Aiuto Biblico

Come riconoscere un idolo

sermoni di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica, 21 giugno, 2009 --- cmd pm -----
parole chiavi: idoli, idolatria, esaminare il cuore, doni da Dio, benedizioni, vita cristiana

Dio odia l'idolatria. Quando Egli diede la legge a Mosè, emise un severo divieto contro l'idolatria. Vi leggo Levitico 26:1.

“"Non vi farete idoli, non vi erigerete immagini scolpite o alcuna stele e non collocherete nel vostro paese alcuna pietra ornata di figure, per prostrarvi davanti ad essa; poiché io sono l’Eterno, il vostro DIO.” (Le 26:1 LND)

Questo è uno di tanti versetti che condanna gli idoli. Quindi, il divieto contro gli idoli è molto chiaro.

Durante il periodo dell'Antico Testamento, per più di 1000 anni, uno dei peccati più grandi dei Giudei, il popolo di Dio, era l'idolatria. Volta dopo volta il popolo di Dio cadeva in quel terribile peccato. Seguiva l'esempio dei paesi circostanti, adorando tanti idoli diversi.

In molti paesi del mondo attuale, ci sono ancora numerosi idoli. Per esempio, nei paesi dove la religione principale è l'induismo, si trovano dappertutto idoli, sotto forma di statue, nelle case e nei luoghi pubblici. Anche qua in Italia, come in ogni luogo dove esiste la Chiesa Cattolica Romana, vediamo, alla luce di ciò che ci comanda Dio nella Bibbia, che esistono tanti idoli, sotto forma di statue, icone e dipinti. Quindi, anche oggi, come all'epoca dell'Antico Testamento, gli uomini sono portati ad avere idoli, anche in nome di una religione, i quali prendono il posto di Dio nei loro cuori.

Grazie a Dio, abbiamo capito questo fatto e perciò nessuno di noi ha mai adorato Ashtoreth, Kemosh, Milkom, Baal o altri idoli diffusi al tempo dell'Antico Testamento. Non ci inginocchiamo davanti alle statue degli Induisti. Nemmeno preghiamo davanti a qualche statua di un cosiddetto santo cristiano.

Eppure, il fatto di non inginocchiarci davanti a una statua, in sé, non vuol dire che non ci siano idoli nei nostri cuori. Per esempio, considerate l'ammonimento che troviamo in 1Giovanni 5:21, quindi, nel Nuovo Testamento.

“Figlioletti, guardatevi dagli idoli.” (1Giov 5:21 LND)

Come mai Dio comanda ai credenti, alla fine della Bibbia, di guardarsi dagli idoli? Se evitiamo di possedere statue, esistono forse altri tipi di idoli?

Cari fratelli, dobbiamo capire che esistono tanti tipi di idoli nel cuore umano. In realtà, possiamo trasformare quasi qualsiasi cosa in un idolo, nel nostro cuore.

È importante capire che godere qualcosa più di quanto si gode Dio e la comunione con Lui,, sia che si tratti di un grande dono che Dio ci ha fatto, sia che riguardi qualche piacere molto carnale, può portare quella cosa a diventare un oggetto di idolatria. L'apostolo Paolo dichiara in Colossesi 3:5 “avidità... è idolatria;” (Col 3:5 LND) Altre traduzioni rendono la parola “avidità” con “concupiscenza”, perciò, in quel caso, leggiamo: “la concupiscenza è idolatria”.

Concupire, che è idolatria, vuol dire desiderare qualcosa oltre a Dio, e aspirarvi in modo sbagliato. Ma che cosa vuol dire “in modo sbagliato”?

È importante capire questo fatto, perché l'idolatria distruggerà il nostro rapporto con Dio e distruggerà anche il nostro rapporto con gli altri. Quindi, è fondamentale riconoscere l'idolatria nella nostra vita, per abbandonarla appena si manifesta.

Inoltre, non solo la distruzione del nostro rapporto con Dio ma, in realtà, i nostri problemi interpersonali, sia nel matrimonio che in famiglia, sia con amici, vicini, compagni, colleghi, o con altri membri della Chiesa, in qualche modo derivano tutti da una forma di idolatria, ossia dal desiderio di altre cose oltre a Dio, quando le desideriamo in modo sbagliato.

Perciò, oggi, con l'aiuto di Dio, vogliamo considerare in modo biblico alcuni modi sbagliati in cui è possibile che desideriamo qualcosa. Vogliamo riconoscere alcuni modi di godere le cose che equivalgono a idolatria. Vogliamo capire meglio quando godere qualcosa diventa idolatria. Che cosa trasforma un desiderio in concupiscenza, che è idolatria?

Esaminiamo insieme alcune indicazioni che ci rivelano che qualchecosa sta diventando un idolo per noi, o lo è già. È importante, appena riconosciamo che qualcosa sta diventando un idolo per noi, prendere subito dei provvedimenti, rivolgendoci a Dio, e riconoscendo il pericolo in cui ci troviamo.

L'elenco che vedremo insieme è una mia rielaborazione di un elenco scritto dal Pastore John Piper.

Alla domanda: quando godere qualcosa o trovare piacere in qualcosa è idolatria?

Possiamo rispondere:

Quando è vietato da Dio

Quando qualcosa è vietato da Dio, allora godere quella cosa è idolatria. Per esempio, l'adulterio e la fornicazione, ovvero qualunque forma di sesso fuori dal matrimonio, sia praticata fisicamente sia mentalmente, è vietata da Dio. Rubare e mentire sono vietati da Dio. Questi peccati procurano un certo piacere: nessuno, infatti, li commetterebbe se non dessero una certa soddisfazione alla nostra carne. Nessuno pecca perché deve. Però, se provi piacere in una cosa vietata da Dio, quella cosa è un idolo per te.

Se ti trovi in questa situazione, hai bisogno di capire la gravità della tua condizione, e di sapere che l'idolatria ti tiene fuori dal cielo. Ravvediti, fa' qualsiasi cosa necessaria per abbandonare il tuo peccato. Prega Dio, cambia abitudini, lascia la compagnia sbagliata, chiedi aiuto ad altri. Non trattare con leggerezza l'idolatria.

Quindi, godere qualcosa che è vietato è idolatria.

Se è un desiderio sproporzionato

Un altro modo, molto comune, in cui cadiamo nell'idolatria è quando il piacere o il godimento che traiamo da qualcosa è sproporzionato rispetto al valore che ha ciò che abbiamo desiderato.

In altre parole, nutrire un forte desiderio per cose che non hanno un grande valore agli occhi di Dio è un chiaro segno che esse stanno diventando idoli per noi.

In sé, non è sbagliato godere le cose che Dio ha creato nel mondo, come vediamo in 1Timoteo 6, dove leggiamo che Dio ci offre ogni cosa perché ne godiamo.

“Ordina ai ricchi di questo mondo di non essere orgogliosi, di non riporre la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze, ma nel Dio vivente, il quale ci offre abbondantemente ogni cosa per goderne” (1Timoteo 6:17 LND)

Allo stesso tempo, la Bibbia insegna molto chiaramente che non dobbiamo avere la mente rivolta alle cose della terra, come leggiamo in Filippesi, che ci insegna a non vivere per i piaceri del mondo pur provenendo essi da Dio.

“18 Poiché molti, dei quali vi ho spesse volte parlato, e anche al presente ve lo dico piangendo, camminano da nemici della croce di Cristo, 19 la cui fine è la perdizione, il cui dio è il ventre e la cui gloria è a loro vergogna; essi hanno la mente rivolta alle cose della terra. 20 La nostra cittadinanza infatti è nei cieli, da dove aspettiamo pure il Salvatore, il Signor Gesù Cristo,” (Fil 3:18-20 LND)

Poi, c'è 1Giovanni 2:

“15 Non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui. 16 perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e l’orgoglio della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. 17 E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.” (1Giov 2:15-17 LND)

Quindi, possiamo godere le cose che Dio ha creato. Per esempio, è bello godere tutti i buoni cibi che Dio ha fatto, ringraziando Dio per essi. È bello apprezzare la natura stupenda che Dio ha creato, ricordando di dare a Lui la gloria come Creatore. Possiamo godere tante cose create da Dio.

Tuttavia, non dobbiamo mai cercare la nostra gioia nelle cose della terra, pur essendo stato Dio ad averle create. In un brano dopo l'altro troviamo esortazioni a cercare per primo il regno di Dio, a vivere con lo sguardo fisso su Gesù Cristo, a considerare quello che per noi era importante prima della salvezza come tanta spazzatura, e a desiderare ardentemente Gesù Cristo. Alla luce di tutto ciò, comprendiamo che cercare la nostra soddisfazione in cose che saranno distrutte alla fine del mondo è idolatria.

Perciò, godere qualcosa in modo sproporzionato rispetto al suo valore eterno è la chiara indicazione che quella cosa sta diventando o già è diventata un idolo per noi. Quando un piacere di questa vita, pur venendo esso da Dio, riempie i nostri pensieri e le nostre conversazioni, è un segno palese che è troppo importante per noi e può essere un idolo per noi.

Quindi, godiamo pure le cose che provengono da Dio, ma non lasciamo mai che costituiscano il nostro tesoro, non permettiamoci di cercare in esse la soddisfazione del nostro cuore.

Quando manca la gratitudine

Un altro modo in cui possiamo riconoscere che stiamo cadendo nell'idolatria è quando il nostro godimento di qualcosa non è colmo di gratitudine verso Dio. Quando il nostro godere una cosa tende a farci non pensare a Dio, vuol dire che stiamo andando verso l'idolatria.

Al contrario, se il nostro dilettarci in qualcosa ci spinge a provare ancora più gratitudine verso Dio e a pensare di più a Lui, significa che siamo al riparo dall'idolatria, almeno in quel campo-. Un cuore giusto riconosce di non meritare alcun dono o piacere, ma sa che piuttosto questi provengono dalla grazia di Dio. Se abbiamo quel tipo di cuore, è evidente che ciò che ci ha dato gioia non è un idolo per noi.

Quindi, voglio incoraggiare ciascuno di voi a valutare se le cose che vi piacciono vi spingono veramente a ringraziare Dio di più, non solo per i suoi doni, ma molto di più, a ringraziare Dio per il suo cuore verso di voi. Se non è così, state in guardia, perché ciò di cui godete potrebbe rappresentare un idolo.

Cerchiamo di avere un cuore ben cosciente di non meritare assolutamente nulla di buono da parte di Dio. Di conseguenza, ogni buon dono sarà motivo di abbondare in ringraziamento, non solo per il dono in sé, ma soprattutto perché esso ci fa vedere di più com'è Dio.

Quando non si riconosce che Dio vale più del dono.

Si scopre anche che qualcosa sta diventando un idolo quando il nostro goderne non ci fa riconoscere che Dio vale infinitamente di più di quel dono. In altre parole, se gustare un dono di Dio non ti spinge a desiderare Dio più di quel dono, allora, esso sta diventando un idolo per te. Anziché farti guardare di più a Dio, quel dono ti sta facendo guardare meno a Lui.

Un esempio molto semplice a questo riguardo può essere quello di un padre che compra per i figli un'altalena da mettere in giardino. Se i figli preferiscono passare il tempo sull'altalena anziché con il padre, allora vuol dire che per loro quel gioco sta diventando un idolo. Ogni volta che il nostro cuore è rivolto più verso il dono che verso il donatore, abbiamo una chiara indicazione che quel dono sta diventando un idolo.

Quando, ad esempio, un giovane lontano, perché partito per la guerra, manda un oggetto di grande valore alla sua fidanzata come segno del suo amore, se lei comincia ad essere più attaccata a quell'oggetto che al fidanzato, esso diventa un idolo per lei. Per quanto il regalo possa essere prezioso, lei dovrebbe riconoscere che il fidanzato vale infinitamente di più di quell'oggetto.

Similmente, ogni volta che il nostro cuore è più attirato verso un un dono che verso Dio stesso, quel dono è un idolo per noi.

Quando qualcosa ci sembra dovuto

Abbiamo un altro segno che qualcosa sta diventando un idolo per noi quando cominciamo a considerare che ci è dovuto e iniziamo ad insistere di poter godere di quella cosa.

Forse ciò che desideriamo è veramente un dono da parte di Dio, oppure pensiamo che una persona abbia il dovere, agli occhi di Dio, di provvederci quel determinato piacere. Ci possono essere casi in cui,fino ad un certo punto, è giusto ricordare alla persona il suo dovere davanti a Dio. Ma quando tutto questo ci porta ad insistere, allora vuol dire che quel piacere o godimento sta diventando un idolo.

Infatti, ogni volta che combattiamo per i nostri diritti è quasi sempre segno che quei diritti stanno diventando per noi un idolo.

Quindi, una reazione di turbamento, d'insistenza o perfino di rabbia ci mostra che ciò di cui vogliamo godere è un idolo per noi. Perciò, ci dobbiamo ravvedere e chiedere a Dio di cambiare il nostro cuore!

Quando il piacere ci fa trascurare i nostri doveri

Possiamo inoltre riconoscere che qualcosa sta diventando un idolo per noi quando cercare di godere quella cosa ci fa trascurare i doveri che Dio ci ha dato.

Per esempio, quando ci prendiamo il tempo per godere qualcosa, pur sapendo di avere delle responsabilità che dovremmo adempiere o che ci sono persone che avrebbero bisogno di noi, stiamo sul punto di trasformare quella determinata cosa in un idolo.

Ci sono tanti esempi possibili: può essere il caso di un marito che passa del tempo in qualche hobby o in un altro piacere, quando invece dovrebbe dedicarsi di più alla moglie, lasciando che quel piacere sia un idolo per lui.

Delle volte, possiamo trovare piacere nello stare insieme a certe persone. Tuttavia, se dedicare loro del tempo ci fa trascurare di compiere le cose che Dio ci ha dato da fare o ci fa trascurare di trascorrere tempo con persone con cui ci piace meno stare,, le quali però hanno bisogno di noi, allora, rimanere con la nostra compagnia preferita sta diventando un idolo. Non è detto che la compagnia sia sbagliata in sé, siamo noi ad esservi troppo attaccati.

Questo vale per la compagnia, le attività, gli oggetti. Quindi, ogni volta che ci impegniamo a godere qualcosa, qualche attività o la compagnia di alcune persone, se questo ci porta a trascurare altre cose, altre attività o altre persone, stiamo andando verso l'idolatria.

Quando proviamo orgoglio perché, maggiormente degli altri, riusciamo a gioire di qualcosa

Oltre a ciò, possiamo avere un idolo nel nostro cuore quando godere qualcosa, anche un servizio per Dio, ci fa provare un certo orgoglio se riusciamo a gioire di questa cosa più di quanto ci riescano gli altri.

Questo succede soprattutto in alcuni ambiti del cammino cristiano. Per esempio, qualcuno potrebbe avere una vita di preghiera molto intensa oppure avere, più di altri, la possibilità di studiare la Bibbia a fondo o svolgere un ministero che gli altri intorno a lui non hanno. In sé, è una cosa meravigliosa poter godere le cose di Dio. È però idolatria essere orgogliosi del fatto di riuscire a gioire di queste cose più degli altri.

Ad esempio, se riusciamo ad avere una ricca vita di preghiera o un profondo studio della Bibbia, se in qualche modo questo ci fa sentire superiori o più spirituali, allora, stiamo facendo di quell'attività un idolo nel nostro cuore, anche se sono cose buone in sé. È giusto apprezzare le cose di Dio, però è idolatria sentirci orgogliosi di riuscire a goderne.

Godere qualcosa diventa idolatria quando ci fa trascurare gli altri

Similmente, godere qualcosa diventa idolatria quando ci rende ciechi o indifferenti ai bisogni o ai desideri degli altri. Se una cosa proviene veramente da Dio, gioirne ci renderà ancora più sensibili ai bisogni degli altri. Anche se ciò che stiamo godendo è, di per sé, secondo la volontà di Dio, lo lasceremo ben volentieri per aiutare altre persone ad essere benedette. Per esempio, in sé, è buono e importante proteggere ogni giorno il nostro tempo di lettura della Bibbia e di preghiera. Eppure, se qualcuno è nel bisogno, rimandare le nostre preghiere potrebbe essere proprio il modo usato da Dio per rispondere alle preghiere di colui che è in difficoltà.

Vediamo un chiaro esempio di questa forma di idolatria nel modo in cui i farisei osservavano il sabato. Ricordate che il sabato fu stabilito affinché i Giudei lo osservassero con cura. Eppure Gesù dimostrò che per i farisei il sabato era diventato un idolo, al punto tale che si opponevano alle guarigioni compiute da Gesù in giorno di sabato. Leggo da Luca 13:10-16.

“10 Or egli insegnava in una delle sinagoghe in giorno di sabato. 11 Ed ecco vi era una donna, che da diciotto anni aveva uno spirito di infermità, ed era tutta curva e non poteva in alcun modo raddrizzarsi. 12 Or Gesù, vedutala, la chiamò a sé e le disse: "Donna, tu sei liberata dalla tua infermità". 13 E pose le mani su di lei ed ella fu subito raddrizzata, e glorificava Dio. 14 Ma il capo della sinagoga, indignato che Gesù avesse guarito in giorno di sabato, si rivolse alla folla e disse: "Vi sono sei giorni in cui si deve lavorare; venite dunque in quelli a farvi guarire e non in giorno di sabato". 15 Allora il Signore gli rispose e disse: "Ipocriti! Ciascun di voi non slega forse di sabato dalla mangiatoia, il suo bue o il suo asino per condurlo a bere? 16 Non doveva quindi essere sciolta da questo legame, in giorno di sabato, costei che è figlia di Abrahamo e che Satana aveva tenuta legata per ben diciotto anni?".” (Luca 13:10-16 LND)

Era Dio ad aver stabilito che i Giudei osservassero il sabato. Ma loro ne avevano fatto un idolo, perché pur di osservarlo, erano diventati indifferenti ai bisogni degli altri.

Incontriamo una simile forma di idolatria anche nella parabola del buon samaritano.

“30 Gesù allora rispose e disse: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei ladroni i quali, dopo averlo spogliato e coperto di ferite, se ne andarono lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada e, veduto quell’uomo, passò oltre, dall’altra parte. 32 Similmente anche un levita si trovò a passare da quel luogo, lo vide e passò oltre, dall’altra parte. 33 Ma un Samaritano che era in viaggio, passò accanto a lui, lo vide e ne ebbe compassione.” (Luca 10:30-33 LND)

Il sacerdote evitò l'uomo ferito. E' molto probabile che, vedendolo per strada pieno di sangue, abbia pensato che fosse morto. Il sacerdote forse non voleva contaminarsi toccando un morto. Eppure avrebbe dovuto compiere il suo dovere! Era un sacerdote, serviva il Signore! Perciò, in questo passo, Gesù usa il sacerdote e il levita per mostrare che cosa vuol dire non amare il prossimo.

Quindi, quando il nostro servizio per il Signore ci fa trascurare gli altri, è molto probabile che quel servizio sia per noi un idolo.

Certamente, è importante impegnarci in quello che Dio ci ha dato da fare. Tuttavia, dobbiamo anche riconoscere l'importanza di avere “cuori aperti” quando vi capitano quelle che noi chiamiamo interruzioni.

Se non crea un desiderio per la gloria di Cristo

Inoltre, godere qualcosa diventa idolatria quando non è fondato sulla volontà che Gesù Cristo sia innalzato e reputato anche da altri come colui la cui conoscenza è più desiderabile di tutto. Quando godiamo i buoni doni che Gesù Cristo ci dà, rischiamo sempre di essere tentati di innalzare i doni al di sopra del Donatore.

In altre parole, dobbiamo sempre considerare ogni dono di Dio come un mezzo per vedere di più Dio. Il desiderio più profondo del nostro cuore deve essere di conoscere di più Dio e di godere comunione con Dio stesso in Cristo Gesù! Ricordate che il più grande comandamento è di amare Dio con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra mente, con tutta la nostra forza e con tutta l'anima nostra. Dovremmo vedere i doni come dei mezzi, mai come il traguardo in sé. Dovremmo considerare ogni dono un mezzo con cui vogliamo innalzare Gesù Cristo ed essere in comunione ancora più stretta con Lui.

Avere un cuore simile riguardo alle cose che possiamo godere in questa vita è un buon segno che non stiamo cadendo nell'idolatria.

Quando non ci fa godere Dio di più

Un ulteriore modo in cui godere le cose può diventare idolatria è quando non crea in noi una capacità ancora più profonda di provare piacere in Dio. Siamo ancora peccatori. È idolatria stare bene con il nostro peccato. Ogni vero credente vuole essere trasformato. Vogliamo godere Dio, perché questo sarà il nostro privilegio per tutta l'eternità.

Ogni piacere o cosa che non ci aiuta a trovare un maggiore piacere in Dio è un idolo.

Alcuni piaceri rendono più difficile godere la comunione con Dio. Altri piaceri ci aiutano a godere Dio di più. Poi, ci sono piaceri che possono o aiutarci o ostacolarci a godere Dio di più, in base a come li vediamo. Se non abbiamo un forte desiderio di utilizzare un piacere perché ci faccia crescere in santità, allora quel piacere sta diventando un idolo per noi.

In altre parole, quando vogliamo godere qualcosa per il puro piacere di goderlo, senza collegarlo a voler crescere in Cristo, quella cosa,quell'attività o quel rapporto è un idolo per noi.

Ricordate che essendo stati comprati a caro prezzo, apparteniamo interamente a Dio e perciò, nella vita cristiana, non ci sono ambiti o momenti in cui possiamo smettere di pensare a Lui, né in cui possiamo cercare di liberarci temporaneamente della consapevolezza della sua presenza o lasciarci andare, come se fosse possibile accendere e spegnere il nostro essere cristiani.

Camminare veramente in Cristo vuol dire vivere ogni esperienza per glorificare Dio. Vediamo questo, ad esempio, in Colossesi 3:23:

“E qualunque cosa facciate, fatelo di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini,” (Col 3:23 LND)

Incontriamo questa verità anche in 1Corinzi 10:31:

“Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun’altra cosa, fate tutte le cose alla gloria di Dio.” (1Co 10:31 LND)

Quindi, se qualcosa che godiamo o che ci dà piacere non ci aiuta ad avere più gioia in Dio stesso, è l'indicazione che si tratta di un idolo per noi.

Quando un piacere che ci è negato ci porta ad avere meno fede

Vediamo un'altra indicazione che qualcosa è un idolo per noi quando non poter avere quella cosa speciale o piacevole ci fa avere meno fede nella bontà di Dio.

In altre parole, quando perdiamo qualcosa che godiamo, se quella perdita ci fa avere meno fede nella bontà di Dio, è un chiaro segnale che quella cosa era un idolo per noi.

Certamente, provare tristezza nel perdere certe cose non è necessariamente idolatria in sé. Ma quando perdere qualcosa che ci dava piacere ci porta ad avere meno fede in Dio, o ci fa dubitare del suo perfetto controllo sulla nostra vita, allora possiamo capire che ciò che abbiamo perso stava diventando un idolo per noi.

Questo accade a volte quando perdiamo la salute, e iniziamo a dubitare della bontà di Dio. In questo caso, la buona salute era un idolo per noi. Spesso incontriamo anche questa forma di idolatria quando muore un nostro caro, e chi rimane in vita sta male e dubita della bontà di Dio. Anche qua, si ha la verifica che colui che è morto era un idolo per chi è rimasto in vita.

Quindi, se la mancanza di qualcosa ti fa avere meno fede in Dio, quella cosa era un idolo per te.

Quando ci paralizza a livello emotivo

Scopriamo un ulteriore esempio di come possiamo riconoscere che qualcosa era un idolo per noi quando la perdita di quella cosa, quel rapporto, o quella situazione ci paralizza a livello emotivo al punto che non riusciamo più a rapportarci con amore con gli altri. Di per sé, provare una grande tristezza quando si perde qualcuno o qualcosa non è idolatria. Piuttosto, è idolatria quando la perdita di qualcuno o qualcosa ci porta ad avere meno fede in Dio, il cui frutto sarà un cuore che riesce meno ad amare gli altri. Quindi, non è un idolo la tristezza in sé: Gesù provò una grande tristezza. Ma quando ciò che vorremmo avere, sia una persona, sia una situazione di vita, sia un oggetto, ci viene negato, e quella negazione ci porta ad un abbattimento tale che non riusciamo più a vivere alla gloria di Dio, pensando al bene degli alti ed impegnandoci per esso, la nostra reazione ci fa capire che quella cosa è quasi sicuramente un idolo per noi.

Perciò

Non sono solo le statue ad essere idoli. Come abbiamo visto, possono esserlo tante cose. E, in realtà, a fare di una cosa un idolo, non è tanto la cosa in sé quanto il nostro errato attaccamento ad essa.

Spero che questo insegnamento aiuterà ciascuno di noi a riconoscere gli idoli che possiamo avere nei nostri cuori, affinché possiamo abbandonarli ed amare Dio con tutto il nostro cuore.

Esaminatevi, valutate quanto siete attaccati ad ogni cosa in cui cercate piacere, in cui cercate soddisfazione per il vostro cuore, e considerate ciò che tende a riempire i pensieri.

Voglio concludere leggendo ancora l'ammonizione di 1Giovanni 5:21:

“Figlioletti, guardatevi dagli idoli.” (1Giov 5:21 LND)

O che possiamo stare in guardia contro gli idoli nel cuore! O che possiamo essere pronti a riconoscere, confessare ed abbandonare ogni idolo! Che possiamo invece amare Dio con tutto il nostro cuore, ed amare il nostro prossimo come noi stessi!