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Opere buone: parte 1

filename: opere-buone-01.06e.odt di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per RO, mercoledì, 10 maggio, 2006 cmd
parole chiave: opere buone

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Nella Bibbia, quando una parola o un termine viene usato molto frequentemente, possiamo dedurre quasi sicuramente che è molto importante, perché se Dio ha scelto di parlare di un certo discorso ripetutamente, ovviamente si tratta di un argomento che dobbiamo comprendere bene e viverlo pienamente.

Una delle parole più comuni nell'NT viene usata più di 170 volte ed è una parola greca che è tradotta solitamente in Italiano con “opere”. La Bibbia parla moltissimo delle opere, e quindi, è importante capire quello che Dio ci dichiara di esse.

Le nostre opere sono estremamente importanti. Sono importanti perché aiutano a dimostrare la veracità della nostra fede, sono importanti perché saremo giudicati per la nostra ricompensa eterna in base alle nostre opere. Sono importanti perché possono dare gloria a Dio.

Definizione

Che cosa sono le opere? Le opere sono delle attività, che possono essere compiute da parte di Dio o da parte dell'uomo, e negli uomini possono provenire dal bene o dal male. In parole povere sono tutto quello che facciamo.

Le nostre opere sono il frutto che produciamo. Possiamo produrre un frutto buono, e anche un frutto cattivo. Possiamo compiere opere buone, come possiamo compiere opere cattive.

Opere morte

Menziono qualcosa sulle opere morte. La Bibbia parla di opere morte, cioè, di quelle opere che conducono alla morte eterna. Troviamo due brani che parlano di queste opere in Ebrei.

“Perciò, lasciando l’insegnamento elementare intorno a Cristo, tendiamo a quello superiore e non stiamo a porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in Dio,” (Eb 6:1 NRV)

“quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì sé stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!” (Eb 9:14 NRV)

Compiere opere morte è impegnarsi in qualcosa che conduce alla morte eterna. Quindi, sono opere che non provengono dalla fede in Dio. Il fatto perciò di essere molto impegnato in sé non garantisce niente, perché la salvezza non deriva dalla opere, ma dalla fede in Cristo Gesù.

Le opere morte NON sono necessariamente delle cose cattive. Anzi, è possibile che siano cose che sono molto simili alle opere buone.

Troviamo un esempio di opere morte in Matteo 7:21. Notiamo che in sé non sono cose peccaminose, ma sono opere non danno gloria a Dio.

“21 «Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?" 23 Allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!"” (Mt 7:21-23 NRV)

Queste persone avevano compiuto perfino opere potenti, avevano anche parlato di Dio, però, furono respinte dalla Sua presenza per tutta l'eternità! Quindi, dobbiamo stare in guardia per essere sicuri che quelle cose che facciamo siano veramente opere buone, e non opere morte.

Chiaramente, le opere morte possono anche essere palesemente peccaminose. Troviamo un elenco di opere morte, chiamate “le opere della carne”, in Galati 5:19,20.

“19 Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, 20 idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte,” (Ga 5:19-20 NRV)

Anche queste opere conducono alla morte eterna.

Le opere buone

Come ci sono le opere morte, ci sono anche le opere buone, che portano un frutto che dura in eterno. Vi do una semplice definizione di cosa sono le buone opere: le buone opere sono quelle opere compiute che portano gloria a Dio e che, solitamente, portano anche del bene agli altri. Le vere opere buone portano gloria a Dio. Possono essere di tanti tipi diversi. Può essere un'opera di pregare, può essere l'evangelizzare, o qualche opera che promuove l'evangelizzazione; una buona opera potrebbe essere insegnare la Parola di Dio, o esortare. Sono opere che riguardano la Parola, e che glorificano Dio.

Esistono due categorie di buone opere e le troviamo in 1Pietro 4:10

“10 Come buoni amministratori della svariata grazia di Dio, ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto, lo metta a servizio degli altri. 11 Se uno parla, lo faccia come si annunziano gli oracoli di Dio; se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.” (1Pi 4:10-11 NRV)

Questo brano parla di opere di parola e di opere di servizio e mette l'enfasi sull'importanza di impegnarsi ad edificare gli altri, perché ciò porta gloria a Dio. Le opere buone edificano gli altri e glorificano Dio.

Un esempio di opere di parole è insegnare, evangelizzare, e anche scrivere insegnamenti. E' un'opera di parola anche esortare e incoraggiare, come anche ammonire quando serve.

Poi ci sono opere di servizi. Ricordiamoci però che le opere, perchè siano giudicate da Dio buone, devono portare gloria a Dio. Per esempio, un'opera buona è aiutare una persona che ha un bisogno, dando la gloria a Dio. Pulire la sala dove la chiesa si incontra può glorificare Dio. Possiamo aiutare una persona ammalata, possiamo tenere la contabilità della chiesa, possiamo provvedere materialmente per coloro che servono il Signore, permettendo loro di svolgere il loro ministero.

“Chiunque vi avrà dato da bere un bicchiere d’acqua nel nome mio, perché siete di Cristo, in verità vi dico che non perderà la sua ricompensa.” (Marco 9:41 NRV)

Opere buone, ma solo in apparenza!

Se uno aiuta una persona bisognosa a livello pratico, ma lo fa in modo che Dio non viene glorificato, non è un'opera buona. Nel mondo ci sono tante persone ed organizzazioni che si dedicano ad aiutare le persone bisognose, ma che non portano gloria a Dio.

Quindi, il semplice fatto di fare del bene a qualcuno non basta. Lo scopo deve essere anche quello di portare gloria a Dio. E possiamo portare gloria a Dio quando quello che facciamo aiuta l'altra persona a conoscere Dio di più, o fortifica la sua fede, o l'aiuta a riconoscere il peccato, o l'aiuta ad essere più riconoscente a Dio.

Come esempio pratico, se io aiuto delle persone, che alla fine ringraziano solo me, e riconoscono che IO sono stato la fonte dell'aiuto che hanno ricevuto, allora, Dio NON è stato glorificato, e quell'opera che ho compiuto, per quanto possa essere stata fatta con grande impegno, non è un'opera buona.

Invece, se io aiuto qualcuno, e gli spiego che tutto l'aiuto che riesco a dargli proviene da Dio, e che io stesso sono un debitore di Dio, e se così facendo quella persona ringrazia soprattutto Dio, e riconosce di più la bontà e la cura di Dio, allora, in questo caso Dio viene glorificato, e l'opera che ho compiuto è una buona opera.

Le opere che si limitano solamente ad aiutare le persone ma che non portano gloria a Dio non producono veri frutti spirituali. Invece, le opere che portano gloria a Dio sono dei frutti che dureranno in eterno.

Un'opera buona da parte di Dio

Quando parliamo delle opere come frutto, ricordiamoci che come noi compiamo opere, anche Dio opera in noi.

La salvezza stessa è un'opera di Dio in noi. Egli ci ha rigenerato, ci ha creato in Cristo Gesù, siamo opera sua. Uno degli scopi per cui Dio ci ha salvato è affinché noi praticassimo le buone opere. Leggiamo dell'opera di Dio in noi in Efesini 2:8-10

“8 Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. 9 Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; 10 infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.” (Efe 2:8-10 NRV)

Quindi, la nostra salvezza è un'opera di Dio.

Un'altra opera di Dio in noi è quella di creare in noi il frutto dello Spirito. Leggiamo di questa verità in Galati 5:22.

“Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo;” (Gal 5:22 NRV)

Notiamo che queste qualità sono il il frutto dello Spirito. Non possiamo da soli produrre questi frutti perché sono generati solamente dallo Spirito Santo in noi quando camminiamo in ubbidienza e santità.

Fratelli, io desidero la gioia, e la pace, e la pazienza, e la bontà, e gli altri aspetti del frutto dello Spirito nella mia vita. Perciò, voglio camminare in ubbidienza, in umiltà e per fede. Prego che questa sia anche il vostro desiderio.

Noi possiamo compiere le opere buone solamente quando lo Spirito Santo è all'opera in noi.

Le nostre opere buone non possono mai compiere la salvezza

Per quanto le opere buone siano importanti, esse sono un frutto della vera salvezza, ma non ne sono la causa. Quindi, è molto importante capire che le buone opere non portano alla salvezza. Ne sono un frutto.

Ci sono tantissimi brani che dimostrano questa verità. Ve ne elenco solo alcuni.

Sal. 49:7,8 ma nessun uomo può riscattare il fratello, né pagare a Dio il prezzo del suo riscatto. 8 Il riscatto dell'anima sua è troppo alto, e il denaro sarà sempre insufficiente,
Isa 57:12 Io farò conoscere la tua giustizia e le tue opere non ti gioveranno a nulla.
Isa 64:6 Tutti quanti siamo diventati come l'uomo impuro, tutta la nostra giustizia come un abito sporco; tutti quanti appassiamo come foglie e la nostra iniquità ci porta via come il vento.
Dan 9:18 O mio Dio, inclina il tuo orecchio e ascolta! Apri gli occhi e guarda le nostre desolazioni, guarda la città sulla quale è invocato il tuo nome; poiché non ti supplichiamo fondandoci sulla nostra giustizia, ma sulla tua grande misericordia.

In Luca 17, Gesù ci spiega che quello che facciamo per Dio non ci fa ottenere alcun merito, perché tutto quello che possiamo compiere è per grazia.

Luca 17:7 «Se uno di voi ha un servo che ara o bada alle pecore, gli dirà forse, quando quello torna a casa dai campi: "Vieni subito a metterti a tavola"? 8 Non gli dirà invece: "Preparami la cena, rimbòccati le vesti e servimi finché io abbia mangiato e bevuto, poi mangerai e berrai tu"? 9 Si ritiene forse obbligato verso quel servo perché ha fatto quello che gli era stato comandato? 10 Così, anche voi, quando avrete fatto tutto ciò che vi è comandato, dite: "Noi siamo servi inutili; abbiamo fatto quello che eravamo in obbligo di fare"».

Quindi, se non compiamo le opere buone, siamo colpevoli, e se le facciamo abbiamo una ricompensa ma solo per grazia, perchè non ne abbiamo alcun merito.

Infatti, l'atteggiamento che dobbiamo avere davanti a Dio è quello di sapere che non meritiamo nulla da Lui tranne la condanna, e quindi dobbiamo di fare appello alla sua misericordia. Un esempio di questo è Luca 18.

9 Disse ancora questa parabola per certuni che erano persuasi di essere giusti e disprezzavano gli altri: 10 «Due uomini salirono al tempio per pregare; uno era fariseo, e l'altro pubblicano. 11 Il fariseo, stando in piedi, pregava così dentro di sé: "O Dio, ti ringrazio che io non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri; neppure come questo pubblicano. 12 Io digiuno due volte la settimana; pago la decima su tutto quello che possiedo". 13 Ma il pubblicano se ne stava a distanza e non osava neppure alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: "O Dio, abbi pietà di me, peccatore!" 14 Io vi dico che questo tornò a casa sua giustificato, piuttosto che quello; perché chiunque s'innalza sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato». (Luca 18).
Atti 13:39 e, per mezzo di lui, chiunque crede è giustificato di tutte le cose, delle quali voi non avete potuto essere giustificati mediante la legge di Mosè.

Uno dei brani più chiari, che spiega che non siamo salvati grazie alle opere buone, chiamate qui “opere della legge”, è Romani 3 e 4.

Rom 3:20 perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui; infatti la legge dà soltanto la conoscenza del peccato 21 Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: 22 vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono-infatti non c'è distinzione: 23 tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio- 24 ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. 25 Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, 26 al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù. 27 Dov'è dunque il vanto? Esso è escluso. Per quale legge? Delle opere? No, ma per la legge della fede; 28 poiché riteniamo che l'uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge. 29 Dio è forse soltanto il Dio dei Giudei? Non è egli anche il Dio degli altri popoli? Certo, è anche il Dio degli altri popoli, 30 poiché c'è un solo Dio, il quale giustificherà il circonciso per fede, e l'incirconciso ugualmente per mezzo della fede. 31 Annulliamo dunque la legge mediante la fede? No di certo! Anzi, confermiamo la legge.
“1 Che diremo dunque che il nostro antenato Abraamo abbia ottenuto secondo la carne? 2 Poiché se Abraamo fosse stato giustificato per le opere, egli avrebbe di che vantarsi; ma non davanti a Dio; 3 infatti, che dice la Scrittura? «Abraamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia». 4 Ora a chi opera, il salario non è messo in conto come grazia, ma come debito; 5 mentre a chi non opera ma crede in colui che giustifica l’empio, la sua fede è messa in conto come giustizia. 6 Così pure Davide proclama la beatitudine dell’uomo al quale Dio mette in conto la giustizia senza opere, dicendo: 7 «Beati quelli le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti. 8 Beato l’uomo al quale il Signore non addebita affatto il peccato». 9 Questa beatitudine è soltanto per i circoncisi o anche per gl’incirconcisi? Infatti diciamo che la fede fu messa in conto ad Abraamo come giustizia. 10 In quale circostanza dunque gli fu messa in conto? Quando era circonciso, o quando era incirconciso? Non quando era circonciso, ma quando era incirconciso; 11 poi ricevette il segno della circoncisione, quale sigillo della giustizia ottenuta per la fede che aveva quando era incirconciso, affinché fosse padre di tutti gl’incirconcisi che credono, in modo che anche a loro fosse messa in conto la giustizia; 12 e fosse padre anche dei circoncisi, di quelli che non solo sono circoncisi ma seguono anche le orme della fede del nostro padre Abraamo quand’era ancora incirconciso. 13 Infatti la promessa di essere erede del mondo non fu fatta ad Abraamo o alla sua discendenza in base alla legge, ma in base alla giustizia che viene dalla fede. 14 Perché, se diventano eredi quelli che si fondano sulla legge, la fede è resa vana e la promessa è annullata; 15 poiché la legge produce ira; ma dove non c’è legge, non c’è neppure trasgressione. 16 Perciò l’eredità è per fede, affinché sia per grazia; in modo che la promessa sia sicura per tutta la discendenza; non soltanto per quella che è sotto la legge, ma anche per quella che discende dalla fede d’Abraamo. Egli è padre di noi tutti 17 (come sta scritto: «Io ti ho costituito padre di molte nazioni») davanti a colui nel quale credette, Dio, che fa rivivere i morti, e chiama all’esistenza le cose che non sono. 18 Egli, sperando contro speranza, credette, per diventare padre di molte nazioni, secondo quello che gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». 19 Senza venir meno nella fede, egli vide che il suo corpo era svigorito (aveva quasi cent’anni) e che Sara non era più in grado di essere madre; 20 davanti alla promessa di Dio non vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella sua fede e diede gloria a Dio, 21 pienamente convinto che quanto egli ha promesso, è anche in grado di compierlo. 22 Perciò gli fu messo in conto come giustizia.” (Rom 4:1-22 NRV)

Anche Romani 8:3 ci ricorda che era impossibile per mezzo della legge, ovvero, per mezzo delle opere della legge da noi compiute, riuscire a salvarci.

Rom 8:3 Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne,

La salvezza è per grazia, non per opere, come dichiara Rom 11:6

Rom 11:6 Ma se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, la grazia non è più grazia.

Galati ripete questa verità.

Gal 2:16 sappiamo che l'uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù, e abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; perché dalle opere della legge nessuno sarà giustificato.
Gal 2:19 Quanto a me, per mezzo della legge, sono morto alla legge affinché io viva per Dio.
Gal 2:21 Io non annullo la grazia di Dio; perché se la giustizia si ottenesse per mezzo della legge, Cristo sarebbe dunque morto inutilmente.

Galati 3 dichiara molto chiaramente che non siamo salvati per le opere buone da noi compiute.

“2 Questo soltanto desidero sapere da voi: avete ricevuto lo Spirito per mezzo delle opere della legge o mediante la predicazione della fede? 3 Siete così insensati? Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne? 4 Avete sofferto tante cose invano? Se pure è proprio invano. 5 Colui dunque che vi somministra lo Spirito e opera miracoli tra di voi, lo fa per mezzo delle opere della legge o con la predicazione della fede? 6 Così anche Abraamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia. 7 Riconoscete dunque che quanti hanno fede sono figli d’Abraamo. 8 La Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato gli stranieri per fede, preannunziò ad Abraamo questa buona notizia: «In te saranno benedette tutte le nazioni». 9 In tal modo, coloro che hanno la fede sono benedetti con il credente Abraamo. 10 Infatti tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perché è scritto: «Maledetto chiunque non si attiene a tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica». 11 E che nessuno mediante la legge sia giustificato davanti a Dio è evidente, perché il giusto vivrà per fede. 12 Ma la legge non si basa sulla fede; anzi essa dice: «Chi avrà messo in pratica queste cose, vivrà per mezzo di esse». 13 Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»), 14 affinché la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso. 15 Fratelli, io parlo secondo le usanze degli uomini: quando un testamento è stato validamente concluso, pur essendo soltanto un atto umano, nessuno lo annulla o vi aggiunge qualcosa. 16 Le promesse furono fatte ad Abraamo e alla sua progenie. Non dice: «E alle progenie», come se si trattasse di molte; ma, come parlando di una sola, dice: «E alla tua progenie», che è Cristo. 17 Ecco quello che voglio dire: un testamento che Dio ha stabilito anteriormente, non può essere annullato, in modo da render vana la promessa, dalla legge sopraggiunta quattrocentotrent’anni più tardi. 18 Perché se l’eredità viene dalla legge, essa non viene più dalla promessa; Dio, invece, concesse questa grazia ad Abraamo, mediante la promessa. 19 Perché dunque la legge? Essa fu aggiunta a causa delle trasgressioni, finché venisse la progenie alla quale era stata fatta la promessa; e fu promulgata per mezzo di angeli, per mano di un mediatore. 20 Ora, un mediatore non è mediatore di uno solo; Dio invece è uno solo. 21 La legge è dunque contraria alle promesse di Dio? No di certo; perché se fosse stata data una legge capace di produrre la vita, allora sì, la giustizia sarebbe venuta dalla legge; 22 ma la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto peccato, affinché i beni promessi sulla base della fede in Gesù Cristo fossero dati ai credenti. 23 Ma prima che venisse la fede eravamo tenuti rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. 24 Così la legge è stata come un precettore per condurci a Cristo, affinché noi fossimo giustificati per fede. 25 Ma ora che la fede è venuta, non siamo più sotto precettore; 26 perché siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù. 27 Infatti voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. 28 Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. 29 Se siete di Cristo, siete dunque discendenza d’Abraamo, eredi secondo la promessa.” (Gal 3:2-29 NRV)

Ancora in Efesini 2, è dichiarato che non siamo salvati per opere, ma solo per grazia.

Efe 2:8 Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. 9 Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti;

Poi, in Filippesi, Paolo chiarisce ancora questa verità: la giustificazione è solo per fede, non per opere della legge.

“3 perché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio, che ci vantiamo in Cristo Gesù, e non mettiamo la nostra fiducia nella carne; 4 benché io avessi motivo di confidarmi anche nella carne. Se qualcun altro pensa di aver motivo di confidarsi nella carne, io posso farlo molto di più; 5 io, circonciso l’ottavo giorno, della razza d’Israele, della tribù di Beniamino, ebreo figlio d’Ebrei; quanto alla legge, fariseo; 6 quanto allo zelo, persecutore della chiesa; quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile. 7 Ma ciò che per me era un guadagno, l’ho considerato come un danno, a causa di Cristo. 8 Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo 9 e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede.” (Fil 3:3-9 NRV)

Cito ancora qualche altro versetto che ripete questa verità. Il fatto che viene dichiarata così spesso ci fa capire che è estremamente importante capirla.

2Tim 1:9 Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità,
Tito 3:4 Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, 5 egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo,
“3 Noi che abbiamo creduto, infatti, entriamo in quel riposo, come Dio ha detto: «Così giurai nella mia ira: "Non entreranno nel mio riposo!"» E così disse, benché le sue opere fossero terminate fin dalla creazione del mondo. 4 Infatti, in qualche luogo, a proposito del settimo giorno, è detto così: «Dio si riposò il settimo giorno da tutte le sue opere»; 5 e di nuovo nel medesimo passo: «Non entreranno nel mio riposo!» 6 Poiché risulta che alcuni devono entrarci, e quelli ai quali la buona notizia fu prima annunziata non vi entrarono a motivo della loro disubbidienza, 7 Dio stabilisce di nuovo un giorno-oggi-dicendo per mezzo di Davide, dopo tanto tempo, come si è detto prima: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!» 8 Infatti, se Giosuè avesse dato loro il riposo, Dio non parlerebbe ancora d’un altro giorno. 9 Rimane dunque un riposo sabatico per il popolo di Dio; 10 infatti chi entra nel riposo di Dio si riposa anche lui dalle opere proprie, come Dio si riposò dalle sue.” (Ebr 4:3-10 NRV)

Quindi, le opere buone che noi compiamo non sono mai la causa della nostra salvezza, ma sono il frutto della salvezza.

La fonte delle opere buone

Da dove derivano le buone opere? Chi può compiere le buone opere? Solamente chi è in Cristo Gesù, ovvero, chi è stato salvato può compiere le buone opere. Questo è perché le opere buone sono un frutto dell'opera di Dio in quella persona. Gesù dichiara categoricamente che solamente se dimoriamo in Lui possiamo compiere le buone opere, che Egli chiama “portare frutto”. Leggiamo Giovanni 15:1-8

“1 «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo. 2 Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più. 3 Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunziata. 4 Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. 5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto. 8 In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli.” (Giov 15:1-8 NRV)

Quindi, possiamo compiere le opere buone solamente quando dimoriamo in Cristo. Dimoriamo in Cristo quando viviamo per fede, in ubbidienza a Lui.

La necessità delle opere buone

Come abbiamo visto, le opere buone non salvano. Però, le opere buone sono necessarie. Sono un aspetto necessario della vera vita di fede. Il rapporto fra le buone opere e la salvezza è simile al rapporto fra il respiro e la vita fisica. Il respiro non dà la vita, ma dove c'è la vera vita fisica c'è anche il respiro.

La giustificazione è per fede, senza le opere della legge. Però, le opere dimostrano la realtà e l'esistenza della vera fede. Se non ci sono buone opere, non c'è vera fede.

Questa è la verità che troviamo in Giacomo 2:14-26

“14 A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo? 15 Se un fratello o una sorella non hanno vestiti e mancano del cibo quotidiano, 16 e uno di voi dice loro: «Andate in pace, scaldatevi e saziatevi», ma non date loro le cose necessarie al corpo, a che cosa serve? 17 Così è della fede; se non ha opere, è per sé stessa morta. 18 Anzi uno piuttosto dirà: «Tu hai la fede, e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede». 19 Tu credi che c’è un solo Dio, e fai bene; anche i demòni lo credono e tremano. 20 Insensato! Vuoi renderti conto che la fede senza le opere non ha valore? 21 Abraamo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere quando offrì suo figlio Isacco sull’altare? 22 Tu vedi che la fede agiva insieme alle sue opere e che per le opere la fede fu resa completa; 23 così fu adempiuta la Scrittura che dice: «Abraamo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto come giustizia»; e fu chiamato amico di Dio. 24 Dunque vedete che l’uomo è giustificato per opere, e non per fede soltanto. 25 E così Raab, la prostituta, non fu anche lei giustificata per le opere quando accolse gli inviati e li fece ripartire per un’altra strada? 26 Infatti, come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta.” (Giacomo 2:14-26 NRV)

Le opere che portano gloria a Dio aiutano a dimostrare la realtà della fede. Ricordiamoci però che opere in sé non sono una prova di vera fede, in quanto, uno non veramente salvato può compiere opere con la propria forza.

Solamente le opere che realmente portano gloria a Dio sono frutti dello Spirito Santo in una persona, e quindi, sono frutti di una vera salvezza.

Gesù dichiarò che le sue opere buone furono una prova che Egli veniva dal Padre e che era il Figlio di Dio.

“Bisogna che io compia le opere di colui che mi ha mandato mentre è giorno; la notte viene in cui nessuno può operare.” (Giov 9:4 NRV)
“37 Se non faccio le opere del Padre mio, non mi credete; 38 ma se le faccio, anche se non credete a me, credete alle opere, affinché sappiate e riconosciate che il Padre è in me e che io sono nel Padre».” (Giov 10:37-38 NRV)
“Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se no, credete a causa di quelle opere stesse.” (Giov 14:11 NRV)

Come le opere di Gesù furono un frutto del fatto che è il Cristo, le nostre buone opere dimostrano che siamo figli di Dio.

Nell'Epistola di Tito, Paolo incita Tito ripetutamente ad esortare i credenti ad essere zelanti nelle buone opere, affinché non stiano senza portare frutto.

“1 Ricorda loro che siano sottomessi ai magistrati e alle autorità, che siano ubbidienti, pronti a fare ogni opera buona, ... 8 Certa è quest’affermazione, e voglio che tu insista con forza su queste cose, perché quelli che hanno creduto in Dio abbiano cura di dedicarsi a opere buone. Queste cose sono buone e utili agli uomini. ...13 Provvedi con cura al viaggio di Zena, il giurista, e di Apollo, perché non manchi loro niente. 14 Imparino anche i nostri a dedicarsi a opere buone per provvedere alle necessità, affinché non stiano senza portar frutto.” (Tito 3:1-15 NRV)

Compiere buone opere non è facoltativo per un vero credente. È un frutto che dimostra la realtà della salvezza. Ogni vero credente deve essere dedicato alla buone opere.

Conclusione di parte 1

Quindi, ricordiamoci le verità che abbiamo visto in questo studio.

Definizione: le buone opere sono opere compiute per portare gloria a Dio e bene agli altri. Ci possono essere opere apparentemente buone, ma che non portano gloria a Dio. Queste sono opere morte e sono buone solamente quelle opere che portano gloria a Dio.

Inoltre le opere buone non producono la salvezza, ma sono necessarie perché dimostrano che siamo figli di Dio.

Dedichiamoci alle opere buone. Mettiamoci da parte un tesoro eterno.