È possibile per un bambino di nascere sano senza però mai crescere?
No. In quel caso, il bimbo non è sano, anzi, è morto. Non è possibile essere in vita senza una crescita. La crescita può essere più o meno veloce, può avere più o meno problemi. Però, la vera vita produce sempre una crescita. Non è mai esistito un bimbo che sia nato e che sia vissuto senza crescere. Cioè, un bambino vivo non può rimanere uguale a quando nasce. La vera vita produce sempre la crescita.
Se questo è vero per la vita fisica, è altrettanto vero per la vita spirituale. Consideriamo ciò che è la salvezza. Quando Dio salva una persona, la fa nascere come un figlio di Dio, la perdona dai suoi peccati, e la giustifica. Ma quello è solo l’inizio dell’opera di Dio in quella persona. Nella vera salvezza, Dio continua la sua opera in quella persona per farla arrivare ad essere conformata all’immagine di Cristo.
A livello fisico, un bambino può nascere fisicamente e poi morire prima di diventare adulto. Invece, quando Dio salva e dà vita spirituale ad una persona, Dio sempre porta a compimento la sua opera nella persona che salva. Come dichiara l’Apostolo Paolo, sotto la guida della Spirito Santo, in Filippesi 1:6
“essendo convinto di questo, che colui che ha cominciato un’opera buona in voi, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.” (Filippesi 1:6 LND)
La vera salvezza porta sempre al suo compimento, cioè, la persona cresce nella santità fino al punto di essere conformata all’immagine di Gesù Cristo. Questa crescita viene chiamata “santificazione”.
Con l’aiuto di Dio, in questo e nel prossimo insegnamento, vogliamo considerare la santificazione. Onestamente, è un discorso immenso, e possiamo solo iniziare a toccare questo argomento fondamentale. Però, con l’aiuto di Dio, possiamo capire meglio la santificazione.
Vogliamo capire che cos’è la santificazione. Quanto è importante? Come avviene? Qual è il ruolo di Dio, e qual è il nostro ruolo? Sono domande estremamente importanti, e prego che con l’aiuto di Dio, possiamo comprendere meglio che cos’è la nostra santificazione.
Definizione
Prima di tutto, che cos’è la santificazione? La santificazione è il crescere nella santità, per essere sempre più conformati all’immagine di Cristo. In altre parole, è una vita separata dal peccato. Quindi, vuol dire riconoscere e confessare i nostri peccati, in modo da non camminare più in essi. La santificazione riguarda il nostro cammino, in contrasto con la salvezza che è la nostra posizione davanti a Dio.
Senza la Santificazione, non c’è la salvezza
Sapete che non tutti che dicono di essere salvati sono veramente salvati? Infatti, senza la santificazione, non c’è vera salvezza.
Se una persona che dice di essere credente non cresce nella santità, quella persona non è salvata. Ovvero, se una persona continua a lasciare regnare il peccato nella sua vita, non è salvata.
Da quello che leggiamo nella Bibbia, e anche da ciò che è visibile, ci sono tante persone in tante chiese che si dichiarano salvate, che in realtà non sono salvate. Questo comprende anche pastori e persone molto impegnate nell’opera di Dio.
Infatti, in Matteo 7, Gesù parla del giudizio finale, quando tutti appariranno davanti a Lui, il Giudice. Gesù ci avverte che in quel giorno, molti di coloro che si ritengono credenti scopriranno che non erano mai veri credenti. Ascoltate ciò che Gesù dichiarerà di quel giorno:
“21 Non chiunque mi dice: "Signore, Signore" entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome,
e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti?" 23 E allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità".” (Matteo 7:21-23 LND)
Non tutti coloro che dicono di essere salvati, anche se sono attivi nella Chiesa, sono veramente salvati.
Dobbiamo capire che se non c’è la santificazione, non c’è la salvezza. Non esiste la vera salvezza senza anche la vera santificazione. Per esempio, in Ebrei 12:14, leggiamo che senza la santificazione, cioè senza una crescita nella santità, nessuno vedrà Dio. In questo versetto, la parola “procacciate” significa “correre dietro con tutta la forza per afferrare la cosa”. Vi leggo Ebrei 12:14.
“Procacciate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore,” (Ebrei 12:14 LND)
Chi non procaccia la santificazione non vedrà il Signore. In altre parole, chi non procaccia la santificazione, ovvero chi non si impegna di cuore alla santificazione, non vedrà Dio, e quindi non è veramente salvato.
In 2Corinzi, Paolo ci parla della necessità di separarci dal male, usando la parola “immondo”. Ricordate che quando la Bibbia parla del male, è secondo il metro di Dio, e non secondo quello del mondo. Il mondo considera normali tante cose che sono malvagie secondo Dio. Ricordate che il metro è sempre la santità di Dio. Leggo 2Corinzi 6:17.
“Perciò "uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’immondo, ed io vi accoglierò,” (2Corinzi 6:17 LND)
Solamente chi si separa dal peccato sarà accolto da Dio, ovvero, sarà salvato. In altre parole, solo chi cresce nella santificazione sarà salvato. Questo non è perché il nostro impegno ci salva, ma piuttosto è perché la vera salvezza produce vera santificazione, ovvero, la separazione dal peccato.
Tanti brani ci fanno capire che senza la santificazione non c’è vera salvezza, Per esempio, in 1Giovanni troviamo vari versetti che ci fanno capire che la santificazione è inseparabile dalla vera salvezza. Vi leggo 1Giovanni 2:4 come esempio:
“Chi dice: "Io l’ho conosciuto," e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui.” (1Giovanni 2:4 LND)
Chi non osserva i comandamenti di Cristo, ovvero, chi non cammina in santità, non è in Cristo, ovvero, non è salvato. La santificazione è una parte inseparabile della vera salvezza.
Quindi, ognuno di noi dovrebbe valutare la propria condizione davanti a Dio.
C’è una crescente santificazione nella tua vita? Certamente abbiamo dei combattimenti contro il peccato. Ci saranno combattimenti finché siamo in questi corpi. Però, è anche giusto che tu ti chieda se c’è una chiara evidenza di crescita in santità nella tua vita.
Ci sono cadute, ma se si riguarda alla tua vita nel tempo, anno per anno, c’è una chiara crescita nella santificazione? Un frutto della vera salvezza è di essere sempre più conformato a Cristo. Non si tratta di più conoscenza della Bibbia, per quanto sia utile. Non si tratta di più impegno nella chiesa, né di un impegno ad evangelizzare. Si tratta di una vita che è sempre più santa. Si tratta di un comportamento sempre più santo, un parlare sempre più santo, e un modo di pensare sempre più santo. Questo è visibile nella tua vita?
Una crescente santificazione è l’evidenza più chiara della salvezza.
Unione con Cristo Romani 6:1-14
Perché questo è vero? Qual è la base che porta ogni vero credente a crescere sicuramente nella santità?
La santificazione farà parte della vita di ogni vero credente, non per qualcosa nel credente, ma perché ogni vero credente è unito a Cristo. Gesù Cristo vive in ogni vero credente. Consideriamo questa verità.
Se siamo salvati, la Bibbia dichiara che siamo in Cristo. Quando Dio ci salva, ci unisce a Cristo. Siamo vivificati in Cristo. Cristo diventa la nostra vita. Vi leggo 1Corinzi 15:22.
“Perché, come tutti muoiono in Adamo, così tutti saranno vivificati in Cristo.” (1Corinzi 15:22 LND)
Tutti i veri credenti sono morti con Cristo Gesù, e vivono in Lui.
L'apostolo Paolo descrive la vita di ogni vero credente in quello che dichiara di se stesso in Galati 2:20.
“Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.” (Galati 2:20 LND).
Un vero credente vive in Cristo Gesù, e Cristo vive in lui. Avendo Cristo che vive in noi vuol dire che Cristo è la nostra giustizia. Questo è il motivo che abbiamo libero accesso a Dio.
Inoltre, avendo Cristo che vive in noi produce l’opera della santificazione in noi.
Romani 6:1-14 analisi
Prendiamo qualche momento per capire meglio il fatto di essere uniti a Cristo. Trovate Romani 6:1-14. Questo brano importante ci aiuta a capire la nostra unione con Cristo, e questa unione produce sicuramente la santificazione. Seguite mentre lo leggo:
“1 Che diremo dunque? Rimarremo nel peccato, affinché abbondi la grazia? 2 Niente affatto! Noi che siamo morti al peccato, come vivremo ancora in esso? 3 Ignorate voi, che noi tutti che siamo stati battezzati in Gesù Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte? 4 Noi dunque siamo stati sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte affinché, come Cristo è risuscitato dai morti per la gloria del Padre, così anche noi similmente camminiamo in novità di vita.
5 Poiché, se siamo stati uniti a Cristo per una morte simile alla sua, saremo anche partecipi della sua risurrezione, 6 sapendo questo: che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui, perché il corpo del peccato possa essere annullato e affinché noi non serviamo più al peccato. 7 Infatti colui che è morto è libero dal peccato. 8 Ora se siamo morti con Cristo, noi crediamo pure che vivremo con lui, 9 sapendo che Cristo, essendo risuscitato dai morti, non muore più; la morte non ha più alcun potere su di lui. 10 Perché, in quanto egli è morto, è morto al peccato una volta per sempre; ma in quanto egli vive, vive a Dio. 11 Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi a Dio, in Gesù Cristo, nostro Signore. 12 Non regni quindi il peccato nel vostro corpo mortale, per ubbidirgli nelle sue concupiscenze. 13 Non prestate le vostre membra al peccato come strumenti d’iniquità, ma presentate voi stessi a Dio, come dei morti fatti viventi, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia. 14 Infatti il peccato non avrà più potere su di voi, poiché non siete sotto la legge, ma sotto la grazia.” (Romani 6:1-14 LND)
Questo brano meriterebbe una serie di sermoni. Per ora, vogliamo riconoscere almeno qualche verità principale.
Questo brano ci insegna che noi siamo stati sepolti con Gesù Cristo. La morte di Gesù Cristo conta come la nostra morte. Se ricordate, in Romani 6:23 impariamo che il salario del peccato è la morte. Dio, essendo giusto, deve punire il nostro peccato con la morte, che è la separazione da Dio. A causa del nostro peccato, meritiamo la morte eterna, la separazione eterna da Dio.
Per poterci perdonare e salvare, per mezzo dello Spirito Santo, siamo stati battezzati nella morte di Gesù Cristo. Ovvero, siamo stati uniti a Cristo nella sua morte, e anche nella sua risurrezione. Quindi, il nostro vecchio uomo è stato crocefisso con Cristo. Perciò, in Cristo, la nostra condanna è stata pagata. Ora, siamo liberi dal peccato. Il peccato non ha più potere su di noi come prima. Ora, a causa della nostra unione con Cristo, non siamo più schiavi del peccato.
Essendo uniti a Cristo, Dio ci comanda di non lasciar più regnare il peccato nei nostri corpi mortali. Cioè, prima della salvezza, il peccato regnava in noi. Ora, in Cristo, siamo stati liberati dal potere dal peccato. Possiamo peccare, ma non siamo più schiavi del peccato, e non dobbiamo peccare. Come abbiamo letto in Galati 2, siamo stati crocefissi con Cristo, e ora è Cristo che vive in noi. Abbiamo vittoria sul peccato.
Essendo uniti a Cristo, e perciò liberati dal potere dal peccato, questa unione ci porta alla santificazione. Dio ci ha salvati per la santità. Solo con la santità possiamo entrare nella presenza di Dio.
E perciò, è proprio il fatto di essere in unione con Cristo che produce in ogni vero credente una vita di santificazione.
Confronto fra la Salvezza e la Santificazione
Anche se la salvezza e la santificazione vanno sempre insieme, è importante capire la differenza fra questi due aspetti della vita cristiana.
La salvezza è un atto che Dio compie in noi una volta per sempre. È paragonabile alla nascita di un bimbo, succede una volta sola, e poi, qual bimbo è nato. Nella salvezza, Dio ci dà vita, la rigenerazione, Dio ci giustifica, Dio ci fa diventare figli suoi, Dio ci riconcilia a Sé.
Invece, la santificazione non è un atto, è un processo che dura tutta la vita. È la crescita spirituale che inizia alla salvezza e dura tutta la vita.
La salvezza cambia il nostro stato davanti a Dio. Passiamo dall'essere colpevoli ad essere giustificati. Passiamo dall’essere separati da Dio all’essere riconciliati con Dio.
Invece, la santificazione non è un cambiamento di stato, ma una trasformazione del nostro essere. Ci porta a camminare sempre più nella santità, anziché nel peccato.
La giustificazione ci riconcilia a Dio, mentre la santificazione ci fa essere conformati al carattere e alla santità di Dio.
La giustificazione è un atto istantaneo. In contrasto, la santificazione è un atto progressivo che dura tutta la vita.
È importante notare che la Bibbia non comanda mai ad una persona di impegnarsi per essere giustificata. Quella è un’opera di Dio. Il peccatore deve ravvedersi e credere in Gesù Cristo. Ma è Dio che lo giustifica.
Invece, la Bibbia è piena di comandamenti per noi di santificarci, sia comandamenti in cui c’è proprio il comandamento: “santificatevi”, sia nella forma di comandamenti vari, come non mentire, non rubare, perdonatevi, mariti amate vostre mogli, mogli sottomettevi ai vostri mariti, e tanti altri comandamenti che ci chiamano alla santificazione. È proprio la nostra ubbidienza ai comandamenti che ci rende più santi.
Di Chi è la Responsabilità? Filippesi 2:12,13
Allora, alla luce di questo, ci viene la domanda, una domanda estremamente importante: di chi è la responsabilità della santificazione? Cioè, dobbiamo noi santificarci, o è Dio che ci santifica? Se sbagliamo la risposta a questa domanda, rovina la vita cristiana. Quindi, consideriamo attentamente ciò che la Bibbia dice per quanto riguarda la santificazione.
Un brano estremamente importante per aiutarci a capire la santificazione è Filippesi 2:12,13. Leggiamo questo brano, e prendiamo alcuni minuti per considerare la verità che Dio ci dichiara in esso.
“12 Perciò, miei cari, come mi avete sempre ubbidito non solo quando ero presente, ma molto più ora che sono assente, compite la vostra salvezza con timore e tremore, 13 poiché Dio è colui che opera in voi il volere e l’operare, per il suo beneplacito.” (Filippesi 2:12-13)
Come vedete subito, questo brano è diviso in due parti. La prima parte, il versetto 12, è la nostra responsabilità nella santificazione. La seconda parte, il versetto 13, è la parte di Dio. Notate che ogni parte è da credere pienamente. Consideriamo per primo il versetto 12.
Paolo inizia il versetto 12 incoraggiando i credenti per la loro ubbidienza nel passato. Questo incoraggiamento è per stimolarli ad ubbidire al comandamento in questo versetto. Notate il comandamento che vale per loro e vale per noi. Leggo di nuovo il versetto 12:
“12 Perciò, miei cari, come mi avete sempre ubbidito non solo quando ero presente, ma molto più ora che sono assente, compite la vostra salvezza con timore e tremore,
Il comandamento che vogliamo considerare sono le parole alla fine:
“compite la vostra salvezza con timore e tremore,”
Dio ci comanda di compiere la nostra salvezza con timore e tremore. Questo comandamento dà la responsabilità per la nostra santificazione a noi. È importante capire questo principio, perché l'impegno che dobbiamo avere nella santificazione è come se dipendesse totalmente da noi. Infatti, notate che il comandamento è di compiere la nostra salvezza con timore e tremore. Cioè, dobbiamo avere un certo timore, timore di non farcela, timore di fallire, timore di non arrivare. Questo timore e tremore ci stimola a non smettere di combattere contro il nostro peccato.
Se abbiamo timore e tremore, avremo un impegno profondo e ci impegneremo con tutto il nostro cuore.
Ci sforzeremo il più possibile, senza stancarci, per combattere il peccato, in modo da compiere la nostra salvezza.
Il motivo per cui questo timore e tremore è necessario è perché dove non c’è una vera crescita nella santità, non c’è la vera salvezza. Infatti, solo se ci impegniamo con timore e tremore possiamo avere un chiaro frutto che siamo salvati.
Perciò, quella persona che si dichiara credente, che però non si preoccupa della propria salvezza, e non è aggravata delle sue cadute, e non si preoccupa di vedere chiaro frutto della salvezza, e quindi non ha timore e tremore, in realtà, quella persona non ha alcun chiaro frutto di essere veramente salvata. Può essere tranquilla, come le persone in Matteo 7 che arrivano davanti a Cristo nel giorno del giudizio tranquilli, solo per scoprire di non essere mai state salvate.
E perciò, dobbiamo impegnarci con tutto il nostro cuore a camminare in santità davanti al nostro Dio. Questo è l'unico modo per avere chiare prove della nostra salvezza.
Quindi, per quanto leggiamo nel versetto 12, la nostra santificazione è la nostra responsabilità. E alla luce di questo e di tanti altri comandamenti, dobbiamo vivere riconoscendo che siamo responsabili a cresce nella santificazione.
Dio Opera in Noi
Se avessimo solamente la verità che troviamo nel versetto 12, saremo schiacciati sotto il peso che non possiamo portare da soli. Per quanto dobbiamo impegnarci alla nostra santificazione, il fatto è che non siamo capaci da soli a crescere. Lasciati da soli, non facciamo altro che cadere, rendendoci colpevoli davanti ad un Dio santo.
Lasciati da soli, il versetto 12 ci ammazza. È impossibile ubbidire al versetto 12 con la nostra propria forza.
Ma grazie siano rese a Dio, Dio non conclude questo discorso con il versetto 12. Dopo averci schiacciati a terra con il comandamento del versetto 12, Dio ci innalza con la meravigliosa verità del versetto 13. Tenendo conto che ci impegniamo con timore e tremore a compiere la nostra salvezza, leggiamo il versetto 13.
“13 poiché Dio è colui che opera in voi il volere e l’operare, per il suo beneplacito.” (Filippesi 2:13 LND)
Certamente dobbiamo compiere la nostra salvezza con timore e tremore, però, grazie a Dio, Dio opera in noi il volere e l'operare, per il suo beneplacito. In altre parole, Dio è all'opera in noi, mettendo nel nostro cuore il desiderio di crescere nella santità, questo è il volere, ed inoltre ci dà la forza per potere crescere nella santità, questo è l'operare.
E Dio fa questo, non per qualche merito in noi, perché in quel caso non avremmo speranza, perché non abbiamo merito, ma lo fa per il suo beneplacito. Il cuore di Dio è di volerci fare del bene per grazia. Questo è il cuore di Dio nei nostri confronti. E perciò, Dio cambia il nostro cuore, mettendo nel nostro cuore un profondo desiderio di essere santificati, e poi Dio ci fortifica, dandoci la capacità di crescere nella santità, capacità che nessun uomo ha di natura.
E allora, alla domanda: la santificazione è responsabilità nostra o è l'opera di Dio? La risposta è che è la nostra responsabilità, ma allo stesso tempo è l'opera di Dio. Si potrebbe dire che Dio ci santifica, tramite il nostro impegno.
Cristo Ci Fortifica
Questo brano ci fa capire che un vero credente ha nel cuore il volere di crescere nella santità. È Dio che opera in noi il volere, e perciò ogni vero credente vuole crescere nella santità.
Questo desiderio, che viene da Dio, ci porta ad essere molto aggravati quando cadiamo nel peccato.
Un vero credente vuole crescere in santità, e perciò, soffre quando riconosce la propria debolezza.
Se siamo veramente salvati, saremo afflitti ogni volta che cadiamo, non per le conseguenze terrene, ma perché abbiamo peccato. Questa afflizione viene dallo Spirito Santo che è in noi.
Dio ci incoraggia nella nostra debolezza con una potente verità che troviamo in Filippesi 4:13, dove impariamo che possiamo fare qualsiasi cosa in Gesù Cristo che ci fortifica. Leggo Filippesi 4:13.
“Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica.” (Filippesi 4:13 LND).
Se siamo salvati, come abbiamo visto prima, abbiamo Gesù Cristo in noi. Siamo uniti a Cristo.
L'Ubbidienza è il Frutto dell’Amore
E quindi, dobbiamo impegnarci, con timore e tremore, di compiere la nostra salvezza, che vuol dire, crescere nella santità. Consideriamo cosa vuol dire in pratica.
Ricordate che la santificazione è la crescita nella santità. In altre parole, è abbandonare il peccato.
Ricordate che il peccato è la violazione alla legge di Dio. La legge di Dio, ovvero, i comandamenti di Dio, sono tutti una manifestazione della santità di Dio. E perciò, disubbidire ad un qualsiasi comandamento è disprezzare la persona di Dio e la Sua Santità.
1Giovanni 3:4 ci dichiara questa verità. Ve lo leggo:
“Chiunque commette il peccato, commette pure una violazione della legge; e il peccato è violazione della legge.” (1Giovanni 3:4 LND)
Visto che il peccato è la violazione della legge, allora la santificazione è una vita di ubbidienza alla legge di Dio. Quando noi amiamo Dio, ubbidiremo ai suoi comandamenti. Troviamo questa verità ripetutamente nella Bibbia. Per esempio, nell'Evangelo di Giovanni Gesù dichiara più volte che l'amore per Dio produce ubbidienza ai comandamenti di Dio. Vi leggo Giovanni 14:15,21, e 23.
“"Se mi amate, osservate i miei comandamenti,” (Giovanni 14:15 LND)
“Chi ha i miei comandamenti e li osserva, è uno che mi ama, e chi mi ama sarà amato dal Padre mio; e io lo amerò e mi manifesterò a lui".” (Giovanni 14:21)
“Gesù rispose e gli disse: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui.” (Giovanni 14:23)
Passando la stessa verità anche in 1Giovanni 5:3, che dichiara:
“Questo infatti è l’amore di Dio: che noi osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.” (1Giovanni 5:3 LND)
Se abbiamo l'amore di Dio, che fra l'altro è una descrizione della salvezza, e se perciò amiamo Dio, allora, osserveremo i suoi comandamenti. Non si può amare Dio senza osservare i suoi comandamenti. Non si può essere veramente salvati e non amare Dio.
Un piccolo paragone. Se un uomo ama veramente sua moglie, è impossibile che la tradisca. Chi tradisce la moglie non ama la moglie. Similmente, chi veramente ama Dio ubbidisce ai comandamenti di Dio.
Voglio fare una distinzione importante qua.
Per quanto l'ubbidienza ai comandamenti di Dio sia assolutamente essenziale nella vera salvezza, in sé, l’ubbidienza ai comandamenti di Dio non è amore per Dio. È solo un FRUTTO dell’amore di Dio in noi. Uno può ubbidire ai comandamenti di Dio, almeno in certi campi della vita, senza amare Dio. Per esempio, uno può ubbidire ai comandamenti di Dio per potersi vantare, o per poter essere visto bene agli occhi degli altri. In sé, l’ubbidienza ai comandamenti di Dio non è l'amore per Dio, ma piuttosto è un frutto dell'amore per Dio.
La vera salvezza produce un vero amore per Dio, perché quando Dio veramente salva una persona, opera nel cuore di quella persona affinché la persona inizia a comprendere l'amore di Dio per lui nel sacrificio di Gesù Cristo. Noi amiamo Dio come conseguenza del riconoscere il suo amore per noi in Gesù Cristo. Questa è la verità che troviamo in 1Giovanni 4:19.
“Noi lo amiamo, perché egli ci ha amati per primo.” (1Giovanni 4:19 LND)
Conclusione
Vorrei chiudere, invitando ciascuno di noi a riflettere sulla propria vita.
Tu, che ti consideri un cristiano: sei colpito dell’amore di Dio in Cristo? Pensare a quel sacrificio ti commuove? Un frutto della vera salvezza è di essere estremamente colpito dall'immensità dell'amore di Dio per noi in Gesù Cristo. In realtà, chi non vede l'amore di Dio in Gesù Cristo, dovrebbe domandarsi se è veramente salvato.
Secondo: tu hai un timore e tremore nel compiere la tua salvezza, ovvero, nel crescere nella santità? Hai un grande desiderio di crescere nella santità?
Una parola di incoraggiamento. Quando consideriamo l'immensità della santità di Dio, e consideriamo quanto manchiamo nei suoi confronti, visto che cadiamo spesso, a volte ci è difficile credere che Dio ci ami. Cioè, non dubitiamo l'opera di Gesù Cristo, ma ci sembra impossibile che Dio ami proprio noi, alla luce di quanto manchiamo nei suoi confronti.
Quando abbiamo questi pensieri, questi dubbi, il problema è che noi stiamo immaginando che dobbiamo in qualche modo meritare l'amore di Dio, e se siamo onesti sappiamo che noi non meritiamo il suo amore. Vivere così crea terribile angoscia nel cuore. Non è possibile avere pace, se crediamo che l’amore di Dio per noi dipende da quanto meritiamo da Dio.
Cari fratelli e sorelle, non possiamo mai meritare l'amore di Dio. Dio non ci ama perché noi meritiamo il suo amore. Dio ci ama per grazia. Dio ci ama al nostro peggio quanto ci ama al nostro meglio. Il motivo per cui Dio ci ama non è in noi, è nel cuore di Dio.
Troviamo questa verità in tutta la Bibbia. Per esempio, Romani 8:5 ci ricorda che l'amore di Dio per noi iniziò quando eravamo ancora peccatori. Ve lo leggo:
“Ma Dio manifesta il suo amore verso di noi in questo che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.” (Romani 5:8 LND)
Dio ci ama, non per chi siamo noi, ma per chi è Dio. Quanto è importante che comprendiamo che l'amore di Dio origina in Dio, non in qualcosa che Dio vede in noi.
Effettivamente, la chiave della vita cristiana è di conoscere sempre di più l’amore di Dio per noi in Gesù Cristo. Questo è ciò che stimola in noi amore per Dio, che ci porta ad ubbidire con gioia, per crescere nella santificazione.
Ho molto ancora da dire sulla santificazione. Dio volendo, continueremo questo discorso nel prossimo insegnamento.
Per ora, una parola a chi NON è in Cristo Gesù. Tu sei colpevole davanti a Dio, e nessun impegno tuo può togliere il tuo peccato. Tu hai bisogno di un Salvatore. Hai bisogno del perdono. Hai bisogno della salvezza che si trova solo in Gesù Cristo. Presentati a Dio, come peccatore, aggrappandoti al sacrificio di Gesù Cristo. In Cristo puoi trovare il perdono che ti serve.
E per noi che siamo in Cristo Gesù, la chiave per crescere nella santificazione è di comprendere sempre di più dell’amore di Dio per noi in Gesù Cristo. Dobbiamo impegnarci. Dobbiamo combattere strenuamente contro il nostro peccato. Dobbiamo far morire tutto quello che in noi è terreno. Però, molto di più, dobbiamo conoscere sempre di più l’amore di Dio per noi in Gesù Cristo. Allora, i comandamenti di Dio non saranno gravosi. Allora, avremo gioia nel cammino.
Compiamo la nostra salvezza con timore e tremore, sapendo però che è Dio che opera in noi il volere e l’operare. Grazie a Dio!