Aiuto Biblico

Hai dei vecchi peccati?

Salmo 32

Sermone di Marco de Felice, www.AiutoBiblico.org per mercoledì, 27 gennaio, 2021, insegnato mentre era in America -- cmd dp --
Descrizione: è importante esaminarti, per vedere se hai dei vecchi peccati che non hai mai confessato. Dio ci offre pace, ma dobbiamo confessare i nostri peccati. Un insegnamento utile e pratico.

Voglio guardare insieme a voi un Salmo che conosciamo molto bene.

Trovate con me Salmo 32. Salmo 32. Vediamo come possiamo applicarlo a noi stessi, alla nostra vita, a quello che stiamo passando forse, anche, in questo momento della vita.

Voglio leggere Salmo 32.

“1 «Di Davide. Cantico» Beato colui la cui trasgressione è perdonata, il cui peccato è coperto! 2 Beato l’uomo a cui l’Eterno non imputa l’iniquità, e nel cui spirito non c’è inganno. 3 Mentre tacevo, le mie ossa si consumavano tra i gemiti che facevo tutto il giorno. 4 Poiché giorno e notte la tua mano pesava su di me, il mio vigore era diventato simile all’arsura d’estate. (Sela) 5 Davanti a te ho riconosciuto il mio peccato, non ho coperto la mia iniquità. Ho detto: "Confesserò le mie trasgressioni all’Eterno," e tu hai perdonato l’iniquità del mio peccato. (Sela) 6 Perciò ogni uomo pio t’invocherà nel tempo che puoi essere trovato, anche se le grandi acque dovessero straripare, esse non giungeranno fino a lui. 7 Tu sei il mio luogo di rifugio, tu mi preserverai dall’avversità, tu mi circonderai di canti di liberazione. (Sela) 8 ti ammaestrerò e ti insegnerò la via per la quale devi camminare; io ti consiglierò e avrò il mio occhio su di te. 9 Non siate come il cavallo e come il mulo che non hanno intelletto, e la cui bocca bisogna frenare con morso e con briglia, altrimenti non ti si avvicinano. 10 Molti sono i dolori dell’empio, ma chi confida nell’Eterno sarà circondato dalla sua benignità. 11 Rallegratevi nell’Eterno ed esultate, o giusti; mandate grida di gioia voi tutti, retti di cuore.” (Salmo 32:1-11 LND)

Ora noi come chiesa conosciamo bene questo Salmo. Vorrei riflettere su quel periodo di cui si parla nei versetti 3 e 4, perché dobbiamo esaminarci per vedere se quella è la nostra condizione.

Leggiamo ancora i versetti 3 e 4

“3 Mentre tacevo, le mie ossa si consumavano tra i gemiti che facevo tutto il giorno. 4 Poiché giorno e notte la tua mano pesava su di me, il mio vigore era diventato simile all’arsura d’estate. (Sela)” (Salmo 32:3-4LND)

Cosa vuol dire questo, e come si vede questo, e come possiamo cambiare? Questo parla di un periodo di tempo che può essere anni o può essere decenni, in cui abbiamo del peccato e in cui non confessiamo il nostro peccato.

Spesso abbiamo un modo di agire che è peccaminoso, che è normale per noi. Ci sono vari tipi di peccati. Un tipo è il cosiddetto peccato di carattere.

Ho visto un uomo ultimamente, che non sta dormendo bene, che ha chiesto, quasi con una battuta, alla moglie e ad un'altra persona che lavora con lui: “ma sono uno brusco?”

E la moglie e l’altra hanno annuito , per dire “sì, sì, sei un po' brontolone, brusco”. E lui rideva. Ma il fatto è che non bisogna ridere di questo. Quello è un peccato. È un peccato perché la Bibbia parla di essere gentili e che il nostro parlare sia sempre condito con grazia. Essere brusco, essere negativo, essere musone, essere agitato o agitata, non è avere un modo di parlare sempre condito con grazia. Infatti, per dirvi la verità, quell’uomo ride, ha piacere di divertirsi, e fa tante cose belle, ma dentro non sta bene.

Infatti, spesso non ci rendiamo conto quanto stiamo male. Io posso star male, ma non voglio riconoscere quanto sto male. Fuori posso ridere e posso essere preso da questo e da quello, ma dentro di me sto male, non ho vera pace, non ho vera gioia, e non sto veramente bene.

Quando non vogliamo riconoscere il nostro peccato, a volte non vogliamo riconoscere che stiamo male. Oppure vogliamo credere che stiamo male per qualche cosa all'esterno di noi: le circostanze, o problemi di lavoro, o problemi con una persona. Diciamo o pensiamo, “certo sto male, perché hai visto com’è quella persona? Hai visto quello che devo affrontare al lavoro?” Ma non è qualche cosa all'esterno di noi che ci fa star male.

Quando io sto guardando a Dio, io starò bene anche se ho dolori. Io posso avere dolori e comunque stare bene, veramente bene, con gioia, quando sto guardando a Dio.

Vi racconto un’altra situazione.

C'è una coppia, con una figlia grande, una giovane adulta, che vive in casa, e loro non vedono l'ora che lei se ne vada.

Lui mi ha detto: “sai, io ho detto a mia moglie che deve smettere di fare il bucato di nostra figlia. Quindi, le abbiamo detto che adesso lei deve fare il suo bucato per conto suo, perché lei deve imparare ad essere responsabile.”

Riflettendo, gli ho detto: “Ma no. No! Questo non va bene, perché tu non stai facendo altro che trasmetterle di essere ancora più egoista. Cioè stai dicendo ‘non facciamo più il tuo bucato, tu devi fare il tuo bucato’.” Gli ho detto: “sarebbe infinitamente meglio che voi parlaste. Il traguardo per lei non è fare il suo bucato, il traguardo è che lei voglia far parte della famiglia ed arrivare a dire: ‘senti, faccio il vostro bucato, insieme al mio. Faccio il bucato di tutti’.”

Gli ho detto: “Sai cosa ti serve? Ti serve di sederti con tua figlia, e dirle: ‘figlia mia, ho peccato molto come padre. Non ho fatto un buon lavoro, e ho bisogno di chiederti perdono. Ho bisogno di chiederti perdono, perché in tanti campi ti ho cresciuta male, e la colpa è molto più mia, anziché tua’.

“Hai bisogno di fare questo. Hai proprio bisogno di riconoscere i tuoi peccati nel modo in cui l'hai cresciuta. Il fatto che l'avete lasciata vivere in casa in modo così egoista, fino a questa età (lei ha circa 25 anni), con la mamma che fa tutto, certo che lei vive male. Ma questa è colpa dei genitori, non della figlia.”

Vi dico la verità. Per quanto a quest’uomo piaccia divertirsi e fare la cosiddetta “bella vita”, non sta veramente bene e non ha la vera gioia. Si può riempire la vita con divertimenti per nascondere i dolori dentro, e credo che per lui sia così. Allora, cosa serve fare?

Notate che il versetto 3 dice: “mentre tacevo”. Mentre tacevo. Cioè, mentre non riconoscevo il mio peccato, mentre tenevo nascosto, mentre ignoravo, o negavo. Dipende dal campo e dalla situazione.

Cioè, quest’uomo, in questo esempio, non ha mai riconosciuto il suo peccato. Non ha detto “io ho peccato, in vari ed importanti campi come padre e come marito. Ho peccato, non ho trasmesso tutto quello che avrei dovuto trasmettere e questo è un grave peccato. Anziché chiarire le cose e confessare, io ho avuto per anni, un certo negativismo, o rancore nei confronti di mia figlia, per quello che effettivamente è per colpa mia.”

Questa coppia ha un figlio più grande della figlia, che abita fuori casa, e anche con lui il rapporto non è quello che quest’uomo vorrebbe. Ma il punto è questo: per anni lui ha taciuto, e finora tace.

Il Salmo dice: “mentre tacevo” non stavo bene…

“3 Mentre tacevo, le mie ossa si consumavano tra i gemiti che facevo tutto il giorno. 4 Poiché giorno e notte la tua mano pesava su di me, il mio vigore era diventato simile all’arsura d’estate. (Sela)” (Salmo 32:3-4 LND)

La mano di Dio pesava su di lui. Si corre per riempire la vita. Si corre per stare bene. Si corre per cercare di godere la vita ed evitare i problemi, ma finché non confessi il tuo peccato, finché taci, finché non vuoi riconoscere, finché ti scusi, finché pensi, “ma sono solo così”, la mano di Dio peserà su di te. E non ti darà la vera pace, perché Lui vuole darti di più della sola pace. Lui vuole purificarti, perché la vera pace è legata all'essere purificati.

Infatti, parlando con tante persone, quello che vedo è che tante volte abbiamo dei peccati che non vogliamo riconoscere. Peccati che non vogliamo ammettere e che non vogliamo vedere. Non è che nego una cosa che vedo. Ma spesso neanche vedo, perché non voglio vedere. Non voglio vedere il mio peccato. Questo è il problema.

Parlando con tante persone, vedo due campi, non sono gli unici, ma sono due campi in cui tante persone hanno peccati che non confessano. Come marito e moglie, nel rapporto, e come genitori.

Pecchiamo tutti, ma siamo pronti a riconoscere pienamente la nostra colpa, per confessarla veramente? Molto spesso no. Molto spesso ci giustifichiamo dicendo, “ma non sapevo” oppure “ma non mi sono reso conto”. Non vogliamo riconoscere fino in fondo il nostro peccato, addirittura a volte non vogliamo proprio riconoscerlo.

Oppure diciamo, “sì, non ho fatto come avrei dovuto”. Questo non è riconoscere il peccato. Questo è coprire il peccato, che non puoi negare. Dire “si è vero, non ho fatto come avrei dovuto” non è confessare il peccato. Confessare il peccato è proprio riconoscere pienamente “io ho peccato in quello”. Mi spezza il cuore vedere persone, come quell’uomo, e tante altre persone che conosco, che hanno peccati nei loro modi di fare.

Mi ricordo una coppia che conoscevamo. Quando il loro figlio era piccolo, sette anni se ricordo bene, i genitori mi dicevano, “e… lui si sveglia con il muso, tutto così. Si vede molto negativo, e poi dopo qualche ora sta bene, e ride, e non ha più il muso”. Ho detto: “questo è peccato” e la moglie ha detto, indicando il marito, “ma lui si sveglia così sempre”. Poi, il marito ha detto, “ma è il mio carattere” ed io gli ho detto, “allora il tuo carattere è peccaminoso”. Diciamo che quest’uomo aveva 30 o 35 anni. Da anni peccava, dando spazio alla carne, svegliandosi con il muso. Questo è un grave peccato.

Infatti, non so se è stato quel giorno, o poco tempo dopo, lui ha riconosciuto quello come un grave peccato, ha confessato a Dio, ha confessato alla famiglia, e ha smesso di vivere così.

Quanto spesso abbiamo peccati, modi peccaminosi di comportarci... Dio mi sta parlando del mio cuore, dei miei modi di fare, “Signore, quello è peccato, quel modo di agire o reagire è peccato, non c'è niente da dire è peccato, perché io voglio, io voglio i benefici”, ma quando abbiamo peccati che non confessiamo, non abbiamo i benefici.

Voglio leggere di nuovo versetti 3 e 4, aggiungendo il versetto 5 dove Davide si umilia e riconosce il suo peccato. Grazie a Dio per il versetto 5.

“3 Mentre tacevo, le mie ossa si consumavano tra i gemiti che facevo tutto il giorno. 4 Poiché giorno e notte la tua mano pesava su di me, il mio vigore era diventato simile all’arsura d’estate. (Sela) 5 Davanti a te ho riconosciuto il mio peccato, non ho coperto la mia iniquità. Ho detto: "Confesserò le mie trasgressioni all’Eterno," e tu hai perdonato l’iniquità del mio peccato. (Sela)” (Romani 32:3-5 LND)

Gloria a Dio. Grazie a Dio per questo.

Davide, e prego anche ognuno di noi, è arrivato al punto dove diceva: “basta”. A causa della mano di Dio che pesava su di lui, grazie a Dio per la sua disciplina, Davide ha riconosciuto e ha confessato il suo peccato. Ha detto “basta. Confesserò le mie trasgressioni all’Eterno”. Ha veramente confessato il suo peccato. Non si è scusato. Non ha detto “ma, non sapevo”. Non ha detto “è il mio carattere”.Piuttosto ha detto, “questo è peccato nei tuoi confronti”.

E che cos’è successo? Leggiamo ancora versetti 1 e 2.

“1 «Di Davide. Cantico» Beato colui la cui trasgressione è perdonata, il cui peccato è coperto! 2 Beato l’uomo a cui l’Eterno non imputa l’iniquità, e nel cui spirito non c’è inganno.(Salmo 32:1-2 LND)

Io voglio essere beato.

Uso ancora l’esempio dell’uomo di cui ho parlato prima, con la figlia di 25 anni. Lui ha peccato 25 anni fa, 20 anni fa, 15 anni fa, nel modo in cui ha cresciuto la figlia ed anche il fratello. Supponiamo che un domani lei vada via da casa e non c'è più attivamente quel peccato, perché lei non è più in casa. Lui non sta crescendo più la figlia, o figli, però il peccato rimane nel suo cuore, perché non ha mai confessato quel peccato.

Questo è il punto: anche se le circostanze passano, bisogna confessare quel peccato se non l’abbiamo già fatto.

Ho sentito e ho visto casi di persone che, dopo essere rimaste vedove o vedovi, hanno riconosciuto: “sai il mio modo di avere agito in questo o in quell’altro, era peccato”. Allora in quei casi cosa bisogna fare? Non c'è più il coniuge, quindi quel peccato non lo sta attivamente commettendo. Eppure ha bisogno di riconoscere: “Signore, quel comportamento che magari era un avvenimento, o piuttosto forse era un cammino, quello era peccato. Ti chiedo perdono. Ti chiedo perdono. Era un peccato ed era grave.” Questo dobbiamo fare.

Dobbiamo riconoscere peccati che siano attivi al momento, o che siano comportamenti o azioni del passato, che non abbiamo mai riconosciuto come peccati. Abbiamo bisogno di confessarli. Questo fa parte della santificazione. Abbiamo bisogno di dire: “Signore, Padre, mi rendo conto, riconosco che quello era peccato. Quel modo di agire, quello che ho fatto, quel modo in cui mi comportavo, quel modo di parlare, quel modo di essere, era peccato”.

Dobbiamo fare questo. Non possiamo solo migliorare. Dobbiamo confessare i nostri peccati, perché poi veniamo perdonati. Poi il nostro peccato viene coperto. Poi la nostra iniquità non viene più imputata a noi, ma viene imputata a Gesù Cristo, che è andato alla croce proprio per questo.

Quindi, con questa semplice meditazione di un brano che conosciamo anche bene, voglio invitare ciascuno di voi, ed io ci sto pensando, a valutare molto onestamente se ci sono campi nella tua vita dove non hai mai confessato il peccato. Forse sarà qualcosa di attuale, forse come vivevi nel passato, che è o che era peccato, ma che non hai mai riconosciuto o confessato.

Se tu hai cose così, voglio chiedere a ciascuno di passare in rassegna la propria vita, il modo di fare ed il modo di agire nei rapporti con gli altri. Pensa al tuo modo di reagire quando c'erano prove. Forse reagivi senza fede e ti agitavi. Questo è un peccato. Non ti stavi fidando di Dio. Forse non hai accettato con mansuetudine delle circostanze pesanti. Forse il tuo modo di trattare tua moglie, tuo marito, tuo figlio, i tuoi genitori, non era buono e non era come Dio comanda.

Il mio punto con “valutare la vita” è riconoscere se ci sono peccati del passato che non ho mai confessato. Peccati non confessati rimangano macchie sul nostro cuore e ci ostacolano dalla pienezza della salvezza. Ci ostacolano veramente dall'avere la gioia e la pace in modo pieno. La gioia e la pace che Dio vuole darci.

Gesù dice in Giovanni 15 di “dimorare in lui, per portare molto frutto” e ci ha detto questo “affinché la [nostra] gioia sia completa”. Molto spesso non abbiamo gioia completa, perché non dimoriamo in Cristo pienamente. E non dimoriamo in Cristo pienamente perché abbiamo peccati che non abbiamo confessato.

Voglio incoraggiare ciascuno a confessare i peccati. Per noi che abbiamo figli da crescere valutiamo per capire i nostri modi di fare che non sono come Dio comanda. Confessiamo i nostri peccati nel modo di crescere i figli. Confessiamo a Dio e confessiamo anche ai nostri figli. Nel caso di una vedova, lei non può confessare al marito i suoi peccati, ma può e deve confessare a Dio per essere perdonata. Se la persona è ancora in vita, è buono confessare anche a lui o a lei.

Vedo tante persone che hanno peccati accumulati negli anni che non hanno mai confessato. Questo ostacola la benedizione di cui leggiamo in questo Salmo.

Non tacciamo. Portiamo i nostri peccati a Dio. Se Dio ti sta mostrando che hai la tendenza di agitarti, per esempio, riconosci questo peccato.

Ho parlato con una giovane donna ieri dell’ansietà, perché si preoccupa molto. Le ho spiegato che quello è un peccato, perché l’ansietà è un modo di non fidarsi di Dio.

Poi, un’altra persona mi ha detto, “ah, ma io non so parlare bene, non so spiegarmi bene.” Anche questo è un peccato. Perché questo è un peccato?

Potresti dire di no, ma è un peccato. Perché è un peccato dire: “ah, ma io non so spiegarmi bene”? Tu stai pensando a te stesso. Tu ti stai preoccupando in modo subdolo di cosa pensano gli altri di te. “E… ma io non sono bravo, io non sono brava”, ma che ti importa?

Che importa se tu sei o non sei bravo, o brava?

Importa solo che tu vivi promuovendo la conoscenza di Gesù Cristo agli altri. Se tu sei grezzo nel parlare come io sono grezzo, non importa. Parla. Parla di Dio. Parla di Dio.

In 1 Corinzi 14 Paolo dice, “vorrei parlare cinque parole in una lingua che gli altri capiscono anziché 1000 in una lingua che non capiscono”. Magari in quella lingua che lui non parla bene può dire poco, e non è neanche corretto come lo dice, ma almeno può parlare di Cristo. Questo è molto meglio che essere eloquente in una lingua dove il messaggio non viene capito.

Non preoccuparti di quello che pensano di te o di fare una brutta figura. Quello è molto carnale. Preoccupati che possano vedere Gesù Cristo in te.

Abbiamo spesso dei peccati di carattere che trasciniamo avanti. O può essere che eravamo così, poi la situazione cambia, e non pecchiamo più in quel modo, ma non perché abbiamo mai confessato. Confessiamo i nostri peccati attuali e anche quelli vecchi che non abbiamo mai confessato, perché in Gesù Cristo c’è il perdono.

“3 Mentre tacevo, le mie ossa si consumavano tra i gemiti che facevo tutto il giorno. 4 Poiché giorno e notte la tua mano pesava su di me, il mio vigore era diventato simile all’arsura d’estate. (Sela) 5 Davanti a te ho riconosciuto il mio peccato, non ho coperto la mia iniquità. Ho detto: "Confesserò le mie trasgressioni all’Eterno," e tu hai perdonato l’iniquità del mio peccato. (Sela)” (Salmo 32:3-5 LND)
“1 «Di Davide. Cantico» Beato colui la cui trasgressione è perdonata, il cui peccato è coperto! 2 Beato l’uomo a cui l’Eterno non imputa l’iniquità, e nel cui spirito non c’è inganno.” (Salmo 32:1-2 LND)

Nei versetti 1 e 2 Davide sta parlando di se stesso, dopo aver confessato il suo peccato.

Oh che Dio possa aiutarci ad esaminarci. Abbiamo lo Spirito Santo. Se io voglio esaminarmi, Dio mi farà vedere i peccati anche vecchi. Non devo stare lì a ricordare ogni azione o situazione, ma ricorderò un andazzo o un modo di rispondere. Io non posso ricordare tante conversazioni, ma posso ricordare il modo in cui rispondo ed è proprio quello che serve.

Oh che possiamo avvalerci del perdono che c’è in Gesù Cristo, perché se no, non abbiamo la sua pace e non abbiamo la sua gioia. Cristo vuole che abbiamo questo. Lui è venuto per darci la vera pace. “Io vi do la mia pace” dice Gesù. È venuto per farci avere la sua gioia. Quindi, confessiamo i nostri peccati, umiliamoci davanti a Dio, e avremo quella pace e quella gioia.

Che il Signore ci benedica.