Aiuto Biblico

Colui che comanda le onde - Marco 4:37-40

filename: 41-04-37.doc Sermone di J.C. Ryle (1817-1900), tradotto e adattato da Marco deFelice, www.aiutobiblico.org

In questo sermone, l’autore ci parla dell’importanza di conoscere meglio Gesù Cristo, e poi, usando il brano di Marco 4:37-40, possiamo trarre delle lezioni importanti, che ci faranno capire meglio la vita cristiana, e soprattutto, il nostro Signore e Salvatore, Gesù Cristo.

Sarebbe buono se coloro che si considerano credenti studiassero i quattro vangelo di più. Certamente, tutta la Bibbia è utile. Non dobbiamo innalzare una parte della Bibbia all’esclusione di un’altra. Però, credo che sarebbe positivo se alcuni, che sono molto interessati alle dottrine delle Epistole, conoscessero di più i vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni.

Perché dico questo? Perché voglio che coloro che dicono di essere veri cristiani conoscano meglio Cristo Gesù. Certamente è importante conoscere le dottrine ed i principi del cristianesimo. Però, è ancora più importante conoscere Cristo stesso. Senza dubbio è utile avere molta familiarità con la fede, e la grazia, e la giustificazione e la santificazione, in quanto sono tutte cose che riguardano il Re. Però, è tanto più importante avere familiarità con Gesù stesso, vedere proprio la faccia del Re, e contemplare la Sua bellezza. Questa è una chiave per avere una santità eminente come credenti. Colui che vuole essere conformato all’immagine di Cristo, e diventare veramente come Cristo, deve costantemente impegnarsi a conoscere di più Cristo stesso.

I quattro Vangeli furono scritti per aiutarci a conoscere Cristo. Lo Spirito Santo ci racconta, quattro volte, della vita e della morte di Cristo, delle Sue parole e delle Sue opere. Quattro uomini ispirati da Dio ci hanno fatto un quadro del Salvatore Gesù. Questi quattro testimoni ci hanno dipinto le vie di Cristo, il Suo modo di fare, i Suoi sentimenti, la Sua sapienza, la Sua grazia, la Sua pazienza, il Suo amore, e la Sua potenza.

Non dovrebbero le pecore essere familiari con il loro Pastore? Non dovrebbero i pazienti conoscere il proprio Medico? Non dovrebbe la sposa essere familiare con il suo Sposo? Non dovrebbe il peccatore essere familiare con il suo Salvatore? Senza dubbio dovrebbe essere così. I quattro Vangeli furono scritti per aiutare gli uomini ad essere familiari con Cristo, e quindi, desidero che gli uomini studiano i Vangeli.

Su Chi dobbiamo edificare le nostre anime, per poter essere accettati da Dio? Dobbiamo edificare sulla Rocca, Cristo Gesù. Da chi dobbiamo attingere la grazia dello Spirito Santo di cui abbiamo bisogno ogni giorno, per poter portare frutto? Noi siamo i tralci, e dobbiamo attingere dalla vite, Gesù Cristo.

A Chi dobbiamo guardare per trovare compassione quando i nostri amici terreni ci abbandonano, oppure muoiono? Dobbiamo guardare al nostro Fratello maggiore, Cristo.

Tramite Chi possiamo presentare le nostre preghiere a Dio, affinché Egli le ascolti? Devono essere presentate dal nostro Avvocato, Cristo.

Con Chi vogliamo regnare in gloria? Con il Re dei re, Cristo.

Certamente non potremmo mai, mai conoscere Cristo troppo. Certamente, non c’è una parola Sua, un’opera Sua, un dettaglio della Sua vita, che non dovrebbe esserci prezioso. Dovremmo impegnarci ad essere familiari con ogni riga che è stata scritta su Cristo.

Alla luce dell’importanza di conoscere sempre di più Cristo, consideriamo un brano del Vangelo di Marco.

Leggiamo Marco 4:37-40

37 Ed ecco levarsi una gran bufera di vento che gettava le onde nella barca, tanto che questa già si riempiva. 38 Egli stava dormendo sul guanciale a poppa. I discepoli lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che noi moriamo?» 39 Egli, svegliatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!» Il vento cessò e si fece gran bonaccia. 40 Egli disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?»” (Marco 4:37-40 NRV)

Questo brano racconta un avvenimento ben conosciuto. Gesù e i discepoli avevano appena concluso un tempo di ministerio molto intenso. Stavano attraversando il Lago di Galilea in una barca. Gesù era addormentato, quando all' improvviso arrivò una tempesta molto forte. Le onde cominciarono a riempire la barca. La morte sembrava vicina. I discepoli erano terrorizzati, e svegliarono il loro Signore, chiedendo aiuto. Gesù si alzò, sgridò il vento e le onde, e subito ci fu grande calma. Poi Gesù rimproverò il timore dei discepoli, perché essi stavano dimostrando che mancavano la fede.

Ora, esaminiamo questo brano, cercando le lezioni importanti che Dio ha per noi in esso. Noto cinque verità principali

1. Seguire Cristo non ci fa evitare le difficoltà

La prima verità che questo brano ci insegna è che seguire Cristo non ci farà mancare le difficoltà e i dolori della vita terrena.

In questo brano, troviamo i discepoli, che erano stati scelti dal Signore Gesù, pieni di ansietà. Vediamo che il Buon Pastore permise al Suo piccolo gregge, composto di uomini che avevano creduto in Gesù quando i sacerdoti,gli scribi e i farisei Lo avevano rifiutato, di trovarsi in grande agitazione. La paura della morte scosse questi uomini, come un cane scuote un rattone. Sembrava che le acqua profonde li avrebbero coperto. Pietro, Giovanni e Giacomo e gli altri discepoli, coloro che sarebbero stati l’inizio della Chiesa che Gesù stava per fondare, erano estremamente turbati.

Forse i discepoli non si aspettavano questo. Forse si aspettavano che seguire Cristo avrebbe provveduto loro una vita priva di prove terrene. Forse immaginavano che Colui che poteva risuscitare i morti, guarire gli ammalati, moltiplicare il pane e i pesci, e cacciare i demoni, non avrebbe permesso che i suoi seguaci soffrissero durante il loro cammino sulla terra. Forse avevano immaginato che Egli avrebbe sempre provveduto per loro un viaggio facile, buon tempo, e protezione dalle difficoltà e dai dolori.

Se i discepoli avevano pensato così, allora, avevano sbagliato grandemente. Il Signore Gesù Cristo insegnò loro che un uomo può essere scelto da Dio anche per un ruolo importante, ma comunque dovrà passare molte difficoltà e sopportare molti dolori in questa vita.

È molto importante che capiamo molto bene questa verità. Servire Cristo non è mai stato un modo di evitare le sofferenze e le difficoltà della vita, e non lo sarà mai.

Se tu sei un vero credente, dovrai prepararti ad avere la tua porzione di malattie, dolori, tristezza e lacrime, perdite, avrai la tua croce da portare, la morte dei tuoi cari, dovrai prepararti a dover lasciare persone care a te, e ad avere prove e tribolazioni e delusioni finché sarai in questo corpo terreno.

Cristo non porta nessuno in cielo senza che quella persona abbia subito queste cose. Egli ha promesso che tutti coloro che vengono a Lui avranno tutto ciò che riguarda la vita e la pietà, ma non si è impegnato a farli diventare ricchi, o ad avere sempre buona salute, né ha promesso che avranno una famiglia dove non c’è la morte, il cordoglio e la tristezza.

Come predicatore, ho il privilegio di essere un ambasciatore di Cristo. Nel nome di Cristo, posso offrire la vita eterna a qualsiasi uomo, donna o bambino che è pronto a riceverla. Nel nome di Cristo, offro il perdono, la pace, la grazia e la gloria a qualsiasi persona che legge questo. Però, non oso assolutamente offrire a chi viene a Cristo una vita di prosperità terrena come parte del Vangelo. Non oso offrire a quella persona una vita lunga sulla terra, né più soldi, né mancanza di sofferenza. Non oso promettere alla persona che prende la sua croce e segue Cristo che il suo cammino di vita sarà un cammino senza tempeste!

Tante persone non vogliono che sia così. Preferirebbero avere Cristo, e anche buona salute, Cristo e anche tanti soldi, Cristo e anche una vita in cui nessun caro muore, Cristo e una vita senza grossi pesi, Cristo e una vita con sempre bel tempo, e nessuna tempesta, Cristo e una vita senza tribolazione senza il vento e senza le onde.

Tu che leggi questo, hai mai questo pensiero, nascosto nel cuore? Se sì, credimi, stai sbagliando di grande. Ascoltami, e cercherò di mostrarti che hai ancora molto da imparare.

Come potremmo sapere chi sono i veri credenti, se seguire Cristo portasse ad avere una vita priva di problemi? Come potremmo distinguere il grano dalla pula, se non per il ventilabro delle prove? Come potremmo capire se gli uomini servono Cristo perché amano Cristo, o se lo servono perché amano una vita facile, se servire Cristo portasse buona salute e ricchezza e una vita facile? Sono i freddi venti dell’inverno che ci fanno capire quali alberi sono sempreverdi e quali non lo sono. Similmente, le tempeste delle afflizioni e delle difficoltà sono utili a farci distinguere fra una fede sincera e una fede che è solamente esterna.

Come avverrebbe l’opera della santificazione nel credente, se non ci fossero le prove? Spesso, solamente le prove più profonde riescono a bruciare la scoria che si attacca ai nostri cuori. Le prove sono il coltello che il vignaiolo usa per potarci affinché portiamo buon frutto.

Se tu vuoi la salvezza, se vuoi vivere per Cristo, allora, ti esorto ad accettare i termini che Cristo offre! Mettiti in testa che avrai la tua parte di prove e di sofferenze e dolori, e così, quando arriveranno, non sarai sorpreso. Infatti tante persone, non capendo cosa sia la vita cristiana, sembravano di iniziare bene, però, quando sono arrivate le prove dure, sono tornati sui loro passi, e così, sono state perse eternamente.

Quindi, sei tu ti dichiari un figlio di Dio, fidati di Cristo, che Egli ti santificherà nel modo che Egli sceglie. Riposati nel fatto che Egli non sbaglia mai. Lui fa tutto bene. Il vento può muggire, le onde possono alzarsi, ma non temere, perché Cristo ti guida nella via giusta, che porta alla casa celeste. Quindi, la prima verità che vedo in questo brano è che seguire Cristo non ci fa evitare i problemi della vita.

2. il Signore Gesù Cristo è veramente uomo

La seconda grande verità che troviamo in questo brano è che Gesù Cristo è veramente uomo.

Le parole di questo brano ci mostrano chiaramente l’umanità di Cristo. Quando inizia la tempesta, Gesù si trovava in poppa, la parte posteriore della barca, addormentato. Gesù era stanco. Aveva predicato e guarito tutto il giorno, ed era molto stanco.

Dobbiamo afferrare saldamente nella mente la verità che Gesù è veramente uomo, un essere umano. È uguale al Padre in ogni cosa, è Dio eterno. Però, è diventato anche pienamente uomo, è stato fatto come noi in ogni cosa, tranne che non peccò mai. Come noi, nacque da una donna, come noi, crebbe. Spesso aveva fame e sete, spesso era stanco. Mangiava e dormiva. Conosceva la tristezza, il pianto, e i vari sentimenti. Colui che ha creato l’universo, e messo le stelle al loro posto nei cieli, camminava come un uomo stanco sulla terra. Colui che regnava sui poteri e i principati nei cieli, diventò un uomo debole come noi. Colui che avrebbe potuto rimanere nella gloria in cielo, scelse di venire sulla terra e vivere da uomo in mezzo a uomini peccatori. Questo è un miracolo di grazia e degnazione e misericordia e amore!

È un grande conforto saper che Gesù non è solo pienamente Dio, ma è anche pienamente uomo. Possiamo porre la nostra fede in Uno che non è solo un Salvatore potente, ma anche un Salvatore che sa aver compassione. Non è solo il potente Figlio di Dio, ma è anche il Figlio dell' Uomo, che può compatire con noi.

Nella vita, avere uno che compatisce con noi vale più di grande tesori. Nei momenti più pesanti, una grande somma di denaro non può farci nulla, tante parole non riescono a consolarci il cuore. Ma l’amico che sa veramente compatire con noi è un grande sollievo. Gesù Cristo, essendo Dio, diventò anche uomo, e così, può veramente compatire con noi. Egli è stato tentato in ogni cosa come noi, senza peccare, e quindi, ci comprende a fondo.

Qualunque sia la nostra prova, o la nostra difficoltà, o la nostra tentazione, Gesù sa curarci, perché ha vissuto sulla terra come uomo. Essendo sia Dio che Uomo, Gesù è potente da salvarci. Se fosse solo Dio, potremmo avere paura di avvicinarci a Lui. Ma essendo anche uomo, possiamo avvicinarci con libertà.

Non dimentichiamo mai che il libero accesso che abbiamo al trono della grazia è tramite il Mediatore, Gesù Cristo Uomo. Come Mediatore, Gesù ci comprende a fondo, in ogni nostra richiesta, perché è anche uomo. Conosce la nostra carne, conosce le tentazioni di Satana, conosce la nostra debolezza.

Sei povero, hai problemi materiali? Gesù ti comprende. Ascoltiamo le sue parole:

Gesù gli disse: «Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo hanno dei nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».” (Mat 8:20)

Se solo? Ti senti abbandonato dagli altri? Gesù ti comprende. È venuto ai suoi, e Lo hanno rifiutato. I pochi che Lo hanno seguito Lo hanno abbandonato nel giardino. Gesù sa cosa vuol dire essere veramente abbandonato.

Ti senti frainteso, accusato falsamente, o credi che gli altri ti perseguitano? Gesù fu accusato falsamente, fu condannato ingiustamente, fu ucciso ingiustamente. Gesù ti comprende a fondo.

Sei tentato da Satana, egli ti mette pensieri terribile nella mente? Gesù ti comprende. Satana ha proposto dei pensieri terribili a Gesù. Poi rivolgerti a Gesù per aiuto.

Devi attraversare un periodo difficile di tenebre? Ti senti solo? Gesù è stato veramente solo, abbandonato da tutti, e molto peggio di quanto dovremo mai subire noi, è stato abbandonato anche dal Padre. Egli può comprenderti pienamente.

È impossibile che ci sia un Salvatore più adatto ai bisogni del cuore dell’uomo, di quanto è Gesù Cristo il nostro Salvatore. Egli è il Salvatore perfetto, perfetto perché è potente, perfetto perché conosce la nostra debolezza, perfetto perché è glorioso, ma sa anche compatire con noi.

Che triste, che tante persone pensano che un cosiddetto santo, o la cosiddetta Madonna, siano più in grado di comprenderci più di quanto Cristo può comprenderci, o che siano più pronti a compatire con noi di quanto lo sia Cristo.

Chi dice così non conosce il Cristo della Bibbia! Perché rivolgerci ad una torcia, quando possiamo godere il sole a mezzogiorno? Grazie a Dio, che Gesù Cristo è sia uomo sia Dio. Questa è una seconda verità che vediamo in questo brano.

3. Un vero credente è molto debole in sé

Passo ora ad una terza verità che troviamo in questo brano. Troviamo che anche un vero credente è molto debole, nella propria forza.

Vediamo questo nel comportamento dei discepoli. Notiamo come si sono comportati quando arrivò la tempesta. Erano pieni di timore. Dissero: Maestro, non ti importa che noi moriamo? Erano impazienti, non volevano aspettare che Gesù si svegliasse da solo. Mancavano la fede, credevano di morire, dimenticando il potere di Gesù. Dubitavano la cura di Gesù, dicendoGli: non ti importa che moriamo?

Che diritto avevano questo discepoli di avere paura? Avevano visto numerose prove della cura di Gesù e del potere di Gesù. Nonostante questo, davanti a questa prova, dimenticarono tutto. Non è che anche noi facciamo la stessa cosa? Non è che anche noi abbiamo visto tantissimi esempi della cura di Cristo per noi, e della Sua potenza? Finché le cose vanno bene, siamo tranquilli. Però, a volte, appena arriva una prova nuova, dimentichiamo tutto e cominciamo ad avere paura, proprio come fecero i discepoli.

Quindi, quello che voglio notare qua è quanto siamo propensi a togliere i nostri occhi da Cristo e fissarli sulla prova attuale. Anche se siamo uomini di fede, perfino quando stiamo facendo del proprio meglio come credenti, se togliamo il nostro sguardo da Cristo, anche per poco, siamo capaci a inciampare.

Basta ricordare l’esempio di Abraamo, il padre di coloro che hanno la fede. Dimostrò grande fede in Dio, fu pronto a lasciare la sua famiglia e la sua patria. Credette a Dio quando non c’era nulla di visibile a cui aggrapparsi. Però, ebbe un momento di dubbio talmente forte che temette l’uomo al punto di chiamare Sara sua sorella anziché sua moglie.

Davide era un uomo che aveva un cuore per Dio. Ebbe la fede di combattere contro Golia. Però, quando fu ricercato da Saul, ebbe un momento di grande paura, e disse in cuore suo: «Un giorno o l’altro perirò per mano di Saul ».” (1Sam 27:1 NRV)

Se questi giganti della fede sono caduti e hanno avuti momenti di dubitare, quanto di più dobbiamo riconoscere la nostra debolezza. Se siamo tentati a criticare i discepoli per la loro mancanza di fede, vuol dire che non conosciamo il nostro proprio cuore e quanto siamo capaci a cadere noi, appena togliamo gli occhi da Cristo.

Quando un credente pensa fra sé che il suo amore per Cristo è così forte che è sicuro che non smetterà mai di camminare per fede, quando un credente si sente di cantare che servirà Cristo per sempre, confida troppo in se stesso. Dobbiamo essere umili, e confidare in Dio, non in noi stessi.

Attenzione, non sto dicendo che è inevitabile che cadremo nel peccato, e che quindi, non possiamo farne a meno. Così non sia mai. Un vero credente cammina nella luce, non nelle tenebre.

Però, è importante capire che, per conto nostro, siamo molto deboli. Se non ci rendiamo conto della nostra debolezza, quando capita che cadiamo, ci manderà in disperazione. Se un credente non ha un concetto sobrio di se stesso, e quindi, non conosce realmente la sua capacità di peccare, quando cade, sarà tentato di dubitare la propria salvezza.

È anche importante capire quanto siamo tutti capaci a peccare affinché non arriviamo a dubitare la salvezza di un altro credente appena scopriamo che ha peccato. Dobbiamo essere pronti a riconoscere la grazia di Dio gli uni negli altri, in mezzo alle nostre debolezze. Siamo ancora nel corpo, stiamo ancora crescendo. Dobbiamo imparare ad avere pazienza gli uni con gli altri, e con noi stessi. Chiaramente, la Bibbia ci insegna anche che se uno continua a rimanere in un peccato, è una cosa grave, che mette in dubbio la sua salvezza. Quindi, ci vuole equilibrio. Però, è sempre importante tenere in mente la capacità per qualsiasi credente di cadere nel peccato. Così, quando serve rialzare qualcuno, che deve essere fatto da quelli più maturi, lo si fa con gentilezza, tenendo conto della propria capacità di cadere. Camminiamo per grazia. Se i discepoli potevano avere momenti di dubitare Cristo, anche noi possiamo cadere. Impariamo a non essere mai sicuri di noi stessi, ma a guardare sempre a Cristo.

4. il potere del Signore Gesù Cristo

Una quarta verità che troviamo nel brano di oggi è che Gesù è onnipotente. C’era una grande tempesta con un vento fortissimo. I discepoli, uomini che conoscevano molto bene il lago, erano terrificati. Gesù, svegliato dai discepoli, disse al vento: “Taci, calmati!”.

Incredibilmente, il vento Gli ubbidì. Nessuno, tranne Dio, può controllare il vento. Anzi, abbiamo un detto “parlare al vento” quando vogliamo descrivere qualcosa di impossibile. Eppure Gesù fece tacere il vento, con solamente una parola.

È importante che ogni persona abbia un concetto reale del potere di Cristo Gesù. Il peccatore che sta ascoltando Gesù che lo chiama alla salvezza, deve sapere che Colui che lo sta chiamando è Dio onnipotente. Porre la fede in Cristo vuol dire porre la fede nel Dio onnipotente.

Il credente che sta passando una dura prova, deve ricordare che il Buon Pastore, che non lo lascia mai, è Gesù Cristo, Dio onnipotente, con potere su tutto.

Abbiamo tutti bisogno di conoscere di più della potenza di Dio. Ci sono tanti modi che possiamo comprendere meglio il Suo potere.

Possiamo comprendere di più il potere di Cristo nella creazione. In Giovanni 1:3 leggiamo, parlando della Parola, ossia, di Cristo: “Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.” (Giov 1:3 NRV)

Possiamo conoscere di più della potenza di Cristo nella provvidenza di Cristo. Non solo ha creato tutto, ma tutte le cose sussistono in Lui, come leggiamo in Colossesi 1:17.

Vediamo la potenza di Cristo nei Suoi miracoli che troviamo nei quattro Vangeli. Dovremmo meditare molto sui miracoli, non solo sul lato fisico, ma anche sul lato spirituale. Colui che poteva risuscitare un morto, può anche risuscitare un uomo morto nei suoi peccati. Colui che poteva aprire gli occhi dei ciechi, e le orecchie dei sordi, può mostrare la gloria di Dio ad un uomo peccatore, e far sentire il vangelo ad un uomo che era spiritualmente sordo.

Colui che poteva guarire il lebbroso, può guarire qualsiasi malattia spirituale del cuore. Colui che poteva cacciare i demoni, può darci vittoria su qualsiasi peccato.

Prego che possiamo conoscere Cristo non solo in senso storico, ma capendo più come il Suo potere riguarda la nostra vita oggi.

Quando il tuo cuore è turbato, quando è spinto qua e là, come in un tempesta, ascolta le parole di Cristo in questo brano: “Taci, calmati”. Troviamo la nostra pace in Cristo. Calmati in Lui!

E se dovessi trovarti in una prova che sembra troppo pesante? Forse qualcuno molto caro a te è morto. Forse ti trovi in una situazione che sembra insopportabile. Forse hai una malattia dalla quale non è prevista la guarigione? In momenti così, il tuo cuore può essere davvero turbato. Ricordati, che lo stesso Signore che aveva il potere di calmare la tempesta, può calmare il tuo cuore. Guarda a LUI. Gesù ci chiama, in quei momenti quando siamo oppressi dal peso dei problemi, e ci dice:

28 Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. 29 Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre;” (Mat 11:28-29 NRV)

Esorto ciascuno di voi a non dubitare il potere di Cristo. Egli è potente da salvare perfettamente coloro che si avvicinano a Dio per mezzo di Lui. (Ebrei 7:25) È potente da gestire tutto per portarci avanti.

5. Notiamo la tenerezza e pazienza di Cristo

Un’ultima, ma non meno importante verità che vediamo in questo brano è quanto grande è la tenerezza e la pazienza del Signore verso i credenti, anche quando sono deboli.

Vediamo questo nel modo che ha trattato i discepoli. Avrebbe potuto riprenderli severamente. Avrebbe potuto ricordare loro tutti i Suoi miracoli precedenti per rinfacciare la loro mancanza di fede. Avrebbe potuto arrabbiarsi con loro. Non vediamo questo. Semplicemente chiede a loro perché hanno paura e perché hanno poca fede.

Vi invito a considerare il comportamento di Cristo versi i suoi discepoli in tutti i vangeli. Notate la Sua grande compassione e pazienza verso di loro. Nessun professore ha mai avuto studenti così lenti ad imparare di quanto aveva Gesù. Eppure, nessun studente ha mai avuto un Maestro così paziente quanto è stato Gesù.

Nonostante che Gesù era un insegnante perfetto, i discepoli non avevano mai capito a fondo le verità che Egli insegnava loro. Non capivano l’umiliazione di Cristo, né la redenzione, né la croce, né la risurrezione. Anche quando Gesù parlò in modo estremamente chiaro, non capirono.

Vediamo inoltre che spesso, il comportamento dei discepoli non era quello che avrebbe dovuto essere. Discutevano fra di loro chi era il più grande. I loro cuori erano induriti a non capire i Suoi miracoli. Una volta, due di loro volevano chiamare fuoco dal cielo a distruggere un villaggio, non capendo che Gesù era venuto a salvare. Nel Giardino, i tre discepoli più stretti a Gesù dormivano quando avrebbero dovuto essere svegli e pregare. Quando Gesù fu arrestato, tutto Lo abbandonarono, e Pietro negò perfino di conoscerLo.

Anche dopo la risurrezione, i discepoli dubitarono, ed erano lenti a capire tutto quello che i profeti avevano detto.

Quindi, guardando i discepoli, vediamo uomini deboli, che cadevano spesso, e spesso non capivano.

E che cosa vediamo in Cristo Gesù? Vediamo pietà e compassione, vediamo tenerezza, vediamo pazienza, vediamo grande amore.

Gesù non li abbandona a causa dei loro dubbi. Non li rigetta per la loro stupidità. Non li bastona per la loro poca fede. Invece, insegna loro un passo alla volta, come fa una mamma con un bimbo che sta imparando a camminare. Dopo la Sua morte, Gesù mandò un messaggio ai discepoli tramite le donne, in cui li chiamò fratelli. Restaurò Pietro, e Si degnò a passare quaranta giorni con loro prima di ritornare in cielo.

Quando salì in cielo, lasciò a loro la promessa: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente».” (Mat 28:20 NRV)

Quello che Gesù era allora, Gesù è ancora oggi. Perciò, sappiate che Gesù Cristo è pieno di misericordia, pazienza e tenerezza. “Egli non triterà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante, finché non abbia fatto trionfare la giustizia.” (Mat 12:20 NRV)

Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso il SIGNORE verso quelli che lo temono.” (Sal 103:13 NRV)

Gesù è il Buon Pastore, che cura ogni pecora con tenerezza. Gesù dichiara che non perderà nemmeno uno di coloro che vengono a Lui.

Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori;” (Giov 6:37 NRV)

Il carattere di Cristo è tale che ogni peccatore è invitato a venire da Lui, per fede. Egli non abbandonerà mai colui che si aggrappa a Cristo per fede. Certamente, se serve, può disciplinare un vero credente, anche severamente, ma sempre con amore. Però, non abbandonerà mai un vero credente.

È importante che tutti sappiano che Cristo non abbandona i suoi credenti a causa delle loro debolezze. Un buon marito non abbandona la moglie perché non è perfetta. Una buona mamma non lascia il suo bimbo perché è debole e ignorante. E similmente, il Signore Gesù Cristo non abbandona quei poveri peccatori che hanno affidato le loro anime a Lui solamente perché Egli vede in loro tante imperfezioni.

Basta guardare a Ebrei 11, in cui vediamo un elenco di uomini di fede, per capire la grazia di Cristo. Questo capitolo parla della fede di questi uomini, ma volendo, avrebbe potuto parlare anche delle loro tante cadute. Però, non lo fa. Cristo ci tratta con tanta tenerezza e pazienza.

Tante volte, se guardiamo a noi stessi, e alla nostra debolezza, ci scoraggiamo. Impariamo a non guardare a noi stessi. Guardare a noi stessi produce o orgoglio o scoraggiamento. Guardiamo a Cristo. Ricordiamoci della Sua tenerezza e pazienza, e troviamo in Lui la forza di riprendere il cammino.

Considerare la tenerezza di Cristo dovrebbe guidare anche il modo in cui trattiamo gli uni gli altri. Quando dobbiamo riprendere qualcuno che è caduto, dovremmo ricordare le nostre tante cadute, e dobbiamo imitare la tenerezza e la pazienza di Cristo.

Conclusione

Ora, lasciamo questo brano. Prego che possiamo portare con noi le verità che abbiamo trovato in esso. Vi elenco ancora queste verità, per aiutarvi a fissarle nella vostra mente.

1) Seguire Cristo non ti farà evitare le difficoltà e le sofferenze della vita. La via di fede è una via con tribolazione e sofferenza. Saranno solamente le prove e le difficoltà giuste. Però, ci saranno.

2) Gesù Cristo è pienamente uomo, oltre a pienamente Dio. Perciò, può comprenderci, e rappresentarci davanti al Padre, e compatirci. Abbiamo un Salvatore che ci è un Amico vicino.

3) I veri credenti sono pieni di debolezze e di imperfezioni. Certamente, questo non è una scusa per camminare nel peccato, però, è un incoraggiamento per quando riconosciamo la nostra debolezza.

4) Cristo è onnipotente. Egli può ogni cosa. Quindi, possiamo confidare in Lui in ogni occasione. Mentre è vero che ci sono le prove e le difficoltà, è anche vero che Cristo Gesù, Dio onnipotente, è pienamente in controllo delle prove.

5) Cristo è pieno di pazienza, bontà e tenerezza con il Suo popolo.

Queste verità dovrebbero spingerci a cercare di conoscere Gesù Cristo sempre più da vicino. Ricordiamo che la nostra fede non è in un personaggio storico, ma in un Salvatore vivente e presente con noi.

Come credenti, dovremmo evitare la tendenza di parlare di più della redenzione che del Redentore. Non dobbiamo pensare di più alla giustizia di quanto pensiamo a Gesù Cristo che Giustifica. Non parliamo più della salvezza di quanto parliamo del Salvatore!

Non considerare il Vangelo come un insieme di dottrine, ma come la rivelazione del grande Salvatore e Signore. Gli Apostoli non predicavano una dottrina, ma un Signore. L’eternità non sarà passata in presenza di una serie di dottrine, ma nella presenza di Cristo Gesù. Impariamo oggi ad avere comunione con Cristo. Certamente le dottrine sono importanti, ma come mezzi per farci conoscere meglio Gesù Cristo.

Ricordiamo che il Cristo di cui leggiamo nei Vangeli è lo stesso oggi. Tutto quello che Egli era per gli Apostoli, Lo è per noi. Gesù Cristo è lo Stesso ieri, oggi e domani. Quindi, quando leggiamo i Vangeli, leggiamo con attenzione, per conoscere meglio il nostro Signore.

Troviamo la chiave della vita nelle parole dell’Apostolo Paolo: “Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno.” (Fil 1:21 NRV)

Che questo sia anche il vivere e il morire per noi. Amen.