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Giudici 3: La bontà di Dio nella disciplina

sermone per domenica 4 novembre, 2007 di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org -- Parole chiave: peccato, disciplina, ravvedimento,salvezza cmd

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Quand'è che fare del male a qualcuno risulta essere un grande bene ed un atto di amore?

Fare del male risulta essere un grande bene quando è fatto con amore per produrre un bene. Quando un chirurgo opera una persona di un tumore, quella persona per un po' di tempo soffre grandemente a causa della ferita riportata dal chirurgo. Quella sofferenza potrebbe sembrare un male. Ma se consideriamo che, grazie a quell'operazione, il tumore è stato tolto definitivamente, quella sofferenza assume tutto un altro significato: in realtà infatti non è altro che un grande bene.

Anche la disciplina produce sofferenza, che in sé potrebbe sembrare un male, ma in realtà non è altro che un grande bene in quanto aiuta quella persona che è stata disciplinata a lasciare una via che l'avrebbe portata veramente a soffrire grandemente. Un male che ti protegge dal subire dei mali peggiori, e che porta ad un bene, è un atto di amore.

Immaginate un piccolo bimbo che abita in una casa con un vecchio forno a gas, e lui si ostina a voler girare la manopola che accende il gas. Facendo così, quel bimbo potrebbe saturare l'appartamento con il gas che potrebbe così esplodere, uccidendo lui e tutta la famiglia. Se i genitori lo disciplinano, per non fargli più toccare la manopola, quella disciplina, in forma di sculacciate, gli farà del male, temporaneamente, al sedere. Però, quel male produrrà un bene assai più grande! In realtà, quel male è un bene, anzi, è un atto di grande amore. La disciplina è un male che porta ad un bene maggiore, che protegge da una grande rovina.

La disciplina è necessaria quando la persona non ascolta gli avvertimenti, e quindi, quando risulta essere l'unico modo per farle cambiare direzione.

Perciò, la disciplina può essere un atto di grande amore.

La cura di Dio anche nella disciplina

Nel libro dei Giudici, troviamo ripetutamente la disciplina di Dio, come atto di amore, che aveva lo scopo di riportare i figli d'Israele di nuovo a Dio, e quindi, di poter ricevere di nuovo le benedizioni da Dio. Se Dio non avesse amato così tanto i figli d'Israele, Egli li avrebbe potuto giustamente distruggere, oppure, li avrebbe potuto lasciare nei loro peccati. Invece, con grande amore, in contrapposizione alla loro grande ostinazione, Dio mandò loro una dura disciplina per farli tornare a Lui.

Notiamo anche che la disciplina di Dio non fu dura quanto avrebbe potuto essere. Non fu una punizione, anche se il popolo meritava di essere punito. Piuttosto, fu solo dura abbastanza da portare i figli d'Israele al ravvedimento, affinché abbandonassero i loro peccati.

Teniamo questo in mente mentre consideriamo il capitolo 3 di Giudici.

Ricordiamoci che in Giudici 2, l'autore ci ha spiegato il ciclo che si ripeté volta dopo volta durante il periodo dei giudici. In questo ciclo, i figli d'Israele abbandonavano Dio, adorando degli idoli. Dio mandava loro la sua dura disciplina, dando a qualche nemico vittoria su Israele in modo da portarli a soffrire. I figli d'Israele si ravvedevano, rivolgendosi di nuovo a Dio. Dio aveva misericordia, e suscitava un giudice, che li libera dal nemico. Poi, finché viveva il giudice, Israele seguiva Dio. Dopo la morte del giudice, il ciclo iniziava di nuovo, e il popolo abbandonava Dio di nuovo e adorava gli idoli.

Principi da notare

Ricordate che Giudici dal capitolo 3 al 16 racconta tanti esempi di questo ciclo, in cui vi erano tanti giudici diversi. Leggendo Giudici, noterete che i dettagli dei cicli variano di volta in volta. Dio opera diversamente con ogni giudice, la disciplina varia, e anche la sua durata varia.

Ci sono dei principi importanti da notare da questa varietà. Uno è che Dio non fa le cose sempre nello stesso modo. Dio ha operato in modo particolare con ogni giudice. Non dobbiamo mai credere che Dio debba fare le cose come ha già fatto altre volte, o con altre persone. Dio è libero di agire come vuole.

Inoltre, il fatto che questo ciclo si ripete così tante volte ci insegna due lezioni importanti. Una è quanto è una tendenza umana dell'uomo di tornare nel peccato. Si potrebbe pensare che dopo essere caduti tante volte, dovremmo aver imparato. Invece, siamo così stolti, di natura, che spesso torniamo agli stessi peccati che ci hanno provocato la disciplina di Dio nel passato. È perciò palese che, a causa della nostra ribellione e ostinatezza nel continuare a peccare, nonostante i continui avvertimenti di Dio, per conto nostro non potremmo assolutamente mai meritare la salvezza, ma è una grazia del Signore.

Poi, il fatto che questo ciclo si ripete così tante volte, ci insegna molto del cuore di Dio! Dio ha stabilito di portare a compimento il suo piano di salvezza. Nemmeno i nostri ripetuti peccati possono ostacolare il piano di Dio, che comprende il santificarsi un popolo!

La situazione: circondati da pagani

Tenendo tutto questo in mente, consideriamo le lezioni che Dio ha per noi nel capitolo 3. Ricordiamo che il Signore aveva dichiarato che non avrebbe più scacciato le nazioni pagane dalla terra promessa, perché i figli d'Israele non avevano mantenuto il patto che Dio aveva fatto con loro sul Monte Sinai. Leggiamo da 3:1-4.

3:1 Queste sono le nazioni che l’Eterno lasciò allo scopo di mettere per mezzo loro alla prova Israele, cioè tutti quelli che non avevano conosciuto le guerre di Canaan: 2 (questo aveva come unico scopo di far conoscere e insegnare la guerra ai figli d’Israele, almeno a quelli che non l’avevano conosciuta prima) 3 i cinque principi dei Filistei, tutti i Cananei, i Sidoni e gli Hivvei che abitavano sul monte Libano, dal monte Baal-Hermon fino all’ingresso di Hamath. 4 Queste nazioni furono lasciate per mettere alla prova Israele, per vedere se essi avrebbero ubbidito ai comandamenti che l’Eterno aveva prescritto ai loro padri per mezzo di Mosè.

Notate che questa era una disciplina da parte di Dio, eppure, aveva anche uno scopo molto buono. Serviva per poter insegnare la guerra ai figli d'Israele. Tramite la guerra, essi potevano imparare molto della potenza di Dio, e della sua cura. Inoltre, notiamo che questi popoli erano una prova, per vedere se i figli di Israele avrebbero ubbidito a Dio. L'unico modo con cui possiamo veramente conoscere il nostro cuore consiste nel vedere il modo in cui reagiamo in certe situazioni.

Quindi, nonostante che questa fosse una disciplina, aveva anche come scopo il bene dei figli d'Israele. Anche qua, vediamo il cuore benevolo di Dio.

Primo passo: il Peccato

Vediamo l'inizio di un ciclo nei vv. 5-7, in cui troviamo il peccato dei figli d'Israele.

5 Così i figli d’Israele abitarono in mezzo ai Cananei, agli Hittei, agli Amorei, ai Perezei, agli Hivvei e ai Gebusei; 6 presero in moglie le loro figlie e diedero le proprie figlie in moglie ai loro figli, e servirono ai loro dèi. 7 Così i figli d’Israele fecero ciò che è male agli occhi dell’Eterno; dimenticarono l’Eterno, il loro DIO, e servirono i Baal e le Asceroth.

Questo è un esempio di un importante principio: si arriva ai peccati più gravi gradualmente, iniziando con peccati piccoli. C'è quasi sempre una progressione, come vediamo qua. Prima di tutto, abitarono in mezzo ad un popolo pagano. Questo era già un peccato. Dio ci comanda di non avere una brutta compagnia. Questo li portò a prendere in mogli le figlie dei pagani e dare le loro figlie in moglie, cosa anche questa vietata da Dio.

Poi, esattamente come Dio li aveva avvertiti, arrivarono a servire i loro dèi, Baal e le Asceroth. I figli d'Israele, che erano stati liberati dalla schiavitù dell'Egitto con potenza, che avevano ricevuto il patto con Dio stesso sul Monte Sinai, che avevano le promesse, che avevano conosciuto la cura miracolosa di Dio, abbandonarono Dio per servire i falsi dèi!! Fecero ciò che è male agli occhi dell'Eterno, dimenticarono l'Eterno, e servirono Baal e le Asceroth!

Applicazione per noi

Prima di andare avanti nel brano, fermiamoci a riconoscere che questo andazzo dei figli d'Israele sarà l'andazzo di chiunque segue le loro orme.

La Bibbia insegna volta dopo volta che un credente non deve avere brutta compagnia. Volta dopo volta, vediamo esempi in cui individui, o popoli, disubbidirono a questo comandamento. E in ogni caso, questa disubbidienza portò quella persona o quel popolo ad allontanarsi da Dio.

Succede la stessa cosa anche oggi. Nonostante questo, spesso, si sente un credente difendersi se qualcuno gli dice qualcosa della sua compagnia, dicendo che non sta facendo alcun male, e che la sua compagnia non è una brutta influenza, anzi, è lui che spera di influenzare il non credente.

Però, come vediamo qua nei Giudici, e in tanti altri brani, quando disubbidiamo ai comandamenti di Dio, perdiamo le benedizioni di Dio, anzi, stiamo già nel peccato, per il semplice fatto che ci stiamo fidando delle nostre capacità, anziché di Dio. E perciò, una caduta peggiore, che porta molto male, è quasi inevitabile. Oh che possiamo imparare quanto è pericoloso avere la compagnia sbagliata! Ricordate che per compagnia, si tratta prima di tutto delle persone con cui scegliamo di passare tempo, con cui abbiamo piacere di stare. Però, compagnia riguarda anche quelle persone con le quali passiamo del tempo in modo virtuale, ovvero, se guardiamo un film o un programma, o se leggiamo un libro o ascoltiamo musica: quelle persone diventano la nostra compagnia. A volte, guardando un film, potete passare del tempo con persone che sono molto più coinvolte in peccati di quanto lo avreste potuto vedere nella vita normale. Perciò, state in guardia della vostra compagnia!

I figli di Israele non stettero attenti alla loro compagnia, e perciò, ben presto, si trovarono molto, molto lontani da Dio, adorando Baal e le Asceroth.

La Disciplina

Visto che i figli d'Israele avevano abbandonato il Signore, arrivarono a servire gli idoli, anziché il Signore. Perciò, arriviamo al secondo passo del ciclo: la disciplina di Dio. Leggo il v.8.

8 Perciò l’ira dell’Eterno si accese contro Israele, ed egli li diede nelle mani di Kushan-Rishathaim per otto anni.

Queste poche parole descrivono quello che fu una durissima disciplina. Dio diede i figli d'Israele nelle mani di un nemico per otto anni.

Il fatto che Dio diede il suo popolo nelle mani di un altro popolo, come atto di disciplina, vuol dire che non solo permise una vittoria militare al loro nemico, ma permise al nemico di diventare padrone dei figli d'Israele. Perciò, quel popolo ebbe potere sui figli d'Israele, giorno per giorno, e rese la vita quotidiana molto dura e dolorosa. In Israele, c'era un'atmosfera di paura e pesantezza tutti i giorni.

I più vecchi in Italia si ricordano ancora quando i Tedeschi occupavano e controllavano l'Italia durante la Seconda Guerra mondiale. La vita per gli Italiani era durissima, la paura regnava. I dominatori prendevano il meglio per sé, lasciando poco agli Italiani. Tanti conoscevano la fame. Non c'erano diritti per gli Italiani. Era una vita veramente dura e difficile.

E fu così quando Dio, per disciplinare i figli d'Israele, li diede nelle mani di un nemico, in questo caso, Kushan-Rishathaim. Questa dura disciplina durò otto lunghi anni. Solo un mese di una vita così sarebbe già tantissimo, ma nel loro caso, durò otto lunghi anni.

Ravvedimento

Il motivo per cui durò otto anni, e non meno, era perché ci vollero otto anni prima che i figli d'Israele si ravvedessero. Comprendiamo questo da quello che dichiara il v.9. Leggiamolo.

Poi i figli d’Israele gridarono all’Eterno, e l’Eterno suscitò loro un liberatore Othniel, figlio di Kenaz, fratello minore di Caleb; ed egli li liberò.” (Giudici 3:9 LND)

Notate la prima parola del versetto: Poi i figli d’Israele gridarono all’Eterno”. Per otto anni, non si erano ravveduti. Nonostante la sofferenza, nonostante la vita durissima, rifiutavano di ravvedersi e di rivolgersi a Dio. Solo dopo otto anni, finalmente si umiliarono e si rivolsero a Dio. Gridarono a Dio.

Da quello che vediamo in tanti altri brani, è molto probabile che finché non si ravvidero, continuarono a chiedere aiuto a Baal e alle Asceroth. In altre parole, nonostante la dura disciplina, per tanto tempo, continuarono ostinati nel loro peccato.

Anche noi a volte siamo stolti come loro. Pecchiamo, che è già un atto di grande stoltezza. Poi, nonostante gli avvertimenti da parte di Dio per farci abbandonare il nostro peccato, continuiamo nel peccato. Infine Dio ci manda la sua disciplina. Però, anziché correre subito a Dio, ravvedendoci, continuiamo nel peccato, cercando di liberarci con mezzi nostri.

Grazie a Dio che Lui non ci lascia nella nostra stoltezza, ma continua la sua disciplina, finché non ci porta, prima o poi, a ravvederci e a rivolgerci a Lui.

Non seguite l'esempio di Israele, imparate a ravvedervi subito!

Salvezza

Essendo stati così ostinati, non meritavano il perdono. Però, il cuore di Dio è grande, come dichiara nel Salmo 86.5

Poiché tu, o Signore, sei buono e pronto a perdonare, e usi grande benignità verso tutti quelli che t’invocano.” (Sal 86:5 LND)

Dio è buono, e pronto a perdonare. Quindi, quando i figli d'Israele finalmente si rivolsero a Dio, Dio fu pronto a usare grande benignità per salvarli. Il versetto 9 spiega come.

Poi i figli d’Israele gridarono all’Eterno, e l’Eterno suscitò loro un liberatore Othniel, figlio di Kenaz, fratello minore di Caleb; ed egli li liberò.” (Giudici 3:9 LND)

Dio aveva mandato la disciplina, rendendo forte il loro nemico. Ora, Dio suscita loro un liberatore, un certo Othniel.

Notiamo che la vittoria appartiene al Signore, e non dipende dagli uomini. Quando Dio volle disciplinare Israele, diede vittoria ai nemici di Israele. Appena Dio volle salvare Israele, suscitò un liberatore. Dio può trasformare una vittoria in una sconfitta, e una sconfitta in una vittoria. Dio non è limitato dalle circostanze o da alcun fattore esterno.

E così, tramite questo uomo, Othniel, Dio liberò Israele. Leggo i vv.9-11.

Poi i figli d’Israele gridarono all’Eterno, e l’Eterno suscitò loro un liberatore Othniel, figlio di Kenaz, fratello minore di Caleb; ed egli li liberò. 10 Lo Spirito dell’Eterno fu sopra di lui, ed egli fu giudice d’Israele, uscì a combattere e l’Eterno gli diede nelle mani Kushan-Rishathaim re di Mesopotamia, e la sua mano fu potente contro Kushan-Rishathaim. 11 Il paese ebbe riposo per quarant’anni; poi Othniel, figlio di Kenaz, morì. (Giudici 3:9-11)

Come Dio aveva dato Israele nelle mani di questo nemico, ora, Dio dà questo nemico nelle mani di Israele.


La vittoria non dipende dalla forza dell'uomo, ma dalla volontà di Dio.

Oh che possiamo capire che ogni benedizione viene dall'Eterno! Dio dà la benedizione, e Dio toglie la benedizione, sempre in base al suo piano eterno, cioè quello di glorificarSi e di conformarci all'immagine di Cristo. La più grande benedizione è di avere comunione con il Signore stesso, in Cristo Gesù.

Cosi, quando i figli d'Israele di ravvidero, Dio diede loro vittoria tramite Othniel, e per tutto il resto della sua vita, quarant'anni, il paese ebbe riposo. In altre parole, per quarant'anni, Dio non permise ad alcun nemico di avere vittoria su Israele.

Oh che possiamo vedere e imparare da questo esempio! Per godere le benedizioni di Dio, dobbiamo restare vicini a Dio!

Il ciclo si ripete: peccato

Tornando al brano, i figli d'Israele avevano visto ancora una volta che Dio è la fonte di ogni benedizione, e che la disubbidienza porta alla dura disciplina di Dio. Si potrebbe pensare che avessero imparato!!

Invece, dimenticarono facilmente le lezioni che l'Eterno aveva insegnato loro. Dopo quarant'anni di pace, ormai il ricordo della dura disciplina del Signore era solo un vago ricordo.

Leggo la prima parte del v.12,

12 Ma i figli d’Israele ripresero a fare ciò che è male agli occhi dell’Eterno;

Quando consideriamo tutto quello che Dio aveva fatto per i figli d'Israele, potrebbe sembrare difficile credere che tornarono a fare ciò che è male agli occhi dell'Eterno. Che terribile stoltezza da parte loro! Come mai non avevano imparato??

Qui, il motivo è che quasi sicuramente sbagliarono in un modo con cui anche noi sbagliamo, e per questo torniamo a ripetere gli stessi peccati. È quasi certo che i genitori non abbiano parlato abbastanza con i loro figli per aiutarli a tenere vivo il ricordo della disciplina di Dio. Perciò, dopo la morte di Othniel, non avendo più una guida che li aiutava a guardare al Signore, essi tornarono ad allontanarsi da Dio.

Che stoltezza!

Però, non è che anche noi siamo spesso così?? Quante volte abbiamo noi ripreso a fare ciò che è male agli occhi dell'Eterno, perché non abbiamo tenuto vivo il ricordo di quello che Dio ci aveva insegnato nel passato??

Tornare a fare ciò che è male agli occhi dell'Eterno, porta sempre delle brutte conseguenze. Impariamo le lezioni importanti di questi brani! Quanto è importante ricordare le lezioni che Dio ci insegna! Questo i figli di Israele non avevano fatto! Ma non basta sapere intellettualmente, dobbiamo tenere vivo nel cuore il ricordo delle lezioni che l'Eterno ci insegna.

Disciplina

Visto che i figli d'Israele non ricordarono le lezioni, e tornarono a peccare, Dio mandò la sua disciplina di nuovo. Leggiamo tutto il v.12, per vedere come Dio li punì.

Ma i figli d’Israele ripresero a fare ciò che é male agli occhi dell’Eterno; allora l’Eterno rese forte Eglon, re di Moab, contro Israele, perché essi avevano fatto ciò che è male agli occhi dell’Eterno. 13 Eglon radunò attorno a sé i figli di Ammon e di Amalek, e andò e sconfisse Israele, e si impadronì della città delle palme. 14 Così i figli d’Israele furono servi di Eglon re di Moab per diciotto anni.” (Giudici 3.12-14)

Qui, la disciplina è simile a quella del primo ciclo. I figli d'Israele ripresero a fare ciò che è male agli occhi dell'Eterno, e allora l'Eterno mandò la sua disciplina, nella forma di rendere forte uno dei loro nemici, in modo che quel nemico prendesse padronanza su di loro. I figli di Israele dovettero servire un duro padrone, Elgon, re di Moab, per ben diciotto anni.

Notate che nel primo ciclo, i figli d'Israele restarono ostinati per otto anni, prima di ravvedersi. Questa volta, la disciplina di Dio durò ben diciotto anni. Per noi, è solo un numero sulla pagina, ma se ci mettiamo nei loro panni, sono tanti anni di essere dominato da un nemico che ti tratta duramente. Quanto furono ostinati, che ci volle così tanto tempo prima che si ravvidero!

In realtà, tornare negli stessi peccati porta il nostro cuore e la nostra coscienza a diventare sempre più duri, e spesso abbiamo bisogno di subire della disciplina sempre più dura prima di arrivare al punto di ravvederci. Invece, quando stiamo camminando in ubbidienza, la coscienza è tenera, ed è molto più facile, quando cadiamo nel peccato, tornare al Signore. Quindi, quanto è importante non allontanarci dal Signore.

Invece, i figli d'Israele avevano un cuore duro, e quindi, rimasero lontani da Dio, sotto disciplina, per diciotto anni.

Il Ravvedimento

Però, l'Eterno Dio porta sempre a compimento quello che inizia a fare. E così, dopo diciotto anni, i figli d'Israele si ravvidero, e si rivolsero di nuovo a Dio. Leggo la prima parte del v.15.

15 Ma i figli d’Israele gridarono all’Eterno,

I figli d'Israele smisero di adorare e di rivolgersi ai loro falsi idoli, e invece guardarono di nuovo a Dio.

Oh che possiamo guardare solo a Dio tutti i giorni!

La Salvezza

Quando un credente ribelle si ravvede e si rivolge di nuovo a Dio, Dio gli usa misericordia.

Nel libro dei Giudici, a volte la Bibbia ci dice solamente che Dio liberò i figli d'Israele per mezzo di questo o di quel giudice, senza spiegare i dettagli di come lo fece. In altri casi, racconta più dettagliatamente il modo specifico con cui Dio liberò il suo popolo tramite il giudice.

È importante capire che la cosa più importante in ogni caso non sono i dettagli di come Dio ha scelto di liberare il suo popolo in questo o quell'occasione, che varia di volta in volta, ma piuttosto è necessario tenere sempre in mente che Dio fa quello che vuole, e non è limitato o obbligato a dover usare gli stessi modi che aveva usato altre volte. Non dobbiamo mai presumere che Dio opererà esattamente come ha operato in altri casi.

Quindi, dal v.15 al v.30, abbiamo il racconto di come Dio liberò Israele in quell'occasione. I dettagli non importano. Quello che importa è di riconoscere che fu l'Eterno a liberarli, usando lo strumento che scelse Lui. Quindi, leggo questo brano, ma solo per riconoscere la mano di Dio.

15 Ma i figli d’Israele gridarono all’Eterno, e l’Eterno suscitò loro un liberatore, Ehud, figlio di Ghera, Beniaminita, che era mancino. I figli d’Israele mandarono per mezzo di lui il tributo a Eglon, re di Moab. 16 Ehud si fece una spada a due tagli, lunga un cubito; e se la cinse sotto la veste, al fianco destro. 17 Poi portò il tributo a Eglon, re di Moab, che era uomo molto grasso. 18 Quando ebbe finito la presentazione del tributo, rimandò la gente che aveva portato il tributo. 19 Ma egli dal luogo degli idoli presso Ghilgal tornò indietro, e disse: "O re, ho qualcosa da dirti in segreto". Il re disse: "Fate silenzio!". E tutti quelli che lo scortavano uscirono. 20 Allora Ehud si avvicinò al re (che era seduto da solo al fresco, nella sala di sopra). Ehud disse: "Ho una parola da dirti da parte di DIO". Così il re si alzò dal suo seggio; 21 allora Ehud stese la mano sinistra, estrasse la spada dal suo fianco destro e gliela conficcò nel ventre. 22 Anche l’elsa entrò dopo la lama; e il grasso si richiuse dietro la lama, perché egli non ritrasse la spada dal ventre del re; e i suoi intestini uscirono. 23 Poi Ehud uscì nel portico, chiuse dietro di sé le porte della sala di sopra e le serrò a chiave. 24 Quando fu uscito, vennero i servi a guardare ed ecco che le porte della sala di sopra erano chiuse a chiave; così dissero: "Certo egli fa i suoi bisogni nello stanzino della sala fresca". 25 E aspettarono tanto da essere confusi; ma poiché non apriva le porte della sala essi presero la chiave ed aprirono; ed ecco che il loro signore giaceva a terra, morto. 26 Mentre essi indugiavano, Ehud ebbe tempo di fuggire, passò oltre il posto degli idoli e si mise in salvo nella Seirah. 27 Appena arrivato, suonò la tromba nella regione montuosa di Efraim. e i figli d’Israele scesero con lui dalla regione montuosa. ed egli si mise alla loro testa. 28 E disse loro: "Seguitemi, perché l’Eterno vi ha dato nelle mani i Moabiti, vostri nemici". Quelli scesero dietro a lui si impadronirono dei guadi del Giordano che portavano a Moab e non lasciarono passare alcuno. 29 In quel tempo sconfissero circa diecimila Moabiti, tutti robusti e valorosi non ne scampò neppure uno. 30 Così in quel giorno, Moab fu umiliato sotto la mano d’Israele, e il paese ebbe riposo per ottant’anni.

Quello che dobbiamo notare qui è che, come nel ciclo precedente, è stato Dio a suscitare un liberatore per Israele. In un giorno, Dio trasformò diciotto anni di servitù di Israele in una grande vittoria, in cui uccise circa diecimila Moabiti, e i Moabiti passarono dall'essere padroni ad essere umiliati sotto la mano d'Israele.

La cosa importante da riconoscere qui è la potente mano di Dio. Dio non è limitato minimamente dai fattori esterni a Sé. Israele non era stato tenuto in schiavitù da Moab perché Moab era forte, ma perché l'Eterno aveva dato vittoria a Moab. Ora, quando Israele sconfisse Moab, in un giorno solo, non fu perché essi si impegnarono per anni per diventare più forti militarmente, ma perché Dio diede questa vittoria a loro.

La vittoria dipende sempre da Dio. Sperare nelle nostre forze, nelle nostre capacità, è stoltezza. Sperare nell'Eterno è saggezza! Chi spera nell'Eterno non sarà deluso! Sperare nell'Eterno vuol dire restare vicini all'Eterno! Vuol dire camminare per fede!

Piccolo racconto di un altro ciclo

Tornando a Giudici, questo capitolo si conclude con un brevissimo racconto dell'inizio di un altro ciclo.

31 Dopo Ehud, venne Shamgar figlio di Anath. Egli sconfisse seicento Filistei con un pungolo da buoi; anch’egli liberò Israele. 4:1 Morto Ehud, i figli d’Israele ritornarono a fare ciò che è male agli occhi dell’Eterno.” (Giudici 2:23-4:1 LND)

Come mai non hanno imparato?

Conclusione

È facile chiedersi come mai non hanno imparato. Però, in realtà, negli esempi che troviamo nel libro dei Giudici, possiamo riconoscere un ciclo che troppo spesso abbiamo vissuto anche noi nella nostra vita.

È terribile stoltezza ripetere questo ciclo! Non porta alcun bene, e ci fa perdere tante benedizioni!

Quindi, impariamo a non seguire il brutto esempio dei figli d'Israele!

Evitiamo la brutta compagnia, perché la brutta compagnia ci porterà lontani da Dio!

Ricordiamoci sempre che Dio può innalzare, e Dio può abbassare.

E non dimentichiamo le cose che Dio ci ha insegnato nel passato! Quando Dio manda la sua disciplina, continuiamo a raccontare ai nostri figli, e alla prossima generazione di credenti, di come abbiamo peccato, e di come Dio ci ha disciplinato. Questo potrà aiutare noi, e nostri figli, a non allontanarci da Dio. Infatti, una delle lezioni più importanti di Giudici è la necessità di raccontare ai nostri figli, alla prossima generazione, le opere passate di Dio, per non cadere ripetutamente negli stessi peccati. Impariamo a tenere vivo nella mente il ricordo delle opere di Dio!

Quando succede che pecchiamo fino al punto che Dio ci disciplina, ravvediamoci subito, per tornare pienamente a Dio.

Ricordiamoci, dal brano di oggi, del grande cuore di Dio. I figli d'Israele non meritavano il perdono, ma Dio è buono e pronto a perdonare chi veramente si ravvede. Ringraziamo Dio per la sua benignità!

Ringraziamo Dio che la nostra salvezza non dipende da noi, perché altrimenti non avremmo speranza. La salvezza dipende da Dio. Dio ha iniziato una buona opera in noi, e Dio la porterà a compimento. Camminiamo nella luce, imparando dagli esempi che Dio ci dà nella sua Parola, come questi nei Giudici.