Introduzione
Ti è mai successo che, ad un certo punto, nella vita, ti sei reso conto che quella grande prova che avevi davanti, ormai, era già dietro alle spalle? Ti è mai successo che eri anche sorpreso pensando: “È già tutto finito. È già passato”?
A me è successo. Tutto passa, anche quello che oggi sembra grande e impossibile, passa. Non importa quanto è grande la montagna che hai davanti, se Dio è con te, Lui sarà fedele e ti porterà dall’altro lato.
Stiamo studiando la storia di Gedeone, che si è trovato davanti ad una montagna. Aveva davanti un compito impossibile che Dio gli aveva dato. Doveva liberare Israele dai madianiti, questi nemici numerosi e potenti che li soggiogavano da anni. Ma Dio non lo ha lasciato solo. Dio era con Gedeone e Gedeone si fidava di Dio.
Oggi vogliamo studiare l’ultima parte della vita di Gedeone.
Contesto
Prima di iniziare è sempre importante che ricordiamo in quale contesto ci troviamo. Se vi ricordate, Gedeone era andato in battaglia contro i madianiti. Aveva radunato un certo numero di uomini per andare a combattere, ma Dio, conoscendo il cuore di Israele, ha mandato a casa la maggioranza degli uomini, lasciando Gedeone con solo trecento uomini. Dio voleva dare vittoria a Gedeone, ma in modo che fosse chiaro che la vittoria veniva da Dio e non per la loro bravura.
Dio ha mantenuto la sua promessa a Gedeone e gli ha dato vittoria facendo scappare i madianiti, e facendo sì che si uccidessero tra di loro.
I trecento uomini di Gedeone erano stati scelti fra gli uomini che Gedeone aveva convocato dalle tribù di Manasse, Ascer, Zabulon e Neftali. Erano uomini presi fra solo quattro delle dodici tribù di Israele. È un dettaglio, ma ci aiuterà a capire quello che è successo dopo nella storia.
Poi, quando Dio aveva dato a Gedeone quella vittoria miracolosa, e i nemici erano fuggiti, Gedeone ha mandato a chiamare anche quelli della tribù di Efraim affinché si aggiungessero alla battaglia contro i madianiti. E gli uomini di Efraim avevano conquistato dei territori e avevano preso due principi di Madian, Oreb e Zeeb, che poi hanno ucciso. Quindi, Israele ha avuto una grande vittoria, che Dio aveva dato loro, ed Efraim era una delle tribù che aveva partecipato alla battaglia.
La contesa con Efraim
Tristemente, però, nonostante che anche Efraim aveva avuto vittoria, gli uomini di Efraim si recarono da Gedeone e ebbero un’aspra contesa con lui. Erano arrabbiati con Gedeone per un’ingiustizia che secondo loro avevano subito. Come vedremo, il loro orgoglio era stato ferito. Seguite mentre leggo da Giudici 8:1.
“1 Gli uomini di Efraim dissero a Gedeone: "Perché ti sei comportato in questo modo con noi, non chiamandoci quando sei andato a combattere contro Madian?". Ed ebbero con lui un’aspra contesa. 2 Egli rispose loro: "Che ho fatto io a vostro confronto? La racimolatura di Efraim non vale forse di più della vendemmia di Abiezer? 3 DIO vi ha dato nelle mani i principi di Madian, Oreb e Zeeb; che cosa ho potuto fare io a vostro confronto?". Quando disse questo, la loro ira contro di lui si calmò.” (Giudici 8:1-3 LND)
Tra Gedeone e gli uomini di Efraim è scoppiata una contesa perché erano offesi dal fatto che Gedeone fosse andato in battaglia senza chiamarli subito. Infatti, li aveva chiamati solo più tardi.
Qua dobbiamo fermarci per porci una domanda. Perché Efraim si era arrabbiato così con Gedeone, per il fatto che non li aveva chiamati subito? Si sono arrabbiati per orgoglio. Avevano tanto orgoglio. Volevano anche loro avere una parte nella vittoria. Volevano gloria per loro stessi. Non accettavano di essere stati “esclusi”, anche se, veramente, non erano stati esclusi.
Gedeone è un esempio per noi, perché in questa situazione, così delicata, cerca di calmare gli animi di questi uomini. Infatti, ha aiutato loro a vedere le cose secondo verità. Gedeone li ha aiutati a riconoscere che la “racimolatura” di Efraim, cioè il fatto che avevano preso i due principi di Madian, era in realtà più grande della “vendemmia”, cioè la vittoria, che Dio aveva dato a Gedeone, tramite gli Abiezeriti. In altre parole, Gedeone stava mostrando loro che quello che loro avevano ottenuto era in realtà molto più grande di quello che lui aveva ottenuto. In questo, vediamo l’umiltà di Gedeone, che non voleva gonfiarsi e avere lui il merito della vittoria, ma piuttosto, agiva e parlava con verità, riconoscendo che le opere di quelli di Efraim erano più grandi delle sue.
Gedeone ha agito con saggezza e umiltà. Ha cercato la pace piuttosto di cercare di avere ragione. Che buon esempio per noi!
Il cuore di Efraim
Però, notate dove era diretto il cuore di quelli di Efraim. Pensate: quando erano così arrabbiati, quanto erano grati per la vittoria sui madianiti? Dio aveva appena dato vittoria sui madianiti, che li soggiogavano da anni. Quanto stavano pensando alla vittoria che Dio aveva dato loro? Quanto stavano ringraziando Dio per quella vittoria? Per niente. Piuttosto, erano scontenti perché secondo loro erano stati esclusi dalla battaglia. Questo era il loro orgoglio e la loro ingratitudine, prima di tutto verso Dio, e poi anche verso i loro fratelli delle altre tribù che erano andati in battaglia.
È triste vedere il cuore di quelli di Efraim, ma quante volte anche noi abbiamo peccato nello stesso modo. Quanto facciamo anche noi la stessa cosa!
A volte Dio opera grandemente nella nostra vita, ma invece di dare gloria a Dio per la sua opera, invece di ringraziarlo per quello che ha fatto, piuttosto ci focalizziamo su quello che secondo noi non andava bene, e siamo scontenti. Che peccato bruttissimo!
Pensate: quando pecchiamo così, cosa rivela del nostro cuore? Rivela un cuore pieno di orgoglio e ingratitudine, che pensa di meritare di meglio da Dio. Ma cosa abbiamo meritato da Dio da poter essere scontenti? Meritiamo solo ira e giudizio da Dio. Meritiamo solo condanna eterna per i nostri peccati. Allora, quando Dio ci mostra grazia e bontà, e opera nella nostra vita per il bene, non dovremmo noi abbondare nel ringraziamento e lodare Dio, piuttosto che essere scontenti?
Ti è mai capitato di reagire così? Oh che Dio ci aiuti a vedere più a fondo quanto è terribile questo peccato, per non ricaderci.
Sukkoth rifiuta di aiutare Gedeone
L’esercito nemico si era dato alla fuga e Gedeone lo stava inseguendo. Leggiamo di quello che è successo nell’inseguimento, perché anche qui c’è una lezione importante per noi. Leggo dal v4.
“4 Gedeone arrivò quindi al Giordano e lo passò con i trecento uomini che erano con lui; benché stanchi, essi continuavano a inseguire il nemico. 5 Disse a quelli di Sukkoth: "Date, vi prego, dei pani alla gente che mi segue, perché è stanca, e io sto inseguendo Zebah e Tsalmunna, re di Madian". 6 Ma i capi di Sukkoth risposero: "Sono forse Zebah e Tsalmunna già nelle tue mani, perché dobbiamo dare del pane al tuo esercito?". 7 Allora Gedeone disse: "Per questo quando l’Eterno mi avrà dato nelle mani Zebah e Tsalmunna, lacererò il vostro corpo con le spine del deserto e con i rovi".” (Giudici 8:4-7 LND)
Sukkoth era una città che apparteneva alla tribù di Gad. Si trovava dall’altro lato del Giordano, ma era una città del popolo di Israele. Gli abitanti di Sukkoth erano Israeliti. Tenete questo in mente perché è fondamentale per capire quello che è successo.
Gli uomini di Gedeone erano stanchi dall’inseguimento, ma comunque continuavano ad andare avanti inseguendo l’esercito nemico. Allo stesso tempo, però, erano uomini e avevano bisogno di cibo. Quindi, Gedeone, da buon comandante, arrivato a Sukkoth ha chiesto dei pani per i suoi uomini. Voleva che potessero mangiare e riprendere le forze per proseguire nell’inseguimento.
Quelli di Sukkoth, però, non volevano aiutare gli uomini di Gedeone, anche se erano loro fratelli. Stavano pensando prima a loro stessi, invece di supportare Gedeone. Ma Gedeone stava combattendo per liberare anche loro, perché anche loro facevano parte del popolo di Israele. Si presume che quelli di Sukkoth avevano timore che, se Gedeone non avesse avuto vittoria su Madian, i re Zebah e Tsalmunna li avrebbero puniti per il fatto di aver supportato l’impresa di Gedeone. Quindi, questi uomini non stavano decidendo in base a dei principi, ma in base a quello che a loro sembrava meglio al momento.
Avrebbero dovuto aiutare Gedeone, perché facevano parte del popolo di Israele, e Gedeone stava inseguendo i madianiti per liberare Israele.
Allora, visto il loro cuore e il loro comportamento malvagio, Gedeone preannuncia loro che, quando avrebbe preso i re di Madian, sarebbe tornato per castigarli per il loro cuore freddo nei confronti dei loro fratelli.
Anche Penuel non aiuta Gedeone
Poi, Gedeone è salito ad un’altra città, Penuel, che faceva sempre parte della tribù di Gad, ed ha chiesto lo stesso aiuto. Ma anche da loro ha ottenuto la stessa risposta. Leggo i vv8-9.
“8 Di là salì a Penuel e parlò a quei di Penuel nello stesso modo; gli uomini di Penuel gli risposero come avevano fatto gli uomini di Sukkoth. 9 Così egli parlò anche agli uomini di Penuel, dicendo: "Quando tornerò in pace, abbatterò questa torre".” (Giudici 8:8-9 LND)
Gli uomini di Penuel hanno risposto allo stesso modo di quelli di Sukkoth. Non volevano supportare gli uomini di Gedeone, e perciò, effettivamente, non volevano partecipare alla battaglia. Cercavano i loro interessi, un vantaggio per loro stessi, e non avevano fede in Dio. Così, Gedeone dichiara anche agli uomini di Penuel che, dopo la vittoria, sarebbe tornato per punirli per il loro comportamento.
Gedeone prende Zebah e Tsalmunna
Gedeone e gli uomini con lui non si sono fermati dall’inseguire i madianiti, anche se poteva essere molto scoraggiante vedere che i loro stessi fratelli si rifiutavano di dare loro del cibo. Ma Dio era con loro. Infatti, dal v10 leggiamo cos’è successo.
“10 Or Zebah e Tsalmunna erano a Karkor col loro esercito di circa quindicimila uomini, tutto ciò che rimaneva dell’intero esercito dei figli dell’oriente, poiché centoventimila uomini che brandivano la spada erano stati uccisi. 11 Gedeone salì per la via di quelli che abitavano in tende, a est di Nobah e di Jogbehah, e sconfisse l’esercito che si credeva al sicuro. 12 E Zebah e Tsalmunna si diedero alla fuga; ma egli li inseguì, prese i due re di Madian, Zebah e Tsalmunna, e sbaragliò l’intero esercito.” (Giudici 8:10-12 LND)
Dio ha dato a Gedeone una vittoria incredibile. Era una vittoria miracolosa, ed era chiaro che era tutta opera di Dio. Per Israele e per Gedeone sarebbe stato impossibile vincere i madianiti, ma Dio li ha dati nelle loro mani, al punto che Gedeone ha persino preso i due re di Madian. Dio ha dato loro una vittoria netta sui loro nemici.
Vi ricordate? Dio aveva decretato che avrebbe dato a Gedeone la vittoria, e così ha fatto. Che buon ricordo che Dio è fedele, Lui porta sempre a compimento quello che promette. Non importa quanto sembra impossibile. Non importa cos’è umanamente possibile. Dio compie la sua volontà e Dio mantiene le sue promesse. Allora, confidiamo noi in Dio!
La vendetta su Sukkoth e Penuel
Dopo questa vittoria incredibile, sulla via del ritorno Gedeone ritorna da quelli di Sukkoth e Penuel per vendicarsi del fatto che non avevano aiutato lui e gli uomini che erano con lui. Leggiamo di questo dal v13.
“13 Poi Gedeone, figlio di Joash, tornò dalla battaglia per la salita di Heres. 14 Catturò un giovane della gente di Sukkoth e lo interrogò e quello gli mise per scritto i nomi dei capi e degli anziani di Sukkoth, settantasette uomini. 15 Poi venne dagli uomini di Sukkoth e disse: "Ecco Zebah e Tsalmunna, a proposito dei quali mi avete deriso dicendo: “Sono forse Zebah e Tsalmunna già nelle tue mani, perché dobbiamo dare del pane alla tua gente stanca?”". 16 Prese quindi gli anziani della città, delle spine del deserto e dei rovi, e con questi diede una lezione agli uomini di Sukkoth. 17 Abbatté pure la torre di Penuel e uccise gli uomini della città.” (Giudici 8:13-17 LND)
Gli abitanti di queste città si erano rifiutati di aiutare Gedeone. Effettivamente, rifiutando di aiutare Gedeone e i suoi uomini, avevano rifiutato di prendere parte alla liberazione di Israele. Avevano peccato, e adesso stavano ricevendo le conseguenze delle loro scelte.
Fratelli, qua c’è un’ottima lezione per noi. A volte Dio ci mette davanti dei bisogni, o delle occasioni di essere usati per il regno di Dio. Quando pensiamo a noi stessi, e non vogliamo spenderci per il Regno di Dio, stiamo peccando contro Dio.
Vi ricordate cosa dice Giacomo 4:17?
“17 Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato.” (Giacomo 4:17 LND)
Ricordate che possiamo peccare facendo il male, ma anche NON facendo il bene.
Dio aveva dato agli uomini di Sukkoth e di Penuel la possibilità di essere usati per portare avanti l’opera di Dio, provvedendo ai bisogni pratici degli uomini di Gedeone che stavano liberando Israele. Ma loro hanno rifiutato. Avevano del cibo che potevano dare per l’opera di Dio, ma hanno scelto di tenerlo per sé.
Dio ha dato a ciascuno di noi tempo, capacità, soldi, in misura diversa, affinché usiamo quello che Dio ci ha dato, non per noi stessi, ma per il Suo Regno. E Dio ci dà occasioni per mettere al Suo servizio quello che Lui ci ha dato. Perciò, se in questi momenti teniamo per noi quello che abbiamo, e non siamo pronti a spenderci per il Regno di Dio, anche a grande costo, stiamo peccando contro Dio.
Quando Dio ti mette davanti un bisogno per il Regno di Dio, a cui tu puoi provvedere con i mezzi che Dio ti ha dato, se tu non provvedi per quel bisogno tu stai peccando contro Dio. Per esempio, se un tuo fratello ha bisogno di incoraggiamento, ma tu non lo incoraggi, perché non hai voglia, o perché non hai tempo perché ti sei organizzato male e hai sprecato tempo, tu stai peccando contro Dio. Oppure, un altro esempio. Se Dio manda una nuova famiglia in chiesa, e tu sai che dovresti invitarli e passare tempo con loro, perché hanno bisogno. Se tu non lo fai, perché hai le tue cose da fare, anche se non sono così importanti, tu stai peccando contro Dio.
Questo non vuol dire che dobbiamo provvedere per i bisogni di chiunque ci chiede aiuto, sempre e indistintamente. Piuttosto, riguarda proprio il cuore che dobbiamo avere quando Dio ci mette davanti un bisogno per il Suo Regno. Oh che possiamo prendere esempio dagli uomini di queste due città, per non seguire il loro esempio. Viviamo mettendo le nostre vite al servizio di Dio, e saremo veramente benedetti.
Gedeone uccide i re di Madian
Quindi, Gedeone ha preso i re di Madian. Questi re erano grandi e potenti, ma dov’era adesso il loro potere? Tutto quello che sembra grande, o potente, oggi, finirà. Leggo dal v18.
“18 Poi disse a Zebah e a Tsalmunna: "Come erano gli uomini che avete ucciso al Tabor?". Essi risposero: "Erano come te; ognuno di loro aveva l’aspetto di un figlio di re". 19 Egli riprese: "Erano miei fratelli, figli di mia madre; come è vero che l’Eterno vive, se aveste risparmiato la loro vita, io non vi ucciderei!". 20 Poi disse a Jether, suo primogenito: "Levati e uccidili!". Ma il giovane non estrasse la sua spada, perché aveva paura poiché era ancora giovane. 21 Allora Zebah e Tsalmunna dissero: "Levati tu stesso e dacci addosso, poiché qual è l’uomo, tale è la sua forza". Così Gedeone si levò e uccise Zebah e Tsalmunna, e prese le mezzelune che i loro cammelli portavano al collo.” (Giudici 8:18-21 LND)
Dio ha dato Zebah e Tsalmunna nelle mani di Gedeone, e sono stati uccisi. Erano re grandi e potenti, ma anche per loro è arrivata la morte.
Dio aveva permesso ai madianiti di soggiogare Israele per vari anni. Ma poi, al momento giusto, Dio ha liberato il suo popolo. Tutto quel potere che avevano i madianiti, in realtà, era da Dio. E al momento scelto da Dio, hanno perso il loro potere. Quanto è importante che ricordiamo che è Dio che è in controllo di tutto, e non gli uomini. Anche gli uomini più forti e più potenti dipendono totalmente da Dio.
Tutto quello che oggi sembra che non cambierà mai, è nelle mani di Dio. Ed è Dio che gestisce tutto e sceglie cosa darci, e per quanto tempo, comprese le prove. Fidiamoci di Dio, in tutto quello che fa!
Gedeone rifiuta il regno
Dopo questa grande vittoria, in cui Dio si era servito di Gedeone per guidare Israele, il popolo voleva innalzare Gedeone affinché regnasse su di loro. Leggo dal v22.
“22 Allora gli uomini d’Israele dissero a Gedeone: "Regna su di noi tu, tuo figlio e il figlio di tuo figlio, perché ci hai liberati dalla mano di Madian". 23 Ma Gedeone rispose loro: "Io non regnerò su di voi, e neppure mio figlio regnerà su di voi, l’Eterno regnerà su di voi!".” (Giudici 8:22-23 LND)
Qui vediamo il cuore di Gedeone. Poteva facilmente essere innalzato per regnare su Israele, ma ha rifiutato fortemente quel ruolo. Voleva che l’Eterno fosse l’unico re su Israele. Gedeone aveva timore di Dio e non voleva gloria per se stesso. Dalle azioni di Gedeone capiamo dove era rivolto il suo cuore.
Cosa si vede del tuo cuore dalle tue azioni? Le nostre azioni, e decisioni, rivelano dov’è rivolto il nostro cuore. Vogliamo gloria per noi stessi? Vogliamo una vita con meno problemi? Oppure, vogliamo che Dio sia glorificato?
Esaminiamo la nostra vita, le nostre azioni, le nostre scelte, perché rivelano dov’è rivolto il nostro cuore.
Gedeone cade gravemente
Gedeone era un uomo timorato di Dio ma, tristemente, è caduto nel peccato, e ha trascinato il popolo a peccare.
“24 Poi Gedeone disse loro: "Voglio però chiedervi una cosa: ciascuno di voi mi dia gli orecchini del suo bottino". Essi avevano degli orecchini d’oro perché erano Ismaeliti. 25 Essi risposero: "Noi te li daremo volentieri". Così stesero un mantello e ciascuno vi gettò gli orecchini del suo bottino. 26 Il peso degli orecchini d’oro che egli aveva chiesto fu di millesettecento sicli d’oro oltre le mezzelune, i pendenti e le vesti di porpora che i re di Madian indossavano, e oltre i collari che i loro cammelli avevano al collo. 27 Poi Gedeone ne fece un efod, che pose in Ofrah, sua città; tutto Israele vi andò a prostituirsi con esso, e diventò un laccio per Gedeone e per la sua casa.” (Giudici 8:24-27 LND)
Gedeone ha preso il bottino che avevano ottenuto, e lo ha usato per fare un efod. L’efod faceva parte delle vesti dei sacerdoti. Dio aveva stabilito che i sacerdoti usassero l’efod per capire la volontà di Dio. Ma Gedeone non era un sacerdote. Perciò, non doveva avere un efod. È vero che Dio aveva parlato con lui per quanto riguarda il suo ruolo di liberare Israele. Ma ora Gedeone voleva prendere per sé una benedizione che Dio non gli aveva dato.
Gedeone ha peccato facendo quell’efod, e quell’efod è diventato un laccio per lui e per la sua casa. Li ha fatti cadere nell’idolatria. Non solo, infatti, a causa del suo peccato Gedeone ha fatto inciampare molti, e ha portato il popolo di Dio all’idolatria. Era un peccato gravissimo davanti a Dio.
Che forte lezione per noi! Ciascuno di noi è un esempio per gli altri intorno a noi, e a causa dei nostri peccati possiamo far inciampare molti. È un gravissimo peccato davanti a Dio, soprattutto quando si tratta di far inciampare giovani credenti.
Per noi che siamo mariti e padri, dobbiamo sempre tenere in mente che il nostro peccato non danneggia solo noi stessi, ma influisce tutta la nostra famiglia, moglie e figli. Ciascuno che è un capofamiglia ha una grande responsabilità.
Ma questo non riguarda solo i capifamiglia. Questo riguarda anche ciascuno in chiesa. Che influenza sei per gli altri? Sei una buona influenza, che spinge gli altri verso Cristo? Oppure sei una brutta influenza, e con i tuoi peccati fai inciampare altri? Vedendo te, gli altri sono stimolati a camminare nelle vie di Dio, o sono tentati a seguirti nei tuoi peccati?
Che Dio ci aiuti a camminare in santità, guardando a Cristo, per essere un buon esempio e il profumo di Cristo per gli altri intorno a noi.
Dio ha liberato Israele
Dio aveva promesso che avrebbe liberato Israele dai madianiti per mano di Gedeone. E così ha fatto. Dio mantiene le sue promesse. Seguite mentre leggo dal v28.
“28 Così Madian fu umiliato davanti ai figli d’Israele e non alzò più il capo; e il paese ebbe riposo per quarant’anni, durante la vita di Gedeone. 29 Poi Jerubbaal, figlio di Joash, tornò a dimorare a casa sua. 30 Or Gedeone ebbe settanta figli che uscirono dai suoi lombi, perché ebbe molte mogli. 31 La sua concubina, che stava a Sichem, gli partorì anch’ella un figlio, a cui pose nome Abimelek. 32 Poi Gedeone, figlio di Joash, morì in buona vecchiaia e fu sepolto nella tomba di Joash suo padre, in Ofrah degli Abiezeriti.” (Giudici 8:28-32 LND)
Dio è stato fedele alla sua promessa. Aveva mandato i madianiti per essere un giogo pesante al collo di Israele. Era la sua disciplina a causa dei loro peccati. Ma poi, al momento giusto, ha tolto la sua disciplina, e li ha liberati dai madianiti. Dio è fedele. Dio era fedele con Israele, e Dio è fedele con noi oggi!
Dio si è servito di Gedeone per portare avanti il suo piano, ma Gedeone non era un uomo perfetto, anzi. Gedeone era un uomo come noi, con i suoi peccati e le sue mancanze. Ha avuto tantissime mogli, ma ha anche avuto una concubina, che non era sua moglie. E dalla sua concubina ha avuto un figlio, Abimelek, che poi è diventato un disastro e ha commesso cose atroci in Israele.
In tutto questo vediamo la grazia di Dio. Dio si è servito di Gedeone, ma non perché Gedeone fosse perfetto, perché non lo era. Dio prende uomini deboli e bisognosi, e si serve di loro per portare avanti il suo piano. E tutta la gloria va a Lui. Dio fa lo stesso con noi. Si serve di noi per portare avanti il suo piano, ma non perché siamo perfetti.
Se ci pensate, questo ci mostra la grazia di Dio. Se Dio dovesse tenere conto di tutti i nostri peccati, non solo non dovrebbe servirsi di noi, ma dovrebbe solo distruggerci. Eppure Dio si glorifica prendendo uomini deboli e mancanti, con ancora i loro peccati, e si serve di questi per portare avanti il suo piano perfetto.
Questo non giustifica il nostro peccato. Piuttosto, dovrebbe spingerci a voler crescere sempre di più in santità e timore di Dio, per essere sempre più strumenti utili e accettevoli per il nostro Signore.
Il popolo ritorna all’idolatria
Il periodo dei giudici era un periodo molto triste della storia di Israele. Israele si ribellava, Dio li disciplinava, poi tornavano a Dio e Dio li liberava tramite un giudice. Ma, tristemente, alla morte del giudice, tornavano all’idolatria. Ed è successa la stessa cosa anche dopo la morte di Gedeone. Leggiamo dal v33.
“33 Dopo la morte di Gedeone i figli d’Israele ricominciarono a prostituirsi ai Baal, e presero Baal-Berith come loro dio. 34 I figli d’Israele non si ricordarono dell’Eterno, il loro DIO, che li aveva liberati dalle mani di tutti i loro nemici tutt’intorno, 35 e non dimostrarono alcuna gratitudine alla casa di Jerubbaal (cioè di Gedeone) per tutto il bene che egli aveva fatto a Israele.” (Giudici 8:33-35 LND)
Israele è caduto di nuovo, profondamente, nel peccato di idolatria. Che triste! Hanno dimenticato velocemente quello che Dio aveva fatto per loro, e come, con grande misericordia, Dio li aveva liberati dai loro nemici. E non erano grati neanche alla famiglia di Gedeone per tutto il bene che Gedeone aveva fatto al popolo.
È triste vedere il peccato di Israele, ma non dobbiamo correre a vederli male. Quante volte ci comportiamo anche noi allo stesso modo!
Ogni volta che NOI pecchiamo, ci stiamo dimenticando della liberazione che Dio ha dato a noi, dal nostro peccato, per mezzo di Cristo. E ogni volta che scegliamo di peccare, stiamo disprezzando quella liberazione. E stiamo disprezzando Cristo stesso, che è andato alla croce per noi. E ogni volta che pecchiamo abbiamo un cuore ingrato per il perdono che Dio ci ha donato in Cristo.
Israele era colpevole perché è ritornato a peccare contro Dio. Ma quanto più grande è la NOSTRA colpa quando NOI torniamo a peccare dopo essere stati salvati al prezzo del sangue di Cristo. Oh prego che osservando Israele saremo colpiti e spinti a camminare noi stessi in santità, vicini a Dio, ricordando quello che Dio ha fatto per noi in Cristo, e ringraziandolo per questo.
Conclusione
Qua finisce la storia di Gedeone, che è la storia di come Dio si è servito di un uomo semplice, debole, ma che aveva fede in Dio. E tramite Lui, Dio ha portato avanti il suo piano per liberare Israele dai madianiti.
Gedeone aveva davanti a sé una montagna, un’impresa che non avrebbe mai potuto affrontare da solo. Ma Dio era con Lui, e lui aveva fede in Dio. E Dio l’ha portato dall’altro lato della montagna.
Riflettiamo sulla vita di Gedeone. Riflettiamo su quello che abbiamo visto anche oggi. E camminiamo come Gedeone, giorno per giorno, fidandoci del nostro Dio, perché Lui è fedele.