Quanto volte siete caduti negli stessi peccati in cui eravate caduti altre volte?
Molto spesso, le nostre cadute seguono un filo che abbiamo seguito altre volte. Ripetiamo gli stessi passi di altre volte, con gli stessi brutti risultati. L'andazzo della vita diventa un ciclo che ripetiamo, ricevendone delle brutte conseguenze ogni volta.
Il primo passo per essere liberati da questo brutto ciclo è quello di riconoscerlo come tale. Quando riconosciamo i passi che ci portano ad allontanarci da Dio, possiamo impegnarci proprio in quel campo, e così, con l'aiuto di Dio, riusciremo a spezzare il ciclo di peccato in cui eravamo caduti più volte.
Oggi, vogliamo considerare un brano, nel libro dei Giudici, che descrive un ciclo che si ripeteva, volta dopo volta, nel periodo dei Giudici in Israele. Vediamo un ciclo simile ripetutamente in tutta la storia della Bibbia, e ripetutamente anche oggi, nelle nostre vite.
Beato l'uomo che impara a riconoscere questo ciclo, per spezzarlo! Quindi, consideriamo attentamente questo brano, perché può esserci di grande aiuto per evitare gli sbagli che i figli d'Israele fecero, e per poter anche evitare le brutte conseguenze che essi subirono.
Contesto storico:
Ricordate che il libro dei Giudici tratta il periodo nella storia di Israele che va dalla la morte di Giosuè, fino a poco prima dell'istituzione del primo re, Saul.
Oggi, vogliamo considerare Giudici 2, iniziando con il v.6. Se vi ricordate, nei vv. 1-5 di Giudici 2, abbiamo letto di come l'Angelo dell'Eterno apparve ai figli di Israele per riprenderli per la loro disubbidienza, in quanto avevano fatto alleanza con i pagani intorno a loro, quando invece avrebbero dovuto distruggerli.
Quei versetti, insieme ai versetti che vi leggo ora, sono una parentesi, che spiega la situazione storica in cui avvennero gli avvenimenti di questo libro. Quindi, iniziamo leggendo Giudici 2:6-7.
“6 Or Giosuè congedò il popolo, e i figli d’Israele se ne andarono ciascuno alla sua eredità per prendere possesso del paese. 7 Il popolo servì l’Eterno durante tutta la vita di Giosuè e durante tutta la vita degli anziani che sopravvissero a Giosuè, e che avevano visto tutte le grandi opere che l’Eterno aveva compiuto per Israele.
Finché ci furono uomini fedeli a Dio che guidavano il popolo, i figli d'Israele servirono l'Eterno, ovvero, camminarono per fede, in ubbidienza e santità.
Qui, come anche ripetutamente in tutta la Bibbia, possiamo notare quanto importante è la guida del popolo di Dio. Quando la guida è buona, ovvero, quando gli uomini che guidano il popolo di Dio sono timorati di Dio, essi sono un immenso aiuto e un'influenza per aiutare il popolo a camminare in modo giusto, guardando a Dio. Quando invece gli uomini che guidano non sono timorati di Dio, quasi sempre la maggioranza del popolo di Dio si allontana da Dio. Quindi, non possiamo dire abbastanza dell'importanza di avere uomini fedeli e timorati di Dio come guide di chiesa.
La morte arriva a tutti
Però, per quanto un uomo possa essere un uomo di Dio, ogni uomo vive sulla terra per un tempo limitato. Leggiamo i vv.8,9
8 Poi Giosuè, figlio di Nun, servo dell’Eterno morì in età di centodieci anni, 9 e fu sepolto nel territorio della sua eredità a Timnath-Heres nella regione montuosa di Efraim, a nord della montagna di Gaash.
Come ogni uomo, pur essendo stato un uomo di Dio, anche Giosuè morì. Gli uomini sono tutti mortali, sia gli uomini di Dio, sia gli uomini malvagi. Tutti muoiono. Quanto è importante che ci rendiamo conto che il nostro tempo sulla terra è limitato! È grande stoltezza vivere per le cose di oggi. Giosuè è morto, fisicamente, già più di 3.000 anni fa, che significa che da più di 3.000 anni sta godendo la presenza di Dio, perché ha vissuto per fede. Altri uomini che NON furono fedeli a Dio stanno soffrendo da più di 3.000 anni. Non vivete per quello che potete ottenere in questo mondo, piuttosto, vivete per l'eternità!
Pensando agli uomini che guidano la chiesa, il fatto che tutti muoiono significa che anche se possiamo apprezzare gli uomini fedeli che Dio ci dà, e ringraziare Dio per loro, allo stesso tempo, non dobbiamo porre la nostra fede negli uomini, ma in Dio. Come Giosuè, ogni uomo morirà.
Senza guida, si perde la strada
Leggiamo ora quello che successe dopo che Giosuè e gli uomini della sua generazione morirono. Leggo il v.10
10 Quando tutta quella generazione fu riunita ai suoi padri, dopo di essa sorse un’altra generazione che non conosceva l’Eterno, né le opere che egli aveva compiuto per Israele.
Dopo la morte di questi uomini che temevano Dio, i figli d'Israele, non avendo chi li aiutasse a tenere lo sguardo su Dio, parlando loro della persona Dio e delle Sue opere, ben presto arrivarono a dimenticarsi di Dio e delle sue opere che aveva compiuto per Israele, ovvero, per loro stessi. Queste persone stavano godendo la benedizione di vivere nella terra promessa, che era un risultato delle potenti opere di Dio, eppure, ormai non ci pensavano, e prendevano per scontato quella che era una benedizione. Godevano le benedizioni, senza pensare a Colui che era la fonte di ogni benedizione.
Questo è uno dei peccati più comuni in cui cadiamo anche noi. Questo peccato porta poi a tanti altri peccati. Quando smettiamo di essere attivamente riconoscenti a Dio per le benedizioni che abbiamo ricevuto da Lui, ben presto questa nostra ingratitudine ci porta a cadere in peccati sempre peggiori. Si inizia dimenticando Dio, e poi, si arriva a commettere peccati che prima sarebbero stati inconcepibili.
Il ciclo
Nei prossimi versetti, Dio guidò l'autore di questo libro a scrivere una descrizione del ciclo che si ripetè volta dopo volta durante il periodo fra la morte di Giosuè e la vita del profeta Samuele, che unse unto Saul come primo re di Israele.
Nel primo passo di questo ciclo che si ripetè costantemente, il popolo di Israele fece ciò che è male agli occhi dell'Eterno, abbandonando Dio e servendo gli idoli. Nel secondo passo del ciclo, Dio mandava la sua disciplina, portando grande sofferenza in Israele. Solitamente, la disciplina consisteva nel dare potere a qualche nemico di Israele di soggiogarlo e di trattarlo duramente. Nel terzo passo, dopo tanta sofferenza, il popolo di Dio si ravvedeva, e poi Dio, per togliere la disciplina, suscitava un giudice, che salvava il popolo dal nemico. Durante la vita del giudice, solitamente il popolo non tornava all'idolatria, però, dopo la morte del giudice, il popolo ritornava di nuovo ad abbandonare Dio e a seguire idoli, e il ciclo iniziava ancora.
Consideriamo quello che questo brano ci dice sui vari passi di questo terribile ciclo. Stiamo attenti, perché questi passi possono succedere anche oggi nella nostra vita.
Primo passo: il popolo abbandona l'Eterno.
Il primo passo del ciclo fu quando il popolo abbandonò Dio, e fece ciò che è male agli occhi dell'Eterno.
Avendo intrapreso la via di non conoscere l'Eterno, ovvero, di non tenere ben presente la persona e le opere di Dio, ben presto i figli d'Israele arrivarono veramente in basso. Avendo dimenticato Dio, i loro occhi si rivolsero ai falsi dèi. Leggiamo di quello che fecero, nei vv.11-13.
11 I figli d’Israele fecero ciò che è male agli occhi dell’Eterno e servirono Baal; 12 abbandonarono l’Eterno, il DIO dei loro padri che li aveva fatti uscire dal paese d’Egitto, e seguirono altri dèi fra gli dèi dei popoli che li attorniavano, si prostrarono davanti a loro e provocarono ad ira l’Eterno; 13 essi abbandonarono l’Eterno e servirono Baal e le Ashtaroth.
È inconcepibile ma vero: il popolo di Dio, che Dio aveva salvato miracolosamente dall'Egitto e con il quale aveva stabilito il suo patto sul Monte Sinai, abbandonò Dio, e al posto di servire e adorare Dio, seguì e adorò falsi dèi.
Certamente, questo è un peccato abominevole, ma quando consideriamo le circostanze, è davvero inconcepibile! Nessun popolo al mondo aveva mai ricevuto una cura così meravigliosa come i figli d'Israele. Dio aveva mostrato un amore immenso nei loro confronti. Aveva fatto opere miracolose per salvarli dall'Egitto, e per dare loro la terra promessa. Aveva stabilito il suo patto con loro, per il quale aveva fatto di loro il suo popolo particolare, un privilegio che nessuno altro popolo in tutto il mondo aveva mai ricevuto. In altre parole, furono benedetti infinitamente di più di qualsiasi altro popolo in tutta la terra.
Eppure, scelsero di fare ciò che è male agli occhi dell'Eterno.
Secondo passo: la dura disciplina di Dio
Dopo la ribellione del popolo, si arriva al secondo passo del ciclo. Dio è paziente, ma quando un credente persiste nel peccato, la pazienza di Dio finisce. Prima o poi arriva la disciplina di Dio. Spesso è una disciplina estremamente dura. I prossimi versetti descrivono questo secondo passo del ciclo che si ripetè durante il periodo dei Giudici. Leggo i vv.14,15
14 E l’ira dell’Eterno si accese contro Israele e li diede nelle mani dei predoni, che li spogliarono; e li vendette nelle mani dei loro nemici all’intorno, ai quali non poterono più tener fronte. 15 Dovunque andavano, la mano dell’Eterno era contro di loro portando calamità, come l’Eterno aveva detto, come l’Eterno aveva loro giurato; e furono grandemente angustiati.
Quando Dio opera, lo fa potentemente! Aveva operato potentemente nel benedire il suo popolo. Ora, opera potentemente nel disciplinarlo.
Notiamo che in questa parte del ciclo, l'ira di Dio si accende contro Israele, che era il suo popolo.
Fra tutte le cose belle del mondo, non c'è nulla paragonabile all'amore di Dio. Similmente, fra tutte le cose terribile del mondo, non c'è nulla paragonabile all'ira di Dio.
Quando Dio ti sta ricolmando del suo amore, nulla può ostacolarLo dal benedire la tua vita.
Quando invece Dio ti sta ricolmando della sua ira, non esiste nascondiglio in tutto l'universo dove tu possa evitare quell'ira.
E così, visto che Israele abbandonò l'Eterno, Egli lo diede nelle mani dei predoni che lo spogliò. Notiamo che è stato Dio a dare i giudei nelle mani di questi predoni. Non solo ritirò la sua protezione, ma operò in modo che i figli d'Israele fossero attaccati da questi predoni, e spogliati da loro.
Non solo, ma il brano continua, e dichiara che :
“E l’ira dell’Eterno si accese contro Israele e li diede nelle mani dei predoni, che li spogliarono; e li vendette nelle mani dei loro nemici all’intorno, ai quali non poterono più tener fronte.” (Giudici 2:14 LND)
Dio li vendette nelle mani dei loro nemici che gli stavano intorno. Diede vittoria ai loro nemici, che sconfissero Israele ed ebbero potere su di loro, per opprimerli duramente. Non successe solo per caso che i loro nemici ebbero vittoria su Israele. Dio non solo tolse la sua protezione, lasciando andare le cose come sarebbero andate. Fu Dio stesso, il loro Dio, a dare vittoria ai loro nemici, a quei popoli malvagi, sugli Israeliti. Infatti, il versetto dichiara: “ai quali non poterono più tener fronte”. Dio fece sì che i figli d'Israele non riuscirono a difendersi contro gli attacchi dei loro nemici. Dio tolse la protezione dai Giudei, e diede vittoria ai pagani su di loro. Rese Israele troppo debole da poter tener fronte ai suoi nemici, ovvero, di poter difendersi. Potremmo dire che fu Dio stesso a combattere contro di loro, facendo sì che furono sconfitti.
Se un nemico dovesse sconfiggerti solo per caso, potresti sperare di avere qualche possibilità di diventare più forte per vincere quel nemico nel futuro.
Però, quando è Dio stesso che ti dà nelle mani dei tuoi nemici, quando è Dio che dà la vittoria ai tuoi nemici, è impossibile che tu riesca a liberarti da solo. Quando Dio è per te, non puoi perdere, e quando Dio è contro di te, non puoi vincere!
Quindi, essendo sotto la dura disciplina di Dio, a causa della loro ribellione, i figli d'Israele si trovarono non solo spogliati dai loro nemici e soggiogati a loro, ma si trovarono in una condizione in cui non potevano sperare di vincere. Quando Dio è contro di te, una nuvola nera ti sta sopra, e ovunque vai, quella nuvola ti segue.
La disciplina è solo per il popolo di Dio
A questo punto, è importante capire che Dio fa due cose con il suo popolo, che non fa con nessun altro. Dio ricolma di amore e di benedizioni speciali il suo popolo, e quando serve, Dio manda la sua disciplina sul suo popolo. Dio non disciplina coloro che non appartengono a Lui. La disciplina è riservata solamente al popolo di Dio. Chi non fa parte del popolo di Dio, non sarà disciplinato, ma piuttosto sarà giudicato al giudizio finale, e punito eternamente.
Perciò, essendo Israele il popolo di Dio, visto che Dio aveva operato potentemente per salvarlo e per portarlo nella terra promessa, quando poi abbandonò Dio per servire idoli, Dio gli mandò la sua durissima disciplina. L'ira di Dio si accese contro Israele. Chi è un figlio di Dio oggi deve ricordare questo per se stesso.
Terzo Passo: liberazione
Nel v.16, arriviamo al terzo passo. Notate che è un atto di pura grazia. Leggiamo:
16 Poi l’Eterno suscitava dei giudici, che li liberavano dalle mani di coloro che li spogliavano.
I figli di Israele non avevano la capacità di liberarsi da soli. Si trovavano soggiogati dai loro nemici come parte della disciplina di Dio. Quindi, era impossibile che si potessero liberare senza il consenso e l'aiuto da parte di Dio. Nel libro dei Giudici, vedremo che ripetutamente, Dio stesso li liberò, tramite i giudici che Dio stesso suscitava.
Qui, come in tutta la Bibbia, vediamo un principio estremamente importante. È Dio che innalza, ed è Dio che abbassa. È stoltezza cercare di innalzare noi stessi, cercando di benedirci da soli, come è stoltezza cercare benedizioni lontano da Dio. Solo Dio può benedire. Quindi, camminiamo nella via del Signore, e così, conosceremo il favore di Dio!
Per quanto riguarda i figli di Israele, nonostante la misericordia di Dio, nell'aver mandato loro dei giudici per salvarli dai loro nemici, essi non li ascoltarono, e si rivolsero nuovamente a falsi dèi. Continuo nel brano, leggendo i v.17-18
17 Purtroppo essi non davano ascolto neppure ai loro giudici, ma si prostituivano ad altri dèi e si prostravano davanti a loro. Abbandonarono ben presto la via seguita dai loro padri, i quali avevano ubbidito ai comandamenti dell’Eterno; essi però non fecero così. 18 Quando l’Eterno suscitava loro dei giudici l’Eterno era col giudice e li liberava dalla mano dei loro nemici durante tutta la vita del giudice; perché l’Eterno era mosso a compassione dai loro gemiti a motivo di quelli che li opprimevano e li angariavano.
Qua, vediamo qualcosa del grande cuore di Dio, e di quanto era tenero verso il suo popolo, nonostante i loro gravi peccati nei suoi confronti. L'Eterno suscitò per loro dei giudici per salvarli dai loro nemici.
Alla luce della ribellione del popolo, questa cura da parte di Dio è incredibile! Il popolo non meritava questo, anzi, alla luce di tutto quello che aveva ricevuto da Dio, la sua ribellione era così terribile che meritava di essere rigettato da Dio per sempre.
Invece, Dio ebbe misericordia, e tolse la dura disciplina, servendosi dei giudici per liberare Israele dai loro nemici.
Infatti, notate nel v.18 la frase: perché l’Eterno era mosso a compassione dai loro gemiti a motivo di quelli che li opprimevano e li angariavano.
L'eterno era mosso a compassione. Qui, cari, vediamo il cuore di Dio. Non dobbiamo mai dimenticare che Dio è santo e giusto, e punirà il peccato eternamente. Il giudizio finale sarà terribile! La punizione eterna sarà proprio quella, eterna, nei secoli dei secoli!
Però, Dio è anche misericordioso. Ha un cuore che è facilmente mosso a compassione. La disciplina di Dio verso i figli di Dio può essere severa, ma non è mai quella che meritiamo. Questo è perché Dio è mosso a compassione quando vede la sofferenza del suo popolo, anche quando quella sofferenza è dovuta alla disciplina mandata da Dio stesso.
Quindi, per togliere la sofferenza dai figli d'Israele, durante la vita di ogni giudice, Dio dava loro vittoria sui loro nemici. Infatti, vedremo, volta dopo volta, che durante la vita di ogni giudice, Israele era più o meno in uno stato di pace. Però, vedremo anche che era sempre un periodo temporaneo, perché il cuore del popolo non era cambiato.
Si ripete il primo passo del ciclo
Infatti, visto che il loro cuore non era pienamente ravveduto, alla morte di ogni giudice, arrivarono a ripetere il primo passo del ciclo. Quando un giudice moriva, il popolo tornava a ribellarsi contro di Dio, e a seguire falsi dèi. Leggo il v.19
19 Ma quando il giudice moriva, tornavano a corrompersi più dei loro padri andando dietro ad altri dèi per servirli prostrarsi davanti a loro; e non desistevano affatto dalle loro opere e dalla loro condotta ostinata.
Notate che finché un giudice era in vita, il popolo evitava il peccato di idolatria e di ribellione contro Dio, ma quando il giudice moriva, tornava a ribellarsi contro Dio. Ancora qua, vediamo quanto gli uomini che guidano il popolo di Dio possono essere un'influenza potente per aiutare il popolo di Dio a camminare in giustizia, e come la mancanza di una guida timorata da Dio spesso lascia il popolo ad arrivare ai peccati peggiori.
E così succedeva volta dopo volta durante il periodo dei giudici. Finché ogni giudice era in vita, il popolo di Dio evitava l'idolatria, almeno in grande linea. Quando un giudice moriva, il popolo tornava a praticare l'idolatria.
Le conseguenze
Quando il popolo di Dio si ribella contro Dio, Dio agisce. Dio è geloso per la sua gloria, ed inoltre, Dio vuole benedire il suo popolo, e non può finché è lontano da Lui in ribellione. Perciò, quando il popolo di Dio si allontana da Lui, Dio gli manda la sua dura disciplina, per glorificare il suo nome, e per riportarlo a Sé.
Però, come abbiamo visto nell'ultimo sermone, a volte quando pecchiamo, Dio agisce in modo che abbiamo delle conseguenze che saranno un laccio per noi per molto tempo, e a volte per tutta la vita. Cioè, delle volte, quando ci ribelliamo contro Dio, e soprattutto quando Egli ci manda la sua disciplina ma persistiamo a ribellarci contro di Lui, Dio ci manda delle conseguenze che ci porteranno un frutto amaro per tanto tempo.
Ed è stato così con Israele. Leggiamo i vv. 20-23.
20 Perciò l’ira dell’Eterno si accese contro Israele, ed egli disse: "Poiché questa nazione ha violato il patto che avevo stabilito con i loro padri ed essi non hanno ubbidito alla mia voce, 21 anch’io non scaccerò più davanti a loro alcuna delle nazioni che Giosuè lasciò quando mori; 22 così per mezzo loro metterò alla prova Israele per vedere se si atterranno alla via dell’Eterno e cammineranno per essa come fecero i loro padri, o no". 23 Perciò l’Eterno lasciò stare quelle nazioni senza scacciarle subito, e non le diede nelle mani di Giosuè.”
Al tempo di Mosè, Dio aveva detto che avrebbe scacciato tutte le nazioni dei pagani che si trovano nella terra promessa. Se fosse andata così, i figli d'Israele avrebbero avuto una vita meravigliosa, senza nemici vicini, ed avrebbero potuto godere il loro rapporto speciale e unico con Dio.
Invece, visto che avevano ripetutamente violato il patto che Dio aveva fatto con loro sul Monte Sinai, Dio ha stabilito che non avrebbe più scacciato tutte le nazioni che abitavano nella terra promessa. Perciò, per tanti secoli, i figli d'Israele dovettero subire le pesanti conseguenze dei loro peccati, già durante la vita di Giosuè e appena dopo. Perciò, anziché avere una vita senza alcun nemico vicino, furono circondati da nemici. Anziché una vita con poco contatto con il peccato, vissero circondati dal peccato, e il più delle volte, scelsero di camminare in quel peccato. Così, il loro peccato li portò ad una vita molto, ma molto diversa, e in realtà molto peggio, di quella che avrebbero potuto avere.
Applicazioni: come rompere questo ciclo
E così, abbiamo visto una descrizione del ciclo che si ripetè volta dopo volta nel libro dei Giudici. I figli d'Israele si ribellavano contro Dio, Dio mandava la sua dura disciplina, dando vittoria ai loro nemici su di loro. Si ravvedevano, gridando a Dio, e Dio suscitava un giudice per salvarli dal nemico. Durante la vita del giudice seguivano Dio, e poi, quando il giudice moriva, tornavano a ribellarsi contro di Lui, ripetendo il ciclo.
Capire bene questo ciclo che caratterizzò il popolo di Israele in quel periodo ci aiuterà solamente se useremo questa conoscenza per riconoscere e spezzare cicli simili nella nostra vita.
Infatti, facilmente succede che anche nella nostra vita c'è un ciclo simile a quello descritto nei giudici. Camminiamo bene per un periodo, e poi, cadiamo in peccati che avevamo precedentemente abbandonato. Dio allora usa diversi metodi per svegliarci e per portarci a ravvedimento. E così abbandoniamo di nuovo quei peccati, e torniamo a camminare vicini a Dio.
Però, poi il ciclo si ripete, e succede che arriviamo di nuovo a togliere i nostri occhi da Dio, e ci troviamo di nuovo avviluppati nei peccati che avevamo abbandonato.
Come possiamo rompere questo ciclo, e restare vicini al Signore? Vorrei menzionare tre impegni che possono esserci di grande aiuto.
--1) evitare la compagnia sbagliata:
Il primo impegno fondamentale è di evitare la compagnia sbagliata. Israele peccò, non separandosi completamente dai pagani che vivevano intorno a loro. Noi viviamo nel mondo, e certamente abbiamo contatto con le persone intorno a noi. Però, Dio ci comanda di non fare dei non credenti la nostra compagnia. Questo riguarda le amicizie, ma anche come passiamo il nostro tempo libero: i libri che leggiamo, e quello che guardiamo o ascoltiamo. Se noi abbiamo la compagnia sbagliata, essa ci porterà ad allontanarci da Dio. Quindi, evitiamo la compagnia sbagliata!
--2) ricordare le opere dell'Eterno
Un secondo impegno che può aiutarci a non cadere nel peccato è di ricordare attivamente le opere dell'Eterno. Dopo la morte della generazione di Giosuè, il popolo non conosceva l'Eterno. In altre parole, non teneva ben presenti nella mente la persona e le opere di Dio. Quindi, per evitare cadute, dobbiamo non solo evitare la compagnia sbagliata, ma dobbiamo riempire i nostri pensieri con le verità di Dio, ricordando giorno per giorno le sue opere, e meditando sulla sua persona. Parliamo di queste cose fra di noi!
--3) buona guida
Un terzo impegno che può aiutarci tantissimo a non cadere nel peccato è di fare tutto il possibile per avere come guida uomini timorati di Dio e fedeli. Questo richiede prima di tutto tanta preghiera, settimana per settimana, anno per anno. Preghiamo per gli anziani attuali, e per coloro che potrebbero diventare anziani un domani, e non solo per loro, ma anche per le loro mogli. Inoltre possiamo incoraggiarLI, e impegnarci ad aiutare LORO a vedere più di Cristo. Possiamo appoggiare gli anziani nel ministero, e dimostrare apprezzamento e incoraggiamento per il loro ministero, per aiutarli a non stancarsi a fare del bene.
Ricordatevi sempre che gli uomini che Dio ci darà per curare la chiesa avranno un ministero limitato nel tempo. Come Giosuè, moriranno anche loro. Perciò, mentre è giusto e buono ringraziare Dio per gli uomini che Egli ci provvede per curarci, la nostra fede deve sempre essere in Dio.
Ricordiamoci che Dio è geloso per la sua gloria, e perciò, quando camminiamo nel peccato, se siamo veri figli di Dio, dobbiamo aspettarci la disciplina del Signore. La disciplina di Dio può essere estremamente severa, infatti, in 1Corinzi 11, leggiamo che molti nella chiesa erano infermi, malati e molti morivano, a causa della disciplina di Dio. Quindi, impariamo ad avere un santo timore della disciplina di Dio. Evitiamo il peccato.
Ringraziamo Dio per la sua Parola, e per le lezioni che Egli ci dà in essa. Impegniamoci a camminare in base a quello che Egli ci insegna.