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Come stare bene! Genesi 4:6,7

Sermoni di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica, 28 novembre, 2010 ---- cmd ag -----
Parole chiave: Caino e Abele, ravvedimento, come stare bene.

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Come stai, veramente? Non a livello superficiale, ma veramente di cuore? Spesso, non stiamo bene. Siamo frustrati, arrabbiati, turbati, agitati, preoccupati, scoraggiati, abbattuti.

Eppure, vogliamo tutti stare bene. E non è sbagliato voler stare bene. Dio ha creato il mondo in modo stupendo, e se l'uomo non avesse scelto di peccare, ogni uomo starebbe veramente bene sempre, in ogni momento e in qualsiasi situazione. Quindi, in realtà, siamo stati creati per stare bene. La morte e le sofferenze della vita non facevano parte del mondo in cui Dio aveva messo l'uomo. Queste cose sono arrivate a causa dei nostri peccati. Però, Dio ha provveduto la possibilità per l'uomo di stare veramente bene, anche oggi.

Se Dio ha provveduto per noi la possibilità di stare veramente bene, perché spesso non stiamo bene? In realtà, è la volontà di Dio che stiamo bene. Quello che vorrei fare in questo sermone è semplicemente considerare ciò che Dio dichiara per quanto riguarda il modo in cui stare bene. Non è complicato, richiede solo fidarci veramente di Dio, e camminare nella via che Egli ha stabilito. Chi vive così starà veramente bene!

Questo insegnamento viene dato ripetutamente nella Bibbia. Oggi, vogliamo considerare l'inizio di Genesi 4, che è un insegnamento chiarissimo su come stare veramente bene.

Iniziamo, come bisogna fare sempre, cercando di capire il contesto di questo brano. Dio aveva creato l'uomo, e lo aveva posto in un giardino meraviglioso, in cui l'uomo aveva una vita senza alcuna difficoltà, e molto più di quello, aveva il dono più grande possibile, l'uomo aveva comunione con Dio. Come sapete, l'uomo e la donna scelsero di disubbidire a Dio, per cercare soddisfazione al di fuori di Dio. Visto che Dio è il Creatore, non esistono benedizioni al di fuori di lui. Perciò, anziché trovare soddisfazione altrove, Adamo ed Eva persero la benedizione della comunione intima con Dio.

Però Dio, nella sua misericordia, ha provveduto per loro un modo per essere riconciliati con Lui. Adamo ed Eva dovevano riconoscere il loro peccato e, per mostrare a Dio che erano consapevoli di essere colpevoli, e che meritavano la morte e la separazione da Dio, Adamo ed Eva e i loro discendenti, dovevano fare dei sacrifici di animali con il loro grasso. Questi sacrifici simboleggiavano il riconoscere il loro peccato e il loro bisogno di un Salvatore, che Dio avrebbe provveduto, nella persona di Gesù Cristo.

Da quello che leggiamo in Genesi 4, comprendiamo che Adamo aveva trasmesso questa informazione ai suoi figli. Perciò, quando leggiamo in Genesi 4 di Caino e Abele, è importante tenere in mente che essi sapevano quello che Dio richiedeva da loro.

Tenendo quello in mente, leggiamo ora Genesi 4:1-7.

“1 Ora Adamo conobbe Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino, e disse: "Ho acquistato un uomo, dall’Eterno". 2 Poi partorì ancora Abele, suo fratello. E Abele divenne pastore di greggi; mentre Caino divenne lavoratore della terra. 3 Col passare del tempo, avvenne che Caino fece un’offerta di frutti della terra all’Eterno; 4 Ora Abele offerse anch’egli dei primogeniti del suo gregge e il loro grasso. E l’Eterno riguardò Abele e la sua offerta, 5 ma non riguardò Caino e la sua offerta. Così Caino ne fu molto irritato, e il suo viso ne fu abbattuto. 6 Allora l’Eterno disse a Caino: "Perché sei tu irritato e perché è il tuo volto abbattuto? 7 Se fai bene non sarai tu accettato? Ma se fai male, il peccato sta spiandoti alla porta e i suoi desideri sono volti a te; ma tu lo devi dominare".” (Genesi 4:1-7 LND)

Per capire come noi possiamo stare bene, voglio concentrare sul discorso che Dio fece a Caino. Però prima, notiamo quello che è successo.

A questo punto, Dio aveva dato ad Adamo ed Eva due figli, prima Caino, e in seguito Abele. Crescendo, Abele divenne pastore di greggi, mentre Caino divenne un lavoratore della terra. È estremamente probabile che Abele non mangiasse solamente latticini, e Caino non mangiasse solamente frutta e verdura, ma quasi sicuramente si scambiavano cibi l'uno con l'altro, e anche con i loro genitori.

Da quello che Dio dichiara a Caino nel versetto 7, è chiaro che Caino e Abele sapevano ciò che Dio aveva richiesto da loro. In altre parole, essi sapevano che Dio richiedeva un sacrificio con il suo grasso.

Tenendo quello in mente, leggiamo i vv. 3-5.

“3 Col passare del tempo, avvenne che Caino fece un’offerta di frutti della terra all’Eterno; 4 Ora Abele offerse anch’egli dei primogeniti del suo gregge e il loro grasso. E l’Eterno riguardò Abele e la sua offerta, 5 ma non riguardò Caino e la sua offerta. Così Caino ne fu molto irritato, e il suo viso ne fu abbattuto.” (Genesi 4:3-5 LND)

Abele, ubbidendo al comandamento di Dio, offerse dei primogeniti del suo gregge e il loro grasso. La Bibbia ci insegna che questa sua ubbidienza fu un atto di fede, come leggiamo in Ebrei 11:4.

Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per essa egli ricevette la testimonianza che era giusto, quando Dio attestò di gradire le sue offerte; e per mezzo di essa benché morto, egli parla ancora.” (Ebrei 11:4 LND)

Abele aveva agito per fede, Caino no.

È importante capire che quello che Abele fece, lo fece per fede. Da questo, comprendiamo che Caino non fece la sua offerta per fede. Come abbiamo appena letto, l'offerta che Abele offrì a Dio fu accettata da Dio perché Abele lo fece per fede. Ciò che Dio gradiva dell'offerta di Abele era il fatto che fu fatta per fede. La fede di Abele lo portò ad ubbidire ai comandamenti di Dio.

Invece, l'offerta di Caino non fu fatta per fede. Ed è per questo che Dio non accettò la sua offerta, o come dichiara il nostro brano, non riguardò Caino e la sua offerta. Caino non fece un'offerta perché si riconosceva di essere un peccatore bisognoso del perdono di Dio. Caino non aveva timore di Dio, non aveva vera fede in Dio. E perciò, Dio non accettò la sua offerta, e nemmeno lui stesso.

La situazione di Caino

È importante che comprendiamo la situazione di Caino: Caino conosceva quello che Dio richiedeva, ma Caino scelse di non ubbidire. Voleva fare di testa sua, il suo peso più grande non era di voler essere riconciliato con Dio. Per questo, non camminava per fede in Dio.

Il versetto 5 dichiara che Dio non riguardò Caino né la sua offerta. Ascoltatemi bene: quando Dio non ha riguardo per una persona, è impossibile per quella persona di stare veramente bene. Il fatto di stare veramente bene, che è una condizione del cuore, arriva da Dio solo. Quando Dio non benedice una persona così, quella persona non può veramente stare bene. E in questa occasione, Caino non stava bene.

Se noi non siamo in buoni rapporti con Dio, non possiamo mai stare veramente bene. Possiamo cercare di stare bene in tanti modi, ma non staremo mai veramente bene se non stiamo camminando in ubbidienza a Dio, per fede in Lui. Caino non camminava per fede, e non stava bene!

Infatti, il versetto dichiara che Caino fu molto irritato, e il suo volto era abbattuto, o come diremo noi, era nero. Caino era furioso, Caino era molto irritato. Con chi era irritato? Avrebbe dovuto essere irritato con se stesso, perché egli era la causa del fatto che Dio non aveva accettato la sua offerta. Però, non era irritato con se stesso, era irritato con Dio, con le circostanze, col fatto che Dio non aveva avuto riguardo per lui e per la sua offerta. No, Caino non stava bene! Se viviamo come lui, nemmeno noi staremo bene. Infatti, quando stiamo male così, è perché abbiamo del peccato nella nostra vita.

Il cuore di Dio!

A questo punto, vediamo qualcosa di meraviglioso del cuore di Dio. Caino aveva peccato, Caino non aveva la fede giusta in Dio, Caino non stava ubbidendo a Dio. Quanto Caino rispecchia quello che spesso è la nostra condizione!

Alla luce del fatto che Caino riceveva ogni benedizione da Dio, che cosa meritava da Dio visto che stava peccando contro il suo Creatore? Caino meritava una punizione immediata! Invece, vediamo il cuore di Dio, che esorta l'uomo a riconoscere il suo peccato e a ravvedersi, in modo da essere riconciliato con Lui. Leggiamo le parole di Dio a Caino nei versetti 6,7:

“6 Allora l’Eterno disse a Caino: "Perché sei tu irritato e perché è il tuo volto abbattuto? 7 Se fai bene non sarai tu accettato? Ma se fai male, il peccato sta spiandoti alla porta e i suoi desideri sono volti a te; ma tu lo devi dominare".” (Genesi 4:6-7 LND)

Quanto grande è il cuore di Dio! Qua, vediamo Dio fare appello al cuore di Caino, incoraggiandolo a ravvedersi in modo da poter godere comunione con Dio, per poter stare veramente bene.

Dio inizia il suo discorso con una domanda, una domanda che serviva per aiutare Caino a riconoscere il proprio peccato. Dio gli chiese: “Perché sei tu irritato e perché è il tuo volto abbattuto?” Questa domanda serviva per far ragionare Caino, per aiutarlo a riconoscere il suo peccato, e il fatto che il suo peccato lo faceva stare male.

Poi Dio dichiara: se fai bene non sarai tu accettato? In altre parole, Dio sta dicendo: “Caino, hai fatto male, hai peccato, non facendo come ho comandato di fare, e perciò, non stai bene. Ora, ravvediti e fai il bene per fede. Allora ti benedirò, e allora starai veramente bene, allora, sarai accettato da me.”

Con questa affermazione, Dio stava mostrando a Caino che lo avrebbe accolto di nuovo se avesse cambiato cuore, se si fosse ravveduto.

Nonostante che avesse peccato contro di Lui, Dio offriva a Caino di entrare di nuovo in un rapporto personale e intimo con Lui, gli offriva di essere accolto nuovamente da Dio. Essere accettato da Dio, il sovrano Signore di tutto, è il dono più grande possibile.

Essere accolto da Dio è quello che ti fa stare bene! E Dio stava offrendo questo privilegio a Caino nonostante che Caino non lo meritasse affatto. Quanto è grande il cuore di Dio, e pronto a perdonare chi si umilia, chi riconosce il proprio peccato, e torna a Dio con fede!

Però, Dio non solo spiegò a Caino il prezioso beneficio che avrebbe potuto avere se avesse riconosciuto ed abbandonato il suo peccato, ma gli spiegò anche il male che sarebbe successo se non si fosse ravveduto. Leggo ancora il v.7

“Se fai bene non sarai tu accettato? Ma se fai male, il peccato sta spiandoti alla porta e i suoi desideri sono volti a te; ma tu lo devi dominare".” (Genesi 4:7 LND)

Qua, Dio avvertì Caino che se lui avesse deciso di continuare a fare il male, ci sarebbero state conseguenze brutte e terribili.

Dio parla del peccato come un nemico, un nemico che sta alla porta, cercando l'opportunità di farci del male. Dice: “il peccato sta spiandoti alla porta.” Il peccato è come un terribile nemico che ci odia, e che cerca di farci il male più grande possibile! Ci spia, in altre parole è sempre attento, aspettando quel momento in cui non noi siamo attenti! È come un nemico in una guerra, che aspetta quel momento in cui metti giù la guardia per un attimo. Proprio in quell'attimo, ti spara.

Quando Dio dice del peccato: “i suoi desideri sono volti a te, ma tu lo devi dominare”, sta spiegando a Caino che doveva scegliere fra dominare il suo peccato, ravvedendosi, o essere dominato dal peccato.

Caino aveva una scelta. O poteva umiliarsi, ravvedersi e tornare a Dio, per essere accolto da Dio ed essere benedetto, oppure, sarebbe stato completamente dominato dal suo peccato, e sarebbe rimasto separato da Dio per sempre.

Paralleli con noi

Fermatevi a riconoscere che questo non è solo un avvenimento storico, ma è anche una realtà nella vita di ciascuno di noi. Ognuno di noi ha davanti a sé la stessa scelta giorno per giorno, una scelta che ha immense conseguenze. Scegliamo il peccato, credendo che ci farà del bene, o scegliamo Dio, credendo che solo Egli può benedirci? Possiamo scegliere la via in cui camminare, ma non possiamo scegliere dove quella via ci porterà.

Se scegliamo la via di Abele, vedremo Dio come il più grande tesoro, vedremo la comunione con Lui come la cosa più preziosa di qualunque altra. Vedendo Dio come tesoro, cammineremo per fede, riconosceremo i nostri peccati, chiederemo perdono a Dio. Vivendo così, Dio avrà riguardo per noi, saremo accettati da Dio, e il nostro cuore sarà veramente soddisfatto in Lui. Tutto questo per merito di Gesù Cristo!

Sarà così se scegliamo Dio, se scegliamo di camminare per fede. Però spesso, non scegliamo Dio. Spesso, vogliamo fare di testa nostra, vogliamo soddisfare la nostra carne, e così ci allontaniamo da Dio, e dalle vere benedizioni, e dalla possibilità di stare veramente bene.

Ci sono tanti modi diversi in cui facciamo questo.

Per esempio, a volte cerchiamo di credere che stiamo facendo la volontà di Dio, quando in realtà stiamo facendo la nostra volontà. Diciamo di fare qualcosa per Dio, quando in realtà lo facciamo perché vogliamo farlo noi, perché soddisfa il nostro orgoglio, o la nostra carne.

A volte facciamo dei bei ragionamenti per giustificare una nostra scelta, anziché umilmente cercare di capire i principi di Dio dalla Bibbia. Per esempio, Caino non aveva rifiutato di fare un'offerta a Dio, però non fece l'offerta giusta che Dio aveva richiesto. Posso immaginare che Caino abbia ragionato in mente sua che quello che stava portando a Dio andasse più che bene. Quante volte noi facciamo la stessa cosa! Vogliamo una certa cosa, o vogliamo fare qualcosa, o vogliamo vivere in un certo modo, e ci giustifichiamo, cercando proprio quelle informazioni che ci permettono di dire che la nostra posizione è la volontà di Dio, quando in realtà è la nostra volontà.

Quando facciamo così, stiamo facendo il male, e come Caino, abbiamo bisogno di riconoscere il nostro peccato, abbiamo bisogno di ravvederci, e di tornare a camminare per fede, in ubbidienza, come faceva Abele.

In altre occasioni, vogliamo fare in un certo modo, perciò, evitiamo di valutare se quella nostra scelta è la volontà di Dio o no. Magari dentro di noi sappiamo che la nostra scelta è sbagliata, e perciò non vogliamo pensarci, perché ci farebbe sentire colpevoli. Perciò, anziché ragionare, rifiutiamo di pensarci. Se qualcuno ci parla del nostro comportamento sbagliato, evitiamo di valutare seriamente quello che ci viene detto, perché non vogliamo smettere di vivere in quel modo o di essere così. Anche questa è ribellione!

Un altro modo che cerchiamo di continuare a fare quello che noi vogliamo fare anziché arrenderci alla volontà di Dio è di mettere l'enfasi su altre persone che fanno certi peccati che noi non facciamo. Magari giustifichiamo il nostro comportamento sulla base del fatto che non stiamo facendo certe cose che altri stanno facendo. In questo modo, cerchiamo di non vedere il nostro peccato.

In realtà, non importa quale mezzo usiamo per continuare a disubbidire a Dio. Se noi continuiamo a disubbidire a Dio, allora, come Caino, ci troveremo dominati dal peccato, ci troveremo allontanati da Dio, ci troveremo nei guai. In quella condizione, non staremo mai veramente bene.

Occorre il ravvedimento per stare bene

È importante capire che le parole che Dio dichiara a Caino, sono parole rivolte anche a noi. Voglio leggere di nuovo quelle parole:

“Se fai bene non sarai tu accettato? Ma se fai male, il peccato sta spiandoti alla porta e i suoi desideri sono volti a te; ma tu lo devi dominare".” (Genesi 4:7 LND)

Se tu, che mi ascolti, lasci il tuo peccato, se ti ravvedi di avere fatto finora di testa tua, se riconosci il tuo peccato, se ti umili davanti a Dio, riconoscendo che solo Dio può benedirti, allora, sarai accettato da Dio! Tornerai ad essere in buoni rapporti con Dio! Il tuo cuore sarà soddisfatto!

Quando invece scegli di continuare a fare il male, indipendentemente da quali scuse inventi, o da come giustifichi quel male, o da come cerchi di spiegare che non è veramente un male, quel male ti dominerà. Sarai schiavo di quel peccato. Ascoltate le parole di Romani 6:16.

“Non sapete voi che a chiunque vi offrite come servi per ubbidirgli, siete servi di colui al quale ubbidite, o del peccato per la morte, o dell’ubbidienza per la giustizia?” (Romani 6:16 LND)

Siamo servi, ovvero schiavi, o del nostro peccato, oppure di Dio, qui descritto come la giustizia.

In Matteo 6, Gesù spiega che non possiamo avere due padroni. In quel brano, il peccato è l'essere attaccato a mammona, una parola che vuol dire ricchezze. Uno che è attaccato alle ricchezze diventa schiavo delle sue ricchezze. Ogni peccato è legato al fatto di cercare soddisfazione in qualcosa al di fuori di Dio stesso. Quando scegliamo di cercare la soddisfazione altrove, diventiamo schiavi di quella cosa. Leggo le parole di Gesù in Matteo 6:

“Nessuno può servire a due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro; oppure sarà fedele all’uno e disprezzerà l’altro; voi non potete servire a Dio e a mammona.” (Matteo 6:24 LND)

Siamo sempre schiavi di un padrone. La domanda è: quale? Dio o qualche peccato?

Nel Vangelo di Giovanni, Gesù dichiara che quando pecchiamo, siamo schiavi dei nostri peccati, proprio quello che Dio disse a Caino. Leggo Giovanni 8:34.

“Gesù rispose loro: "In verità, in verità vi dico: Chi fa il peccato è schiavo del peccato.” (Giovanni 8:34 LND)

Le conseguenze in bene e in male

Allora, a questo punto è importante fermarci e capire che l'avvenimento di Caino ci aiuta solo se lo applichiamo a noi stessi. Tutto quello che Dio disse a Caino, vale anche per noi.

Quando abbiamo peccato, se facciamo il bene, ovvero se ci ravvediamo e riprendiamo il cammino per fede, ubbidendo di cuore a Dio in tutto, allora, il nostro volto si rialzerà, ovvero, la gioia e la pace di Dio tornerà nel nostro cuore, e staremo veramente bene.

Invece, quando non ci ravvediamo, quando continuiamo a praticare un peccato, non staremo mai veramente bene, e non solo, ma il peccato prenderà dominio su di noi, facendoci sempre più male.

Succederà a noi quello che è successo a Caino. Andremo di male in peggio. Noi non abbiamo il potere in noi stessi di superare i nostri peccati. L'unica liberazione dal peccato è di ravvedersi, confessandolo a Dio.

Si tratta di fede, non di opere.

Voglio chiarire un punto importantissimo. Il fatto di ravvedersi dal peccato e di ubbidire a Dio, non è una salvezza per opere, piuttosto, è un cammino di fede, perché è solamente quando crediamo veramente a Dio che Gli ubbidiamo.

Abbiamo letto all'inizio che Abele fece la sua offerta per fede, e per questo fu accettato da Dio. Leggo ancora quel brano, in Ebrei 11:

“Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per essa egli ricevette la testimonianza che era giusto, quando Dio attestò di gradire le sue offerte; e per mezzo di essa benché morto, egli parla ancora.” (Ebrei 11:4 LND)

Quindi, Abele non fu accettato da Dio perché la sua offerta era giusta, ma piuttosto, fu accettato perché la offrì per fede. È stata la sua fede che lo ha spinto ad ubbidire a Dio in quello che sacrificava. Fu salvato per la sua fede.

L'ubbidienza che Dio vuole è l'ubbidienza che viene dalla fede. Dall'altro lato, quando pecchiamo, è perché non stiamo camminando per fede in Dio, ma vogliamo cercare le benedizioni al di fuori di Dio.

Altri esempi di questi principi

I principi che abbiamo visto in questo esempio di Caino li troviamo dappertutto nella Bibbia. Per esempio, nel Salmo 32, il Salmista scrive che finché aveva taciuto, ovvero finché stava rifiutando di riconoscere i suoi peccati e di confessarli, che comprende l'abbandonarli, egli stava malissimo, perché la mano di Dio pesava su di lui.

Il salmista inizia parlando di quanto è benedetto chi è stato perdonato dai suoi peccati. Poi, parla di un'esperienza nella sua vita in cui aveva un peccato, però taceva, e non confessava quel peccato. Spiega quanto stesse male, finché non si è umiliato davanti a Dio, e non ha confessato il suo peccato a Dio. Quando lo ha confessato, Dio lo ha perdonato e di nuovo è tornato nella condizione di essere benedetto, come descrive nei primi due versetti. Leggo il Salmo 32:1-5.

“1 Beato colui la cui trasgressione è perdonata, il cui peccato è coperto! 2 Beato l’uomo a cui l’Eterno non imputa l’iniquità, e nel cui spirito non c’è inganno. 3 Mentre tacevo, le mie ossa si consumavano tra i gemiti che facevo tutto il giorno. 4 Poiché giorno e notte la tua mano pesava su di me, il mio vigore era diventato simile all’arsura d’estate. (Sela) 5 Davanti a te ho riconosciuto il mio peccato, non ho coperto la mia iniquità. Ho detto: "Confesserò le mie trasgressioni all’Eterno," e tu hai perdonato l’iniquità del mio peccato.” (Salmo 32:1-5 LND)

Da questo brano vediamo la stessa verità che Dio aveva detto a Caino, cioè che finché non ci umiliamo davanti a Dio, confessando e abbandonando il nostro peccato, non avremo la sua pace e la sua benedizione più profonda, e rischiamo la sua terribile ira.

Come c'entra con te

A questo punto, invito ciascuno a valutare la propria vita. Ad ognuno che è già un figlio di Dio, ti chiedo: come stai veramente? Il tuo viso è abbattuto? Sei irritato? Manchi la vera gioia della salvezza? Se è così, esaminati, per riconoscere se hai qualche peccato che non stai confessando.

Forse non stai veramente ringraziando Dio. Forse non stai confessando dell'orgoglio nella tua vita. Forse sei egoista. Forse ti stai vergognando di Cristo. Possiamo peccare in tanti modi. Se lasciamo qualsiasi peccato nella nostra vita, quel peccato ci porterà del male!

Se non stai veramente bene, e se riconosci che è a causa di un peccato, allora, ravvediti, confessa il tuo peccato, torna a camminare per fede in Dio, e allora, il tuo volto si rialzerà. Allora, starai veramente bene, in Cristo! Conoscerai la gioia della salvezza.

Se tu che mi ascolti non sei ancora un figlio di Dio, sappi che in questo brano, Dio sta parlando a te! Tu sei come Caino, magari fai certe cose per Dio, ma non hai vera fede in Dio, quella fede che ti fa abbandonare il tuo peccato. Invece, in certi campi della vita, tu fai quello che vuoi fare tu, non ti arrendi a Dio in tutto.

Se tu vivi così, se non abbandoni il tuo peccato, ponendo la tua fede in Dio, allora Dio non avrà riguardo per te, che vuol dire che al giudizio, sarai condannato eternamente! Però, nella sua bontà Dio parla al tuo cuore tramite il nostro brano di oggi, e ti comanda di fare il bene, ovvero, ti comanda di ravvederti, di fidarti di Dio, confessando i tuoi peccati e vivendo come Dio comanda.

Quindi, che tu sia un credente o che tu non sia veramente salvato, non ha alcun senso continuare nel peccato! Se continui nel peccato, il peccato avrà padronanza su di te, e tu sarai separato da Dio e dalle benedizioni che possiamo avere solamente in Lui.

Impariamo da questo brano, e camminiamo come Abele, e non come Caino! Se abbiamo peccato, confessiamo quel peccato, e accogliamo il prezioso e meraviglioso dono del perdono, finché c'è tempo!

Camminiamo per fede, riconoscendo che la comunione con Dio è la benedizione più grande!