano da ognuno di noi.” (At 17:22-27 LND)
Ripetutamente, la Bibbia ci ricorda che Dio è il Creatore, eterno, che non cambia mai! Questa è la base sulla quale dobbiamo vedere Dio, cioè, che è il Creatore, ed è eterno, esiste da sempre e per sempre. Egli è sopra tutta la creazione.
Fragilità dell'uomo vv.3-6
Nello stesso modo è importante ricordare che Dio è il sovrano Creatore di tutto ed è eterno, è anche importante ricordare che noi siamo polvere, siamo niente per conto nostro, non abbiamo nemmeno vita se non da Dio.
Infatti, questo contrasto fra Dio e l'uomo è il punto centrale dei versetti 3-6. Dio è eterno, l'uomo è un vapore. Leggo dal 3-6.
“3 Tu fai ritornare l’uomo in polvere e dici: "Ritornate, o figli degli uomini". 4 Poiché mille anni ai tuoi occhi sono come il giorno di ieri quando è passato, o come una vigilia, nella notte. 5 Tu li porti via come un’inondazione. Essi sono come un sogno, sono come l’erba che verdeggia la mattina. 6 La mattina essa fiorisce e verdeggia, la sera è falciata e dissecca.” (Salmo 90:3-6 LND)
Dio fa ritornare gli uomini in polvere. L'uomo è polvere, dura poco. Dio è eterno, l'uomo è mortale. Dio è sopra ogni cosa, l'uomo è debole. L'uomo è niente davanti a Dio, e dipende da Dio per tutto.
Per un uomo, 100 anni sarebbero tantissimi, per Dio 1000 anni è niente, perché Egli è eterno. L'uomo è come erba che c'è la mattina ed è falciata la sera.
Ascoltami: se tu vuoi avere sapienza, devi capire quanto tu sei debole per conto tuo, e quanto la tua vita sulla terra è breve, e quanto Dio è eterno.
L'ira di Dio, la fragilità dell'uomo. vv.7-11
Non solo siamo deboli, ma siamo anche colpevoli alla luce della santità di Dio. I vv.7-11 ci parlano dell'ira di Dio, che è dovuta al nostro peccato. Serve capire anche questo per avere una prospettiva giusta. Leggo:
7 Poiché siamo consumati dalla tua ira e siamo atterriti dal tuo furore. 8 Tu metti le nostre colpe davanti a te, i nostri peccati occulti alla luce del tuo volto. 9 Poiché tutti i nostri giorni svaniscono nella tua ira; finiamo i nostri anni come un sospiro. 10 I giorni dei nostri anni arrivano a settant’anni e per i più forti a ottanta ma quel che costituisce il loro orgoglio non è che travaglio e vanità, perché passa in fretta e noi ce ne voliamo via. 11 Chi conosce la forza della tua ira e il tuo furore secondo il timore che ti è dovuto?
Chi ha il timore dovuto di Dio? Il principio della conoscenza, ovvero, la sapienza, è il timore di Dio. È giusto temere Dio, alla luce dell'ira di Dio contro il nostro peccato. La morte, sia fisica che eterna, arriva perché il peccato dell'uomo provoca la santa ira di Dio
Dio vede tutti i nostri peccati. Anche i nostri peccati più segreti sono chiaramente visibile davanti a Dio. Non c'è alcun nascondiglio davanti a Dio. Leggo: Ebrei 4.13
“E non vi è alcuna creatura nascosta davanti a lui, ma tutte le cose sono nude e scoperte agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto.” (Ebrei 4:13 LND)
Ogni uomo renderà conto della propria vita sulla terra davanti a Dio, e tutti i suoi peccati saranno visibili a Dio.
Dopo i nostri pochi anni sulla terra, arriva il terribile giudizio di Dio. Chi non trova dimora in Dio prima del giudizio, si troverà senza speranza, senza nascondiglio. Sarà consumato, eternamente, dall'ira di Dio.
Tutti i nostri giorni svaniscono nella tua ira: vv.9-11
Il versetto 9 continua questo pensiero dichiarando: poiché tutti i nostri giorni svaniscono nella tua ira, finiamo i nostri anni come un sospiro. Tutti i nostri progetti, tutti i nostri sogni, tutto ciò che possiamo compiere sulla terra, finirà nel giorno del giudizio di Dio, in cui la santa e perfetta ira di Dio, sarà versata su ogni peccatore che non ha il perdono in Cristo Gesù.
Il v.10 dichiara:
“I giorni dei nostri anni arrivano a settant’anni e per i più forti a ottanta ma quel che costituisce il loro orgoglio non è che travaglio e vanità, perché passa in fretta e noi ce ne voliamo via.” (Salmo 90:10 LND)
Che uno sia debole o forte, non cambia nulla. Tutto quello che possiamo fare, tutto il nostro travaglio, è vanità, alla luce del giudizio finale. Nessuno potrà resistere per conto suo nel giorno del giudizio di Dio.
Tutto ciò che costituisce il nostro orgoglio non è che travaglio e vanità, tutto quello di cui l'uomo si vanta, tutto quello di cui tu ti vanti, è travaglio e vanità, perché passa in fretta, e noi ce ne voliamo via.
Pensate a questo: tutti i vostri progetti, i vostri sogni, i vostri piaceri, qualunque cosa di questa terra in cui sperate, tutto passerà in un attimo. È tutto travaglio e vanità, per chi non ha come rifugio Gesù Cristo. Amico o amica, hai il tuo rifugio in Gesù Cristo? Oppure stai per perdere tutto senza Cristo? Se non hai Cristoti troverai senza alcuna speranza, davanti al trono di Gesù, il tuo giusto Giudice.
Alla luce di questo, arriviamo alla conclusione del v.11.
“Chi conosce la forza della tua ira e il tuo furore secondo il timore che ti è dovuto?” (Salmo 90:11 LND)
Chi conosce la forza dell'ira di Dio? Nessuno, pienamente. Eppure, Dio ci ha permesso di comprendere qualcosa della sua ira. Pensiamo al diluvio al tempo di Noè, in cui Dio distrusse tutti gli uomini sulla terra, tranne la famiglia di Noè. Pensate a Sodoma e Gomorra, in cui Dio distrusse queste due città, interamente, con fuoco e zolfo. Pensate agli Ebrei al tempo di Mosè, in cui un'intera generazione morì nel deserto a causa del loro peccato contro Dio. Considerate la terribile punizione che Dio inflisse su Israele e poi su Giuda, mandando eserciti stranieri a distruggerli. Considerate, sopra ogni altra cosa, il giudizio eterno, che aspetta l'uomo dopo la morte.
Chi conosce la forza dell'ira di Dio, e la forza del suo furore contro il peccato? Tutti questi esempi, già terribili per conto loro, non sono nulla in confronto al tormento eterno che sarà annunciato nel giudizio finale.
Alla luce dell'ira di Dio contro il peccato, è giusto che l'uomo abbia un santo timore di Dio, un timore che spinge l'uomo a trovare rifugio in Gesù Cristo. Chi conosce la pienezza dell'ira di Dio? Preghiamo che Dio ci dia un timore maggiore di Dio stesso.
Preghiera a Dio vv. 12-17
Allora, alla luce della fragilità dell'uomo, alla luce dell'ira di Dio contro il peccato, Mosè continua con una preghiera a Dio.
Questa preghiera riconosce quanto siamo piccoli e deboli. Solo così, possiamo avere vera saggezza, e solo così, possiamo combattere il nostro orgoglio, per potere avvicinarci a Dio. Leggo i vv. 12-17.
12 Insegnaci dunque a contare i nostri giorni, per ottenere un cuore savio. 13 Ritorna, o Eterno! Fino a quando? E abbi pietà dei tuoi servi. 14 Saziaci al mattino con la tua benignità, e noi esulteremo e ci rallegreremo tutti i nostri giorni. 15 Rallegraci in proporzione ai giorni che ci hai afflitti e in compenso degli anni che abbiamo sofferto calamità. 16 Sia manifesta la tua opera ai tuoi servi e la tua gloria ai loro figli. 17 La grazia del Signore DIO nostro sia su di noi, e rendi stabile per noi l’opera delle nostre mani; sì, rendi stabile l’opera delle nostre mani.” (Salmo 90:1-17 LND)
In questi versetti, Mosè prega Dio, e chiede quello che anche noi dobbiamo chiedere. Egli prega:
“Insegnaci dunque a contare i nostri giorni, per ottenere un cuore savio.” (Salmo 90:12 LND)
Insegnaci a contare i nostri giorni. Questo vuol dire insegnaci a renderci conto di quanto breve è la nostra vita su questa terra. Insegnaci a riconoscere che dobbiamo rispondere a Dio nel giudizio finale per ogni giorno e ogni ora della nostra vita. Insegnaci ad avere una prospettiva eterna della nostra vita terrena. Tutto questo serve per ottenere un cuore savio.
In realtà, la Bibbia dimostra che esistono due tipi di cuori; cuori savi e cuori stolti. Chi vive compiendo grandi cose durante la vita, ottenendo quello che vuole, avendo grande successo, ma che non tiene conto dell'eternità, ha un cuore stolto.
Solo chi sa contare bene i suoi giorni, vivendo sempre alla luce dell'eternità, ha un cuore savio ed investe bene, in modo da non avere rimpianti eterni.
Il versetto 13 è una preghiera a Dio per tornare a benedirci. Leggo.
“Ritorna, o Eterno! Fino a quando? E abbi pietà dei tuoi servi.” (Salmo 90:13 LND)
Ritorna a curarci o Eterno. Fino a quando, fino a quando manderai la tua disciplina su di noi?
Chiaramente, non si chiede a Dio di togliere la disciplina prima di essere ravveduto., Altrimenti sarebbe un disprezzo della Sua Santità. Quindi, questa è una preghiera a Dio per avere pietà su quei credenti che sinceramente si ravvedono e si rivolgono a Lui.
I vv.14-17 è una preghiera in cui si guarda a Dio solo per le benedizioni. La nostra tendenza umana è di guardare alle cose del mondo. In questa preghiera, Mosè ci dimostra che l'unico modo di avere il cuore soddisfatto è con la benignità dell'Eterno. Solo in Lui avremo la gioia che durerà tutti i nostri giorni, e tutta l'eternità. Leggo dal v.14.
“14 Saziaci al mattino con la tua benignità, e noi esulteremo e ci rallegreremo tutti i nostri giorni. 15 Rallegraci in proporzione ai giorni che ci hai afflitti e in compenso degli anni che abbiamo sofferto calamità. 16 Sia manifesta la tua opera ai tuoi servi e la tua gloria ai loro figli. 17 La grazia del Signore DIO nostro sia su di noi, e rendi stabile per noi l’opera delle nostre mani; sì, rendi stabile l’opera delle nostre mani.” (Sl 90:14-17 LND)
L'unica cosa che può soddisfare il mio cuore, l'unica cosa che può soddisfare il tuo cuore, è la benignità dell'Eterno. Solo la sua grazia e misericordia in Cristo Gesù soddisferanno a fondo i nostri cuori. È inutile cercare altrove, perché non c'è vera soddisfazione per il cuore se non in Gesù Cristo.
Quando Mosè prega e dichiara: “Rallegraci in proporzione ai giorni che ci hai afflitti” sta riconoscendo che solo Dio può rallegrare veramente il cuore, solo Dio può veramente dare la gioia nel cuore. Solo in Cristo Gesù c'è la gioia che il nostro cuore desidera. Dio disciplina, ma quando ci ravvediamo, toglie la disciplina e ci ricolma della sua gioia e presenza.
Dove stai cercando la tua gioia? È inutile cercare altrove, se non in Dio, solo per mezzo di Gesù Cristo.
Tornando alla preghiera di Mosè, nel v.16 egli dichiara:
16 Sia manifesta la tua opera ai tuoi servi e la tua gloria ai loro figli.
Qua, Mosè chiede un'immensa benedizione, prega di vedere l'opera e la gloria di Dio. Se tu vuoi le più grande benedizioni, allora prega di vedere l'opera di Dio e la sua gloria. Possiamo già vedere la cura materiale di Dio, perché tutto quello che abbiamo di materiale è da Dio, ogni respiro, tutto il cibo che mangiamo, la vita stessa viene da Dio. Tutto questo è un'opera di Dio. Però, un'opera molto più grande, che non è visibile con gli occhi naturali, senza un intervento di Dio, è la salvezza, un cuore che passa dalla morte alla vita, il perdono dei nostri peccati.
Questa è l'opera di Dio, che porta gloria a Dio e fa arrivare quella gloria sui figli di Dio. Allora, invito anche voi, a pregare che la sua gloria sia manifesta a noi, e ai nostri figli. Preghiamo anche per la salvezza di altri, affinché più persone vedano la gloria di Dio.
Rendi stabili le nostre opere
Leggiamo ora l'ultimo versetto di questo Salmo.
“La grazia del Signore DIO nostro sia su di noi, e rendi stabile per noi l’opera delle nostre mani; sì, rendi stabile l’opera delle nostre mani.” (Salmo 90:17 LND)
La grazia del Signore Dio nostro sia su di noi. Nell'originale, la parola qui tradotta come “grazia”, non è la parola solita che si traduce comunemente come grazia. Piuttosto, è una parola che quasi sempre viene tradotta come “bellezza”. La bellezza dell'opera di Dio sia su di noi. Dio fa tutto con bellezza. La sua opera è sempre perfetta, c'è sempre una perfetta armonia fra tutte le parti. La più bella di tutte le opere di Dio è l'opera della salvezza. Perciò, preghiamo anche noi che la bellezza dell'opera del Signore Dio sia su di noi, che sia presente nella nostra vita.
Poi, vogliamo vivere in tal modo che tutto quello che facciamo sia un'opera stabile, un'opera che dura in eterno. Preghiamo che Dio renderà stabile e duratura l'opera delle nostre mani.
Infatti, chiedere che Dio renda stabile l'opera della nostre mani, è un altro modo di pregare per poter portare frutto spirituale, che durerà in eterno. Infatti, l'unica opera che possiamo fare che sarà stabile, è l'opera di portare frutto spirituale. Altrimenti, tutto quello che facciamo, che è terreno, sarà perso per sempre alla nostra morte, se non prima. Grazie a Dio, quando abbiamo il cuore giusto, possiamo fare tutto alla gloria di Dio, e così, l'opera delle nostre mani sarà stabile, e durerà oltre la morte.
Ascoltatemi: la vita è una fatica. Ci sono ostacoli, delusioni e dolori. Se noi ci affatichiamo per ciò che sarà perso, allora tutta la nostra fatica e tutti i nostri dolori saranno stati perfettamente inutili.
Invece, se quello che noi facciamo durerà per tutta l'eternità, ovvero, se produce un frutto che andrà avanti per tutta la vita e anche tutta l'eternità, allora tutto il dolore e la fatica spesi valgono la pena, perché porteranno a godere Dio con tutte le Sue gioie e tutte le Sue benedizioni, stabili, in eterno, per sempre.
Allora; qual è l'opera delle tue mani? Stai investendo per l'eternità? Ti esorto: non sprecare la tua vita. Non affaticarti per cose che perderai sicuramente. Impegnati per la gloria di Dio, e poi chiedi a Dio di rendere stabile l'opera delle tue mani. Facciamo questo insieme e possiamo chiedere a Dio di rendere stabile l'opera delle nostre mani. Viviamo per la gloria di Dio, non solo nelle grande cose, ma nei piccoli impegni di ogni giorno.
Applicazione
Nonostante che Mosè sia vissuto più di 3500 anni fa, le sue parole, che sono state guidate dallo Spirito Santo, sono giustissime per noi.
Oggi, come allora, uno degli sbagli più grandi che facciamo è di dimenticare quanto siamo polvere, quanto la nostra vita sulla terra è solo un vapore, che appare oggi ed sparisce domani. Se teniamo in mente questa verità, ci aiuterà a non essere così orgogliosi. Se preghiamo che Dio ci aiuti a contare bene i nostri giorni, per ricordare che sono limitati, allora, possiamo avere una prospettiva eterna, e così possiamo impegnarci in quello che durerà, anziché sprecare la nostra vita.
Perciò, quanto è importante ricordare quanto la nostra vita terrena è un vapore, ed è importante ricordare che Dio è sempre Dio, che non cambia mai, che Egli è il sovrano Creatore di tutto. Tenere questa verità sempre in mente ci aiuterà a non scoraggiarci o spaventarci quando i problemi sono grandi.
Un'altra verità che è molto importante ricordare, è quanto grande è l'ira di Dio contro il nostro peccato. Il principio dell'intelligenza è il timore di Dio, e non possiamo avere timore di Dio senza capire di più della infinita ira di Dio contro il nostro peccato. Solo così possiamo capire quanto il peccato è grave, solo così possiamo capire di più l'immensità del sacrificio di Gesù Cristo, in cui Egli ha subito l'ira di Dio che dovevamo subire noi per tutta l'eternità.
Alla luce di tutte queste verità, vi chiedo: che serve agitarti quando i tuoi piani terreni non vanno in porto? Perché avere paura degli uomini, che sono polvere come te, e non possono fare nulla che durerà in eterno, e quindi, non possono cambiare la tua eternità minimamente? Perché essere attirato da qualcosa di questa terra, quando tutto quello che appartiene a questo mondo sarà distrutto?
Pensando poi al nostro peccato, prego che vedremo di più la grande ira di Dio contro il peccato. Prego che vedremo quanto terribile è ogni nostro peccato, e quanto è giusto avere un santo timore di Dio.
Preghiamo che Dio ci insegnerà a contare i nostri giorni, per non sprecare la vita vivendo per quello che passerà, ma piuttosto, vivendo per quello che è eterno.
Preghiera:
Grazie che Tu, che sei l'Eterno Dio, hai a cuore noi, uomini carichi dei nostri peccati. Ti lodiamo, e ti ringraziamo.