Introduzione
La vita cristiana è un cammino di fede. Ma, è un cammino che fila sempre liscio? No, non fila sempre liscio. Non fila liscio perché ancora pecchiamo, togliamo lo sguardo da Dio e cadiamo.
Se tu sei un figlio di Dio, sai che la vita cristiana, tristemente, comprende cadute, peccati, perché abbiamo la tendenza di togliere gli occhi da Dio e di voler camminare di testa nostra.
La domanda è: cosa fai quando cadi? Cosa fai quando riconosci un peccato nella tua vita?
Oggi, con l’aiuto di Dio, vogliamo considerare un avvenimento nella storia del popolo di Israele che ci insegna proprio cosa dobbiamo fare quando pecchiamo contro Dio.
Trovate con me Esdra capitolo 9.
Contesto storico
Il contesto storico qua è che il popolo di Israele aveva peccato molto contro Dio dandosi all’idolatria. E Dio li ha avvertiti più e più volte, mandando loro profeti per spingerli a ravvedersi. Tristemente, non si sono ravveduti dal loro peccato, e per questo Dio ha mandato loro una durissima disciplina per spingerli a ravvedersi. La disciplina di Dio era che nazioni straniere, pagane e malvagie, hanno conquistato Israele facendo cose abominevoli al popolo di Dio, e hanno portato i superstiti in cattività, per 70 anni.
70 anni sono tanti! Pensate che se uno era andato in cattività da bambino, era tornato da vecchio, possibilmente vicino alla morte. 70 anni sono una vita intera!
In Esdra 9 ci troviamo al punto in cui il popolo superstite era da poco uscito dalla terribile disciplina di Dio a causa dei loro peccati. Dio, per grazia, li aveva appena liberati dalla schiavitù in cui si trovavano a causa dei loro peccati. Che grazia e che misericordia da parte di Dio!
Ma ecco che, subito, appena usciti dalla cattività, succede qualcosa di molto grave. Il popolo, appena uscito dalla disciplina di Dio a causa del peccato, cade di nuovo nel peccato.
Vari fra il popolo, a partire dai capi, stavano peccando sposando donne straniere e prendendo donne straniere per i loro figli, e facendo così si stavano mescolando con i popoli pagani che abitavano intorno. Questo era un grave peccato, per due motivi. Prima, era un grave peccato perché Dio aveva comandato loro chiaramente che non dovevano sposare donne straniere. Quindi, questa era una chiara ribellione contro il comandamento di Dio. Ma poi, oltre a quello, sposando donne straniere, che erano pagane, rischiavano di portare di nuovo l’idolatria in Israele, fra il popolo di Dio. Il rischio era altissimo. Infatti, tristemente, nella Bibbia leggiamo che, volta dopo volta, il peccato di sposare donne straniere ha portato nel popolo il peccato dell’idolatria.
Quindi, la situazione in Israele era grave. I superstiti dalla cattività si stavano mettendo nella stessa condizione di prima della cattività. Questo era gravissimo, soprattutto perché avevano appena visto la grande misericordia di Dio che, piuttosto di distruggere tutto il popolo a causa dei loro peccati, ha scelto di risparmiarne una parte e di liberarli dalla schiavitù.
Consideriamo questa situazione, in Esdra 9, ma mentre consideriamo quello che è successo al popolo di Israele, valutiamo noi stessi. Quanto spesso anche noi pecchiamo così, dimenticando il perdono che abbiamo ottenuto da Dio, e tornando a peccare contro Dio! Gli israeliti non erano gli unici capaci a peccare così. Prego che possiamo avere cuori sensibili a esaminare noi stessi mentre consideriamo questi avvenimenti.
Il peccato del residuo di Israele
Seguite mentre leggo quello che è successo in Esdra 9, dal v1.
“1 Ultimate queste cose, i principi vennero da me, dicendo: "Il popolo d’Israele, i sacerdoti e i Leviti non si sono separati dai popoli di questi paesi, per quanto riguarda le abominazioni dei Cananei, degli Hittei, dei Perezei, dei Gebusei, degli Ammoniti, dei Moabiti, degli Egiziani e degli Amorei. 2 Essi infatti hanno preso in moglie alcune delle loro figlie per sé e per i propri figli, mescolando così la stirpe santa con i popoli di questi paesi. Purtroppo i principi e i magistrati sono stati i primi a commettere questa trasgressione".” (Esdra 9:1-2 LND)
Erano appena tornati dalla cattività. Erano appena usciti dalla disciplina di Dio per il loro peccato di idolatria. E adesso, cosa fanno?
Tornano a mescolarsi con altri popoli, pagani, rischiando grandemente di riportare l’idolatria tra il popolo. E le guide del popolo, che avrebbero dovuto dare il buon esempio, erano i primi ad aver peccato.
La situazione era gravissima. Ogni peccato è grave davanti a Dio, ma questo non era un peccato qualunque. Questo era proprio lo stesso peccato per cui Dio aveva mandato loro nella cattività da cui erano appena usciti.
La reazione di Esdra
I principi hanno riferito questa cosa ad Esdra. E come ha reagito Esdra quando ha sentito di questo peccato? In lui vediamo il cuore che anche noi dobbiamo avere verso il nostro peccato.
Leggo dal v3. Notate la reazione di Esdra, perché è fortissima.
“3 Quando udii questa cosa, mi stracciai le vesti e il mantello, mi strappai i capelli della testa e della barba, e mi sedetti costernato. 4 Allora tutti coloro che tremavano alle parole del DIO d’Israele si radunarono presso di me a motivo del peccato di quelli ritornati dalla cattività; e io rimasi seduto e costernato fino all’oblazione della sera.” (Esdra 9:3-4 LND)
Avete notato come reagisce Esdra? Ha una reazione fortissima.
Tu, come reagisci quando vedi il tuo peccato, o il peccato di altri? Quale cuore hai?
Esdra, quando sente di questo grave peccato, si straccia le vesti, si strappa i capelli, si strappa la barba. Era un segno di grandissimo dolore, di grandissima afflizione. Si siede costernato. Era “costernato”, che vuol dire: sconvolto, in profondo dolore, profondamente abbattuto.
Che reazione forte! E non era neanche un SUO peccato, era un peccato del suo popolo!
Consideriamo più a fondo la reazione di Esdra, e poi, consideriamo come vediamo NOI i nostri peccati.
Quando Dio ti rivela un peccato, nella tua vita o nella vita di altri, che cosa determina quale tipo di reazione hai? Perché Esdra ha reagito così, essendo così afflitto, aggravato, abbattuto, per questo peccato?
Esdra ha reagito così perché conosceva la santità di Dio, conosceva il cuore di Dio, e amava veramente. Consideriamo questi aspetti.
La santità di Dio
Esdra conosceva la santità di Dio. Non “conosceva” a livello intellettuale che Dio è santo. Conosceva veramente la santità di Dio, di cuore. Nel suo cuore conosceva che Dio è tre volte santo, completamente puro, senza alcun peccato e completamente separato dal peccato. Esdra conosceva, di cuore, che ogni peccato è un’abominazione terribile contro Dio. E perciò, capiva che ogni peccato merita di essere punito con la giusta, perfetta, pura ira di Dio. Esdra conosceva la santità di Dio, seppure sempre in modo umano e limitato, ma quello che capiva della santità di Dio gli faceva comprendere di più quanto ogni peccato è gravissimo davanti a Dio. E vedere la santità di Dio e la gravità del peccato, lo spingeva ad avere una reazione forte.
Il cuore di Dio
Legato a conoscere la santità di Dio, Esdra conosceva anche il cuore di Dio, e questo è un altro motivo per cui era così afflitto per il peccato. Esdra conosceva il cuore che Dio ha verso il suo popolo, un cuore pieno di amore e di grazia e di bontà. Dio aveva scelto Israele per essere il suo popolo speciale, il popolo che Lui ha scelto di amare, di curare e di guidare. Dio ha mostrato il suo amore al suo popolo, volta dopo volta, in modo chiaro. Volta dopo volta, Dio ha avuto grazia e misericordia verso il suo popolo, non trattandolo come meritava, ma piuttosto, dando loro il bene che NON meritavano. Esdra conosceva il cuore di Dio per il suo popolo, e perciò, era estremamente aggravato vedendo il peccato del popolo, perché vedeva quanto era un disprezzo verso Dio che aveva agito con tanto amore e bontà verso di loro.
Il peccato, OGNI peccato, anche il mio e il tuo peccato, è un terribile disprezzo contro Dio. E per noi che siamo salvati, lo è ancora di più, perché ogni volta che pecchiamo stiamo disprezzando la grazia immensa e la bontà che Dio ha avuto verso di noi. Esdra capiva questo, e perciò faceva grande cordoglio per il peccato del popolo.
Amore per gli altri
Un altro fattore che ha spinto Esdra a reagire in modo così forte è che lui amava veramente. Esdra amava veramente. I peccati per cui era aggravato non erano i SUOI peccati. Erano i peccati del popolo, o meglio, di una parte del popolo. Ma Esdra amava così tanto il popolo di Dio che si identificava con il popolo, e vedeva i peccati degli altri come i propri peccati. Questo amore, che lo spingeva a identificarsi col popolo di Dio, faceva sì che fosse così aggravato per il peccato. Per Esdra non era il peccato di un popolo qualsiasi, era il peccato del SUO popolo, il peccato dei suoi fratelli e sorelle.
Quindi, Esdra era così aggravato per questo peccato perché conosceva, a fondo, la santità di Dio e il cuore di Dio, e amava veramente.
Pensiamo a noi
Tu come reagisci quando vedi un tuo peccato, o un peccato in un fratello, o nella chiesa? Sei afflitto come Esdra? Stai vedendo, a fondo, la santità di Dio e il suo cuore per te, al punto che vedi ogni peccato veramente come un abominio a Dio e un terribile disprezzo contro di Lui?
E poi, ami veramente gli altri, al punto che sentire dei loro peccati ti fa stare male? Quando senti del peccato di un fratello, o della chiesa, un peccato che magari tu non hai commesso direttamente, ami al punto di identificarti con quel fratello, o con il corpo di Cristo, e perciò stai male, e hai un cuore afflitto per quel peccato?
Quando vediamo poco della santità di Dio, e poco del cuore di Dio per noi, non possiamo essere aggravati dal nostro peccato in senso giusto. Ma la cura non è di cercare di vedere la gravità del peccato, la cura è di conoscere Dio di più.
Oh prego che avremo sempre di più il cuore che aveva Esdra verso il peccato!
Vari si radunano con lui
Quindi, Esdra era tutto abbattuto, aggravato, costernato, in profonda angoscia per il peccato del popolo. A quel punto, vari si radunano intorno a lui, ed è interessante notare come descrive queste persone. Rileggo i vv3-4.
“3 Quando udii questa cosa, mi stracciai le vesti e il mantello, mi strappai i capelli della testa e della barba, e mi sedetti costernato. 4 Allora tutti coloro che tremavano alle parole del DIO d’Israele si radunarono presso di me ...” (Esdra 9:3-4a LND)
Esdra descrive le persone che vengono da lui come “coloro che tremavano alle parole del Dio d’Israele”. Che descrizione potente!
Esdra fa una chiara distinzione fra il popolo. C’era chi NON tremava alle parole di Dio, e chi, invece, TREMAVA alle parole di Dio.
Quando uno “trema alle parole di Dio”, vuol dire che ha timore di Dio, e cioè è costantemente cosciente che Dio lo vede, e vuole camminare in santità, nelle vie di Dio, per piacere a Dio in ogni campo della vita.
Queste persone che si radunarono vicino ad Esdra avevano questo cuore. Infatti, chi non ha quel cuore, non fa cordoglio per il peccato. Chi non ha vero timore di Dio non è aggravato dal peccato, non può esserlo.
Allora, ti faccio una domanda: tu fai parte di quel gruppo? Tu, tremi alle parole del Dio d’Israele?
Come reagisci quando Dio ti parla mostrandoti un peccato? Può essere tramite la tua lettura, o tramite l’insegnamento della Parola, oppure, come succede più spesso, tramite altre persone che ti parlano. Come reagisci quando Dio ti mostra un tuo peccato?
Se tremi alle parole di Dio, se hai timore di Dio, ti umili, fai cordoglio, sei afflitto per il peccato, e corri a Dio per essere perdonato.
La preghiera di Esdra
Esdra era costernato ed è rimasto seduto, in profondo dolore e angoscia di cuore, fino al sacrificio della sera. Questo implica che è rimasto lì, pensando al peccato, per un certo tempo. È rimasto a meditare sul peccato. All’oblazione della sera, con un cuore così aggravato per il peccato, Esdra si alza, e cosa fa? Leggo il v5.
"5 All’oblazione della sera mi alzai dal mio digiuno, con la veste e il mantello stracciati; poi caddi in ginocchio e stesi le mani verso l’Eterno, il mio DIO,” (Esdra 9:5 LND)
Esdra si alza e cade in ginocchio per pregare a Dio.
Ma cosa prega? In una situazione così grave, così terribile, cosa prega?
La sua preghiera è un modello per noi. Consideriamo attentamente quello che prega. Dio ci dà questa preghiera come modello da imitare. Questa preghiera dimostra il cuore che dovremmo avere noi quando riconosciamo il peccato, in noi stessi, o nella nostra chiesa.
Seguite mentre leggo dal v6 e notiamo il cuore di Esdra nella sua preghiera.
“6 e dissi: "O mio DIO, io sono confuso e mi vergogno di alzare la mia faccia a te, o mio DIO, poiché le nostre iniquità si sono moltiplicate fin sopra il nostro capo, e la nostra colpa è giunta fino al cielo. 7 Dai giorni dei nostri padri fino al giorno d’oggi siamo stati grandemente colpevoli, e a motivo delle nostre iniquità noi, i nostri re e i nostri sacerdoti siamo stati dati in mano ai re delle nazioni straniere, in balìa della spada, della cattività, del saccheggio e dell’obbrobrio, come è al presente.” (Esdra 9:6-7 LND)
Esdra inizia la sua preghiera aprendo il suo cuore a Dio. Infatti, inizia dicendo: “sono confuso e pieno di vergogna”. E poi, va a Dio portando una sola cosa: il peccato del popolo. Esdra mette davanti a Dio il peccato del popolo in modo chiaro e senza scuse. Elenca i loro peccati.
Notate che Esdra parla usando la prima persona plurale, mettendo se stesso fra quelli che hanno peccato. Si presenta colpevole LUI STESSO. Non prega PER il popolo, piuttosto, prega CON il popolo. Va davanti a Dio presentando un carico di peccati di cui anche lui è colpevole.
Un’altra cosa che dobbiamo notare è che Esdra aveva un cuore estremamente umile. Vedeva a fondo la gravità del peccato. Non è andato a Dio con un cuore leggero, dicendo “Eh sì, abbiamo peccato, Signore perdonaci”. Piuttosto, va a Dio con un cuore pesante, aggravatissimo, presentando tutto il loro peccato. Era distrutto dal dolore di aver peccato contro Dio. Era distrutto per aver OFFESO DIO. Non era afflitto per le conseguenze terrene del peccato, era afflitto per la gravità del peccato contro Dio, come vedremo meglio più avanti.
Vi ricordate un altro brano in cui vediamo un uomo totalmente fissato sul peccato, come Esdra? Davide, nel Salmo 51. Era una situazione diversa, ma anche Davide aveva lo stesso cuore. Questo è il cuore che dovremmo avere noi quando riconosciamo di aver camminato nel peccato.
Esdra ricorda la grazia di Dio
Per vedere più a fondo la gravità del peccato, Esdra non si ferma a ricordare solo il peccato del popolo in sé, ma ricorda anche la grazia di Dio. Però, notate che non menziona la grazia di Dio per aggrapparsi a quella grazia, o per ottenere grazia, ma piuttosto, ricorda la grazia di Dio nel passato per mostrare quanto grave e terribile era il loro peccato. Avevano peccato nonostante l’immensa grazia che Dio aveva mostrato verso di loro.Fratelli e sorelle, non è che anche noi facciamo la stessa cosa? Non è che anche noi pecchiamo disprezzando l’immensa grazia che abbiamo ricevuto da Dio? Questo rende il peccato ancora più terribile.
Leggiamo di come Esdra ricorda la grazia che avevano ricevuto, dal v8.
“8 Ma ora l’Eterno, il nostro DIO, ci ha fatto grazia per un breve istante, lasciandoci un residuo e dandoci un asilo nel suo santo luogo, perché il nostro Dio illuminasse i nostri occhi e ci desse un po’ di ristoro nella nostra schiavitù. 9 Infatti noi eravamo schiavi, tuttavia il nostro DIO non ci ha abbandonati nella nostra schiavitù, ma ci ha ottenuto il favore dei re di Persia, dandoci un po’ di ristoro, per rialzare la casa del nostro DIO, per restaurarne le rovine e per darci un muro di protezione in Giuda e in Gerusalemme.” (Esdra 9:8-9 LND)
Ecco la grazia di Dio verso il suo popolo: erano stati schiavi, a causa dei loro peccati, tuttavia Dio non li ha abbandonati, ma piuttosto li ha liberati.
Dio non li ha distrutti completamente, anche se sarebbe stato giusto se l’avesse fatto. Ma ha scelto di NON farlo. Questa era la grazia di Dio verso il suo popolo.
Quindi, Esdra sta ricordando che si trovavano già sotto la grazia di Dio. Israele aveva già peccato gravemente contro l’Eterno, tempo prima, e per questo erano andati in cattività. Ma Dio aveva avuto misericordia verso di loro, e ha risparmiato un residuo tra il popolo, che poi ha fatto ritornare. Avevano già ricevuto grande grazia e misericordia da Dio. Allora, alla luce di questo, quanto era grave il loro nuovo peccato! Che disprezzo alla grazia di Dio!
Cosa sarebbe successo adesso, visto che avevano peccato di nuovo, nonostante quanta grazia e misericordia avevano ricevuto da Dio?
Esdra si chiede proprio questo nella preghiera. Seguite mentre leggo dal v10.
“10 Ma ora, o nostro DIO, che diremo dopo questo? Poiché abbiamo abbandonato i tuoi comandamenti, 11 che ci avevi ingiunto per mezzo dei tuoi servi, i profeti, dicendo: "Il paese in cui entrate per prenderne possesso è un paese impuro per l’impurità dei popoli di questi paesi, per le abominazioni con cui l’hanno riempito da un capo all’altro con le loro contaminazioni. 12 Ora dunque non date le vostre figlie ai loro figli, né prendete le loro figlie per i vostri figli; non cercate mai la loro prosperità né il loro benessere, perché così diventerete forti, mangerete i migliori prodotti del paese e lo lascerete in eredità ai vostri figli per sempre". 13 Ma dopo tutto quanto ci è venuto addosso a motivo delle nostre azioni malvagie e della nostra grande colpa, poiché tu, o DIO nostro, ci hai punito meno di quanto meritavano le nostre colpe e ci hai lasciato un residuo come questo, 14 torneremo noi di nuovo a violare i tuoi comandamenti e a unirci in matrimonio con i popoli che commettono queste abominazioni? Non ti adireresti contro di noi fino a distruggerci senza lasciare più alcun residuo o superstite?” (Esdra 9:10-14 LND)
Esdra capiva la gravità e la profondità del loro peccato. Non avevano peccato solo disubbidendo a Dio. Non erano solo tornati al loro peccato passato, mescolandosi con altri popoli pagani e portando l’idolatria in Israele. Soprattutto, e peggio di tutto, avevano disprezzato la grazia di Dio che Lui aveva già dato loro per il loro vecchio peccato. Il peccato di disprezzare la grazia di Dio era gravissimo, ancora più grave del peccato di sposare donne straniere.
La riverenza di Esdra
In tutto quello che abbiamo visto finora è evidente che Esdra capiva a fondo qualcosa di Dio. Cosa capiva di Dio? Sicuramente Esdra capiva la santità di Dio e la giustizia di Dio. Notate con quale riverenza si presenta davanti a Dio, con un cuore rotto per il peccato. Sapeva, di cuore, non solo con la testa, ma veramente di cuore, sapeva che avevano peccato tanto contro Dio e avevano disprezzato la grazia di Dio.
Esdra aveva un cuore umile. È andato a Dio in preghiera, ma con un cuore rotto per il peccato. È andato a Dio con grande riverenza, riconoscendo che Dio è santissimo, e che nessuno può resistere davanti a Lui, a causa del peccato. Perciò, non è andato a Dio con leggerezza, o superficialità, come si andrebbe da un amico. Piuttosto, è andato a Dio con un grande senso di riverenza, riconoscendo la santità di Dio, la sua giustizia, e grandezza e potenza, e riconoscendo che, portando il peccato del popolo, era indegno di entrare nella presenza di Dio.
Tu hai questo cuore quando vai a Dio in preghiera? Usi la libertà che hai ricevuto in Cristo, ma con grande riverenza, perché stai entrando nella presenza del Dio santissimo, davanti al quale non potresti resistere a causa del tuo peccato?
Oh che possiamo avere sempre di più un cuore così!
La “richiesta” di Esdra
Tornando alla preghiera di Esdra, a questo punto, Esdra conclude la preghiera. Seguite mentre leggo dal v15, e notate come chiude la sua preghiera. Notate quale richiesta fa a Dio.
“15 O Eterno, DIO d’Israele, tu sei giusto, perciò siamo rimasti solo un residuo di scampati, come avviene oggi. Eccoci davanti a te con la nostra colpa, benché a causa di essa nessuno può reggere davanti a te!".” (Esdra 9:15 LND)
Quale richiesta ha fatto Esdra? Cosa ha chiesto a Dio? Niente, non c’è una richiesta.
Esdra non ha chiesto nulla a Dio. È solo andato a Dio con un cuore rotto, presentando a Dio il peccato del popolo, riconoscendo quanto era grande e grave. Basta, non ha aggiunto altro.
Riconosce che era giusto che Dio avesse decimato il popolo, perché Esdra capiva quanto è grave il peccato davanti a Dio. E riconosce che nessuno può reggere davanti a Dio, a causa del peccato.
Allora, se Esdra riconosceva la santità di Dio, e che nessuno può reggere davanti a Dio a causa del peccato, perché portava a Dio i peccati del popolo? Aveva FEDE, fede nel CUORE di Dio.
Notate la grandezza di questo: Esdra ha solo portato a Dio i peccati, lasciando che fosse Dio a pensare il resto. Non ha chiesto grazia, non ha chiesto misericordia, ha solo portato i peccati a Dio, li ha solo confessati, a fondo, con un cuore rotto. Aveva fede che Dio avrebbe fatto la cosa giusta, e non osava chiedere nulla a Dio.
Una preghiera di esempio per noi
Questa preghiera è un esempio per noi, perché ci mostra cosa vuol dire veramente confessare i nostri peccati a Dio.
In Esdra vediamo vari aspetti del cuore che dobbiamo avere anche noi.
In Esdra vediamo umiltà: è andato a Dio portando un carico di peccati, senza scuse o giustificazioni. Ha messo davanti a Dio tutta la gravità e profondità del peccato.
In Esdra vediamo fede: ha portato a Dio solo le colpe, senza la minima richiesta. Non pretendeva niente da Dio, perché sapeva che non meritava niente da Dio. Ma aveva fede che Dio avrebbe fatto la cosa giusta.
In Esdra vediamo anche grande riverenza: capiva la santità di Dio, e la grandezza e la gravità del peccato. Per questo è andato a Dio con grande riverenza e timore, sapendo che Dio è un fuoco consumante e odia il peccato.
Esdra è un esempio per noi di cosa vuol dire avere vero timore di Dio. Aveva vero timore di Dio, non una paura che lo allontanava da Dio, ma un sano timore di Dio che lo ha fatto correre a Dio per confessare i peccati.
Infine, in Esdra vediamo anche un esempio di vero amore per il popolo di Dio. Aveva un cuore per il popolo di Dio. Lui non aveva peccato sposando donne straniere, o cercando donne straniere per i suoi figli. Non aveva peccato in prima persona, eppure, faceva SUO il peccato del popolo ed ha interceduto per il popolo. Che esempio di umiltà e vero amore!
Come confessi tu?
Allora, alla luce di questa preghiera, ti chiedo: tu come confessi i tuoi peccati? Come li confessi a Dio, e come li confessi agli altri?
Hai un cuore umile? Veramente umile?
No rispondere subito “sì”. Fermati ad esaminarti onestamente, e anche a sentire quello che dicono gli altri di te. Per esempio:
- Vedi a fondo il tuo peccato, quanto è grave, quanto è un’offesa contro Dio? E poi, lo vedi man mano sempre di più? Oppure ti fermi a quello che vedi in superficie, senza scavare troppo, per non vedere la vera condizione del tuo cuore?
- Vai davanti a Dio, e davanti alle persone, portando il tuo peccato e solo il tuo peccato? Oppure pretendi qualcosa, da Dio o dagli altri? Pretendi il perdono? Pretendi che Dio ti tolga le conseguenze terrene del tuo peccato?
Quando confessi i tuoi peccati, pretendi che Dio e gli altri ti perdonino subito? Vedi come un tuo “diritto” di essere perdonato? Oppure, vedi la grandezza del tuo peccato, e perciò sai, di cuore, che il perdono è sempre e solo una grazia da Dio?
Quando veramente confessi il tuo peccato, a fondo, di cuore, vedi il tuo peccato a fondo, per vedere Dio sempre più a fondo.
La vera confessione
Prima di chiudere voglio aggiungere solo un altro pensiero, che è importante che valutiamo.
Come si capisce se una confessione è vera e di cuore?
La vera confessione del peccato, una confessione di cuore, senza scuse, con un cuore rotto per il peccato, che dimostra che c’è stato vero ravvedimento, la vera confessione porta sempre frutto.
Vediamo un esempio di questo in Esdra 10, in quello che è successo dopo la preghiera di Esdra.
Il popolo ha confessato il suo peccato, partecipando alla preghiera di Esdra, ed era veramente ravveduto. La loro confessione era vera e autentica, veniva da un cuore veramente ravveduto, e perciò ha portato frutto. Ma, attenzione, il frutto non erano le lacrime e il cuore spezzato. Piuttosto, il frutto era che hanno fatto il passo gigantesco, estremamente doloroso, di mandare via le loro mogli straniere e i figli che avevano avuto da esse.
Cioè, hanno confessato il loro peccato con un cuore rotto per il peccato, con umiltà davanti a Dio, ma poi non si sono fermati lì. Hanno fatto anche il passo di mandare via le loro mogli, che era un chiaro frutto che erano veramente ravveduti. Hanno rinunciato completamente al peccato.
Se tu confessi veramente i tuoi peccati, e hai un cuore veramente ravveduto, si vedranno chiari frutti. A volte i frutti sono più nascosti, oppure ci vuole tempo per vederli. Ma se c’è vero ravvedimento, ci saranno sempre frutti chiari.
Se tu hai confessato un peccato, e dici di essere veramente ravveduto, ma qualcuno, o la tua coscienza, continua a rinfacciarti quel peccato, non correre subito a scartare quello che questa persona, o la tua coscienza, ti dice. Non scartare subito. Piuttosto, valuta la tua vita. Si vede chiaro frutto di ravvedimento?
A volte inganniamo noi stessi volendo credere che abbiamo già confessato di cuore e pienamente il nostro peccato, anziché riconoscere che, in realtà, non abbiamo veramente confessato, di cuore, il nostro peccato, e perciò non siamo veramente ravveduti.
Oh prego che ciascuno di noi, quando Dio gli mostra un peccato, sarà veloce a ravvedersi pienamente, a confessarlo di cuore, senza scuse, e che quel ravvedimento produrrà frutti visibili. Se altri ci parlano ancora del peccato, presumiamo che è Dio che ci sta parlando tramite loro.
Conclusione
Questa preghiera è potente, ed è un esempio per noi. Dio ci ha dato Esdra, e questa preghiera, come modello da imitare.
Esdra aveva il cuore giusto, il cuore che Dio accoglie e onora. Aveva un cuore umile, afflitto per il peccato, ma che fissava lo sguardo su Dio, con fede.
Prego che faremo tesoro di quello che abbiamo visto in questa preghiera, per rispecchiare il cuore di Esdra, e camminare in umiltà, con il timore di Dio.