Introduzione
Ti sei mai trovato a combattere contro il tuo peccato, o contro i pensieri falsi che ti arrivavano, e ti sentivi di non farcela? Era una battaglia dura, e all’inizio stava andando bene, ma poi, quella battaglia continuava e continuava, ed eri disperato, e ti sentivi di non farcela. Magari la battaglia sembrava non finire mai. Ti sei mai trovato così? È successo a ciascuno di noi. Forse ti trovi proprio adesso in una condizione simile.
Non vorremmo mai avere questi momenti, ma arrivano. A volte ci troviamo nel buio, e non vediamo via d’uscita. Se ti trovi in questa situazione, sappi che non sei da solo.
C’è un uomo nella Bibbia che si è trovato proprio così. Davide si è trovato proprio ad essere disperato in mezzo a prove pesantissime. Era disperato, credeva di non farcela. Proprio come quando noi crediamo di non farcela. Oggi vogliamo considerare il Salmo 13, in cui vediamo Davide che si trova proprio in questa condizione terribile. Vediamo come ha affrontato lui questa prova, perché Davide è un grande esempio per noi.
Trovate con me il Salmo 13.
Fino a quando?
In questo Salmo Davide si trova in profonda angoscia, è disperato, e grida a Dio. Nella sua vita tutto sembra buio. Seguite mentre leggo i vv 1-2, e notate come sta Davide nel suo cuore.
“1 «Al maestro del coro. Salmo di Davide.» Fino a quando, o Eterno, mi dimenticherai? Sarà forse per sempre? Fino a quando mi nasconderai il tuo volto? 2 Fino a quando farò deliberazioni nella mia anima e avrò afflizione nel mio cuore tutto il giorno? Fino a quando s’innalzerà il mio nemico sopra di me?” (Salmo 13:1-2 LND)
Come stava Davide? Come si sentiva?
Davide era profondamente afflitto nel cuore, era angosciato. Gridava a Dio: “Fino a quando?”. Fino a quando durerà tutto questo? Quanto ancora andrò avanti così?
Stava malissimo. Ai suoi occhi, Dio lo aveva dimenticato. Si sentiva dimenticato da Dio. C’è qualcosa di peggio che sentirti abbandonato da Dio? Davide guardava la sua vita, vedeva questa battaglia continua, non vedeva benedizioni da Dio, ma piuttosto era tutto buio intorno a sé. Ed era disperato.
Ti sei mai trovato così? Magari non lo davi a vedere agli altri intorno a te, ma nel tuo cuore ti sei mai sentito così? Ti sei mai trovato allo stesso posto di Davide?
Pensieri falsi
Davide si trovava in una condizione bruttissima. Ma perché Davide si trovava così, in questa condizione? Non sto parlando delle circostanze della sua vita, o dei problemi che aveva. Sto parlando, piuttosto, della sua condizione di cuore. Perché Davide è attivato a stare così male nel suo cuore?
In questo Salmo vediamo che Davide, come noi, aveva pensieri falsi che gli arrivavano. E stava così male perché stava credendo a vari pensieri falsi.
Fino a quando mi dimenticherai?
Davide credeva che Dio lo avesse dimenticato. Hai mai avuto quel pensiero, che Dio ti avesse dimenticato? Hai mai creduto di essere solo? Com’è quando crediamo questa menzogna? Come stiamo quando crediamo che Dio ci abbia lasciati? È terribile. È un pensiero falso che, se lo crediamo, ci abbatte tantissimo. Se tu vedi e capisci minimamente quanto hai bisogno di Dio, e che solo Lui può soddisfare il tuo cuore, e che Lui è il tuo tutto, solo pensare che Dio ti abbia dimenticato è insopportabile. È pesantissimo. Grazie a Dio, è un pensiero falso. Dio non si dimentica dei suoi figli, e non abbandona mai nessuno dei suoi figli. Questi pensieri sono falsi, ma quando li crediamo, stiamo malissimo.
Davide credeva che Dio si fosse dimenticato di lui. Si sentiva dimenticato. Ma quello che lui credeva, o si sentiva, non era la verità. Fratelli e sorelle, grazie a Dio non importa quello che ci “sentiamo”. Importa solo qual è la verità che Dio ci dichiara. E Lui ci dichiara che non si dimentica MAI di noi. Per esempio, in Isaia 44:21 Dio dichiara questo al suo popolo, e quindi anche a noi. Ve lo leggo
“21 "Ricordati di queste cose, o Giacobbe, e Israele, perché tu sei mio servo; io ti ho formato, tu sei il mio servo; o Israele non sarai da me dimenticato.” (Isaia 44:21 LND)
Un altro versetto in cui Dio ci dichiara che non ci lascia e non ci abbandona è Ebrei 13:5. Ve lo leggo.
“5 Nel vostro comportamento non siate amanti del denaro e accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: "Io non ti lascerò e non ti abbandonerò".” (Ebrei 13:5 LND)
Grazie a Dio! Dio ci ha dato questa promessa sicura: Lui non si dimentica di noi, non ci lascia e non ci abbandona. Questa è la verità. Non importa come ci sentiamo, importa quello che Dio dichiara. I nostri sentimenti non possono cambiare la realtà.
… Nasconderai il tuo volto
Davide grida a Dio dicendo anche: “Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?”
Un altro pensiero falso che Davide stava credendo era che Dio avesse nascosto il suo volto da lui.
Rivolgere, o nascondere, il volto, in questo contesto significa che Dio si rivolge verso qualcuno per benedirlo, oppure gli toglie le sue benedizioni. Quindi, quando Davide grida: “Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?” quello che sta dicendo è: “Fino a quando non mi benedirai più?”. Davide si sentiva che Dio non lo stava più benedicendo. Anche questo è un pensiero falso, ma è molto comune.
Fratelli e sorelle, quanto facilmente, quando abbiamo prove dure, non vediamo più le benedizioni di Dio! Le benedizioni di Dio sono lì, ma in quei momenti crediamo che Dio abbia nascosto il suo volto da noi, crediamo che abbia smesso di benedirci. Ma è veramente così? No! Solo che le Sue benedizioni, che Dio ci sta dando, non sono quelle che noi ci aspettiamo o che vorremmo. In realtà, spesso, le difficoltà e le prove stesse sono benedizioni da Dio per noi, perché sono strumenti nelle sue mani per portare avanti la sua buona opera in noi. Il problema è che per vedere le prove come benedizioni dobbiamo avere una prospettiva eterna sulla vita, e non fermarci a guardare solo alle prove di oggi. Quando guardiamo solo ad oggi, crediamo che Dio abbia nascosto il suo volto da noi. Davide stava guardando solo al buio del momento.
… Il nemico si innalzerà
Poi Davide chiede: “Fino a quando si innalzerà il mio nemico sopra di me?”
Davide aveva nemici che combattevano contro di lui, e si innalzavano su di Lui. Innalzarsi sopra qualcuno è un’espressione per indicare vittoria. Davide si sentiva vinto dai suoi nemici.
E noi? E tu? Anche noi abbiamo nemici. Il nostro nemico più grande è il nostro peccato. Davide si sentiva sconfitto dai suoi nemici. Tu ti sei mai sentito sconfitto dal tuo peccato? Ti sei mai arreso nella battaglia, perché sembrava inutile cercare di combattere? Davide si sentiva così. Si sentiva che il suo nemico stava vincendo su di lui.
Quindi, a questo punto Davide sta malissimo, è disperato, grida a Dio chiedendo “Fino a quando?”. Ma Davide sta malissimo perché sta credendo vari pensieri falsi.
Illumina i miei occhi
Finora Davide ha chiesto a Dio: “Fino a quando?”. Adesso, dal v3 vediamo che si rivolge a Dio per chiedere aiuto. Seguite mentre leggo i vv3-4. Notate cosa chiede a Dio.
“3 Guarda attentamente e rispondimi, o Eterno, DIO mio, illumina i miei occhi, affinché non m’addormenti nel sonno della morte, 4 perché il mio nemico non dica: "L’ho vinto", e perché i miei nemici non si rallegrino, quando vacillo.” (Salmo 13:3-4 LND)
Adesso Davide grida a Dio, supplica Dio, per ricevere aiuto. Sa che, se Dio non interviene subito, lui morirà.
Davide si sentiva di essere sull’orlo di perdere la guerra contro i suoi nemici. Per questo supplica Dio per non essere completamente sopraffatto.
Di nuovo, pensiamo a noi. Ti sei mai sentito così, nella battaglia contro il tuo peccato? Ti sei mai sentito sull’orlo di essere sopraffatto? Oppure, ti sei mai sentito sopraffatto dal tuo peccato? Volevi combattere, ma ti sentivi vinto, e credevi di non farcela?
Ebrei 12:4 ci parla della battaglia contro il peccato come una battaglia fino al sangue. Ed è così. Ve lo leggo:
“4 Voi non avete ancora resistito fino al sangue, combattendo contro il peccato, 5 e avete dimenticato l’esortazione che si rivolge a voi come a figli: …” (Ebrei 12:4-5a LND)
La battaglia contro il peccato è una battaglia durissima, fino al sangue. Hai mai detto, o pensato: “Non ce la faccio! È più forte di me! Non riesco a vincere!”.
La battaglia contro il nostro peccato è durissima. Un combattimento fino al sangue è durissimo, è doloroso, è estremamente faticoso. Davide stava male nella sua battaglia contro i suoi nemici. E anche noi a volte stiamo male nella nostra battaglia.
Perché stiamo male nella battaglia contro i nostri peccati? Se Dio ci ha già dichiarato in anticipo che ci sarebbe stata questa battaglia, e ci ha dato le armi per combattere, e Lui stesso è con noi nella battaglia, allora, perché a volte stiamo male?
Stiamo male quando non guardiamo a Dio, quando lo escludiamo dai nostri pensieri, o crediamo i pensieri falsi che ci arrivano. A volte crediamo di essere soli nella battaglia, crediamo che Dio ci abbia abbandonati, crediamo che il nemico sia troppo forte. A volte anche noi crediamo i pensieri falsi che ci arrivano, come li stava credendo Davide. E allora stiamo male e siamo scoraggiati.
Davide guarda a Dio
Davide si trovava così. Stava malissimo, era afflitto di cuore, era disperato, gridava a Dio perché non ce la faceva più. Ma nei prossimi versetti vediamo che non è rimasto lì. Adesso Davide alza gli occhi a Dio e il suo stato d’animo cambia drasticamente. Davide è un esempio per noi in questo. Seguite mentre leggo i vv5-6.
“5 Ma io confido nella tua benignità, e il mio cuore esulterà nella tua liberazione; 6 io canterò all’Eterno, perché egli mi ha trattato con grande magnanimità.” (Salmo 13:5-6 LND)
Davide prima era tutto abbattuto, era disperato, gridava a Dio: “fino a quando!”. Ma adesso alza gli occhi a Dio. Nonostante che si SENTIVA abbandonato da Dio, non si basava sui suoi sentimenti.
Forse questo è il punto più importante di questo Salmo. Nonostante che a Davide SEMBRAVA che Dio lo avesse abbandonato, e che Dio si fosse dimenticato di lui, Davide non agisce in base ai suoi sentimenti. Piuttosto, Davide agisce fidandosi di quello che Dio dichiara. Si rivolge a Dio per fede. E che cosa dichiara adesso?
Dichiara: “confido nella tua BENIGNITÀ”. Cioè: “Confido in te, sapendo che sei benigno, sapendo che tutto quello che fai lo fai per il mio bene, e con un cuore di amore. Perciò, mi aggrappo a questo e so che tu mi libererai, al tempo giusto”.
Poi, dichiara: “il mio cuore ESULTERÀ nella tua liberazione”. Davide guarda a Dio per essere liberato, perché non poteva liberare se stesso. Ma, allo stesso tempo, ha fede che Dio lo avrebbe liberato. In altre parole, sta dichiarando: “SO che tu mi libererai! E il mio cuore esulterà di gioia quando tu mi libererai, perché tu mi libererai”.
Davide aveva FEDE in Dio, vera fede in Dio! Non un sentimento, ma vera fede in chi è Dio e in quello che Dio dichiara. Davide si aggrappava alle verità in quanto tali, non perché se la sentiva.
Poi, nel v6 dichiara anche: “CANTERÒ all’Eterno, perché egli mi ha trattato con grande magnanimità”. Magnanimità vuol dire avere un cuore grande, generoso, che dona. Quindi, Davide sta dicendo: “Dio mi ha già trattato con un cuore grande, generoso, pieno di bontà e di amore e di grazia verso di me. Dio mi ha trattato con questo cuore. E perciò, canto a Dio per questo e canterò a Lui quando mi libererà da questa prova, perché so che anche in questa prova mi tratterà con lo stesso cuore!”.
Cosa sta facendo Davide qua? Davide sceglie di ricordare il cuore di Dio verso di Lui nel passato e ha fede in Dio, che lo tratterà ancora con lo stesso cuore, perché il cuore di Dio verso i suoi figli non cambia.
Conclusione
Quindi, fratelli, cosa abbiamo visto qua?
Davide era disperato nella sua condizione, era abbattuto, vedeva la gravità della sua condizione e credeva che Dio si fosse dimenticato di Lui. Pensava che Dio avesse smesso di benedirlo. Credeva di essere vinto dai suoi nemici.
Ma poi si ferma e alza gli occhi a Dio. E SCEGLIE di ricordare il cuore di Dio verso di lui nel passato, e ha FEDE in Dio, che lo stesso cuore che ha avuto nel passato lo avrà anche in questa situazione.
Finché Davide guardava alla sua prova, alle difficoltà, e ascoltava i suoi pensieri falsi, stava malissimo.
Ma quando ha scelto di alzare gli occhi a Dio, e ha scelto di aggrapparsi alla verità, invece che ai suoi sentimenti, come stava? È tornato ad avere gioia e speranza. Le sue circostanze erano ancora uguali. A livello pratico, non era cambiato nulla. Le sue circostanze erano ancora bruttissime e pesantissime.
Ma una cosa fondamentale era cambiata. Adesso c’era Dio nei suoi pensieri, non un Dio lontano a cui gridare disperatamente, ma quel Dio che lo aveva curato e sostenuto nel passato, e che già tante altre volte gli aveva mostrato grazia e un cuore benigno.
Fratelli e sorelle, questa è la chiave per gioire anche in quelle prove che vanno avanti e sembrano non finire mai. Questa è la chiave per gioire in mezzo alla dura battaglia, fino al sangue, contro il nostro peccato. Questa è la chiave per gioire anche quando i pensieri falsi ci assillano.
Se guardiamo a noi stessi, a quanto la battaglia è dura, a quanto stiamo male, allora saremo miserabili. Se ascoltiamo i falsi pensieri che ci arrivano, e crediamo che Dio si sia dimenticato di noi, che sia lontano, che non voglia più benedirci, saremo miserabili.
Piuttosto, se alziamo gli occhi a Dio, se guardiamo a Lui con FEDE, se ci aggrappiamo alle verità e alle promesse di Dio, invece che ai nostri sentimenti, allora avremo profonda pace e gioia nel cuore. Le circostanze possono rimanere le stesse, ma il nostro cuore traboccherà di gioia e pace.
Dove guardi tu? Dove scegli di guardare quando ti senti sommerso dalle prove, o dai pensieri falsi, o dal tuo peccato? Dove SCEGLI di guardare?
C’è speranza, e c’è abbondanza di gioia e di pace, se scegli di guardare a Dio. Se guardi a Dio, se prendi in Lui la forza per combattere, e se ti aggrappi con fede alle sue promesse per te, allora starai veramente bene.
È una scelta. Seguiamo l’esempio di Davide, scegliamo di guardare a Dio con fede.