Quando pensate a gravissimi peccati che portano a terribili conseguenze, quanto spesso pensate al peccato del preoccuparsi?
In realtà, il preoccuparsi è un peccato terribile, ma oltre ad essere grave, porta ad altri peccati, spesso peccati che uno non avrebbe mai pensato di commettere.
Oggi vogliamo considerare un re di Israele che, a causa della sua preoccupazione di un potenziale pericolo, portò tutta la nazione in un peccato così grave che provocò Dio al punto da farGli mandare un nemico per distruggere Israele come nazione. Tutto questo a causa della preoccupazione.
Questo re fu Geroboamo e il suo peccato dovuto alla preoccupazione lo portò ad una soluzione che trascinò Israele in un terribile peccato. Consideriamo la sua preoccupazione perché anche la nostra preoccupazione ci porta ad altri peccati ancora più gravi.
Il peccato di Geroboamo era così malvagio che, quando la Bibbia valuta la vita di ogni re di Israele dopo di lui, Geroboamo è il metro di malvagità con il quale i suoi successori vengono misurati.
Eppure Geroboamo fu scelto da Dio stesso come re ed aveva anche ricevuto la promessa di poter iniziare una dinastia se fosse stato fedele a Dio.
Però egli cominciò a preoccuparsi, anziché guardare a Dio con fede, e questa sua preoccupazione lo spinse a cercare una soluzione che rappresentò un gravissimo peccato.
Vogliamo considerare il peccato di Geroboamo e vogliamo riconoscere che anche noi possiamo facilmente trovarci a peccare come fece lui quando non ci fidiamo di Dio. Iniziamo illustrando un po' della storia di questo re.
Saul, Davide e Salomone erano i re di Israele quando Israele era composto da tutte le 12 tribù. Ma Salomone peccò sposando donne straniere che lo sviarono facendolo inginocchiare davanti a falsi dèi. Leggiamo del suo peccato in 1Re 11:1-7:
“1 Ma il re Salomone, oltre la figlia del Faraone, amò molte donne straniere, moabite, ammonite, idumee, sidonie e hittee, 2 appartenenti ai popoli di cui l’Eterno aveva detto ai figli d’Israele: "Voi non vi unirete in matrimonio con loro, né essi con voi, perché essi faranno certamente volgere il vostro cuore verso i loro dèi". Ma Salomone si unì a tali donne per amore. 3 Egli ebbe settecento principesse per mogli e trecento concubine; e le sue mogli gli pervertirono il cuore. 4 Così, quando Salomone fu vecchio, le sue mogli fecero volgere il suo cuore verso altri dèi; e il suo cuore non appartenne interamente all’Eterno, il suo DIO, come il cuore di Davide suo padre. 5 Salomone seguì quindi Ashtoreth, la dea dei Sidoni, e Milkom, l’abominazione degli Ammoniti. 6 Così Salomone fece ciò che è male agli occhi dell’Eterno e non seguì pienamente l’Eterno, come aveva fatto Davide suo padre. 7 Allora Salomone costruì sul monte di fronte a Gerusalemme un alto luogo per Kemosh, l’abominazione di Moab, e per Molek, l’abominazione dei figli di Ammon.” (1Re 11:1-7 LND)
Qui vediamo la triste realtà che il fatto che Salomone peccò, sposando queste donne che Dio aveva comandato di non sposare, lo portò a peccare gravemente anche nell'adorare dei falsi dèi. Quando scegliamo di camminare ritenendo un peccato, finché persistiamo in questo comportamento, esso ci porterà sempre a peccare in altri modi, finché non ci ravvediamo e lo abbandoniamo. Salomone, che aveva ricevuto da Dio più sapienza di qualsiasi altro uomo, Salomone, grandemente benedetto da Dio, a cui Dio parlò direttamente in sogno, Salomone cui era stato permesso che avrebbe costruito il Tempio, proprio Salomone cadde nell'abominevole peccato dell'idolatria. Leggiamo in 1Re 11:11-13 ciò che Dio annunciò a Salomone in conseguenza del suo peccato:
“11 Perciò l’Eterno disse a Salomone: "Poiché tu hai fatto questo e non hai osservato il mio patto e gli statuti che ti avevo ordinato, ti strapperò il regno e lo darò al tuo servo. 12 Tuttavia, per amore di Davide tuo padre, non lo farò durante la tua vita, ma lo strapperò dalle mani di tuo figlio. 13 Però non strapperò tutto il regno ma lascerò a tuo figlio una tribù, per amor di Davide mio servo e per amore di Gerusalemme che ho scelto".” (1Re 11:11-13 LND)
Dio annunciò a Salomone che avrebbe tolto a suo figlio dieci delle dodici tribù di Israele e le avrebbe date ad un servo di Salomone. Che peso era per Salomone il sapere questo per gli ultimi anni della sua vita!
Quel servo cui l'Eterno avrebbe dato le dieci tribù era Geroboamo. Il Signore inviò a lui un profeta e, tramite costui, gli promise che lo avrebbe nominato re di Israele, (cioè, delle 10 tribù del nord), e che avrebbe stabilito una dinastia con i suoi discendenti, quest'ultima promessa con la condizione però che egli fosse fedele a Dio. Leggo la parola che Dio diede a Geroboamo, tramite il profeta Ahija, così come è riportata in 1Re 11:29-39:
“29 In quel tempo, mentre Geroboamo usciva da Gerusalemme, il profeta Ahijah di Sciloh, che indossava un nuovo mantello, lo incontrò per strada; ed erano solo loro due in campagna. 30 Ahijah prese il mantello nuovo che indossava e lo stracciò in dodici pezzi; 31 quindi disse a Geroboamo: "Prendine per te dieci pezzi, perché così dice l’Eterno, il DIO d’Israele: "Ecco, io strapperò il regno dalle mani di Salomone e darò dieci tribù a te, 32 (ma a lui rimarrà una tribù per amore di Davide mio servo e per amor di Gerusalemme, della città che ho scelto fra tutte le tribù d’Israele), 33 perché essi mi hanno abbandonato e si sono prostrati davanti a Ashtoreth, la dea dei Sidoni, davanti a Kemosh, il dio di Moab e davanti a Milkom, il dio dei figli di Ammon, e non hanno camminato nelle mie vie per fare ciò che è giusto ai miei occhi e per osservare i miei statuti e i miei decreti, come fece suo padre Davide. 34 Tuttavia non toglierò dalle sue mani tutto il regno, perché l’ho stabilito principe per tutto il tempo della sua vita, per amor di Davide mio servo, che io ho scelto e che ha osservato i miei comandamenti e i miei statuti. 35 Ma toglierò il regno dalle mani di suo figlio, e ne darò dieci tribù a te; 36 a suo figlio lascerò una tribù, affinché Davide mio servo abbia sempre una lampada davanti a me in Gerusalemme, la città che ho scelto per mettervi il mio nome. 37 Così prenderò te e tu regnerai sopra tutto ciò che il tuo cuore desidera, e sarai re sopra Israele. 38 Se ascolti attentamente tutto quello che ti comando e cammini nelle mie vie e fai ciò che è giusto ai miei occhi, osservando i miei statuti e i miei comandamenti, come fece Davide mio servo, io sarò con te e ti edificherò una casa stabile, come la edificai a Davide, e ti darò Israele; 39 per questo umilierò la discendenza di Davide, ma non per sempre""” (1Re 11:29-39 LND)
Notate che la parola data da Dio a Geroboamo conteneva una parte senza condizioni e poi una parte sottoposta ad una condizione. Dio promise di dargli le dieci tribù e questa era una promessa senza condizione, cioè una promessa che non dipendeva dal comportamento di Geroboamo. Però poi Dio annunciò a Geroboamo che avrebbe stabilito una casa stabile per lui, ovvero, che avrebbe creato una dinastia dalla sua discendenza. In questo caso, però, l'adempimento della promessa dipendeva da una condizione. In pratica, affinché essa si adempisse, Geroboamo doveva ubbidire a Dio e camminare nelle Sue vie.
Andando avanti nel brano, scopriamo che Salomone, pur sapendo che Dio è sovrano, si era talmente indurito al punto da cercare di far morire Geroboamo. Però Dio guidò le cose in modo Geroboamo potesse fuggire e salvarsi. Leggo 1Re 11:40:
“Perciò Salomone cercò di far morire Geroboamo; ma Geroboamo si levò e fuggì in Egitto presso Scishak re d’Egitto, e rimase in Egitto fino alla morte di Salomone.” (1Re 11:40 LND)
Poi, come succede sempre, quello che Dio aveva dichiarato a Salomone e a Geroboamo, è avvenuto esattamente. Tutto quello che Dio dichiara, avviene! La parola di Dio è sempre affidabile. Possiamo sempre fidarci di Dio perché Egli farà sempre come dichiara di fare.
Infatti, leggiamo in 1Re 12 che, dopo la morte di Salomone, è successo tutto esattamente come aveva promesso il Signore. Infatti, il figlio di Salomone, Roboamo, divenne re, ma, a causa del suo orgoglio ed il brutto consiglio che ricevette dai suoi coetanei, le 10 tribù del nord rifiutarono di accettarlo come loro sovrano e scelsero Geroboamo come re al suo posto. Così iniziò la divisione fra Israele e Giuda. Tutto questo si verificava per mano di Dio, come leggiamo in 1Re 12:15, che parla di Roboamo:
“Così il re non diede ascolto al popolo, perché l’andamento delle cose dipendeva dall’Eterno, affinché si adempisse la parola che l’Eterno aveva rivolto a Geroboamo, figlio di Nebat, per mezzo di Ahijah di Sciloh.” (1Re 12:15 LND)
Quindi, come Dio aveva annunciato, Geroboamo diventò re delle dieci tribù del nord. Egli vedeva che Dio mantiene la Sua parola, come abbiamo visto anche noi, volta dopo volta.
Ricordiamo anche che il peccato di Salomone portò le sue brutte conseguenze!
A questo punto, volgiamo la nostra attenzione su Geroboamo, questo servo che ora si trovava ad essere re. Che cosa aveva fatto Geroboamo per poter diventare re? Assolutamente niente! Geroboamo fu scelto come re senza alcun merito suo, come atto sovrano di Dio, per grazia. Però la promessa di dare il regno ai suoi discendenti aveva una condizione importante, cioè era sottoposta alla condizione che Geroboamo fosse rimasto fedele a Dio.
Anche noi che siamo stati salvati da Dio abbiamo ricevuto questo privilegio senza alcun merito nostro. È stato Dio a sceglierci, è stato Dio ad attirarci a Cristo, è stato Dio a convincerci dei nostri peccati e donarci la fede in Gesù Cristo quale Salvatore e Signore. Come Geroboamo, anche noi siamo grandemente benedetti, per la grazia di Dio!
La benedizione principale della salvezza è senza condizione. Però, come Geroboamo, Dio ci ha dato anche delle promesse che hanno delle condizioni. Per esempio, in Matteo 6:33, Dio promette di provvedere ciò che è necessario per i nostri bisogni quotidiani se però cerchiamo, prima di tutto, il Suo regno e la Sua giustizia. Però, se non cerchiamo prima di tutto queste cose, questa promessa non è valida per noi. Ci sono anche tante altre promesse subordinate a determinate condizioni. La condizione principale è che camminiamo per fede, anziché cercare di fare le cose secondo i nostri ragionamenti.
Il peccato di Geroboamo: dubitare di Dio
Tornando alla nostra storia, Geroboamo si è trovato ad essere re di Israele in virtù di un immenso privilegio datogli da Dio senza merito alcuno da parte sua. Egli aveva visto che Dio aveva mantenuto la Sua Parola di dargli il regno e perciò Geroboamo aveva ogni motivo di continuare a confidare totalmente in Lui anche per glie venti che sarebbero successi in seguito.
Però, come succede spesso anche con noi, anziché tenere gli occhi su Dio e pensare alla Sua fedeltà, Geroboamo cominciò a pensare ai potenziali problemi che sarebbero potuti sorgere. Pensando a questi rischi, Geroboamo voleva trovare una soluzione sua, in opposizione a quanto Dio aveva comandato, anziché fidarsi di Lui. In realtà, stava ponendo più fede nei suoi ragionamenti che in Dio.
Leggiamo i suoi ragionamenti e quello che vedeva come rischio, ora che egli era il re delle dieci tribù del nord. Ricordate che, nonostante che ora il regno fosse diviso, l'unico Tempio era a Gerusalemme, tutti i sacerdoti servivano Dio in tale città e, perciò, tutti gli uomini, anche di Israele, dovevano andare a Gerusalemme per offrire sacrifici a Dio.
Leggo 1Re 12:25-32:
“25 Poi Geroboamo edificò Sichem nella regione montuosa di Efraim e vi si stabilì; quindi uscì di là e edificò Penuel. 26 Geroboamo disse in cuor suo: "Ora il regno tornerà probabilmente alla casa di Davide. 27 Se questo popolo sale a Gerusalemme per offrire sacrifici nella casa dell’Eterno, il cuore di questo popolo si volgerà nuovamente verso il suo signore, verso Roboamo re di Giuda; così mi uccideranno e torneranno a Roboamo, re di Giuda". 28 Dopo essersi consigliato, il re fece due vitelli d’oro e disse al popolo: "E’ troppo per voi salire fino a Gerusalemme! O Israele, ecco i tuoi dèi che ti hanno fatto uscire dal paese d’Egitto!". 29 Ne collocò quindi uno a Bethel, e l’altro a Dan. 30 Questo fu causa di peccato, perché il popolo andava fino a Dan per prostrarsi davanti a un vitello. 31 Egli costruì anche templi sugli alti luoghi e fece sacerdoti presi da ogni ceto di persone, che non erano figli di Levi. 32 Geroboamo istituì una festa nell’ottavo mese, il quindicesimo giorno del mese, simile alla festa che si celebrava in Giuda e offrì sacrifici sull’altare. Così fece a Bethel per sacrificare ai vitelli da lui fatti; e a Bethel stabilì i sacerdoti degli alti luoghi che aveva eretti. (1Re 12:25-32 LND)
Basandosi sui suoi ragionamenti, Geroboamo decise di stabilire un'alternativa al Tempio di Gerusalemme ed un'alternativa ai sacerdoti che si trovavano là. Per evitare che gli Israeliti andassero a Gerusalemme, stabilì un sistema di adorazione che prendesse il posto di quello di Gerusalemme che Dio aveva stabilito.
Umanamente parlando, aveva senso il suo ragionamento in base al quale poteva essere rischioso per gli uomini di Israele andare a Gerusalemme per adorare? Certo! Umanamente parlando, il suo ragionamento filava. Facilmente il farlo sarebbe stato un vero rischio. Quello di Geroboamo non era un pensiero astruso.
Però Geroboamo aveva una parola da Dio, aveva la garanzia da Lui datagli in base alla quale DIO stesso avrebbe curato il suo regno. Perciò non doveva preoccuparsi di tutto questo, piuttosto doveva fidarsi di Dio.
Il fatto che Geroboamo si sia stoltamente preoccupato lo portò a cercare una soluzione al di fuori di Dio. La soluzione di stabilire un modo per gli Israeliti di adorare al di fuori di Gerusalemme sembrava l'unica soluzione. Quando non stiamo camminando per fede, la soluzione sbagliata sembra essere l'unica soluzione.
È importante notare che lo scopo di Geroboamo non era di introdurre l'idolatria nel suo popolo. Il suo scopo era di proteggere il suo regno e restare sul trono. Però, non fidandosi di Dio ed agendo di testa propria, Geroboamo ha finito per introdurre l'idolatria in Israele, un'idolatria che portò alla distruzione di Israele come punizione da parte di Dio.
Quello che ha fatto Geroboamo è stato davvero terribile! Il suo peccato portò tutta la nazione ad allontanarsi da Dio. Tutto questo perché egli si preoccupò di un potenziale pericolo, sebbene Dio gli aveva dato ampie garanzie per farlo invece stare tranquillo. La sua stoltezza, da cui ne derivò ogni altra che coinvolse l'intero Israele, fu proprio questa: anziché fidarsi totalmente di Dio e delle Sue promesse per mantenere il regno, Geroboamo si fidò dei propri ragionamenti.
Applicazione
È facile riconoscere il peccato di Geroboamo, ma dobbiamo anche capire che facilmente anche noi cadiamo nello stesso peccato.
È molto facile per noi pensare a potenziali problemi e cominciare a preoccuparci di cose che Dio ha promesso di curare. Questa mancanza di fede è già un peccato in sé ed inoltre quasi sempre ci porta anche a peccare in altre cose, come successe con Geroboamo. Anziché avere il cuore tranquillo, guardando a Dio, pensiamo ai problemi o, spesso, a potenziali problemi e cerchiamo di risolverli noi, il che ci porta sovente a peccare in qualche modo.
Per esempio: Dio promette di provvedere ai nostri bisogni se cerchiamo prima il Suo regno. Non dobbiamo preoccuparci noi di avere abbastanza da mangiare o un tetto per coprirci. Dobbiamo solo cercare Dio ed il Suo regno come prima cosa. Poi, come ha promesso, Dio ci provvederà il necessario. Dio vuole che abbiamo fede nella Sua cura.
Come Geroboamo che si fidava dei suoi ragionamenti anziché di Dio, spesso, anche noi siamo tentati a fare la stessa cosa. Certo, sappiamo quello che Dio dice, però, secondo il nostro modo di vedere le cose, dobbiamo noi intervenire anziché limitarci ad aspettare Dio. A noi sembra che quello che Dio dichiara non basterà e così ci impegniamo a risolvere il problema. Però, anziché risolvere il problema, ci allontaniamo da Dio!
In realtà, questo fu pure il peccato di Adamo ed Eva. Essi dovevano fidarsi della cura di Dio. Invece volevano cercare di stare bene secondo i loro ragionamenti e ciò li portò ad allontanarsi da Dio.
Fidarci dei nostri ragionamenti anziché della Parola di Dio è già un grave peccato perché, facendo così, non stiamo camminando per fede. Inoltre, fare così è un peccato perché ci porta a trascurare il regno di Dio. In più, prima o poi ci porta anche a peccare in altre cose, proprio come fece Geroboamo.
Esempi di questo peccato
Quanto è facile dubitare di Dio e fidarci dei nostri ragionamenti, spesso in modo subdolo. Quando anche tu fai questo o sei tentato a farlo?
Di esempi ce ne sono tantissimi. Per esempio, uno studente potrebbe credere che non ha tempo di leggere la Bibbia o dedicarsi al regno di Dio perché deve studiare di più. Questo è non fidarsi della cura di Dio. Facendo così, stiamo seguendo la via di Geroboamo.
Similmente, spesso, sembra che abbiamo così tanti lavori da fare che non c'è tempo di dedicarci alle cose di Dio e non c'è tempo di pensare agli altri. Secondo il nostro ragionamento, sarà solo per poco tempo e poi potremo riprendere a vivere per il regno di Dio. Crediamo questo, ma poi, volta dopo volta, sopraggiungono altri impegni e passa sempre più tempo che trascuriamo il regno di Dio. Facendo così, seguiamo i nostri ragionamenti ed i nostri calcoli, anziché camminare per fede in Dio. Facendo così, stiamo seguendo la via di Geroboamo.
Facilmente seguiamo i nostri ragionamenti, anziché camminare per fede quando si tratta di soldi. Dio promette che provvederà ai nostri bisogni se cerchiamo per primo il Suo regno. Dio è il Sovrano Signore di tutto ed è per questo che dovremmo fidarci di Lui. Invece, facilmente, cominciamo a pensare a questo o a quel problema e, di conseguenza, a come potrebbero andare le cose, finendo quindi noi di cercare dei modi per migliorare la situazione. Spesso, la nostra soluzione ci porta a trascurare il regno di Dio, per esempio, a trascurare l'uso dei nostri doni spirituali per curare gli altri. Facendo così, stiamo seguendo la via di Geroboamo.
Un single può facilmente preoccuparsi di non trovare coniuge, se quella è la volontà di Dio. Così, anziché avere pace ed aspettare i tempi di Dio, impegnandosi seriamente per la Sua gloria, si preoccupa. A volte, questo lo porta perfino a sposare una non credente, il che è un peccato e porta, a sua volta, tanti grossi problemi. Preoccuparsi è seguire la via di Geroboamo.
Facilmente viviamo seguendo i nostri ragionamenti anche quando si tratta di impegnarci per il regno di Dio. Facciamo ragionamenti in base ai quali non abbiamo tempo da dedicare al regno di Dio. Vediamo tutto quello che c'è da fare nella vita pratica, con il lavoro, la famiglia, la casa, la scuola e, anche se diciamo che ci dispiace, crediamo di non avere tempo.
Quando viviamo così, in modo subdolo stiamo credendo che dobbiamo noi creare le benedizioni per noi stessi. Vivere così è non fidarci di Dio, ma, piuttosto, fidarci dei nostri impegni.
In questi momenti, abbiamo tanto bisogno di ricordare la verità che troviamo nel Salmo 127:1,2:
“1 Se l’Eterno non edifica la casa, invano vi si affaticano gli edificatori; se l’Eterno non custodisce la città, invano vegliano le guardie. 2 E’ vano per voi alzarvi di buon’ora e andare tardi a riposare e mangiare il pane di duro lavoro, perché ai suoi diletti egli dà riposo.” (Salmo 127:1-2 LND)
Tutto il nostro impegno non serve a nulla se Dio non è all'opera in quello che facciamo. Geroboamo si impegnava tanto per stabilire il suo regno, ma, non seguendo Dio, non faceva altro che perderlo. Similmente, quando noi ci impegniamo tanto, fidandoci dei nostri ragionamenti anziché camminare per fede, il nostro impegno e la nostra fatica saranno inutili! Stiamo sulla via che porta ad un disastro spirituale.
Quanto è facile togliere i nostri occhi da Dio e cercare di risolvere i problemi per conto nostro! Però, fare così ci porta solo lontani da Dio. Possiamo peccare in questo modo, fidandoci dei nostri ragionamenti, in ogni campo della vita. Possiamo dubitare, in modo indiretto, della cura di Dio e fidarci dei nostri ragionamenti nel modo di vivere per Dio, nel modo in cui alleviamo i nostri figli, nel modo in cui cerchiamo di guadagnare soldi che servono per vivere o in qualsiasi altro campo.
La Bibbia ci dà innumerevoli esempidella fedeltà di Dio, anche quando sembra umanamente impossibile che accada qualcosa di buono per noi. Ci dà anche tanti esempi di uomini, come Geroboamo, che NON si fidavano della cura di Dio e ci mostra che questo modo di fare ha sempre prodotto brutte conseguenze. Impariamo da questi esempi a non dubitare della cura di Dio. Impariamo a non cercare di provvedere per noi stessi quello che Dio ha promesso di provvederci. O che possiamo stare in guardia contro questo grave peccato!
Geroboamo
Tornando a Geroboamo, come avevo detto prima, (ed è importante ricordare questo), il suo scopo non era di stabilire una nuova religione idolatrica, ma di evitare che perdesse il privilegio di essere il re di Israele. Però, visto che non stava fidandosi di Dio, il modo che egli aveva scelto di custodire il suo regno portò Israele a cadere nell'idolatria, un peccato che non ha poi lasciato finché Dio non mandò l'Assiro per distruggere Israele come nazione. La preoccupazione di Geroboamo lo portò ad allontanarsi moltissimo da Dio, anche se questo non era il suo scopo.
Il peccato di Geroboamo era molto, molto grave. Vi leggo alcuni brani che descrivono altri re di Israele che vennero dopo di lui. Notiamo che essi vengono sistematicamente confrontati con Geroboamo per mostrare che erano malvagi. Ogni brano che leggo, sempre tratto da 2Re, parla di un re diverso:
“Tuttavia egli rimase attaccato ai peccati di Geroboamo figlio di Nebat, che aveva fatto peccare Israele, e non se ne allontanò.” (2Re 3:3 LND)
“Ma Jehu non si curò di seguire con tutto il cuore la legge dell’Eterno, il DIO d’Israele; egli infatti non si allontanò dai peccati di Geroboamo, con i quali aveva fatto peccare Israele.” (2Re 10:31 LND)
“Egli fece ciò che è male agli occhi dell’Eterno e seguì i peccati di Geroboamo, figlio di Nebat, con i quali aveva fatto peccare Israele, e non se ne allontanò.” (2Re 13:2 LND)
Carissimi, vi rendete conto che Geroboamo, non fidandosi di Dio e preoccupandosi di non perdere il suo ruolo come re, ha trascinato tutta una nazione nel peccato per circa due secoli?
Questa non era, come più volte detto, la sua intenzione, perché egli voleva solo salvaguardare il suo regno. Tuttavia il suo esempio di vita ci mostra come, a volte, un peccato grave come quello del dubitare delle promesse di Dio, ci può portare (e può portare altri intorno a noi) a delle conseguenze gravissime, ben più gravi di quello che noi stessi, con il nostro intendimento limitato, siamo in grado di prevedere e comprendere.
Infatti, quando non guardiamo a Dio perché crediamo di doverci pensare noi a qualcosa che, in realtà, dovremmo lasciare per fede a Dio, questo comportamento ci porta sempre a peccare e spesso a cadere in gravi trasgressioni che non avremmo mai voluto né immaginato di compiere.
L'unico modo di non cadere così è di tenere i nostri occhi sempre su Dio e di camminare per fede. Non dobbiamo arrenderci al peccato della preoccupazione!
Volta dopo volta nella Bibbia vediamo che Dio curò coloro che avevano fede in Lui. Dio cura sempre, nel modo perfetto, chi cammina per fede, anziché dare spazio alle preoccupazioni.
O che possiamo capire quanto grave è il peccato di preoccuparci! Quando ci preoccupiamo, in realtà dichiariamo implicitamente che non crediamo che Dio ci curerà. Piuttosto, crediamo alla menzogna che dobbiamo noi prendere il posto di Dio per ottenere le benedizioni che ci servono, sempre in base ai nostri ragionamenti. Questo è un grave peccato ed inoltre, come abbiamo visto parlando di Geroboamo, esso ci porta a peccare anche in altri modi!
Alla luce di questo, dobbiamo riconoscere quanto grande è il peccato di preoccuparci!
Quando ti trovi preoccupato, la prima cosa che dovresti fare è di riconoscerlo come peccato. Confessalo dunque come tale, cioè come un grave peccato e ravvediti!
Se la tua preoccupazione ti ha portato ad entrare in una via di peccato, l'unica soluzione, costi quello che costi, è di ravvederti veramente ed abbandonare totalmente quel peccato e quella via. Per Geroboamo fare questo avrebbe significato distruggere gli altari ed i templi che aveva fatto erigere, non avere più sacerdoti stabiliti da lui e piuttosto incoraggiare tutti ad andare a Gerusalemme per adorare Dio.
Certamente, quando abbiamo preso la strada sbagliata, tornare indietro è difficile e può essere mosto costoso ed anche umiliante. Quanto è meglio non iniziare su quella strada!
Però, quando ti trovi già in quella via sbagliata, ravvediti e torna subito a Dio per non arrivare ancora più lontano da Lui.
Poi, al posto della preoccupazione, riempi i tuoi pensieri con ricordi della fedeltà che Dio ha manifestato nel passato verso di te, con ricordi della potenza che Egli ha dimostrato di avere per provvedere alle tue necessità e del cuore che Dio ti ha mostrato di possedere curandosi perfettamente di te e dei tuoi bisogni. Così, al posto della preoccupazione, non potrai che abbondare nel ringraziamento, alimentando pure la tua fiducia in Colui che ti ha sempre provveduto e che ancora, in base alle Sue promesse, continuerà a prendersi cura di te.
Questa è la via della fede, questa è la via del cuore tranquillo, che si riposa e gioisce in Cristo in ogni circostanza della vita! O che possiamo imparare dagli esempi, buoni e cattivi, che Dio ci dà nella Bibbia!