Introduzione
Ti sei mai trovato in mezzo ad una prova, e non sapevi più cosa fare? Ti sei mai sentito “bloccato” da tutti i lati, e che non potevi muoverti?
Ci sono prove nella vita. Le prove fanno parte della vita e sono da Dio. Dio le usa per operare in noi e santificarci.
Le prove possono essere più leggere, o più pesanti, in base a quello di cui abbiamo bisogno. E, a volte, Dio permette che abbiamo prove in cui ci sentiamo bloccati. Dio ci mette in situazioni in cui non possiamo andare né avanti né tornare indietro. Non possiamo andare né a destra, né a sinistra. È molto comune nella vita cristiana.
Vi do alcuni esempi e sicuramente vi verranno in mente altri esempi dalla vostra vita.
Per esempio, possono arrivare problemi economici. Immagina che tu, che sei marito e padre, perdi il lavoro. Oppure, in casa cominciano a rompersi tante cose, tutte nello stesso momento. Devi cambiare la macchina, si rompe il frigo, anche la lavatrice, e la casa ha bisogno di riparazioni urgenti. E così ti trovi a non avere più un’entrata, oppure, ti trovi a dover affrontare tante spese extra che non erano previste. Ma non ci sono i soldi per fare tutto quello che serve, anzi, comincia a diventare difficile anche fare la spesa. Poi, in qualche modo, qualcuno ti offre un modo per guadagnare dei soldi, che ti servirebbero, ma tu sai che è una via disonesta, e sai non è da fare. Cosa fai? Sei disperato, non sai dove trovare i soldi che servono. Vai avanti volendo essere onesto, sapendo che causerà grossi problemi a te e alla tua famiglia? Ma non puoi fare diversamente, perché la tua coscienza ti parla e non ti lascia andare avanti a fare quella cosa disonesta. Sei bloccato in mezzo ad una prova molto pesante.
Oppure, un altro esempio. Pensiamo ai problemi con i parenti. Loro vogliono che tu faccia qualcosa come dicono loro, o che ti comporti in un certo modo. Tu sai che davanti a Dio non è giusto fare quella cosa. Sai che non dovresti farla. Ma se vai contro di loro, sai che molto probabilmente perderai quel rapporto. E spesso questo succede non con parenti lontani, ma con quelli più stretti, spesso anche con i genitori. Allora, ti trovi lì, tentato a fare quello che vogliono loro, per non perdere il rapporto, anche se sai che quello che loro vogliono non è giusto davanti a Dio, e non dovresti farlo. Ti trovi bloccato in mezzo ad una prova. Cosa puoi fare?
Potremmo fare vari altri esempi, ma il punto è chiaro. A volte ci troviamo bloccati in mezzo a prove, anche molto pesanti, tempeste fortissime, ma non possiamo fare nulla. Come dobbiamo affrontare queste situazioni?
Oggi vogliamo considerare un avvenimento nella storia di Israele, in cui il popolo di Dio si è trovato proprio in una situazione così, bloccato in mezzo ad una prova da cui non poteva scappare, e in cui non poteva fare nulla. Questa storia ci insegna come anche noi dobbiamo reagire in mezzo a queste prove.
Contesto storico
Prima di considerare questo avvenimento, però, dobbiamo ricordare un po’ il contesto storico di questo avvenimento. Israele era stato schiavo in Egitto per tanto tempo. Gli egiziani li opprimevano, e il popolo di Israele non poteva difendersi di fronte alla grande potenza del faraone. Erano schiavi senza speranza. Ma al tempo perfetto, annunciato da Dio secoli prima, Dio ha mandato Mosè per liberare il suo popolo e portarlo fuori dall’Egitto. A quel punto, però, il Faraone si è indurito e non voleva lasciarli andare. Allora, Dio ha mandato le piaghe sull’Egitto, fino al punto in cui il Faraone si è arreso a Dio, e ha lasciato andare il popolo di Dio.
Oggi vogliamo considerare quello che è successo appena dopo. Adesso, il popolo è appena uscito dall’Egitto, e leggiamo cosa succede a questo punto. Trovate con me Esodo 13, e seguite mentre leggo dal v20.
“20 Così essi partirono da Sukkoth e si accamparono a Etham, ai margini del deserto. 21 E l’Eterno andava davanti a loro, di giorno in una colonna di nuvola per guidarli nella via, e di notte in una colonna di Fuoco per Far loro luce, affinché potessero camminare giorno e notte. 22 La colona di nuvola non si ritirava mai davanti al popolo di giorno, né la colonna di fuoco di notte.” (Esodo 13:20-22 LND)
Notate qualcosa di molto importante qua: Dio era sempre con loro, in spirito, nel cammino. Ricordatevi che a quel punto, non esisteva la Bibbia. Così, Dio ha scelto di manifestarsi anche in forma visibile, con una colonna di fuoco e di nuvola, per dimostrare anche visivamente che Lui era con loro nel cammino.
Dio manda una prova pesantissima
Ad un certo punto, nel cammino, Dio parla a Mosè e gli preannuncia che stava per mandare una prova pesantissima al suo popolo.
Seguite mentre leggo da Esodo 14:1.
“1 Poi l’Eterno parlò a Mosè, dicendo: 2 "Dì ai figli d’Israele che tornino indietro e si accampino di fronte a Pi-Hahiroth, fra Migdol e i mare, di fronte a Baal-Tsefon; accampatevi davanti a quel luogo presso il mare. 3 Il Faraone dirà allora dei figli d’Israele: "Essi stanno vagando smarriti nel paese; il deserto li tiene rinchiusi". 4 E io indurirò il cuore del Faraone, ed egli li inseguirà; ma io trarrò gloria dal Faraone e da tutto il suo esercito, e gli Egiziani sapranno che io sono l’Eterno". Ed essi fecero cosi. 5 Fu quindi riferito al re d’Egitto che il popolo era fuggito; e il cuore del Faraone e dei suoi servi mutò nei confronti del popolo, e dissero: "Che abbiamo fatto a lasciare andare Israele dal nostro servizio?". 6 Così il Faraone fece preparare il suo carro e prese con sé il suo popolo. 7 Prese anche seicento carri scelti e tutti i carri d’Egitto, con dei guerrieri su ognuno di essi. 8 E l’Eterno indurì il cuore del Faraone, re d’Egitto, ed egli inseguì i figli d’Israele, che uscivano pieni di baldanza. 9 Gli Egiziani li inseguirono; e tutti i cavalli, i carri del Faraone, i suoi cavalieri e il suo esercito li raggiunsero quando erano accampati presso il mare, vicino a Pi-Hahiroth, di fronte a Baal-Tsefon.” (Esodo 14:1-9 LND)
Dio preannuncia al suo popolo che stava per mandare loro una prova molto pesante. Dio avrebbe indurito il cuore del Faraone ed egli, nonostante che li avesse lasciati andare liberi, sarebbe corso dietro a loro con il suo esercito.
Fratelli e sorelle, pensate a questa situazione. Per noi è una storia, ma dobbiamo metterci nei panni del popolo per capire quanto era grave.
Pensate: umanamente parlando, il popolo di Israele era debole e indifeso. Non avevano un esercito organizzato. Era solo un popolo appena uscito dalla schiavitù. A livello umano, non avevano ALCUNA speranza di resistere ad un attacco dell’esercito del Faraone. Sarebbero stati sicuramente presi. Ma, avevano Dio con loro.
Dio aveva indurito il cuore del Faraone. Era tutto gestito da Dio. Era una prova per il popolo, ma era una prova che Dio aveva preparato per loro, e che aveva gestito anche per glorificarsi tramite il Faraone.
Cioè, Dio era con loro, e aveva già detto che si sarebbe glorificato tramite tutto questo. Era Lui il sovrano sopra tutto quello che stava per succedere. Che pace avrebbero potuto avere tenendo in mente questo!
Arriva la prova
Proprio come Dio aveva annunciato a Mosè, il Faraone prende il suo esercito e corre dietro al popolo di Dio. Ad un certo punto, quando ormai gli egiziani erano già vicini, gli Israeliti alzano gli occhi e si rendono conto che il Faraone stava correndo dietro a loro. Allora, un terrore cade su di loro.
Leggo dal v10.
“10 Mentre il Faraone si avvicinava, i figli d’Israele alzarono gli occhi; ed ecco, gli Egiziani marciavano dietro loro, per cui ebbero una gran paura; e i figli d’Israele gridarono all’Eterno, 11 e dissero a Mosè: "È perché non c’erano tombe in Egitto, che ci hai condotti a morire nel deserto? Perché hai fatto questo con noi, di farci uscire dall’Egitto? 12 Non era forse questo che ti parlavamo in Egitto, dicendoti: "lasciaci stare, cosi potremo servire gli Egiziani"? Poiché sarebbe stato meglio per noi servire gli Egiziani che morire nel deserto".” (Esodo 14:10-12 LND)
Ad un certo punto, il popolo alza gli occhi e vede quello che non avrebbe mai voluto vedere. Era l’incubo che non avrebbero mai voluto vivere. Alzano gli occhi e vedono l’esercito egiziano che corre verso di loro, e stava arrivando. A quel punto sul popolo cade una paura tremenda. Guardando la situazione con occhi umani potevano pensare: “Come potremmo mai resistere?”.
Umanamente parlando, era chiaro che non avrebbero potuto resistere. Non c’era speranza umana per loro. Gli egiziani li avrebbero sicuramente presi e riportati indietro. E a quel punto la schiavitù sarebbe diventata molto peggio di prima. E quasi sicuramente vari di loro sarebbero anche stati uccisi.
Il popolo di Dio era lì, vedeva l’esercito che arrivava, ma cosa potevano fare? Come potevano difendersi dall’esercito del Faraone? Come potevano combattere per difendersi? Anche se ci avessero provato, non avrebbero avuto alcuna speranza di vincere.
Potevano scappare? Ma dove? E poi, potevano scappare più veloci di un esercito che arrivava con uomini forti e carri?
Non potevano combattere. Non potevano difendersi. Non potevano scappare. Non potevano fare NIENTE. Erano bloccati in mezzo ad una prova terribile, e non potevano fare NULLA.
Ma Dio era con loro
Allora, fratelli, Dio li aveva abbandonati? No, Dio non li aveva abbandonati. Dio era ancora con loro. Ma loro non stavano tenendo questo in mente. Non stavano tenendo in mente che Dio era con loro. E per questo erano terrorizzati.
Allora, cosa fanno a questo punto? Si rivolgono a Mosè, disperati, e parlano contro Mosè e, effettivamente, anche contro Dio, e disprezzano la liberazione che Dio aveva donato loro. Questo è un peccato che vediamo più volte nel popolo di Israele dopo essere uscito dall’Egitto. Avevano ricevuto una grandissima liberazione, miracolosa, incredibile, ma erano veloci a dimenticare la grazia che Dio aveva avuto verso di loro, ed erano veloci a lamentarsi
Non è che anche noi, spesso, facciamo la stessa cosa? Non è che anche noi, a volte, quando ci arrivano prove pesanti, siamo veloci a dimenticare tutto il bene che Dio ci ha fatto, e ci lamentiamo con Dio? Non seguiamo l’esempio di Israele.
Mosè risponde al popolo da parte di Dio
Quindi, il popolo grida a Mosè, e Mosè risponde loro. La risposta di Mosè era una risposta da Dio. E tramite questa risposta Dio insegna anche a noi come dobbiamo reagire quando ci arrivano prove così. Come dobbiamo reagire quando ci arrivano prove in cui non possiamo fare nulla?
Seguite mentre leggo la risposta da Dio, nei vv13-14.
“13 Ma Mosè disse al popolo: "Non temete, state fermi e vedrete la liberazione dell’Eterno, che egli compirà oggi per voi; poiché gli Egiziani che oggi vedete, non li vedrete mai più. 14 L’Eterno combatterà per voi, e voi ve ne starete tranquilli".” (Esodo 14:13-14 LND)
Il popolo aveva grande paura. Allora, notate qual è la prima cosa che Mosè dice al popolo. NON TEMETE!
E poi, spiega perché non dovevano temere, e dichiara due verità meravigliose: “vedrete la liberazione dell’Eterno” e “l’Eterno combatterà per voi!”.
Mosè dichiara: “Vedrete la liberazione dell’Eterno”, cioè, “Dio vi libererà! È una certezza, voi uscirete da questa prova”.
E poi:“l’Eterno combatterà per voi”. Cioè, stava dicendo: “voi non siete un esercito. Non potete combattere. Non potete difendervi. Ma DIO combatterà per voi, e voi ve ne starete tranquilli. Sarà LUI ad operare per voi”. Che verità preziose, e che promesse meravigliose!
Quindi, in base alla risposta di Mosè, cosa dovevano fare? Quale comandamento dà loro Dio?
Non temete!
Prima di tutto: NON TEMERE! Fratelli, dobbiamo ricordare che Dio è con noi, e che Dio è in controllo, e perciò, dobbiamo non temere. Se ci pensate, avere timore è il contrario di avere fede. Dobbiamo fidarci di Dio, e così, non temere.
Per non temere non è che dobbiamo capire quello che Dio farà. Non temiamo perché confidiamo in Dio, anche se non ha ancora rivelato quello che farà
State fermi!
Poi, oltre a non temere, dovevano STARE FERMI. Non dovevano scappare, non dovevano prepararsi alla battaglia, non dovevano cercare armi. Dovevano solo stare fermi e fidarsi di Dio.
Applichiamo a noi
Questa risposta che Mosè ha dato al popolo vale anche per noi quando ci troviamo in prove simili. A volte Dio comanda anche a noi le stesse cose, quando ci troviamo “bloccati” nella prova.
In quei momenti Satana ci tenta a TEMERE, e a NON stare fermi, ma a voler scappare. Ci sono vari modi in cui lo fa, attraverso i pensieri falsi che ci manda. Allora, consideriamo vari modi in cui tendiamo a rispondere in questi momenti, e poi, consideriamo l’unica risposta buona.
Tenete in mente che ciascuno di noi ha una propria tendenza, e non è detto che tutti questi pensieri falsi arrivino a ciascuno. Ognuno di noi sarà tentato in modo diverso.
Disperazione
Un modo in cui possiamo rispondere quando ci sta davanti una grande prova è con la disperazione. La disperazione ci parla e ci dice: “Sdraiati e muori, rinuncia a tutto, basta”. Hai mai reagito alle prove con la disperazione?
Ma Dio vuole che abbiamo coraggio e che, anche nei momenti peggiori, gioiamo ricordando il suo amore per noi e la sua fedeltà.
Quando siamo disperati è perché abbiamo tolto gli occhi da Dio. Per questo, per avere pace invece di disperazione, è fondamentale che teniamo gli occhi su Dio, che ricordiamo che Lui è con noi, che teniamo in mente le sue promesse.
Codardia
Un altro modo in cui possiamo rispondere quando ci sta davanti una grande prova è essendo codardi. La codardia dice: “Ritirati, torna al modo di vivere del passato; non puoi fare la parte del cristiano, è troppo difficile. Rinuncia ai tuoi principi”. Ma, per quanto Satana possa spingerci a seguire questa strada, non puoi seguirla se sei un vero figlio di Dio. Chi è un figlio di Dio segue la voce del buon Pastore. In Giovanni 10:27-28 Gesù dichiara:
“27 Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono; 28 e io dò loro la vita eterna e non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano.” (Giovanni 10:27-28 LND)
Se sei un vero figlio di Dio, Dio ti ha comandato di andare di forza in forza, e così farai, e niente e nessuno potrà distoglierti dal tuo cammino. E se per un po' di tempo sei chiamato a fermarti, è solo per rinnovare le forze per poter avanzare di più, al tempo giusto.
Certamente, la battaglia è dura. Certamente, a volte togliamo gli occhi da Cristo e cadiamo. Ma non finisce là. Dobbiamo rialzare gli occhi, e guardare di nuovo a Cristo, e trovare di nuovo la nostra forza in Lui.
Impulsività
Davanti ad una grande prova, possiamo anche rispondere con l’impulsività. L’impulsività grida, e dice: “Fai qualcosa! Muoviti! Stare fermi e aspettare è pigrizia”. A volte pensiamo che dobbiamo noi fare qualcosa, invece di guardare a Cristo, che non solo farà qualcosa, ma farà OGNI cosa.
Ricordate cosa dice il Salmo 37? Vi leggo Salmo 37:3-7.
“3 Confida nell’Eterno e fa’ il bene, abita il paese e coltiva la fedeltà. 4 Prendi il tuo diletto nell’Eterno ed egli ti darà i desideri del tuo cuore. 5 Rimetti la tua sorte nell’Eterno, confida in lui, ed egli opererà. 6 Egli farà risplendere la tua giustizia come la luce e la tua rettitudine come il mezzodì. 7 Sta’ in silenzio davanti all’Eterno e aspettalo; non affliggerti per colui che prospera nella sua via, per l’uomo che segue i suoi malvagi disegni.” (Salmo 37:3-7 LND)
Dio ci chiama a stare in silenzio, ad aspettarlo, a confidare in Lui. Solo buttarci a fare qualcosa, essendo impulsivi, senza conoscere qual è la volontà di Dio, è stoltezza e ci porta a grandi cadute.
Dio vuole che ci fidiamo di Lui. C’è il momento per agire e c’è il momento per stare fermi. Fidiamoci di Dio nell’uno e nell’altro.
Presunzione
C’è un altro modo in cui possiamo affrontare le grandi prove, ed è un modo che all’esterno può sembrare grande fede, ma in realtà, nasconde un cuore peccaminoso. Possiamo affrontare le prove con una certa presunzione. La presunzione si vanta, e dice: “Se il mare è di fronte a te, mettiti in marcia e aspettati un miracolo”. Se c’è una prova, buttati, e Dio farà un miracolo.
Chi agisce così può sembrare che abbia una grande fede. Non aspetta, si butta ad affrontare le prove. Ma, in realtà, non è vera fede. Questo modo di affrontare le prove, con presunzione, è una forma di orgoglio.
Quando agiamo così, ci buttiamo ad affrontare le prove, ma non perché ci fidiamo di Dio, ma piuttosto, perché vogliamo essere visti, da noi stessi o dagli altri, come spirituali e uomini di fede. Oppure, ci buttiamo perché crediamo di sapere noi in quale direzione dobbiamo camminare, quando invece il comandamento di Dio è “state fermi”.
Quindi, quando abbiamo presunzione nel cuore, che è una forma di orgoglio, ci buttiamo ad affrontare le prove, ma non perché abbiamo vera fede in Dio. Piuttosto, ci buttiamo perché cerchiamo di essere notati, anche solo in modo subdolo, oppure perché crediamo di sapere noi come dobbiamo affrontare una prova, invece di umilmente chiedere aiuto a Dio e aspettare la sua guida.
In Proverbi 16:18 Dio dichiara:
“Prima della rovina viene l’orgoglio, e prima della caduta lo spirito altero.” (Proverbi 16:18 LND)
Chi affronta le prove con presunzione, che è orgoglio, è pronto a cadere rovinosamente. Non viviamo così, fratelli! Piuttosto, affrontiamo ogni situazione con un cuore umile, chiedendo consigli e cercando guida e saggezza da Dio!
FEDE
Contrariamente a tutti questi modi di affrontare le prove, contrariamente a tutte queste questi voci sbagliate che ci parlano quando ci sono grandi prove, l’unica risposta giusta è avere FEDE in Dio. L’unico modo giusto per affrontare le grandi prove, e anche le piccole, è confidando in Dio.
Quando abbiamo vera fede non ascoltiamo nessuna di queste voci che ci parlano. Chi ha fede ascolta solo la voce di Dio, che dice: “Stai fermo!”, e perciò rimane immobile come la roccia.
Dio ci comanda: “State fermi!”. State ritti in piedi, pronti all'azione, in attesa di ulteriori ordini, aspettando con gioia e pazienza la voce che vi dirigerà. E non passerà molto tempo prima che Dio, come ha fatto con Israele, ci dica: “Andate avanti”.
Se confidiamo in Dio, e umilmente ascoltiamo la sua voce che ci guida, saremo beati, in mezzo a qualunque prova.
Andate avanti!
Spesso Dio agisce così nelle prove che ci manda. Spesso ci lascia aspettare, ci lascia a stare fermi, per insegnarci a fidarci di Lui. Ma poi interviene e ci indica la via. Ha fatto proprio così con Israele. Tornando a Esodo 14, vi leggo i vv 15-16.
“15 Quindi l’Eterno disse a Mosè: "Perché gridi a me? Dì ai figli d’Israele di andare avanti. 16 E tu alza il tuo bastone, stendi la tua mano sul mare e dividilo, affinché i figli d’Israele possano passare in mezzo al mare all’asciutto.” (Esodo 14:1-16 LND)
Mosè stava gridando a Dio, e Dio ha risposto. Non era il momento di gridare a Dio, ma di andare avanti. E Dio ha dato chiare istruzioni per come fare. Mosè e il popolo hanno ubbidito e Dio li ha liberati dalla prova in modo miracoloso. Il mare si è aperto, e avevano giusto il tempo di attraversarlo all’asciutto per mettersi in salvo. Poi, quando anche gli egiziani hanno cercato di attraversare il mare, sono stati sommersi dall’acqua e sono tutti morti. Che liberazione incredibile!
Fratelli, a volte Dio sceglie di liberarci dalle prove mostrando la sua potenza in modo incredibile e facendo miracoli. L’ha fatto con Israele. Altre volte, invece, Dio sceglie di lasciarci le prove per più tempo. Dio sa quello che fa, e non dobbiamo sperare in un certo esito o in una certa soluzione che pensiamo sia giusta. Piuttosto, dobbiamo aggrapparci a Dio, fidarci del suo cuore per noi, e avere fede che al momento giusto Lui ci farà superare la prova.
Conclusione
Dio permette che abbiamo prove. Anche prove pesantissime, prove in cui ci sentiamo bloccati, e in cui non possiamo fare niente.
Ciascuno di noi ha avuto, e avrà, prove così. Come dobbiamo comportarci quando ci troviamo in queste situazioni?
La chiave è avere fede in Dio, confidare in Lui, e non ascoltare la voce di Satana che ci parla tramite i pensieri falsi.
Non diamo retta ai pensieri di disperazione, di codardia, di impulsività o di orgoglio. Piuttosto, confidiamo in Dio, agiamo per fede, e ascoltiamo la voce del nostro comandante che ci guida nella battaglia, perché Lui ci guiderà alla vittoria.