Nel nostro studio di Giosuè, nell’ultimo capitolo, abbiamo visto che gli uomini di Dio avevano preso la decisione di credere ai messaggeri da Gabaon, e fare alleanza con loro, senza consultare Dio. Questa situazione porta del male, che poi Dio trasforma in bene. Consideriamo Giosuè 10.
“1 Or quando Adoni-Tsedek, re di Gerusalemme, seppe che Giosuè aveva preso Ai e l’aveva votata allo sterminio, e che aveva fatto ad Ai e al suo re quel che aveva fatto a Gerico e al suo re, e che gli abitanti di Gabaon avevano fatto pace con gli Israeliti ed erano in mezzo a loro, 2 fu preso da grande paura, perché Gabaon era una grande città come una delle città regali e perché era più grande di Ai, e tutti i suoi uomini erano valorosi.” (Giosuè 10:1-2 LND)
Questi re capivano che se Gabaon si fosse alleata con Israele, e poi forse anche con altre città, non avrebbero avuto alcuna speranza. Quindi, per loro, il fatto che Gabaon aveva fatto un’alleanza con Israele era un grande pericolo. Volevano punire Gabaon, e scoraggiare altri dal seguire il loro esempio.
“3 Perciò Adoni-Tsedek, re di Gerusalemme, mandò a dire a Hoham re di Hebron, a Piram re di Jarmuth, a Jafia re di Lakish e a Debir re di Eglon, dicendo: 4 "Salite da me e aiutatemi ad attaccare Gabaon, perché ha fatto pace con Giosuè e con i figli d’Israele". 5 Così i cinque re degli Amorei, il re di Gerusalemme, il re di Hebron il re di Jarmuth, il re di Lakish e il re di Eglon si radunarono, salirono con tutti i loro eserciti, si accamparono di fronte a Gabaon e l’attaccarono.” (Giosuè 10:3-5 LND)
In realtà, questo fatto non toglieva il pericolo che veniva dal popolo di Israele. Cioè, il pericolo non era Gabaon, era il popolo di Israele. Però, non sapendo cosa fare, attaccarono Gabaon. Quando non siamo guidati da Dio, spesso corriamo avanti, ma in un modo che non porta nessun buon frutto.
Così, Gabaon fu attaccata da questo gruppo di re ed i loro soldati. Per Gabaon, il rischio era molto grande.
Visto che Gabaon aveva fatto un’alleanza con il popolo di Israele, chiese il loro aiuto. Leggo il v.6.
“6 Allora i Gabaoniti mandarono a dire a Giosuè, al campo di Ghilgal: "Non negare il tuo aiuto ai tuoi servi; affrettati a salire da noi, salvaci ed aiutaci, perché tutti i re degli Amorei che abitano nella regione montuosa si sono radunati contro di noi".” (Giosuè 10:6 LND)
Mandarono messaggeri, per avvertire Giosuè dell’attacco. Quando chiediamo aiuto, è utile ed importante spiegare in modo chiaro qual è il pericolo.
Giosuè, avendo fatto un’alleanza con Gabaon, mantiene la parola, e manda uomini di guerra per proteggerli. Notate che l’Eterno usa questa situazione per dare un’altra vittoria al popolo di Israele. Leggo i versetti 7,8.
“7 Così Giosuè salì da Ghilgal, lui con tutti gli uomini di guerra, tutti i guerrieri valorosi. 8 L’Eterno disse a Giosuè: "Non aver paura di loro, perché li ho dati nelle tue mani; nessuno di loro potrà resisterti".” (Giosuè 10:7 LND)
Giosuè fa la cosa giusta. Visto che si erano legati con un’alleanza con Gabaon, rischia la vita dei suoi uomini per aiutarli. Quando diamo la parola, dobbiamo mantenerla, anche se è costoso.
Poi, l’Eterno dichiara a Giosuè che gli darà la vittoria, che nessuno potrà resistergli. Quando camminiamo nella via scelta da Dio, sarà Dio ad appianare la nostra vita, e darci la vittoria in quello che Egli ha stabilito per noi.
Così, Giosuè e gli uomini di guerra vanno a combattere questi nemici, sapendo di fare la volontà di Dio. E Dio è con loro. Leggo 9-10.
“9 Così Giosuè piombò loro addosso all’improvviso perché aveva marciato tutta la notte da Ghilgal. 10 Cosi l’Eterno li mise in rotta davanti ad Israele, inflisse una grande sconfitta presso Gabaon, li inseguì per la via che sale a Beth-Horon e li batté fino ad Azekah e a Makkedah.” (Giosuè 10:9-10 LND)
Quando leggiamo un brano così, è estremamente importante notare le piccole ma importantissime frasi come: “Così l’Eterno li mise in rotta...”.
Questa vittoria, come OGNI vittoria, viene da Dio. Dio sceglie quando dare a quando non dare la vittoria. Dio sceglie COME dare la vittoria. A volte, Dio mette il nemico in rotta. Altre volte, permette una dura battaglia. Ma la vittoria viene dal Signore.
Così, gli uomini di Israele riuscirono a battere questi nemici.
Però, l’intervento del Signore non finisce là. Leggo il versetto 11
“11 Mentre fuggivano davanti a Israele ed erano alla discesa di Beth-Horon, l’Eterno scagliò su di loro dal cielo delle grosse pietre fino ad Azekah, ed essi perirono; quelli che morirono per la grandinata di pietre furono più numerosi di quelli che i figli d’Israele uccisero con la spada.” (Giosuè 10:11 LND)
Nella storia abbiamo letto di una grandinata di pietre. Questo è un grande miracolo. Certamente, a distanza di secoli, non possiamo dire precisamente come era questa grandinata di pietre. Però, era un chiaro miracolo, mandato da Dio. Infatti, i morti della grandinata erano più numerosi di quelli che uccisero con la spada.
Cosa vediamo in questo? Vediamo che Dio voleva che fosse assolutamente chiaro che la vittoria veniva da LUI. Certamente, dovevano combattere. Ma la vittoria era da Dio.
Questa non è solo una storia da conoscere. Questo ci sta mostrando di più chi è Dio, e come c’entra nelle nostre vite. Dio è sovrano, Dio è in controllo, qualunque vittoria che abbiamo viene da Dio. Oh che possiamo capire questo!
Versetto 12-14 L’Eterno ferma il sole
Tornando alla storia, Dio non aveva finito di agire. Voleva rendere chiaro agli uomini di Israele, e tramite le Scritture a noi, che Egli è in controllo. Quello che segue ci aiuta a capire meglio la potenza di Dio. Seguite mentre leggo i versetti 12 a 14.
12 Il giorno che l’Eterno diede gli Amorei nelle mani dei figli d’Israele, Giosuè parlò all’Eterno e disse in presenza d’Israele: "Sole, fermati su Gabaon, e tu, luna, sulla valle di Ajalon!". 13 Così il sole si fermò e la luna si arrestò, finché il popolo si fu vendicato dei suoi nemici. Questo non sta forse scritto nel libro del Giusto? Così il sole si fermò in mezzo al cielo e non si affrettò a tramontare per quasi un giorno intero. 14 E non ci fu mai, né prima né dopo, un giorno come quello, in cui l’Eterno abbia esaudito la voce di un uomo, perché l’Eterno combatté per Israele.
Cosa possiamo dire di questo miracolo. Certamente, non è possibile, scientificamente. Ma questa è la definizione di miracolo. Non è possibile scientificamente che Dio possa creare tutto da niente. Non è possibile che l’olio di un vaso, nelle mani di una vedova, sarebbe stato sufficiente per riempire tanti altri vasi. Non è possibile che la manna apparve per quaranta anni, in quantità sufficiente per tutto il popolo di Israele. Non è possibile che Gesù prese due pesci e cinque pani, il pranzo per un ragazzo, e moltiplicò quel po’ di cibo al punto da dare ampio cibo a più di 5000 persone. Non è possibile che Gesù, e anche Pietro, potevano camminare sulle acque.
I miracoli vanno contro quello che è possibile naturalmente. Sono impossibili. Quindi, quando si tratta di un miracolo, è inutile cercare una spiegazione scientifica. È stato DIO a stabilire le legge della natura, sono le SUE leggi. Quindi, come Dio ha stabilito queste leggi, Dio è assolutamente al di SOPRA delle sue leggi. Egli può fare qualunque cosa che vuole. E, a volte, Dio sceglie di fare miracoli, miracoli che vanno contro le leggi della natura. Questo serve per mostrarci che Dio è Dio, sovrano sopra tutto e sopra tutti.
Quindi, in questi versetti in Giosuè, vediamo che Dio scelse di compiere un grande miracolo. In qualche modo, fece si che il sole si fermasse in mezzo al cielo per quasi un giorno intero.
Essendo questo un miracolo, e come dice il brano, un miracolo mai successo né prima né dopo, non cerco una soluzione scientifica. Non era scienza, era un miracolo.
Allora, cosa dobbiamo fare, leggendo di un miracolo così straordinario?
Dobbiamo fermarci, e adorare un Dio così potente, così maestoso, così sovrano su tutto. Dobbiamo fermarci per capire che questo è il NOSTRO Dio. Egli è potente. Di solito non sceglie di fare miracoli così, infatti, quella è l’unica volta che ha mai fatto quel miracolo. Ma Dio può fare tutto, e farà tutto quello che porta a compimento la sua opera perfetta in me e in te, se tu sei un figlio di Dio.
Tornando al brano, questo miracolo permetteva agli uomini di Israele di vendicarsi pienamente su questi nemici. Così, potevano avere una vittoria straordinaria, e potevano riconoscere che era tutto per merito del Signore. Questo fortificava la loro fede, per le tante battaglie che li aspettavano.
Infatti, questa è una lezione per noi.
Dio non sempre fa miracoli, ma Dio opera sempre. Dio ci darà la vittoria, ogni volta che è quello che ci porterà più vicini a Lui. Possiamo fidarci sempre di Dio.
Da questo brano, impariamo a conoscere ancora di più il nostro Dio, e chi è, e quanto è potente. Possiamo confidarci pienamente in Lui.
Giosuè completa la missione
Andiamo avanti nel brano. Leggo 15-19.
15 Poi Giosuè, e tutto Israele con lui, ritornò all’accampamento di Ghilgal. 16 Ma quei cinque re erano fuggiti e si erano nascosti nella caverna di Makkedah. 17 La cosa fu riferita a Giosuè e gli fu detto: "I cinque re sono stati trovati nascosti nella caverna di Makkedah". 18 Allora Giosuè disse: "Rotolate grosse pietre contro l’entrata della caverna e mettetevi degli uomini a far loro guardia. 19 Voi però non fermatevi, ma inseguite i vostri nemici e colpite le retroguardie; non permettete loro di entrare nelle loro città, perché l’Eterno, il vostro DIO, li ha dati nelle vostre mani".
Vediamo qua che Giosuè era molto saggio. Sapeva che al momento, bastava catturare quei cinque re, e così, potevano continuare la battaglia, senza sprecare tempo.
Pensate: Giosuè viene informato che hanno trovato i cinque re. È una cosa grande uccidere i re, che valgono molto più che dei semplici soldati. Però, Giosuè non era impulsivo. Non cercava la soluzione che avrebbe soddisfatto immediatamente. Piuttosto, valutava tutto, e riconobbe che era più saggio rimandare l'uccisione dei re, e andare avanti con la battaglia.
Quanto è importante per noi poter scegliere qual è la cosa più importante in quel momento, anziché essere impulsivi e fare quello che al momento è più facile o soddisfacente. Anche in questo, vediamo un ottimo esempio in Giosuè. Il primo scopo nel leggere la Bibbia è di conoscere Dio di più. Poi, possiamo vedere tanti esempi da seguire.
Andiamo avanti, leggendo i versetti 20-21.
20 Quando Giosuè e i figli d’Israele ebbero terminato di sterminarli con un grande massacro fino ad annientarli, e i loro superstiti che sfuggirono si furono rifugiati nelle città fortificate, 21 tutto il popolo ritornò sano e salvo da Giosuè all’accampamento di Makkedah. Nessuno osò muovere la lingua contro alcuno dei figli d’Israele.
Una grandissima vittoria, tutta per merito di Dio. Certamente, avevano combattuto. Ma la vittoria veniva da Dio.
Mi ricordo l’agricoltore che lavorava i campi intorno a noi. Non era credente, nel vero senso della parola, ma capiva la verità. Una volta, egli mi disse:
noi possiamo piantare e curare, ma solo il buon Dio fa crescere le piante.
Quindi, nel piano di Dio, dobbiamo impegnarci. Però, è importante ricordare che le vittorie vengono da Dio. E in questa battaglia grandissima, con un grande nemico, Dio ha dato una vittoria totale agli uomini di Israele. Notate che il brano dichiara:
tutto il popolo ritornò sano e salvo da Giosuè all’accampamento di Makkedah. Nessuno osò muovere la lingua contro alcuno dei figli d’Israele.
Umanamente parlando, non succede così. Quando c’è una battaglia, non succede che tutti i morti sono solo da una parte, e che nessuno dall’altra parte viene ucciso o nemmeno ferito.
Eppure, è successo così con Israele. Il loro combattimento era da Dio, e così, DIO diede a loro una vittoria totale.
Quando noi camminiamo nelle vie del Signore, facendo la SUA volontà, avremo le vere vittorie. Non sarà sempre la vittoria che il mondo vorrebbe, ma sarà la vera vittoria.
Notate che nessuno, ovvero, nessuno dei loro nemici, osava muovere la lingua contro Israele. Cioè, i loro nemici non potevano dire nulla, perché capivano che il Dio di Israele aveva dato a loro questa grande vittoria.
Ora uccide i re
Andando avanti, troviamo che, ora che la battaglia era finita, Giosuè sa che è il momento giusto per uccidere quei re, e anche per fortificare la fede dei soldati. Notiamo che usa questa opportunità per fortificare la loro fede. Quando è importante che facciamo di tutto per aiutare le persone a guardare a Dio.
Leggo dal v.22 al 27.
22 Allora Giosuè disse: "Aprite l’ingresso della caverna, tirate fuori dalla caverna quei cinque re e conduceteli da me". 23 Così fecero; tirarono fuori dalla caverna quei cinque re, e li condussero da lui, cioè: il re di Gerusalemme, il re di Hebron, il re di Jarmuth, il re di Lakish e il re di Eglon. 24 Quando quei re furono tirati fuori e condotti da Giosuè, Giosuè chiamò tutti gli uomini d’Israele e disse ai capi degli uomini di guerra che erano andati con lui: "Avvicinatevi e mettete i vostri piedi sul collo di questi re". Essi si avvicinarono e misero i loro piedi sul loro collo. 25 Quindi Giosuè disse loro: "Non abbiate paura, non sgomentatevi, siate forti e coraggiosi, perché così farà l’Eterno a tutti i vostri nemici, contro cui dovete combattere".26 Dopo di ciò Giosuè li percosse e li fece morire, quindi li fece appendere a cinque alberi, sui quali rimasero appesi fino a sera. 27 Al tramontar del sole, Giosuè ordinò di calarli dagli alberi e di gettarli nella caverna dove si erano nascosti; poi all’ingresso della caverna misero delle grosse pietre, che sono rimaste là fino al giorno d’oggi. (Giosuè 10:22-27)
Cosa vediamo qua?
Ricordiamo che in quell’epoca, solitamente i re erano anche guerrieri. Se ricordate, re Davide era un grande guerriero. Quindi, molto probabilmente, vari o tutti di questi uomini erano uomini forti.
Così, Giosuè ordina a capi degli uomini di guerra di mettere i loro piedi sul collo di questi uomini. Questo era un simbolo molto potente di dominio completo. Era un simbolo di avere vittoria totale su di loro.
Notate che quando mettevano i piedi sul collo di questi re, Giosuè dichiara, nel v.24:
"Avvicinatevi e mettete i vostri piedi sul collo di questi re". Essi si avvicinarono e misero i loro piedi sul loro collo. 25 Quindi Giosuè disse loro: "Non abbiate paura, non sgomentatevi, siate forti e coraggiosi, perché così farà l’Eterno a tutti i vostri nemici, contro cui dovete combattere".
Giosuè aiutava sempre gli Israeliti a guardare a Dio. Mai cercava gloria per se stesso. Mai cercava in innalzare se stesso. Sempre e costantemente, spingeva il popolo di Israele a guardare a Dio.
Notate che fece mettere grosse pietre, che ricordavano al popolo di Israele quello che Dio aveva fatto.
Giosuè fece togliere i cadaveri, come Dio aveva ordinato in Deuteronomio 21:23
“il suo cadavere non rimarrà tutta la notte sull’albero, ma lo seppellirai lo stesso giorno; perché colui che è appeso è maledetto da Dio, e tu non contaminerai la terra che l’Eterno, il tuo DIO, ti dà in eredità".” (Deuteronomio 21:23)
Giosuè era attento a fare tutto secondo i comandamenti di Dio. Quando abbiamo vera fede in Dio, ubbidiamo a tutto quello che Dio comanda.
A questo punto, è buono fermarci, e per ognuno di noi valutare, onestamente. TU se attento ad ubbidire a Dio in ogni aspetto della tua vita?
Valuta onestamente.
Spesso, non sentiamo la presenza di Dio nelle nostre vite, perché in realtà, non stiamo seguendo Dio. Camminiamo come vogliamo NOI in tanti campi della vita, senza nemmeno informarci su quella che è la volontà di Dio.
Giosuè vedeva vittoria dopo vittoria, perché Giosuè seguiva Dio in ogni dettaglio della sua vita.
Vendetta totale
Ora, leggo il v.28.
28 In quello stesso giorno Giosuè prese Makkedah e la passò a fil di spada con il suo re; li votò allo sterminio con tutte le persone che vi si trovavano; non vi lasciò neppure un superstite e trattò il re di Makkedah come aveva trattato il re di Gerico.
Un’altra città, un’altra vittoria totale. Dio stava dando ad Israele vittoria dopo vittoria, in modo che non morivano i loro soldati.
Notate che sterminavano tutte le persone in quella città. Non devono contaminarsi, mischiandosi con quel popolo pagano. Quel popolo aveva rifiutato il vero Dio. Però, Dio aveva ordinato al suo popolo di non avere nulla a che fare con loro.
Certamente, Dio NON ci comanda oggi di uccidere le persone. Però, anche oggi, Dio ci comanda di non essere sotto il giogo con i non credenti. Possiamo rapportarci, viviamo in un mondo di non credenti. Siamo la luce del mondo. Però, non dobbiamo metterci sotto il giogo con i non credenti. Non dobbiamo averli come amici stretti. Un credente non dovrebbe mai sposare un non credente. Se uno è già sposato, allora, resta nel matrimonio. Ma se un credente non è ancora sposato, non deve sposarsi con un non credente.
Torniamo al brano. Dio aveva già dato grande vittoria, ma c’era ancora la città di Libnah. Seguiamo gli avvenimenti. Leggo i.vv 29,30
29 Poi Giosuè, e tutto Israele con lui, passò da Makkedah a Libnah, e attaccò Libnah. 30 L’Eterno diede anche questa città con il suo re nelle mani d’Israele; e Giosuè la passò a fil di spada con tutte le persone che vi si trovavano; non vi lasciò alcun superstite e trattò il suo re come aveva trattato il re di Gerico. (Giosuè 10:29,30)
Anche qua, l’Eterno diede la città ad Israele. Certamente, gli uomini di Israele combatterono, ma la vittoria veniva dall’Eterno.
Quanto è importante che impariamo che le nostre vittorie vengono da Dio.
Andiamo avanti, dove troviamo altre città, e altre vittorie da Dio. Leggiamo i vv. 31 a 33.
31 Poi Giosuè, e tutto Israele con lui, passò da Libnah a Lakish; si accampò contro di essa e l’attaccò. 32 E l’Eterno diede Lakish nelle mani d’Israele, che la prese il secondo giorno e la passò a fil di spada, con tutte le persone che vi si trovavano, esattamente come aveva fatto a Libnah. 33 Allora Horam, re di Ghezer, salì in aiuto di Lakish; ma Giosuè batté lui e il suo popolo fino a non lasciargli alcun superstite.
Sempre la stessa cosa: battaglia dopo battaglia, vittoria dopo vittoria, ogni vittoria dall’Eterno. Di nuovo: quando stiamo facendo la volontà di Dio, Dio ci darà la vittoria in tutto quello che vuole che compiamo.
Leggo dal v.34 al 39
34 Poi Giosuè,. e tutto Israele con lui, passò da Lakish a Eglon; si accamparono contro di essa e l’attaccarono. 35 La presero quello stesso giorno e la passarono a fil di spada. In quello stesso giorno Giosuè votò allo sterminio tutte le persone che vi si trovavano, esattamente come aveva fatto a Lakish. 36 Poi Giosuè, e tutto Israele con lui, salì da Eglon a Hebron e l’attaccarono. 37 La presero e la passarono a fil di spada con il suo re, con tutte le sue città e con tutte le persone che vi si trovavano; non vi lasciò alcun superstite, esattamente come aveva fatto a Eglon; ma la votò allo sterminio con tutte le persone che vi si trovavano. 38 Poi Giosuè, e tutto Israele con lui, tornò verso Debir e l’attaccò. 39 La prese con il suo re e con tutte le sue città; li passarono a fil di spada e votarono allo sterminio tutte le persone che vi si trovavano; non vi lasciò alcun superstite. Egli trattò Debir e il suo re come aveva trattato Hebron, come aveva pure trattato Libnah e il suo re.
Vittoria dopo vittoria, Giosuè, e gli uomini di Israele, stavano facendo la volontà di Dio. E così Dio gli diede vittoria dopo vittoria.
È buono per noi valutare: stiamo facendo la nostra volontà, chiedendo a Dio di benedirci, oppure, stiamo combattendo le battaglie di Dio, facendo quello che DIO ci comanda? Infatti, un motivo per cui spesso NON vediamo le risposte alle nostre preghiere è perchè vogliamo che Dio dia il suo timbro di benedizioni sui NOSTRI progetti.
Chi vive così sarà deluso. Crederà che Dio non risponde alla preghiera. Invece, Dio risponde alla preghiera, ma la preghiera che è secondo la sua volontà.
La conclusioni di queste battaglie
Concludiamo questo capitolo, leggendo i vv. 40-43.
40 Giosuè dunque batté tutto il paese, la regione montuosa, il Neghev, il bassopiano, le, pendici dei monti e tutti i loro re; non vi lasciò alcun superstite, ma votò allo sterminio tutto ciò che aveva vita, come l’Eterno, il DIO d’Israele, aveva comandato. 41 Così Giosuè li batté da Kades-Barnea fino a Gaza e tutto il paese di Goscen fino a Gabaon. 42 In una sola volta Giosuè prese tutti quei re e i loro paesi, perché l’Eterno, il DIO d’Israele, combatteva per Israele. 43 Poi Giosuè, e tutto Israele con lui, fece ritorno all’accampamento di Ghilgal. (Giosuè 10:1-43 LND)
Per la grande opera di Dio, operando tramite l’ubbidienza degli uomini di Israele, Dio diede loro una grande vittoria in tutta quella zona. Notate che avevano fatto tutto “come l’Eterno, il DIO d’Israele, aveva comandato.” Questa è la chiave. Avevano fatto tutto secondo la volontà di Dio.
Noi, facciamo tutto secondo la volontà di Dio?
Conclusione
In questo capitolo, abbiamo visto che Dio può fare tutto. Dio può fare l’impossibile, perché Dio è Dio. Dio non è un uomo. Dio non ha limiti. Dio può fare tutto. Confidiamo in Dio.
Abbiamo visto l’importanza di non essere impulsivi, ma di valutare attentamente quello che facciamo.
Poi, abbiamo visto ancora, come tante volte prima, l’importanza di camminare per fede, che vuol dire: ubbidire a tutto quello che Dio comanda, sapendo che solo Dio può darci la vittoria, solo Dio può benedirci.