Aiuto Biblico

Abramo: chiamata e caduta

Genesi 12

sermone di Leonardo Bevilacqua, www.Aiutobiblico.org per domenica 25 febbraio 2024
Descrizione: Dio ha chiamato Abramo fuori dal paese in cui abitava, per dargli un paese in eredità. Abramo è un esempio di cosa vuol dire avere fede in Dio. Ma poco dopo, quando è sceso in Egitto ha peccato, non avendo fede in Dio. Anche in questo è un esempio per noi, ma da non seguire.
parole chiave: Abramo, Sara, chiamata, fede, ragionamenti, prove, difficoltà

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Introduzione

La vita cristiana è una vita di…? FEDE! La fede è fondamentale!

Tu hai sempre fede nel tuo cammino cristiano? Ti fidi sempre, pienamente, di Dio, senza chiedere “perché?”?

In realtà, abbiamo tutti bisogno di crescere nell’avere fede.

Oggi, con l’aiuto di Dio, cominciamo a studiare alcuni avvenimenti della vita di un uomo di Dio, che Dio stesso elenca come un esempio di vera fede: Abramo.

Nella vita di Abramo sono successe tante cose da cui possiamo trarre tanti insegnamenti che si applica anche a noi.

Oggi iniziamo studiando Genesi 12, quando Dio chiama Abramo per portarlo nel paese che voleva dargli in eredità. Studieremo questo avvenimento, e studieremo anche quello che è successo dopo, quando Abramo è sceso in Egitto a causa di una carestia.

Che Dio colpisca i nostri cuori mentre osserviamo la vita di Abramo, per imparare dalla sua vita!

La chiamata

Oggi studieremo Genesi 12, ma voglio iniziare leggendo da Genesi 11:31, per avere un po’ di contesto. Quindi, seguite mentre leggo e notate soprattutto il v1 del capitolo 12.

“31 Poi Terah prese suo figlio Abramo e Lot, figlio di Haran, cioè il figlio di suo figlio, e Sarai sua nuora, moglie di Abramo suo figlio, e uscirono insieme da Ur dei Caldei per andare nel paese di Canaan; ma giunti a Haran, vi si stabilirono. 32 E il tempo che Terah visse fu di duecentocinque anni; poi Terah morì in Haran.
1 Ora l’Eterno disse ad Abramo: "Vattene dal tuo paese, dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò.” (Genesi 11:31-32, 12:1 LND)

Dio ha chiamato Abramo chiedendogli di fare qualcosa di molto difficile, umanamente parlando. Dio ha detto ad Abramo di andarsene dal suo paese, in cui abitava. Gli ha detto di lasciare i suoi parenti, e di andare nel paese che Lui gli avrebbe mostrato. Ma Dio non ha spiegato ad Abramo qual era quel paese dove doveva andare.

Dio non ha dato ad Abramo indicazioni precise su dove doveva andare, o su quanto lungo sarebbe stato il viaggio, o sul come Dio avrebbe provveduto per i loro bisogni nel viaggio. Tutto quello che Dio ha detto ad Abramo era: “Parti!”.

Noi siamo abituati a viaggiare comodamente, in auto, con il navigatore, con pochissima fatica. Perciò, per capire la grandezza di quello che Dio stava chiedendo ad Abramo, dobbiamo proprio pensare e immedesimarci in Abramo.

Il costo

Pensiamo a cosa voleva dire ubbidire alla richiesta di Dio. Pensiamo a quanto sarebbe costato ad Abramo ubbidire a Dio.

Abramo doveva lasciare il paese dove viveva con la sua famiglia. Abitavano in quel paese, si erano stabiliti, si erano adattati, avevano le loro abitudini. Dio li ha chiamati a lasciare quel paese, per andare dove Lui li avrebbe guidati, ma senza dire dove.

Abramo doveva lasciare il suo parentado, cioè i suoi parenti. Doveva lasciare la sua famiglia allargata. Doveva lasciare i legami che aveva, rapporti preziosi, persone preziose, che amava.

Abramo doveva lasciare la casa di suo padre, per uscire solitario, con la sua famiglia, verso una destinazione che non conosceva.

Dio stava chiamando Abramo ad abbandonare le certezze umane che aveva, per andare verso l’ignoto. Effettivamente, Dio stava chiamando Abramo ad abbandonare tutto per seguire Dio.

Che costo! Era un costo altissimo.

La promessa di Dio

Ma quando Dio ha parlato ad Abramo, non gli ha dato solo un comandamento. Infatti, nei vv2-3, Dio ha aggiunto anche una meravigliosa promessa per Abramo. Seguite mentre leggo i versetti 1 a 3.

“1 Ora l’Eterno disse ad Abramo: "Vattene dal tuo paese, dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò. 2 Io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai una benedizione. 3 E benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà; e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra.” (Genesi 12:1-3 LND)

Che meravigliosa promessa!

Dio ha dato ad Abramo il comandamento di partire, senza dargli una destinazione chiara, ma gli ha dato le promesse che lo avrebbero spinto a partire e che lo avrebbero sostenuto nel viaggio.

La cosa più grande è che Dio, effettivamente, stava dichiarando ad Abramo che Lui stesso, l’Eterno, sarebbe stato con Abramo e avrebbe avuto la sua mano benigna su di Lui. Che promessa!

Dio ha promesso ad Abramo che avrebbe fatto di lui una grande nazione. Abramo a quel punto non aveva ancora figli, ma Dio gli ha promesso che gli avrebbe dato una grande discendenza, al punto di diventare una grande nazione.

Poi, Dio ha promesso ad Abramo:

ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai una benedizione.

Dio ha promesso ad Abramo la Sua benedizione. Dio è l’unico che può veramente benedire. Gli uomini non possono benedire. Anche se hanno il cuore, sono comunque limitati nelle capacità. Ma Dio non ha limiti. Dio ha il cuore e anche la capacità, e la potenza di poter veramente benedire, come solo Lui sa fare. Dio ha promesso ad Abramo che lo avrebbe benedetto con la Sua benedizione.

E poi:

3 E benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà;

Dicendo questo, Dio ha promesso ad Abramo che sarebbe stato con lui, e che avrebbe vegliato su di lui. Cosa c’è di più grande di questo? Cos’è più grande che avere il Dio onnipotente dalla tua parte, che benedice chi ti benedice, e maledice chi ti maledice?

E per ultimo, Dio ha dato ad Abramo una promessa che riguarda anche noi, e dice

... e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra.

Dio ha promesso ad Abramo che in lui sarebbero state benedette tutte le famiglie della terra. Questa è una profezia che tramite Abramo, nella sua discendenza, Dio avrebbe mandato il Cristo nel mondo. Il Cristo, essendo colui che avrebbe compiuto il sacrificio per la salvezza di chiunque crede, sarebbe stato, ed è stato, la benedizione di Dio più grande in assoluto, disponibile per chiunque si ravvede dai propri peccati e crede in Lui per la salvezza.

Quindi, Dio ha chiamato Abramo a fare qualcosa di inconcepibile, e umanamente assurdo. Ma Dio non ha solo chiamato Abramo, infatti, gli ha anche dato tutta una serie di promesse meravigliose e preziose.

Similmente, Dio chiama anche noi a fare cose che agli occhi del mondo possono sembrare assurde, ma come ad Abramo, anche a noi Dio ha lasciato le sue preziose promesse, a cui dobbiamo aggrapparci.

La risposta di Abramo

Dio ha chiamato Abramo. Come ha risposto Abramo a questa chiamata? Notiamo la sua risposta, perché è un esempio per noi, di come anche noi dobbiamo rispondere quando Dio ci chiama.

Leggo Genesi 12:4-6

“4 Allora Abramo partì come l’Eterno gli aveva detto, e Lot andò con lui. Abramo aveva settantacinque anni quando partì da Haran. 5 E Abramo prese Sarai sua moglie e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano accumulato e le persone che avevano acquistate in Haran, e partirono per andarsene nel paese di Canaan. Così essi giunsero nel paese di Canaan. 6 Abramo attraversò il paese fino alla località di Sichem, fino alla quercia di Moreh. A quel tempo si trovavano nel paese i Cananei.” (Genesi 12:4-6 LND)

Avete visto come ha reagito Abramo? Ha reagito con una fede da non credere!

Dio gli ha detto di partire, ed Abramo ha preso tutto ed è partito. Così, senza fare storie, senza “litigare” con Dio, senza lamentarsi. Ha preso sua moglie, suo nipote Lot, le persone e le cose che avevano, ed è partito.

Fratelli, che esempio di FEDE!

Abramo non sapeva neanche dove doveva andare! Aveva beni, persone, tante cose da spostare, ma non ha fatto storie, piuttosto, ha solo ubbidito a Dio, per fede.

Se ci pensate, se pensate a qual era il costo di ubbidire a Dio, è da non credere che Abramo sia solo partito!

È da non credere, perché conosciamo poco il cuore di Dio.

Quello che faceva la differenza per Abramo è che lui aveva fede in Dio. La fede cambiava tutto per lui.

A livello umano, se si fosse fermato a pensare e a fare i suoi ragionamenti, non sarebbe partito. Non aveva senso. Partire per andare dove? Partire senza una meta?

Da quello che leggiamo, Abramo non ha fatto i suoi calcoli, non ha fatto i suoi ragionamenti, piuttosto, si è fidato totalmente di Dio, che quello che Dio gli aveva chiesto di fare era la cosa giusta, e che le promesse che Dio gli aveva fatto le avrebbe adempiute.

Dio mostra il paese

Quindi, Abramo è partito, e ad un certo punto nel viaggio, Dio ha parlato ad Abramo mostrandogli qual era il luogo che gli avrebbe dato per abitarci. Dio è stato fedele. Aveva detto che avrebbe mostrato ad Abramo il paese dove doveva andare, e lo ha fatto. Seguite mentre leggo i versetti 7-9.

“7 Allora l’Eterno apparve ad Abramo e disse: "Io darò questo paese alla tua discendenza". Allora Abramo vi costruì un altare all’Eterno che gli era apparso. 8 Di là si spostò verso la montagna a est di Bethel, e piantò le sue tende, avendo Bethel a ovest e Ai a est; e là costruì un altare all’Eterno e invocò il nome dell’Eterno. 9 Poi Abramo si mise in viaggio, continuando a spostarsi verso il Neghev.” (Genesi 12:7-9 LND)

Qui è bello vedere che Abramo, quando ha capito qual era il paese che Dio gli aveva dato, ha costruito un altare all’Eterno. E vediamo che fa questo anche una seconda volta, poco dopo. Abramo aveva un cuore rivolto a Dio, che metteva Dio al primo posto nella vita, e questo era evidente dalle scelte che faceva.

Cosa si vede dalle tue scelte?

Applichiamo

Abramo è un grande esempio per noi. Ha reagito in modo esemplare alla chiamata di Dio. Ha reagito da vero uomo di Dio.

Dio parla a ciascuno dei suoi figli. Non con una voce udibile, non in modo mistico, non tramite rivelazioni, ma dalla sua Parola, tramite altri credenti, e tramite lo Spirito Santo.

Come reagisci tu quando Dio ti parla? Come reagisci quando Dio ti chiama a fare cose che umanamente sembrerebbero assurde, ma è chiaro che sono da Dio? Come reagisci quando ai tuoi occhi la via che Dio ti mette davanti non ha senso?

Abramo si è fidato di Dio. La sua fede era salda, forte, ancorata in Dio. Oh che possiamo anche noi avere la stessa fede!

Ma, in realtà, POSSIAMO avere la stessa fede!

Come possiamo avere anche noi la fede di Abramo? Da cosa viene la fede?

La fede in Dio viene dal conoscere Dio. Ti fideresti di una persona che non conosci veramente? No, certo che no! Ma, se invece conosci bene, a fondo, una persona, magari un familiare o un amico stretto, allora ti puoi fidare di quella persona.

La stessa cosa vale con Dio. Non possiamo avere una profonda fede in Dio se non conosciamo Dio a fondo. E la nostra fede sarà profonda solo tanto quanto è profonda la nostra conoscenza di Dio. Quando dico “conoscenza” non intendo “conoscenza intellettuale”, piuttosto, intendo un cuore che conosce il suo Dio personalmente, leggendo la Parola di Dio, avendo visto la mano di Dio all’opera nella sua vita, sentendo dell’opera di Dio nella vita degli altri intorno a lui. Questa è la conoscenza che aumenta la fede, non la conoscenza intellettuale “accademica”, ma veramente avere un cuore che comprende sempre di più qual è il cuore, il carattere e gli attributi del suo Dio.

Conoscere Dio di più aumenta la nostra fede. Oh prego che ciascuno di noi vedrà l’importanza di crescere nella fede, perché è fondamentale nella vita cristiana.

Abramo in Egitto

Abramo è un grande esempio per noi di cosa vuol dire avere vera fede in Dio. Per fede ha lasciato il suo paese e i suoi parenti, per intraprendere un viaggio faticoso, senza neanche sapere quale fosse la destinazione. Ha avuto totale fede in Dio, che Dio avrebbe mantenuto la sua promessa. Che esempio! E che meraviglioso vedere che Dio ha mantenuto le sue promesse ad Abramo.

Ma anche Abramo, come noi, non aveva sempre fede in Dio. Anche Abramo aveva momenti in cui non ha guardato a Dio e in cui non si è fidato di Dio.

Andiamo avanti nella storia, nel resto del capitolo 12, e leggiamo di un avvenimento in cui Abramo ha peccato non fidandosi di Dio.

Quanto vediamo noi stessi in quello che ha fatto!

Dio ha gestito le cose in modo che nel paese dove Dio aveva portato Abramo ci fosse una grave carestia. Perciò Abramo era costretto a spostarsi, per poter sopravvivere. Allora decide di non tornare indietro al paese da cui era venuto, ma sceglie di scendere in Egitto.

Seguite mentre leggo dal v10.

“10 Ora venne nel paese una carestia e Abramo scese in Egitto per dimorarvi, perché nel paese vi era una grande carestia.

Dio aveva gestito questa grande carestia. C’era la sua mano dietro, come c’è la mano di Dio dietro ogni circostanza della mia e nella tua vita.

Abramo fa i suoi calcoli

A causa di questa carestia Abramo ha scelto di scendere in Egitto per provvedere per la sua famiglia. Ma scendere in Egitto significava affrontare dei rischi, anche grandi.

Dio era con Abramo, era stato con lui nel viaggio fino alla terra promessa, e sarebbe stato con lui anche in Egitto. Se Dio era stato fedele con Abramo fino a quel punto, come non lo sarebbe stato anche adesso?

Certamente Dio sarebbe stato con loro, anche in mezzo a questa grave carestia. Ma Abramo, come noi a volte, non stava tenendo in mente questa verità così fondamentale.

Quindi, Abramo, ha cominciato a fare i suoi calcoli, le sue previsioni di come sarebbero potute andare le cose. Comincia a pensare, e ad avere timore per la propria vita, a causa di sua moglie. Leggiamo di questo nei prossimi versetti, dal v11.

11 Ora avvenne che, come stava per entrare in Egitto, disse a Sarai sua moglie: "Ecco, io so che tu sei una donna di bell’aspetto; 12 così avverrà che, quando gli Egiziani ti vedranno, diranno: "Costei è sua moglie"; e uccideranno me, ma lasceranno te in vita. 13 Ti prego, dì che sei mia sorella, perché io sia trattato bene a motivo di te, e la mia vita sia salva per amor tuo".

Abramo ha fatto i suoi ragionamenti, ha pensato a cosa sarebbe potuto succedergli in Egitto. E aveva timore. Aveva timore di quello che gli egiziani, vedendo la bellezza di Sara, avrebbero potuto fare a lui per avere lei. Abramo aveva timore che lo avrebbero ucciso. Era convinto di questo. Il suo ragionamento filava.

Allora, per risolvere questo problema, ha cercato una soluzione, e ne ha trovata una: Sara doveva dire di essere sua sorella, e non sua moglie, così gli egiziani non lo avrebbero ucciso per avere Sara, ma piuttosto lo avrebbero trattato bene.

Scopriamo qualche capitolo più avanti, in Genesi, che in un certo senso Sara era veramente sorella di Abramo. Ma, essendo effettivamente sua moglie, dire che era sua sorella, seppure vero in un certo senso, era comunque una menzogna. Era una mezza verità. Era una verità molto più piccola in confronto alla verità che Sara era sua moglie. Oltretutto, era una menzogna perché era detta per far credere qualcosa di falso, e cioè che Sara fosse solo sorella di Abramo, e non anche sua moglie.

Abramo aveva fatto i suoi calcoli, e pensava di avere trovato la soluzione al problema. Ma cosa succede dopo?

Seguite mentre leggo dal v14.

“14 Quando infatti Abramo giunse in Egitto, gli Egiziani videro che la donna era molto bella. 15 La videro anche gli ufficiali del Faraone e la lodarono davanti al Faraone e la donna fu portata in casa del Faraone. 16 Ed egli trattò bene Abramo a motivo di lei. Così Abramo ebbe pecore, buoi, asini, servi, serve, asine e cammelli. 17 Ma l’Eterno colpì Faraone e la sua casa con grandi calamità, a motivo di Sarai, moglie di Abramo. 18 Allora il Faraone chiamò Abramo e disse: "Che cosa mi hai fatto? Perché non mi hai detto che era tua moglie? Perché hai detto: 19 "È mia sorella"? Così io la presi per essere mia moglie. Ora dunque eccoti tua moglie; prendila e vattene!". 20 Poi il Faraone diede alla sua gente ordini riguardo ad Abramo, ed essi fecero partire lui, sua moglie e tutto quello che aveva.” (Genesi 12:14-20 LND)

La soluzione che Abramo aveva trovato, ai suoi occhi sembrava ideale. E in realtà, ha anche funzionato molto bene. Infatti, non solo gli egiziani non l’hanno ucciso, ma il Faraone stesso l’ha trattato molto bene, dandogli addirittura tante ricchezze. Quindi, in sé il piano di Abramo ha funzionato benissimo.

Però… C’è un grande “però” a cui Abramo non ha pensato. Il Faraone, credendo alla menzogna che Abramo gli aveva detto, ha preso Sara per essere sua moglie! E se non fosse stato per la grazia di Dio, che è intervenuto colpendo il Faraone e la sua casa con grandi calamità, facendo così venire fuori tutto allo scoperto, Abramo avrebbe perso sua moglie.

Poi, quando tutto è venuto alla luce, c’è stata anche un’altra conseguenza, anche se minore. Infatti, il Faraone li ha cacciati via dall’Egitto.

Analizziamo

Che storia triste! Abramo ha peccato, e se non fosse stato per la mano di Dio che è intervenuta, le conseguenze potevano essere disastrose.

Ma voglio analizzare più a fondo cosa è successo in questo avvenimento. Noi, leggendo questa storia, notiamo subito la menzogna di Abramo. E notiamo il suo peccato, che magari noi non facciamo in modo così esplicito. Ma, in realtà, c’è molto, molto di più sotto, che si applica molto a ciascuno di noi.

Quindi, consideriamo vari aspetti di quello che è successo in questa storia.

Fidarsi di Dio

La prima cosa che voglio notare è cos’è che ha mosso Abramo all’inizio di tutto questo avvenimento. Cos’è che ha spinto Abramo a fare quello che ha fatto?

Abramo aveva timore per la sua vita, aveva paura di essere ucciso dagli egiziani. Aveva fatto i suoi calcoli ed era angosciato perché era convinto che in Egitto lo avrebbero ucciso. Aveva timore perché non stava guardando a Dio e non si stava fidando di Dio. Stava facendo i suoi calcoli umani, senza accludere Dio nei suoi calcoli, cioè senza tenere in mente che Dio sarebbe stato con lui in Egitto, e non ricordando le promesse che Dio gli aveva fatto.

Una soluzione che suona bene

Quindi, trovandosi in questa situazione, Abramo ha pensato ad una soluzione per risolvere questo problema, ed è arrivato ad una soluzione che sembrava ideale e sembrava che avrebbe funzionato molto bene. Abramo ha chiesto a Sara di dire agli egiziani che era sua sorella, piuttosto che sua moglie.

Qui vediamo Abramo che fa quello che anche noi a volte facciamo. Abramo ha pensato ad una soluzione “furba” al suo problema. Ha scelto di dire una mezza verità, che in realtà era una menzogna. E ha spinto anche sua moglie a peccare insieme a lui.

Questa sembrava una soluzione al problema, in quanto, agli occhi di Abramo, poteva togliere il rischio che gli egiziani lo uccidessero. Sembrava una soluzione ideale, ma come è andata a finire?

Quella che sembrava una soluzione ideale, in realtà, si è rivelata essere un disastro. Prima di tutto, prima delle conseguenze che ha portato, è stata un disastro perché ha portato Abramo a peccare, e a spingere sua moglie a peccare.

Ma con questa sua “soluzione” Abramo ha peccato in più modi. Ha peccato mentendo, ha peccato spingendo sua moglie a mentire, ma forse più grande di tutto, ha peccato mancando gravemente nel suo ruolo di marito. Abramo non ha protetto sua moglie. Piuttosto, era così preso con il cercare di salvare la propria vita, che non ha pensato a proteggere sua moglie. E, potremmo dire, era così preso con il timore di essere uccido che non gli importava quello che sarebbe potuto succedere a sua moglie. Era consumato con quello che gli egiziani avrebbero potuto fare a lui, ma non si è preoccupato di pensare a fondo a quello che poteva succedere a sua moglie. Era una grave mancanza! E così, ha esposto sua moglie ad un gravissimo pericolo, che poi è stato scampato solo perché Dio è intervenuto.

Trascurare aspetti fondamentali

Se guardiamo tutto da una prospettiva più grande, in questa storia notiamo un principio che vale anche per noi.

Abramo, quando ha fatto i suoi ragionamenti e i suoi calcoli, ha tenuto in mente vari fattori. Per esempio ha tenuto in mente che sua moglie era bella e avrebbe attirato l’attenzione degli egiziani, e poi anche che gli egiziani avrebbero potuto volerla, anche al punto di uccidere lui per avere lei. Quindi, ha fatto i suoi calcoli tenendo in mente vari fattori.

Ma la grossa mancanza di Abramo è che ha tenuto in mente solo certi fattori, trascurando completamente altri fattori FONDAMENTALI, MOLTO più importanti di quelli che lui aveva in mente. Per esempio, non ha tenuto in mente il suo ruolo come marito, di proteggere sua moglie prima di proteggere se stesso. Non ha tenuto in mente che dire una mezza verità così è la stessa cosa di mentire. Ha calcolato cosa poteva succedere a lui, ma non ha calcolato cosa poteva succedere a sua moglie se gli egiziani avessero creduto che fosse sua sorella. Quindi, Abramo ha fatto i suoi calcoli, ma erano gravemente mancanti. Ha lasciato fuori dai suoi calcoli fattori fondamentali, che non erano da lasciare fuori.

A causa dei suoi ragionamenti, Abramo ha messo se stesso e sua moglie in una situazione estremamente grave. Il Faraone, credendo che Sara fosse veramente la sorella di Abramo, l’ha presa per sé, per essere sua moglie. Il piano di Abramo ha funzionato per quanto riguardava salvare la sua stessa vita, ma si è rivelato essere un disastro per tutto il resto.

Dio è intervenuto

Per la grazia di Dio, Dio stesso è intervenuto per risolvere la situazione. Dio ha colpito il Faraone e la sua casa, e ha fatto venire tutto alla luce. Per la grazia di Dio, Abramo non ha avuto le gravissime conseguenze che poteva avere dal suo peccato. Ma comunque il suo peccato ha portato conseguenze, e ha danneggiato molto.

Pensiamo a noi

Avete visto quanto c’era dietro tutta questa situazione, oltre che la sola menzogna? C’era molto di più dietro, che è molto più grande e molto più grave.

Abramo certamente ha peccato, e il suo peccato era grave. Ma se siamo onesti, dobbiamo ammettere che anche io e te abbiamo commesso gli stessi peccati, in qualche forma.

Pensiamo ai principi dietro a questa storia della vita di Abramo.

Ti sei mai trovato nella stessa situazione di Abramo? Ti sei mai trovato davanti ad un problema, vero o anche solo potenziale? E, in quella situazione sei mai corso a trovare una soluzione, che ai tuoi occhi filava benissimo e sembrava perfetta, ma che alla fine si è rivelata essere un disastro?

Abramo si trovava davanti ad un problema potenziale. Credeva che lo avrebbero ucciso, ma non ne aveva la certezza. Ma non si stava fidando di Dio, e non aveva pace nel suo cuore. Piuttosto, è corso subito a cercare una soluzione umana a questo problema, invece di fidarsi di Dio, che Dio sarebbe stato con lui anche in quella situazione, come nel passato. Quindi, la base su cui Abramo ha costruito la sua soluzione al problema, era una base marcia, peccaminosa.

Hai mai fatto la stessa cosa? Hai mai peccato non fidandoti di Dio in una situazione, che fosse un grande pericolo come per Abramo, o anche qualcosa di molto più piccolo?

Avendo posto questa base marcia, di non fidarsi di Dio, Abramo ha fatto i suoi calcoli per risolvere il problema. E anche i suoi calcoli non tenevano conto di Dio, e non ha valutato in base ai principi di Dio, ma in base ai suoi ragionamenti.

Tu hai mai valutato come affrontare un problema, ma senza tenere in mente i chiari principi di Dio, e senza chiedere consigli a chi ha più esperienza di te?

Sei mai corso a trovare una soluzione “umana” ai tuoi problemi, senza tenere conto di Dio e dei suoi principi nei tuoi ragionamenti?

Hai mai trovato una soluzione “furba” ai tuoi problemi? Hai mai fatto come Abramo? Hai mai scelto la via di peccare per risolvere un problema, o per evitare un problema?

E ti è mai successo che, alla fine, con la tua soluzione che sembrava ottima, alla fine hai danneggiato altri?

Magari in forme diverse, in modi diversi, ma siamo stati tutti colpevoli degli stessi peccati di Abramo.

Come riconoscere quando facciamo così

Abramo ha agito stoltamente, e il suo peccato ha portato conseguenze. Abramo ha rischiato di perdere sua moglie. Se Dio non fosse intervenuto, per GRAZIA, Abramo avrebbe perso Sara. Che dolore immenso! Avrebbe protetto la propria vita, ma avrebbe perso sua moglie!

Dio ci ha dato questa storia nella sua Parola in modo che possiamo imparare da Abramo, perché Abramo non è l’unico che ha peccato così. Anche io, e anche te, siamo caduti tante volte negli stessi peccati di Abramo.

Come possiamo riconoscere quando stiamo peccando come Abramo? Quando ci arriva una situazione, un pericolo, una prova, vera o potenziale che sia, come possiamo stare in guardia per non cadere?

Ci sono alcune domande da tenere in mente in questi casi.

Dov’è rivolto il tuo cuore? Dove stai guardando

Quando arriva una situazione nella tua vita, un pericolo o un problema, sia che sia vero sia che sia solo potenziale, nei tuoi pensieri, la prima cosa da chiederti è: dov’è rivolto il mio cuore? Dove sto guardando? Sto guardando al problema, oppure sto guardando a Dio?

Abbiamo sempre bisogno di tenere gli occhi su Dio, ricordare chi è, le sue verità, le sue promesse, i suoi principi.

Le verità specifiche da tenere in mente cambiano in base alla situazione in cui ci troviamo, ma quando arrivano questi momenti è fondamentale che i nostri pensieri siano focalizzati su Dio e guidati dalle sue verità.

Come stai?

Come si capisce dove stai guardando? Valuta come stai, veramente, di cuore.

Come stai? Se non hai pace, se hai un cuore turbato, pieno di ansia, pieno di paura, pieno di rabbia e rancore, pieno di lamentela, allora non stai guardando a Dio. Quando non hai piena pace e gioia nel cuore, non stai guardando a Dio. E quello è come una spia rossa sul cruscotto della vita, che ti dice che c’è qualcosa che non va nel tuo cuore.

Se non hai pace e gioia vera nel cuore, non devi metterti a valutare la situazione che hai davanti. Piuttosto, la prima cosa da fare è fermarti, riconoscere che non stai guardando a Dio, e tornare a guardare a Dio. Solo allora potrai affrontare la situazione in modo giusto.

Stai accludendo Dio nei tuoi ragionamenti?

Una terza domanda da farti, quando ti trovi in queste situazioni e stai cercando una soluzione è: sto accludendo Dio nei miei ragionamenti e calcoli?

È molto facile cadere nel fare ragionamenti umani, e cercare soluzioni umane per i nostri problemi. Queste soluzioni non tengono conto di Dio, del suo cuore per noi, della sua potenza, delle sue verità, o delle sue promesse.

Nel caso di Abramo, lui non stava tenendo conto del fatto che Dio era stato con lui fino a quel punto, e che non lo avrebbe abbandonato neanche quando sarebbe sceso in Egitto.

Quando cerchiamo di trovare soluzioni per i nostri problemi, senza tenere conto di Dio nei nostri ragionamenti e calcoli, come sarà la soluzione che troviamo? Sicuramente non sarà buona.

La tua soluzione include peccato?

Un’altra domanda da farci in questi momenti è: la soluzione che ho trovato include qualche forma di peccato?

Abramo aveva trovato una soluzione per il suo problema, e quella soluzione sembrava buona ai suoi occhi. Ma includeva del peccato.

È buono fermarci per valutare se la soluzione che abbiamo trovato include, in qualche modo, una forma di peccato. Dio non ci dà mai situazioni che possiamo affrontare, o risolvere, solo peccando.

Se tu mai credi che per risolvere un problema devi per forza peccare, e non ci sono alternative, stai credendo una menzogna. Dio non ci dà mai situazioni in cui dobbiamo per forza peccare per uscirne.

È vero, però, che a volte, come conseguenza del nostro peccato, ci mettiamo in situazioni così. Ma scegliere di peccare per evitare problemi o una situazione difficile, come ha fatto Abramo, non è mai una via benedetta.

Cosa vedono gli altri?

Un’ultima domanda che è buono farci in questi momenti è: cosa vedono gli altri credenti saggi che Dio ha messo nella mia vita?

Il altre parole, spesso è utile, e fondamentale, confrontarci con credenti saggi, che hanno esperienza e, soprattutto, che hanno timore di Dio.

Quando ti trovi in situazioni così, è estremamente importante chiedere consiglio ad altri credenti maturi. Puoi evitare tante cadute semplicemente raccontando ad altri i tuoi pensieri e ragionamenti.

I fratelli e le sorelle nella fede possono aiutarti a riconoscere quando non stai guardando a Dio, e possono aiutarti a tenere gli occhi su Dio nella situazione in cui ti trovi. Inoltre, condividendo i tuoi ragionamenti e calcoli, possono aiutarti a vedere se quello che hai pensato è giusto, se stai tenendo in mente tutti i principi di Dio per quella situazione, o se stai in qualche modo accludendo del peccato nella tua soluzione.

L’importanza di valutare bene

Queste sono solo alcune domande che possiamo porci. Ma sono domande utili, importanti, che possono aiutarci a non cadere nello stesso peccato di Abramo, in cui siamo già caduti tutti più volte. Grazie a Dio per la sua Parola che ci guida in ogni situazione, e grazie a Dio per i fratelli e sorelle, il corpo di Cristo, che Lui ci ha dato.

Conclusione

In Genesi 12 abbiamo visto Abramo, un grande uomo di Dio, citato in Ebrei 11 come un esempio di fede.

Nella prima parte del capitolo abbiamo visto la fede di Abramo quando Dio l’ha chiamato. Che fede! E che esempio per noi! Dio lo ha chiamato a partire senza dargli una destinazione, e Abramo si è fidato di Dio ed è partito.

Nella seconda parte del capitolo, però, abbiamo visto Abramo che non si è fidato di Dio, ed è caduto nel peccato. E il suo peccato ha portato gravi conseguenze.

Oh che possiamo imparare dall’esempio di Abramo! Oh che possiamo avere la fede di Abramo, di scegliere di seguire Dio anche quando non capiamo dove vuole portarci. E che possiamo prendere esempio dalla caduta di Abramo, per non peccare come lui ha peccato.

Che Dio ci aiuti e guidi in questo!