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>Hai una buona salute? - Il vero amore - 1Corinzi 13

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parole chiave: amore, amare, 1Corinzi 13; pazienza, orgoglio, Gesù Cristo

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Come stai?

In Italiano, c'è un detto molto comune: “basta la salute!”. Questo modo di dire riguarda la salute fisica, e significa che se hai una buona salute fisica puoi essere contento.

In realtà, non è vero. Tante persone con un'ottima salute fisica non hanno vera gioia e pace, e non sono veramente contenti.

Però, se cambiamo un po' le parole ed il significato di quella frase, allora diventa una profonda verità.

“Basta la salute e il resto veramente non importa!”

Ora, pensate con me: in che senso è vera la dichiarazione: “Basta la salute, e il resto veramente non importa”?

Questo detto è vero se per “salute” intendiamo non la salute fisica, ma la salute spirituale. Quindi, possiamo dire: “basta la buona salute spirituale, e tutto il resto, le circostanze, le prove, non importano!”. Se uno ha una buona salute spirituale, avrà un cuore pieno di gioia, avrà grande pace, qualunque sia la sua situazione di vita in quel momento.

Caro amico, cara amica, prendendo come base che tu sei veramente un figlio di Dio, forse la domanda più importante che dovresti chiederti è: “Come sta la mia salute spirituale?”

Come si può valutare

Come si può valutare la propria salute spirituale? Da che cosa dipende uno stato di buona salute spirituale?

Prima di parlare di quello che determina una buona salute spirituale, voglio menzionare alcune cose che NON determinano la condizione spirituale di una persona. Questo è un principio importante da meditare, per non credere di stare spiritualmente bene quando in realtà stai male.

Una cosa che pur essendo estremamente importante non produce in sé una buona salute spirituale è una buona dottrina. Conoscere la dottrina biblica è estremamente importante e, a lungo andare, è necessaria per avere una buona salute spirituale. Avere una dottrina sbagliata porterà ad avere grossi problemi spirituali. Infatti, è importante capire che, anche se avere la dottrina giusta non garantisce una buona salute spirituale, avere una dottrina sbagliata porterà ad avere una condizione di grave malattia spirituale.

Però, in sé, avere una corretta dottrina non produce una buona salute spirituale. Uno può avere una dottrina molto corretta e profonda, e comunque avere un cuore spirituale gravemente ammalato.

D'altra parte un giovane credente, che non ha ancora avuto la possibilità di crescere molto nella dottrina, perchè per esempio è salvato da poco, potrebbe ancora conoscere pochissima dottrina ma stare comunque in ottima salute spirituale. Basta che riceva buon insegnamento e viva in base ad esso, e quel giovane credente avrà una buona salute, con tutti i meravigliosi benefici che essa produce.

Allora, se una buona dottrina non produce una buona salute spirituale, che cosa la produce? Forse una vita dedicata alle buone opere?

Chiaramente, anche le buone opere sono estremamente importanti. La Bibbia ne parla moltissimo. In Tito, leggiamo che Cristo ci ha riscattato per farci il popolo suo, zelanti nelle opere buone. In Giacomo, impariamo che la vera religione è di tenersi puro dal mondo e di soccorrere le vedove e gli orfani, che è una forma di opere buone. In Efesini 2:8-10, impariamo che anche se non siamo stati salvati per le buone opere da noi compiute, dal momento che diventiamo figli di Dio dobbiamo farle con zelo, perché Dio le ha preparate anticipatamente proprio perchè noi le compiamo. Quindi, è estremamente importante che siamo impegnati nelle buone opere.

Quindi, il NON essere dedicato alle buone opere ostacola la buona salute. Ciò nonostante, l'essere dedicato alle buone opere non produce in sé una buona salute spirituale.

Riconosciamo questa verità, per esempio, da quello che Cristo dichiara all'angelo della chiesa di Efeso, in Apocalisse 2:

“1 All’angelo della chiesa in Efeso scrivi: queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e che cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro. 2 Io conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza e che non puoi sopportare i malvagi, e hai messo alla prova coloro che si dicono apostoli e non lo sono, e li hai trovati bugiardi. 3 Tu hai sopportato, hai costanza e per amore del mio nome ti sei affaticato senza stancarti. 4 Ma io ho questo contro di te: che hai lasciato il tuo primo amore. 5 Ricordati dunque da dove sei caduto, ravvediti e fa’ le opere di prima; se no verrò presto da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi.” (Ap 2:1-5 LND)

Questa chiesa era molto dedicata alle opere buone, al punto che Gesù Cristo stesso la elogiò. Eppure, l'essere dedicato alla opere buone non bastava per essere in buona salute spirituale.

Ciò che ci fa essere in buona salute spirituale

Allora che cosa determina se siamo in buona salute spirituale? Troviamo la risposta nel brano che abbiamo appena letto.

In Apocalisse 2:4, Gesù spiega quello che a questa chiesa mancava, che la ostacolava ad essere in buona salute. Nonostante avesse tante cose buone, che furono così importanti da essere notate ed elogiate da Cristo, questa chiesa fu ammonita severamente da Gesù perché i credenti avevano lasciato il loro primo amore.

Amare veramente Dio e gli uni gli altri, è assolutamente fondamentale per avere una buona salute.

In altre parole, il loro cuore non ardeva per Cristo! Non avevano un grande amore. Erano zelanti nelle opere buone, ed è anche chiaro che avevano una buona dottrina. Però, erano in grave pericolo spirituale, perché non avevano lo stesso amore che avevano avuto all'inizio della loro salvezza.

L'esempio di 1Corinzi 13

Un altro brano che ci aiuta a capire quello che determina una buona salute spirituale è 1Corinzi 13. Leggete con me 1Corinzi 13:1-7. Prima di tutto, leggiamo dal v.1-3.

“1 Quand’anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho amore, divento un bronzo risonante o uno squillante cembalo. 2 E se anche avessi il dono di profezia, intendessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede da trasportare i monti, ma non ho amore, non sono nulla. 3 E se spendessi tutte le mie facoltà per nutrire i poveri e dessi il mio corpo per essere arso, ma non ho amore, tutto questo niente mi giova.”

Questi versetti ci aiutano a capire che senza il vero amore tante altre qualità spirituali non valgono nulla.

Il v.1 parla di uno che ha grandi doni spirituali. I credenti di Corinto, essendo molto orgogliosi, desideravano ardentemente parlare in lingue, essendo un qualcosa di molto vistoso. Questo modo di agire è orgoglio, e Paolo in un altro brano delle Scritture li criticò duramente. Ma in questo passo, per dare enfasi sull'importanza dell'amore, dichiara che anche i doni migliori, usando il loro metro di cosa sia migliore, non valgono nulla se uno non ha amore.

Il v.2 descrive uno che ha un grandissima conoscenza della dottrina e una fede immensa. Però anche la dottrina e la fede in sé non valgono nulla, se uno non ha l'amore.

Poi il v.3 parla di uno che compie grandi opere buone. Anche quelle opere non hanno valore se uno non ha amore.

Quindi, uno può avere tanti doni spirituali, può avere tanta fede, può avere molta conoscenza di dottrina e può essere zelante nelle opere buone. Però, se non ha l'amore, è spiritualmente gravemente ammalato.

Come riconoscere l'amore

Perciò, per avere una buona salute spirituale dobbiamo avere vero amore, amore per Dio e amore per gli altri. Se tu non ami Dio profondamente, e se tu non ami profondamente gli altri, sei in una condizione spirituale estremamente grave.

Visto che l'amore è così importante, dobbiamo capire come possiamo riconoscere se abbiamo il vero amore o no.

Dio ci ha dato questo brano, 1Corinzi 13, per aiutarci a riconoscere se abbiamo vero amore oppure no. Leggiamo dal v.4.

“4 L’amore è paziente, è benigno; l’amore non invidia, non si mette in mostra, non si gonfia, 5 non si comporta in modo indecoroso, non cerca le cose proprie, non si irrita, non sospetta il male; 6 non si rallegra dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità, 7 tollera ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.” (1Co 13:1-7)

Prima di tutto, notiamo che Dio guidò Paolo a descrivere l'amore in termini che riguardano principalmente i nostri rapporti gli uni con gli altri. È facile dire che amiamo Dio, perché Dio non pecca mai contro di noi, Dio è perfetto, Dio è la fonte di ogni nostro bene. Però il fatto che diciamo di avere amore per Dio, non significa che lo amiamo realmente. In 1Giovanni 4:20 leggiamo:

“Se uno dice: "Io amo Dio," e odia il proprio fratello, è bugiardo; chi non ama infatti il proprio fratello che vede, come può amare Dio che non vede?” (1Gv 4:20 LND)

Quindi, possiamo capire quanto vero amore abbiamo nel nostro cuore quando lo esaminiamo nei confronti con gli altri che stanno intorno a noi. Questo brano ci aiuta ad esaminarci.

L'amore è paziente

L'amore è paziente. Non si stanca, si impegna per il bene dell'altro giorno dopo giorno, anno dopo anno. La parola usata qui descrive uno che subisce molto, ma continua ad amare colui dal quale subisce la sofferenza. Questa parola descrive uno che pur soffrendo a causa di peccati commessi da un altro nei suoi riguardi, continua ad avere bontà, affetto, benevolenza, ed impegno nei confronti di quella persona.

L'amore è benigno

L'amore è benigno. Questa parola descrive una gentilezza, una tenerezza, il contrario dell'essere brusco o severo. Essere benigno significa, fra l'altro, non fare il male. L'amore non fa del male, nonostante come l'altra persona si possa comportare.

L'amore non invidia

La parola tradotta con “invidia” viene tradotta altrove con “zelante”. Può essere usata in senso positivo, per esempio, dobbiamo essere zelanti nelle opere buone. Ma qui descrive un cuore ardente nel male, i cui pensieri negativi corrono nei confronti qualcuno, e sono forti. L'invidia ti fa stare male quando un altro sta bene.

Spesso, teniamo l'invidia nascosta nel cuore. Possiamo avere invidia perché gli altri o anche solo una persona in particolare ha qualcosa che noi non abbiamo. Per esempio, possiamo invidiare perché qualcuno altro ha qualcosa di materiale che noi non abbiamo, o perché ha un lavoro o una situazione di vita che sembra meno difficile della nostra, o perché possiede una casa che noi non abbiamo, o una salute meglio della nostra, o perché viene più apprezzata dagli altri di quanto lo siamo noi. Possiamo invidiare per tanti motivi. Ma se c'è invidia, non c'è vero amore.

L'amore non invidia, piuttosto, l'amore gioisce quando l'altro sta bene. Infatti, nel vero amore più gli altri sono benedetti, più io sto bene. Perciò, chi ama veramente, si impegna con grande fatica a promuovere il bene degli altri.

L'amore non si mette i mostra

L'amore non si mette in mostra, non si vanta. Questo aspetto dell'amore descrive non tanto il fatto di avere orgoglio, ma la tendenza di fare le cose per essere notati dagli altri.

Il peccato spinge una persona a cercare la gloria dagli altri. Perciò, una persona che ha questo peccato radicato nel suo cuore, cerca di mettersi in mostra, cerca di far notare agli altri quanto è brava. E se dovesse fare qualche opera buona, il suo scopo non è di promuovere il bene degli altri, ma di cercare gloria per sé. Dove c'è questa tendenza, non c'è vero amore.

Attenzione: questo non significa che uno non deve mai parlare di sé. L'apostolo Paolo, davanti alle accuse false nei suoi riguardi, fu costretto a parlare molto di se stesso e di quello che Dio aveva fatto tramite lui. Ma il suo scopo non era di mettersi in mostra, ma era di aiutare i credenti a capire che era stato mandato da Dio per dare loro guida ed insegnamento. Quindi, ci sono dei casi in cui è giusto parlare di sé. Però, solitamente, il vero amore non si gonfia, non si mette in mostra, ma piuttosto si concentra sugli altri.

Non si gonfia

Inoltre, l'amore non si gonfia. Il “mettersi in mostra” descrive ciò che uno compie per essere visto dagli altri, il “gonfiarsi” invece descrive quello che uno pensa di sé. Entrambi sono espressioni dell'orgoglio. Il vero amore non si gonfia, non concentra i pensieri su se stesso, sui propri diritti, su quanto si merita. Piuttosto, il vero amore riempie i suoi pensieri con quello che porterà del bene agli altri e la gloria a Cristo.

Non si comporta in modo indecoroso

L'amore non si comporta in modo indecoroso. Questa parola descrive quello che è inappropriato o vergognoso, non conforme alla dignità. Troviamo la stessa parola in 1Corinzi 7:36, dove viene tradotta con “sconveniente” nella LND e “indecoroso” nella NRV.

“Ma, se alcuno pensa di fare cosa sconveniente verso la propria figlia vergine se essa oltrepassa il fiore dell’età, e che così bisogna fare, faccia ciò che vuole; egli non pecca; la dia a marito.” (1Co 7:36 LND)

Non comportarsi in modo indecoroso, significa che ci si comporta piuttosto in modo decoroso, o dignitoso. L'amore è attento a come si comporta. Per esempio, se veramente ami, hai un rapporto corretto e dignitoso verso tutti, verso coloro che sono sopra di te, e verso coloro che sono sotto di te. Un comportamento decoroso è un comportamento corretto, nei riguardi per esempio del coniuge, nei riguardi dei genitori, dei figli, della guida di chiesa, degli altri membri di chiesa.

Non cerca le cose proprie

L'amore non cerca le cose proprie. Questo è totalmente il contrario di quella che è la nostra tendenza naturale, e di quello che ormai è l'andazzo della società. L'amore non vive per se stesso.

Chiaramente, questo non significa che uno non può pensare a sé stesso in alcun modo, ma descrive piuttosto il cuore della persona. Il vero amore ha veramente al cuore il bene degli altri, si impegna a cercare il loro bene. Per esempio, la Bibbia insegna che ogni credente ha dei doni spirituali, e tutti i doni servono per l'edificazione reciproca. Quindi, un aspetto dell'amore è di impegnarsi, attivamente, per il bene degli altri. Il vero amore si impegna al punto da fare fatica. Quindi, se tu non ti stai impegnando per gli altri regolarmente, è quasi certo che sei un grande egoista e non sai veramente amare.

Non si irrita: non si inasprisce

L'amore non si irrita, non si inasprisce. Quando succedono le cose brutte, quando le persone ci fanno del male, quando peccano contro di noi, se abbiamo vero amore, non ci inaspriamo. Non ci irritiamo. Se invece la tua tendenza è di inasprirti, se ti irriti, se scatti con gli altri, sappi che manchi il vero amore!

Non sospetta il male

Carissimi, chiedo a ciascuno: tu, sai veramente amare? Un esame che puoi farti per sapere se sai amare è chiederti onestamente: tu, sospetti il male? Tieni conto del male? Il vero amore non lo sospetta.

Il vero amore non sospetta il male. Questa è una qualità importantissima. La parola tradotta con “sospetta” nella LND e con “addebita” nella NRV, può essere tradotta anche con “imputare, o pensare, o tenere conto”.

È importante allora capire il suo significato. Quando ci sono più modi di vedere una certa cosa, il vero amore scegliere di non sospettare il male, ma crede il bene. Se non è una situazione chiara, il vero amore suppone il bene.

Se succede una certa cosa, o qualcuno dice o fa una certa cosa, e sarebbe possibile vederla come una cosa buona, oppure, si potrebbe vederla come una cosa brutta, il vero amore non sospetta il male, non immagina che potrebbe essere un male. Presume il bene, finché è possibile, fino a quando l'evidenza lo permette.

Non solo, ma il vero amore non tiene un elenco del male. Come è tradotto nella NRV “ non addebita il male”. Non si ricorda dei peccati e delle ingiustizie passati. Quindi, non può elencare una serie di veri o presunti peccati. Chi invece addebita il male subito, sta gravemente mancando il vero amore.

Per non cadere nel peccato di addebitare il male, quando ci sono degli scontri, e dei peccati che gli altri fanno, è assolutamente importante non permettere alle cose di andare avanti. Quindi, dobbiamo risolvere quella situazione al più presto per togliere almeno i pensieri negativi. C'è anche il fatto che più tempo passa, più la mente contorce il ricordo degli avvenimenti, al punto che il ricordo che uno ha di un certo avvenimento non rispecchia più la realtà.

Se tu stai ancora pensando a delle ingiustizie o a dei peccati che hai visto in altri da tempo, da settimane o perfino da mesi, allora non hai vero amore, e hai una cattiva salute spirituale. Più vai avanti così, più i tuoi ricordi si allontaneranno dalla verità.

Infatti, quando si addebita il male, o si sospetta il male, succede che si tende a ricordare il male, e a dimenticare il bene. Dopo tempo, si arriva ad avere un concetto estremamente falso, anche se quella persona è convinta che le cose stiano veramente come crede lei.

Una persona che arriva ad avere un elenco, o scritto o nella mente, di presunti peccati che ha visto in un'altra persona, quella persona sta addebitando il male. Quella persona non ha vero amore, ed è in gravissimo pericolo spirituale.

Oh carissimi, non addebitate il male! Non sospettate il male! Impariamo ad amare veramente!

Non si rallegra dell'ingiustizia

Il vero amore non si rallegra dell'ingiustizia. Non trova alcun piacere quando gli altri sbagliano o peccano. Quando invece c'è invidia, e il desiderio di vantarsi, ci si rallegra quando un altro sbaglia, credendo che quell'errore ti metterà in una luce migliore.

Ma il vero amore non si rallegra mai dell'ingiustizia, perché vuole il bene di tutti.

Gioisce con la verità

Infatti, il vero amore gioisce con la verità. La parola “verità” qui non è solo la verità in contrasto con la menzogna, ma indica tutto quelle verità che riguardano Dio, le virtù e la moralità, quindi, tutto quello che è puro e vero e degno di lode. Il vero amore gioisce in queste cose, e trova gioia quando vede la verità in altri.

Tollera ogni cosa

Il vero amore tollera ogni cosa. La parola greca usata qui significa letteralmente “coprire”, e nella forma sostantiva si usa per indicare una copertura o un tetto. Il significato quindi è di coprire con silenzio gli sbagli degli altri.

In altre parole, il vero amore copre ogni cosa, nel senso che il vero amore non annuncia i peccati degli altri, per non metterli in una brutta luce, ma li copre. “Tollerare” non significa stringere i denti e non dire niente, ma piuttosto vuol dire avere tanta tenerezza e bontà nei confronti dell'altra persona che sbaglia o che ti fa male, al punto che si cerca di aiutarla, senza metterla in una brutta luce. Chiaramente, questo non esclude quelle situazioni in cui è necessario testimoniare di un peccato. Ci sono casi in cui la chiesa stessa deve disciplinare qualcuno, e in quei casi, i suoi peccati vengono elencati pubblicamente. Però, soprattutto nei rapporti fra le persone, il vero amore tollera ogni cosa, e cerca di non mettere l'altra persona in una brutta luce, ma cerca piuttosto di aiutarla a crescere.

Crede ogni cosa

Il vero amore crede ogni cosa. Il senso qua non è che crede ciecamente a qualsiasi cosa, anche se quella persona è ben conosciuta per essere una bugiarda. Piuttosto, significa che fin quando sia possibile, crede il bene. Se si può vedere una situazione in due modi, uno in positivo e uno in negativo, l'amore crede il bene, finché lo può fare.

Spera ogni cosa

Similmente, l'amore spera ogni cosa. Quando vede del peccato in qualcuno, comunque spera che ci sarà qualche spiegazione per chiarire la cosa.

In altre parole, il vero amore non vuole vedere il male, se non è assolutamente necessario. Quindi, finché c'è la possibilità, il vero amore sceglie di credere il bene e di sperare il bene.

Sopporta ogni cosa

Infine, il vero amore sopporta ogni cosa. Per quanto possa dover subire dagli altri, non si lascia spostare dalla fede e dalla bontà. Quando viene ferito e trattato male, continua ad amare, non si lamenta, e continua a fare del bene e a sperare il bene. Questo è il vero amore.

Allora

Considerando quello che è il vero amore, ti chiedo: hai vero amore? Possono le persone intorno a te riconoscere in te l'amore di Cristo?

Se sì, allora, so che desideri crescere sempre di più nell'amore.

Se no, oh che Dio ti faccia vedere quanto grave è il pericolo spirituale in cui ti trovi! Oh che tu possa vedere quanto grande è il tuo peccato di non abbondare nel vero amore!

L'esempio di Gesù

Come possiamo amare così? Non è naturale! Certamente, è facile, fino ad un certo punto, amare coloro che ci piacciono, che ci fanno tanto bene. Ma come possiamo amare coloro che ci fanno del male?

Forse la chiave qui è di capire quello che ci ostacola ad amare come dobbiamo.

Quello che ti ostacola ad avere il vero amore è il tuo orgoglio. Quando non ami come abbiamo letto in 1Corinzi 13, è perché il tuo cuore è pieno di orgoglio. Vuoi vedere te stesso bene, anche se vuol dire vedere male gli altri. Vuoi avere ragione, più di quanto vuoi crescere.

Per combattere il nostro orgoglio, ricordiamoci l'esempio di Gesù Cristo. Se siamo salvati, è solamente perché Gesù Cristo ha sacrificato tutto per noi, ribelli peccatori.

Egli avrebbe tanti motivi, tuttora, per vederci male, per addebitarci il male, per stancarsi di avere pazienza con noi. Invece, Egli continua a mostrare perfetto amore nei nostri confronti.

Perciò, avendo l'esempio di Gesù Cristo, impariamo ad amarci veramente, gli uni gli altri.

Se tu non hai l'amore descritto in 1Corinzi 13, o caro amico e amica, non capisci la grazia di Dio. Sei spiritualmente povero e miserabile. Chi non sa amare, non conosce che la minima parte della gioia che possiamo avere in Cristo. Non capisce la grandezza dell'amore di Dio per lui, e perciò, non ha un cuore che sa amare gli altri.

Se tu hai la tendenza di vedere il male spesso negli altri, al punto di essere turbato, o agitato o irritato, non sai amare!

Quando sai amare, certamente ci saranno le volte che sarà necessario riconoscere il male. Però, vedere il male negli altri ti farà stare male. Non ti farà arrabbiare. Non ti agiterà. Non ti farà frustrare. Quelli sono frutti della mancanza di amore!

Chiudo con un brano che voglio incoraggiare tutti a portare a casa e a meditare attentamente.

“12 Vestitevi dunque come eletti di Dio santi e diletti, di viscere di misericordia, di benignità, di umiltà, di mansuetudine e di pazienza, 13 sopportandovi gli uni gli altri e perdonandovi, se uno ha qualche lamentela contro un altro, e come Cristo vi ha perdonato, così fate pure voi. 14 E sopra tutte queste cose, rivestitevi dell’amore, che è il vincolo della perfezione. 15 E la pace di Dio, alla quale siete stati chiamati in un sol corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti. 16 La parola di Cristo abiti in voi copiosamente, in ogni sapienza, istruendovi ed esortandovi gli uni gli altri con salmi, inni e cantici spirituali, cantando con grazia nei vostri cuori al Signore. 17 E qualunque cosa facciate, in parola o in opera, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui.” (Col 3:12-17 LND)

conclusione

Grazie a Dio per l'amore che già abbiamo. Oh che possiamo diventare una chiesa in cui ci amiamo sempre di più con il vero amore, quell'amore che anche noi riceviamo da Dio!